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Autore: Relie Diadamat    21/08/2019    1 recensioni
[Raccolta di drabbles e flash-fic | L&Watari | Parentship]
1. È la prima vera mano che stringe, quella di Watari.
2. L sembrava un angioletto con gli occhi chiusi e i capelli neri scompigliati sul cuscino.
3. Tre settimane dopo l’arrivo del bambino in orfanotrofio, L e Watari furono costretti a separarsi per la prima volta.
4. Quella fu la prima vera carezza che L riservò a qualcuno.
5. Era bastata la prima pagina di un giornale comprato per qualche moneta, un tè con sette zollette di zucchero e una stupidissima domanda. E L era diventato un mostro.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Watari
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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V. L'inizio della fine
 




Iniziò davvero presto la fine.
Il conto alla rovescia cominciò in maniera quasi banale, scontata, da manuale. Il giorno prima L era un bambino speciale, intelligente e con gli occhi scuri come la pece… e il giorno dopo era diventato il più grande detective del secolo, l’uomo senza volto e senza nome che consegnava i criminali alla giustizia.
Era bastata la prima pagina di un giornale comprato per qualche moneta, un tè con sette zollette di zucchero e una stupidissima domanda. E L era diventato un mostro.
 

Aveva solo otto anni, ma i suoi occhi non erano ancora cerchiati da vistose occhiaie nere.
Era geniale, brillante, ma non trascorreva ancora la notte in bianco alternando lo sguardo da serie di omicidi all’altra.


 
La fine iniziò presto, però.
 

Watari aveva letto la prima pagina di giornale storcendo le labbra, senza disgusto, passandosi distrattamente la mano sui folti baffi brizzolati.
La pioggia cadeva fitta su tutta Winchester quella mattina, picchiettando violentemente contro i vetri dell’orfanotrofio, rendendo cupi i corridoi riverniciati di bianco.
L era solo, come sempre, seduto al tavolo della mensa. Si portava le ginocchia al petto e qualche ciuffo corvino gli ricadeva sugli occhi. Se ne stava buono e mansueto sulla panca di legno, gli alluci che si torturavano tra loro.
Non amava la compagnia degli altri bambini… o forse, non sapeva come fare per avvicinarsi a loro. Watari non sapeva rispondersi, ma conosceva l’acume di quel piccolo genietto.
Fin dalla prima volta che aveva incontrato quel viso pallido, cadaverico e triste, Quillsh Wammy aveva intravisto dell’altro. Era stato il modo in cui quelle iridi si erano fermate su di lui, acquose e pregne di curiosità.


 
Watari aveva dedicato tutta la sua vita alle sue invenzioni e L era stata la sua più grande scoperta.



Nessun lampo ferì il cielo ma quando la pioggia aumentò, l’uomo si diresse verso quel bambino solo dai capelli in disordine. Gli dedicò un sorriso gentile, posando intenzionalmente il giornale a un passo dalle sue dita, fingendo di voler condividere con lui un tè troppo zuccherato.
Si servì da solo, versandosi il liquido caldo abbandonato sul tavolo in una tazzina di ceramica,  osservando l’esito del suo esperimento.
Con la coda dell’occhio, L aveva sbirciato la prima pagina del giornale, portandosi istintivamente un dito alle labbra. Diventò immobile come una statua di marmo, lo sguardo fisso sulla carta. Watari poteva quasi immaginare gl’ingranaggi di quel cervello mettersi in moto.
Tre ragazzine di quindici erano scomparse nel Sussex, e ritrovate senza vita a distanza di due settimane; avevano tutte la stessa età, ma frequentavano scuole diverse. Non avevano amici in comune, non si erano mai incontrate. Non esisteva alcun tipo di collegamento tra le persone a loro più vicine; non c’era alcuna connessione, se non un piccolo – trascurabilissimo – dettaglio.


«Cosa ne pensi?» gli aveva domandato Quillsh, portandosi la tazzina alla bocca.
L lasciò scivolare l’indice sul labbro inferiore, sollevando il capo dopo diversi minuti. «Come hanno pagato il taxi?».
«Il taxi?»
«C’è il 10% di possibilità…»



 
[499 parole]


 
Questa flash-fic è stato un parto podalico.
Volevo scrivere del primo caso di L - o meglio, del caso che lo aveva indotto a diventare il più grande detective del secolo. Quella piccola scelta che ha condizionato inesorabilmente il suo triste destino.

Non sono capace di scrivere roba brillante alla Arthur Conan Doyle, soprattutto se riassunto in poche righe; chi conosce la serie BBC Sherlock avrà sicuramente colto il rifererimento - sia ai romanzi di Sherlock Holmes che alla serie.
Non mi sono spinta oltre - e spero che già questo piccolo pezzo sia plausibile - perché non volevo rischiare di rovinare tutto. L è geniale, io no xD

Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la Raccolta nelle preferite/ricordate/seguite. 
Non avete idea di quanto mi rendete felice!
   
 
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