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Autore: Elgul1    04/09/2019    12 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo quello che era successo qualche ora fa c'era silenzio dentro la piccola casa in Citadel.

Karen era seduta sul divano a fissare la televisione su un qualche programma mentre Justice puliva le armi per prepararsi a una eventuale azione. Mentre lucidava l'ennesimo coltello ebbe un flash. - Perché lei non è ancora riapparsa? - si chiese a un certo punto. Solitamente Knife rimaneva la maggior parte del tempo ma, da quando c'era stato quell'alterco, sembrava sparita nel nulla. 

"Karen..." La chiamò lui con un tono pacato
"Sì, dimmi." Rispose subito lei girandosi verso di lui. 
"Mi chiedevo… ma Knife come mai ancora non è tornata?" Gli chiese a bruciapelo. "Solitamente tu esci per sole poche ore al giorno adesso invece è parecchio che sei tu fuori, com'è possibile?" Aggiunse posando la lama sul tavolo e notando la strana espressione sul volto di lei che sembrava forse scocciata.
 "Non ne ho idea..." Ammise la donna imbarazzata. "Solitamente sì, lei è più predominante fra noi ma al momento sembra che non voglia uscire. Credo che si sia sentita offesa da te, oppure non ne ho idea." Cercò di spiegargli facendo la vaga e facendo confondere l’assassino. 
"Si sente offesa? Ma stiamo scherzando? Che ha dieci anni?!" Sbottò lui abbastanza irritato dalla cosa. "Non puoi scambiarti con lei?" Gli propose lui. Aveva bisogno di parlare con quella pazza se il loro cliente avesse chiamato gli serviva il suo aiuto. Per quanto quella personalità fosse più tranquilla e gestibile non sarebbe mai stata di alcuna utilità in un’eventuale azione di forza. 

Lei scosse la testa più e più volte. "Non funziona così..." rispose lei. " Non posso cambiare a comando con lei quando voglio, è lei che prende il controllo quando le pare." Mormorò ancora distogliendo lo sguardo con uno sguardo che sembrava quasi di rassegnazione per qualcosa. Justice stava per replicare quando il computer cominciò a trillare e lui si mise subito la maschera proprio accanto a quello.                  
 "Karen va in camera mia." Gli ordinò sbrigativo lui. 
Lei lo guardo dubbiosa e interdetta da quella richiesta. "Perché dovrei andare di là?" Domandò la donna abbastanza basita dalla richiesta. 
"Non deve sapere che al momento Knife non c'è. Non posso permettermelo." Le spiegò brevemente lui. Se quel tizio avesse capito che al momento l'assassina non c'era per via di una loro lotta interna sarebbe stato nei guai. La donna a malincuore annuì e si chiuse nella camera da letto di Justice che subito rispose alla chiamata. 

"Buonasera..." Mormorò l’uomo nell'oscurità mostrando come sempre il suo sorriso a trentadue denti. 
"Salve." Rispose brevemente Justice, in maniera pacata e fredda come sempre. 
"Ho visto che avete fatto un bel po’ di danni nella vostra ultima impresa..." Mormorò l’uomo con un tono piuttosto sorpreso. "Non me l'aspettavo di certo da te." Concluse ancora con un tono quasi critico. 
"Purtroppo ci sono stati dei problemi col piano ma abbiamo ottenuto comunque il sangue." Replicò lui senza far caso alla critica appena ricevuta.
 "Ti ho chiamato per comunicarti l'ultimo obiettivo da prendere..." Gli annunciò cordiale inviando una serie di link all'interno della loro chat criptata. "Sono una serie di filmati della persona in questione, guardali con attenzione, mi raccomando." Lo avvisò quasi come un avvertimento. 
"Perché dei video e non delle schede complete come le altre volte?" Gli chiese il killer mentre scaricava quei video sul portatile. 
"Il soggetto in questione non è registrato e, inoltre, ha un potenziale presso ché illimitato, possiamo dire." Commentò lui facendo il vago e lasciando perplesso Justice. 
"Credo che allora dovremmo alzare il prezzo." Ammise lui abbastanza freddo e facendo ridere l’altro. 
"Dunque per Animal ti ho dato un milione, per Sonar ben tre, per la nostra mammina col bambino ben sei milioni da dividere con Knife..." Cominciò a dire facendo dei conti mentali." Se dovessi valutare il valore del sangue di questo individuo il suo costo sarebbe di ben dodici milioni." Affermò sicuro e lasciando nuovamente l’assassino senza parole, sia per la somma sia per quello che comportava la difficoltà della missione. 
"Mi stai chiedendo l'impossibile adesso..." Disse sicuro Justice trattenendo la rabbia. "Come posso affrontare un tizio che, a quanto pare, è più forte dell'ultima che ho affrontato?" Gli domandò cercando di restare calmo. 
L’uomo al di là dello schermo lo fissò per qualche secondo come se stesse pensando, poi avvicinandosi allo schermo disse: "Da quanto so, prima di andartene da Elderen hai rubato una certa cosa..." Cominciò facendo sudare freddo il killer e facendogli pulsare le vene sopra la testa. "L'hai usata anche quando hai ucciso quel mafioso e tutta la sua banda tre anni fa, ricordi?" Gli chiese in maniera sarcastica.

"Chi cazzo sei?!" Ruggì all'improvviso colpendo con forza il tavolo e alzandosi in piedi. Mai si era sentito così furioso e, soprattutto, come faceva a sapere quel tizio di quella cosa? Come? " Dimmi chi sei bastardo, dimmi il tuo fottuto nome." Disse quasi ringhiando e morendo dalla voglia di attraversare il computer con un coltello per piantarlo nella sua gola. 

Quello cominciò a ridere di gusto quasi noncurante delle minacce che gli venivano fatte. "Con me non te ne fai niente della tua forza e nemmeno delle tue minacce..." Replicò sicuro." Vista la difficoltà che hai davanti avrai tempo a tua scelta per gestire il tutto non ti metterò fretta. Mi raccomando studia bene i video a presto." Gli disse ancora prima di chiudere la chiamata lasciando così tra la rabbia e la confusione il killer che, prima d'ora, non aveva mai provato così tanta voglia di uccidere qualcuno.


-


Avrebbe preferito vedere il video da solo ma visto quello che stava succedendo Steve decise di vederlo insieme a Erika, mentre Shoan era andato a riferire dei loro progressi con Alex e Walter se n’era andato a fare un sonnellino per riprendersi da quelle quasi quarantotto ore no stop.

 "Sul serio avete messo una videocamera in un coso così piccolo?" Gli domandò abbastanza stranita la donna. Lui annuì di rimando mentre collegava il tutto alla tv. 
"Visto che Thomas ha diversi nemici tra mariti infuriati, amanti focose e creditori mi sembrò una buona idea mettere una cosa simile nel caso in cui le cose fossero finite male." Gli spiegò brevemente mentre si metteva seduto accanto a lei e accendeva la televisione. 
"Direi che il tuo amico è un vero combina guai." Borbottò lei mentre cominciò il video:


La figura tozza di Thomas azionava il video con in sottofondo dei forti rumori alla porta, che sembrava star per cadere da un momento all’altro e dopo pochi istanti infatti crollò a terra mostrando un uomo alto dal fisico massiccio e avvolto da un completo nero e una maschera a forma di diavolo che superava l'ingresso appena buttato giù. Thomas cominciò a sparare ma il tizio evitava i proiettili e si faceva largo per la stanza arrivando fino a davanti al padrone di casa e lo colpì in pieno allo stomaco facendolo quasi finire a terra.
"Chi cazzo sei tu?" Gli domandò col poco fiato che aveva ancora nei polmoni prima che un secondo pugno lo tramortisse prendendolo in pieno sulla guancia sinistra e spedendolo così a terra. Una volta fatto questo il tizio si spostò per la casa distruggendo mobili e rovistando qua e là e poi, con calma e facilità, sollevò il corpo esanime di Thomas e lo porto via. 



"Ecco spiegato perché non sei voluto rimanere lì a vedere se fosse stato preso qualcosa." Disse Erika girandosi verso Steve che aveva una strana espressione sul volto.
"Già, esatto." Rispose senza aggiungere nulla con un solo pensiero. Quel modo di combattere, quella forza e quella velocità d'esecuzione. Tutto sembrava portare al loro bersaglio ma qualcosa non quadrava.
"Ehi, mi stai ascoltando?" Domandò Erika scuotendolo dai suoi pensieri. 
"Sì, scusami. Stavo pensando." Replicò lui meccanicamente.
"Ascolta Steve..." Sbottò la donna che stava trattenendo la sua rabbia da prima. "Alla riunione sei stato agitato e adesso ti ostini a tenerti le cose per te. Vuoi dirmi che succede?" Gli domandò a bruciapelo cogliendolo impreparato. "Se davvero siamo tornati amici come prima per favore, dimmi quello che sai." Lo supplicò lei con sincerità.
Lui sospirò e poi, a malincuore, rispose: "D'accordo..." mormorò. "Ti dirò quello che è successo quando è morta la super e anche altro ma questa cosa non dovrà uscire da qui. Intesi?" Le disse con un tono che non ammetteva obiezioni e lei fece sì con la testa convinta e Steve cominciò a dirle quello che era successo.


-


Thomas aprì gli occhi piano avvertendo un male cane sullo zigomo sinistro. La vista era appannata vistosamente e avvertiva un forte dolore anche in bocca mentre cercava di togliersi da dentro la bocca il sapore del suo stesso sangue. Provò a muoversi ma come aveva immaginato si trovava legato a una sedia di metallo piuttosto resistente. Si guardò attorno ma tutto quello che vide fu una spessa oscurità da cui non trapelava alcun indizio su dove si trovasse.

Una porta si aprì davanti a lui regalandogli degli sprazzi di luce che mostrarono in piccola parte la stanza di cemento armato in cui si trovava. All'ingresso si stagliavano tre ombre, due ai lati, più alte rispetto a quella in mezzo che attraverso un bastone si avvicinava a lui sempre col viso nascosto nell'oscurità. 

"Buona sera." Disse il vecchio con un largo sorriso sulle labbra in mezzo a quegli armadi. 
"Direi che non è proprio una buonasera." Sbottò Thomas acido ricevendo in cambio un micidiale destro dall'energumeno di destra – che per poco non gli stroncò la mascella.
 "Judgment ti prego!" Esclamò il vecchio allarmato. "Non danneggiare il nostro ospite." Gli ordinò ricevendo un cenno d'assenso e l'abbassamento del braccio lungo il fianco da cui zampillava ancora qualche goccia di sangue.
 " Che cosa cazzo volete da me? E soprattutto chi siete?" Domandò sputando a terra un grumo di sangue per poi voltarsi verso il vecchio.
"Vedi, Thomas, hai fatto qualcosa che non avresti dovuto fare..." Rispose con semplicità il vecchio battendo il bastone al suolo. "Come Icaro che si avvicinò troppo al sole tu ti sei messo a indagare per scoprire dove fosse il nostro assassino e questo non va bene soprattutto perché ti sei avvicinato più di tutti gli altri." Aggiunse scuotendo la testa.

Thomas lo guardò allibito. Era sempre stato attendo a non farsi seguire, anche sulle scene del crimine aveva controllato più e più volte di non essere seguito. Come avevano fatto? 

"Forse ti stai chiedendo come sia stato possibile. Beh, vedi..." Indicò l’uomo sulla sinistra molto più longilineo e di poco più basso di quello di destra. "Bas è uno specialista nel pedinare le persone a loro insaputa e tu, nonostante le tue abilità, non fai eccezione." Gli spiegò brevemente.
"Chi diavolo siete?" Domandò ancora Thomas, cercando di non spaventarsi nonostante la situazione gli facesse accapponare la pelle. 
"Non mi pare il caso di rivelarti niente, in fondo starai qui per un bel po’." Gli rispose con calma il vecchio, allungando il bastone verso la faccia di Thomas e voltandogliela. "Il tuo potere è davvero interessante..." Cominciò a dirgli con fare curioso. "Riesci a vedere solo immagini di morte oppure sei capace anche di fare altro se messo sotto stress? Potresti vedere anche quelle future? E come funziona davvero?" Il vecchio sembrò rimuginare su tutta quella faccenda sempre fissando Thomas come se fosse una cavia.
"Nei prossimi giorni faremmo delle belle chiacchierate io e te insieme." Concluse con un sorriso sinistro che allarmò l’uomo legato più di tutta quella situazione. "Adesso devo andare, altri progetti mi attendono..." Disse quasi rattristato. "Ti lascio nelle ottime mani di Bas. A presto signor Thomas." Gli disse congedandosi e mentre usciva Thomas sperò con tutto il cuore che qualcuno lo salvasse.


-  


Erika rimase in religioso silenzio mentre Steve finiva di raccontare del suo incontro scontro col killer – omettendo la parte in cui Jennifer gli aveva detto di conoscerlo e dicendo solo che lo aveva salvato. 
"Sei veramente uno stupido, lo sai..." Sbottò lei dandogli un pugno sulla spalla destra. "Avrebbe potuto ucciderti, cosa cazzo ti è passato per la testa?!" Replicò ancora visibilmente spaventata e alterata. 
"Sì, lo so. Anche Jennifer me l'ha detto." Rispose lui massaggiandosi il punto colpito dalla donna. 
"Avresti potuto dirmi chi fosse quella donna comunque. Sarebbe apparso tutto molto meno sospetto." Lo rimbeccò la donna nuovamente. 
"Sì, avrei dovuto dirti che la mia ragazza mi ha salvato la vita, ora però concentriamoci su altro." Rispose lui convinto e cercando di cambiare il discorso prima che deragliasse su altro.
"Pensi che il killer possa averlo rapito?" Gli chiese Erika.
Lui scosse la testa. "Non ne vedo motivo..." Rimarcò lui dubbioso su quella faccenda. "Se avesse voluto avrebbe potuto ucciderlo senza alcuna fatica. Il rapimento non è a opera del nostro killer, ma di qualcun’altro." Aggiunse.
"Ma cosa potrebbero volere da Thomas? Il suo sangue? Informazioni? Che cosa?" Mormorò Erika indecisa su quale dei due punti centrasse quel povero diavolo.
"Potrebbe essere per entrambe le cose. Ma sicuramente non lo uccideranno, o almeno non subito." Ammise a sua volta Steve rabbrividendo al pensiero di quello che stavano facendo a Thomas. 
"Cosa stava facendo prima di venir rapito?" chiese Erika. 
Steve ci pensò un momento. "Stava cercando il posto in cui si nasconde il killer." Rispose. 
"E se lo avesse trovato? E se si fosse avvicinato alla verità e loro lo hanno preso prima che potesse dirtelo?" Propose ancora Erika. 
" Dobbiamo tornare subito a casa di Thomas e vedere se per caso c’è qualcosa." Annunciò lui mettendosi in piedi e dirigendosi alla porta tallonato da Erika.
" Se così fosse cosa dovremmo fare?" Mormorò la donna a bassa voce mentre si dirigevano verso l'uscita. 
"Se dovesse essere così allora dovremmo valutare che cosa fare ma per il momento andiamo a vedere cosa riusciamo a trovare." Rispose Steve mentre, saliti in macchina, accese il motore. Sgommando si diresse verso casa dell’amico.






ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi col capitolo trentacinque di questa long ogni cosa piano piano sta arrivando al pettine così almeno possiamo dire.
A sto giro dovresti dirmi grazie visto che Thomas è vivo per ora ahah.
Grazie a chi legge e continua a recensire ci vediamo col prossimo aggiornamento.


   
 
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