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Autore: ballerina 89    23/09/2019    3 recensioni
Sequel delle due storie fin'ora create: "il miracolo di Natale" e caccia alle uova.
La famiglia Jones è finalmente tornata su efp per raccontarvi un'altra "indimenticabile avventura. Cosa dire di più? Beh... forse questa volta il vissero felici e contenti non.....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una settimana dopo...

POV REGINA

Ero appena stata a trovare la mia amica in ospedale ma a differenza dei giorni passati ci fu una cosa che mi colpì all’occhio: Killian non c’era. Strano vero? Di solito è il primo ad arrivare dalla sua bella ed è sempre l’ultimo a lasciare la stanza.  Non passava giorno che non litigasse con una delle infermiere di turno per poter ottenere un permesso speciale anche solo di dieci minuti, quindi il fatto che non fosse presente mi preoccupò un pochino. A mandarmi ulteriormente in allarme poi fu Emma... o meglio: il suo comportamento. Passò l'intera ora a guardare la porta della sua camera e l’orologio senza calcolare ne me, ne i suoi ma sopratutto senza calcolare i suoi bambini. Non era da Emma comportarsi in quel modo quindi iniziai a sospettare che ci fosse qualcosa sotto e che in quel qualcosa ci entrasse anche Killian. Inizialmente rimasi al mio posto ma poi la curiosità prese il sopravvento... avevo bisogno di sapere. Chiesi gentilmente ai presenti di uscire, non volevo parlare con i bambini in stanza  e quando restammo sole affrontai l’argomento:
- Tutto ok Emma? Ti vedo un po’... spenta!
- Spenta... cos’è? Un nuovo modo carino per dire: stai da schifo? - sorrise anche se solo per cortesia. - Lo so già da me che faccio pena ma con questo fardello che mi portò dentro come si può non stare da schifo? - come darle torto. Una volta che fummo stati messi al corrente della situazione in cui si trovava non ci fu nessuno di noi ad assecondarla nella scelta di portare avanti la gravidanza, nessuno di noi voleva vederla morire e di conseguenza tentammo modo e maniera di farle cambiare idea. Passammo giorni di puro inferno, tra litigi e pianti ma alla fine avemmo la meglio noi: riuscimmo a farle capire che avrebbe potuto ritentare un’altra gravidanza in futuro e che non sarebbe stato giusto in caso contrario lasciare da soli due bambini come Hope e Dave. Non doveva essere stato per nulla facile per lei accettare questa cosa, lo si vedeva lontano un miglio che soffriva come un cane, ma da quello stesso giorno smise di parlare dell’argomento e nessuno di noi riuscì a farla aprire un po. 
- Non è solo questa assurda situazione a farti stare così vero? C’è dell’altro non è così? - scosse la testa - sicura? I tuoi occhi e i tuoi gesti involontari dicono il contrario! - le feci notare.
- Gesti involontari? E cosa direbbero?
- Non ho ben capito in realtà ma di sicuro i  tuoi occhi cercano Killian... il modo in cui fissi quel l’orologio ne è la prova vivente. È... è successo qualcosa per caso? - domandai sperando ci fosse una spiegazione logica alla sua assenza. 
- Con Killian dici? No. Non è successo nulla tranquilla! -   rispose  guardandomi negli occhi. 
 - E perché non è qui allora?
- È a lavoro contenta?!?!?! - rispose decisamente troppo scocciata e con qualche tono sopra la media. - Emh... scusa Regina non... non so che mi sia preso....non... non volevo risponderti cosi. Hai ragione, sto aspettando inpazientemente che entri da quella porta ma non è detto che lo farà. Mi ha promesso che avrebbe fatto di tutto pur di liberarsi ma non è detto che ci riesca. Gli hanno commissionato un nuovo lavoro e non può allontanarsi più di tanto.
- Stamattina però è venuto a trovarti si? - mi preoccupai all’istante. L’orario di visite mattutino lo avevamo ceduto completamente a Killian; avevamo ritenuto opportuno che la coppia passasse almeno un po’ di tempo da sola. Se Killian quella mattina non fosse andato a trovarla  significava che fosse rimasta da sola per tutto il tempo e la cosa non mi andava a genio. Passava già troppo tempo in isolamento, almeno nelle ore di visita doveva stare in compagnia.
- Certo che è venuto, come al solito era qui un quarto d’ora prima... l’ho sentito battibeccare qui fuori con l’infermiera quella odiosa. - rise.
- Tipico di lui. - alzai gli occhi al cielo esasperata. Doveva sempre farsi riconoscere quell'uomo.  - Cerca di star tranquilla ok? Vedrai che riuscirà a liberarsi e a  passare e se proprio non dovesse fare in tempo ti prometto che domani gli lasceremo oltre allo spazio mattutino anche quello pomeridiano così potrete stare un po’ di più insieme e recuperare il tempo perduto di oggi.
- Tranquilla non preocc... - improvvisamente smise di parlare e piegandosi di lato iniziò a tenersi con sguardo sofferente la pancia.
- Em... EMMMAAAAA! Emma stai bene? Chiamo qualcuno? - feci per alzarmi e suonare il campanello d'allarme della stanza ma lei mi bloccò per un polso e scosse la testa frettolosamente. Aspettò una manciata di secondi dopodiché dopo aver preso qualche profondo respiro riprese a parlare.
- Sto... sto bene! È... è tutto ok! - disse con un filo di voce.
- Non mi sembrava tutto ok... forse è il caso di...
- No! Sono solo i bambini. Il mio corpo è ancora molto debole e ogni minimo movimento o doloretto percepito è amplificato. Tranquilla ok? Non è nulla. 
- Non prendevi dei medicinali per questo? - dissi notando che almeno due delle flebo che aveva attaccate erano sparite.
- Abbiamo cambiato cura...
- Non mi pare faccia tanto effetto questa! - esclamai dopo quello che avevo appena visto.
- Dicono sia più indicata, mi rimetterà in forse in tempi minori.
- E l’intervento? L' hanno già fissato? Scusami, lo so che è una domanda che ti fa stare male, ma non posso fare a meno di preoccuparmi per te Emma.
- Non appena le mie analisi risulteranno un minimo decenti lo fisseranno. Tranquilla però, non devi scusarti di nulla, so che siete in pensiero per me.
-In pensiero?!?! Abbiamo perso dieci anni di vita nel sapere che volevi... si beh... hai capito no? Deve essere stata dura per te decidere di...
- Non ho voglia di parlarne ancora!
- Lo so ma lascia che ti dica solo una cosa: hai fatto la scelta giusta. Hope, Dave e Henry ti ringrazieranno per tutta la vita. - rimase impassibile per una manciata di secondi dopodichè, anche se per nulla convinta, annuì. 
Restai in sua compagnia per un altro quarto d'ora dopodichè un'infermiera mi venne a chiamare: l'orario di visita era terminato. Mi si strinse il cuore: Killian non aveva fatto in tempo ad arrivare e mi sentii quindi in dovere di dirle qualcosa:
- Vedrai che dom...
- Lo so... è tutto ok, sto bene. - a me parev a il contrario.
- Sicura? Posso lasciarti da sola e stare tranquilla? Guarda che se non te la senti magari posso provare a chiedere a...
- Non ho bisogno della balia Regina, sono stufa di ripetervelo. Non è potuto passare? Pazienza... vedrò Killian domani! Stai tranquilla ok? Ci basto già io a dare di matto. 
- Ok, come preferisci... ci vediamo domani allora. -  Uscii dalla sua stanza con una strana sensazione addosso e non appena incrociai l'infermiera che poco prima era entrata in stanza le chiesi, anche se Emma mi aveva espressamente detto di no, se era possibile fare avere a Killian un permesso speciale anche solo di dieci minuti. La risposta fu un no categorico,c'era da aspettarselo dopotutto, ma comunque avevo fatto un tentativo e mi sentivo meno in colpa.  Recuperai i bambini, che erano a giocare con i nonni e insieme andammo a casa dove ci stava aspettando Henry. Non era venuto con noi in ospedale, non era ancora pronto a vedere Emma in quelle condizioni; l'idea che sua madre stesse soffrendo lo faceva soffrire a sua volta. Una volta a casa, i bimbi corsero a guardare la tv con il loro fratellone mentre io, anche se era ancora molto presto, iniziai a preparare la cena. Killian sarebbe arrivato a breve a prendere i bambini e magari avrebbe gradito un pasto caldo dopo quella lunga giornata di lavoro. Come Emma anche lui non doveva aver preso per niente bene il fatto di non essere riuscito a passare a trovarla pertanto forse una mano amica gli avrebbe fatto bene. Purtroppo però i suoi programmi erano differenti: una volta raggiunta la mia abitazione non scese neanche dall'auto...mi chiamò sul cellulare e mi chiese di portare i bambini fino alla macchina. 
- Perchè invece non scendi e non rimanete per cena? Ho preparato il piatto preferito dei bambini! - provai a dire ma lui in maniera molto confusa mi mise una scusa sul fatto che aveva del lavoro a casa da sbrigare e che quindi non poteva rimanere. Mi sembrò una bugia bella e buona ma vista la giornata particolare evitai di entrare nel merito... magari voleva semplicemente stare da solo. Portai i bambini in macchina come mi aveva chiesto e insieme a loro consegnai a Killian un termos con la cena, in questo modo almeno il cibo non sarebbe andato sprecato. 
Per l’intera settimana le cose andarono più o meno nello stesso modo: Killian riusciva ad andare solamente di mattina a trovare Emma e noi di conseguenza continuammo ad andare il pomeriggio. Era impegnato con questo nuovo lavoro e a malapena riuscivamo a vederlo noi. Scambiare due parole con lui era diventato praticamente impossibile, riuscivamo a dirci qualcosina solamente in serata quando veniva o da me o dai suoi suoceri a riprendere i bambini. Non feci molto caso alla cosa, pensavo fosse semplicemente stanco e provato, non doveva essere semplice avere una moglie in ospedale, prendersi cura di tre bambini, portare avanti una casa e un lavoro, ma poi qualcosa cambiò. La piccola Hope con una frase mi fece aprire gli occhi a quella che era la dura realtà. Ricordo come se fosse ieri quel pomeriggio. Lei e suo fratello erano con me e dopo essere stati al parco li portai al supermercato per fare spesa. Si sarebbero trattenuti per la notte  e per rendere quella serata speciale avevo pensato di deliziarli con una cena a base di piazza. Stavamo camminando tra i vari scaffali alla ricerca dei vari ingreienti  quando improvvisamente la mia nipotina mi spiazzò:
- Zia, papà puzza! - disse dall’interno del carrello dove l’avevo sistemata per evitare che girovagasse per i reparti e mangiucchiasse tutto ciò che le andava a genio.
- Ah si? - risposi trattenendo a stento una risata. Killian puzzava? Questa si che era bella.
- Si! Pecchè zia?
- Mmh... non lo so amore! Ma ne sei proprio sicura sicura? A me non sembra che il tuo papà puzzi.
- Inbece si. Puzza tanto! È pecchè la sera non si lava i dentini? - ok confesso! A quella domanda non riuscii a stare seria, ma dove le sentiva quelle cose?
- No ridere zia! - mi rimproverò imbronciandosi all'istante. Hope è una bimba molto permalosa e non le piace che la gente rida per le sue battute: pensa che la si voglia prendere in giro. 
- Amore scusami ok? Non volevo ridere di te, pensavo stessi scherzando!- cercai di recuperare in extremis la cosa.
- No fallo più però! 
- Promesso cucciolina! Allora mi dicevi? 
- Forse, vitto che non c'è mammina che glielo ricorda, papy dimentica di labare i dentiti. Puoi ricoddaglielo tu per favore zia?
- Ma certamente principessa! - Come le fosse venuta in mente una cosa del genere non riuscivo a capirlo, poi però mi fece un’altra domanda e da lì le cose iniziarono a farsi decisamente più chiare. Stavamo passando davanti lo scaffale degli alcolici e la sentii dire...
- Zia prendiamo una di quette a papà? A lui piace tanto! Lo facciamo contento! - mi fermai di colpo e la guardai.
- Cosa dobbiamo comprare a papà stellina mia? - domandai sperando mi fosse sfuggito qualcosa.
- Quella... quella lì! Quella li in alto ziaaaa!- Come temevo mi indicò proprio lo scaffale degli alcolici.
- Amore mio adesso siamo in ritardo, magari gliela prendiamo un altro giorno ok? - non lo avessi mai detto. Iniziò a piangere e a strillare per tutto il supermercato impedendomi di concludere nulla. Consolarla fu un'impresa ardua e riuscii nell'intento solo riportandola in quel maledetto reparto. La presi tra le braccia e le chiesi di indicarmi precisamente cos'era che voleva regalare al suo papà.  Mi indicò una bottiglia di cui andai a leggere l’etichetta e come sospettavo c’era scritto: rum. Improvvisamente un brutto pensiero mi balzò alla mente. Non era che forse Killian.... no certo che no... non lo avrebbe mai fatto con i bambini in casa. Forse la piccola aveva semplicemente visto quella bottiglia a casa sua.
- La pendiamo? - mi disse asciugandosi le lacrime e sbattendo gli occhietti per intenerirmi. Se fosse stato per un giocattolo avrei ceduto all'istante a quegli occhioni da cerbiatto ma per quella bottoglia proprio no. A killian ci mancava solamente l'alcol e poi eravamo apposto.  Inventai con Hope la scusa che ne avevo una a casa uguale da regalare al suo papà e solo in quel modo riuscii a convincerla ad allontanarci da li. Finii di fare spesa in fretta e in furia sperando che Hope non facesse altri capricci dopodichè tornammo a casa a preparare la pizza. Il mio intento era quello di prepararla insieme a loro ma a quanto pare non tutti erano dello stesso avviso: Dave non volle partecipare. Rimasi un po' spiazzata dal suo rifiuto, Dave adora pasticciare, ma lo lasciai comuqnue libero di giocare con i suoi supereroi e nel mentre io e la sua sorellina preparammo la cena. 
- Questa è per papino e questa è per mammina! - esclamò Hope indicandomi due pezzettini di impasto spiaccicati in malo modo su un piattino. - Ho fatto io cena per loro così quando adesso tonnano sono felici. - fu una coltellata in pieno petto sentire la sua affermazione ma cercai comunque di far finta di nulla: di sicuro una volta a tavola, con la sua pizza preferita tra le mani avrebbe dimenticato la frase appena detta. infornai per gentilezza anche i suoi due "capolavori" e giocando a ripulire il tutto aspettammo che le pizze si cuocessero. Una volta pronto la sistemai sul suo seggiolone e eccola ricominciare con i capricci.
- Voglio scendere! - mi disse allungando le manine verso di me.
- Ma come tesoro... dobbiamo mangiare adesso! Non la vuoi la pizza che abbiamo fatto insime? - domandai
- si ma voglio scendere e mangialla sul divano. Voglio vedere i cattoni. 
- Non si mangia sul divano principessa lo sai. E i cartoni si vedono dopo cena, non a cena. Durante la cena si parla in famiglia. - le spiegai nonostante sapesse benissimo come funzionava. Emma era molto rigida in questo e volevo che le abitudini per quei piccolini non cambiassero con la sua assenza. 
- NO NO NO NO! NO PARLARE IO! CATTONI CATTONI CATTONIIIIIIIIIIIIIIII! CATTONI SUL DIVANO ADESSO! 
- Hope no! Ho detto di no mi dispiace. Siediti composta - cercai di rimetterla a sedere visto che durante il suo show aveva deciso di alzarsi in piedi - E mangia la pizza. Avanti da brava.
- NOOOOOOO DJ AIUTO! DILLO PURE TU! CENA CON DIVANO E CATTONI! - Guardai Dave come a chiedergli spiegazioni ma lui si limitò a scrollare le spalle come se non sapesse cosa stesse dicendo sua sorella. Questo mandò Hope ancora di più in crisi. DJ CATTIVO! CATTIVOOOOOOOOOOOOO! 
- Hope amore di zia per favore basta piangere ok? Non è successo nulla.
- NOOOOOOOOOOOOOOOO! DJ CATTIVO, ZIA CATTIVA.... TUTTI CATTIVIIIII! - Niente da fare, la cosa stava completamente degenerando, si era stranita. 
- Non siamo cattivi amore, vogliamo solo mangiare e chiacchierare con te. Tu non vuoi mangiare?
- NO NO NO NO NO NO E NO! 
- D'accordo signorina, non c'è mica bisogno di strillare così tanto... andiamo a lavarci che ne dici? - alla parola "lavarci" ne susseguì un'altra sceneggiata da oscar. Non sapevo davvero più come fare per calmarla. 
- NO LAVO IO! NO VOGLIO... HO PAURA! - questa si che era bella: aveva paura di lavarsi? 
- Hai paura? Ma che dici sciocchina! Tu ami l'acqua! 
- No.... voglio... voglio... VOGLIO MAMMAAAAAA.... VOGLIO MAMMMAAAAAAAA! MI LAVA MAMMAAAAAAAAAAAAAA! LASCIAMIIIIIIII!!!!!! MAMMINAAAAAA... MAMMINAAAAAAAAAAAA! - il sentirla chiamare Emma in quel modo così disperato mi usccise ma non fui l'unica che risentì della cosa. Non appena Hope iniziò a chiamare sua madre Dave fece una cosa che mi preoccupò parecchio. Si alzò di corsa da tavola, facendo cadere il suo piatto con la pizza e con le mani sulle orecchie  corse in direzione del soggiorno andandosi a nascondere sotto il tavolino. Tremava povero cucciolo e per la prima volta mi resi conto di quanto i suoi occhi trasmettessero agitazione e paura. c'era qualcosa che lo turbava e tutta la sua calma e il suo silenzio di quel giorno ne erano la prova vivente. Mi maledii mentalmente per non esserci arrivata prima, come avcevo fatto a non accorgermi di nulla... Dave è un bambino vivacissimo di solito, quel mutismo avrebbe dovuto mettermi in allrme eppure... beh ora che lo sapevo avevo tutta l'intenzione di scoprire  cos'era che lo turbava in quel modo. Cercai di convincerlo a salire al piano di sopra con me e sua sorella ma si rifiutò,non voleva sentirla piangere, così dovetti aspettare che rientrasse Robin da lavoro: non potevo di certo lasciarlo così sconvolto da solo. Fortunatamente non ci mise molto a rincasare, gli raccontai in breve cos'era successo e mentre io corsi a fare il bagnetto alla piccolina lui gli fece compagnia. Fare il bagnetto a Hope, differentemente da quello che immaginavo, fu una passeggiata. Non appena la misi nella vasca da bagno smise immediatamente di piangere e iniziò a giocare con le paperelle che come al solito le mettevo a disposizione. 
- Visto? Che ti dicevo? Tu ami l'acqua. 
- Io paura di quella che cade da soffitto. - rispose per poi iniziare a schizzarmi tutta. ignorai la sua risposta, non avevo capito cosa volesse dire in realtà, e cercai di velocizzare il tutto per poter raggiungere l'altro. Si addormentò sfinita da quelle urla duranre il bagnetto e questo mi aiutò a metterla al letto in tempi da record per poter poi scendere da Dave. Lo trovai sul divano a vedere i cartoni animati con Robin e sembrava essere tornato quello di sempre. Sembrava... quella era solamente un'armatura. Con uno sguardo feci capire a Robin di voler rimanere da sola con Dave e una volta che lasciò la stanza provai a comunicare con il piccolo.
- Dave tesoro... possiamo parlare un secondo per favore?
- Ma sto vedendo i cartoni zia... - rispose cercando di far cadere li l'argomento.
- Lo so e mi dispiace tantissimo doverti interrompere amore ma è una cosa molto importante quella di cui vorrei parlare con te. 
- Non mi va di parlare. - ecco il primo muro.
- E perchè tesoro?
- Così!  - scrollò le spalle. 
- Mmh... vediamo... neanche se come ricompensa ti facessi restare alzato oltre l'orario stabilito parleresti con me?
- Cioè potrò restare alzato fino a tardi come i grandi a vedere i cartoni?
- Per questa sera si, ma solo per questa sera. Sarà il nostro piccolo segreto ma prima devi rispondere a un paio di domande. ci stai? - Quella era un'offerta che non poteva di certo rifiutare.
- E va bene... forse.... forse posso mettere in pausa i cartoni per un po. Ma solo per un po' zia altrimenti poi mi perdo la trama.
- Tranquillo, sarò velocissima - lo rassicurai. - Vedi Dave... mi piacerebbe che mi raccontassi la vostra routine casalinga... - sgranò gli occhi non capendo cosa volessi dirgli. - Cioè... vorrei che mi raccontassi cosa fate tu e Hope con papà quando tornate a casa. - Per tutta quella giornata i bambini, chi in un modo chi in un altro avevano manifestato dei disagi... dovevo assicurarmi che tutto fosse ok ma sopratutto dovevo assicurarmi che le parole dette da Hope al supermercato fosso semplicemente il frutto di una conversazione ascoltata al parco e non una dura e spiacevole realtà familiare. 
- Perchè vuoi saperlo zia? - domando curioso.
- Perchè sono curiosissima di sapere cosa combinano le mie due piccole pesti quando non sono con me! - sorrisi cercando di sembrare il più naturale possibile. 
- Non ti credo... tu vuoi sapere come ci comportiamo quando non c'è la mamma.... vuoi sapere se facciamo arrabbiare il papà non è vero? No zia, non lo facciamo arrabbiare.
- No tesoro, non voglio sapere questo, so già che siete dei bravissimi bambini, mi piacerebbe che mi raccontassi cosa fate una volta tornati a casa. 
- Quello che facciamo sempre: mangiamo, ci laviamo e andiamo a nanna. - rispose non incontrando il mio sguardo.
- E dove mangiate?
- A tavola!
- Sul serio? Anche quando non c’è mamma? - lo guardai non proprio convinta - Ma come... Di solito quando un genitore non c'è si fa sempre qualcosa di diverso... come spiegartelo... qualcosa di più divertente, diciamo al di sopra delle righe. A voi non..
- Davvero zia? 
- Eh già... - sorrisi. - Non c'è nulla di male divertirsi un po' e stravolgere le regole ogni tanto. 
- Quindi non è una cosa strana se papà ci fa mangiare tutti i giorni la roba del fast food e ce la fa mangiare sul divano davanti la tv? - lo sapevo... lo sapevo che il capriccio di Hope di non voler stare sul seggiolone era dovuto ad un nuovo vizio preso, solo che non pensavo che la facesse mangiare così male...
- Tutti i giorni la roba del fast food? Wow, deve essere bello! Sei contento? - non mi rispose inizialmente e la cosa non mi piacque affatto.  Non mi piaceva il fatto che mangiassero tutti i giorni schifezze di quel genere ma io ero un'adulta, per un bambino la cosa avrebbe dovuto essere da sballo. Perché Dave non sembrava felice? - Ehi tesoro... Dave...
- Si, mi piace... - iniziò a dire
- Però? - c'era un però, ne ero più che sicura.
- Però Hope la notte ha sempre mal di pancia quando mangia quella roba, mamma non gliela ha mai fatta mangiare a lei... forse perché sa che le fa male. Forse è allergica e papà non lo sa! - si stava preoccupando per la sua sorellina... ma quanto poteva essere dolce quel bambino?
- No amore, non preoccuparti per Hope, forse il motivo per cui le viene sempre il male al pancino è perchè esagera con il cibo. Anche tu quando mangi tante caramelle,ad esempio, ti viene mal di pancia.
- Si lo so ma la mamma in quel caso mi fa sempre dei massaggini per farmelo passare... papà invece è stanco per il lavoro e non si accorge neanche che Hope ha la bua. Sono io che mi alzo la notte quando piange che sta male e grida che vuole la mamma. - cosa? Killian non si accorge che sua figlia piange o sta male? mmh... qualcosa ancora non torna. 
- Ah si? E quante volte è capitata questa cosa che papà non si accorge che Hope ha la bua? -Anche questa voltà tentò di non rispondermi, era un bimbo molto intelligente e stava iniziando a capire che quella conversazione aveva uno scopo diverso da quello che avevo voluto fargli credere. Quella domanda gli aveva fatto capire che stavo cercando delle risposte... risposte su suo padre. - Dave... devi dirmelo ok?
- Beh... Ultimamente capita spesso, almeno tre o quattro volte ma non ti arrabbiare con lui zia ok? Non lo fa apposta, lavora tanto ed è molto molto stanco! Lui crolla sul divano la sera. Non dorme neanche più nella sua camera. - lo difese.
- E tu come fai a saperlo? Non dovresti andare a letto presto?
- Vado a letto presto... beh... qualche volta almeno ma non centra nulla! Lo so perchè Il letto è sempre in ordine quando mi sveglio la mattina e quando scendo al piano di sotto, anche se è tardi, lui sta sempre dormendo sul divano. Pensa che è talmente stanco che non fa in tempo neanche a togliere il piatto e tutte le bottiglie che poggia la sera sul tavolinetto. - bottiglie...  no! Non può essere... 
- Bottiglie di acqua? - scrollò le spalle -  E'... è importante Dave.
- Non lo so se c'è l'acqua dentro, ma non sono come le bottiglie di plastica che abbiamo qui o avevamo a casa quando c'era la mamma. Queste sono scure, di vetro penso... e emanano un odore forte. -questa era decisamente l'ultima cosa che avrei voluto sentire... Killian beveva in presenza dei bambini... 
- Ho... ho capito... e dimmi: dopo cena che fate? Il bagnetto?
- No... papà ci mette sotto la doccia così facciamo prima, solo che Hope ha paura di stare da sola nella doccia e quindi  perdiamo sempre un sacco di tempo. - ecco spiegati i pianti disumanidi poco prima per il bagnetto. 
- Papà non le da una mano? - continuai a chiedere sempre più sconcertata. Mi rifiutavo categoricamente di credere che Killian lasciasse una bambina di soli due anni da sola in una doccia con il rischio di ingerire sapone e cadere dal piatto doccia. 
- No, mentre lei fa la doccia mi aiuta a mettere il pigiamino. Poi lo mette a Hope e ci porta nei nostri lettini. 
- E immagino vi legga la favola della buonanotte. - ormai non sapevo davvero più cosa aspettarmi come risposta ma ci sperai fino alla fine che almeno in un campo fosse rimasto lo stesso Killian di sempre. 
- No... sono io che racconto la favola a Hope. Papà ultimamente se lo dimentica....
- Quindi fate tutto da soli in pratica.
- Si ma solo fino a che non torna la mamma... - rispose sicuro di se. - Quando tornerà a casa papà smetterà di andare a lavoro tutte quelle ore e tornerà il papà simpatico di sempre. Io lo so zia quindi non prendertela con lui se ogni tanto fa qualcosa di strano... è stanco. - parlava come se fosse la cosa più normale di questo mondo ma a me al solo sentirlo parlare mi venivano i brividi. Una frase in particolar modo mirisuonò nelle orecchi " non prendertela con lui se ogni tanto fa qualcosa di strano..." che voleva dire con ciò? Avevo paura a chiederglielo ma non potevo rimanere con questo dubbio.
- Cosa intendi dire quando dici che papà ogni tanto fa qualcosa di strano?
- Non glielo vai a ridire vero? Io non voglio che sappia che so!
- Tutto quello che mi dirai resterà un segreto tra me e te, hai la mia parola tesoro.
- Beh... ogni tanto sento dei rumori la notte... dei forti rumori... agli inizi avevo paura e cercavo papà per non stare da solo ma poi un giorno, mentre lo cercavo ho visto che è proprio lui che fa questi rumori e quindi non ho più paura come prima. 
- Cos'hai visto di preciso?
- Cammina per casa barcollando e sbattendo qua e la ad esempio... qualche volta lancia delle cose a terra o contro il muro... - o santo cielo... si ubriaca con due bambini in casa! - Ieri verso l'ora di pranzo mentre noi stavamo mangiando lui è andato al piano di sopra e ho iniziato a sentire che parlava a voce alta e faceva tanto rumore. Ho messo i cartoni a tutto volume per non spaventare Hope e sono corso a vedere... non mi è piaciuto quello che ho visto: papà ha messo in disordine tutto l'armadio della mamma buttando i suoi vestiti a terra... perchè lo ha fatto? - ve lo giuro, non piansi per orgoglio... ma che accidenti stava accandendo alla nostra famiglia? 
- Ti sei spaventato amore? - dovete credermi, non sapevo cosa accidenti dirgli...
- No, è il mio papà perchè dovrei spaventarmi? Solo che... beh... non mi è piaciuto vedere che buttava a terra le cose della mamma. Avrei preferito che non ci fossero le vacenze e che fossi stato a scuola. 
- Aspe... cosa? - Aveva detto vacanze? - Dave da quando sei in vacanza?
- Una settimana. - Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. lo liquidai in fretta e furia rimettendo i suoi adorati cartoni animati e corsi a gran velocità al piano di sopra a raccontare tutto a Robin. Bisognava prendere dei seri provvedimenti. 
Non potendo raccontare lui ciò che Dave mi aveva confidato, mi misi alla ricerca di ulteriori prove e iniziai a pedinarlo. Quello che scoprii mi lasciò a bocca aperta. Non aveva nessun nuovo lavoro, aveva affidato tutti gli incarichi di routine alla sua ciurma escluso spugna il quale scoprii essere il nuovo babysitter di hope e Dave e passava l'intera giornata in una taverna ad ubriacarsi. Non si ubriacava quindi di sera mentre i bambini erano a letto... era già ubriaco quando dopo la "scuola" li portava da noi... aveva dell'incredibile ma non era ancora tutto... molto presto venni a conoscenza che killian non passava a trovare Emma in ospedale da oltre una settimana. Non riuscivo a credere di essere stata così ingenua...me l'aveva fatta sotto il naso.  Tutte quelle raccomandazioni sul non andare a trovare Emma di mattina per lasciare loro un po di privacy, tutte quelle scuse che metteva lei sul fatto che il pomeriggio non potesse passare a trovarla per via del lavoro...  erano tutte balle, ci aveva mentito... ci avevano mentino. Chiamai immediatamente Whale e solo dopo aver avuto un colloquio con lui riuscii a trovare tutte le risposte che cercavo. Emma aveva cambiato decisione... aveva ripreso in considerazione l'idea iniziale di salvare i gemelli e aveva dato ordini precisi di sospendere ogni tipo di cura che potesse danneggiare la loro salute e di conseguenza di salvare a lei stessa la vita.Ecco perchè non mi permise di chiamare il medico il giorno che si sentì male in mia presenza, ecco spiegato perchè Killian non va più a trovarla, avranno di sicuro discusso, ma di sicuro ecco spiegato cos'è che ha portato Killian ha bruciarsi  letteralmente il cervello. Radunai il resto della nostra famiglia e dopo il primo momento di sconforto iniziale cercammo di trovare un modo per salvare il salvabile: I charming si misero all'opera per cerare di far rinsavire Emma mettendola al corrente che sapevamo della sua decisione, mentre io e Robin parlammo con Hopper per chiedere un parere esperto su come comportarsi in una situazione del genere. Con Emma non ci fu nulla da fare, rimase ferma sulle sue idee e ogni tentativo dei suoi genitori fu vano, mentre io e Robin fummo di sicuro un po' più fortunati. Una volta messo al corrente dei fatti, Archie ci chiese di poter parlare con la piccola Hope, Dave aveva già detto tutto a me quindi non ci fu bisogno di parlare con lui. La bambina fu molto collaborativa, non sapeva cosa stesse facendo in realtà ma fece tutti i giochi e rispose a tutte le domande che il grillo le fece. Diede una risposta verso la fine del colloquio che mi fece tremare il cuore: "papy senza mammina non è papy!" disse. Credetemi avrei voluto prenderla in braccio e coccolarla fino all'inverosimile ma non fu possibile, dovevo rimanere al mio posto. Terminata la conversazione con la bambina Hopper tornò a rivolgersi a noi e ci spiegò, secondo il suo parere, qual'era il modo migliore per intervenire.
- Killian apparentemente si presenta come un uomo tutto d'un pezzo, forte e determinato ma è un essere umano e ha i suoi punti deboli proprio come tutti noi. Sappiamo benissimo chi era in passato e sappiamo molto bene chi è oggi. Emma è stata molto importante per far si che questa trasformazione avesse successo, ha fatto un ottimo lavoro con lui, l'ha reso un uomo migliore, ma non ha fatto tutto da sola, buona parte del lavoro lo ha fatto Killian stesso ma lui questo non lo sa... o meglio, non riesce a capirlo.  E' fermamente convinto che la buona riuscita del suo cambiamento sia dovuto solo ed esclusivamente a Emma, l'ha dipinta come la sua ancora di salvezza ma la resa al tempo stesso il suo tallone d'achille. Vivono in simbiosi... se sta bene lei sta bene lui, se sta mele lei.... lui cade nel baratro. E' questo quello che sta succedendo, Killian con i suoi atteggiamente ci sta lanciando un messaggio: sta soffrendo, non accetta la decisione presa dalla sua amata e inconsciamente si sta portando all'autodistruzione. Per essere aiutarlo seriamente dovrebbe venire qui per delle sedute ma sappiamo bene che sarà un'impresa ardua provare anche solo a farglielo capire, potremmo però partire da altro e intervenire su ciò che lo circonda. 
- Siamo disposti a tutto pur di salvaguardare il nostro amico e la sua famiglia. Ci dica pure ciò che dobbiamo fare. 
- Come prima cosa bisogna far riprendere a Dave la scuola quanto prima, se continuerà a non presenziare alle lezioni la scuola stessa potrebbe  mandare gli assistenti sociali per un controllo aggravando così la situazione. 
- Ho provveduto personalmente ha chiamare la scuola. Ho detto loro che il piccolo è stato poco bene in questi giorni e che da domani riprenderà regolarmente le attività. Ho fatto la stessa cosa con l'istruttore del suo corso di scherma. 
- Perfetto. Una volta sistemato questo punto quindi direi di procedere con il togliere momentaneamente i bambini da quella casa e affidarli a qualcuno che riesca seriamente a prendersi cura di loro...
- C... aspetta un attico! Cosa? No... no no, non se ne parla! Non porterai via Dave e Hope! Stai scherzando vero? 
- Regina io...
- Mandare i bambini in un'altra famiglia? Ma assolutamente no!  No Archie! Sono venuta da te per chiederti aiuto non per peggiorare la situazione...- presi un respiro - Non... no io....tze lascia stare, ho sbagliato di grosso a venire qui. - mi alzai di colpo costrigendo Robin a fare lo stesso. Avrei dovuto saperlo che sotto quel lato amichevole si nasconde comunque uno strizzacervelli. 
- Regina siediti per favore... parliamone!
- E di cosa dovremo parlare scusa? Non sono d'accordo con i vostri metodi del cavolo e non ho nessuna intenzione di cambiare idea. Ma cosa avete nel cervello voi medici? I criceti per caso? Non fate altro, per ogni minimo problema, che allontanare i bambini dalle loro case di appartenenza come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Ma non pensate che magari un bamb...
- Non ho nessuna intenzione di allontanare Hope e Dave dalla loro famiglia Regina!
- Ah no? e allora quando hai.. - risposi improvvisamente interessata alle sue parole. 
- Se solo mi lasciassi terminare il discorso... Stavo semplicemente dicendo che i bambini non possono più continuare a restare 24h no stop solamente con Killian il quale al momento non è in grado neanche di badare a se stesso. Pensavo che momentaneamente, fin quando questa situazione non si sarà risolta o fino a quando Killian non si riprenderà, i bambini potrebbero trasferirsi da te o dai nonni in modo da sentire comunque la famiglia vicino ma in questo modo eviteranno il clima di tensione che c'è in casa loro. E poi stando con voi continuerebbero ad avere rapporti con i genitori. Parlatene tra di voi e prendete in considerazione la cosa, se per entrambe le famiglie dovrebbe rivelarsi un problema allora anche se controvoglia sarei costretto a chiam...
- Staranno con me e Robin! - risposi secca senza neanche farlo finire di parlare. Ci prenderemo noi cura di loro, dimmi solamente in che circostanze fargli vedere Killian ma anche Emma. Ho notato che le ultime volte che sono stati portati in ospedale la sera erano irrequieti e facevano incubi. 
- Possono vedere Killian in qualsiasi momento, l'unica cosa di cui mi raccomando è di farglielo vedere quando è in buone condizioni. Quando è lucido per essere concreti, mentre per Emma... beh... l'ospedale non è esattamente un luogo indicato per dei bambini ma resta pur sempre la loro mamma ed è giusto che la vedano. Rinfrescami la memoria: quanti anni ha adesso Dave?
- Cinque! 
- Ok allora per quanto riguarda Dave direi che può vedere Emma quando meglio crede, anche tutti i giorni, l'importante è che sia preparato all'idea di doverla vedere un po' più debole del solito onde evitare preoccupazioni e incubi, per Hope invece valuterei una strada differente... è più piccolina, ha appena due anni, la sua memoria non è duratura come quella di suo fratello e di conseguenza possiamo agire differentemente. 
- Non... non ti seguo...
- Eviterei alla bambina di fargli vedere ogni giorno Emma... potrebbe prendere l'abitutide di voler stare con lei e di conseguenza potrebbe innescarsi un senso di abbandono una volta che... io riduerrei gli incontri la prima settinana a tre, poi a due e infine ad una volta a settimana. Sembra brutto dirlo ma Il mio intento è quello di staccarla dal ricordo di Emma senza farle venire dei traumi. E' piccola, si può ancora fare, mentre per Dave... Dave ormai è grandicello per questo genere di lavoro. Magari con lui più in la lavoreremo con sedute mirate. - eravamo li per discutere di Killian e di come comportarci con i bambini quando improvvisamente ci ritrovammo a parlare di come gestire sui piccoli la perdita di Emma. Avevo scoperto solamente da poco il suo cambio di decisione ma tra i bambini e i problemi che ne susseguirono mi fu difficile elaborare a pieno la cosa. Presi atto della gravità della situazione solamente in quel momento e senza neanche accorgermene mi ritrovai a piangere come una ragazzina. La mia migliore amica, la donna che tanto ho odiato in passato ma che al tempo stesso mi ha regalato la gioia più grande della mia vita, stava per andarsene per sempre. Avevo fino a quel momento scacciato via il pensiero ma ora... ora non potevo più farlo: volente o nolente sarebbe accaduto, ormai aveva deciso e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.  Solo in quel momento mi resi conto di quanto stesse soffrendo Killian e tutte le sue stranezze non mi risultarono più tali. Stava sfogando il suo malesse e ad essere sinceri mi meravigliai che ancora non avesse fatto di peggio. 
- Regina... tesoro... tutto ok? - fu Robin a riportarmi con i piedi per terra e solo allora mi accorsi di stare piangendo a singhiozzi.
- N... no! - mi limitai a dire continuando a far uscire involontariamente lacrime, non andava per niente bene. 
Odiavo farmi vedere così in pubblico ma non potevo fare altrimenti in quel momento. Più mi sforzavo di mantenere un contegno e più piangevo rumorosamente. Mi ero tenuta tutto dentro per troppo tempo, avevo cercato di arginare il problema convincendomi che ci fosse una soluzione alternativa e ora che avevo finalmente buttato tutto fuori faticavo a prendere atto della realtà. Il mio mondo improvvisamente si dipinse di nero e mille paure iniziaroro ad affiorare alla mia mente. Iniziai a pensare a cosa sarebbe successo dopo, come avremmo affrontato la situazione, come sarebbe stato far accettare la cosa ai più piccoli ma sopratutto iniziai a pensare a come sarebbe stata la nostra vita senza di lei. Ero talmente persa nei miei pensieri che neanche mi resi conto che una piccola peste bionda, così simile a sua madre, con le sue gambette era corsa nella mia direzione per poi sistemarsi alla meglio sulle mie ginocchia e abbracciarmi.
-  Hope bene a zia Regina! Ti do bacino tu non piangere più! - mi disse per poi regalarmi uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Cosa dire, mi sentii subito meglio e spinta dalla voglia di non preoccuparla riuscii anche a trattenere per un po le lacrime. 
- Hope vieni con me principessa, la zia deve finire di parlare con questo signore. - tentò Robin cercando un modo per allontanare la bimba in modo da lasciarmi per un po' sola con il grillo.
- No... zia mia! io sto qui con zia. - rispose decisa per poi fargli una pernacchia che mi fece ancora una volta smettere di pensare a tutto quello schifo.
- Hai fatto una pernacchia a me? Al tuo zietto preferito? Piccola furfante - la prese in braccio facendole il solletico e facendola ridere a crepapelle. 
- batta solletico zioooo! 
- Ti arrendi? Molto bene! - disse per poi abbracciarla forte. - Che ne diresti di un bel gelato grande grande? Ti va? Magari al cioccolato. 
- SI SI SI SI SIIIIIIIIIIII! 
- E allora andiamo, la zia ci raggiungerà tra poco. - non se lo fece ripetere due volte, quella peste ama il gelato e nel giro di poco eccomi finalmente sola con Hopper. Chiacchierammo a lungo e devo essere onesta: mi sentii subito meglio. Non ero ancora pronta ad accettare quello che sarebbe accaduto da li a pochi mesi ma quantomeno ero pronta a risolvere il problema Killian. Lo aspettai sotto casa sua quella stessa sera e come potete immaginare era in condizioni pietose. Provai a parlargli ma non sembrava capire nulla di quello che io dicessi così fui costretta a fare un'incantesimo e renderlo nuovamente lucido. Mi aspettavo una sceneggiata devo essere onesta, lui è molto legato alla sua famiglia e guai a chi si avvicina ai suoi figli, ma fu ragionevole e mise il bene dei bambini al primo posto. "Non posso farcela da solo" mi disse "Non posso prendermi cura di loro in questo momento". Acconsentì quindi che li tenessi momentaneamente io ma mi fece promettere che glieli avrei fatti vedere tutti i giorni. Mi sembrava scontato ma gli diedi ugualmente la mia parola e approfittando che fosse sobrio gli lasciai i bambini e salii al piano di sopra per preparare loro le valigie. Cercai di essere veloce ma proprio mentre stavo prendendo le ultime cose dalla cameretta della piccolina Dave entrò in stanza notando le valigie. spalancò la bocca incredulo e iniziò a vagare con lo sguardo, in maniera frenetica, passando da me alle valigie. Sapevo già cosa stesse frullando nel suo cervello, ma non ebbi il tempo di dire o fare nulla per tranquillizzarlo che eccolo correre e rifuggiarsi nel bagno situato nella stanza dei genitori e chiudersi a chiave. 
- Dave... Dave apri per favore! - dissi preoccupata, l'idea che un bambino di cinque anni si era chiuso in bagno da solo non mi faceva stare per nulla tranquilla. Per non parlare che Dave aveva già dato modo di farci preoccupare in ospedale quando prese tutte quelle pillole 
- NO! - la sua risposta fu secca, decisa... ma allo stesso tempo era spenta.
- Andiamo Dave, parliamone... lo so che...
- NO NO E NO! VATTENE VIA!
- Fammi almeno spiegare amore... non è come pensi. - lo sentii singhiozzare rumorosamente e questo mi mandò ancora di più nel panico. - Hai franteso tesoro!
- BUGGIARDA! TU VUOI RIPORTARMI INDIETRO COME TUTTI GLI ALTRI! 
- Ma no Dave... io...
- VATTENEEEEEEEEEE! - Rimasi oltre un'ora davanti quella porta, mi sentivo impotente e una stupida nello stesso momento. Perchè non  aspettare che fosse a scuola per preparare le loro cose? Perchè farlo con loro in casa? Sapevo benissimo le paure di Dave quali fossero, perchè non avevo pensato che sarebbe potuto salire e fraintendere? Non lo so... ma di sicuro dovevo fare qualcosa. Attesi qualche altro minuto nella speranza uscisse di sua spontanea volontà ma poi, vedendo che non si decideva e che non lo sentivo più urlare contro di me, decisi di usare la magia e aprire la porta. Tentò nuovamente di scappare ma questa volta riuscii ad afferrarlo prima che mi sfuggisse. Si dimenò come un matto ma non allentai la presa su di lui. 
- Se ti calmi ti spiegherò tutto! - dissi - Non voglio riportarti in istituto Dave stai tranquillo, rimarrai con noi! 
- BUGGIARDAAAAA! SE E' COSì PER... PERCHE STAVI FAC... FACENDO LE.. LE...
- Calmati, smetti di piangere e ti prometto che ti spiegherò tutto e risponderò ad ogni tua domanda. - non stavo cercando di ingannarlo, pensavo sul serio quello che avevo appena detto. Era ancora un cucciolo ma allo stesso tempo era anche molto intelligente: non potevamo continuarlo a rimpinzarlo di balle, avremmo solamente continuato a creare in lui altri allarmismi inutili. Non fu semplice per lui riuscire a calmarsi ma con un po'di impegno riuscì a farlo. - Ecco così, bravo Dave. - gli scompigliai i capelli per poi dargli un tenero bacio sulla guancia che stranamente non rifiutò. 
- Perchè stavi facendo le nostre valigie? - poteva anche essersi apparentemente calmato ma dentro di lui il terrore che lo stessimo portando via  era ancora bello vivo. 
- Non per quello che stai pensando... vedi Dave stanno succedendo delle cose per cui per qualche giorno sarebbe meglio se tu e la tua sorellina veniste a stare un po con me e lo zio Robin, tutto qua. E' per questo che stavo preparando le valigie: volevo prendere qualche vestitino per potervi tenere a casa con me per qualche giorno. 
- E perchè? Perchè non possiamo stare con il papà? 
- Perchè il vostro papà non  sta tanto bene in qusto periodo e ha bisogno di un piccolo aiuto.
- E' perchè la mamma non è a casa o perchè si comporta in modo strano?
- Un po' per tutte e due le cose tesoro... è molto triste in questo momento il vostro papà, è preoccupato per la mamma come è giusto che sia e non riesce a prendersi cura di voi da solo nonoste lo vorrebbe con tutto il suo cuore. Mi ha chiesto un piccolo aiuto e credo sia giusto darglielo.
- La mamma sta tanto male zia? Può succederle qualcosa di brutto? Io non voglio che la mamma stia male, io la voglio qui a casa... e poi non voglio che papà stia da solo... se mamma non c'è e noi andiamo via lui con chi resta? - Dave Dave Dave... ma quanto puo essere dolce....
- La mamma sta momentaneamente male ma non ha nulla che non possa affrontare. - mentii - Tornerà a casa prestissimo te lo prometto e per quando riguarda il papà... beh, non dormirete qui con lui ma potrete vederlo e passare del tempo con lui tutti i giorni per tutto il tempo che vorrete. 
- E la notte non starà con noi però..... non si sentirà solo? 
- Troverò il modo per far si che questo non accada ok? - non sembrò molto felice della risposta ma sapeva che non aveva altra scelta quindi annui e senza aggiungere altro tornò al piano di sotto a giocare con il suo papà nel mentre io finii di preparare le loro cose. 
Credevo sarebbe stato più difficile gestire due bambini insieme al resto delle responsabilità che avevo già ma dovetti ricredermi: sembrava andare tutto alla grande... o meglio, le prime settimane fu così, già la terza le cose iniziarono a cambiare. I bambini erano degli angioletti, non potevo dire niente su di loro, ma il loro papà se fino a quel momento aveva cercato di restare sulla retta via, tornando addirittutra a trovare sua moglie e a passare del tempo di qualità con lei, adesso sembrava essere tornato a  tentennare. Ogni giorno dopo essere stato da Emma scoprii che si rifuggiava nuovamente nelle quattro mura di quella squallida taverna e come le volte precedenti si riduceva uno schifo.  "E' l'unico modo per affrontare la situazione" disse ad uno dei suoi uomini più fidati ma sapevamo benissimo che quello era solo un modo per scappare dalla realtà. Non sapevo davvero come fare per aiutarlo così tornai ancora una volta da Hopper il quale questa volta mi consigliò di non fargli vedere i bambini fin quando non mi avesse dimostrato di aver smesso di bere. Funzionò? Beh... agli inizi forse un pochino, si sforzò in ogni modo possibile per resistere alla tentazione e devo essere onesta ci riuscì anche abbastanza in fretta, solo che poi, proprio grazie alla sua lucidità, la cosa peggiorò quasi a livelli inreparabili. Ero a lavoro immersa tra una miriade di scartoffie quando ricevetti la chiamata inaspettata di Granny che mi chiedeva urgentemente di raggiungerla. Era terrorizzata quando entrai nel suo locale poverina e dopo essersi fatta un bel pianterello liberatorio mi confessò che Killian, ubriaco fradicio, minacciando tutti con l'uncino aveva preso prepotentemente i bambini e li aveva portati con se non si sa dove. Quel pomeriggio sia io che i charming eravamo impegnati così, per non far annoiare i bambini, avevamo pensato di mandarli da "nonna Granny", come spesse volte capitava, a giocare nell'area bambini che da qualche anno a questa parte aveva costruito. Li chiamai immediatamente per avvisarli dopodichè ci diriggemmo tutti in ospedale da Emma. Vi starete domandando il perchè suppongo... beh... quel pomeriggio in via del tutto eccezionale sarebbe dovuto andare Killian da lei, ci eravamo scambiati gli orari, e di conseguena immagginammo fosse successo qualcosa tra i due che aveva portato Killian all'esasperazione. Supposizione esatta,non appena entrammo nella sua stanza la trovammo in condizioni pietose, piangeva in modo incontrollato e whale insieme ad un altro medico, che se non sbaglio era uno psicologo, stavano cercando modo e maniera per calmarla. Furono costretti a ricorrere ad un tranquillante e solo dopo qualche minuto la vedemmo rilassarsi un pochino. Avrei preferito che riposasse devo essere onesta ma i bambini erano chissà dove e non potevo assolutamente perdere tempo: dovevo sapere cos'era successo. 
- Non lo so cosa gli sia preso... stava bene quando è entrato ma poi... beh... io non credevo si arrabbiasse in quel modo con me.... io.... - iniziò a dire quando gli chiesi il perchè suo marito non fosse li in stanza con lei. 
- Si è arrabbiato con te? Che ti ha detto quel pezzo di.... - fu suo padre ad interromperla.
- DAVID! Contengno! - lo rimproverai - Si è arrabbiato con te? E perchè mai? - immaginavo che il motivo fosse ancora la sua sciocca decisione di voler salvare i gemelli ma pensavo di essere stata chiara nei giorni precedenti. Gli dissi di non dirle nulla e che insieme tutti quanti avremmo trovato modo e maniera per farle cambiare idea. A quanto pare non mi aveva dato ascolto. 
- Mi è arrivato un pacco proprio questa mattina e ingenuamente ho voluto renderlo partecipe e farglielo vedere. Al suo interno vi erano due body da neonato e....  si beh ecco.. io.... io  gli ho chiesto di farli indossare ai bambini una volta che fossero nati... - oh Emma... ma come ti è venuta in mente una cosa del genere. - Ha iniziato a sputarmi addosso tutto il suo veleno, mi ha detto parole che neanche sto qui a ripetere e poi oltre ad avermi accusato dell'infelicità sua e dei nostri bambini mi ha detto testuali parole: - prese un respiro per non piangere, era ancora sotto effetto del tranquillante ma quelle parole l'avevano davvero ferita. - "Non puoi chiedermi una cosa del genere ma come accidenti fai anche solo a pensarlo! Ma lo capisci vero che la nascita di quei bambini rappresenterà defenitivamente la tua morte???? Pensi davvero che quel giorno io starò li a decidere cosa far indossare a quei due ragazzini? No certo che no. A causa tua l'unica cosa che farò quel giorno sarà quella di scegliere l'abito del tuo funerale!" 
- Cosa? Killian ha... - la bloccai, non potevo credere che Killian fosse stato così duro con lei. Ci credo che era disperata.
- Non è tutto... ha aggiunto anche: " sai una cosa? Perchè perdere tempo... se sei così brava a smanettare con quella scatola magica parlante perchè non te lo scegli da sola l'abito così mi risparmi la fatica? " 
- Ok ok... basta così, non pensarci... era fuori di se, di sicuro non lo pensava. - decisi di interromperla nuovamente. Rivivere quella situazione non la faceva star tranquilla potevo vederlo benissimo dal modo in cui si stava torturando le mani ed era compito mio, in assenza di quel pallone gonfiato di suo marito, proteggerla. Provai a spiegarle che per lui non era semplice accettare la cosa, per nessuno di noi lo era, ma che con il tempo avrebbe accettato la sua decisione in nome dell'amore che li univa. Non credevo assolutamente a quello che le stavo raccontando ma non potevo dire altrimenti, ce la saremmo giocata in due secondi. 
Restai con lei per un po' poi, una volta essermi assicurate che stesse un pelino meglio, l'affidai ai suoi genitori sperando non le dicessero nulla del gesto di Killian di prendere i bambini e andai a cercare quelle povere creature sperando che quel pirata da strapazzo non gli avesse fatto del male.  
Lo cercai in lungo e in largo ma poi lo tovai... era a bordo della sua nave ma versava in condizioni davvero pietose. Era circondato da una diecina di bottiglie di rum vuote e altre rotte in mille pezzi. c'erano vetri ovunque ma la cosa che più mi fece impressione fu vedere a terra il loro album di matrimonio anch'esso ridotto in mille pezzi. Solo una foto aveva salvato, e ora la teneva stretta contro il suo petto mentre, a occhi chiusi e silenziosamente, versava le ultime lacrime che gli erano rimaste. Aveva retto fin troppo, aveva cercato di essere forte per lei e per i loro bambini ma alla fine no ce l'ha fatta ed ha ceduto. Come biasimarlo... è un'uomo anche lui dopotutto. Guardai più attentamente in torno a me e mi accorsi che i bambini non c'erano. Se da una parte ero sollevata che non fossero li a vedere quella patetica scena dall'altra ero seriamente preoccupata. Granny mi aveva chiamata allarmata dicendo che li aveva portati via con se e che non gli sembrava tanto lucido quindi se non erano li con lui dove altro potevano essere? Era il loro papà, avrei dovuto mettere entrambe le mani sul fuoco che non li avrebbe mai messi in pericolo o fatto loro del male, ma nelle condizioni in cui versava e vedendo quello che aveva combinato a quelle bottiglie ma sopratutto all'album a cui sapevo teneva particolarmente, non ero poi così tranquilla. Mi avvicinai piano, cercando di non spaventarlo, e provai a parlare con lui.
- Vattene via... - disse senza neanche aprire gli occhi per vedere chi fosse - Vattene dalla mia nave. - dal tono di voce potevo capire benissimo che era ancora completamente ubriaco.
- Killian... sono io, Regina... guardami, mi riconosci si?  
- Non mi interessa chi sei... porta il tuo culo fuori dalla mia nave... chiaro? - sarebbe stato più difficile di quanto pensassi.
- Killian... killian per favore ascoltami un secondo... andrò via promesso ma prima dobbiamo parlare.. dove s...
- Parlare...tze... vogliono tutti parlare... mi sono stufato di parlare, odio parlare e ancor di più odio ascoltare. Siete tutti dei perfetti idioti se non lo capite: le parole non servono a nulla... le parole fanno solo male,feriscono... le parole uccidono. Sono un uomo morto... mi ha ucciso... con le sue parole lei mi ha ucciso. - stava parlando di Emma natutalmente. 
- Killian... - lo vidi prendere un'altra bottiglie e portarsela alla bocca - Dalla a me questa ok? Non ti serve... sei più forte di così.
- NON TI AZZARDARE MAI PIU' A TOCCARE IL MIO RUM O TI AMMAZZO HAI CAPITO? - fu in quel preciso istante che si decise finalmente a guardarmi negli occhi. Faceva impressione, non lo avevo mai visto così... era completamente fuori di se e la paura per quelle due piccole creature innocenti aumentò a dismisura.
- Killian... 
- Killian... Killian... Killian... E' MORTO KILLIAN! LO HANNO AMMAZZATO... LEI LO HA AMMAZZATO... LEI! - disse posando il dito indice sulla foto che ancora teneva stretta a se e che ritraeva per l'appunto Emma. - LEI CHE TANTO DICEVA DI AMARLO! NON ESISTE PIU NESSUN KILLIAN HAI CAPITOOOOOOO????????? LUI E' MORTO... LUI E' MORTO CON LEI... TUTTO E' MORTO CON LEI. 
- I bambini Killian... dimmi dove sono i bambini... - ignorai le sue parole. Dovevo aiutarlo era evidente questo ma prima dovevo assicurarmi che Hope e Dave fossero al sicuro. 
- Ancora... ancora non l'hai capito... killian non esiste piu... ora vattene e lasciami da solo. La tua presenza non è gradita. 
- Me ne andrò quando risponderai alla mia domanda: dove sono Dave e Hope? Dove sono i tuoi figli!
- Non ti deve interessare... 
- Mi interessa invece. Sono due creature innocenti che dovrebbero essere tutelate da questo schifo. Loro non...
- Se non interessa a colei che li ha messi al mondo perchè dovrebbe interessare a te che non sei nessuno nella loro vita? - mi lasciò per un  attimo senza parole. - E adesso vattene via, mi sono scocciato di ripeterlo.
- Fammi vedere Hope e Dave! Me ne andrò solamente dopo che...
- TU TE NE ADRAI ADESSO OKKKKK???????? NON TI DIRO' MAI DOVE SONO I MIEI FIGLI! SONO MIEI... SOLO MIEI. STAI LONTANA DA LORO!  - Mi portò l'uncino vicino al collo per minacciarmi ma proprio in quel momento fummo interrotti dal suono di un pianto. Un pianto che ormai avevo imparato a conoscere bene, il pianto della piccola Hope. Era sotto coperta e se c'era lei c'era di sicuro anche Dave. Approfittai che Killian avesse momentaneamente allentato la presa e ne approfittai per correre verso la direzione di quel pianto. Venni bloccata qualche metro dopo ma non fu affatto difficile liberarmi: killian era ubriaco fradicio e bastò una semplice spinta per buttarlo a terra e recuperare qualche secondo di vantaggio. Corsi come forse non avevo mai fatto in vita mia e mi fermai solamente quando affacciandomi a quella che era la porta della cabina di Dave li vidi: erano seduti sul letto e Dave cercava inutilmente di coccolare sua sorella nel tentativo di farla smettere di piangere. Anche lui stava piangendo ma per il bene della piccolina si stava facendo forza. Provai ad avvicinarmi a loro ma Killian mi raggiunse. Ebbi paura lo ammetto, in quelle condizioni avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, ma mezzo secondo dopo già mi tranquillizzai. Si buttò in ginocchio ai miei piedi e iniziò a supplicarmi piangendo disperatamente.
- Non portarmeli via ti prego... non portarmi via i miei figli... ti supplicoooo! Non... non portarmeli via... io... io... ti prego io... - rimasi senza parole nel vederlo strusciare ai miei piedi.
- Killian alzati, non... - cercai di sovrastere quel fiume interminabile di parole 
- Mi sono rimasti solo loro... ti prego, ti supplico Regina: non portarmeli via. Non...
- Ne parliamo di la forza, alzati! - cercai di aiutarlo a mettersi in piedi nonostante non collaborasse e continuasse a dire cose senza senso. - Andiamo Killian collabora!
- Zia... papà sta...
- Dave è tutto ok, papà sta bene tranquillo. Chiuditi in stanza e stai con la tua sorellina io arrivo subito ok?
- Perchè dice così però? Perchè ha detto... 
- Dave papà ha la febbre molto alta e sta delirando.  Non è nulla ok? Fidati di me. Torna in camera...
- Ma io...
- TORNA IN CAMERA DAVID! - era la prima volta che pronunciavo il suo nome per intero ma era anche la prima volta in assoluto che alzavo la voce su di lui. Non avrei voluto farlo ma non ebbi scelta: se non avessi trovato il modo di fermrlo avrebbe continuato con le sue domande all'infinito. Ci rimase malissimo per quel mio rimprovero,  il mio cuore si spezzò in mille pezzi nel vederlo così abbattuto ma almeno riuscii nell'intento di farlo tornare in stanza e potei portare Killian in camera sua dove dopo un bel pianto liberatorio sulla mia spalla si addormentò sfinito. Passai l'intera notte a vegliare su di lui e sui bambini poi, verso le 5:35 del mattino, proprio mentre mi stavo addormentando anche io lo sentii svegliarsi e successivamente vomitare. Bene... molto bene... addio sonno. 
- Sono... sono morto? - disse portandosi una mano sulla fronte e ricadendo a peso morto sul letto.
- No, ancora no, ma ci è mancato poco. 
- Perchè non mi hai lasciato morire allora... - disse scocciato.
-La domanda è: perchè non mi hai ucciso? Ma ti rendi conto di quello che hai fatto ieri? Ma come ti è venuto in mente, ubriaco perso quale eri, di prendere i bambini e portarli con te? Ringrazia la tua buona stella che non gli sia successo nulla o altre che ucciderti.... 
- Non avrei mai fatto loto del male lo sai. 
- Non so più cosa pensare sinceramente, ti comporti come un'idiota ultimamente. - diedi libero sfogo ai miei pensieri. 
- Mi rimangono solo loro Regina... non potete portarmeli via... sono i miei bambini, è l'unica cosa che mi permette di alzarmi al mattino. 
- Non hai solo loro... sei tu che ormai sei entrato in quest'ottica. Emma è ancora qui, è viva e tu al posto che passare ogni secondo che hai a disposizione con lei che fai? Trovi ogni pretesto per litigarci e ubriacarti. 
- E' lei che dice e fa cose senza senso.... vuole ammazzarsi! Non gli importa nulla di me o di...
- Non dirlo neanche per scherzo. Tua moglie ti ama e ama i vostri figli più di ogni altra cosa al mondo.
- Ma vuole comunque lasciarci! Perchè... spiegami perchè! Io ci sto provando a far finta di nulla devi credermi ma lei me le toglie dalle mani... io ieri non... non volevo dirle quelle cose ma è stato più forte di me... Ma come puo anche solo immaginare che io mi dedichi a quei bambini mentre in quello stesso momento  il suo corpo molto probabilmente potrebbe... -istintivamente  allungò la mano verso il comodino, prese la lampada che vi era posizionata sopra e la scaraventò contro il muro rompendola in mille pezzi. - MALEDIZIONE! NO, NON CI RIESCO! NON LO ACCETTO OK? No... non posso accettarlo e mi meraviglio di come possiate farlo voi...
- Ma sei impazzito? Sveglierai i bambini! - lo ammonii per quello scatto d'ira improvviso. - Ma cosa pensi, che a me o ai tuoi suoceri non importi nulla? La notizia ci ha devastati, mi sembra il minimo, ma non possiamo arrenderci o buttarci nello sconforto più totale. Ci sono due bambini un ragazzo e un marito che vanno tutelati e non possiamo...
- Marito? pensi che io abbia...
- Si hai capito bene: marito! Killia tu ti stai portando all'auto distruzione e neanche te ne rendi conto. Devi combattere, provare a reagire...
- E per ottenere cosa scusa? Ormai ha deciso... la mia opinione non conta più nulla. 
- Emma avrà anche preso una decisone che non piace a nessuno di noi ma non è che perchè ha deciso allora dobbiamo considerarla già nell'altro mondo. E' qui adesso ed è coscente! 
- Ma per quanto ancora è? - riecco le lacrime farsi spazio nei suoi occhi. - Io non posso vivere senza di lei lo riesci a capire si o no? Mi sforzo per passare a trovarla, per provare ad avere ancora qualche bel ricordo ma alla fine quello che mi rimane è solo il pensiero che un'altro giorno è passato e che siamo sempre più vicini a....
- Ed è qui che sbagli! Killian tu meglio di tutti noi lo dovresti sapere, c'è sempre un modo... abbiamo raggirato la morte un milione di volte, perchè dovrebbe essere diverso questa volta è? Tu stesso sei passato a miglior vita qualche anno fa ma mi risulta che adesso sei qui con noi.  Emma avrà anche espresso il suo parere ma perchè deve per forza finire in tragedia?
- Perchè la magia non centra questa volta... sono cause naturali... la magia non...
- La magia non potrà essere usata forse, o forse si... ma non è l'unico modo... non arrenderti con lei, forse non sarà oggi, non sarà tra una settimana... ma forse alla fine...
- E se non fosse come dici? Mi sarei solamente illuso inutilmente e sarebbe peggio... no, non...
- In quel caso sarai felice di aver passato gli ultimi momenti al suo fianco e non avrai il rimpianto di non averci provato. - abbassò lo sguardo. -  Lo sai anche tu che ho ragione. Rischia Killian, rischia... nella peggiore delle ipotesi resterà tutto invariato ma nella migliore tornerete ad essere la meravigliosa famiglia che siete sempre stati. 
- Non so se ne sono in grado... sono un debole senza di lei...
- Non è così ma se proprio ne sei convinto fa di lei la tua forza! Combatti per lei, per i vostri figli... per il vostro amore. -lo vidi annuire anche se in maniera impercettibile - Ora torna a dormire, preparo la colazione ai bambini e poi finisco di sistemare il macello che hai combinato sul ponte. - dissi scuotendo la testa ripensando a ciò che avevo trovato la sera precedente.
- L'al... l'album.... io ho.... oh cielo! - lo vidi scattare come una molla per mettersi in piedi e a passo sostenuto cercò di raggiungere la porta. Lo fermai
- L'album è ok! - lo rassicurai - Questa notte mentre ti facevo da baby sitter l'ho riparato... - glielo feci vedere, avevo passato tutta la notte a ricomporre i pezzi e ad assemblarlo. - Non se la passa ancora tanto bene ma ora con un pizzico di magia...
- Lascialo così... mi ricorderà le tue parole e mi sarà da incentivo per non arrendermi. - gli sorrisi per poi abbracciralo. - Grazie Regina, grazie davvero per tutto. - sparì in bagno e dopo neanche dieci minuti eccolo prendere la direzione della passerella. 
- Dove accidenti stai andando adesso! Non lavori oggi se non ricordo male!
- Di moglie ne ho già una Regina non me ne serve di certo un'altra! - incredibile, sembrava il solito Killian di sempre - Vado da Emma... - lo lasciai andare e rimasi io con i bambini, li rassicurai sulla sera precedente dicendo loro che il loro papà, oltre che influenzato, era anche un po' triste ma che ora stava già molto meglio e successivamente dopo aver chiesto scusa a Dave per il mio rimprovero del giorno prima accompagnai il piccolo a scuola e passai tutta la mattinata e parte del pomeriggio con la mia monella preferita. Killian non si fece vedere per tutto il giorno ne tantomeno rispose alle mie chiamate. Mi preoccupai nuovamente, forse avevo sbagliato a credere che stesse meglio e senza aspettare che si decidesse di tornare passai da Snow, le lasciai la bambina e corsi in ospedale da Emma, magari lei aveva qualche info in più. Mi meravigliai quando lo trovai li: era la prima volta dopo settimane che andava a trovarla in entrambi gli orari di visita. 
- Che non si dica più che sono una persona cattiva, l'ho lasciato rimanere per tutto il tempo oggi! - eslamò l' infermiera, quella che ormai consideravamo acida,  vedendomi spiarli attraverso la piccola finestrella situata sulla porta. 
- E'...è rimasto tutto il giorno qui? - chiesi meravigliata.
- Non l'ha lasciata sola neanche un secondo. - sorrisi felice. - Se vuole entrare anche lei posso...
- No non si preoccupi, va benissimo così, meglio che stiano da soli. Lo aspetterò qui. - l'infermiera si allontanò e io più felice che mai rimasi ad osservarli da lontano, mi fecero tenerezza, il modo in cui lui le stringeva la mano poi... mi commossi lo ammetto. 
Rimasi li per più di un'ora, non mi sarei mai stancatta di vederli, ma si stava facendo tardi e dovevo riprendere i bambini per portarli a casa. Mi avvicinai alla panchina, situata vicino la porta, per prendere borsa e giacca quando improvvisamente sentii killian parlare, la porta era socchiusa e da quell'angolazione si poteva ascoltare benissimo. 
- Non scherzavo prima... mi dispiace davvero per come ti ho trattata in questi giorni... non lo meritavi. Quella battuta infelice sui gemelli e il vestito poi... 
- Killian non ha più importanza... sei qui adesso e per me conta solo questo.
- Lo so ma non riesco a perdonarmi... 
- Ti ho perdonato io però! - neanche nelle scene da film avevo mai visto una dichiarazione del genere. 
- Ti amo Emma, ti amo più della mia stessa vita e ti prometto che da ora in avanti sarò sempre al tuo fianco. Non ti lascerò affrontare tutto questo da sola.
- Anche se non lo accetti?
- Non accetterò mai di perderti ma non posso neanche renderti infelice o farti vivere con un rimpianto con cui non riusciresti a convivere. A malincuore accetto la tua decisione e ti prometto che anche se sarà difficile non farò nulla per ostacolarti. Io e te abbiamo sempre affrontato tutto insieme, questa volta non sarà differente la cosa e chissà... magari vinceremo come sempre. 
- Ti amo!
- Ti amo anche io Love. 
 
Note dell'autore: Salve a tutti e buon inizio settimana. Anche se un po in ritardo sulla tabella di marcia ecco a voi il quindo capitolo di questo sequel. Contenti? Mmmh... visto ciò che ho scritto non credo. La voglia di venirmi a cercare sotto casa è ancora tanta scommetto ehehehehehe. Dai non disperatevi, arriveranno tempi migliori. Lo so... lo dico spesso ma fidatevi che è così. Buona lettura e scusate tutti gli errori che troverete. Ho riletto molto velocemente e di sicuro qualcosa mi è sfuggito. Mi scuso anche se non sarà un capitolo eccellente, a me non  ha convinto proprio al 100% avrei voluto inserire altro ma aimè il blocco dello scrittore ogni tanto mi mette ko. Spero vivamente però che sia leggibile e non si riveli una tragedia epica.
 
  
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