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Autore: Isidar27    27/08/2019    3 recensioni
"...ma Loki adesso era lì con lui, niente sbarre a dividerli e una possibilità per entrambi di un futuro insieme… ora i giochi erano fatti e non restava che vedere cosa sarebbe successo". Immaginario post The Avengers (2012). Dopo la battaglia di NY Thor riporta Loki su Asgard perché venga giudicato per le sue azioni. Temendo però di perderlo nuovamente è il Dio del Tuono a proporre ad Odino una punizione per il fratello. Così Loki viene esiliato senza poteri sulla Terra e con lui deve esserci anche Thor per tenerlo sotto controllo. Col passare del tempo il legame tra i due tornerà a saldarsi andando ben oltre l'antico amore fraterno. Infatti nascerà (letteralmente) qualcosa di più importante che spingerà i due a lasciare da parte le ambizioni sul trono per una storia destinata a durare nel tempo.
Un tuffo nel passato con una Thorki senza troppe pretese per tutti coloro che come me amano questi due personaggi! Buona lettura!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Libri, magia e una fetta di torta!

« IO LO DISTRUGGO! LO INFILZO COL SUO ELMO CORNUTO!»

« Tony ti prego cerca di stare calmo.»

« Calmo Cap?! Calmo?! Sono stato calmo quando ho trovato il mio frigo bar assalito e mezzo svuotato, sono stato calmo quando una costosa bottiglia di champagne è scomparsa dalle mie riserve sulla nave, ma che tocchi le mie attrezzature…. Non accetto in nessuna maniera che tocchi le mie attrezzature!»« Ma scusa non sapeva come tenersi impegnato. Sono due mesi che è rilegato in casa non puoi pretendere che non cerchi un qualche svago alternativo al battibeccare con te.»

« Sei impazzito per caso? Ah no aspetta. Sicuramente ha fatto il lavaggio del cervello anche a te come a Legolas!»

« Ora stai esagerando!»

« No non è vero e comunque ti preoccupa il suo svago?! Glielo do io lo svago!»

E così dicendo si diresse con la stessa foga di un toro infuriato direttamente nella stanza di Loki. Intanto, seduto alla scrivania, il dio moro era concentrato su un volume pieno di rune antiche e  non sembrava divertirsi particolarmente finché la porta non si aprì di colpo sbattendo.

« Ho qualcosa da dirti diva dei mie stivali!»

« Stark non lo sai che è maleducazione entrare nelle stanze altrui senza chiedere permesso?!»

« E nessuno ti ha mai detto che è istigazione all’omicidio entrare nei laboratori altrui e toccare cose che non sono tue?!»

« Ho preso solo qualche attrezzo e poi l’ho rimesso a posto, nemmeno te ne saresti accorto se Jarvis non te lo avesse riferito» disse sfogliando distrattamente il libro che aveva davanti.

« Bene visto che ambisci tanto a tenerti occupato ti darò io qualcosa da fare per renderti utile e sarà fuori da questa torre.»

« Ancora con questa storia? Non posso uscire da questo posto.»

« E invece uscirai!»

« Ti ricordo che sei stato tu a dire che era troppo presto per farmi vedere in giro!»

« Si certo!» rispose l’altro angelicamente «due mesi fa! È ora che ti dia una mossa e fai la tua parte in questo posto. Persino tuo fratello si è trovato un lavoro per rendersi utile e non poltrire tutto il giorno!»

« Ma se lavora in quella caffetteria da appena tre settimane e a te sta bene solo perché ti offre tutti i caffè che vuoi!»

« Già e sai una cosa, tutto quel caffè mi ha aiutato a pensare e so esattamente cosa puoi fare per me! Ecco a te!»

E gli porse un bigliettino ripiegato su sé stesso.

« Uova, latte…ma è la lista della spesa? E queste cosa sarebbero? Commissioni? Ma per chi mi hai preso, per un servo forse?!»

« Da noi si chiamano colf per tua conoscenza, ma scegli pure il termine che più ti aggrada. È  ora che la smetti di fare vacanza e se non ci pensa Thor ci penserò io a tenerti occupato! Adesso muoviti, Cap ha bisogno degli ingredienti per cucinare una torta al cioccolato» e uscì ricacciando Steve fuori con lui e sbattendo la porta.

« Quale torta al cioccolato scusa?» chiese Cap un po’ confuso.

« Ovviamente quella che cucinerai stasera per me. Ho bisogno di endorfine ergo mi serve una torta per scaricare lo stress.»

Poco dopo per le strade di NY Loki rileggeva la lista delle cose da fare sbuffando. Il cielo si stava rannuvolando e tirava vento. Era una giornata poco piacevole da passare all’aperto.
“Maledetto Stark! Chiedere di fare delle commissioni a me! Avrei dovuto scaraventarlo giù da quella torre prima che facesse mettere i vetri nuovi! Sono a prova di Hulk adesso”.
Mentre faceva queste riflessioni passò accanto ad un edificio completamente distrutto. Su ciò che era rimasto del marciapiede c’erano mazzi di fiori e candele. A giudicare dalle macerie Loki pensò che fosse uno dei palazzi distrutti durante la battaglia di qualche mese prima.
Quel quartiere era pieno di palazzi ridotti in macerie o in ricostruzione e se le strade erano sgombre, la città portava ancora i segni della lotta.
Poco più avanti trovò una scena simile alla precedente; su un cancello erano esposte foto di persone e proprio sotto di esse vi erano delle candele. “Devono essere rimasti vittima dell’attacco”.
Vide quei volti, quelle vite che erano state cancellate a causa sua. Uno strano groppo gli salì alla gola. “Tutte quelle persone…”. Scosse la testa cercando di  scacciare quel pensiero, ma una certa irrequietudine si era come impossessata di lui.
“Ho bisogno di non pensarci.”
Gli serviva qualcosa per distrarsi. Ci pensò su un attimo e si incamminò verso la caffetteria in cui lavorava Thor.

Fino ad allora non aveva mai messo piede in quel locale; era un posticino piccolo, ma confortevole con grandi finestre, piante appese al soffitto e qualche scaffale a mo’ di libreria sulle pareti in mattoncini.
Dietro al bancone tutto sorridente e intento a versare del caffè ad una signora sulla cinquantina che lo guardava rapita c’era Thor: sembrava un enorme orsetto di peluche.
Non appena vide l’altro, il suo viso si illuminò; era la prima volta che andava a fargli visita a lavoro nonostante lo avesse pregato più e più volte di andarlo a trovare.

« Loki che ci fai qui?»

« Ciao Thor!»

« Ma che ci fai fuori di casa? Tony lo sa?!»

« Oh lo sa bene credimi, mi ha fatto uscire lui. Aveva bisogno che gli facessi delle commissioni.»

« Beh sono contento che tu sia uscito un po’. Stando sempre in quella stanza rischi di ammuffire.»

Ad un’occhiataccia storta dell’altro si affrettò a rimediare « Cosa ti porto?»

« Qualcosa di dolce. Molto dolce! Ne ho proprio bisogno.»

« Ci penso io.» 

Mentre il fratello era tutto impegnato per lui, Loki si guardò intorno. Il posto era davvero carino doveva riconoscerlo; il minore però non poté fare a meno di notare come l’altra cameriera del locale, una ragazza mora con i capelli raccolti in una coda di cavallo e non molto alta, guardava rapita nella direzione di suo fratello.
La cosa gli diede un po’ fastidio “Che smorfiosa. Che possibilità pensa di avere con …” NO! Che andava a pensare?! Thor intanto gli porse un milkshake al cioccolato con della panna e degli zuccherini a forma di cuoricino. 

« Ehm grazie!»

« Allora ne avrai per molto con le commissioni?»

« Beh devo fare la spesa, passare in tintoria e poi c’è questo ferra-qualcosa dove devo prendere della vernice che Tony vuole per una sua armatura…direi che un paio d’ore non me le toglie nessuno.»

« Se dopo non sei troppo stanco che ne dici di portare le cose a Tony e tornare qui? Stacco il turno alle 17.00 e possiamo andare a fare un giro insieme.»

« E perché mi dovrebbe interessare?»

« Perché vorrei portarti in un posto» disse l’altro con un sorriso.

« E dove se posso chiedere?»

« Lo vedrai solo se ritorni da me più tardi.»

Loki stette un po’ lì, poi fece spallucce.

« Vedremo.» Disse mentre se ne andava col suo milkshake. 

« Lo prendo per un forse?»

« Ah e grazie per la merenda.» 

« Ma veramente io …accidenti …allora ti aspetto?!»

Ma l’altro era già fuori della porta e si era messo in marcia.
Si sentiva meglio doveva ammetterlo, chissà come aveva fatto Thor a capire subito cosa gli serviva. Ma in fondo non era la prima volta che ci riusciva.  E dove voleva portarlo?
“Probabilmente sarà qualcosa di banale e scontato come solo la mente di Thor può elaborare, ma  sono un po’ curioso…e poi se resto alla Tower Tony mi darà di certo altre cose da fare…”
Iniziò le commissioni. Ebbe qualche difficoltà al supermercato; molte cose non sapeva nemmeno cosa fossero e per pagare Tony gli aveva dato una strana tesserina che doveva contenere dei soldi, ma come facesse proprio non se lo spiegava.
Finite le commissioni e portato il tutto alla Tower, Loki si fece trovare alle 17.05 fuori dalla caffetteria. Vide Thor uscire da lì con la cameriera di poche ore prima e scherzarci insieme, cosa che un po’ lo infastidì. 

« Loki sei venuto!»

« Si allora…» disse aggrappandosi al braccio del fratello e trascinandolo via prima che avesse il tempo di salutare la ragazza « dove devi portarmi di così interessante?»

« Lo vedrai» e strinse un po’ di più il braccio di Loki col suo. 

« Eddai dimmelo!»

« No, ti basti sapere che ne varrà la pena»

« Sei sicuro di te e la cosa non mi piace»

Ma l’altro non aggiunse altro.
Camminarono per dieci minuti buoni fino a che non raggiunsero un vicoletto davvero particolare. Non sembrava nemmeno di stare a NY: sul lato sinistro c’era una sala da tè con magnifiche torte esposte alla finestre e sull’altro lato un fioraio che aveva per strada dei fiori colorati e profumati. Proprio in fondo al vicolo c’era quella che una volta doveva essere stata un’officina o una qualche piccola fabbrica.
Il tetto era leggermente spiovente e c’erano due grandi vetrate come finestre. In mezzo a queste una porta in ferro blu. L’insegna sull’ingresso recitava “Fergusson&Steven”.
Thor accelerò il passo in quella direzione.
Accanto alla porta vi era una targa “Mr.J&Mrs.S fabbricanti di sogni, fondatori di dinastie dell’immaginario e poeti della fantasia”.
Loki rimase un po’ confuso da quella scritta, ma quando entrò in quella specie di fabbrica, con grande meraviglia, capì che era una libreria.
Come nella caffetteria le pareti erano in mattoni e c’erano mobili intagliati in legno di quercia e ciliegio, di certo opera di alta falegnameria; ma quello che colpì soprattutto l’attenzione di Loki furono i libri, montagne e montagne di libri.
Non c’era nessuno se non un buffo ometto coi capelli bianchi, il sorriso gentile e un paio di occhiali enormi che armeggiava dietro il bancone. Appena li vide sfoggiò un sorrisone.

« Ehilà Thor!»

« Salve Mr. J.»

« Caro ragazzo a cosa devo la tua visita?»

« Non l’abbiamo vista a pranzo oggi e Marcus si è preoccupato che fosse immerso nel lavoro e  così.»

« Ah quel ragazzo teme che mi dimentichi di mangiare» un attimo dopo però il suo stomaco brontolò « e in effetti ha ragione. Cosa mi hai portato?» 

« Torta di carote.»

« L’ha fatta Trudy spero? Quella ragazza fa un’ottima torta di carote, parola mia! »

« Proprio quella!»

« Ah se non pensaste voi a questo vecchio rincitrullito non so cosa farei! E chi è questo distinto signore che ti accompagna oggi?»

Loki d’istinto si guardò i vestiti vergognandosi un po’. Aveva un cappotto nero addosso, ma sotto era visibile una t-shirt verde molto larga, jeans neri stretti e scarpe da ginnastica bianche. Non era da lui andare in giro così, ma la pigrizia aveva preso il sopravvento su tutto in quegli ultimi mesi.

« Lui è mio fratello Loki.»

« Molto piacere signor Loki. Sono Jay Fergusson ma tutti mi chiamano Mr.J.»

« Molto lieto» si presentò Loki.

Il moro si guardò meglio intorno; era affascinato da quel posto e questo non sfuggì al suo interlocutore e al fratello. 

« Bene Mr.J. allora la lasciamo al suo lavoro.»

« Ma come Thor vuoi già andar via?» fece Loki un po’ deluso.

« Perché? Ti va di fermarti un po’?»

« State pure ragazzi miei non mi siete di alcun disturbo io intanto provvedo ad occuparmi di far sparire la torta in un luogo sicuro» fece con una strizzata d’occhio. 

Non aveva finito di dirlo che Loki sei era già buttato su una pila di libri accanto alla finestra e ne sfogliava rapito il contenuto. Quanto gli era mancato l’odore di un posto pieno di libri!
Prima di partire per l’esilio la madre gli aveva dato qualche volume da portare con sé, ma da quando era a NY li aveva letti tutti almeno tre volte. Così Thor aveva iniziato a portargli qualche lettura di Midgard, ma per quanto ci provasse il fratello non indovinava mai i suoi gusti e lui divorava anche quei pochi volumi in un batter d’occhio. Thor guardava il fratello sorridendo e attese paziente che avesse finito.
Circa un’ora dopo i due lasciarono il negozio con una borsa piena di libri che Loki aveva detto essere assolutamente fondamentali per sopravvivere un altro minuto di più in casa di Stark.
Mr.J. non aveva voluto neanche un soldo: glieli prestava volentieri.
Mentre tornavano alla Tower, Loki era decisamente al settimo cielo. 

« Allora non mi dici nulla?»

« Su cosa?»

« Ti ho stupito o no?»

« Direi che hai fatto centro Thor, per una volta te lo riconosco.»

« Sono contento» rispose il biondo poi abbassò lo sguardo « Ehm Loki, avevo portato qualcosa anche a te» e gli porse un sacchetto bianco. Loki lo aprì e vi trovò dentro dei cookies con gocce di cioccolato.

« Thor! Grazie…aspetta! Me li hai regalati perché sono un avanzo di quelli non venduti?»

« NO! Uffa volevo solo essere gentile»

« Eddai scherzavo.» E gli porse un biscotto «Facciamo a metà? Sono così grandi.»

Thor ne afferrò un lato sorridendo.

« Come mai conosci Mr.J.? È un cliente della caffetteria?»

« Diciamo un po’ e un po’. È il padre del proprietario.»

« Ah ecco perché tutti quei libri nel bar.»

« Esatto! Per il pranzo di solito passa a trovarci e ci racconta sempre un sacco di storie che ha letto sui suoi libri. È un ometto simpatico e molto gentile, ma a volte si dimentica di mangiare immerso com’è nei suoi testi, mi ricorda qualcuno.» E gli sorrise «Sai se la libreria ti è piaciuta, possiamo tornarci quando vuoi.»

« Sul serio?»

« Ma certo!»

Loki si fermò. I loro sguardi si incontrarono per un istante, istante in cui Thor sentì il cuore accelerare e una voglia tremenda di baciarlo. 

« Mi piacerebbe molto!» disse l’altro con un sorriso.

Poco dopo alla Tower…

« Hai fatto la spesa, hai comprato la vernice giusta, e non di un fucsia acceso come mi aspettavo avresti fatto per farmi dispetto, e non hai tentato di darti alla fuga questa volta.  Direi che come primo giorno da colf sei promosso!» 

« Simpatico Stark!»

« Questa è lista di domani.» E gli mise in mano un altro biglietto.

« Ancora?!»

« Perché hai di meglio da fare?»

« Sicuramente meglio che farti da cameriere »

« Del tipo? Gonfiarti la pancia dei MIEI biscotti spaparanzato sul MIO divano?!»

« O per l’amor del cielo potreste andare a battibeccare fuori di qui? Voglio cucinare in pace» intervenne un decisamente scocciato Steve Rogers già armato di stampi per dolci e grembiule. 

Loki sbuffando se ne andò dalla cucina, si diresse in camera e si buttò sul letto. 

« Va tutto bene?» chiese Thor uscendo dal bagno.

« Odio Stark! Mi ha davvero preso per la sua colf!»

« Colf? Ma che? Non importa...Sai com’è fatto Tony. Pensa che gli siamo tutti debitori in qualche modo.» Poi si guardò intorno osservando la camera. “Non che abbia tutti i torti”.

L’altro non parlava, era decisamente infastidito.
Dopo averlo visto solo poche ore prima felice e tranquillo, Thor decise che non voleva vederlo in quello stato.

« Perché non mi leggi un libro?»

« Come scusa?»

« Da piccoli quando venivi in camera mia la sera per non stare al buio da solo accendevamo una candela, ma tu non riuscivi comunque a dormire…allora io iniziavo a raccontarti delle storie»

« E non è che fossero questo granché.»

« Infatti lo riconosco…col tempo poi hai iniziato a leggermi i tuoi libri e ci addormentavamo insieme.»

« Thor eravamo piccoli.»

« Si ma…vorrei sentirti di nuovo leggere per me.»

Loki lo fissò un attimo, non voleva certo mettersi a fare il cantastorie al fratello. Però se non fosse stato per Thor quel pomeriggio sarebbe stato davvero pessimo… glielo doveva in fondo. Si alzò e andò a prendere un libro da quelli presi al negozio. 

« Vieni qua Dio del Tuono.» Gli fece cenno sedendosi sul letto.

Thor non se lo fece ripetere e si sdraiò accanto a lui. 

« Cosa vuoi sentire?»

« Quello che vuoi. Anzi lo so! Oggi Trudy, dopo il lavoro, doveva fare da baby-sitter alla nipotina e aveva un libro di una fiaba; parlava di una ragazza buona che vorrebbe conoscere un principe, ma le sorellastre e la matrigna non glielo permettono. Me ne stava parlando mentre uscivamo da lavoro.»

Improvvisamente a Loki tornò in mente la cameriera che aveva visto alla caffetteria e Mr.J. aveva parlato di una certa Trudy. Doveva essere lei. 

« Thor?»

« Si?»

« Ti trovi bene a lavoro?»

« Si! Certo siamo tre e a volte c’è davvero troppo da fare. Ma i colleghi sono carini e i clienti simpatici. Ne vale la pena.»

« In che senso carini?»

« Nel senso che sono persone gentili e piacevoli.»

« Ah ecco»

« E non si indispettiscono se non li saluti perché qualcuno ti trascina via di colpo.»

L’altro arrossì leggermente.

« Intendi quella ragazza? Com’è che si chiama?»

« Trudy.»

“Ecco lo sapevo è quella smorfiosa” pensò il moro. 

« Non mi sembra questa gran cosa. Tanto vi vedrete domani no? Avevi da fare con me oggi. Perchè?Ti spiace non averla salutata?»

Il biondo lo guardò un attimo. 

« Loki che c’è?» chiese indagatore.

« Che vuoi dire?» rispose senza guardarlo. 

Thor allora capì e abbozzò un sorriso.

« Sei forse geloso?»

« Geloso? Di una tipa che ti faceva gli occhi dolci? Perché dovrei esserlo?» Ma anche questa volta si era tradito. Aveva risposto troppo in fretta. 

« Occhi dolci a me?Credimi ti sbagli di grosso!»

« Guarda che l’ho vista oggi al bar! Guardava nella tua direzione» poi si fece un po’ serio» devi aver fatto proprio colpo per come ti guardava.»

Al che Thor non riuscì a trattenersi oltre e scoppiò a ridere!

« ahaha ahaha»

Loki iniziava ad innervosirsi.

« Che hai da ridire?»

« Ahah scusa! Ma vedi, Trudy non guardava me. Alle mie spalle c’è la postazione della cucina e lei beh…diciamo che ha un debole per Marcus che vi lavora. »

« Quello di cui parlava Mr.J.?»

« Si, vedi Marcus, che poi è il figlio di Mr.J., è il proprietario della caffetteria, ma è anche il pasticciere e si occupa dei pranzi. Lui e Trudy si stanno frequentando e le cose sembrano andare bene.»

Loki si sentì improvvisante sollevato e poi imbarazzato.

« Oh!» 

« Tranquillo fratellino se qualcuno mi facesse la corte saresti il primo a saperlo.»

« E perché scusa?!»

« Così avrei modo di vederti così. Adoro vederti geloso!»

« Sei terribile Thor! Adesso se vuoi scusarmi ho dei libri da leggere.»

« Ehi e la mia storia?»

« Non te la sei meritata!»

« Sei ingiusto! Io ti ho anche portato i biscotti!»

Ma l’altro faceva finta di niente. Si era esposto troppo e doveva riguadagnare i punti persi. E poi cos’era questa storia della gelosia? Lui non era affatto geloso.
Thor intanto, arresosi, si era disteso del tutto sul letto. Mentre guardava Loki leggere la sua mentre frullava “Possibile?” Si chiedeva. Avrebbe tanto voluto avere la risposta a quella domanda, ma un po’ la temeva…avrebbe aspettato ancora.
Lentamente chiuse gli occhi e scivolò nel mondo dei sogni. 

Quella settimana Loki continuò nel suo ruolo di colf-cameriere-servo di Stark, ma non senza trovarvi un risvolto a suo favore. Al mattino si svegliava per leggere un po’, poi usciva di casa e faceva le commissioni. Si fermava a pranzo da Thor. In quelle occasioni aveva conosciuto anche Marcus: era un giovane di 35 anni, capelli corti castani, occhi chiari e alto quasi come Thor. Era simpatico e gentile e faceva degli ottimi biscotti!
In caffetteria incontrava Mr.J. e insieme discutevano dei libri che aveva letto. Dopo rincasava per lasciare i vari acquisti e poi si recava alla libreria. Le ore passavano senza che nemmeno se ne accorgesse finché non arrivava Thor a prenderlo e insieme tornavano alla Tower.
Un pomeriggio di circa due settimane dopo, tempo in cui Loki sembrava aver preso fissa dimora alla libreria, qualcosa cambiò.

« Thor» disse vedendo il fratello prima del previsto « che ci fai qui? Sono solo 16.30!» 

« Oggi il locale era vuoto e Marcus ha voluto chiudere un po’ prima, ma non volevo disturbarti. Continua pure.»

« Non ci metterò molto.» Nemmeno si accorse che il biondo si avvicinava a Mr.J.

« Mr.J. posso chiederle una cosa?»

« Certo caro ragazzo chiedi pure.»

« In realtà sarebbe più un grosso favore…»

Mentre tornavano a casa Loki raccontava a Thor dei testi che Mr.J. aveva ricevuto quel giorno. Erano davvero tanti e lui non se l’era sentita di lasciarli sistemare tutti al proprietario, così gli aveva dato una mano. 

« Sembra piacerti davvero molto quella libreria.»

« Ma certo! È così particolare e Mr.J. è davvero simpatico. Sapevi che sa anche lavorare il legno e fa delle piccole sculture che poi vende per una cosa che si chiama “beneficienza”? È un ometto pieno di sorprese!»

Thor allora si fece un po’ di coraggio. 

« Senti Loki stavo pensando…»

« Tu che pensi Thor? E ti riesce?»

« Eddai!»

« Scusa scusa non ce l’ho fatta, dicevi?»

« Ti piacerebbe fare qualcosa di più che la colf per Stark?» L’altro lo guardava interrogativo. 

«Sai in questi giorni Marcus si lamentava sempre che suo padre ha troppo lavoro e sta invecchiando così ho parlato con Mr.J. È rimasto colpito da te e dal modo in cui ti prendi cura dei libri e ho pensato che magari poteva interessargli un aiutante…così gli ho proposto di assumerti.»

« E lui che ha detto?» chiese Loki improvvisamente emozionato. 

« Ha detto che ne sarebbe ben felice! Certo a patto che non gli controlli la mente e gli ordini di mettersi a fare la scimmia davanti alla sala da tè della signora Brown…» disse ridendo. 

« Prego?» fece Loki allarmato.

Il biondo allora sospirò.

« Vedi il giorno dopo che siamo andati da lui, è venuto in caffetteria e ha detto che gli sembravi un volto familiare. Poi è entrato Stark dicendo “Ciao Dio del Tuono!” così ha ricollegato il mio volto  alla battaglia di NY.»

“E ti pareva che Stark ne combinasse una giusta?!” Pensò il moro.

« Ha fatto due più due e si è ricordato di te e di quello che hai combinato qualche mese fa alla città.»

Il moro stava raggelando. 

« E io…gli ho confermato che eri tu.»

« THOR! Ma come hai potuto?»

« Che potevo fare?»

« Mentire forse?»

« Mi dispiace, ma tra noi due quello riesce bene solo a te!»

« A quanto pare perché tra noi due sono solo io quello che ha un cervello funzionante!On no, non va bene! Come faccio a passare inosservato se tu ricordi agli altri che sono tuo fratello ergo quello che ha quasi distrutto NY?! E poi con Mr.J. Che figuraccia! Non potrò più mettere piede in quella libreria!» Era in panico e visibilmente agitato. 

« Ehm Loki…cerca di calmarti. È successo due settimane fa.»

« E con questo?!»

« Mr.J. ha avuto modo di conoscerti e ha detto che non gli sembri proprio un poco di buono come sembravi il giorno dello scontro con gli Avengers. È stato felice quando gli ho proposto di farti lavorare per lui e mi ha risposto come ti ho detto.»

« Oh! Davvero ha detto così?» chiese calmandosi. 

« Della scimmia o che ne sarebbe felice?»

« Idiota! Mi vorrebbe davvero come aiutante?»

« Se tu lo vuoi.»

Loki ci pensò un po’ su.

« Direi che almeno avrò una scusa per dire a Stark che le sue commissioni può farsele finalmente da solo! Quando posso iniziare?!»

Le settimane passavano e Loki aveva iniziato a lavorare nella libreria. Era talmente soddisfatto del suo lavoro che si era anche dimenticato di tentare la fuga dagli Avengers.
Non che in precedenza non ci avesse provato. La prima volta era stata appena tornati dall’Italia sceso dal jet privato di Tony e troppo provato da tutte quelle ore di viaggio in compagnia del miliardario.
Tony aveva fatto predisporre l’atterraggio in una pista fuori NY e approfittando del buio e dell’essere privo di catene, si era sdoppiato e aveva tentato di correre verso il bosco fuori dall’aeroporto. Fatte poche centinaia di metri però, aveva sentito un “biiiip” e un istante dopo una scarica elettrica gli aveva fatto perdere i sensi.
Si era risvegliato in camera con Thor che lo guardava con rimprovero e delusione. Aveva dovuto farlo, si era detto, perché nel momento in cui lui e Thor si erano guardati negli occhi sulla nave aveva capito di star lentamente scivolando verso un punto di non ritorno, ma lui era il Dio degli Inganni non poteva lasciarsi andare per così poco.
Qualche settimana dopo ci aveva riprovato tentando una semplice fuga dalla Tower. Peccato che scese le scale si fosse ritrovato davanti Nat, la Vedova Nera che, avendo ancora un conticino in sospeso con lui per quanto fatto a Occhio di Falco, l’aveva trascinato da Thor a calci un attimo prima che Tony gli desse una nuova scarica.  
L’ultimo tentativo era stato entrare nel laboratorio di Stark e “prendere in prestito” un paio di attrezzi per cercare di estrarsi quel chip da solo, capendo presto che sarebbe stata un’operazione troppo complicata senza i suoi poteri.
Era accaduto il giorno prima che Thor lo portasse alla libreria di Mr.J; col senno di poi si riteneva quasi contento di non essere riuscito a liberasi. 

Era passato circa un mese da quando lavorava alla “Fergusson&Steven” e quel giorno Mr.J. fece il suo ingresso in negozio più esaltato che mai.

« Ci siamo ragazzo, ci siamo!!» disse entrando con una pila di scatole più alta di lui tra le mani.

Loki lo soccorse prontamente prima che gli cadessero tutte. 

« Di che parla signore?»

« Caro ragazzo è quel momento dell’anno.»

« Cioè?» chiese Loki confuso. 

« La notte delle festa d’autunno.»

L’altro lo guardava interrogativo.

« Devi sapere che circa cento anni fa i commercianti di questo vicolo non andavano per niente d’accordo. Poi, la notte dell’equinozio d’autunno, un povero vecchio venne ritrovato infreddolito e affamato in questo vicolo. I commercianti, che in fondo avevano buon cuore, accorsero per aiutarlo, ognuno a modo suo. Il vecchio li ringraziò e disse loro che se avessero continuato con l’aiutare il prossimo e fossero andati d’accordo gli uni con gli altri, le loro attività avrebbero prosperato. Poi era sparito in una folata di vento.»

Loki ascoltava il racconto affascinato e attento.

«E così i commercianti decisero di fare ogni anno una festa per ricordare questa storia e invitarono amici e parenti…alla fine divenne un’istituzione per stare insieme e divertirsi. La festa si ripropone ogni anno nella stessa data. E anche se le attività sono cambiate nel tempo, lo spirito di quella storia è rimasto vivo. Noi commercianti del vicolo teniamo aperto fino a tarda notte per celebrare l’inizio dell’autunno e ci sono luci e fiori di cui si occupa il signor Narciss, buon cibo cucinato da Miss Brown e intrattenimento con racconti e leggende dal nostro negozio. Di solito mio figlio Marcus si occupa dei clienti mentre io insceno battaglie coi burattini, faccio il cantastorie e creo piccole sculture.»

« Tutto da solo?»

« Si beh…ormai ho sviluppato una sorta di tabella oraria eheh e poi… » disse esaltandosi ancora di più « a mezzanotte miss Brown offre la sua ottima torta di zucca e si festeggia tutti insieme l’arrivo dell’autunno. Ah e ovviamente il guadagno della serata si dona ai meno fortunati. Allora che ne dici, ci stai?»

« Certo, ne sarò felice!». Fece Loki fra lo scettico e l’incuriosito. 

« Bravo ragazzo, questo è lo spirito. Allora per iniziare dobbiamo rimettere a nuovo questo posto, pulire i vetri, spazzare, scuotere i libri. Temo che ci metteremo un po’, ma ne varrà la pena. Mi ricordo una volta nel lontano…»

Loki intanto stava iniziando a svuotare il contenuto delle scatole. E dire che fino a pochi mesi prima aveva cercato di conquistare quella città e adesso si trovava ad aiutare quell’ometto ad organizzare una festa che addirittura, in un certo modo, la riuniva. 

« E poi quest’anno Marcus si occuperà di portare cioccolata calda e aiuterà Miss Brown a servire le torte e il tè quindi tu mi darai una mano coi clienti.»

« Come? Ma si con piacere!»

Era chiaro che si stava proprio rammollendo con tutta quella disponibilità, colpa di quel vecchietto! Ma se c’era Marcus magari sarebbe venuto anche Thor a distribuire dolci e vivande. “Potrebbe essere divertente passare la serata insieme così. Sono stufo di stare in camera a leggere mentre Thor russa.” Tutto sommato l’idea non gli dispiaceva granché!
Alle 17.30 Thor si affacciò come di consueto nel negozio. « Ehi sei pronto?»

« Si eccomi. A domani Mr.J.»

« State bene ragazzi!»

Thor gli porse in un bicchierone di carta. 

« Ti ho portato un tè caldo. Ti piacerà vedrai. É un tè bianco al profumo di mandarino.»

« L’odore è buono.» Il moro ne prese un sorso: era buono davvero! « Thor, Marcus ti ha accennato alla notte delle festa d’autunno?»

« Si ne parlava questa mattina»

« E tu ci sarai?»

« Beh dovrò aiutare lui e Trudy e poi ci sarai anche tu giusto?»

« Si sarò lì con Mr.J.»

« Non lo trovi strano? Intendo, partecipare ad una festività degli umani che non sia in nostro onore.»

« Già, ti ricordi quella volta che Odino ci ha portati in Norvegia?»

« Si eravamo piccoli, ma ricordo bene il falò, la musica, la carne che arrostiva nei bracieri e tutti che gridavano a gran voce il nome di nostro padre per avere la sua benevolenza senza sapere che eravamo proprio lì, solo invisibili alla loro vista.» 

« Io ricordo che ti sei divorato un cinghiale intero e avevi solo otto anni.»

« Volevo solo evitare che quel dono andasse sprecato!»

Entrambi sorrisero a quel ricordo. 

« Stavolta credo sarà un po’ diverso Thor e sinceramente… sono curioso.»

Arrivati alla Tower trovarono Steve intento a discutere animatamente con Tony.

« Dobbiamo andarci!»

« Non posso smuovermi per qualunque problema politico del mondo Cap!»

« Tony è nostro dovere»

« Che succede?»

« Succede che tra qualche giorno ci saranno delle elezioni politiche in Europa. I capi del paese dove si svolgeranno ci hanno chiesto di presiedere perché temono un qualche attacco terroristico. Dico ma siamo impazziti? Per chi mi hanno preso? Per una guardia del corpo a chiamata? Io sono Iron man!»

«Che c’è Stark sei offeso perché qualcuno ha compreso il tuo vero potenziale?» disse Loki sarcastico.

« Non ti rispondo nemmeno!»

« È quello che speravo. Thor io vado a fare una doccia.»

« Fai con calma, io resto un po’ qui. »

«Thor» lo chiamò Tony quando il moro aveva ormai lasciato la stanza «volevo informarti che se andremo…»

« Andremo!»

« “SE” andremo Cap, non ho ancora detto si! In ogni caso verrà con me anche Capitan Ghiacciolo perciò la Tower sarà in mano tua e del piccolo cervo. Conto su di te per tenerlo a bada! Dovremmo star via qualche giorno»

« Tranquillo e poi saremo impegnati con un evento; non staremo molto a casa.»

« Che tipo di evento?» chiese Steve.

« Una festa d’autunno che organizzano i negozi per cui lavoriamo.» 

« E tu ci vai con Loki?» chiese Tony malizioso.

« Beh….si, ma dobbiamo lavorare!»

« Certo, ma un evento così è un’ottima occasione.»

« Che intendi?»

« O andiamo Thor, credi che non lo abbiamo notato? Come lo guardi, come lo tratti, il sorriso ebete che metti sulla faccia quando lui arriva!»

« Tony…» lo riprese Steve.

« Che c’è? L’hai notato anche tu! Eddai Thor tu provi qualcosa per lui…e non è certo solo amore fraterno!».

Il dio biondo era arrossito di botto.

« Io…è che ..non-non so se per lui sia lo stesso.»

« Scoprilo! E quale momento migliore di una festa in cui Loki ad un certo punto si stuferà di tutte quelle formiche sorridenti e vorrà sicuramente ritirarsi da una parte per conto suo?!»

« Ma come faccio?»

« Potresti partire facendo qualcosa di carino.» 

« Per esempio?»

« Non lo so qualcosa che a lui possa piacere, che trovi interessante! E fallo a inizio serata così poi sarà più facile. Fidati di uno che di conquiste se ne intende.»

« Ok..ci-ci proverò» disse il dio biondo dirigendosi anche lui verso la camera da letto.

« Ah Thor! Sia chiaro: al mio ritorno voglio tutti i dettagli sulla serata. Sbaciucchiamenti compresi!»

« TONY!» Steve stavolta era esasperato.

« Che c’è?»

« Che sei un borioso playboy senza rispetto dei sentimenti altrui, ecco che c’è!» fece il Capitano e se ne andò verso la sua camera.

Stark guardò Thor cercando sostegno. « Ma che ho detto?!»

Quei giorni furono pieni di lavoro e senza che nemmeno se ne accorgessero arrivò il giorno della festa.
Era tutto pronto: il vicoletto era pieno di luci e fiori bellissimi.
Tra la sala da tè e la libreria, Marcus aveva allestito un banchetto in cui servire cioccolata calda e cookies.
Fuori dalla sala da tè, davanti alle finestre dove di solito venivano esposte le torte, c’erano dei tavolinetti turchesi con delle tovaglie ricamate color crema e piattini e forchettine.
Miss Brown aveva cucinato delle torte che avevano un aspetto delizioso e c’era del tè caldo che Trudy si stava occupando di servire ai primi partecipanti della serata da delle splendide teiere di porcellana.
Mancava solo Thor. Loki lo cercò con lo sguardo, ma non lo vide da nessuna parte e temette che all’ultimo avesse trovato di meglio da fare quella sera. “No, me lo avrebbe detto! Però non riesco proprio a vederlo”. Si sentì improvvisamente un po’ triste. 

« Perchè quella faccina?»

Sussultò sentendo quella voce. Il biondo era sbucato dal negozio di fiori con un enorme mazzo di tulipani arancioni, gialli e rossi. 

« Ah ci sei anche tu allora!» Fece cercando di sembrare indifferente alla sua presenza.

« Ma certo! Stavo aiutando il signor Narciss a portare questi fiori alla signora Brown così può metterli su quei tavoli. Ti piacciono?»

« Si sono…»

« Magnifici ragazzo mio! Davvero magnifici!» La signora Brown una donna sulla sessantina, paffuta e dal sorriso dolce gli andò in contro entusiasta e prese i fiori « Grazie Thor caro!»

« Si figuri miss Brown» disse consegnandoglieli «ehm Loki, questa è per te.» Gli disse e gli porse una rosa free spirit. 

Il moro restò un momento immobile e il suo tentativo di fare il sostenuto andò in fumo. Quella rosa era bellissima e aveva delle sfumature arancio e giallo. Sembrava anch’essa un piccolo capolavoro d’autunno.

« Oh Thor…»

« Ho pensato che potesse piacerti e  c-credo sia in tema con la serata…Loki va tutto bene?»

Loki stava guardando la rosa con gli occhi leggermente lucidi: era commosso da quel pensiero, ma non sapeva spiegarsi perché. 

« Si Thor va tutto bene» gli disse con un sorriso che l’altro ricambiò. 

« Allora qual è il piano della serata di Mr.J.?»

« Credo che volesse iniziare con…»

« Ehilà ragazzi» esordì un Mr.J. vestito come una sorta di folletto dei boschi. Indossava una camiciola bianca, delle bretelle rosse, dei pantaloni sul beige di stoffa morbida e molto larghi, che finivano dentro a dei calzettoni; poi scarpette a punta, una giacchetta marrone in velluto e un buffo berretto rosso che gli ricopriva le orecchie. Sembrava uscito da uno dei libri di fiabe del negozio. 

« Mr.J. come sta?»

« Mai sentito meglio ragazzi miei! Loki è tutto pronto?»

« Si tutto pronto e sotto controllo.»

«Eccellente ragazzo mio…bene se non vi dispiace ho un pubblico che mi attende» disse sistemandosi le bretelle e tutto impettito si diresse nel negozio.

La serata fu piacevole. Mr.J. inscenò una battaglia di burattini da lui scolpiti, poi costruì una sorta di tenda con colonne di libri e con un lenzuolo sopra dove grandi e piccoli si andarono a sedere per ascoltare ogni sorta di leggenda. Loki intanto serviva i clienti, ma ogni tanto gettava l’occhio fuori dalla libreria dov’era Thor che col suo sorriso gentile serviva i clienti. Non riusciva a smettere di pensare alla rosa di poco prima e a lui che era stato così dolce…“Concentrati!” Non doveva pensarci! 

Erano ormai le 23.30 e, dopo aver trasformato la libreria in un campo di battaglia, Mr.J. stava parlando con conoscenti e amici davanti alla sala da tè di Miss Brown. Thor entrò nel negozio ormai vuoto; come aveva detto Tony, Loki non si era unito alla folla fuoristante e stava pian piano facendo ordine. 

« Ehi!»

« Ehi» disse l’altro sollevando lo sguardo dal suo lavoro «avete finito le scorte di cioccolata e cookies?»

« No Marcus ne ha preparate per un esercito…ma mi mancava un cliente fondamentale e ho pensato che dovessi fare una pausa.» Gli porse una tazza di cartone con della cioccolata fumante, della panna e gli immancabili zuccherini a forma di cuoricino. 

« Grazie!»

« Allora come hai trovato questo evento mondano?»

« Non è male devo ammetterlo.»

« Come mai non sei fuori con gli altri?»

« Ho detto “non male” Thor non che mi sono completamente rimbambito…e poi guarda che disastro!»

«Ci puoi pensare domani no?» ma l’altro non demordeva « E va bene allora vuoi aspettare qui l’arrivo della mezzanotte?»

« Preferisco…e intanto metto a posto le colonne del “tempio delle leggende”.»

« Haha si quello è stato divertente, quell’uomo ha un enorme immaginazione.»

« Si questo posto è pieno di una sorta di...magia. Posso avvertirla intorno a me.»

« Sono contento. Speravo che questo posto ti facesse sentire un po’ a casa.»

Loki che fino ad allora aveva fatto finta di nulla, capì che non avrebbe resistito oltre. Finì di riporre un libro in uno scaffale, poi si fermò e sospirò.

« Thor per-per quanto sia estremamente imbarazzante e un po’ avvilente per me ammetterlo io…volevo ringraziarti.»

« Per la rosa? Ma io…»

« No, non per la rosa….per tutto questo.» disse serio, ma imbarazzato « Questo lavoro, una vita non dietro le sbarre, la possibilità di redimermi. Sono cose che non avrei mai fatto se fossi rimasto rinchiuso nelle segrete di Asgard. Invece da quando sono qui non ho più nemmeno avuto voglia di scappare. E per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sento bene! Quello che sto cercando di dirti è…che sono felice di quello che hai fatto per me.»

Thor aveva il cuore che batteva forte; era il momento di dire la verità.

« No, io… volevo farlo…»

« Che vuoi dire?»

« Loki è stato egoista da parte mia proporre a padre l’esilio. Avresti potuto rimanere in prigione, ma coi tuoi poteri. Qui invece…ne sei completamente privo da mesi.»

« Thor ti prego…»

« No lasciami finire. Ho fatto ciò che credevo ti avrebbe tenuto vicino a me perchè» gli si fece un po’ più vicino « per quello che provo per te…Loki io credo di…»

L’altro lo guardò con occhi sbarrati, anche il suo cuore aveva accelerato il ritmo; “Thor”.

Il biondo lo guardò un altro istante e il coraggio gli mancò di nuovo. 

« Scusa non volevo…»e abbassò lo sguardo. 

« Sei il solito idiota Thor! Non hai bisogno di scusarti perché» prese un respiro «perché la verità è che anche io provo qualcosa per te e credimi questo mi sconvolge…e ho paura.»

« Di cosa?»

« Di fare qualcosa di avventato e di solito, tra noi due, non sono io a fare cose avventate. Io ho sempre tutto sotto controllo, ma quello che provo per te… »si stava agitando « È sconvolgente!Non ha una logica so solo che lo provo e basta, ma non è da me! Non-non era calcolato che mi innamorassi di te!»
L’aveva detto. Alla fine era stato lui, il Dio dell’Inganno ad aver trovato il coraggio di essere onesto sui suoi sentimenti. Thor lo fissò un momento immobile, poi si avvicinò a lui. Le loro labbra pericolosamente vicine. Gli prese il volto tra le mani.

« Fortunatamente per entrambi, io adoro fare cose avventate.» E finalmente lo baciò. 

Fu un bacio intenso, ma delicato allo stesso tempo. Le loro labbra si cercavano dolcemente e quel contatto diceva tutto il non detto di anni, rompeva i muri di silenzio e raccontava di tutto l’amore che avevano taciuto fino ad allora. In quell’istante c’erano solo loro, le loro labbra ed i loro respiri. Non avevano mai provato niente di più bello. Era come se una magia potente stesse incantando i loro cuori, legandoli irrimediabilmente. Forse quella notte aveva davvero qualcosa di magico dopotutto.
Alla fine dovettero riprendere fiato e semplicemente….si sorrisero.

« Ho aspettato tanto di poterlo fare»

« Ed io che tu lo facessi.»

« Ehi!»

I loro sguardi erano persi l’uno negli occhi dell’altro. Si avvicinarono per un nuovo bacio, ma furono interrotti un attimo dopo. 

« Ragazziiii» La voce di Mr.J. li richiamò  «Coraggio è quasi mezzanotte! Correte fuori!»
I due si guardarono e si sorrisero poi, insieme, si diressero dagli altri. 

Arrivò la mezzanotte e tutti mangiarono insieme la torta di zucca di Miss Brown e bevvero tè e cioccolata calda. Le persone erano felici, i volti sorridenti. Trudy si avvicinò a Loki e gli porse una fetta di torta; ormai l’aveva conosciuta bene a forza di pranzi in caffetteria e battutine che i due facevano su Thor ed i suoi capelli perfetti; dopo tutto quella ragazza gli piaceva. Verso l’1.00 Thor gli si avvicinò. 

« Andiamo a casa?»

« Si, sono proprio stanco!»

Salutati tutti si diressero verso la Tower, le mani vicine a sfiorarsi appena. Una brezza autunnale si sollevò e li avvolse. Loki rabbrividì leggermente; Thor allora gli passò un braccio attorno al fianco e lo strinse a sé.

« Va meglio?»

« Adesso si!»

Tony e Steve alla fine erano partiti e si trovavano ancora in Europa. Quella sera alla Tower non c’era nessuno tranne loro due, che distrutti si diressero direttamente a dormire.
Una volta a letto Thor avvolse Loki nel suo abbraccio. L’altro lasciò che lo stringesse e gli si accoccolò contro.

« Thor?» fece Loki nel buio. 

« Si?»

« Credi che funzionerà?»

« Lo spero con tutto il mio cuore.»

Lentamente, cullati dai loro respiri, si addormentarono.

 

 

 

 

Note

Ciaooo a tutti!
Correggendo questo capitolo mi sono accorta che forse è un pochino lungo e sempre forse, ma dico forse, ad alto rischio di diabete tra tutte quelle torte, biscotti, bevande al cioccolato e occhi a cuoricino.
Ma vi annuncio che rimarremo su questo filone perciò preparatevi!
A tutti buona lettura e al prossimo capitolo =)

   
 
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