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Autore: Ghost Writer TNCS    17/08/2019    1 recensioni
Da quando la sua famiglia è stata uccisa, Tenko ha combattuto ogni giorno, decisa a sopravvivere solo per compiere la sua vendetta. Ma il suo nemico è il Clero, la più potente istituzione del mondo, fondata dagli dei per garantire pace e prosperità a tutti i popoli.
Vessata dal destino, Tenko dovrà affrontare i suoi sbagli, le sue paure così come i suoi nemici, per scoprire che – forse – un modo esiste per distruggere il Clero: svelare le vere origini del loro mondo, Raémia.
Ma dimostrare le menzogne degli dei non sarà facile. Il Clero è pronto a schierare tutte le sue forze per difendere la dottrina, e gli dei stessi non si faranno scrupoli a distruggere chiunque metta in dubbio la loro verità.
La sua è una guerra persa, un suicidio, o peggio. Ma che importa? Quando ti tolgono tutto, non hai più nulla da perdere.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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32. Dubbi e certezze

I quattro si muovevano verso nord a passo moderato, in perenne allerta. Leonidas era in testa al gruppo: il suo compito era decidere quale fosse la strada migliore per evitare le innumerevoli insidie della foresta. Dietro di lui, a pochi passi di distanza, c’erano Tenko e Zabar. I due militari avevano imposto loro il silenzio, ma in ogni caso nessuno dei due sembrava in vena di parlare. Per ultima c’era Persephone, che con il suo occhio destro aveva il compito di sorvegliare i due prigionieri così come i dintorni. In caso di attacco, le sue barriere erano l’unica speranza di salvezza per i due demoni.

Quando si erano lasciati alle spalle il villaggio dei teriantropi era già tarda mattina, quindi dovevano sfruttare la luce per allontanarsi il più possibile prima che calasse la notte. In quel momento i locali erano una minaccia perfino più temibile dei mostri giganti.

All’improvviso le orecchie feline di Leonidas captarono un rumore insolito. Lui si fermò e si voltò, una mano pronta sulla faretra. Persephone si girò a sua volta, così come i due demoni. Per alcuni lunghi secondi rimasero tutti immobili, poi videro una sagoma muoversi dietro un cespuglio. L’animale, simile a un cinghiale ricoperto di muschio, scavò con il grugno nel terreno, forse in cerca di radici, dopodiché si allontanò tranquillamente senza degnarli di uno sguardo.

«Muoviamoci» disse Leonidas a bassa voce, visibilmente teso. Si rimise in marcia e gli altri si accodarono.

Tenko lanciò un rapido sguardo dietro di sé per valutare la distanza di Persephone. «Verranno a salvarci, vedrai» esalò in direzione di Zabar.

Il chierico rimase in silenzio, preferendo concentrarsi su dove mettere i piedi per non cadere.

«Ehi, hai capito? Sono sicura che…»

«Smettila» ribatté lui con un filo di voce. «Non peggiorare le cose.»

La giovane lo sguardò stranita. «Che vuoi dire? Non è certo colpa mia se ci hanno catturato!»

«Voi due, fate silenzio!» li sgridò Leonidas.

Tenko abbassò lo sguardo e tacque: non era il momento di fare l’arrogante.

Appena il felidiano si voltò, lei rivolse di nuovo la sua attenzione a Zabar. «Ne ho viste di peggio, vedrai, riusciremo a fuggire.»

«Non è questo il punto!» ribatté il chierico, visibilmente arrabbiato.

«Ehi! Ho detto silenzio!» ribadì Leonidas, severo e marziale.

Di nuovo la giovane attese che il capitano si voltasse, poi guardò Zabar e scosse il capo, in attesa di spiegazioni.

«Come ti è saltato in mente di far vedere il ricordo a questi due?» proseguì il chierico, attento a tenere basso il tono di voce. «Cosa pensavi di ottenere? Credevi forse che si sarebbero arresi?»

La demone abbassò lo sguardo. «No, io…»

«Quei ricordi erano la nostra migliore opportunità di…» Si zittì e guardò alle sue spalle, preoccupato che l’inquisitrice potesse sentirlo. «Se distruggono la goccia, quei ricordi saranno persi per sempre. E preferisco morire piuttosto che farlo succedere!»

Tenko mantenne il capo chino. Quando aveva visto i due militari, si era lasciata trasportare dalla rabbia e aveva perso lucidità. Zabar aveva ragione: aveva combinato un casino, come sempre.

«Vedrai, Clodius e gli altri verranno a salvarci e ci riprenderemo la goccia.»

Zabar guardò davanti a sé. «Lo spero. Non è che abbiamo altre possibilità.»

***

Dopo la cattura dei due demoni, i teriantropi erano stati costretti ad aspettare che la barriera evocata da Persephone svanisse: solo allora poterono rialzarsi e radunarsi intorno a Clodius.

«Che cosa facciamo?» chiese subito uno dei cacciatori.

«Dobbiamo andare a salvarli» affermò un altro.

«No, è troppo pericoloso.»

«Ma non possiamo lasciarli andare così.»

«Il nostro compito è proteggere il villaggio.»

«E se quelli dicono a tutti dove siamo?»

«Silenzio!» esclamò il leopardo delle nevi. Lui era il capo dei cacciatori, ma non se la sentiva di prendere una decisione così importante da solo. «Torniamo a villaggio. Decideranno gli anziani cosa fare.»

Questa volta nessuno osò ribattere e tutti insieme si affrettarono a tornare indietro. I militari non sembravano intenzionati a uccidere i due demoni, quindi avevano ancora un po’ di tempo per decidere cosa fare.

«Aspettate a raccontare agli altri quanto successo, dobbiamo dare modo agli anziani di decidere» affermò Clodius prima che il gruppo attraversasse il portone.

Fu lo stesso capo dei cacciatori a dirigersi direttamente dai tre capi del villaggio per spiegare loro la situazione.

«Per quanto mi riguarda, sono pronto a guidare un gruppo di cacciatori per andare a salvare i due stranieri» concluse il leopardo delle nevi. «Ci hanno aiutati numerose volte, a mio parere è la cosa giusta andare a salvarli.»

«Grazie, Clodius» annuì l’anziana di tipo bue muschiato. «Terremo in considerazione le tue parole. Ora vai, dobbiamo discutere in privato.»

Il teriantropo annuì e lasciò la stanza.

Una volta soli, l’anziana prese un profondo respiro. «Allora, cosa ne pensate?»

«Quei due stranieri si sono dimostrati degni della nostra fiducia e della nostra riconoscenza» affermò l’orso polare. «Dobbiamo andare a salvarli.»

«Mi dispiace, ma non posso essere d’accordo» ribatté la volpe. «È vero, i due stranieri si sono impegnati per guadagnare la nostra amicizia, ma la nostra priorità deve essere difendere il villaggio. Hai sentito Clodius: i due guerrieri degli dei sono estremamente potenti, non possiamo mettere a repentaglio la vita dei nostri cacciatori.»

«Questo è vero, ma lasciarli andare sarebbe comunque rischioso. Quella donna può anche aver promesso di non rivelare a nessuno la nostra posizione, ma possiamo davvero fidarci della sua parola?»

La volpe non ribatté alle parole dell’anziano, ma non aveva intenzione di arrendersi. «Terentia, tu cosa ne pensi?»

La teriantropa di tipo bue muschiato si concesse qualche lungo secondo per riflettere prima di parlare. «Sono combattuta. Avete ragione entrambi, ma dobbiamo prendere una decisione.» Guardò attraverso la piccola finestra della stanza, attraverso cui filtrava la luce del giorno. «È una scelta difficile, dobbiamo prenderci tutto il tempo necessario per decidere saggiamente. Se al tramonto non saremo tutti concordi, voteremo per maggioranza.»

La volpe e l’orso si scambiarono uno sguardo, consapevoli di quanto sarebbe stato difficile far cambiare idea all’altro. Dovevano convincere la terza anziana della bontà della loro posizione: solo così avrebbero fatto prevalere quella che per loro era la scelta migliore.

***

Era ormai calata la notte quando i due militari decisero di fermarsi per riposare. Cercarono un punto non troppo esposto e accesero un fuoco per riscaldarsi. Come sempre avrebbero fatto dei turni di guardia, adesso però, oltre a doversi guardare dall’arrivo di eventuali predatori, dovevano anche controllare i due prigionieri.

«Faccio il primo turno, riposatevi pure» si offrì Leonidas.

L’inquisitrice annuì. Sebbene cercasse di non darlo a vedere, le settimane di marcia l’avevano molto provata, in più l’udito del felidiano sarebbe stato molto più utile della sua vista. Se i teriantropi li stavano seguendo, il suo compagno aveva più possibilità di lei di avvertirne la presenza.

I due militari avevano mangiato qualcosa mentre camminavano, così la metarpia si preparò subito per dormire. Non avevano dato nulla ai due demoni, questo perché non avevano abbastanza provviste nemmeno per saziare loro stessi. Per il momento la priorità era allontanarsi il più in fretta possibile dal villaggio, l’indomani avrebbero cercato qualche preda.

Leonidas si mise a sedere su una grossa radice, l’arco in mano e la faretra a fianco, pronto a rispondere a eventuali minacce. Anche lui era dimagrito molto nelle ultime settimane, ma il suo orgoglio marziale lo spingeva a resistere e a fare del suo meglio. Finalmente avevano catturato gli eretici, ora non dovevano fare altro che riportarli indietro, poi gli dei avrebbero espresso il loro giudizio.

Era così che doveva finire, no? Con gli dei che stabilivano cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Chi meritava di vivere e chi di morire.

La magia dell’amico di Tenko era stata molto scenografica, ma era convinto che fosse un falso. Gli dei sono… beh, gli dei: l’avere ragione è un elemento intrinseco del loro essere. Come possono dei comuni mortali controbattere alle loro parole?

Da una parte era deluso, non pensava che la demone sarebbe stata capace di un simile sotterfugio, dall’altra però non riusciva a non considerare l’eventualità che avessero ragione. Ma se per assurdo avesse ammesso che gli dei fossero davvero dei bugiardi, allora per cosa aveva combattuto fino a quel momento? A cosa erano serviti tutti i suoi sforzi? Ad alimentare la menzogna? No, si rifiutava di crederlo.

Le sue orecchie da leone captarono dei leggeri rumori nella foresta, costringendolo a rimandare le sue riflessioni. Riuscì a distinguere varie presenze, ma per il momento era impossibile capire di cosa si trattava. Andò subito a svegliare Persephone.

«Abbiamo compagnia» le disse. «Sento diverse presenze.»

«Teriantropi?»

Lui scosse il capo. «Non lo so.»

Svegliata dal rumore, anche Tenko aprì gli occhi. Subito riconobbe la tensione sui volti emaciati dei due militari: sembravano più vulnerabili che mai, eppure non era riuscita a sconfiggerli.

Quasi subito udì anche lei i rumori che si susseguivano intorno a loro. Di sicuro si trattava dei teriantropi: erano venuti a salvarli. Una volta tornati al villaggio, si sarebbe allenata con impegno ancora maggiore, così che al prossimo scontro con un inquisitore avrebbe mantenuto la calma e l’avrebbe sconfitto.

Mentre la demone già si preparava a ciò che sarebbe successo dopo lo scontro, Persephone e Leonidas si guardavano intorno, pronti a combattere fino all’ultimo respiro per impedire a chiunque di mandare a monte la loro missione.

Finalmente riuscirono a distinguere delle ombre tra i cespugli: erano circondati. I loro cuori battevano all’impazzata, i nemici erano sempre più vicini, sempre più numerosi. E tutti insieme partirono all’attacco.

***

Il sole stava ancora tramontando quando i tre anziani lasciarono la loro stanza per comunicare a tutti la loro decisione.

I cacciatori, le armi in pugno e pronti a partire, li avevano attesi schierati alle spalle di Clodius, impazienti di ricevere ordini.

«Abbiamo discusso a lungo, e alla fine abbiamo preso una decisione» esordì la femmina di bue muschiato. «Tale decisione è definitiva, non verrà cambiata in nessuna circostanza.» Guardò con aria grave i cacciatori, uno ad uno, fino a rivolgersi a Clodius. «Non salveremo i due demoni.»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Le cose non si mettono bene per i nostri eroi. Da una parte Tenko e Zabar sono stati catturati e il loro rapporto si è improvvisamente incrinato, dall’altra Leonidas e Persephone ora devono pensare a proteggere sia loro stessi che i due prigionieri, con in più il fardello del dubbio instillato dal ricordo nella goccia.

In mezzo a tutti questi interrogativi, spicca una singola certezza: i teriantropi hanno deciso di non salvare i due demoni. Per i due militari è un bene, ma come la prenderà Tenko? E soprattutto: se non sono i teriantropi, allora chi è che li sta attaccando?

Ovviamente lo scoprirete nel prossimo capitolo.

A presto ^.^


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