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Autore: Believer98    16/09/2019    1 recensioni
Storia nata per rimediare alla severità di zia Row con Draco e i Serpeverde.
Serie di tre storie, ognuna dedicata a un anno di Draco ad Hogwarts. Questa prima è dedicata al suo quinto anno. Seguiranno "Draco Malfoy e L'Ordine del Basilisco", e infine "Draco Malfoy e il Segreto di Salazar Serpeverde".
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Dove gli eroi non sono i protagonisti, dove i Serpeverde non sono quello che sembrano.
Dove non esiste il "ragazzo cattivo" ma esistono persone che vagano fra il nero e il bianco, nessuno è totalmente bianco e altrettanto nessuno è completamente nero (eccetto Voldemort, il male assoluto).
Dove Draco inizia a ricordare i dettagli più oscuri del suo passato, un passato che credeva di aver rimosso.
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DracoxGinny
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Serpeverde, Sorelle Black | Coppie: Bill/Fleur, Draco/Ginny, Harry/Luna, Ron/Hermione, Severus/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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10. Manovre pericolose



Se c’era una cosa che non divertiva affatto Draco e Blaise a Hogwarts, quella era Cura delle Creature Magiche. Draco soprattutto, dopo il terzo anno, aveva iniziato a diffidare di quella materia più di qualsiasi altra.
Le creature del Mondo magico erano incontrollabili, difficili da gestire e inoltre lui non ci andava particolarmente d’accordo. Fierobecco era un semplice esempio, ma poco casualmente Draco non possedeva animaletti domestici.
Blaise, invece, non li sopportava affatto gli animali, era allergico ai gatti e aveva iniziato una crociata contro il gufo rumoroso di Theo.
Solo il moro del trio, appunto, aveva con sé un animale domestico. O meglio un compagno ingombrante, come Draco amava definire Semola, il gufetto nero di Theodore.
‘Non voglio vedere il tuo gufo svolazzare dentro il dormitorio’ borbottò Blaise, una buona mattinata, contro il suo compagno di stanza. Theo si limitò a far entrare Semola in camera quando Blaise non era presente.
‘Se non vedrà, non ne soffrirà’ aveva spiegato a Draco con una scrollata di spalle.
Quella mattina in particolare i Serpeverde del quinto anno e i Corvonero dello stesso, erano a una lezione della Caporal, che spesso e ultimamente sostituiva il gretto Hagrid.
La professoressa insegnava di creature rare, come gli unicorni, e di quelle in via di estinzione, soffermandosi sulle cause di ucciderne uno.
« C’è sempre un incantesimo che potete applicare per difendervi da una creatura, non ricorrete mai direttamente alle Maledizioni Senza Perdono. Di base non vogliono farvi male, spesso cercano semplicemente di difendersi. Ricordate: ogni creatura può essere gestita o respinta con qualche incantesimo. »
« Come i mollicci che hanno il Riddikulus? » domandò Joe Grey, uno studente Serpeverde con Draco non aveva molta confidenza.
« Non è che puoi fare molto altro con un molliccio, di certo non puoi ucciderlo » replicò immediatamente Theodore.
Joe gli lanciò un’occhiataccia. « Cosa ne sai tu? »
« Nulla, è solo il più intelligente di noi » intervenne Draco, in difesa di Theo, che gli lanciò uno sguardo stupito, ma anche grato. Come sempre era seduto accanto a lui, vicinissimo sulle panche nella grande aula scelto come spazio di lezione, in vista del clima freddo che incombeva fuori dal castello.
La professoressa Caporal riprese la parola nel bel mezzo della discussione e, ovviamente, diede ragione a Theodore. « Il signor Nott ha ragione. Puoi uccidere i fantasmi, signor Grey? » domandò e, quando Joe non accennò a una risposta, aggiunse: « Proprio come pensavo. Mollicci, fantasmi, dissennatori … Non posso assolutamente essere uccisi. Tuttavia, posso farvi una domanda interessante a riguardo. C’è un incantesimo che funziona contro due di loro, compreso il molliccio. Quale? »
Subito gli studenti capirono che una risposta giusta avrebbe comportato almeno dieci punti alla propria Casa e quindi si impegnarono a riflettere. Theo già temeva che avrebbe risposto un Corvonero, non c’era solo menti brillanti in Serpeverde, ma anche teste come quella di Joe Grey e di Millicent Bulstrode. Per non parlare di Tiger e Goyle. Tuttavia Draco alzò il braccio per primo, con aria di sufficienza.
La professoressa lo autorizzò a parlare con un gesto della mano. « Signor Malfoy. »
« Il Pietrificus Totalus funziona sui fantasmi e presumo sui mollicci » affermò, il tono annoiato. Theodore e Blaise sorrisero, Pansy gli lanciò uno sguardo confuso. « Il secondo anno, cara mia, il fantasma pietrificato dal Basilisco » si affrettò a spiegare Draco. Pansy ricordò e, a bocca aperta, annuì come un pesce lesso.
Theo, invece, continuò a fissare Draco: la sua attenzione e la sua memoria non smettevano mai di stupirlo. Anche quando fingeva superiorità e forzata partecipazione, in realtà faceva più collegamenti degli altri. La sua mente funzionava così.
« Dieci punti a Serpeverde » annunciò la Caporal, lasciando intuire che quella data dal biondo era la risposta corretta. I Serpeverde esultarono immediatamente, compreso Joe Grey, e Blaise diede un cinque a Draco.
« Allora che effetto fa una Maledizione che Uccide su questi esseri? Gli rimbalza addosso? » continuò a domandare un meticoloso Corvonero mentre prendeva appunti.
« Riguardo ai fantasmi, beh mi sembra abbastanza ovvio che li attraversi. Riguardo ai mollicci è difficile da dire, dato che non sono pericolosi e il Riddikulus è ormai diffuso da tanti anni. L’impatto può farli indietreggiare e cadere suppongo, ma, come per i fantasmi e i dissennatori, non li ucciderà. Comunque mi sembra che siamo usciti un tantino dagli argomenti della mia materia, questa è competenza dei docenti di Difesa, non mia. »
« Tanto facciamo solo teoria con quella megera di Difesa » borbottò quello stesso studente Corvonero. La Caporal fece finta di non sentire, mentre Daphne e Millicent si prepararono a riferire quelle offese alla Umbridge.

 

Più tardi il trio Serpeverde con Pansy si apprestò a uscire dal castello, dirigendosi al campo di Quidditch dove avrebbero incontrato Montague. Il capitano della squadra aveva chiesto di vederli per una qualche comunicazione, ma comunque i giovani Serpeverde non erano preoccupati, pensando che non si trattava di una gravità.
Usciti dalle mura scolastiche vennero azzannati dalle braccia fredde della mattinata invernale. La via andava facendosi sempre più rada di alberi e il campo di Quidditch si estendeva imponente dinanzi ai ragazzi, tutti coperti per bene. La sera prima aveva nevicato e il cielo era grigio sulle loro teste.
« Oggi Cura non è stata una lezione tanto noiosa » suggerì Blaise, che solitamente odiava quella materia scolastica.
« Sì, perché ci siamo avvicinati ad argomenti di Difesa » replicò Theodore.
Difesa. Quella che una volta era Difesa, o meglio. Questa considerazione fece tornare in mente a Draco un pensiero della serata precedente. « Vi manca il lato pratico della materia? »
Theo si fermò per qualche secondo, poi riprese a camminare dietro ai propri amici. « Il Corvonero di poco fa ti ci ha fatto pensare, o è stata quella Weasley? » domandò, il tono che cercava invano di nascondere una sorta di nervosismo.
Draco non riuscì a rispondere, non da subito. Il pensiero di Ginny, della sera prima, gli tornò prepotentemente in testa. Aveva cercato di non pensarci sin da quando, il mattino seguente, aveva aperto gli occhi e ora, grazie a una parola di Theodore, tutto inutile. Il ricordo delle labbra, quella sensazione piacevole, il calore che li aveva alimentati, rendendoli irragionevoli e incontrollati. Non riusciva ancora a crederci di essere arrivato a tanto, anzi si sentì frastornato, mentre camminava tra i suoi amici che di quella storia non sapevano niente e non avrebbero mai dovuto saperne.
Devo dimenticare e soprattutto devo fare ammenda, pensò. Suo padre lo avrebbe gettato giù da un ponte, seguendolo a sua volta, piuttosto che accettare che il suo unico figlio avesse baciato una Weasley, figlia dell’acerrimo nemico Arthur Weasley.
Il problema per Draco era che non aveva pensato un secondo ai natali di Ginevra, prima e durante il bacio. Quelle preoccupazioni erano arrivate solo dopo, ovviamente quando era ormai troppo tardi.
« Io vorrei imparare a schiantare bene » ammise Pansy, sotto gli occhi stupiti dei suoi amici. Subito si affrettò a spiegarsi. « Stiamo collaborando con un membro del Ministero, il che è fantastico e potrebbe aprirci molte strade, ma in uno scontro faccia a faccia sarei sconfitta. Potrei farmi battere persino da un Grifondoro più piccolo, il che sarebbe davvero umiliante. »
I ragazzi non replicarono. Pansy aveva ragione, c’era poco da aggiungere.
« Non avete anche voi questa sensazione? La sensazione che dovremmo impegnarci di più in questi periodi bui? » chiese Blaise, prima di incontrare gli occhi scettici di Draco. Il biondo aveva un ghigno sulla faccia, come se fosse pronto a dirne una delle sue e Blaise capì che stava per prenderlo in giro. « Non azzardarti, Draco! So che vuoi fare una battuta sarcastica perché io non studio molto. »
« Oh no, come ci sei arrivato? » domandò ironicamente il suo migliore amico.
Pansy e Theodore scoppiarono a ridere, mentre Blaise scosse la testa e mise il muso. Solitamente era lui il comico della scena, ma diventava abbastanza permaloso quando gli altri si prendevano gioco di lui.
« Non stai neanche in ansia per gli esami e parli d’impegno » constatò Theo.
« Se non la finite mi sentirò libero di colpirvi in testa con qualcosa di pesante. Ripetutamente. » L’affermazione di Blaise era così poco minacciosa che finì per suscitare maggior ilarità da parte degli amici, tra cui Pansy si piegò in due dalle risate. « Sapete cosa? Non parlerò mai più seriamente. In pasto a un drago chi di voi mi chiederà di essere più serio. »
Quello scambio di battute goliardico fu interrotto da Montague, il capitano che camminava nella loro direzione. Passeggiando e scherzando, infatti, il gruppo di amici era arrivato accanto agli spalti nel vasto campo di Quidditch. Quella volta gli allenamenti erano stati riservati ai Grifondoro e in effetti molti di loro si stavano volando, e tanti mantelli rossi si libravano in aria.
« Perché ci volevi qui? »
« Ottima domanda, cara Pansy, ma inutile. Sai benissimo che siamo qui a causa tua. »
« Oh no, non l’hai ancora recuperato? »
« Recuperato cosa? » intervenne Draco che non riusciva a capire cosa fosse accaduto.
Montague sospirò e si accinse a spiegare: « Ieri ho affidato un compito a Pansy, ovvero quello di seguire i gemelli Weasley per scoprire quando organizzassero le loro riunioni segrete. Il problema è che questa signorina è stata abbastanza sciocca da seguirli negli spogliatoi dei Grifondoro, dove ha perso la sua spilla. »
« Li hai seguiti negli spogliatoi? » domandò Blaise, scandalizzato dal comportamento della sua amica.
« Il problema non è questo » sbottò Pansy, agitata a causa degli sguardi infuriati che ora puntavano a lei.
« No infatti, il problema è che hai perso un oggetto magico in cui sono registrati i nostri piani » replicò Draco. « Capisci che se finisce nelle mani di un Grifondoro scoprono il nostro ultimo programma? »
Blaise sbuffò e si lamentò: « Andiamo, Pansy. Già ci seminavano alla grande senza il tuo aiuto! »
La ragazza si sentiva davvero messa alle strette. « Possiamo dire alla Umbridge che abbiamo perso una spilla! »
« Sì, diglielo tu » obbiettò Theodore, il tono tranquillo di chi sa già cosa fare. « Secondo me è meglio se ora strisci negli spogliatoi e cerchi di recuperare ciò che hai perso. »
« Ecco perché siamo qui » asserì Montague, in accordo con il suggerimento di Theodore.
Pansy roteò gli occhi e si ribellò con ogni mezzo, anche se alla fine fu costretta a cedere e, fingendo disinvoltura, si diresse verso il luogo prestabilito.
Draco camminò sulla fresca erba del campo, tenendosi vicino alle tribune, dato che a lui era stato dato il compito di controllare i Grifondoro. In caso qualcuno di loro si fosse accorto di Pansy, lui avrebbe fatto un cenno a Theo, che a sua volta avrebbe avvertito Blaise e Montague con una falsa tosse.
Il capitano e Blaise iniziarono a passeggiare attorno al campo, caratterizzati da una finta e innaturale nonchalance che Draco trovò ridicola. Loro erano il diversivo. In caso qualcuno si fosse minimamente accorto di Pansy, sotto ordine di Draco, i due avrebbero iniziato una falsa rissa tra di loro, una semplice distrazione.
Il giovane Malfoy si limitò a tenere d’occhio i Grifondoro, quando ne notò una e rimase paralizzato. Ginny Weasley era su una scopa e indossava una divisa rossa e oro, adornata dallo stemma della sua Casa; aveva i capelli rossi sciolti, liberi di sferzare il vento. Il polso sinistro sembrava già stare meglio dato che non era più fasciato. Ora Ginny cercava disperatamente di afferrare il boccino prima di Cho Chang, che evidentemente si era prestata per dare una mano ai Grifondoro negli allenamenti. Le innamorate di Potter in competizione, pensò Draco amaramente.
San Potter e i gemelli Weasley erano stati banditi dalla squadra proprio quella mattina, eppure erano ancora sulle tribune a fare il tifo per i compagni. Ora Harry Potter sollevava un braccio, incitando Ginny a prendere il boccino prima di Chang. Che fastidioso, si disse Draco.
Non molto lontani da loro sedevano Neville Paciock e Luna Lovegood; il primo sollevava gli occhi da un libro di Erbologia solo quando sentiva esultare, Luna invece osservava chiaramente Ginny e ogni tanto sorrideva ad Harry.
Infine, sugli spalti dello stadio, c’era anche qualche Serpeverde: precisamente Astoria e due amiche sue, impegnate a ridere e a prendere in giro i giocatori di turno.
« Brava, Ginny » gridò Katie Bell, deconcentrandosi solo un attimo dalla Pluffa, prima di tornare a inseguire Angelina Johnson come un mastino.
La rossa si era portata in vantaggio su Cho, che ora era un paio di metri alle sue spalle, e ora doveva solo raggiungere il boccino. Poteva farcela, Draco ne era certo.
« Draco » gridò improvvisamente qualcuno dalle tribune, e il Serpeverde si voltò, salvo notare che si trattava semplicemente di Astoria. La ragazza si era alzata in piedi e ora sventolava una mano nella sua direzione. Draco ricambiò il saluto, anche se ora gli occhi di Astoria erano tornati ai giocatori di Quidditch. Adesso la Serpeverde sorrideva vittoriosa e il biondo impiegò un poco a capirne il motivo.
Quando cercò Ginny, rimase quasi a bocca aperta.
La ragazza non era più in vantaggio, anzi era stata superata di gran lunga da Cho, mentre Harry Potter si disperava con le mani in testa. Draco non riusciva a capire … come diavolo era successo? Ginevra era palesemente a buon punto prima che lui si voltasse.
Tuttavia lei non sembrò arrendersi, invece spronò ancora di più e si librò a gran velocità in alto. Il boccino provò a ingannare entrambe e a tornare indietro attraverso il basso, ma Ginny fu più furba e con uno slancio gli fu addosso. Non ci volle molto prima che lo prendesse e lo sollevasse con aria vittoriosa, sotto gli applausi gioiosi dei compagni. Persino Neville, sentendo il baccano, lasciò andare il proprio libro di Erbologia e applaudì.
Ginny sorrise soddisfatta e atterrò fino a toccare il campo con i piedi. Effettivamente il punto di atterraggio non era tanto distante da un certo Serpeverde.
« Cho Chang meritava di prendere il pallino » gridò Astoria, alle spalle di Draco, scendendo gli ultimi gradini fino a raggiungere il campo. Ora lei e Ginny si guardavano in cagnesco e Draco era esattamente in mezzo a quella linea di fuoco.
Ginevra non si lasciò sfuggire il piacere di replicare, ignorando il ragazzo che stava in mezzo alla loro traiettoria. « Lascia che ti dia un’informazione dato che non capisci niente, oca giuliva. Quello si chiama boccino e lo prende il più veloce, non il più meritevole. »
Astoria, riconoscendo il palese errore, si stizzì ancora di più. « Non importa, tanto resti comunque una pezzente traditrice del tuo sangue. »
« Prova a ripeterti, Miss Superficialità » sbottò Ginny, che ora camminava verso Astoria e, di conseguenza, verso Draco. I compagni Grifondoro che avevano iniziato a scendere dalle scope, o chiunque altro, erano troppo lontani per sentire.
« Sei una brutta … »
« Astoria » gridò Draco, agitato. Sia Astoria che Ginny sembrarono concentrarsi finalmente su di lui. Gli occhi della rossa erano insicuri, quelli della Serpeverde increduli. « Lascia perdere, non ne vale la pena » provò a buttarla lì, come se offendere Ginny non andava fatto perché era una perdita di tempo.
Le sue parole sembrarono convincere Astoria che si rilassò, mentre Ginevra non aveva alcun intenzione di mollare.
« Ecco, da bravo cagnolino » sibilò Ginny, voltandosi verso il lato opposto e andandosene via. Accanto a Draco, intanto, era atterrato uno dei Battitori Grifondoro.
« Ora ti faccio vedere io » mormorò Astoria, rossa come un peperone, e con un gesto veloce afferrò mazza e Bolide dalle mani del Battitore. Il Grifondoro provò a fermarla mentre Draco non fece in tempo a parlare; Astoria fu più veloce e, con un gesto fulmineo, scagliò il Bolide contro Ginny.
« Gin » urlò Katie, gettandosi addosso alla rossa e trascinandola con sé a terra. Il Bolide sfiorò solo la testa di Ginny, ma intanto successe il caos.
Grifondoro e Serpeverde si scagliarono a parole gli uni contro gli altri, Harry tratteneva Angelina che voleva lanciarsi contro Astoria, Montague era arrivato e aveva iniziato a difendere il proprio partito. Una massa di voci confuse.
Draco, invece, si voltò verso Ginny e si sentì stranamente sollevato costatando che lei stesse bene e non fosse ferita. Certo sembrava scossa, ma riuscì comunque a incrociare gli occhi grigi di lui, occhi che il giorno precedente – o meglio, notte precedente - aveva visto molto da vicino.
« Guardate chi abbiamo trovato nei nostri spogliatoi » gridò uno dei gemelli Weasley, spuntando alle spalle dei rissosi. Theo, accanto a Draco, si portò una mano sulla faccia alla vista di Pansy, presa e catturata.
« George, non farla scappare » ordinò quello che doveva essere Fred, mentre il suo gemello teneva stretta Pansy. Almeno, notò Draco, lei sembrava essersi riappropriata della spilla, oggetto che ora brillava sulla sua divisa scolastica. Almeno quello.
« Lasciami andare, idiota » sbraitava Pansy, contorcendosi come una matta. I suoi continui tentativi di liberarsi furono premiati, quando da brava Serpe, Pansy sgusciò via dalle braccia di George Weasley ed estrasse una bacchetta. « Stupeficium » gridò, puntandogliela addosso. II ragazzo, però, fu bravo a difendersi; tuttavia era impossibile non notare che il tentativo di schiantesimo si era dimostrato debole. Pansy non si sentiva abbastanza allenata e di conseguenza era incerta, esitante. « Expe … »
« Wingardium Leviosa » replicò Fred Weasley e la mora finì sospesa per aria. I Grifondoro iniziarono a ridere e i Serpeverde non fecero neanche in tempo a muovere un dito, dato che avvenne tutto troppo velocemente.
« Fatemi scendere, maledetti Weasley » gridava Pansy, e i gemelli obbedirono. Tuttavia non obbedirono grazie alla voce minacciosa della Serpeverde, ma grazie a Severus Piton che, alle spalle della mora, avanzava verso il gruppetto.
« Pansy … » sussurrò Blaise.
La ragazza, che non aveva visto arrivare Piton, si preparò a fare un nuovo tentativo. « Stupefi … » Prima ancora che potesse pronunciare il completo incantesimo, un mano picchiettò sulla sua spalla e Pansy si voltò, ritrovandosi faccia a faccia con il professore di Pozioni. Draco notò il pallore della poverina, che ora iniziava a balbettare scuse senza senso.
Severus rimase impassibile, come suo solito, e in maniera estremamente flemmatica mormorò: « 20 punti in meno a Grifondoro per aver iniziato, 10 punti in meno a Serpeverde. »
« Non è giusto », « Disparità » protestarono i gemelli Weasley.
« Come non è giusto che Silente si metta ad assegnare punti casuali a fine anno » replicò il professore, al che Draco e Blaise si lasciarono sfuggire una risatina. Ecco perché Draco adorava Severus. « Punizione per tutti e tre, domani sera nel mio studio. » Detto questo, il professore se ne andò, lasciando una Pansy furiosa a pugni stretti, arrabbiata sia con i Grifondoro sia con i propri amici.
Il grido successivo spaventò persino il Boccino in mano a Ginny e i Bolidi sul campo, tanto era acuto. « Oh, io vi odio, vi odio con tutto il mio cuore! »

Più tardi Draco e Blaise attraversarono i corridoi di Hogwarts, diretti alla biblioteca dove Theo li stava aspettando, quando il più alto citò gli avvenimenti di qualche ora prima.
« Santo Merlino, è una fortuna che Astoria non sia stata vista. Sarebbe stata messa in punizione a vita, altrimenti. » Draco non rispose e il migliore amico si insospettì. « Stai bene? »
« Sto meravigliosamente. »
« Non si direbbe dato che lì fuori non hai detto una parola, neanche un’offesa a Potter » osservò Blaise, confuso. « Insomma, non è da te. »
« Inizi anche tu come Theo? »
« Theo pretende che tu confessi, io non pretendo nulla. »
« Non so cosa dovrei confessare, tutto qui. » In realtà Draco ci stava pensando agli eventi del campo. Astoria avrebbe potuto ferire gravemente Ginny, quindi meritava di essere punita, ma lui non poteva fare la spia e mettere in pericolo gli interessi della propria Casa. Il che sarebbe stato davvero da ridicolo, insomma una mossa da sciocchi. Se solo avesse potuto fare qualcosa senza subire conseguenze in quanto Serpeverde ... Certo, ma come? Come se una risposta fosse caduta dalle stelle, il professore Piton sbucò da un angolo e camminò nella loro direzione. « Aspettami » sussurrò Draco, lasciando Blaise lì e avvicinandosi al proprio padrino. « Severus, posso parlarti un minuto? »
Il professore si fermò e annuì: « Certamente. »
« Non qui, però. »

Quella sera a cena c’era profumo di patate e tacchino a tavola nella Sala Grande, e Ron era pronto a fare piazza pulita di tutto. Così, mentre Hermione, Harry, Ginny e suo fratello entravano nella Sala, Hermione pregò Ron di contenersi e di lasciare qualcosa anche agli altri, in nome della buona educazione che gli era stata impartita da sua madre Molly.
Ginny era due passi indietro a loro, che discuteva con Harry della prossima partita di Quidditch, quando un silenzioso Severus Piton si avvicinò a lei. « Signorina Weasley » salutò, mettendo tutti e quattro i ragazzi in panico.
« Ho fatto qualcosa, professore? » domandò Ginny, con aria apprensiva. Cercò di ricordare qualsiasi errore o effrazione commessi negli ultimi giorni, qualcosa di punibile … Tuttavia non c’era niente. Negli ultimi tempi, a parte Esercito di Silente, era stata davvero brava, una tranquilla e diligente studentessa che si apprestava a superare il suo quarto anno illesa.
« Mi è stato riferimento da fonte anonima che oggi c’è stato un incidente a tuo pericolo nel campo di Quidditch, posso capire meglio? »
Ginny rimase a bocca aperte, le braccia immobili lungo i fianchi. Non sapeva cosa dire. Non aveva pensato di accusare Astoria perché non aveva avuto il tempo materiale per farlo. Comunque ora si stava presentando un’occasione d’oro: confessare e far mettere in punizione una delle due esaltate Greengrass. « Sono stata attaccata da Astoria Greengrass, lei mi ha … mi ha quasi colpita con un Bolide. »
« Che cosa? » domandò Ron, il tono isterico, siccome del pomeriggio passato non aveva saputo ancora nulla. Hermione si portò una mano sulla faccia: aveva detto a Ginny che Ron ne sarebbe venuto a conoscenza prima o poi. La piccola Weasley comunque cercava solo di non allarmare i suoi fratelli, di rassicurarli. Non voleva essere un peso, un motivo di fastidio. Ricordava benissimo il suo primo anno e la Camera dei Segreti, la preoccupazione dei suoi genitori …
Ora, però, era attanagliata da un dubbio, una domanda. « Non capisco come vi sia arrivata questa voce, professore. » Piton rimase impassibile, anzi guardò Ginny con un cipiglio incerto e poi se ne andò, senza aggiungere altro. I ragazzi si scambiarono degli sguardi straniti ma, sotto incoraggiamento di un affamato Ron, si andarono a sedere. « Hai detto qualcosa Harry? » chiese Ginny, sempre più incuriosita da quella domanda.
Il Prescelto fece cenno di no con il capo. « No, io non ho detto nulla, sarà stato Neville » tagliò corto.
Hermione ridacchiò e si portò una mano sulla fronte. « Neville? Il nostro Neville? Lui ha paura anche dell’ombra di Piton. »
« Forse Fred e George » suggerì Ron, mentre iniziava a sbranare una coscia di tacchino come fosse un mastino.
« Non sanno cosa mi è successo, erano negli spogliatoi mentre Astoria mi attaccava. »
« Perché non chiedi a Katie e Angelina? Mi sembrano i tipi adatti » concluse Hermione, prima di servirsi con una porzione di patate.
La proposta sembrò intelligente e sensata, perché Herm era di base intelligente, tuttavia c’era una falla nella sua teoria che Ginny non si azzardò a sottolineare: se fosse dipeso dalle Grifondoro, quelle sarebbero corse dalla McGranitt, o in caso di necessità da Vitious, non di certo da Severus Piton.
Quando tutti furono abbastanza distratti da tornare a pensare ai propri affari e a mangiare, Ginny lasciò scorrere lentamente lo sguardo alle spalle di Harry, verso il tavolo dei Serpeverde.
Lì, dove un certo Draco Malfoy era ordinatamente seduto tra Blaise Zabini e Theodore Nott, e stava sghignazzando con Tiger e Goyle davanti a lui, finché i suoi occhi grigi non erano passati oltre alla spalla di Goyle incastrandosi in quelli marroni di Ginny. Aveva sentito lo sguardo della rossa su di sé sin da subito, anche se gli ci era voluto un po’ di tempo prima di decidersi a ricambiare.
Ginny si strofinò una mano sudata sulla gonna, dubbiosa sulla prossima mossa da fare. Possibile che fosse stato lui? Possibile che Draco Malfoy avesse ‘tradito’ una Serpeverde per lei?
Non poteva trattarsi di giustizia, i Serpeverde non avevano senso del dovere. Non di certo Draco.
Allora perché l’hai fatto? si domandò Ginny, tormentandosi alla ricerca di una risposta sensata. E perché mi hai baciata ieri sera?
Non riusciva a darsi una risposta da sola e, allo stesso tempo, non poteva parlarne con nessuno. Non con Neville, avrebbe dato di matto. Non con Luna, che capiva Ginny ma non avrebbe capito la gravità della situazione. Non con Hermione, lei si sarebbe preoccupata inutilmente, prima di correre a dirlo a Ron. Non era molto brava con i segreti, soprattutto se veniva messa sotto pressione. E poi solo il Creatore sapeva se Ron avrebbe retto un simile colpo.
Gli occhi di Ginny furono i primi a cedere e quindi cercarono un rifugio, lontano dalla faccia sicura e sfacciata del Serpeverde. Immancabilmente si soffermò su Katie, seduta poco più lontano.
Ecco qualcuno con cui sentiva di potersi confidare.


Angolo autrice:

Salve, come va? Tutto bene?
I pensieri di Ginny sul bacio non sono ancora arrivate, ma nel prossimo capitolo sarà il suo momento.
Ringrazio chi segue, preferisce o ricorda questa storia, sono felice di notare che siete aumentati nonostante le due settimane di attesa.
Ringrazio anche Mary Raven per le sue bellissime parole.
Come vi è sembrato questo capitolo? Il gesto di Draco per Ginny? Intanto Astoria inizia a ingelosirsi e non so se avete notato, ma Theo non sembra molto felice delle attenzioni di Draco nei confronti di Ginny. Poi c'è Severus che asseconda tutti i desideri del suo figlioccio e iniziamo a conoscere meglio anche Pansy.
Vi è piaciuto il capitolo? Comunicatemi eventuali errori o miglioramenti.
A presto, xo

  
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