Cesare spignattava allegro.
Olio. Sale. Burro. Margarina.
Sì, non esattamente una dieta salutare. Ma non gli importava.
Si leccò le labbra voltandosi.
Il cadavere, riverso sul tavolo della cucina, appariva particolarmente appetitoso.
Se lo sarebbe gustato per benino, già.
Partendo dalle braccia, che erano notoriamente la sua parte prediletta.
Nessuno conosceva le sue malsane abitudini di serial killer e necrofago, e nessuno lo doveva sapere. Sai lo scandalo, poi.
Sarebbe stato tutto perfetto. Come sempre.
Il pollo che giaceva lì, sul piatto, aveva un solo pensiero per la testa: “Ma sei schizofrenico, ritardato o cosa?”.