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Autore: Duvrangrgata    02/09/2019    1 recensioni
Enea lavora come tatuatore a Milano, ma il suo cuore apparterrà sempre a Firenze, la città dove è nato e cresciuto e da cui è scappato a soli diciotto anni, lasciandosi alle spalle l’unica famiglia che conoscesse.
Una telefonata inaspettata lo metterà davanti a una scelta: restare a Milano a vivere la nuova vita che si è faticosamente costruito oppure tornare a casa, dove i fantasmi del suo passato non hanno mai smesso di aspettare il suo ritorno.
VERSIONE REVISIONATA E ALLUNGATA DI "CERTI TATUAGGI FANNO MALE ANNI DOPO CHE LI HAI FATTI, MA PER QUELLO CHE RICORDANO", pubblicata su EFP nel 2013.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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VI

 

 

 

Due fotografie è tutto ciò che rimane

sul mio letto il vento le fa volare

la distanza che ci divide fa male anche a me

 

L'amore - Sonohra

 

 

Ci volle loro una settimana per pulire e rendere la casa dei nonni vivibile — nonostante fossero morti da tempo, entrambi continuavano a chiamarla in quel modo. Non avevano più affrontato l'argomento, entrambi troppo impegnati, ma nessuno dei due sembrava avere una chiara idea di cosa farne della villa. Nonostante la sua vita fosse a Milano, una parte di Enea era restia all'idea di vendere o affittare una casa che non era stata infettata dai brutti ricordi, che ancora conservava quella felicità che aveva caratterizzato la sua vita prima.

Alle volte era strano come si trovasse a pensare alla sua vita come divisa in due parti nette e ben distinte, entrambe caratterizzate da emozioni precise e opposte.

Prima: il periodo che andava dalla nascita ai quindici anni, quando ancora non aveva mostrato tutte quelle tendenze che sua madre condannava senza possibilità di appello e viveva una vita semplice e felice, circondato dall'amore della sua famiglia.

Dopo: dai quindici anni al presente, periodo che era stato per lo più dominato dalla rabbia e dai fantasmi che sembravano esserglisi attaccati addosso, impossibili da scrollare via. Certo, c'erano state molte soddisfazioni personali nel dopo — trovare casa e lavoro dopo il carcere, riuscire a guadagnare abbastanza soldi da mantenersi, vivere finalmente la sua sessualità alla luce del sole — ma erano stati macchiati dall'assenza di quell'amore di cui aveva sentito la mancanza come si sente quella di un arto brutalmente strappato via.

Non che non avesse gioito di quello che era riuscito ad ottenere, era un miracolo il genere di prospettiva che ottenevi dopo aver passato due anni chiuso in una cella, ma la mancanza di Elia e, tutto sommato, anche di Agata, aveva reso il tutto più amaro. Una parte di lui sapeva che, almeno per quanto riguardava sua madre, era meglio così. La donna non sarebbe mai stata capace di vedere oltre quella che per lei era una colpa imperdonabile e non avrebbe fatto altro che distruggere quel poco che Enea era riuscito a ricostruire.

O forse no.

Se c'era una cosa che la morte di sua madre gli aveva svelato, era che Agata era un mistero ed una contraddizione, entrambe racchiuse nella stessa persona. Non era stata in grado di accettarlo e aveva finito per costringerlo ad andarsene, senza mai cercare di recuperare il rapporto, eppure non lo aveva escluso dal testamento. Nonostante ci avesse pensato spesso, dal giorno della lettura del testamento, Enea si era rassegnato tempo prima al fatto che molte domande sarebbero rimaste senza risposta — anche se le avesse fatte a suo fratello.

Mentre svuotava la libreria, Enea afferrò la copia di Harry Potter e la Pietra Filosofale, sorridendo nostalgico. C'era un gioco, che lui ed Elia avevano sempre fatto fin da quando avevano imparato a scrivere: quando uno dei due leggeva un libro scriveva qualcosa ai margini - all'inizio cose semplici, anche solo i loro nomi, man mano che crescevano veri e propri commenti sulla trama, sui personaggi, o su qualsiasi cosa venisse loro in mente - e l'altro rispondeva, creando un botta e risposta che poteva trascinarsi anche per anni. Fece scorrere il dito sulle parole impresse sulla carta sgualcita dalle mille riletture, ridacchiando. All'improvviso, una foto scivolò fuori, cadendo sul pavimento a faccia in giù. Aggrottando le sopracciglia, Enea si chinò a raccoglierla, il respiro che gli si bloccava in gola una volta che incrociò gli occhi familiari della donna che non vedeva da sei anni.

Ricordava il giorno in cui avevano scattato quella foto, anche se, come con tutto ciò che riguardava sua madre, cercava di non pensarci. Era stato l'ultimo giorno dell'estate dei loro dieci anni, prima che tornassero in città. Era stata scattata sulla spiaggia a pochi passi dalla casa in cui si trovava ora, per la precisione sugli scogli. Agata era nel mezzo, Enea ed Elia ai suoi lati, e ai loro piedi una stella marina rossa. Sfiorò con le dita il sorriso spensierato che non ricordava di aver visto sul suo stesso viso se non negli ultimi giorni. Eccolo lì, il prima, intrappolato per sempre in quella foto da tempo dimenticata. Quel bambino non aveva idea di cosa lo aspettasse, ed Enea ne era equamente grato e geloso.

«Enea, hai visto il mio...»

Quando lo vide fermo di spalle, Elia gli si avvicinò in silenzio, spiando da sopra la sua spalla.

«Ma dove l'hai trovata?»

Senza distogliere lo sguardo dalla foto, Enea sollevò il libro.

«Qualcuno deve averla usata come segnalibro.»

La voce di Elia era cauta, quasi riuscisse a sentire che Enea era sull'orlo dell'abisso, e che una mossa falsa avrebbe potuto spingerli entrambi oltre il ciglio.

Enea gliela tese. «Mettila tra la roba da buttare.»

«Non ti sembra di esagerare? È solo una foto, se non la vuoi la prendo io.»

Elia si voltò di scatto. «Non è solo una foto, è l'ennesima bugia!»

«Ma di che parli?»

Enea gliela premette sul petto con tanta forza da sbilanciarlo. «Niente di quello raffigurato qui è vero. Se lo fosse stato, le cose sarebbero andate diversamente.»

Elia scosse la testa. «Lo so che è difficile da credere, dopo quello che ha fatto, ma ti amava. Era solo... spaventata, credo. Preoccupata.»

Enea rise, un suono orrendo alle sue stesse orecchie. «E io non lo ero? Avevo quindici anni! Non avevo idea di cosa mi stesse succedendo, e invece di aiutarmi lei...»

Le parole gli restarono intrappolate nella gola, ora chiusa in una morsa ancora più serrata.

«Ti ha distrutto. Ci ha distrutto.»

Enea fece un sorriso amaro. «Non è stata la sola.»

«Ti ho sempre sostenuto!»

«MA NON C'ERI!»

L'esplosione sembrò colpire Elia fisicamente, facendolo indietreggiare di qualche passo.

«Credi che non ci abbia provato? Quante volte sono venuto in carcere per cercare di parlarti, anche se mamma non voleva? Eh? Sei stato tu a rifiutare di vedermi!»

«Dopo due anni, Elia! Due anni di telefonate e poco altro, o te ne sei dimenticato?»

«Ti ho chiesto di tornare!»

«Sì, per lei.»

«Non solo per lei!»

«Non importa! Sinceramente, credo sia una vergogna anche solo che tu me l'abbia chiesto, dopo quello che mi ha fatto!»

«Non è stata una mia idea!»

«Cosa?»

Elia sospirò, sconfitto. «Me l'ha chiesto lei, okay? Non so perché, forse l'idea di morire senza rivederti non le andava giù, o forse sperava di riuscire ancora a cambiarti, prima che fosse troppo tardi. Non lo so, Enea, mamma era un mistero per me quanto lo era per te, ma chiederti di tornare è stato un'idea sua.»

Enea lo fissò a bocca aperta, la rabbia che gli faceva pulsare le tempie.

«Avresti dovuto dirmelo.»

«Lo so.»

Elia suonava stanco e sconfitto, e una parte di Enea ne era dispiaciuta, ma era così piccola che fu subito sommersa da tutto il resto. «Sei anni», mormorò, «sei anni, e ancora custodisci i suoi segreti e fai quello che ti chiede, non importa quale prezzo tu debba pagare.»

Non importa quale prezzo io debba pagare.

Elia sussultò. «È pur sempre mia madre.»

Enea rise. «Lo dici come se, dopo tutto quello che ha fatto, valesse ancora qualcosa.»

«Vale per me.»

Enea scosse la testa. «In passato ammiravo la tua lealtà, ora non credo ci sia rovina più grande.»

Elia rise, un suono tagliente e amaro. «La pensi davvero così, o lo dici solo perché ritieni che sia stato più leale a lei che a te?»

Enea ringhiò, facendo un passo verso il fratello. Si era dimenticato che anche Elia lo conosceva e sapeva quali tasti premere, anche se non lo faceva spesso, al contrario di lui. Era facile sottovalutare il suo gemello, un errore che Enea non aveva intenzione di fare.

«Hai scelto lei, o sbaglio? Sei anni fa, avresti potuto venire con me, ma non l'hai fatto.»

Elia sbuffò. «Venire dove? Non avevi soldi, non avevi un lavoro o un piano! Capisco che volessi andartene e che ne avessi bisogno, ma hai corso un grosso rischio. E poi non volevo lasciare la mamma da sola, okay? So che non vuoi sentirtelo dire, ma non potevo abbandonarla come ha fatto papà, volevo essere migliore di così!»

Enea lo afferrò per la maglietta, voltandosi e spingendolo contro la libreria. «È questo che pensi di me?», sussurrò, il naso che sfiorava il suo, «che l'ho abbandonata come quello stronzo?»

«No», sussurrò Elia, «penso che lei abbia abbandonato te

Enea rimase senza parole, limitandosi a fissare gli occhi dell'altro, identici ai suoi. Elia sostenne il suo sguardo, le mani chiuse intorno ai suoi polsi. «Le volevo bene, ed è vero, le sono rimasto leale comunque, anche se lei non lo meritava, ma ho sempre, sempre cercato di farle capire che stava sbagliando. Ho pregato e supplicato che riconsiderasse la sua fede, per te, e forse ci sono riuscito, forse è per questo che ha voluto che cercassi di farti venire a Firenze.»

Elia appoggiò la fronte contro la sua, chiudendo gli occhi. «Non lo so, Enea. Davvero, non lo so. Ma so che essere rimasto leale a lei non vuol dire aver tradito te. Ho fatto del mio meglio.»

Enea tremò contro di lui, le mani che mollavano la presa sulla maglietta per andare a circondare il viso di Elia. Quando l'altro aprì gli occhi, tornando ad incrociare i suoi, Enea premette le labbra sulle sue, baciandolo con forza. L'altro ricambiò con una disperazione che li bruciò entrambi, facendo divampare un inferno che nessuno dei due voleva — o poteva — spegnere.

 
 
 
Note dell'autrice
 
Finalmente siamo alla svolta! I nostri gemelli preferiti si sono scontrati e la situazione ha preso una piega inaspettata. Come sempre, ringrazio chiunque abbia letto/recensito/altro, sono contenta che la storia vi stia piacendo tanto!
Al prossimo capitolo,
Dru
   
 
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