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Autore: ventoneicapelli    13/09/2019    8 recensioni
|INTERATTIVA|Sospesa fino a ulteriore notifica|
|ispirata a Pretty Little Liars|
Ashley Selwyn tiene in pugno Hogwarts grazie ai segreti che ha collezionato nel corso degli anni. I suoi compagni –una cricca varia e ben assortita di insospettabili bugiardi– la seguono per fedeltà o sospetto. Tutto il corpo studentesco la ammira o la teme. Ma all’alba del suo sesto anno accademico, quando sembra all’apice della sua popolarità, accade l’impensabile.
La mattina del due settembre duemila ventuno, il corpo esanime di Ashley Selwyn –disteso in una pozza di sangue, martoriato da ferite di tipo magico– viene rinvenuto nella Torre di Astronomia. A rendere il delitto ancora più raccapricciante è la minaccia iscritta nel sangue del giovane prefetto di Serpeverde.
Sembra che i segreti più pericolosi che nascondeva Ashley Selwyn fossero proprio i suoi. E mentre la scuola precipita nel caos di un crimine così crudele, tra chi trae un sospiro di sollievo e chi piange la compagna scomparsa, un oscuro persecutore si propone di liberare Hogwarts dalla menzogna.
Ora che Ashley è morta, toccherà ai suoi compagni unirsi e scendere in campo contro di lui per proteggere i propri segreti e la propria integrità.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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 7/9/2021, 4:03PM
Hogwarts (UK), Cortile Centrale
«E allora James se n’è andato, senza aprir bocca!» terminò Lily Luna, con una forte nota di entusiasmo nella voce.
Si erano riuniti il prima possibile. Tutti loro. Insomma, il vecchio gruppo. Una manciata di ragazzi di vari anni e Case, che non avevano nulla in comune se non se stessi. Il nucleo iniziale si era composto di Samael Greengrass –che, al tempo, si era già conquistato il nome di Febo Apollo–, Ivan Carrow –che si prendeva la briga di sponsorizzare tutte le malefatte– e Cassandra Deveraux –mente indiscussa della brigata–. Con il tempo a loro si erano aggiunte Roxanne Weasley, –detta “mamma” il più delle volte–, Lily Potter –l’entusiasmo fatto persona– e Athena Ferguson –caso anomalo di Corvonero ribelle–. Da oltre due anni conducevano il mercato illegale di alcolici di Hogwarts e organizzavano le feste migliori nel castello. Tutta la scuola sapeva chi fossero, ma –per ovvie ragioni– nessuno voleva entrare nel loro gruppo. Gli altri studenti si limitavano a tenerli a distanza di sicurezza perché più volte avevano rischiato l’espulsione e più volte avevano giocato con l’ardemonio. Loro stessi ne erano consapevoli, ma forse era proprio questo a unirli: la ricerca esasperata e sfiancante di adrenalina e divertimento.
In ogni caso, quando non progettavano megaparty e non stivavano rifornimenti illegittimi di whiskey incendiario, erano lì. Accampati sulle scalinate del cortile centrale del castello, sembravano un normale gruppo di ragazzini che si aggiornavano sugli ultimi avvenimenti nella propria Casa e sull’estate appena trascorsa. E forse lo erano davvero. Forse, per quegli stralci di pomeriggio –fasci di tempo pazientemente ritagliati dalle giornate di ciascuno– erano solo ragazzini che non volevano crescere.
Cassandra, i capelli freschi di shampoo e la divisa perfettamente in ordine, scoppiò a ridere e guardò Samael come se fosse matto. Lui, disteso sulla bellezza di tre gradini come un modello di Il Settimanale delle Streghe, le rivolse un sorrisetto onnisciente. «Mon dieu, avrei voluto esserci…»
«Stai scherzando?» replicò Roxanne, che sembrava tutt’altro che divertita «Com’è possibile che nessuno gli è andato dietro? Doveva essere distrutto! E voi due» aggiunse, riferendosi a Samael e Ivan «siete tremendi!»
Ivan alzò gli occhi al cielo «Sarebbe accaduto. E ora che sa che a nessuno interessa dei suoi inutili drammi–»
«La sua fidanzata è morta la scorsa settimana!» lo interruppe ancora il prefetto di Tassorosso.
«Inutili. Drammi» scandì Ivan, per tutta risposta «Dicevo, ora che sa di non essere benvoluto, la Torre è tornata a essere un posto piacevole. No, no, non ringraziatemi. Lo faccio per l’amore della gente, non ho doppi fini»
«Ivan non ha tutti i torti» si intromise Lily «Se lui non avesse parlato, se non si fosse opposto a quella follia… beh, penso che ci saremmo fatti trascinare dagli eventi, da tutte le scuse che accampiamo per James e saremmo finiti ad assecondarlo per davvero»
«Vuoi dire che vi sareste davvero messi a indagare la morte di Ashley Selwyn?» nella voce accorata di Athena, seduta proprio accanto a Lily, pulsava una forte vena di sarcasmo «Ma almeno stiamo parlando della stessa Ashley Selwyn?»
«È esattamente quello che intendo io!» esclamò trionfale Ivan «Saremmo diventati lo zimbello della scuola»
«Per non parlare di tutto il tempo che avreste sprecato nel cercare un invisibile persecutore» soggiunse Cassandra «Sono d’accordo con Vanja. Era un cerotto da strappare e ora, per lo meno, siete sicuri che Potter non se ne uscirà di nuovo con queste assurdità. Ora è un problema di Serpeverde»
Samael si fece attento e fece bruscamente leva sui gomiti, sollevandosi quanto bastava per poter guardarla dritto in faccia «Cosa intendi?»
«Non ve l’ho detto?»
Lily aggrottò la fronte «Direi di no»
«Oh, beh» lei si schiarì la voce «Ieri sera Potter maior è venuto a bussare –ma dico io, bussare– alla Sala Comune di Serpeverde e ha chiesto di Potter minor, che da giorni non fa che piangere nel dormitorio maschile come una ragazzina. Pare che volesse scoprire chi ha ucciso Ashley. Ma in realtà non ho i dettagli» spiegò «perché subito dopo sono andati via dalla Sala Comune e sono andati a parlare altrove. So soltanto che Albus è rientrato a notte fonda. Fonte sicura. Io non c’ero, però me lo ha detto Cade, uno del sesto di cui ci si può fidare per queste cose»
«Benissimo» commentò Ivan «Quindi ora Potter e Potter 2.0 si sono alleati. Tremo dalla paura»
«Non dovremmo sottovalutarli» replicò Lily Luna «I miei fratelli non si sopportano. Se hanno deciso di unire le forze, significa che sono entrambi convinti che quello di Ashley non sia stato affatto un incidente»
«Il ché è vero» soggiunse Athena, a gambe incrociate accanto all’amica «Non serve Sherlock Holmes per capirlo. Il vero problema è che la lista di sospettati è talmente lunga che non basterebbe tutto il Dipartimento Auror a scovare il colpevole. E poi con tutto il male che ha fatto…» lasciò la frase in sospeso, quasi impaurita all’idea di finirla, e cambiò velocemente argomento «Sam, tu che ne pensi?»
Samael gettò la testa all’indietro e scrutò, per un attimo, il cielo grigiastro che prometteva altra pioggia. Poi si raddrizzò e le rivolse uno sguardo pensoso «È una reazione interessante. Non pensavo che James fosse serio riguardo tutta questa storia dell’indagare; credevo che, una volta sentitosi rifiutato dalla sua stessa Casa, si sarebbe fatto da parte e avrebbe ripreso a seguire il suo maledetto copione. E invece» sbuffò «pare che sia andato a chiedere asilo a suo fratello. Non me l’aspettavo. E questo è un male. Ora che ha trovato sostegno altrove, sarà molto più difficile manipolarlo. D’altra parte, però, Cassandra ha ragione» il suo tono si fece più leggero e arrivò addirittura a sorridere lievemente «Da questo momento, James sarà associato a suo fratello e pertanto a Serpeverde. Non più a noi. E, dato che dalla scorsa primavera è una mina vagante, questa distanza potrebbe tornare a nostro favore»
«Sai, Sam?» Roxanne serrò le labbra in una linea sottile «Quando parli così, mi chiedo se il cappello non abbia forse sbagliato a smistarti a Grifondoro»
«Rox» Samael si lasciò sfuggire dalle labbra una risata roca e accomodante «solo perché la mia Casa è popolata, in gran parte, da impavidi idioti non significa che non ci siano anche altri elementi. Il coraggio del Grifone viene confuso con avventatezza e irrazionalità, ma io… io sono la coscienza dorata di Grifondoro. Il martirio morale e le crociate cavalleresche le lascio a James e ai suoi soldatini di piombo. Io sono l’audacia arrogante di Grifondoro e il coraggio di fare la cosa giusta, a qualunque costo»
«E dimmi, Febo Apollo» intervenne Cassandra, con le sopracciglia inarcate «quest’estate hai fatto qualcosa oltre che prepararti questo discorso?»
Lily soffocò a stento una risata e Ivan scosse la testa, divertito.
«Un giorno rimpiangerete la mia ars oratoria» borbottò, invece, Samael «E comunque no, non granché. Ho seguito mio padre in giro per feste private, bevuto molto e conosciuto persone che mi aiuteranno per il periodo post-Hogwarts»
«Confermo» annuì Athena «Suo padre viene a tutte le feste del mio, quindi mi è toccato passare gran parte dell’estate con lui»
«I tuoi non erano via per lavoro?» chiese Roxanne.
«Non per tutta l’estate, no» rispose, amareggiata «O almeno, non quando devono trascinarmi a cene di lavoro ed eventi di alta borghesia»
«Comprendo il tuo disagio» Lily Luna le appoggiò una mano sulla spalla «Passare un’intera serata con Samael dev’essere uno strazio, io al secondo discorso filosofico sto già dormendo»
«Perché?» fece Ivan «Tu lo ascolti davvero? Da anni non faccio che sorridere e annuire quando inizia a parlare»
«Andiamo, non sono poi così noioso» Samael arricciò il naso.
«Fidatevi, era la compagnia migliore in circolazione» disse Athena.
«Dev’essere stata un’estate terribile, allora» commentò Roxanne «Non riesco a immaginare di dover passare più di una serata con lui»
«Andiamo Athena» ora Samael si era alzato completamente e sedeva, spalle dritte e petto in fuori, sullo stesso gradino di Ivan «Difendimi. Ci siamo divertiti un casino insieme! E, se volete saperla tutta» aggiunse, con un sorriso trionfale «ci hanno scambiato almeno quattro volte per fratelli»
«Ma quello è tutto merito di Athena» replicò Lily Luna, ridendo «Scommetto che con te aveva la stessa espressione annoiata che ho io quando parlo con i miei, di fratelli»
A questo, neanche Athena riuscì a rimanere seria.
E forse era la luce tiepida del primo pomeriggio o l’aria alleggerita dalle risate, ma per un attimo –per un’ora, per uno squarcio illegittimo di tempo– si sentirono normali.
 
 
 
 
 
 
 7/9/2021, 4:33PM
Hogwarts (UK), ala ovest
«Sapete chi ce l’aveva davvero con Ashley?» disse improvvisamente Dominique, con uno sguardo un po’ allucinato «Ivan Carrow»
Dal lato opposto del castello, c’era tutt’altra atmosfera. Nell’aula ormai vuota di Antiche Rune, infatti, una manciata di Corvonero erano appollaiati sui banchi a discutere della nuova tragedia hogwartsiana. Normalmente, nessuno di loro era amante del gossip. Ma teorie complottistiche? Ipotesi assurde e macchinazioni machiavelliane? Quello sì che era pane per i loro denti. Alcuni di loro –come, per esempio, Occulta Sutherland– parevano insolitamente a proprio agio. Altri –Cal Cavendish in prima fila– non cercavano neanche di dissimulare il proprio disinteresse per l’intera faccenda. D’altra parte, era stata Dominique a tirar fuori il discorso e a pretendere che tutti vi partecipassero, senza esclusione di colpi.
«Ivan di Grifondoro? Stai scherzando?» Kiyan sgranò i grandi occhi grigio-azzurri «Ivan è il ragazzo che si occupa delle serre del professor Paciock, neanche potete immaginare quante volte mi ha aiutato in trasfigurazione. Non posso neanche iniziare a credere che sia capace di un omicidio a sangue freddo; è un ragazzo talmente sensibile e gentile…»
«Parla per te» replicò Occulta «con me è sempre stato un pezzo di merda»
«Ma che dici?»
«Kiyan, per te è diverso» intervenne Dominique «Tu sei simpatico a tutti. È facile giudicare bene una persona se si comporta al meglio nei tuoi confronti. Ma questa volta sono dalla parte di Occulta. Carrow è una mina vagante anche per i Grifondoro; è per questo che Febo Apollo gli gira sempre attorno»
«Febo Apollo?» ripeté Occulta, confusa.
«Si vede che non ti piace il gossip» Dominique piegò le labbra in un sorrisetto «In giro Greengrass viene chiamato Febo Apollo perché… beh, è convinto di essere il Sole, il punto attorno al quale orbita l’intera Hogwarts. E poi dà un po’ l’impressione del Dio Sole, no? Con tutto quell’arroganza e quel magnetismo che ha sulla gente, non mi sorprendo che gli si sia appiccicato addosso un soprannome del genere. È logico che poi sia in grado di attirare persone come Ivan e controllarle»
Audrey inclinò la testa da un lato con un’espressione pensierosa «Controllare, dici?»
«Ne sono convinta»
«E se fossero soltanto amici?» ribatté Kiyan, esasperato «Ivan parla benissimo di Samael: a quanto ho capito si sono trovati al primo anno e non si sono più staccati l’uno dall’altro. Si bilanciano. E io penso che la loro sia una bella amicizia e che dovreste smettere di giudicare i libri dalla copertina. Abe» soggiunse «ti dispiacerebbe darmi un po’ di supporto?»
Abel, seduto scompostamente sulla cattedra, alzò gli occhi su di lui «Premettendo che non sono in intimità con nessuno dei due, io penso che Greengrass sia un manipolatore della peggior specie, un burattinaio al pari di Ashley Selwyn. L’unica differenza tra di loro è che lui è molto più sottile di quanto lei lo sia mai stata ed è abbastanza scaltro da capire quando il gioco si fa pericoloso e quando può permettersi di prendere rischi» disse, senza rivolgersi a qualcuno in particolare «Normalmente darei ragione a Dom»
«Ma...» lo incoraggiò Kiyan, con un sorriso speranzoso.
«Ma stavolta sono con Hollow» ammise «Non c’è nessuno in questa scuola con cui Greengrass sia più a suo agio di Carrow. Fateci un po’ caso. Non so i motivi, però è chiaro che quei due siano legati; devono avere un qualche sorta di passato in comune, un episodio che li ha fatti avvicinare. Insomma, avete capito»
«Ciò non toglie che Ivan sia uno dei sospettati più papabili» Audrey si schiarì la voce «Mi chiedo perché non siano ancora iniziate delle indagini»
«Non ti sembra ovvio?» disse Cal, che fino ad allora era rimasto in silenzio nella sedia accanto a quella di Kiyan «Immaginate il caos che verrebbe a crearsi se si sapesse che c’è un assassino a piede libero dentro il castello. I genitori ritirerebbero i ragazzi da scuola, interverrebbe la stampa, ci si metterebbe di mezzo anche il Dipartimento Auror, Hogwarts sarebbe di nuovo sotto i riflettori e la MacGranitt verrebbe incolpata di tutto questo casino perché, beh, è compito suo tenere l’ordine. Non mi sorprende che, qualunque cosa sia successa, vogliano tenerla segreta»
«Quindi credi che sia successo qualcosa» constatò Occulta.
«Di certo Selwyn non è morta inciampando per la scalinata della Torre di Astronomia» la voce di Audrey era colma di sarcasmo.
«E Dom ha ragione» aggiunse Cal, scostandosi distrattamente una ciocca di capelli scuri dagli occhi «Non si può escludere nessuno da un’indagine del genere. Tutti avevano un motivo per odiarla»
«Per odiarla» ripeté Kiyan «non per ucciderla. C’è una grande differenza tra le due cose. E già che ci siamo» continuò, accigliato «mi spiegate perché Ivan avrebbe dovuto uccidere la fidanzata del suo migliore amico?»
«Ma come, non lo sai?» Dominique ed Abel si scambiarono un’occhiata d’intesa.
«Ashley…» Abel esitò un po’ sulle proprie stesse parole «beh, Ashley era la ex di Ivan»
«Ma davvero?» fece Occulta, incuriosita.
«Già» rispose Abel «e a quanto ne so la loro non è stata una rottura pacifica. Anzi, ci sono un bel po’ di voci in giro a riguardo»
«Io so solo che si sono messi insieme a novembre dell’anno scorso e si sono lasciati a Natale» spiegò Kiyan «Ma non ho idea del perché»
«A me hanno detto che Carrow era geloso» Audrey saltò giù dal suo banco e iniziò a camminare in circolo «e che lei non poteva più sopportare la situazione perché si sentiva soffocata, tanto che a un certo punto finì per tradirlo e qualcuno fece la spia. Mio fratello è di Serpeverde, era amico di lei in un certo senso; è per questo che so i dettagli»
«Non possiamo biasimarlo» commentò Kiyan «Voglio dire, Ashley non era certo una santa e Ivan è un tipo piuttosto territoriale. Non sarebbero durati comunque»
«Era tutto molto prevedibile» Dominique stirò le labbra in un sorrisetto vittorioso «Carrow è, tutto sommato, un tipo sveglio. Si è subito reso conto di aver fatto un errore madornale nel fidarsi della Selwyn e ha deciso di mettere un punto alla loro relazione prima di diventare lo zimbello di Hogwarts. Non c’è da stupirsi, invece, se la storia Selwyn-Potter sia durata così tanto. Mio cugino aveva perso la testa per lei e l’amore l’ha reso cieco. Non ha mai neanche sospettato che lei lo tradisse. Ivan invece ci ha messo… quanto? Due mesi?»
«Anche di meno. Mi sembra di ricordare che si siano lasciati a metà dicembre a Hogsmeade: Ivan fece una scenata d’avanti a I Tre Manici di Scopa e da allora non si parlarono più. Poi, neanche un mese dopo, lei iniziò a uscire con Potter e la situazione di Grifondoro precipitò. James rischiò di perdere il titolo di capitano della squadra di quidditch e Ivan fu squalificato per il resto della stagione sportiva e tutto perché…» Abel esitò per qualche secondo, come a cercare di ricordare «oh, giusto, la semifinale Grifondoro-Tassorosso in cui Carrow gettò Potter giù dalla scopa e poi scese dalla sua per picchiarlo. Blackwood e Greengrass impiegarono almeno cinque minuti per separarli l’uno dall’altro. Il giornalino ha documentato tutto»
«Grifondoro» fu il commento sprezzante di Cal «Pensano che la violenza sia il modo migliore per risolvere qualsiasi cosa, non mi stupirebbe se fosse stato uno di loro a far fuori Selwyn. Però Ivan… non lo so, è una risposta un po’ troppo ovvia, non trovate? E poi Dom ha ragione. Greengrass gli sta sempre intorno, non lo lascia un attimo; è impossibile che Carrow abbia potuto pianificare un omicidio a sangue freddo e nasconderlo alla sua stessa ombra. E dubito sia stato Greengrass stesso a mandarlo. Non penso si sarebbe spinto così lontano per risentimento»
«È quello che penso anch’io» annuì Occulta «Se Greengrass è intelligente come dite, non darebbe mai il ruolo di carnefice a qualcuno che gli è così vicino, qualcuno che si può associare così facilmente a lui. Ricorrerebbe a un emissario più discreto, qualcuno di insospettabile e anonimo»
«Aspettate, aspettate» Kiyan scosse la testa e tirò un sospiro esasperato «Di preciso, quando abbiamo spostato la colpa dell’omicidio di Ashley da Ivan a Samael? E perché lo abbiamo fatto, soprattutto?»
«Okay, forse la situazione ci sta sfuggendo di mano» Abel soffocò una risata «Febo Apollo non avrebbe avuto alcun interesse nella morte di Ashley. Con James fuori dai piedi, tutto impegnato a seguire la sua nuova ragazza come un cagnolino, i Grifondoro erano completamente dalla sua parte.  A quanto ho capito, a un certo punto ha quasi convinto Paciock a togliere il titolo di Capitano a James per darlo a lui»
«Paciock? Il professore di erbologia?» chiese Audrey, confusa.
«Da quando la MacGranitt è diventata preside, è lui il capo della Casa di Grifondoro» spiegò Occulta «Ciò significa che lui sceglie i prefetti dei Grifoni e può punirli se si comportano in modo sbagliato»
«Okay, allora Greengrass e Carrow sono fuori dalla lista» concluse Dominique «E questo mi fa chiedere se magari non sia stato qualcuno tra i Serpeverde a uccidere Ashley»
«Qualcuno della sua stessa Casa?» Kiyan sembrava tutt’altro che convinto.
«Mio fratello se ne sarebbe accorto» intervenne Audrey «Almeno credo»
«Sì, ma sarebbe dieci volte più interessante!» esclamò Occulta, con i grandi occhi scuri che brillavano «Un delitto tutto verde-argento e dei Corvonero che indagano!»
«Bene» Cal si alzò di scatto dalla sua sedia e li guardò tutti come se fossero fuori di testa «Penso sia arrivato il momento in cui mi defilo, prima che Sutherland mi convinca a fare qualche altra idiozia»
«Dunque è così che mi ferisci,» si lagnò lei «Caldwell?»
Lui le scoccò un’occhiataccia «Chiamami così un’altra volta e ti faccio vedere cos’è una ferita»
Audrey inarcò le sopracciglia «Cos’hai da fare? Non sono neanche le cinque»
«Devo andare in biblioteca» rispose laconicamente Cal «Devo finire il saggio di astronomia per la Vector e credo ci metterò l’intero il pomeriggio. Oltretutto» aggiunse, scoccando loro un’occhiata critica «mi sono già stancato di parlare di Ashley, quindi vi lascerò alle vostre chiacchiere»
«Il saggio della Vector?» la voce di Kiyan vibrava di panico «È per domani?»
«Direi proprio di sì»
«Accidenti, me n’ero completamente dimenticato…» borbottò «Occulta, non è che mi daresti una mano?»
Cal si accigliò «Non per vantarmi, ma io sono il migliore del nostro anno in Astronomia»
«Già, ma sei anche il peggior tutor che abbia mai avuto» lo rimbeccò Kiyan «Ho bisogno di una mano, non delle tue battutine sarcastiche. Mi dispiace per i tuoi futuri alunni, Cavendish, però sei a dir poco tremendo»
«Vogliamo studiare o dovete litigare su chi sia peggiore» li interruppe Occulta, spazientita «il professore o lo studente?»
«Okay okay. Andiamo» si arrese Kiyan «Ma io devo passare dal quarto piano. Occulta, vieni con me?»
«Non vorrei che iniziassi a soffrire di solitudine» replicò lei, ironica.
«Perfetto,» Caldwell era già sulla soglia «allora ci vediamo direttamente in biblioteca. Più tardi raggiungo mia sorella, quindi mi conviene darmi una mossa con Astronomia»
«Vai anche tu, Audrey?» chiese Dominique.
«Direi di sì» lei accennò un sorriso «Mio fratello mi sta aspettando alle serre e si lamenta sempre quando faccio ritardo»
«Beh, allora ci vediamo stasera in Sala Comune» concluse Dominique.
Gli altri annuirono e, nel giro di mezzo minuto, si defilarono completamente. Dominique pensò che fosse assurdo e confortevole quel ritorno brusco alla normalità. Nonostante la morte di Ashley, la quotidianità hogwartsiana bussava insistente alle porte delle loro vite e gli studenti, sollevati o riluttanti che fossero, la facevano entrare. Magari, tra un mese o due, Hogwarts sarebbe tornata un posto allegro e tranquillamente traboccante del caos adolescenziale.
«Allora» Abel la riscosse dai suoi pensieri. Aveva lasciato il suo posto sulla cattedra per avvicinarsi a lei e metterle un braccio attorno alle spalle «Vedo che siamo rimasti io e te»
«Togliti quel sorrisetto dalla faccia, Whiteford» Dominique si scostò subito dopo e iniziò a dirigersi verso l’uscita, ma la sua voce chiara tradiva un certo divertimento «Ho la riunione con i prefetti e il mio collega Caposcuola. Non c’è tempo per… questo»
«Non c’è mai tempo per le cose segrete» rifletté lui a voce alta.
Non servì a niente. Dominique era già sparita nel corridoio, i suoi passi risuonavano ovattati e lei era già troppo lontana.
 
 
 
 
 
 
7/09/2021, ore 4:38PM
Hogwarts (UK), Cortile Centrale
Katherine Darlene Cavendish stava camminando. Da mezz’ora. E a ogni passo, a ogni respiro, a ogni sguardo, malediceva il nome di Sua Maestà James Sirius Potter, che sapeva convincerla a fare qualunque cosa non andasse di fare a lui. Non c’era altro modo di spiegare il perché stesse girovagando per Hogwarts dal primo pomeriggio, a caccia di guai. Perché “guai” era ciò che cercava. Il dialogo –in teoria– pacifico con Greengrass e la sua cricca di svitati era guai, un termine carino per dire cazzata. E, ragionevolmente, chi potevano mandare in avanguardia per una missione del genere? Ma ovviamente Kat. A volte essere quella più empatica del gruppo le pesava un po’.  Altre volte le pesava tantissimo. Altre ancora –come quella in particolare– le pesava così tanto che smetteva di farci caso.
Si fermò all’improvviso a metà cortile. Eccoli là. La banda meraviglia, come li soprannominava scherzosamente Jim. C’era da chiedersi se fossero davvero amici o se la loro fosse solo un’accozzaglia di scarti di altri gruppi. A vederli lì, stravaccati sulle gradinate di pietra, a fumare e parlare fitto tra di loro, la seconda opzione sembrava molto più probabile della prima.
Ivan e Samael –i primi due del triumvirato, Grifondoro fino all’osso–  erano entrambi seduti sul gradino più in alto. Ivan parlava con Roxanne Weasley, prefetto di Tassorosso, che gli stava difronte, in piedi, e arricciava il naso ogni qual volta un rivolo di fumo le arrivava vicino. A fumare erano, lui Gauloises Brune senza filtro e lei Merit Slim, Samael e Cassandra –Deveraux, la stessa Cassandra Deveraux che aveva trascorso il suo sesto anno a Beauxbatons ed era tornata gelida come la regina delle nevi e ancora più bella–. In giro su di lei se ne dicevano mille e una, ma certo era che neanche tra i suoi compagni Serpeverde fosse granché benvoluta, forse per via del suo carattere freddo e pungente. Anche più fuori rotta sembrava Lily Potter, con i lunghi capelli rossi appuntati dietro le orecchie e occhi vigili che vagavano da una conversazione all’altra, accompagnata dalla sua sorella non di sangue –tanto fisicamente simile, con gli stessi capelli rossi e occhi chiari, quanto diversa caratterialmente–, Athena Ferguson. No, no, non c’era nessun filo rosso a legarli.
Katherine esitò ancora un attimo. Il tempo di raccogliere tutto il carisma e la diplomazia che aveva. Sapeva, come Rose si era premurata di ricordarle fino alla nausea, che il destino dei prossimi mesi giaceva nelle sue mani. Al ché, si fece coraggio, strinse un po’ di più la cinghia della borsa a tracolla e si avviò verso di loro. Passo deciso ma non troppo veloce. Mento alto ma sorriso amichevole. Schiena dritta ma senza impettirsi. Doveva sembrare pacifica e disposta al dialogo. La chiave di tutto era lì: nel sembrare innocui agli occhi dei predatori più pericolosi. Ce la poteva fare.
«Guardate chi arriva!» fu la voce sprezzante e divertita di Ivan ad accoglierla «È Cavendwarf»
Anche gli altri si accorsero di lei. Cassandra Deveraux le rivolse un’occhiata annoiata, pungendole la pelle con i suoi splendidi occhi azzurri, e poi tornò a parlare con Roxanne, che invece le sorrise apertamente.
«Suvvia, Vanja» lo rimproverò bonariamente Samael «Ti pare il modo di accogliere le scimmie volanti di James?»
«Non lo ascoltare Kat» Lily scoccò al ragazzo uno sguardo di rimprovero «Nessuno ti chiama più così da una vita. Ivan vuole solo fare il simpatico»
Kat si morse la lingua e sorrise, mandando giù la risposta che già aveva sulle labbra. Doveva sembrare pacifica. E il pacifismo non comportava il suo sarcasmo velenoso. «Ma no, non c’è problema» disse, invece «In fondo qua siamo tutti amici, no?»
Cassandra aggrottò la fronte, come a dire “no, per niente”, e Lily si affrettò a riempire il vuoto che già si stava creando «Allora, Kat, qual buon vento ti porta?»
«Ecco…» pausa scenica, espressione triste e sospiro stanco, una combo che non fallisce mai «Sono venuta a parlare della situazione di Grifondoro»
I grandi occhi scuri di Roxanne si spostarono tra lei e gli altri «La cosa?»
«Forse dovremmo discuterne solo fra Grifon–»
«Non se ne parla» la interruppe Samael, con lo stesso tono autoritario che aveva assunto l’altro giorno «Qui non facciamo razzismi di Casa, Cavendish. Ciò che dici a me, puoi dire a loro. Non preoccuparti, però» soggiunse, con una traccia di derisione nella voce «capisco cosa intendi. La questione è talmente ridicola che le altre Case non dovrebbero sapere che Grifondoro si spacca in due per una tale idiozia»
«Mi sembra giusto» anche se no, no, no, non le sembrava giusto per niente. I panni sporchi si lavano in Casa. Letteralmente. «Allora chiariamoci» fermezza e diplomazia e mezze verità «Ho parlato con gli altri, senza James. Tutti nella torre pensano che dovresti chiedergli scusa»
Lily accavallò le gambe e aggrottò la fronte «E perché dovrebbe?»
«Perché ha esagerato» rispose candidamente Kat «Ha sbagliato nei modi ed è stato troppo rude nei confronti di un ragazzo che ha appena perso la sua fidanzata–»
«E che pretende che noi indaghiamo sulla sua morte a nostro rischio e pericolo» la interruppe Ivan «Sam ha solo espresso l’opinione di tutti: ammettilo, neanche tu volevi giocare col fuoco per quella troia di Ashley Selwyn»
«Il punto non è questo» provò a intervenire Katherine.
«Mi sono trovata nella vostra stessa situazione» gli occhi di tutti puntarono, come calamite, su Cassandra, che aveva appena gettato a terra la cicca della sua Merit Slim «Anche nella mia Casa, un paio di ragazzi volevano che tutti indagassero sulla morte sospetta di Selwyn perché “era una nostra compagna”. Naturalmente» aggiunse «era un’idea assurda e quasi tutti si sono rifiutati. Non stento a credere che i Grifondoro si siano voluti tener lontani da questa faccenda»
«E poi cosa ci sarebbe da indagare?» Roxanne sembrava genuinamente confusa «La MacGranitt ha detto che è stato un tragico incidente e che non abbiamo nulla da temere. Tra l’altro, se ci fosse davvero un’emergenza avrebbero chiamato il Dipartimento Auror»
Athena scosse la testa «Se la morte di Selwyn è stata accidentale, allora io sono astemia»
«Concordo. Dovete per lo meno ammettere che la sua morte è sospetta» replicò invece Ivan «L’anno scorso aveva mezza Hogwarts ai suoi piedi: a farle i compiti e pettinarle i capelli e pulirle il culo. Quest’anno non fa neanche in tempo a scendere dall’Espresso che è già morta?» scosse la testa con vigore «No, qualcosa non va»
«Per me» Lily arricciò il naso ricoperto di efelidi «è chiarissimo cosa sia successo. Deve essere venuta a conoscenza di un segreto particolarmente scabroso, o magari ha giocato con l’ardemonio e ora ne ha finalmente pagato le conseguenze. Sì, lo so» sbuffò «“era una ragazzina”. Lo erano anche tutti quelli che prendeva di mira e che sfruttava fino all’osso. Eppure questo non l’ha fermata»
«Non si può certo dire che non si sia tirata addosso qualunque cosa sia successo» la appoggiò Athena «Non voglio dire che se l’è meritato, ma… insomma, tutti sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa, per quanto sbagliato»
«Sapete cosa?» Samael si alzò dal gradino e scese fino ad affiancarsi a Katherine «La vera domanda non è come sia morta o se è giusto che sia morta. Quelle sono questioni che lasciamo al giornalino scolastico e ai pettegolezzi accanto al camino. L’unica, grande questione è» e c’era qualcosa di magnetico in lui, nel modo in cui la brezza gli accarezzava i ricci ramati e i suoi occhi oltremare scavavano sotto la pelle della gente; tutti, alcuni loro malgrado, pendevano dalle sue labbra «a noi, cosa importa?»
«Mon Dieu, Samael» Cassandra gli rivolse un sorriso quasi affettuoso, mentre riallacciava il cravattino verde-argento «sei talmente teatrale. Resterei davvero ad ascoltarti parlare per tutto il giorno, per tutta la notte se fosse necessario. Ma purtroppo io non ho tempo per giocare. Ho alcune ricerche da sbrigare in biblioteca, quindi tolgo il disturbo»
«Me ne vado anch’io» la seguì subito Athena «Le contrattazioni diplomatiche le lascio al mio fratello acquisito»
Samael le rivolse quel sorriso un po’ omicida e un po’ affettuoso che riservava per pochi eletti e forse avrebbe detto qualcosa, ma non ce ne fu il tempo.
«Aspettate» Roxanne stava raccattando malamente tutti i suoi libri «vengo con voi. Devo fare un tema su un certo autore francese per babbanologia… Boucher? Bourier?»
«Baudelaire?» suggerì Athena.
«Sì, quello!» esclamò il prefetto Tassorosso «E voi due mi sarete più utile di tutto lo scompartimento di letteratura babbana della nostra biblioteca» si rivolse brevemente al resto del gruppo e piegò le labbra in un sorriso apologetico «Scusate se vi abbandoniamo così e, mi raccomando, fate pace. Di qualunque cosa si tratti, fate pace»
«Va bene, mamma» Cassandra la tirò per una mano «Penso che tu abbia fatto abbastanza ramanzine sulla pace domestica, per il momento. È tempo di mettersi a studiare»
Roxanne si imbronciò, ma ignorò la risata cristallina di Athena e si lasciò trascinar via dal cortile volentieri. Era chiaro che tutta quella situazione di guerra civile tra i Grifondoro la metteva a disagio. Come avrebbe potuto non farlo? Nella sua Casa, certe cose erano impensabili. Non tanto perché i Tassi fossero santi e i Grifoni no, ma per il semplice fatto che tra tutti i Tassorosso c’era un profondo legame di fratellanza e davano troppo valore a quell’amicizia ancestrale e genuina per stropicciarla con faide tanto inutili. Per non parlare del fatto che, naturalmente, i Tassi avevano più buon senso di tutte le altre Case messe insieme e sapevano quanto dannoso potesse essere il conflitto inutile.
D’altra parte, però, non erano fatti suoi –come le ripeteva, sempre e comunque, Cassandra–. Se i Grifoni avevano voglia di lacerarsi dall’interno, che lo facessero pure. L’importante era assicurarsi che i loro amici avessero sempre un porto sicuro in cui rifugiarsi, nel caso –ora molto probabile– che la Torre di Grifondoro diventasse un campo di battaglia.
Le trattative, in effetti, andavano di male in peggio.
«Non sto dicendo» Katherine Cavendish, per la prima volta in sedici anni, iniziava a testare i limiti della sua pazienza «che dobbiamo assecondare James e fare i piccoli investigatori. Nessuno ti sta rimproverando di aver parlato a nome di Grifondoro, anzi, te ne siamo grati. Ciò che invece crediamo che tu abbia sbagliato è quel che hai detto dopo»
«Quindi stai dicendo che Sam non avrebbe dovuto contraddire James, è così?» a questo punto, invece, Ivan si limitava a sputare sarcasmo, senza neanche provare a conversare civilmente «Lui può pretendere che noi ci uniamo alla sua crociata immaginaria, ma noi non possiamo assolutamente ferire i suoi sentimenti da adolescente confuso? Fanculo Potter e fanculo anche tu se la pensi così»
«So che mio fratello esercita un certo ascendente sulle persone» intervenne Lily «ma tutta questa storia è assurda. Perché non chiede lui scusa per essersi comportato da stronzo?»
«Ragazzi, per piacere!» Kat trasse un sospiro stanco e aggrottò la fronte «Siate ragionevoli. Samael. Tu hai detto a James che balleresti volentieri sulla tomba della sua fidanzata morta!» la sua bella voce flautata trasudava esasperazione «Come fai a dire di non aver esagerato!? Non ti chiedo di calpestare il tuo orgoglio da leone o di ingoiarlo. Ti sto supplicando, a nome di tutta la Torre Grifondoro, di riconciliarti con Jim. Pensateci, tutti» un attimo di pausa, per poi proseguire con più enfasi «se il triumvirato si spezza in questo modo, la Torre di Grifondoro cadrà nel caos completo. Siamo una Casa di teste calde, è la verità, e per questo abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi. Ma se le persone che rispettiamo e di cui ci fidiamo si pugnalano alle spalle e saltano l’uno al collo degli altri» e in quel momento la sua sincera preoccupazione le si leggeva sul viso «quest’anno sarà una catastrofe sotto qualsiasi punto di vista! Samael, fai il primo passo e ti prometto che James si impegnerà a fare i prossimi centomila. Ma, ti prego, fai il primo»
Per qualche secondo, nessuno replicò, e sembrò che fossero giunti a un punto di svolta.
Ovviamente, era un’illusione.
«Sai qual è il problema, Canvendish?» Samael si ravvivò i capelli con una mano e le sue belle labbra si piegarono in una smorfia annoiata «Al momento, la pace non mi interessa. In realtà, potrei anche divertirmi in tutto il caos che ci aspetta e forse, beh, forse ho soltanto voglia di divertirmi»
«Tu hai voglia di– cosa?» Kat sgranò gli occhi azzurri.
«Devi sapere che ho passato gli ultimi tre mesi» e lo sguardo di Apollo si rabbuiò visibilmente «a elemosinare le attenzioni di un uomo che non mi ama abbastanza e fingere di essere a mio agio in un ambiente che mi soffoca. Ora che sono a casa e sono libero di essere ciò che sono davvero, non ho intenzione di piegarmi ai capricci di Potter»
«Lo stesso vale per il resto di noi» gli fece eco Lily «James è mio fratello e tengo molto a lui, ma è convinto di essere il re della sua Casa e crede che tutti noi siamo suoi vassalli. È ora che capisca che non lo si può accontentare sempre e che deve imparare ad affrontare la realtà»
«E poi» soggiunse Ivan, sotto un sorriso beffardo «Sam ha ragione. La pace non è poi così interessante»
«Concordo» il suddetto Sam annuì, svogliato «Torna da me quando avrai da offrire qualcosa di più interessante della pace»
«E sarebbe?» la stessa nota di esasperazione vibrava forte nella voce di Kat. Ma che ne sapeva lei, di ciò che Sua Signoria Samael Greengrass riteneva interessante? Si costrinse comunque ad abbassare la voce, dato che il cortile iniziava a popolarsi «Perché non mi dici semplicemente cosa vuoi? Se smetti di fare il misterioso e arrivi al dunque, possiamo trovare un accordo più facilmente. Potremmo addirittura risolvere la faccenda qui e ora e domani tutti i Grifondoro di Hogwarts sarebbero felici e contenti e non costretti a schierarsi nella guerra tra te, Ivan e Jim. Non trovi che sarebbe una cosa super interessante? Non trovi che valga la pena esseri chiari e– Samael?» si rese conto in quel momento che il suo interlocutore stava facendo ben altro che ascoltarla «Samael, ma che fai?»
«Guardo qualcosa di interessante» fu la risposta sibillina di lui, che aveva gli occhi puntati sull’altro lato del cortile.
«Cos’è?» Ivan scoppiò a ridere «Hai visto una bella ragazza?»
«Meglio, meglio» replicò lui, con lo stesso divertimento nella voce «Ho visto un bel ragazzo»
Lily alzò gli occhi al cielo, ma non poté sopprimere un sorriso. Tutta quella situazione, per quanto stressante, aveva dei risvolti positivi. Nonostante la morte di Ashley e tutto il dramma che si era scatenato nella Torre di Grifondoro, Hogwarts era ancora Hogwarts e in tutto, anche sotto quella luce così nuova, si percepivano le tracce di normalità. Samael era ancora Samael, con quel sorriso da pervertito e le peggiori battute da rimorchio della storia. Ivan era lo stesso vecchio Ivan, col cravattino slacciato e le mani nelle tasche dei pantaloni, a rischio e pericolo di cadere dalle scale a ogni occasione. E anche lei era la medesima Lily di sempre, la Potter ribelle che non ne voleva sapere di seguire le orme né del primo né del secondo fratello.
«Allora, chi è?» Ivan, stravaccato com’era sulla scala, non si sarebbe alzato neanche sotto imperio, ma questo non gli impediva di voler ficcanasare «Almeno descrivilo»
«Alto, bruno, gran bel culo, possibilmente Corvonero» iniziò a snocciolare in risposta, mentre il suo sguardo seguiva un punto indefinito «Va dall’ala ovest a quella est, quindi potrebbe star andando alla Torre di Corvonero. O forse solo in biblioteca. Meglio così. Mi piacciono quelli intelligenti e, mein Gott, l’ho già detto che ha un culo celestiale?»
Lily soffocò una risata «Sì, ma se ne senti il bisogno puoi ripeterlo una terza volta»
«Ragazzi miei, ho trovato qualcosa da fare» annunciò, quindi, con un sorriso sornione «o qualcuno da farmi, se devo essere preciso»
«Dannazione, Sam» Kat gli scoccò uno sguardo scandalizzato «da quando sei così perverso?»
«E tu da quando sei così pudica?» replicò prontamente Apollo, senza staccare gli occhi dal ragazzo che, a momenti, sarebbe sparito nel corridoio interno «Tra l’altro, l’hai visto quello?»
«Certo che l’ho visto!» lo rimbeccò lei, piccata «Quello, quel tipo che stai praticamente spogliando con gli occhi,» e il Caposcuola inarcò le sopracciglia alla nota di rabbia e disgusto nella voce di lei «è mio fratello
Silenzio. Per un magico, meraviglioso attimo ci fu silenzio. Ivan pressava le labbra in una linea sottile, come a impedirsi di ridere. Lily sembrava ancora più divertita. Samael la fissava in completa confusione. Poi aggrottò la fronte e calpestò la cicca della sigaretta con un piede. Sul volto aveva un broncio infantile «E perché non me l’hai mai presentato?»
Per tutta risposta, Kat si diede una manata in fronte.
Quella era ufficialmente una causa persa. Con che faccia si sarebbe presentata a sera nella torre, dovendo raccontare agli altri del suo più completo fallimento? Non solo Samael e Ivan non avevano deciso di seppellire l’ascia di guerra, ma non avevano neanche intenzione di farlo! E se avesse solo aggravato la situazione, presentandosi da loro con la sua diplomazia spiccia e alcuni fallimentari trucchetti psicologici? Magari, però, l’insuccesso della missione significava che avrebbe potuto schiantare Ivan. Così forse avrebbe smesso di ridere tanto sguaiatamente.
«Facciamo così, Cavendish» ora che Ivan si era in qualche modo ripreso dalla sua crisi di risa, anche Sam aveva l’aria un po’ più seria, un po’ più matura «Facciamo così. Tu metti una buona parola con tuo fratello e io faccio pace con Potter»
«A me pare un patto equo» commentò Carrow subito dopo, in un’alzata di spalle.
Kat sgranò nuovamente gli occhi. Valeva così poco, per tutti e due, la tranquillità della propria Casa? Valeva un appuntamento –che, già prevedeva, sarebbe finito in tragedia– con un ragazzo visto di sfuggita in cortile? E come diavolo era possibile che quei due fossero i leader di Grifondoro?
Lily intanto rimaneva muta e osservava. Dannazione, no. La fissava. Con quei suoi grandi occhi verdi da gatta. E lei era già abbastanza nervosa di suo. Dopo quasi un quarto d’ora di inutile contrattazione, finalmente nasceva uno spiraglio di luce che era costretta a soffocare. Non poteva mica barattare suo fratello per la pace nella Torre di Grifondoro. O forse sì? Forse non era questione di volere ma di dovere. In fondo, lo stava sacrificando per una grande causa, per un –com’è che lo chiamava Grindelwald? Oh, sì– un bene superiore. Magari a Samael e Ivan non fregava nulla di cosa succedesse sotto il proprio stesso tetto, ma a lei sì. Non poteva sopportare, come tanti altri, di vivere nella perenne tensione che si era creata nel triumvirato Grifondoro perché sapeva che, automaticamente, quella tensione si sarebbe rovesciata su tutti i loro compagni e avrebbe spezzato la magia che era la loro Casa. Quindi sì, forse ne valeva la pena.
Non stava mica stipulando un contratto matrimoniale; doveva semplicemente convincere suo fratello a uscire per una sera con quell’egomaniaco di Greengrass. Giusto un paio d’ore. Anche di meno, davvero. Il tempo di gettargli un drink addosso e ferire il suo orgoglio da Don Giovanni. Poi poteva anche andarsene.
Conoscendo Cal, non l’avrebbe presa bene.
Conoscendo Cal, l’avrebbe cruciata.
Ma conoscendo se stessa, l’avrebbe fatto comunque.
«E va bene» cedette, alla fine «ma ti farò sapere io, tu limitati a non guardarlo come un maniaco e ti assicuro che arriverà anche a rivolgerti la parola»
«Aye aye, captain» il sorriso sulle labbra di Samael diventava sempre più predatorio; e più lui sorrideva, più lei sentiva di essersi già pentita «Entro domani sera, la guerra civile di Grifondoro sarà finita con un armistizio. Ora io e le mie truppe battiamo in ritirata. Tra poco c’è la riunione con i prefetti e la mia adorata collega Weasley»
Gli altri due dovettero capire che era tempo di andare, perché Lily raccolse le sue cose nella sacca e Ivan si alzò baldanzosamente dalle scalinate. Samael, dal canto suo, si lisciò le pieghe della camicia e le rivolse un ultimo cenno di saluto. E mentre Apollo e Dioniso sfilavano via, ognuno con un braccio attorno alle spalle minute di Lily Potter, Kat ebbe proprio l’impressione di aver appena concluso un patto con il diavolo.
Ma soprattutto, ora come convinceva suo fratello a uscire con Samael Greengrass?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autore
Ed eccomi qui, all’una di notte e con una linea wifi più instabile della mia psiche.
Vi chiedo scusa per questo ritardo e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ancora una volta, come penso avrete notato, non ho inserito tutti i personaggi e ce ne sono alcuni –molti– che non sono ancora apparsi effettivamente. Questo particolare è dato non dai favoritismi, anzi. Vi prego di capire che la mia scelta avventata di prendere ben diciassette OC sta avendo determinate ripercussioni. Una di queste è che, a meno che non voglia stravolgere le vostre povere testoline con una caterva di nomi e informazioni personali, devo andarci piano e presentarvene un poco alla volta. In questi primi capitoli, per esempio, stiamo conoscendo per bene la situazione di Grifondoro e ora abbiamo introdotto anche i Corvonero. Nel prossimo capitolo, che ho quasi pronto e pubblicherò la prossima settimana, conosceremo meglio i Serpeverde e i Tassorosso –purtroppo ancora rilegati nel loro angolino– e il gruppo Grifondoro di Potter. Successivamente li vedremo interagire tutti quanti. Lo so che come filo narrativa è un po’ lento, ma fidatevi. Avrete bisogno di tutto il tempo possibile per assimilare i vari personaggi e devo necessariamente introdurli tutti prima di far tornare in scena Alpha.
Detto ciò, vi ringrazio tantissimo per il supporto e mi auguro che questo capitoletto vi sia piaciuto ;)
 
 
ventoneicapelli
   
 
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