Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    21/08/2019    5 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"Reiner, che succede?" chiese Jean, allarmato dalla reazione del compagno.
"Due gemelli..." sussurrò il biondo, passandosi una mano sul volto.
Si avvicinò alla coppia e afferrò Armin per le spalle, guardandolo seriamente negli occhi.
"Devi proteggerla." disse "Devi proteggere lei e i vostri bambini!"
"Sì, ma... Cosa succede? Spiegati." rispose il giovane, confuso.
Il ragazzo fece un respiro profondo, andando a sedersi di nuovo, al tavolo dove poco prima i ragazzi stavano giocando a carte.
"Sapete che per diventare guerriero di Marley si devono superare alcuni esami." spiegò, finalmente "I bambini vengono sottoposti a prove fisiche, esami scritti, e anche a visite mediche, eseguite da medici Marleyani. C'è uno di questi medici che, tra le altre cose, studia la stirpe Eldiana, usando anche cavie umane per i suoi esperimenti, e ha una fissa per i gemelli."
"È difficile che noi possessori dei Giganti riusciamo ad avere dei figli..." continuò la ragazza "di solito la nostra vita è talmente breve che non ci pensiamo neanche a certe cose, tutto questo prima dell'intervento di Eren. Però, se sapessero che non solo siamo ancora vivi, ma io sono incinta di due gemelli, su suggerimento di quel pazzo potrebbero venire qui a prendermi."
"Ma i contatti con Marley sono praticamente assenti..." intervenne Sasha "Quindi qui lei sarebbe al sicuro, se loro non sanno che è incinta."
Reiner fece un respiro profondo, portandosi entrambe le mani al volto.
"Ragazzi, a Marley ho sentito una voce non verificata secondo cui ci sarebbe una spia a Paradis." confessò "Non so chi sia, ma state molto attenti..."
Armin ascoltò e annuì, carezzando i capelli della compagna; poi sembrò ricordarsi qualcosa, spalancò gli occhi e corse verso l'ufficio, tornando dopo un po' con un libercolo aperto tra le mani e seguito da una borbottante Hanji.
Si sedette al tavolo e cercò attentamente tra le pagine, quindi tirò un pugno sul tavolo e lanciò uno sguardo a Levi, in piedi accanto a Eren, aggrappato ai suoi pantaloni.
"Levi lo sapeva!" esclamò "Sapeva che c'era una talpa, e aveva iniziato a cercare!"
"Che cosa ha trovato?" chiese Hanji, avvicinandosi al giovane e curiosando sulla pagina aperta.
"Non molto, solo che molto probabilmente è qualcuno che fa parte del Corpo di Guarnigione." ammise il biondo "Ma continuerò a cercare, anche perché si tratta della vita dei miei figli."
"È già un punto da cui partire." riferì il comandante, dandogli una pacca sulla spalla "Iniziate a cercare da lì."
Il ragazzo annuì, posando lo sguardo sulla fidanzata, rimasta in un angolo, a testa bassa.
Levi le si avvicinò, fermandosi di fronte a lei e guardandola dal basso verso l'alto, per poi tirarle la gonna per attirare l'attenzione.
"Tata, non pocoppupatti, mio dada è fotte, potegge tutti, e acche tato Ammin." disse, con la sua vocina acuta, in tono rassicurante.
Annie sorrise sospirando rassegnata, e lo prese in braccio, stringendolo. Armin le si avvicinò e le passò un braccio attorno alle spalle, baciandole teneramente la testa.
"Ragazzi, dobbiamo evitare qualsiasi fuga di notizie." suggerì "E secondo me sarebbe il caso di rinforzare il muro di cinta della zona ufficiali di questa caserma con il Cristallo di Titano, se Eren se la sente."
"Non posso creare più di tre Titani cristallizzati alla volta, ma in una settimana forse posso riuscire a rinforzare il muro di cinta." acconsentì il ragazzo di Shigashina.
"Anche io sono in grado di creare Titani Cristallizzati." continuò Reiner "Lo faccio raramente perché la mia pelle è già abbastanza dura al naturale, ma se può servire, in questo modo ci vorrà meno tempo per fortificare la zona."
"D'accordo, voi due da domani vi metterete al lavoro." ordinò Hanji "Ma voglio anche che Annie e Sasha nel frattempo non escano in paese da sole, non voglio rischiare."
Non attese la risposta dei suoi sottoposti e uscì, lasciandoli di nuovo soli. Eren affiancò l'amico d'infanzia e gli posò una mano sulla spalla.
"Stai bene, Armin?" chiese, preoccupato.
"Sì, ma starò meglio quando nessuno della mia famiglia sarà in pericolo." rispose il giovane, serio, prendendo di nuovo tra le mani il diario di Levi e consegnandolo a Eren "Forse sarebbe meglio se lo leggessi anche tu. È scritto in codice, ma se impari la lingua non è difficile... È comunque tuo figlio, devi sapere il più possibile su di lui."
Il ragazzo annuì, sfogliando il libercolo, e prese in braccio il figlio, che si accoccolò contro il suo petto.
Jean sospirò, prendendo il proprio spolverino e indossandolo.
"Credo che andrò a trovare Ymir." riferì "Magari dico a Historia che la maledizione dei Giganti è stata spezzata."
"Vengo con te." lo seguì Reiner, dandogli una pacca al fondoschiena.
"Andiamo anche noi?" intervenne Sasha, afferrando il braccio del compagno.
"Ma... tesoro... hai sentito cosa ha detto Hanji..." obiettò Connie, alzando gli occhi al cielo.
"Hanji ha detto di non uscire da sole, e stando con voi non sarei sola." suggerì, prendendo sotto braccio Jean "Avrei due Titani e un Ackerman come scorta, e altri due Titani e un'Ackerman starebbero dietro a Annie. Quindi andiamo?"
"Va bene, amore..." acconsentì il giovane, rassegnato, guardando la coppia di amici con aria di scuse.
Gli altri due fecero spallucce, poi andarono a preparare la carrozza. Venti minuti dopo erano già in viaggio verso la Capitale.
Rimasero in silenzio, guardando il paesaggio, per un po', finché la ragazza non si addormentò con la testa sulla spalla del fidanzato e una mano sul pancione.
"A vederla così non sembra uno dei letali soldati dell'Armata Ricognitiva contro cui ho combattuto quasi cinque anni fa." commentò Reiner, sorridendo.
"Credimi, anche in queste condizioni sa il fatto suo!" ammise Connie, stringendola a sé "Solo che più si avvicina la data del parto e più sto in ansia. Non lo ammetterò mai di fronte a lei, ma l'idea di essere padre un po' mi terrorizza."
"Sai, credo che essere padre sia una delle esperienze più belle, ma anche tra le più difficili per un uomo." disse Jean, passando distrattamente una mano sulla coscia del compagno "Creare una vita, vederla nascere, riconoscere nei suoi occhi i tuoi, misti a tratti distintivi della madre... È qualcosa di indescrivibile, e un po' ci sto male a non poter stare con Ymir quanto vorrei. Connie, credimi, tu sei fortunato; sicuramente non sarà un percorso facile, ma potrai sempre stare dietro a tuo figlio."
Sospirò, abbassando lo sguardo e massaggiandosi gli occhi, e voltandosi verso Reiner, quando sentì la sua mano passare tra i suoi capelli.
Il biondo si avvicinò, posandogli un semplice quanto dolce bacio sulle labbra, gesto che servì a Jean per tranquillizzarsi.
"Che carini!" esclamò Sasha, ridestatasi in quel momento.
I due si sorrisero, incrociando le dita delle mani e sussurrandosi un "ti amo" a vicenda.
"Ehm..." intervenne nuovamente Connie "Ragazzi, toglietemi una curiosità... considerando che voi due siete due uomini, beh, quando fate cosacce, chi è che fa la donna tra voi? Oppure fate a turno?"
Calò un silenzio imbarazzato. Si sentiva solo lo scalpitare dei cavalli che trainavano la carrozza.
"MA IO TI AMMAZZO!" sbraitò Jean, improvvisamente, diventato verde di rabbia, saltando addosso all'amico e prendendolo a pugni "STUPIDO SCHIACCIANOCI IDIOTA E PETTEGOLO! GIURO CHE TROVO IL MODO DI UCCIDERTI!"
Reiner lo afferrò, trascinandolo di nuovo accanto a lui, e tenendolo fermo.
"Calma! Non ne vale la pena. Respira e stai calmo." disse il Marleyano, guardandolo negli occhi, mentre Connie si prendeva una sberla di punizione dalla fidanzata.
Si fece di nuovo silenzio per qualche minuto, durante i quali Sasha cercò qualche coccola dal compagno, nonostante la reazione violenza di poco prima, e Connie gliele concesse, insieme a qualche bacio.
"Ma secondo voi Eren e Mikasa stanno insieme? Ho saputo che lei non dorme più in camera sua da un po', ma sta da Eren e gli dà il cambio quando Levi si sveglia di notte..." intervenne la giovane, dopo un po'.
"Se fosse davvero così ci risparmierebbero un sacco di casini." ammise Jean, raddrizzando la schiena "Quei due non li capirò mai... perfino Levi se ne è accorto e sta lanciando un sacco di segnali..."
"Un po' come ha fatto con noi." intervenne Reiner "Aveva capito quello che provavamo e voleva vederci felici."
"Sì, ma quei due sono testoni, non lo ammetteranno mai facilmente." continuò il ragazzo di Trost "Forse neanche se venissero messi alle strette."
"Certo, ma Levi sarà pure diventato un nano sotto il metro di altezza, però da quello che vedo dimostra ancora la spiccata intelligenza che aveva prima." disse il biondo, sorridendo "Secondo me starà già pensando a un modo per accasare suo padre con Mikasa."
"Hai ragione." confermò il Titano Mascella "Il Capitano ne sa una più del diavolo anche in questa forma."
Risero insieme, tornando a chiacchierare serenamente per il resto del viaggio, finché non arrivarono al Palazzo Reale.
Historia li accolse nella solita sala, seduta sul divanetto con Ymir tra le braccia, che si guardava intorno curiosa.
Salutarono, consegnando i rapporti del lavoro, e quando ebbero completato le formalità si sedettero attorno a lei e alla bambina per chiacchierare.
"Allora, ragazzi, cosa mi raccontate?" domandò la giovane regina, mettendo Ymir in braccio a Jean "Sasha, come procede la gravidanza?"
"Oh, bene!" esclamò la castana "Secondo il dottore sono in perfetta salute!"
"Comunque ne è venuta fuori un'altra con una gravidanza in corso." la informò Connie "Stamattina abbiamo scoperto che Annie è al terzo mese."
"Davvero? Ma è fantastico!" disse Historia, sinceramente contenta.
"E poi abbiamo scoperto che la maledizione del Gigante è stata spezzata: chi possiede uno dei Nove non ha più il termine dei 13 anni di vita."continuò Jean, guardando la figlia.
"Oh... e come è successo?" chiese la bionda, incuriosita.
"Eren ha involontariamente usato la Coordinata, esprimendo un desiderio che poi si è scoperto essere quello giusto per mantenerci in vita." spiegò Reiner, passando distrattamente la mano lungo la schiena del compagno.
"E tu cosa ci racconti?" si intromise Sasha "Deve essere noioso stare sempre qui da sola."
"In realtà ho sempre da fare, tra riunioni e le cure di Ymir." ammise Historia "A proposito, presto dovrò fare una richiesta a Hanji, che spero accetterà. Ci ho pensato a lungo, e credo che questa sia la soluzione migliore."
Fece una pausa, attirando l'attenzione su di sé, quindi incrociò lo sguardo di Jean.
"Senti, Jean, te la senti di tenere nostra figlia con te, quando inizierà a camminare e sarà più autonoma?"
"I... io?" balbettò il giovane, confuso "Ma tu sei la madre, non è meglio se cresce con te?"
"Verrei a trovarla spesso, ma con i miei impegni mi sarà difficile starle sempre dietro." spiegò la bionda, seria "Stando con te avrebbe anche modo di interagire con Levi e gli altri bambini, e le farebbe bene. Ufficialmente tu sei uno dei suoi padrini, e non è raro che nelle famiglie nobili i figli si trasferiscano dal padrino o la madrina durante l'infanzia, per nessuno ci troverebbe nulla di strano. Sei anche un soldato, quindi ufficialmente ti assegnerei anche il ruolo di scorta e tutore legale di Ymir, non solo a te, ma anche a un tuo eventuale compagno, se ne troverai uno in futuro."
"A proposito di questo... non credo si debba parlare al futuro." intervenne Reiner, avvicinandosi ulteriormente al ragazzo e dandogli un leggero bacio sulle labbra.
Ymir li guardò, facendo un sospiro contento, cosa che strappò un sorriso a tutti i presenti.
"È felice che il suo papà ha trovato finalmente qualcuno." suggerì la madre, riprendendola e coccolandola "Comunque non vi preoccupate, abbiamo tutto il tempo per preparare, vi dirò tutto quando sarà il momento. Ora vi lascio andare, grazie per la visita, ragazzi."
Li salutò, abbracciandoli tutti, e poi li lasciò andare.
Una volta partiti, Jean guardò fuori dal finestrino, stringendo la mano di Reiner.
Quella giornata era stata sorprendente in molti versi. Certo, avrebbero ancora dovuto combattere per la propria libertà, ma erano insieme, potevano contare gli uni sugli altri, e avrebbero avuto accanto coloro che amavano.

   
 
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