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Autore: sihu    29/07/2009    14 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 43
DAL PARCO DEL CASTELLO ALL’INFERMERIA


Hermione, Ron e Ginny correvano nel parco guardandosi freneticamente intorno. Potevano vedere in lontananza gli anelli del campo da Quidditch, e poco lontano da loro c’era la casa di Hagrid ma di Harry nessuna traccia.
“Pensate sia stata una buona idea?” chiese Hermione con un tono insicuro che non era da lei, normalmente così sicura di sé e decisa. Gli ultimi avvenimenti erano davvero assurdi. In poche ore il loro mondo era crollato, Harry era sparito e i malandrini erano furibondi. Non avevano avuto nemmeno il tempo per assorbire il colpo che le cose erano cambiate nuovamente, i Malandrini sembravano pentiti e avevano deciso di aiutarli a trovare Harry per avere le loro risposte. In quel momento anche loro erano nel parco o nella foresta e sapevano che Harry era il figlio di Lily e James.
“Io dico di si. Che ti prende Hermione? Non è da te avere tutti questi dubbi.” disse Ginny con un tono rassicurante. L’agitazione di prima sembrava quasi scomparsa, una vocina dentro di lei le diceva di stare tranquilla e che Harry di trovava a pochi metri da lei. Sarebbe andato a finire tutto bene, lo sapeva.
“Non lo so, ho paura che Harry se la prenda con noi.” rispose Hermione guardando in basso. Aveva fatto bene a rivelare un segreto così importante, anche se a fin di bene?
“Tranquilla, non abbiamo fatto nulla di male.” mormorò dolcemente Ron. Capiva le paure di Hermione ma era certo che Harry avrebbe capito. Certo, forse all’inizio sarebbe andato su tutte le furie e avrebbe urlato ma poi avrebbe capito.
“A parte raccontare tutto ai suoi genitori..” osservò Hermione mestamente. Si sentiva una pessima amica e sentirsi dire che lo aveva fatto solo per il bene di Harry non aiutava per nulla a farla stare meglio.
“Abbiamo detto loro la verità, nulla più. Non abbiamo svelato i segreti del futuro.” considerò Ginny. Hermione annui con poca convinzione.
“Vedrai che Harry la prenderà bene. La cosa che lo preoccupava di più era dire a James e Lily che è loro figlio.” disse Ron sicuro. Era certo che Harry sarebbe stato sollevato, la sua più grande paura era rivelare la verità ai suoi genitori e leggere delusione sui loro volti.
“Quindi pensi che sarà sollevato?” chiese Hermione incerta.
“Diciamo che avrà una cosa in meno a cui pensare e che i Malandrini ora sono molto più ben disposti verso di noi.” rispose Ron. Ginny guardò i due sorridendo, era strano vedere Ron nella parte di quello maturo e riflessivo ed Hermione confusa e insicura. Il mondo doveva aver preso a girare al contrario.
“Già, decisamente non ci considerano più imbroglioni, truffatori e quant’altro.” concluse Hermione un po’ più sollevata.
“Almeno una cosa buona c’è, sempre che riusciamo a trovare Harry.” disse Ginny guardandosi attorno in modo frenetico. Qualcosa dentro di lei le diceva che Harry era lì, a pochi passi da loro. Lo avvertiva chiaramente. Non erano i suoi poteri a dirglielo ma il suo cuore e Ginny era certa che non si stava sbagliando.
Nel frattempo i Malandrini erano ormai vicini alla Stamberga, luogo a loro caro e teatro di notti di luna piena al limite della follia. La foresta proibita ormai non aveva quasi più segreti per loro, la conoscevano palmo a palmo. Quante notti a rincorrersi, a ridere felici e spensierati senza pensare ai rischi che stavano correndo. Molte volte avevano quasi rischiato di finire male ma la fortuna non li aveva mai abbandonati.
“Ecco, laggiù c’è il platano e la Stamberga.” disse James indicando un grosso albero che si contorceva frenetico. Chi lo vedeva per la prima volta rimaneva sempre impressionato da quel grosso albero. James Potter rimase impassibile, per nulla turbato.
“Va bene, io entro a dare un’occhiata, voi guardate qui intorno.” rispose Remus. Con un colpo di bacchetta premette un punto sul tronco e il grosso albero si immobilizzò all’improvviso. Remus ne approfittò per infilarsi nel tunnel che portava alla Stamberga. Una volta arrivato trovò tutto esattamente come lo avevano lasciato l’ultima volta, di Harry nessuna traccia. Si soffermò a cercare segni del passaggio di qualcuno ma non avvertì nulla.
“Mi trasformo così riuscirò a fiutarlo.” esclamò Sirius deciso. James annuì mentre l’amico prendeva le sembianze di un grosso cane nero che prese immediatamente a fiutare l’aria.
Poco lontano da loro, Hermione, Ron e Ginny continuavano a farsi domande mentre cercavano il loro amico.
“Sarà alla Stamberga?” chiese Ginny, forse più a se stessa che agli altri.
“Non lo so.” rispose Hermione. Ormai non aveva più certezze, solo brutti presentimenti. Ron era il solo a credere che avrebbero trovato Harry nel parco o nella foresta.
“Forse sarebbe stato meglio fare gruppi misti e non lasciare i Malandrini da soli.” disse Ginny guardandosi attorno frenetica sperando d vedere comparire i capelli perennemente spettinati di Harry.
“Non c’era tempo per le discussioni.” rispose Ron. Tutto era successo così in fretta, non c’era stato tempo per fare gruppi. Inoltre i Malandrini avevano bisogno di rimanere uniti per poter discutere delle novità appena apprese.
“Si, ma secondo te come la prende Harry se lo trovano loro e James gli urla figliolo ti voglio bene?” chiese Hermione con una vena ironica. Tutti e tre immaginarono la scena e nessuno riuscì a trattenere un sorriso. Ginny ipotizzò che in quel caso Harry sarebbe stato colpito da infarto fulminante.
“Eddai ragazze, sono sicuro che se lo trovano loro useranno molto tatto.” rispose Ron scuotendo la testa, cercando di cacciare via quella visione. Non c’era tempo per scherzare, doveva trovare il suo migliore amico.
“Spero.” sospirò Ginny cercando di pensare in positivo.

[poco più in là nella foresta..]

Harry aveva perso il senso del tempo. Ormai non ricordava più da quanto tempo era lì, se da pochi minuti o molte ore. Non sapeva che ora fosse. Si sentiva molto debole, non aveva nemmeno le forze per alzarsi. Doveva tornare al castello, dai suoi amici, dai suoi genitori, dai Malandrini..
Doveva spiegare, doveva dire loro tutto, ma non ne aveva la forze. Con le ultime forze cercò di afferrare la bacchetta per evocare un Patronus con il quale mandare loro un messaggio. Avrebbe detto loro dove si trovava, che aveva fatto un idiozia e che ora stava male e loro sarebbero arrivati. Non voleva più mentire, voleva rimanere in questo tempo, salvare le persone che amava dal loro triste destino e sopra ogni altra cosa desiderava perdersi nell’abbraccio di sua madre. Doveva farcela, bastava fare l’incantesimo.
Improvvisamente la bacchetta gli cadde di mano e tutto divenne nero. Prima di perdere i sensi Harry pensò a Ginny.

***

“Nulla nella Stamberga.” rispose Remus deluso tornando dagli amici. Da come ne parlavano i ragazzi sembrava che quello fosse il posto avrebbero trovato Harry.
“Nulla nemmeno qui intorno.” sospirò James all’amico. Remus cercò Sirius con lo sguardo e non di stupì di vederlo nella sua forma canina. Sirius correva qua e là, ancora trasformato in cane. Improvvisamente si bloccò, iniziò ad annusare l’aria e a scodinzolare frenetico.
“Sirius? Ma che gli prende ora?” esclamò Remus stupito da quel comportamento insolito. Normalmente quando si trasformava era docile e mansueto mentre.
“Sembra che ha visto qualcosa.” rispose James guardandosi attorno. Sirius alzò la testa verso il suo migliore amico e abbaiò deciso. Nell’aria sentiva chiaramente un odore familiare, molto simile a quello di James. Era certamente Harry, doveva solo capire dove fosse. Remus e James si scambiarono un’occhiata confusa, poi Sirius iniziò a correre.
“Harry!” esclamò Remus indicando un punto lontano verso il quale stava correndo il loro amico. Senza perdere tempo James lanciò delle scintille colorate in aria per segnalare agli altri la loro posizione.
“Ma cosa..” mormorò Ron indicando le scintille. Hermione le guardò e capì che stava succedendo.
“Corriamo!” esclamò Ginny precipitandosi verso i Malandrini. Dovevano averlo trovato, quella era l’unica spiegazione per quelle scintille. Il punto segnalato non era lontano e i ragazzi lo raggiunsero in pochi minuti.
“Eccolo! È sdraiato nell’erba.“ urlò Sirius appena ebbe ripreso la sua forma umana.
“Ragazzi, laggiù.” disse James indicando a Hermione, Ron e Ginny il punto il cui si trovava Sirius. Vicino a lui c’era un ragazzo sdraiato inerme nell’erba.
“Muoviamoci.” urlò Hermione correndo come non aveva mai fatto in vita sua. Harry era a terra e non si muoveva, non era normale.
“Harry, rispondi! Forza amico, mi senti?” mormorò Ron scuotendo piano l’amico. Harry non si muoveva, stava semplicemente sdraiato nell’erba. Per qualche istante Ron temette il peggio, poi si accorse che il suo migliore amico respirava ancora.
“Oh mio dio, come sta?”chiese James spaventato guardando quel ragazzo immobile.
“È svenuto e ha la febbre molto alta ma sta bene.” disse Remus tranquillizzando i presenti. Il battito era accelerato e il respiro affannoso, probabilmente era stato nell’erba sotto l’acqua per ore fino a che non aveva perso i sensi.
“Dobbiamo portarlo in infermeria prima che congeli.” esclamò Hermione, ritrovando improvvisamente il suo sangue freddo e riprendendo in mano la situazione. Gli altri presenti annuirono, quasi increduli di averlo trovato per davvero.
“Tieni, mettigli addosso il mio mantello.” disse Sirius avvolgendo Harry nel suo mantello.
In poco tempo portarono Harry in infermeria e avvertirono Lily che si precipitò lì con il piccolo Teddy tra le braccia. L’infermiera chiuse la porta alle sue spalle e intimò loro di aspettare borbottando che era da pazzi addormentarsi all’aperto sotto una pioggia così forte. I ragazzi sospirarono e si prepararono ad aspettare.
Il tempo sembrava passare molto più lento del normale, facendo impazzire tutti i presenti che aspettavano fiduciosi notizie di Harry. Ginny sedeva immobile, senza dire nulla e fissando il vuoto di fronte a lei. Lily era seduta di fianco a lei e di tanto in tanto sospirava. Ron ed Hermione si sentivano impotenti e quell’attesa li snervava. Entrambi pensavano al passato, a tutte le volte che Harry era stato in infermeria. Anche se gli era capitato di peggio non erano mai stati così preoccupati per lui.
 James era seduto per terra a pochi passi da loro e sembrava perso in chissà quali pensieri. Sirius ogni tanto lo guardava cercando inutilmente qualcosa da dire che potesse aiutare James a stare meglio. Remus poteva capire James, se fosse successa una cosa del genere a Teddy anche lui sarebbe stato nelle stesse condizioni dell’amico.
Tutto quel silenzio e quella tensione stava facendo impazzire Sirius, che decise di fare quattro passi. Come Ron ed Hermione si sentiva impotente, ormai tutto era nelle mani dell’infermiera. Tutto quello che era successo aveva dell’incredibile, era semplicemente impensabile. Sirius sospirò guardando fuori da una finestra.
“Sei preoccupato?” chiese una voce che proveniva dalle spalle del ragazzo. Sirius era stupito e curioso allo stesso tempo, non aveva mai sentito quella voce.
“Un po’, un mio amico è in infermeria.” rispose voltandosi per vedere chi aveva parlato. Di fronte a lui c’era la ragazza più strana che aveva mai visto. Bionda, con grandi occhi di  colori diversi e con addosso un bizzarro vestito blu e verde con degli strani fronzoli.
“Capisco. Sai che quando piove nascono le fate?” chiese ancora lei sorridendo.
“Ah si?” disse Sirius stupito dalle parole senza senso della ragazza.
“Certo!” disse lei sorridendo. Sirius la fissò incuriosito. Era del tutto fuori luogo, sia per il modo di vestire sia per le assurdità che stava dicendo ma qualcosa in lei lo colpì.
“Ma la pioggia non è pericolosa?” chiese Sirius cercando di capire chi fosse quella strana ragazza. Di certo non aveva mai parlato con lei altrimenti se ne sarebbe ricordato.
“No, per loro è più dannoso il sole. Hai mai visto una fata al sole?” esclamò ridendo lei. La sua risata era cristallina e contagiosa e alleviò un poco la tensione di Sirius. Non sapeva chi fosse ma quella ragazza gli faceva bene. Era la prima cosa bella che gli capitava in quella strana e assurda giornata.
“Io a dire il vero non ho mai visto nemmeno una fata.” ammise Sirius sorridendo a sua volta. Quella era decisamente la conversazione più strana che aveva fatto da quanto era al castello. Era tutto così assurdo.
“Non mi dire che sei uno di quelli che pensano che le fate non esistano..” mormorò lei facendosi seria tutto d’un tratto. Sembrava quasi offesa dal fatto che esistesse qualcuno che mettesse in dubbio l’esistenza delle fate.
“E tu sei una di quelle che ci crede?” chiese lui inclinando la testa di lato. La parte razionale del suo cervello gli suggeriva che la ragazza fosse pazza ma era proprio la sua pazzia a renderla così interessante. Il suo sguardo, così particolare era magnetico.
“Io le ho viste.. “ disse lei seria.
“Mi stai prendendo in giro?”chiese Sirius fissandola stranito.
“No, mi hanno anche parlato.”continuò lei decisa.
“Che ti hanno detto?” chiese Sirius sempre più confuso da quella strana conversazione.
“Non lo so, non capisco mica la loro lingua. Domani se piove ancora vado a cercarle.” rispose lei guardando sorridendo fuori dalla finestra la pioggia che scendeva ancora.
“Posso venire con te? Cosi se ci sono le vedrò anche io.” chiese lui stupito da se stesso. Non sapeva perché aveva detto una cosa del genere, gli era venuto spontaneo.
“Va bene. A domani allora.” rispose lei allontanandosi camminando all’indietro canticchiando una filastrocca incomprensibile.
“Aspetta, non so il tuo nome.” chiese Sirius inseguendola per qualche passo.
“Nemmeno io conosco il tuo, a domani.” mormorò lei saltellando su un piede solo.
Sirius rimase lì da solo a guardare il vuoto dove prima c’era quella strana ragazza. Non gli era mai capitato di uscire con una ragazza di cui non conosceva il nome. Improvvisamente Sirius si rese conto che non sapeva nemmeno quando o dove si sarebbero dovuti incontrare. Il ragazzo sospirò.
“Sirius, si può sapere con chi parlavi?” chiese Remus arrivando alle spalle dell’amico e facendolo sobbalzare. Sirius imprecò silenziosamente. Era possibile che tutti gli arrivavano alle spalle?
“Non ne ho idea. Come sta Harry?” rispose Sirius accantonando la strana ragazza e tornando a preoccuparsi per il suo figlioccio.
“Non si sa ancora.” sospirò Remus. I due rimasero un po’ in silenzio, poi vennero raggiunti da tutti gli altri.
“Allora?” chiese Sirius impaziente a una massa di persone che borbottava indignata.
“Sta riposando, l’infermiera ci ha cacciati.“ sospirò Lily delusa. Remus si lasciò scappare un sospiro di sollievo. Se stava riposando voleva dire che stava bene e che il pericolo era passato.
“Non lascia entrare proprio nessuno! Noi siamo i suoi genitori!” esclamò James stizzito.
“Scommetto che se glielo dici non ti crede.” commentò Ron facendo ridere tutti i presenti.
“E quindi che si fa?” chiese Remus guardando verso Hermione e Ginny che si scambiavano occhiate di intesa.
“Facciamo finta di andarcene, aspettiamo che vada a dormire e poi andiamo da Harry.” esclamò Ginny strizzando un occhio ai presenti. Sirius e James ancora una volta si stupirono di come sapeva essere malandrina la dolce Ginny.
I ragazzi rimasero a parlare a bassa voce per un po’, fino a che non sentirono l’infermiera ritirarsi nelle sue stanze. Non appena non sentirono più la donna muoversi entrarono in infermeria, stando attenti a fare piano per non essere scoperti. Alla vista di Harry che dormiva James strinse forte la mano di Lily. Guardare suo figlio che si muoveva piano nel sono era la visione più bella che James avesse mai visto. Improvvisamente la sua vita trovava un senso nuovo. Sirius restò incantato fino che Remus non lo riscosse dai suoi pensieri appoggiandogli una mano sulla spalla. Quello che stavano guardando era il figlio del loro migliore amico, una sorta di piccolo James in miniatura. Era incredibile, improvvisamente le parole dei ragazzi che li avevano sconvolti solo qualche ora prima diventavano reali. I malandrini guardando Harry giurarono a loro stessi che non avrebbero permesso a nessuno di fargli del male.
“Harry, sei sveglio!” esclamò Ginny improvvisamente precipitandoci al fianco del suo ragazzo seguita a ruota da Hermione e Ron. I malandrini si tennero a distanza, quasi intimiditi da quel ragazzo così simile a James ma con quegli occhi così verdi. Visto dal vivo era ancora più somigliante a James che nella foto che avevano visto poco prima. Sulle prime Harry non si accorse nemmeno della presenza dei malandrini. Cercò di mettersi a sedere sul letto ma era ancora molto debole a causa della febbre.
“Credo di si.. Mi fa male la testa e sono un po’ intontito.” rispose Harry abbozzando un sorriso e cercando inutilmente di mettere a fuoco chi aveva intorno. Tutto gli appariva come una macchia indistinta.
“È la febbre, vedrai che presto andrà meglio.” rispose Hermione dolcemente passando gli occhiali all‘amico.
“Mi spiace avervi fatto preoccupare. Vi ho lasciato un sacco di problemi, anche con i Malandrini. Come sta Remus? Glielo avete detto vero che non è colpa sua..” iniziò Harry con espressione colpevole.
“Ma non stavi male? Che sono tutte queste chiacchere, lascia parlare noi..” lo zittì Sirius sorridendo. Si era avvicinato al letto di Harry trascinandosi dietro James ancora mezzo incantato a guardare suo figlio. Remus osservò che non James non aveva mai guardato nulla con quell’espressione incantata, nemmeno Lily o il suo adorato boccino d’oro.
“Sirius, vi ho mentito su una cosa importante..” iniziò Harry guardando negli occhi il suo padrino. Sirius gli strinse la mano per rassicurarlo. Quel semplice gesto ricordò ad Harry il suo Sirius e quel suo modo di fare che riusciva sempre a farlo stare bene. Al pensiero della persona a cui aveva voluto più bene al mondo gli occhi di Harry iniziarono a bruciare e il ragazzo dovette fare di tutto per impedire alle lacrime di bagnargli le guance.
“Lo so, ma non importa. Anche noi siamo stati stupidi e irruenti.” rispose Sirius quasi ipnotizzato da quello sguardo così verde e così simile a quello di Lily. Non gli aveva lasciato la mano.
“Non capite..” disse lui scuotendo la testa e cercando con lo sguardo sua madre, suo padre e Remus. Hermione, Ron e Ginny guardavano la scena senza dire nulla.
“Sappiamo tutto. Ci hanno informati i tuoi amici.” disse Lily dolcemente avvicinandosi al letto di Harry e prendendogli anche lei la mano.
“Tutto?” chiese Harry fissando sua madre intensamente. I presenti rimasero incantati nel vedere quei due sguardi di giada che si specchiavano l’uno nell’altro.
“Non proprio, diciamo che gli abbiamo detto solo i fatti principali.” spiegò Ron.
“Sappiamo che sei nostro figlio e ci basta.” disse James prendendo la parola.
“Meglio che vi abbiamo raccontato tutto loro. Io forse non avrei avuto il coraggio di parlarvi. Avevo paura di deludervi. Ma non volete sapere tutto il resto? Avrete un sacco di domande immagino.” mormorò piano Harry. Lily guardò James e sorrise. Remus alzò la testa e fece qualche passo in avanti.
Ginny sorrise a Harry e poi usci trascinando via Hermione e Ron. Quello era il momento di Harry, loro avrebbero avuto tempo dopo per parlare.
“Te le faremo domani. Ora sei stanco ed hai bisogno di dormire. Prima però posso chiederti di fare una cosa per me?” chiese James fissando intensamente suo figlio. Improvvisamente tutta la curiosità era sparita, gli importava solo che Harry stesse bene.
“Penso di si..” rispose Harry sorridendo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere felici i suoi genitori. In quel momento Harry aveva realizzato quando fosse stato stupido mentire loro fino a quel momento.
“Mi prometti che non scappi più?” chiese James commosso, cercando di non fare notare le lacrime di felicità che gli bagnavano il viso.
“Certo Papà. Ma voi avete diritto di sapere..” continuò Harry cercando con lo sguardo sua madre, Sirius e Remus. Loro dovevano sapere, avevano tutto il diritto.
“Due domande a testa, non di più, così non lo stancheremo troppo. Va bene per te tesoro?” chiese Lily dolcemente. Harry annuì, senza smettere di guardarla. Voleva dirle che le era mancata un sacco, avrebbe voluto abbracciarla e giocare con i suoi capelli rossi ma non trovò il coraggio.
“Come mai sei venuto in questo tempo?” chiese Remus soppesando bene le parole. Non voleva sembrare aggressivo o violento, voleva solo capire. Harry rimase in silenzio per un po’, cercando di decidere da che parte iniziare.
“Va bene, non so cosa vi abbiano detto i ragazzi quindi forse mi ripeterò. Nel mondo da cui provengo, nel futuro, c’è stata una guerra. Forse la più terribile che il mondo dei maghi ha mai visto” iniziò Harry alla fine, ricordando la sofferenza che quella guerra aveva causato. Avevano passato un anno terribile, nascondendosi come topi, braccati dai maghi oscuri. Molte volte aveva pensato che non c’era speranza, che Voldemort si sarebbe preso tutto.
“È la stessa che c’è ora? Durerà così tanti anni?” chiese Sirius spaventato. Poteva quel mago oscuro essere così potente da mantenere il controllo sul mondo così a lungo? Che ne sarebbe stato di loro.
“No, quella di cui parlo io è la seconda. La prima si è conclusa 17 anni fa quando sembrava che Voldemort fosse stato battuto.“ continuò Harry ripensando a quello che Remus gli aveva detto della prima guerra. Aveva colto tutti impreparati, nessuno si fidava più dell’altro. Erano stati tempi duri.
“E poi invece è tornato?” chiese James cercando di mettere insieme i pezzi del discorso di Harry. Era molto difficile seguirlo, ma Harry era molto paziente e spiegava loro con calma.
“Si, è tornato. L’anno scorso però è stato sconfitto per davvero. È stata una battaglia epocale sapete. È stata combattuta proprio qui, al castello. Anche gli elfi domestici e i centauri ci hanno aiutato. Insomma, abbiamo vinto ma molti di noi sono morti. Abbiamo perso molti amici, molti fratelli, molti..” raccontò lui ripensando alla due battaglie che avevano sancito la sconfitta dei maghi oscuri. Nella prima erano morte tante persone a lui care, Remus, Dora, Fred, Colin e tante altre erano morte prima.
“Genitori?” concluse Lily per lui. Harry guardò in basso e annuì.
“Si, anche molti genitori. Il piccolo Teddy è rimasto orfano. A causa della guerra non abbiamo potuto frequentare l’ultimo anno e non potevamo entrare nell’accademia per auror. Per permetterci di farlo la McGranitt ha attivato un portale. L’idea era venire qui, frequentare un anno e poi tornare nel nostro tempo.” continuò lui, scacciando i pensieri tristi. Ricordo la professoressa che diceva loro che c’era un modo per frequentare l’ultimo anno e ricordò la gioia che aveva provato all’idea di tornare nel periodo in cui i malandrini erano a scuola. L’idea di rivedere Remus, Sirius e i suoi genitori anche se per un anno soltanto lo aveva reso la persona più felice della terra.
“E sarebbe stato valido?” chiese Lily incuriosita. Era tutto così strano, come mai permettevano a dei ragazzi qualsiasi di tornare nel passato, rischiando di cambiarlo solo per poter entrare in un’accademia per auror. Doveva esserci qualcosa sotto. Era molto strano anche il fatto che dei ragazzini così giovani avessero combattuto contro i mangiamorte.
“Si, Silente avrebbe scritto qualcosa e avremmo potuto entrare nell’accademia.” spiegò Harry velocemente.  
“Quindi alla fine dell’anno tornerete nel vostro tempo?” chiese Sirius deluso. Ormai si era affezionato ai ragazzi, voleva loro bene e non poteva accettare di vederli partire.
“È complicato. Silente quando siamo arrivati qui ha separato i tempi in modo che i cambiamenti che abbiamo fatto non modifichino il tempo da cui veniamo. A fine hanno dovremo scegliere se rimanere qui e combattere per questo mondo o tornare nel nostro.”
Raccontò Harry, ricordando il colloquio che aveva avuto con il preside qualche mese prima. Quel colloquio aveva complicato enormemente le cose e lo aveva fatto andare in crisi. Non sapeva più cosa era giusto.
“Se non tornare non diventerete mai auror..” sottolineò James tristemente. Non voleva che Harry partisse ma non voleva nemmeno interferire con i suoi sogni e con le sue scelte.
“Mentre noi eravamo qui i mangiamorte hanno lanciato un ultimo attacco, tutti i sopravvissuti alla guerra sono stati uccisi. Non c’è più nessuno da cui tornare. È stato tutto inutile. Che senso ha aver vinto la guerra se tutti quelli a cui volevo bene sono morti?”disse Harry tristemente senza più sforzarsi di trattenere le lacrime. Tutto ciò per cui avevano combattuto non esisteva più. Che senso aveva vivere in un mondo che non aveva più senso?
“Mi dispiace, non volevo farti tornare alla mente brutti ricordi.” si scusò Remus. Non si aspettava che la sua domanda facesse tornare alla mente del ragazzo così tanti brutti ricordi.
“Non ti scusare, è giusto. Meritate tutte le risposte che volete. Le altre domande?” chiese Harry cercando di sorridere. James non aveva mai smesso di fissarlo. Lo aveva visto diventare triste e un attimo dopo trovare la forza di sorridere ed andare avanti. Aveva una forza incredibile, si vedeva che aveva sofferto ma nonostante tutto non aveva mai smesso di amare e di cercare di essere un ragazzo spensierato.
“Per stasera basta così, ti abbiamo già stancato abbastanza con questa.” mormorò Sirius sorridendo. Sicuramente nella vita di Harry c’era stata molta sofferenza e le loro domande avrebbero fatto tornare alla mente del ragazzo brutti ricordi. In quel momento aveva solo bisogno di riposare, non di pensare alle batoste che la vita gli aveva inflitto.
“Grazie..” disse piano Harry tornando a sdraiarsi. Si sentiva molto debole, le forze lo avevano abbandonato di nuovo.
“Non ci ringraziare. Vedrai, stanotte penseremo tante domande e poi domani te le faremo con calma..” scherzò James con uno dei suoi sorrisi migliori.
“James Potter, non ti permetto di spaventare in questo modo MIO figlio.” ribatté Lily con le mani sui fianchi. Dai suoi occhi sembravano partire scintille minacciose.
“Tesoro, vorrei ricordarti che è anche mio figlio e..” iniziò James titubante. L’espressione della rossa non ammetteva repliche.
“In effetti gli assomiglia anche..” commentò Sirius guardando Remus scatenando ancora di più le ire di Lily. Remus rideva senza farsi notare, tenendosi a distanza da Lily per sicurezza.
“State zitti tutti e due, dopo fate i conti con me. Tesoro, rimettiti a letto e riposa. Hai ancora la febbre alta. Buona notte, a domani.” disse Lily baciando Harry sulla fronte e trascinando Sirius fuori dalla stanza tenendolo per le orecchie. Remus scosse la testa, saluto Harry e seguì quella strana coppia. Lily cercò di afferrare anche James ma non riuscì a prenderlo. I riflessi di James erano decisamente sviluppati dal Quidditch.
“Notte Harry, ci vediamo domani se la tua mamma non mi uccide prima..” lo salutò James sorridendo.
“Buona notte anche a voi.”rispose Harry sorridendo guardando quella bizzarra scena. In quel momento si sentiva la persona più felice di tutta la terra.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
questo capitolo è stato uno dei più difficili da scrivere. mi sono immaginata tante volte come si sarebbe svolto l'incontro in cui Harry raccontava la verità ai Malandrini ma nessuna andava mai bene. volevo che questo capitolo fosse all'altezza delle vostre aspettative.
non so che dire, spero di esserci riuscita!
in questo capitolo torna la ragazza misteriosa che nei capitoli passati aveva creato scompiglio ma ancora una volta non vi svelo chi è..
vi lascio con il dubbio.. XD
grazie a tutti quelli che dedicano parte del loro tempo a leggere la mia storia. forse sarò ripetitiva ma siete la ragione che mi spinge a scriverla!
grazie a chi legge, a chi la aggiunge tra i preferiti/seguiti e un super grazie a chi commenta!
SHIHO93: beh, direi che harry si sente decisamente sollevato. in fondo ha cmq tante cose da spiegare senza contare questa! grazie mille per il commento! XD
FINLEYNA 4 EVER: la stamberga ha sempre il suo fascino. è importante sia per harry che per i malandrini! XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
PRINCESSMARAUDERS: non ti preoccupare, ti voglio bene anche se non commenti sempre visto che segui la mia storia praticamente dall'inizio! beh, peter non ha solo mandato sirius ad azkaban ma anche lily e james al cimitero e ha quasi ucciso harry. direi che non è il caso che si faccia vedere nuovamente, ti pare? pensa quando remus scoprirà di essersi imparentato con sirius sposando sua cugina.. non vedo l'ora di scrivere questa scena!XD
SHIN_86: grazie mille per il commento! spero di non avere deluso le tue aspettative! XD
BRANDO: beh sapere di avere un figlio è sempre una sorpresa, almeno ora sanno che non sono impostori o maghi cattivi con chissà quali intenzioni! alla fine sono stati i malandrini a trovarlo anche se ron, hermione e ginny sono arrivati subito. spero che questo capitolo ti sia piaciuto come il precedente!
LYRAPOTTER: grazie per il commento! beh, tenendo conto di tutto quello che devono raccontare tutta la verità in un capitolo solo è impossibile. vorrebbe dire non rendere giustizia alla storia oppure fare venire un attacco di cuore a qualcuno!
MARY94: grazie mille per i complimenti e per il commento! sei davvero dolcissima e gentilissima!
LULU CULLEN: grazie mille per il commento! i tuoi complimenti mi fanno arrossire! spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto come il precedente!
SMEMO92: beh si, adesso i malandrini si faranno altre domande ma possono sperare in risposte. direi che c'è stato un netto miglioramento, no? harry come hai visto non se l'è presa con i suoi amici, anzi.. ron e gli altri gli hanno tolto un grosso peso. sai che imbarazzo per il povero harry dire in infermeria ai malandrini che in realtà è il figlio di lily e james? come minimo prendeva un attacco di cuore a qualcuno! in questo modo erano già preparati alla notizia! ron mi ha chiesto di riferirti che lui è un genio e che le sue trovate sono geniali, hermione invece pensa che ron abbia sbagliato a nominare uno sport stupido come il quidditch in un momento delicato come questo. [ginny: stupido sport il quidditch, hermione è matta!]
  
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