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Autore: La Koaletta    26/08/2019    3 recensioni
STORIA SOSPESA.
Mi chiamo Rose Weasley e ho imparato a mie spese che basta un solo, banale errore a rovinarti la vita.
Il motivo? Le voci corrono. E quando le voci dicono cose come "Rose Weasley ha fatto sesso con Scorpius Malfoy", niente può andare bene. Soprattutto se il ragazzo in questione è un Malfoy.
E soprattutto se, oltre ad essere un Malfoy, è anche il ragazzo della mia (ex) migliore amica.
Il nostro amico alza gli occhi al cielo e ignora il commento di Dom. “Ragazze, smettetela con queste litigate da femmine, per favore. Qui stiamo assistendo alla storia d’amore del secolo!”
Gli lancio una stilettata, spazientita. “Lysander, piantala.”
Il Serpeverde è gasatissimo: non riesce a stare fermo, gli occhi gli luccicano, e sorride come un idiota. “Sembra di essere finiti in un romanzo. Sesso proibito, guerra contro la mean girl della scuola, incontro notturno e ulteriormente proibito nelle cucine… tutto questo, tra due che si sono sempre odiati! È così eccitante che, se fossi in te, inizierei a scrivere un libro.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Lily Luna Potter, Lorcan Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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Eclipse

As long as the sun shines one does not ask for the moon

 

Le reazioni provocate da me e Malfoy hanno assunto dimensioni spropositate, dato che ora anche Dominique è convinta che io le stia nascondendo qualcosa. “Non posso credere che tu mi abbia nascosto di avere una storia con Malfoy!”

Dom…”

“Alle quattro di notte. Alle quattro di notte!” continua a ripetere, senza voler sentire ragioni. Per quanto io cerchi di spiegarle, lei non sembra darmi ascolto. “Sai che io approvo le relazioni clandestine, Ro, però avresti dovuto dirmelo!”

Dom…!” la prendo per le braccia, imponendole di smetterla di agitarsi. “Tra me e Malfoy non c’è niente, okay? Non c’è mai stato niente.”

Lei si mostra perplessa e per niente disposta a credermi. Con fare indagatore, continua imperterrita il suo interrogatorio: “Dov’eri ieri alle quattro di notte, allora?”

“Alle Cucine.”

“Cosa?! E cosa ci facevi in cucina?”

“Avevo fame e, fatalità, ho trovato lì Malfoy. Non è successo nient’altro! Abbiamo solo un po’ parlato… più o meno.”

Dominique continua a mantenere le braccia conserte e un’aria inquisitrice, ma qualcosa mi dice che crede alle mie parole. La porta della nostra camera si spalanca con un grande baccano e spunta il viso ilare di Lysander, che alza le braccia sopra la testa in segno di vittoria: “Ho sentito tutto! È così romantico!”

Lysander, non è proprio il momento” scuote la testa Dominique. “Io e Rose stiamo discutendo seriamente.”

Il nostro amico alza gli occhi al cielo e ignora il commento di Dom. “Ragazze, smettetela con queste litigate da femmine, per favore. Qui stiamo assistendo alla storia d’amore del secolo!”

Gli lancio una stilettata, spazientita. “Lysander, piantala.”

Il Serpeverde è gasatissimo: non riesce a stare fermo, gli occhi gli luccicano, e sorride come un’idiota. “Sembra di essere finiti in un romanzo. Sesso proibito, guerra contro la mean girl della scuola, incontro notturno e ulteriormente proibito nelle cucine… tutto questo, tra due che si sono sempre odiati! È così eccitante che, se fossi in te, inizierei a scrivere un libro.”

Io e Dominique ci scambiamo un’occhiata sconvolta, della serie “questo è fuori di testa”. “Sesso proibito, Lys? Sul serio?”

Lui si stravacca sopra il mio letto, con forte disappunto da parte mia, e afferma: “Intendo il fatto. Possiamo parlare di quanto accaduto, vero, o è ancora un argomento tabù?”

Dominique lo fulmina con lo sguardo, facendomi sospettare che loro due ne hanno già parlato.

La verità è che non ho mai detto a nessuno quanto successo dopo quella famigerata festa: ho solo accennato l’accaduto a Roxanne, perché costretta, ma niente di più. Neanche Lys e Dom, le persone che mi sono più vicine, sanno quello che è avvenuto. Non mi hanno mai chiesto niente, hanno sempre riposto cieca fiducia in me.

Non so se sono pronta per parlarne e spero vivamente che non mi chiedano ulteriori spiegazioni, ma non posso lasciare che pensino che io e Scorpius abbiamo fatto sesso. “Mi dispiace deluderti, ma io e Malfoy non l’abbiamo mai fatto. Per fortuna.”

Non immaginavo il peso che avrebbero avuto le mie parole: restano zitti, incapaci di dire qualsiasi cosa, la bocca e gli occhi spalancati. La prima a parlare è Dominique: “Che cosa? E perché tutti lo pensano? E perché ti danno della puttana? Ma cosa è successo davvero?”

“Calma” la freno io, sedendomi sul minuscolo spazio libero lasciato da Lysander sul letto. “Cioè, io ero un po’ ubriaca…”

“Solo un po’?!” scoppia a ridere Lysander, alludendo allo stato in cui ero presa quella sera.

Dominique gli intima di tacere per farmi continuare e io proseguo: “Sì, ecco, non chiedetemi il motivo perché non saprei rispondervi, ma, be’, quando Malfoy è sparito dalla festa io l’ho seguito e…”

“E…?”

Sposto lo sguardo, imbarazzata. “L’ho baciato. Lui non è sembrato molto contento della cosa. E tuo fratello ci ha visti.”

“Louis?!” esclama Dominique, scioccata.

“No… intendo il fratello di Lysander. Lorcan ci ha visti.”

“Oddio” biascica Lysander. Ovviamente, è perfettamente consapevole di cosa sia capace il suo gemello, quindi si prende la testa tra le mani: “Non dirmi che è stato lui a diffondere una falsa notizia, dicendo che vi ha visti scopare.”

Annuisco. So quanto Lysander ci stia male ogni volta che Lorcan combina qualcosa. Riceve molte delusioni da parte sua, ma spera sempre che lui possa cambiare. Dal mio canto, lo dubito fortemente. “La colpa non è solo sua, però. Anche Lily ha contribuito a diffondere la notizia.”

Prima che io e Lysander possiamo accorgercene, Dominique esce dalla stanza con un gran trambusto, urlando a squarciagola: “Lily Luna Potter, dove cazzo ti nascondi?!”

Oddio. Oddio oddio oddio. “Lysander, abbiamo un problema.”

“E anche bello grande, direi.”

Dominique è la persona più irascibile e impulsiva che conosca. Il problema è che la sua rabbia spesso sfocia in disastri irreparabili: l’anno scorso ha mandato in infermeria uno studente che le aveva dato solo un nove su dieci, quando gli era stato chiesto come fosse a letto. Lei non riflette, colpisce e basta, pentendosi spesso a posteriori delle proprie azioni.

Io e Lysander ci affrettiamo a seguirla, per tentare di calmarla, ma lei è una furia: “Non esiste che qualcuno tenta di sabotare la mia migliore amica!”

Strabuzzo gli occhi. Non so cosa pensare. Il fatto è che dovrei essere spaventata, preoccupata, che so, qualsiasi cosa, ma non orgogliosa di Dominique. Oh cazzo, mi sento davvero orgogliosa di Dominique?!

“Ti prego, Domi, ragioniamo” balbetta Lysander, ma la mia amica ha già individuato dalla finestra Lily e iniziato a correre come una forsennata – e né io né lui ce la caviamo molto bene nella corsa.

Quando la raggiungiamo in giardino con il disperato tentativo di limitare i danni, Lily è seduta accanto a Hugo e Lucy. Poco più in là, da parti opposte, osservano la scena Albus e James.

“Ti sfido a Duello, stronza!” scalpita Dom, avventandosi contro di lei.

Lily sbatte le palpebre un paio di volte, per poi roteare gli occhi, infastidita. “Che teatrino patetico.”

Mon Dieu, sei una stronza! Io mi rifiuto di chiamarti cugina! Lily Luna Potter, sei l’essere più falso e schifoso che io abbia mai conosciuto!”

“Qualcuno la fermi. Subito!”

“Va’ tu, Lys.”

“No, io mi sto godendo la scena. Va’ tu, Ro.”

Sono come pietrificata sul posto. In questo momento, si è gettata contro Lily, puntandole la bacchetta sul petto e versandole addosso una serie spropositata di insulti – in qualche modo, mi ricorda la sceneggiata ideata da me e Lorcan qualche giorno fa. Lily, però, non è posata e soddisfatta come era Scamander: anzi, si scansa, irritata. “Si può sapere cos’hai?!”

“Tu sai la verità! E tutti la odiano per colpa tua!”

Alza un sopracciglio, sorpresa, poi i suoi tratti tornano gli stessi di sempre – altezzosi, vittoriosi, esplosivi. “Oh, Dominique, è ciò che si meritano quelle come te e lei” ribatte.

Se prima Dominique era un vulcano in eruzione, ora si trasforma nell’apocalisse – ha gli occhi infuocati di chi vorrebbe distruggere qualsiasi cosa. Non mi era mai capitato di vederla così, e scopro di voler indietreggiare, incapace di sostenere la situazione. Dominique alza furiosa la bacchetta e improvvisamente la sua ira aumenta, aumenta, aumenta. “Cruc...

Non lo sta davvero facendo. Sto sognando. Ora mi sveglio...

Io e qualcun altro urliamo insieme: “Expelliarmus!”, salvando la vita di Lily, la quale, bianca come un cadavere, indietreggia.

Afferro la bacchetta di Dominique, voltando lo sguardo su chi ha lanciato l’Incantesimo con me. James Sirius Potter.

Questo, in qualche modo, non va a genio a Dominique. Lei, infatti, si avventa contro di lui. “Non ti devi permettere di togliermi la bacchetta dalle mani, bastardo!”

James è livido. Si passa una mano tra i capelli corvini e sbatte gli occhi scurissimi. “Prego?”

“Grazie, Jamie” squittisce Lily, meno pallida, ma sempre spaventata.

“Stavi per ammazzare mia sorella, Dominique!” scatta, stringendo Lily in un abbraccio. O la smette di fare la vittima o, sul serio, intervengo anch’io.

“Grazie tante, avrei fatto bene” borbotta. “Lei ti sta nascondendo la verità, Potter! Infida sguattera...”

Ha sul serio detto sguattera?

A peggiorare la situazione, sempre se ciò sia possibile, è una figura stoica e imperturbabile che si fa strada fra noi. Lysander, alla vista del fratello, scuote la testa preparandosi a incassare il colpo. Lorcan osserva tutti noi, un sorriso storto dipinto sulle labbra, e si sofferma qualche attimo in più sul mio viso. Dopodiché, come se fosse la cosa più naturale del mondo, suggerisce: “È ora di smetterla con tutto questo casino. Avete ancora una reputazione da mantenere, dopotutto. Volete essere spodestati dal vertice della piramide, ragazzi?”

“Giuro che se avessi la mia bacchetta, ti lancerei un Avada Kedavra” annuncia Dominique, serrando gli occhi celesti verso Lorcan. Sono tentata di passargliela, ma poi andrebbe ad Azkaban e non la potrei più vedere.

“Mia cara Veela, sarai anche coraggiosa per aver difeso l’onore della tua amichetta, ma i tuoi atteggiamenti violenti mi ricordano molto gente come Voldemort” sorride Lorcan, e questa volta sono tentata di fargli io un Avada Kedavra. Si scompiglia ad arte i capelli biondo sporco e, incapace di darsi un freno, continua: “Dai, su, siete cugini! Sarà mai così difficile fare pace?”

“Sta’ zitto!” Roxanne, improvvisamente apparsa accanto a me, si scatena. “Sul serio, Lorcan, sta’ zitto o giuro che parlo e dico tutto!”

Riuniti in un cerchio informe, siamo tutti noi cugini – Lily, James, Albus, Dominique, Louis, Fred, Roxanne, Lucy, Hugo, io –, i gemelli Scamandro e, nascosto un po’ più in là, sotto l’ombra di una quercia, Malfoy. Roxanne, sganciando la bomba, ha come dato il permesso a tutti gli altri di dare la propria opinione.

Ed è con mia grande delusione, ma assoluta certezza, che Hugo muove un passo verso Lily. “Smettila di farla soffrire, Rose.”

Ognuno di loro si gira verso di me, aspettando una risposta. Vorrei essere ragionevole e farlo riflettere, ma in quel momento mi si annebbia la vista e, da perfetta Weasley, divampo. “Non permetterti di dire cosa devo o non devo fare! Sono tua sorella maggiore!”

Devo apparire sinceramente ridicola. Hugo, il mio fratellino Grifondoro, indietreggia. Sento la tristezza che sale e si riversa, sento di non sopportarlo più. Perché preferisce Lily? Da quando, esattamente, la sua migliore amica è più importante di sua sorella? Gli ho sempre regalato le mie Api Frizzole, l’ho aiutato ad ambientarsi ad Hogwarts quando era solo un bambino, gli ho dato ripetizioni di Pozioni quando mamma, in vista del suo primo Scadente, era andata in escandescenze. E ora tutte queste sciocchezze superficiali restano cosa sono sempre state: sciocchezze superficiali. Lucy, colpita dalla mia reazione, mormora: “Forse ha ragione lui.”

Lucy e Hugo, cugina e fratello, contro di me. E Lily, naturalmente. E James, Albus, Louis... Si fa prima a contare chi sta dalla mia parte, piuttosto di chi non ci sta.

“Bene!” urlo, incapace di controllarmi. “Ha ragione lui! Ha ragione Lily! Evviva! Sono una stronza traditrice che ha fatto sesso con Malfoy! Non rivolgete la parola a Rose La Puttana, mi raccomando! Ma sì, riuniamoci tra noi cugini, odiamola insieme, chissà che capirà che ha sbagliato, che è una stronza…”

“Rose, basta” è Lysander a poggiarmi una mano sul braccio, a tentare di calmarmi. Respiro a fondo. Mi accorgo delle occhiate allibite che si scambiano alcuni, ma la maggior parte di loro china lo sguardo a terra, abbattuto.

Lily, scioccata, fa segno al suo ragazzo di raggiungerla. Malfoy, per tutta risposta, scuote la testa e se ne va.

 

*

 

Non c’è niente di più umiliante che l’essere pubblicamente e apertamente denigrata dalla tua stessa famiglia, fratello minore compreso.

Non c’è niente di più umiliante che ripensare agli anni in cui eri tu a dirigere i Potter-Weasley, ad essere ammirata, rispettata come una leader.

Non c’è niente di più umiliante che rendersi conto che oramai Lily ha preso il tuo posto e non c’è nulla che tu possa fare per azzerare le cose.

E, soprattutto, non c’è niente di più umiliante che realizzare di non conoscere più nessuno di loro veramente, a partire da chi credevi essere il tuo migliore amico e alleato.

Guardo la bacchetta che stringo tra le mie mani e si fa strada in me una constatazione sarcastica. La magia può risolvere tutto, così credono i babbani. Forse potrei cancellare la memoria a tutti loro, ma non penso servirebbe realmente a qualcosa – e, soprattutto, lanciare un Oblivion a tutti è un’impresa impossibile.

“E così la regina è stata spodestata dal trono.”

Scamandro mi fissa dall’alto, in attesa che io sollevi la testa per degnarlo di qualche attenzione.

Sono seduta sul pavimento di un anonimo corridoio di Hogwarts, la fronte schiacciata contro le ginocchia, inghiottita dal mio turbinio di pensieri. Quando incrocio il suo sguardo, mi sorprende constatare che non è curioso e soddisfatto come al solito, ma quasi apprensivo.

“Perché non mi lasci in pace, Scamandro?”

Lui interpreta sconsideratamente la mia domanda come un invito a restare, quindi si siede accanto a me, la schiena addossata contro la parete. “Che vuoi farci? Ho sempre avuto un debole per le persone vulnerabili e fallite.”

Mi volto di scatto, afferrandolo per il colletto della camicia linda e stirata e portandomi a qualche millimetro di distanza dal suo viso. “Io non sono come dici.” Sibilo. “Tu non mi conosci affatto, non mi hai mai conosciuta. Sono sempre stata un passo avanti a te, Scamandro, e prima o poi scoprirò cos’hai in mente e ti distruggerò.”

“Perché ogni volta che ti incazzi con me sembra che tu abbia una voglia matta di togliermi i vestiti, Rosie?” ribatte lui, deformando la bocca in un riso sardonico.

Regalo un ultimo strattone al suo colletto, facendo saltare un bottone della sua camicia, che finisce sul terreno con un tonfo sordo. Poi ristabilisco la distanza di sicurezza, scansandomi con disgusto. È così pieno di sé da fare schifo. “Continua a sognare, Scamandro.”

Si morde il labbro inferiore e solleva un angolo della bocca, imitando il sorriso sghembo di cui tutte le ragazze di Hogwarts sono innamorate. Io, per tutta risposta, mi alzo in piedi intenta ad andarmene. Lui mi imita: misura il suo passo al mio, si dispone al mio fianco, pronto a protrarre quella tortura.

“Che fai? La smetti di seguirmi?”

“Scusami tanto se sto andando a cena come stai facendo tu.” Ribatte, sarcastico. “Spero di non dover assistere alla sceneggiata patetica di stamattina. A che tavolo ti siederai oggi, ingenua Rosie? Chi cercherai disperatamente di riavere dalla tua parte?”

“Sei un’insensibile” è tutto ciò che esce dalla mia bocca, senza intenzione di insultarlo come sempre: ora, sono semplicemente sincera. “Mi rendo conto che tu non sappia cosa vuol dire avere degli amici, ma Albus mi manca. E sono cazzi miei se cerco di riavere la sua amicizia. Anche a costo di sembrare patetica.”

Nei suoi occhi appare un barlume di sorpresa, frettolosamente rimpiazzato dalla usuale ironia pungente: “Potter ti muore dietro, Rosie… sta solo recitando. Ti facevo più sveglia, sai?”

“Che cosa significa?”

“Che sarai anche stata spodestata dal trono, ma i servi di Lily non sono così fedeli come sembrano.” Enuncia, enigmatico, facendomi l’occhiolino. “E ora perdonami, ma non vorrei che i miei compagni mi vedessero favoreggiare per il nemico. A differenza tua, ho ancora una reputazione, io.”

Dopo avermi superata, Lorcan raggiunge il suo posto accanto al gemello, chinandosi per sussurrargli qualcosa all’orecchio.

Lancio un’occhiata a Lily e ai suoi scagnozzi-cugini, con una domanda tacita a tormentarmi.

Chi è che non è così fedele come sembra?

Chi è che sta fingendo?

E, soprattutto, perché?

Senza Dom a farmi compagnia a tavola, mi sento ancora più smarrita e sola – è stata trascinata nell’ufficio della McGrannitt d’urgenza: per fortuna, non è stata beccata mentre tentava di ammazzare Lily, ma in camera di un Tassorosso ad orari poco opportuni e completamente senza vestiti. Non sono preoccupata per lei, dato che se la cava sempre in queste occasioni.

Nessuno mi rivolge la parola, nemmeno per pietà, e io mi sento sempre più imbarazzata ogni secondo che passa. Osservo il cibo che ho sul piatto, scostandolo appena, e capto le conversazioni dei miei compagni di Casa, tutti eccitatissimi per la partita. C’è chi si pregusta la vittoria, chi è convinto che la faremo pagare ai Serpeverde, chi sta già facendo i complimenti a James per quando afferrerà il Boccino… mi rendo conto di quanto ciechi e ingenui siano loro tutti. Se prendessi parola, risulterei l’unica nota stonante in quell’armonia di voci: l’unica che dubita della nostra vittoria, l’unica ad aver notato quanto la nostra squadra sia sì brava, ma non allo stesso livello dei Serpeverde – da quando Nott ha preso in mano le redini della situazione, diventando Capitano della squadra, si sono trasformati in avversari imbattibili.

È per questo che, durante l’allenamento notturno improvvisato dopo cena, mi sfinisco, spingendomi oltre i miei limiti. Non posso permettere che la squadra perda alla partita di sabato, non posso permettere di umiliarmi ulteriormente di fronte alla scuola, per quanto alcuni potrebbero credere che ormai ci sono abituata.

Durante l’allenamento, cerco di cancellare dalla mente tutti i bisbigli di oggi, diventati sempre più spudorati: si mormora che io e Malfoy abbiamo una tresca amorosa, ora. Perlomeno, ho smesso di essere l’unica colpevole, dato che le diffidenze si sono estese anche nei confronti di Scorpius.

Anche se, a pensarci bene, le diffidenze nei suoi confronti sono sempre state ben presenti e accese fin dal Primo Anno. Malfoy non è certo Mr. Popolarità, anzi, tutti lo etichettano come il Mangiamorte da evitare a ogni costo. La verità è che la nostra generazione ha ereditato e perpetuato i giudizi dei propri genitori, dividendo ancora una volta il mondo in brava gente e Mangiamorte, identificati esclusivamente dal cognome che avevano cucito addosso.

Per questo motivo, noi Potter-Weasley siamo stati posti sopra una sorta di altarino da chiunque. Rappresentiamo l’emblema della “brava gente”, siamo il miracolo vivente della salvezza.

Al contrario, chi, in guerra, si è schierato nell’esercito avversario, ha generato dei figli su cui si ripercuotono gli effetti collaterali.

Scaglio la Pluffa con quanta più forza mi è possibile contro la porta, riuscendo a fare punto. Ho il fiato corto, sono sudata e stremata, e ci vedo doppio. James, dal basso, urla: “È arrivato il momento di una pausa, ragazzi!”

Accogliamo la sua concessione come un miracolo divino e ci precipitiamo sul terreno per bere un po’ d’acqua e riprenderci. Mi posiziono distante dagli altri, distesa sull’erba ancora bagnata dalla pioggia di oggi pomeriggio, e cerco di riprendere fiato.

“Rose, tieni.”

Socchiudo gli occhi alla vista di un James Potter che agita nella mia direzione uno dei suoi shake miracolosi, che conserva con gelosia e non regala mai a nessuno – sono frutto dei suoi attenti miscugli di Pozioni, creati di nascosto durante le lezioni.

“Grazie” dico, afferrandolo e fingendo di non essere stranita. Trangugio la bevanda amara sperando mi passi la tachicardia. Dopo un paio di sorsi, per fortuna, inizio a sentirmi meglio.

Mio cugino ha lo sguardo distante, come per chiarire che quel suo gesto gentile non significa nulla, che non devo illudermi. Lo osservo di sfuggita, i muscoli in tensione e la mascella contratta, neanche l’ombra del solito sorriso a colorargli il volto. “Sei stata brava anche stasera, ma non devi sforzarti troppo.”

Mi pizzicano gli occhi e devo girarmi dall’altra parte, per evitare che mi veda in questo stato. Nonostante tutto quello che è successo, è il solito, premuroso James. È innegabile, tuttavia, che qualcosa è cambiato e che il nostro rapporto si è rotto, forse per sempre.

È raro che James lasci avvicinare qualcuno, solo pochi sono riusciti ad abbattere le forti mura che si è costruito attorno al cuore, e pensare che un giorno ero una di questi, mentre ora non so neanche cosa stia provando, mi distrugge.

Dove prima c’era fraternità, scherzi, giochi, complicità, ora c’è solo freddezza.

Punto lo sguardo verso il cielo puntellato di stelle e, prima che possa impedirlo, esclamo con voce da bambina: “James, guarda!”

Finalmente, sorride. Un sorriso che gli prende gli occhi caramello bruciato e lo allontana, per qualche attimo, dalla cruda realtà. “Cassiopea.”

La vista della costellazione mi riporta a tutte quelle innumerevoli serate estive trascorse con James, stesi sul tetto della Tana a osservare il cielo e a declamare quali fossero le stelle più belle – e avevamo concordato, insieme, che Cassiopea era la nostra preferita. Anche durante l’anno a Hogwarts, per organizzare scherzi spesso ci incontravamo alla Torre di Astronomia, soffermandoci spesso a discutere sulla volta celeste.

Ci accomunava la passione per le stelle, passione che nessun’altro in famiglia aveva così accesa.

Adesso, forse, è l’unica cosa a tenerci flebilmente uniti. Mezzo secondo dopo, tuttavia, il sorriso di James è cancellato e sostituito da un’espressione dura: “È ora di tornare a giocare.”

L’ho perso veramente.

Li ho persi tutti.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice

Per favore, non ditemi che sono l’unica ad adorare infinitamente la nostra e aggressiva Domi!

Che ne pensate dello scambio di battute tra Lorcan e Rose? E soprattutto, perché lui si ostina a torturarla?

E James tornerà mai lo stesso di prima?

Un abbraccio,

Giulia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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