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Autore: nutellah    18/09/2019    8 recensioni
[ storia ad oc | iscrizioni aperte | AU ]
Quando dei borsisti sono ammessi ad una delle Accademie più prestigiose del Giappone, lo scontro con i ricchi coetanei diventa inevitabile.
Dal testo:
[...]Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Gekkeiju Academy grazie ad una borsa di studio da noi offerta.
La Gekkeiju Academy è una delle più prestigiose Accademie nazionali, da sempre pioniera nell’ambito educativo giapponese; è, infatti, qui che sono stati formati i leader del passato e del presente e vengono attualmente formati i futuri leader del domani.
Come può immaginare, Lei è stato insignito di un’opportunità ineguagliabile di cui speriamo comprenda l’esclusività.[...]
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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♠ Gekkeiju Academy ♠

Quando si introduce una nuova specie in un ecosistema, lo altera sempre.
La nuova specie può devastare la flora e la fauna di un luogo, riprodursi all’infinito o provocare cambiamenti più sottili che finiscono per corrompere tutto.


 
L’inizio delle lezioni alla Gekkeiju Academy era normalmente previsto per le 08:30; tuttavia, Shindou Takuto era sicuro che, anticipandosi di mezz’ora, avrebbe sicuramente trovato la persona con cui intendeva parlare prima che la notizia dell’arrivo dei borsisti all’Accademia fosse stata resa pubblica. E, difatti, varcando il cancello dell’istituto qualche minuto prima delle otto, notò Miura Minori camminare lungo un viale del cortile della Gekkeiju Academy; rapidamente la raggiunse e la trattenne per un braccio.
«Dobbiamo parlare.» si limitò a dirle, notando il suo sguardo interrogativo. Si accomodarono su una delle panchine più nascoste del cortile e, brevemente, le raccontò quanto gli aveva detto sua madre la sera precedente.
Dopo averlo ascoltato in silenzio, Minori trasse un profondo respiro e, guardando verso il cancello d’ingresso dell’Accademia, si morse un labbro. «Cazzo.»
Takuto si limitò a mormorare un «Eh.» in risposta: così come si aspettava, la compagna condivideva le sue stesse emozioni.
«Potrebbe finire molto male, lo sai?» continuò la ragazza, voltandosi verso di lui ed iniziando ad attorcigliare una ciocca dei suoi lunghi capelli castani intorno all’indice destro.
«Sì, lo so.» confermò il compagno, allungando una mano verso la sua per impedirle di continuare a tormentarsi. «È per questo che vorrei che tu parlassi con Minamisawa-san ed i suoi amici.»
«Cristo, Takuto-kun, cosa cazzo posso dirgli?» sbottò Minori, alzando la voce. «Ha perso un fratello.»
Takuto rabbrividì ascoltando le ultime parole che la ragazza aveva proferito e ricordando ciò che era successo due anni prima. «Lo so. Ma forse tu puoi riuscire a calmarlo...» cercò di insistere, ma la ragazza lo bloccò subito.
«Takuto-kun, non puoi capire il dolore che ha colpito i Minamisawa.» sussurrò, scuotendo il capo. «Penso l’astio nei confronti dei borsisti non finirà mai.»
Il ragazzo sospirò, affranto. Minori aveva ragione: per quanto tutti, nei due anni precedenti, ci avessero provato, nessuno era mai riuscito a comprendere a pieno il dolore di Minamisawa Atsushi che, ad appena quindici anni, aveva perso il proprio fratello maggiore; l’unica persona che era riuscita a restare al suo fianco, nonostante tutto, era stata proprio Miura Minori che era passata dall’essere la sua migliore amica all’essere la sua fidanzata. Eppure, Shindou Takuto, che la conosceva da molto più tempo rispetto gli altri studenti della Gekkeiju Academy, sapeva che lei non poteva affatto condividere le idee di tutti coloro che, dopo la morte di Minamisawa Ichiro, avevano quasi dato vita a delle crociate contro i borsisti.
«Tu cosa ne pensi?» le domandò, rompendo il silenzio che si era creato.
Minori sorrise ironicamente. «Che importa?»
«Invece importa. Sei rappresentante degli studenti, i tuoi genitori sono membri del consiglio permanente accademico: il tuo parere conta più di quello di chiunque altro!» spiegò Takuto con veemenza.
La castana lo guardò in silenzio; sembrava sul punto di cedere quando poi, mordendosi un labbro, rispose freddamente: «Mi dispiace, Takuto-kun, ma non posso fare nulla. È morto un fottuto ragazzo.»
Il ragazzo si alzò e le si parò davanti. «Pensi che ignorare la situazione per salvare il culo al tuo ragazzo sia la cosa giusta?»
Minori imitò il suo gesto e scosse il capo. «Non voglio salvargli il culo, credimi.»
«Ed allora perché non hai detto la verità, quando è successo ciò che è successo?» domandò Takuto, consapevole di star toccando un tasto dolente.
«Ci sono cose che nessuno può capire.» rispose la ragazza dopo qualche secondo, restando immobile. «Questa è una di queste.»
«Stai parlando di un fottuto ragazzo morto, ti rendi conto di quel che dici? Coprire Minamisawa-san non ti porterà a niente!» continuò l’altro, avvicinandosi pericolosamente al suo volto. Due ragazzi che, di passaggio, si erano fermati ad osservarli, si dileguarono non appena Minori ebbe rivolto loro un’occhiata gelida; si allontanò dal compagno e, prendendo la propria borsa, si risistemò la divisa scolastica.
«Mi dispiace, Takuto-kun.» iniziò, con voce piatta. «Sono sicura che i nuovi ragazzi saranno tanto bravi quanto buoni, ma semplicemente non appartengono a questo ambiente. Noi ci difendiamo l’uno con l’altra, ci copriamo, abbiamo i nostri segreti. Siamo un ecosistema perfetto, non possiamo alterarlo di nuovo.»
Mentre faceva per allontanarsi, Takuto la trattenne per un braccio e si avvicinò al suo orecchio. «Anche in questo ecosistema perfetto, i nostri segreti non saranno al sicuro per sempre.».
L’improvviso suono della campanella indicò l’imminente inizio delle lezioni e la ragazza, con voce glaciale, gli sussurrò: «Ognuno prova a salvaguardarli quanto meglio riesce.»
Mentre si allontanava, si scontrò con Kirino Asami che, subito dopo, rivolse uno sguardo interrogativo a Takuto che si limitò a scrollare le spalle.
 
Lilian Bennet, docente d’inglese presso la Gekkeiju Academy, camminava lungo il corridoio dell’Accademia con due studenti al suo seguito. Il vice-direttore Fujita l’aveva convocata precedentemente quella mattina per comunicarle la novità riguardo l’arrivo di due borsisti nella classe dove avrebbe dovuto fare lezione alla prima ora e si era raccomandato con lei di placare qualsiasi cenno di malcontento. Una volta entrati in aula, il volto di Lilian si allargò in un sorriso di cortesia; ponendo le mani sulle spalle dei due nuovi studenti, spiegò: «Oggi in classe saranno con noi due nuovi studenti.»
I due studenti si accomodarono all’ultimo banco dell’aula, sfilando fra i banchi sotto lo sguardo indagatore della maggior parte dei presenti.
Lilian si sedette dietro la cattedra e, leggendo uno dei due documenti che il vice-direttore Fujita le aveva dato, continuò: «Prego, ragazzi, presentatevi. Kawakami Takeru?»
Un ragazzo alto e muscoloso dai capelli biondi raccolti in un codino dietro la nuca ed occhi verde muschio si alzò. «Ciao a tutti, io sono Kawakami Takeru. Ho origini americane, e quest’anno sono stato ammesso alla Gekkeiju Academy grazie ad una borsa di studio che mi è stata elargita dalla direttrice.»
Il silenzio calò sugli studenti, la maggior parte dei quali puntò gli occhi su Minamisawa Atsushi che, udendo le parole di Takeru, aveva rotto la matita che impugnava. «Non sapevo che l’Accademia avesse ripreso a fare la carità.»
Miura Minori, seduta al suo fianco, gli poggiò una mano sulla gamba e gliela strinse, cercando il suo sguardo; tuttavia, il ragazzo, rigirandosi fra le mani una metà della matita che aveva rotto, fissava il vuoto dinanzi a lui.
Lilian scosse il capo, in segno di disapprovazione. «Minamisawa-san, ti pregherei di evitare di esprimere certi pensieri ad alta voce. Per quanto io possa essere comprensiva nei tuoi confronti, dovrai contenerti, altrimenti sarò costretta ad allontanarti dall’aula.»
Minamisawa sorrise, con ironia. «Non c’è bisogno di scomodarsi Bennet-sensei.» rispose, alzandosi e raccogliendo le proprie cose. «Me ne andrò da solo.»
Minori cercò di trattenerlo per un polso ma il ragazzo, con irruenza, l’allontanò; la ragazza si risistemò al proprio posto e, imbarazzata, si rivolse alla docente: «Sono mortificata, Bennet-sensei. Sono sicura che Minamisawa-kun non intendesse mancarle di rispetto.»
«Miura-chan, non tocca a te fornirmi giustificazioni per il suo comportamento: tu non hai alcuna colpa. E, soprattutto, ti preoccupi troppo per cose di cui Minamisawa-san non si preoccupa.» rispose la donna con compostezza, per poi prendere il secondo documento che il vice-direttore Fujita le aveva lasciato. «Ad ogni modo, Carter James Thomas ancora non si è presentato.»
Il secondo ragazzo, da un volto quasi angelico, si alzò. «Buongiorno, mi chiamo James Thomas Carter. Io non sono un borsista, sono qui per uno scambio culturale.» spiegò, parlando con uno spiccato accento americano. «Provengo dagli Stati Uniti e sono venuto alla Gekkeiju Academy per approfondire lo studio del giapponese, visto che la mia ambizione è diventare un diplomatico.»
Terminate le presentazioni dei nuovi studenti, la lezione seguì il suo normale corso fino al suono della campanella, che ne sancì la fine; Lilian Bennet indicò agli studenti le pagine da cui studiare per la lezione successiva e si allontanò rapidamente dall’aula, diretta verso un’altra classe. Nell’aula, intanto, una ragazza dai lunghi capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo ed occhi azzurri si avvicinò al banco dove, poco prima della discussione, sedeva Minamisawa Atsushi.
«Ancora non l’ha superata?» domandò con voce bassa a Minori che, seduta al banco, era intenta a riporre il libro di inglese nella propria borsa; poco distante, Kurosawa Ryuunosuke osservava le due parlare.
«Tu riusciresti a superarla, Anja?» rispose questa freddamente, senza spostare lo sguardo dalla propria borsa.
La ragazza titubò qualche secondo, chiedendosi come si sarebbe sentita lei se avesse perso un ipotetico fratello. «No.» rispose infine, osservando la compagna prendendosi la testa fra le mani.
«Appunto.» mormorò, sospirando. «Dio, non so cosa fare.»
Uno dei due borsisti che, poco prima, si erano presentati si avvicinò alle due; le osservò per qualche secondo e, quando notò lo sguardo interrogativo di Anja, si rivolse a Minori. «Ciao, scusami, sei Miura Minori?»
L’interpellata non si mosse di un millimetro, incerta sul come comportarsi; alla fine, alzò il capo e, con quanta più calma possibile, disse: «Sì, hai bisogno di qualcosa?»
«Sono Kawakami Takeru .» iniziò il ragazzo. «La direttrice mi ha detto di parlare con te per porti alcune domande riguardo l’Accademia. Dovresti essere la rappresentante degli studenti.»
Minori si alzò rapidamente dal banco, raccogliendo le sue cose. «Mi dispiace, adesso non posso.»
«Ah.» sussurrò lui, deluso. «Va bene, quando possiamo parlare?»
La castana lanciò un’occhiata incerta ad Anja, che le rispose facendo spallucce. «Okay, facciamo così, questa sera puoi passare a casa mia per le otto.»
Takeru prese il bigliettino che la castana gli stava porgendo sul quale, con calligrafia elegante, aveva scritto l’indirizzo di casa sua. «Grazie.»
Minori gli si avvicinò e prese lui ed Anja per un polso. «Mi raccomando, però: nessuno deve saperlo. È un segreto fra noi tre.»
Ryuunosuke, seduto due banchi dietro di loro, sorrise malizioso: aveva ascoltato tutta la discussione e, di certo, a Minamisawa Atsushi non sarebbe piaciuto sapere ciò che, quella sera, sarebbe successo.
 
Elinor Lancaster maledisse mentalmente Miura Minori per averla scelta come sua rappresentante sostituta: se certe volte si rivelava utile esserlo per poter uscire anticipatamente dalle lezioni – per organizzare chissà quale evento -, di certo non lo era quando toccava mostrare la scuola ai nuovi arrivati; e siccome, questa volta, gli arrivati erano tantissimi, non poteva occuparsi di tutto Minori da sola, pertanto sia lei che Shirami Lisi erano state tirate in causa. Le due ragazze, insieme al nuovo studente della Gekkeiju Academy, camminavano lungo i corridoi dell’istituto spiegandogli come funzionavano le cose lì.
«Ad essere onesti, m’interessa poco dell’istituto.» disse all’improvviso il ragazzo, che si chiamava Kariya Masaki. Elinor lo guardò, indispettita.
«Magari avresti potuto dirlo prima.» commentò, pungente, spostando una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio destro. Il ragazzo fece spallucce.
«Hai parlato così tanto che ad un certo punto temevo che interrompendoti saresti andata in cortocircuito.» rispose. Lisi poggiò una mano sulla spalla della compagna, cercando di trattenere lo scatto d’ira che stava per avere.
La ragazza dalla chioma fulva trasse un profondo respiro. «Dimmi un po’: immagino tu non abbia avuto di certo una borsa di studio per merito.»
«Cosa ti cambia?» domandò Masaki, con aria di sfida. «In quest’Accademia l’unica cosa che conta, per voi, è quanto pieno sia il conto in banca.»
«Ti sbagli di grosso.» fece Lisi, parlando per la prima volta da quando era iniziato il tour della scuola.
«Ah, sì?» continuò l’azzurro, con veemenza. «Allora come si spiega il fatto che mezzo istituto evita noi borsisti come se fossimo degli appestati?»
Elinor e Lisi si scambiarono un’occhiata incerta: non potevano negare l’evidenza.
 
Kuroda Ryou stava camminando lungo i corridoi della Gekkeiju Academy quando, da una finestra, scorse un volto a lui nuovo fumare nei pressi di una panchina all’esterno. Uscì rapidamente dall’istituto e raggiunse quella che scoprì essere una ragazza dal volto costellato di lentiggini e dai capelli biondi tenuti corti sopra le spalle.
«Sai che è vietato fumare negli ambienti scolastici?» le domandò, sarcastico.
La ragazza si voltò a guardarlo, mostrando due occhi rosa contornati da lunghissime ciglia. «Sai che è cattiva educazione disturbare una persona che fuma?»
Ryou sorrise, prendendo un pacchetto di sigarette dalla propria tasca ed estraendone una. «Hai da accendere?»
«Sì, prendi.» rispose la ragazza, porgendogli l’accendino che portava in borsa. Notando che l’occhio sinistro del ragazzo aveva l’iride completamente nera, domandò: «Di’ un po’, cos’è successo al tuo occhio?»
Ryou si accese la sigaretta e, dopo aver aspirato, rispose semplicemente: «Una rissa finita male.»
La bionda lo guardò, impressionata. «Ah, però, allora anche la bourgeoisie si macchia di qualche peccato!»
«Immagino tu sia una borsista.» disse il ragazzo, soffiando fuori il fumo. Non poté fare a meno di notare che la divisa della ragazza fosse ben più corta e scollata rispetto a quella delle sue compagne.
«Immagino tu non lo sia.» lo imitò la ragazza, portandosi la sigaretta alla bocca ed osservandolo.
«Indovinato. Come ti chiami?» le domandò Ryou, sedendosi sulla panchina che li affiancava.
«Asazaki Megumi.» rispose la ragazza. «Puoi chiamarmi Megumin. E tu?»
«Kuroda Ryou.» rispose l’altro.
Megumi spense la sigaretta e la gettò in un cestino, per poi sedersi accanto a lui. «Kuroda-kun, allora, con quale di questi snob hai fatto a botte?»
Ryou sorrise, stuzzicato dall’idea di litigare con qualcuno dell’Accademia. «Nessuno di loro. È una storia vecchia.»
Megumi gli rivolse una finta occhiata stupita, per poi voltarsi a guardare i ragazzi che passavano e, di nascosto, la osservavano. «Ah, che strano. Ho visto qualcuno che sembra proprio fare la corte ai miei pugni.»
«Se vuoi mantenere la tua borsa di studio, ti consiglio di non cedere alle avances, allora.» si raccomandò il ragazzo.
Megumi tacque qualche secondo, lusingata dalle attenzioni che i passanti le stavano rivolgendo; poi, si rivolse al compagno, con curiosità. «Fammi un po’ capire, Kuroda-kun. Che problema hanno con i borsisti?»
«Non hai mai sentito parlare dello scandalo di due anni fa?» le chiese Ryou, fingendo di gettare la sigaretta per assicurarsi che nessuno stesse passato.
«Non che io ricordi.» ammise la ragazza, prendendo dalla propria borsa uno specchietto e del lip gloss; mentre il compagno parlava, iniziò a sistemarsi il trucco che si era rovinato fumando.
«Beh, per fartela breve un borsista è stato accusato dell’omicidio di uno studente dell’Accademia.» spiegò brevemente Ryou, incrociando le braccia al petto.
Megumi  unì le labbra fra loro per distribuire uniformemente il lip gloss, per poi far schioccare le labbra. «Mi sembra davvero un’ottima motivazione per depennare tutti i borsisti dalla lista dei buoni.» commentò, ironicamente.
«All’inizio non era così, fidati. Conosci Miura Minori?» le chiese poi il compagno.
«Dovrei?» chiese la bionda, specchiandosi. Una volta finito, ripose tutto nella borsa e tornò a concentrarsi sulla discussione.
«È la rappresentante degli studenti. Ed i suoi genitori sono membri del consiglio permanente accademico.» spiegò Ryou.
«Oh no, non ho avuto il piacere di conoscerla.» fece la compagna, facendo spallucce.
«Beh, in ogni caso, il ragazzo che è morto era fratello del suo fidanzato.» continuò il ragazzo. «Di conseguenza, i suoi genitori hanno fatto pressione affinché fossero revocate tutte le borse di studio elargite fino ad allora.»
«Bella stronza.» commentò Megumi.
«Non giudicarla. Non l’ha voluto lei.» si affrettò a chiarire Ryou: sapeva benissimo quanto quella decisione non fosse stata voluta da Minori e quanto questa avesse lottato contro tutti per evitarlo.
«Era rappresentante degli studenti, no? Avrebbe dovuto far valere i diritti di tutti.» insistette la bionda, con aria dura. Il ragazzo riuscì a stento a spiegarle che al tempo ancora non lo era, che Megumi prontamente ribatté: «Ciò non toglie che avrebbe potuto cambiare le cose da quando lo è diventata.»
Ryou sospirò: era difficile far capire le varie sfaccettature di una situazione così delicata ad una persona che non aveva avuto niente a che fare con ciò che era successo. «Ed inimicarsi il suo stesso ragazzo? Sogni troppo.»
«Pff. Beh, allora bisogna cambiare un po’ di cose, qui.» cominciò la bionda, alzandosi dalla panchina e prendendo la propria borsa. «D’ora in avanti lei non sarà più rappresentante degli studenti, sarà rappresentante della bourgeoisie.»
Il compagno la imitò, seguendola lungo il cortile verso l’ingresso dell’istituto. «Fammi indovinare: e tu sarai rappresentante dei borsisti?»
Megumi sorrise. «Esattamente.»           
 
 

Angolo dell'autrice.
hello bitchesss.
Come va? Mi dispiace avervi fatto aspettare molto per il capitolo ma sono stata leggermente occupata.
Dunque... che ve ne pare? Ho soddisfatto le vostre aspettative?
Come potete notare, non ho dedicato molto tempo ad ogni oc. Immagino possiate capire che, avendone molti, non riesco ad approfondire tantissimo ogni oc; però, parlando di un capitolo introduttivo, immagino di aver dedicato sufficiente tempo a tutti.
Giusto per chiarire, ecco i vari oc:
Miura Minori è la mia oc;
Elinor Lancaster e Kawakami Takeru sono gli oc di Angel Foster;
Anja Jurevna Kotova è l'oc di Aiko_Miura_36;
Asazaki Megumi è l'oc di Gayzelle;
Kirino Asami è l'oc di Alix04;
Lilian Bennet è l'oc di darkblue_moon;
Kurosawa Ryuunosuke è l'oc di devilecho__;
Kuroda Ryou è l'oc di _Eclipse;
Shirami Lisi è l'oc di _Farye_;
James Thomas Carter è l'oc di _itsbea .
Come potete notare, per i nomi giapponesi utilizzo il cognome prima del nome, mentre per i nomi europei no: ve lo dico, in modo da evitare confusione.
Adesso vado, spero di poter aggiornare quanto prima. Un abbraccio!
Michela

 
   
 
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