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Autore: Daniel_The White    30/09/2019    1 recensioni
La morte di Cedric Diggory ha scosso la pace di Hogwarts. Il Signore Oscuro è tornato ma il Ministero cerca di nascondere la verità. Un giovane mago torna dalla Nuova Zelanda ad Hogwarts, mentre dagli Stati Uniti tre nuovi professori stanno facendo le valige. Nuovi e vecchi personaggi si incrociano. Là dove il mistero, la sfiducia e l'incertezza minano la società magica e Voldemort si staglia pronto a riconquistare il potere, Hogwarts riuscirà a ricordare la sua storia o finirà divisa?
Nuove amicizie e amori sboccieranno, altri finiranno amarmente, mentre il mondo magico si prepara ad una guerra che ancora non conosce, Hogwarts diventerà il fulcro della salvezza o della rovina di tutta l'Inghileterra.
P.S. Questa fanific si discosterà dal canone su specifici punti e progressivamente si svilupperà alternativamente alla continuity originale.
Genere: Avventura, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry, Luna/Theodore, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
Capitoli:
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Al fischio di Zacharias, dopo i giri e gli esercizi di riscaldamento, Daniel andò a posizionarsi coi suoi compagni di squadra a semicerchio al centro del campo, per ascoltare il programma di allenamento di quel pomeriggio:

“Allora…” esordì Zacharias con tono deciso, “l’allenamento di oggi sarà sui giri ad elica ripetuti che vi ho spiegato alla fine della scorsa volta; anche se serviranno principalmente a noi cacciatori, voglio e che tutti li imparino e li sappiano fare”, disse indugiando con lo sguardo su Maxine, Anthony e Galen. 

“A voi battitori possono tornare utili per evitare i bolidi avversari, anche nella loro variante più difficile, quella dei cerchi della morte che però vi spiegherò più avanti.” Anthony e Maxine, gli risposero, annuendo con sguardo concentrato.

“A te, Brannis possono servire sia per seminare i bolidi che per sorprendere il cercatore avversario nella sfida per acchiappare il boccino. Da oggi in avanti dimentica la corsa lineare l’uno di fianco all’altro: tu non hai il fisico per sperare di far deviare un tuo avversario dalla sua traiettoria.” Disse guardando il ragazzo con aria seria, col tono di chi sta enunciando la più ovvia delle verità.

A queste parole, lo sguardo di Galen si fece incerto e le sue guance assunsero un colore rosa acceso.

“Ma sei veloce e hai un’ottima agilità” continuò Zacharias “Quindi devi sviluppare un approccio diverso, l’inizio del quale è: MAI VOLARE IN LINEA RETTA!” disse praticamente urlando, cogliendo alla sprovvista gli altri, Daniel, compreso.

“Quando ti avvicini al boccino, ma anche quando voli normalmente per infastidire l’altro cercatore, vola sempre a elica. Questo ti aiuterà a disorientarlo, rompendogli il campo visivo, obbligandolo a rallentare. “Ora…” disse distogliendo lo sguardo da Glaen e rivolgendolo a tutta la squadra “…Inizieremo a provare noi Cacciatori, Malcolm tu volerai con un passo d’elica largo, Heidi, tu una via di mezzo mentre io volerò stretto; ricordiamo anche di provare la strategia orizzontale, voglio vedere come viene. Anthony e Maxine voi cercherete di ostacolarci, adottando la tecnica che preferite, così potrete darmi un giudizio obiettivo con gli occhi di un ipotetico avversario…” poi si rivolse a Daniel osservandolo con sguardo di sfida: “E tu, Osso Mascherato, cerca di fare del tuo peggio!”.

Prima di dargli il tempo di rispondere Zacharias fischiò l’inizio e Daniel andò a sistemarsi nell’area di porta, osservando le palle venivano liberate. Mentre i cacciatori andavano verso l’aria di rigore opposta, il giovane portiere, vide Anthony e Maxine che gli si posizionavano diversi metri più avanti, pronti ad ostacolare l’azione avversaria.

Osservando la corsa d’attacco partire dal fondo, il ragazzo indugiò qualche attimo, poi quando gli avversari superarono la metà campo, vide la sua difesa avanzare verso i cercatori che si muovevano su tre traiettorie molto simili ad elica, così da risultare al contempo molto vicini ma assai difficili da intercettare senza commettere fallo. Anthony e Maxine si diressero su Zacharias, che aveva la pluffa, e Malcolm che gli volava assai vicino attorno. Proprio in quell’istante lo schema saltò di colpo; con una tattica repentina i tre si divisero a triangolo: Zacharias si diresse verso Anthony ma dopo aver passato la palla a Heidi che, superando Maxine, la ripassò a Malcolm che entrò nell’aria di porta sparato dall’alto, pronto a colpire l’anello centrale.

Il ragazzo volando in picchiata lanciò la pluffa più forte che poté, ma Daniel, che l’aveva seguito con la coda dell’occhio, riuscì ad intervenire a pugno chiuso, per un soffio, deviando la palla appena fuori l’anello, recuperando l’equilibrio a fatica.

“NOOO!” esclamò Malcolm, chiaramente deluso, riprendendo quota ed andando a disporsi a cerchio di fronte all’area di rigore con tutti i suoi compagni, al fischio di Zacharias.

“Mal, abbiamo appena iniziato…” tentò di calmarlo Heidi.

“Non capisco…come DIAVOLO hai fatto a pararla Daniel?!” disse il ragazzo incredulo, riprendendo a stento la calma.

“Beh, eri libero e hai tentato il colpo sull’anello più alto per sfruttare al massimo la forza…” esordì il ragazzo, ma Zacharias lo interruppe.

“Mal, non ti sei accorto che io ero pochi metri dietro di te ma più in basso; se invece di tirare mi avessi passato indietro la pluffa, e fossi uscito immediatamente dall’area di rigore, avrei potuto segnare facilmente sull’anello più basso e lì Daniel non sarebbe potuto riuscire ad arrivare.” concluse il capitano, prima di rivolgersi al portiere: “Fortuna Osso? O l’avevi capito?”

“Fortuna, credo.” rispose Daniel annuendo.

Ahh…che due bolidi!” esclamò Malcolm sistemandosi i capelli che il vento gli aveva sospinto davanti alla faccia.

Gli altri esplosero in una risata che alleggerì la tensione che si era venuta a creare.

“Bene, ragazzi, riproviamo, stavolta cerchiamo di vedere quell’altra tattica di uscita e per questa ricordatevi di aspettare leggermente di più prima di uscire dalla formazione, è fondamentale dividersi proprio all’ultimo.”

L’allenamento andò avanti così per un'altra quarantina di minuti buoni, ad ogni azione Daniel vedeva che gli assalti dei tre cacciatori diventavano più precisi e coordinati, riuscendo alle volte anche ad ingannarlo e segnare. All’improvviso, proprio quando stava iniziando ad avvertire i primi segni di stanchezza Zacharias fischiò e tutti si riposizionarono al centro del campo. Anche Galen che fino a quel momento aveva volato in solitaria, li raggiunse, andandosi a posizionare alla sua destra.

“Bene, sono contento di come abbiamo giocato fin ora. Heidi, ricorda di aspettare ancora un secondo prima di uscire dalla formazione Malcolm, prova quella mezza inversione di cui ti avevo parlato, può essere molto utile per ingannare il portiere.”

Malcolm ed Heidi annuirono alle parole di Zacharias.

“Bene, ed ora iniziamo l’allenamento specifico per il cercatore.”

A queste parole Galen arrossì leggermente, grattandosi la nuca, mentre Daniel non riusciva a capire cosa avesse in mente Zach.

“Ora Heidi, Malcolm, uno di voi giocherà come falso cercatore, seguirà cioè Galen da una distanza medio-corta e quando individuerà il boccino, voglio che uno di voi simuli in tutto e per tutto una corsa d’attacco, solo uno però, l’altro invece si deve disimpegnare; in altre parole tu Galen dovrai ballargli attorno e puntare come sempre sul boccino, sono stato chiaro?”

Daniel rifletté un attimo sulla strategia, gli sembrava davvero molto rischiosa.

Heidi fu la prima a parlare, dopo aver capito esattamente cosa proponeva Zacharias: “Ma Zach è una pazzia, se in velocità Galen o uno di noi si spaventasse per paura di una collisione, andremo tutti a sbattere per terra.”

Zacharias sospirò, prima di risponderle “Lo so, Heidi, ma se Galen e noi riusciamo a non cedere alla paura e ci manteniamo su due traiettorie diverse, andrà benissimo. Il cercatore avversario non si aspetterà mai una “pazzia” del genere, se manteniamo i nervi saldi, sarà estremamente svantaggiato e probabilmente in una partita vera, devierà dalle sua traiettoria, rendendo estremamente facile a Galen prendere il boccino”. Poi rivolto ad Anthony e Maxine, disse: “Voi dovete continuare a fare il vostro lavoro di battitori, per questa prova però useremo un solo bolide.”

I due annuirono, anche se dalle loro espressioni, erano molto dubbiosi circa quello che avevano appena sentito.

Zacharias si rivolse da ultimo a Galen, che sudava freddo. “Non ti devi spaventare, ti ho tenuto d’occhio prima, voli molto bene ad elica, semplicemente continua a fare quello che hai sempre fatto e gira attorno al tuo avversario, tieni gli occhi sul boccino. Bene, in posizione.”

Daniel vide Galen deglutire al fischio di Zacharias e agì d’istinto, prendendo da sotto gli abiti una piccola fiaschetta e avvicinandosi al giovane cercatore:

“E…ehi Galen, bevi questa. Ti aiuterà” disse cercando di non arrossire troppo quando i loro sguardi s’incrociarono. Daniel si maledì in cuor suo, tutto l’allenamento che aveva fatto per non fare la figura del deficiente e per mostrare distacco e sicurezza si erano sgretolati di fronte ad un impaurito sguardo dagli occhi azzurri. Per giunta le parole gli erano uscite con un balbettio, sperò in cuor suo che l’altro non le avesse preso come una presa in giro, niente era più lontano dalle sue intenzioni.

Daniel vide Galen guardare la fiaschetta e poi osservarlo con gli occhi pieni di dubbio, incerto se fidarsi o meno; poi allungò la mano e di scatto la prese, aprendola velocissimamente e buttandone giù il contenuto in un soffio, talmente era agitato.

“Ehi, piano, così ti strozzi!” disse Daniel preoccupato, vedendo l’altro tossire forte, cercando di riempirsi i polmoni con dell’aria. “Gra…grazie” gli disse Galen, prima di restituirgli la fiaschetta; fu in quel momento che le loro mani si sfiorarono, Daniel sentì una vampata di calore così forte che dovette mettersi d’istinto le mani sulla faccia, mentre vide l’altro guardarlo con sguardo interrogativo.

“In…in bocca al...lupo” disse Daniel facendosi violenza e staccandosi dallo sguardo di Galen ed andando a riprendere il suo posto fra gli anelli. Il ragazzo non vide minimamente che Maxine che gli si era avvicinata proprio un momento prima del fischio d’inizio di Zacharias:

“Ehi, va tutto bene Dan?”

“Oh…” rispose Daniel voltando lo sguardo e tentando di ricomporsi “Sì, tutto ok.”

“Che c’era in quella fiaschetta?” gli chiese la ragazza

“Oh, solo una pozione calmante. Avevo come l’impressione che ne avesse bisogno.”

“Secondo te come andrà a finire?” le chiese Maxine, incerta.

“Beh, spero sia un successo, perché altrimenti rischiano di finire tutti in infermeria…”

“Ah, non me lo dire. Ma tu non conosci Zach…quando si mette in testa qualcosa cosa possiamo fare….?” Disse sollevando lo sguardo al fischio del capitano.

“Pregare…” rispose Daniel più a se stesso, vedendola volare via verso il bolide che Anthony le aveva deviato contro.

Al fischio di Zacharias, Daniel osservò Galen riprendere la ricerca del boccino con Malcolm e Heidi che gli volavano nelle vicinanze per tenerlo d’occhio; per qualche minuto la cosa procedette in maniera infruttuosa con i due che ogni tanto gli volvano attorno per disturbarlo ma sempre al debita distanza. All’improvviso, in un’azione di rientro verso la metà del campo, dopo un lungo semicerchio verso la parte destra, Galen accelerò di colpo, partendo all’inseguimento del boccino e la formazione scattò: Malcolm si disimpegnò mentre Heidi, più vicina, affiancò Galen. Questi reagì d’istinto iniziando a ruotare ad elica mantenendo una traiettoria molto allungata, infastidendo la ragazza che a sua volta deviò dalla sua corsa, descrivendo due ampie anse, prima di riprendere il controllo. La corsa divenne sempre più frenetica, con Heidi che tentava di sbilanciare Galen, tentando anche di intercettarlo fisicamente ma col giovane cercatore che, all’ultimo, girava stretto su se stesso evitando il corpo della ragazza. Seguì un’azione nei pressi della sua area dove i due arrivarono così vicini quasi a sfiorarsi e Daniel temette il peggio. Per fortuna Galen ruotò nuovamente in velocità, sfiorando l’anello mediano ed obbligando Heidi dalla sua traiettoria; tuttavia ciò gli fece perdere per un istante velocità. Questa deviazione lo portò ad alzarsi sopra la traiettoria del boccino; fu immediata la reazione del giovane cercatore, evitando il rientro di Heidi verso di sé ed appiattendosi sulla scopa, riuscì ad accelerare, stavolta in linea retta e dopo una breve curva stretta verso metà campo, ad afferrare la piccola palla dorata ad una velocità a dir poco impressionante.

Daniel non credeva ai suoi occhi mentre Galen teneva alto il boccino e sorrideva felice; aveva assistito ad un’azione davvero fantastica. Non fece in tempo a complimentarsi col giovane cercatore quando Zacharias gli volò accanto e gli dette una pacca sulla spalla che il ragazzo non si aspettava.

“Bravissimo, Galen!” poi si rivolse ad Heidi che gli raggiungeva poco distante, con lo sguardo raggiante, nonostante la sconfitta.

“Ottimo lavoro, Heidi.” Disse il capitano annuendo soddisfatto alle sue parole. “Vedi devi avere più fiducia in me.”

La ragazza non fece in tempo a rispondergli che Anthony e Maxine gli rubarono le parole:

“Non è che non si fida….” disse il primo

“E’ che alle volte ti crede un pazzo ” concluse la seconda.

Daniel si avvicinò alla scena, tanto da sentire la risposta di Zacharias. Il capitano aveva uno sguardo profondamente divertito, cosa che Daniel non si sarebbe mai aspettato, anzi a pensarci bene non glielo aveva mai visto addosso.

“Beh, chi è più pazzo: il pazzo o i pazzi che lo seguono?!”

Seguì una risata generale che coinvolse tutta la squadra. Daniel si sentì davvero contento per Galen; non era stato un periodo affatto facile per il ragazzo sul campo ed era contento che si fosse guadagnato finalmente il suo primo risultato personale riconosciuto da tutti.

“Bene, per oggi direi che possiamo chiuderla qui.” disse Zacharias dopo aver riacquisito il suo più classico tono burbero e deciso, che secondo Daniel meglio gli si addiceva. “Tutti sotto le docce”.

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Daniel cercò di fare il più piano possibile per non svegliare Justin ed Ernie e gli altri compagni di stanza mentre sgattaiolava il più silenziosamente possibile dal dormitorio maschile del quinto anno; era mezzanotte passata ed il ragazzo non si stupì nel vedere che tutti i suoi compagni erano immersi in un sonno profondo, quella sera. Percorrendo la scalinata a esse Daniel arrivò nella sala comune, deserta, tranne che per la presenza di uno studente accasciato sui libri e le pergamene davanti a sé, con il volto e le braccia distese sul tavolo. Il ragazzo si stupì che qualcuno fosse ancora lì a quell’ora ed il cuore gli mancò un battito quando riconobbe Galen, avvicinandosi meglio furtivamente: il ragazzo era profondamente addormentato. Daniel fece per superarlo quando vide che il ragazzo più giovane tremava leggermente, decise quindi di prendere il mantello che aveva buttato sulla poltrona accanto e di posarglielo delicatamente sulle spalle. Nel chiuderglielo leggermente sul collo, Daniel si sentì avvampare e d’istinto si ritrasse in fretta, cercando di non inciampare su alcuni libri sparsi sul pavimento. Allontanandosi dalla sala comune e prendendo il corridoio che l’avrebbe portato ai barili d’entrata, il ragazzo si chiese ancora una volta cosa gli stesse capitando; lui che aveva avuto la fortuna di ambientarsi bene ed in fretta a Tassorosso, non riusciva a sostenere uno sguardo su quel misterioso ragazzo. Si sentiva più cotto di una braciola di manzo tutte le volte che i loro sguardi si incrociavano e non riusciva a scambiare con lui più di qualche parola farfugliata prima di avvampare.

“Merlino, che casino!” penso Daniel imboccando il corridoio verso la Sala d’Ingresso, per poi proseguire verso il terzo piano.

Appena presa la prima rampa di scale Daniel sentì delle voci provenire alla sua destra, dall’altro lato della grande sala. Istintivamente si gettò dietro la statua dell’architetto di Hogwarts, mormorando poi con la bacchetta rivolta verso di sé:

Diluo!”

In quell’istante la porta d’entrata al corridoio dei sotterranei si aprì e Daniel fu molto sorpreso di vedervi uscire Draco Malfoy, da solo per giunta. In quei giorni era difficile vederlo senza Tiger e Goyle, più degli scagnozzi che degli amici, aveva pensato Daniel. Quella sera Draco sembrava essere invece da solo e si guardava attorno con aria guardinga, cosa strana visto che come prefetto di Serpeverde non aveva molti problemi a girare il castello di notte.

Il giovane Tassorosso, lo seguì tenendosi a debita distanza e lo osservò salire verso il corridoio che portava al secondo piano, da lì le loro strade si dividevano. Era strano vedere dipinta su di volto di solito sicuro e spavaldo un’espressione di impazienza mista a paura.

Draco Malfoy era un altro ragazzo che Daniel non riusciva a capire, le prime volte che si erano incontrati gli aveva fatto una buona impressione, certo era aristocratico e un po’ freddo, ma si era dimostrato un buon ascoltatore, calmo, posato e lucido, un eccellente giocatore di scacchi, nelle due volte in cui gli aveva fatto visita quell’estate, e anche un gran nuotatore, al contrario di lui che odiava l’acqua. L’incantesimo si era spezzato una volta sull’espresso per Hogwarts, mostrandogli un volto del Serpeverde che gettava una brutta luce su di lui. Daniel tuttavia non aveva ancora perso del tutto le speranze e vedendolo scomparire nell’ombra del corridoio si ripromise di seguire il consiglio di Madama Umbridge, appena ne avrebbe avuto l’occasione, la cosa difficile era trovare qualcosa che potesse stupirlo, più facile a dirsi che a farsi.

Il viaggio verso l’ingresso della biblioteca non gli riservò altre sorprese, notò all’entrata del corridoio del terzo piano la figura di Gazza, il guardiano con la sua inseparabile gatta, ma si bloccò subito, ben felice della distanza che li separava. Ancora una volta l’incantesimo lo protesse a dovere, e dopo qualche decina di secondi la coppia proseguì verso i piani più alti, lasciandogli libero accesso.

Appoggiando la mano ad uno dei due grandi pomelli del portone della biblioteca Daniel notò che la porta era già aperta, segno che qualcuno l’aveva preceduto. Entrando vide i due fratelli Canon che parlottavano fra di loro a voce bassa, mente Luna era seduta su di una sedia poco distante da loro, ad esaminare con aria sognante un piccolo foglio di pergamena tutto piegato. Al suo ingresso Colin girò lo sguardo dalla sua parte, non vedendolo, mentre Luna gli fece un cenno con la mano destra; la sua aria sognante era perfetta in quell’atmosfera piena di libri immersi nella penombra, pensò Daniel.

“Daniel!”, esclamò Colin a voce bassa, vedendolo per la prima volta ed avvicinandosi “Che hai combinato? Sei tutto...”

“…Sfuocato” concluse il fratello più piccolo, girandogli attorno, sinceramente colpito, esaminandolo come un interessante campione di tecnologia aliena.

“L’incanto diluente” disse Luna dandogli un leggero colpetto sulla spalla destra, annullando l’incantesimo e rendendo il giovane Tassorosso di nuovo perfettamente visibile. I due Canon la guardarono stupiti.

“Rende più evanescenti ed attenua i suoni.” concluse la ragazza, facendo arrossire Daniel.

“Va bene, andiamo avanti, ma una sera di queste ce lo devi far vedere Daniel, disse piano Denis, ci potrebbe tornare molto utile.”

“Quando vuoi Denis, non è niente di particolare, davvero” disse il ragazzo chiudendo la fila. Il breve tragitto che li separava dall’ingresso del reparto proibito fu tranquillo e silenzioso, con i grandi scaffali che si illuminavano alla luce della lanterna schermata di Colin.

“Bene” disse questi una volta giunto alla porta d’ottone che si apriva nella cancellata che separava la sezione proibita dal resto della biblioteca. “Ora vediamo…” continuò il ragazzo estraendo la sua bacchetta e puntandola sulla serratura, proprio sotto la maniglia “Alohomora

Il rumore del metallo che scattava fece illuminare lo sguardo di Colin e degli altri. “Ottimo, il primo ostacolo è superato. Ora..” continuò facendo per entrare al di là della porta ma inaspettatamente Luna lo bloccò tirandolo per il mantello e facendolo quasi cadere all’indietro.

“Ehi, ma che ti prende?” esclamarono all’unisono Colin e Denis. Anche Daniel non capì il perché di quel gesto fino a quando Luna, con espressione insolitamente seria, puntò la bacchetta contro la grande lastra di pietra oltre la porta. “E’ una trappola”.

“Cosa?!” disse Denis incredulo

“Guardate bene, al di là della porta c’è una grande lastra di pietra, unica ed estremamente grande, mentre per tutta la biblioteca vi sono pietre rettangolari, piuttosto comuni. Inoltre è particolarmente lucida come pietra, secondo me c’è qualcosa che non va” concluse la ragazza avvicinandosi e mettendosi in ginocchio accucciata accanto al bordo.

 “Ci sarebbe una sorta di allarme?” chiese Colin incredulo, a quella visione.

“Sì, esatto.” Disse Luna mettendosi ad osservare da vicino la sottilissima fuga che separava la pietra dal profilo a t ottonato dell’ingresso.

 “Questa lastra ha un incavo sotto la fuga, se ti avvicini puoi vedere che continua sotto la pietra.” proseguì Luna sempre in ginocchio.

Daniel rimase molto stupito dall’acume della ragazza. Abituato sempre a vederla sognante, quasi distaccata dal mondo, gli faceva impressione osservare la sua lucidità e la sua grande capacità di osservazione. 

“E quindi?” intervenne Denis

“C’è un meccanismo che reagisce al peso, per cui se proviamo a passarci sopra è probabile che facciamo scattare un allarme.” Rispose Luna, guardandosi attorno, oltre l’ingresso della sezione proibita.

“La superiamo  con un incantesimo di levitazione, allora!” esclamò Colin battendo il pugno sulla mano destra. “Potremmo levitare su una sedia e superare la lastra senza camminarci sopra” concluse deciso, rivolto agli altri.

Gli altri annuirono e recuperarono ciascuno una sedia da una delle postazioni di lettura poco distante; uno dopo l’altro lanciarono a turno l’incantesimo di levitazione e raggiunsero senza problemi l’altra estremità della lastra, atterrando poco oltre.

“Ed il secondo ostacolo è superato, siamo dentro” esclamò Colin soddisfatto.

“Ora, in che sezione è conservato il libro che stiamo cercando?” chiese Daniel

“Oh, lo dovremmo trovare alla “H” di “Hoenfels” credo, dopotutto la catalogazione dovrebbe essere la stessa di quella usata nel resto della biblioteca; madama Pince sa essere maniacalmente precisa ed ordinata.” gli rispose Colin facendosi strada verso la metà della sezione.

“Come procedono gli allenamenti?” disse Luna, rivolta verso Daniel. Il ragazzo fece un mezzo salto quando questa gli toccò la spalla. Si era imbambolato davanti ad un alto scaffale, messo non perpendicolare alle grandi pareti della sala, ma appoggiato fra due finestre.

Voltandosi verso la ragazza, Daniel vide che aveva riacquisito il suo classico tono di voce sognante, ma non si accorse come i suoi occhi fossero più sporgenti del solito in quel momento.

“Bene, Zacharias ci fa sudare sette camicie ma ne sta valendo la pena, secondo me” rispose Daniel col cuore gonfio d’orgoglio.

“Bene, perché vedo Galen sempre più magro e teso. Credevo che qualcosa non andasse con gli allenamenti ma a quanto pare non è così” disse la ragazza con una profonda nota di sollievo nella voce.

Luna lo guardò con la testa inclinata sulla sinistra, i grandi occhi più sporgenti del solito, fece una pausa in cui Daniel si sentì come trapassato da parte a parte.

“C’è niente che vuoi dirmi, Daniel?” disse Luna

Il ragazzo si sentì a disagio a quella domanda, anche senza nessun motivo apparente.

“No, pe…perché?” gli rispose il ragazzo con un leggero balbettio, arrossendo leggermente.

“Vedo…” disse Luna sorridendo, superandolo a saltelli, diretta verso il fratelli Canon, poco oltre. A metà strada tuttavia, si bloccò, voltandosi di scatto verso il giovane Tassorosso, rimasto indietro imbambolato.

“La balbuzie sta diventando contagiosa.” Gli disse sfoggiando un sorriso sognante. Poi, senza aspettarsi una risposta dal ragazzo, si andò ad affiancare a Colin.

Il rossore sulle guance di Daniel aumentò esponenzialmente e lui fu enormemente grato all’oscurità in quel momento.  Per cercare di sbollire la cosa il ragazzo si voltò ad osservare il punto sullo scaffale che aveva precedentemente attirato la sua attenzione.

Il giovane Tassorosso rimase per circa un minuto ad osservare tutto lo scaffale. C’era qualcosa di strano: ogni ripiano conteneva volumi senza un ordine alfabetico o di altra sorta; poteva vedere Paxton accanto a Graham e Morton di fronte a lui, ad altezza occhi. Un libro attirò subito la sua attenzione, aveva la copertina verde scuro con scritte perlacee annerite dal tempo ma sulla costola si poteva ancora riconoscere una esse, disegnata chiaramente come il serpente, simbolo di Serpeverde. Daniel prese il libro in mano e sentì una sensazione di gelo infiltrarglisi sotto la pelle, come se il libro fosse ghiacciato; di scatto lasciò andare il tomo e la sensazione se ne andò velocemente come era arrivata, lasciandolo sbigottito. Guardando la pagina a cui si era aperto il libro, Daniel riconobbe quella che doveva essere la sala comune di Serpeverde. C’era tuttavia qualcosa di strano in quel disegno, era molto più ricco di particolari, decori magici ed elementi architettonici che mancavano in qualsiasi altra rappresentazione lui avesse mai visto.  Le parole a voce decisamente troppo alta di Denis lo fecero voltare e raggiungere rapidamente gli altri, abbandonando il libro aperto sul tavolo.

“Colin, Luna, di qua, Hackney, Hadlee, da qui comincia la “H”!” disse Denis con trepidazione.

“Grande Denis, vediamo, qui no, arriviamo fino a Hailey...” disse Colin esaminando lo scaffale e spostandosi al successivo.

“Nemmeno qui” intervenne Denis “questo arriva vino a Hayes”.

“Qui” disse Luna poco oltre, dallo scaffale accanto. “questo termina con Home. Dovrebbe essere qui.” Aggiunse alzando lo sguardo sui livelli più alti.

“Lumos” disse Colin puntando la bacchetta in alto e scorrendo rapidamente i nomi. “Herberstein, Hochberg, Holnstein…”

“Holstein-Rendsburg…dove è?!” esclamò Denis “Aspetta, torna indietro con la luce Colin”

Il giovane Grifondoro guardò in alto con ancora più attenzione, esaminando in lungo ed in largo lo scaffale; del libro di von Hoenfels tuttavia non riusciva a trovare traccia.

“Dove cavolo è?!” disse Denis rileggendo per la terza volta il ripiano illuminato. Una punta di terrore traspariva ora dalla sua voce.

“Ne so quanto te, fratellino” disse Colin incredulo, provando ad esaminare con Lumos il ripiano sotto e quello sopra ma senza successo.

“Guardate lì!” disse Luna tirando fuori la sua bacchetta e muovendo la mano di Colin fino ad illuminare i volumi di Hochberg e Holnstein.

“Che vuoi dire Luna? io non vedo niente lassù, ci siamo passati tre volte su quello scaffale, forse è stato cambiato di posto o qualcuno l’ha preso in prestito.” disse Colin.

“Non credo”, disse con sicurezza la giovane Corvonero. “Se contate ci sono ventiquattro libri su ogni mensola dello scaffale, solo sul quel ripiano lì ce ne sono ventitré, non vi pare strano?” aggiunse giocando con i tappi della collana di burrobirra che aveva al collo.

“E’ vero!” disse Daniel che stava ricontando i libri sullo scaffale. Era effettivamente strana una coincidenza simile, anche se ciò non spiegava dove si trovasse il libro che stavano cercando.

“Beh, ma lì non c’è. Chi se ne importa di quanti sono.” Disse Denis incredulo, come se stessero perdendo tempo su un particolare insignificante.

“Revelio” disse la ragazza puntando la bacchetta sullo scaffale illuminato da Colin. Per un istante non accadde niente, poi come se i libri si comprimessero leggermente, l’uno accanto all’altro, emerse dapprima uno spazio vuoto, infine riempito da un nuovo volume.

Sulla costola una scritta in avorio su una copertina marrone scuro recitava: “Conoscenza e potere. Studi non canonici di magia applicata” di Herbert Von Hoenfels.

“Sei un genio, Luna!” disse Colin con un sorriso che gli riempiva il volto raggiante.

 “Di più!” gli fece eco Denis.

“Wingardium Leviosa” pronuncio Daniel, felice per l’amica. Era brutto notare come Luna fosse molto spesso guardata male quando non presa apertamente in giro per il suo stile ma da quello che aveva visto la sua abilità deduttiva non era inferiore a quella di Hermione Granger. Il ragazzo sorrise mentre il libro volava lentamente sul banco di fronte a loro, Luna ed Hermione erano agli antipodi come ragazze, l’una l’opposto dell’altra. Mentre si allenava assieme per l’incantesimo scudo, Daniel aveva potuto apprezzare la logica e razionale mente di una ragazza brillante come poche, Luna dal canto suo era imprevedibile, ma non meno capace.

“Perfetto” disse Colin prendendo in mano il libro con le attenzioni e le premure rivolte ad una reliquia. “Abbiamo finito qui. Non è stato facile ma è la prima vittoria dei Codeluda!”

Sììì!” risposero in coro gli altri, dandosi il cinque insieme.

“Ok non mi sembra il caso di tentare ancora la fortuna stasera, abbiamo quello per cui siamo venuto. Andiamocene!” disse Colin con gli occhi grandi come galeoni.

I quattro si riavvicinarono alle loro sedie e uno dopo l’altro superarono l’ingresso del reparto proibito. Daniel fu l’ultimo a chiudere la fila, passando dallo scaffale di prima notò nuovamente il libro aperto poco prima e con rapido movimento della mano se lo ficcò sotto il mantello. Era rischioso ma quello che aveva visto in quell’illustrazione meritava un approfondimento. Senza contare il fatto che se un giorno voleva sorprendere Draco, non era male avere qualche informazione in più sulla sua casa.

Arrivati senza colpo ferire alla porta d’ingresso della biblioteca Colin si rivolse agli altri e disse: “Bene, per stasera abbiamo finito, direi di vederci domani pomeriggio per esaminare tutti assieme questo fantastico libro!” aggiunse con tono d’adorazione.

Daniel scosse la testa: “Domani ho gli allenamenti di Quidditch, possiamo fare domani l’altro?”

“Sì, così anche noi avremmo più tempo par avere un idea di cosa effettivamente contenga, prima di parlarne tutti insieme” disse Denis.

“Va bene” disse Colin leggermente irritato. Per ora questo libro lo terremo al quartier generale. Io e Denis saremo lì a studiarlo quando non saremo a lezione, se volete fare un salto siete i benvenuti. Buonanotte a tutti!”

“Buonanotte” risposero tutti prima di prendere strade diverse, Colin e Denis girarono subito a sinistra verso la torre di Grifondoro, mentre Luna e Daniel si diressero a sinistra.

“Niente male, stasera” disse Daniel sorridendo a Luna, immersa nei suoi pensieri, con la testa chissà dove.

“Grazie Daniel Nightingale” disse la ragazza uscendo da una specie di trance. “Posso chiederti un favore?” aggiunse.

“Certo, dimmi” disse Daniel

“Tieni d’occhio Galen, per favore. Da quanto ne so il vostro capitano ha organizzato un programma piuttosto duro di allenamenti e Galen non ha una resistenza infinita, te ne sarai accorto anche tu.” disse Luna

“Certo” rispose Daniel “Per ora non credo che abbia avuto mai problemi, anzi ma lo terrò d’occhio se questo ti può far stare più tranquilla”

“Sì, grazie. Galen è il tipo che strafà quando si fissa per una cosa. Lo conosco.”

“Vi conoscete da molto?” chiese il ragazzo.

“Oh, sì” rispose Luna sorridendo. “Da quando avevamo sei anni. Mia madre era una grande amica di quella di Galen, si erano conosciute ad Hogwarts, sai?”

“Davvero?!”chiese Daniel, desideroso come non mai che la ragazza continuasse a parlare.

“Oh, sì. E’ stato il mio primo amico. Prima di…”

Daniel fece per aprire bocca quando Luna continuò, sorridendo. “Una domanda per un’altra volta. Per favore tienilo d’occhio e…dagli una mano se puoi, ok?” disse la ragazza con tono dolce.

“Va bene…”disse Daniel ricacciandosi tante domande in gola.

“Buonanotte Daniel, e grazie” gli disse Luna salutandolo prima di salire per la scala ovest verso la torre di Corvonero. Il ragazzo dal canto suo non ebbe problemi nel percorrere indietro la strada verso la sala comune di Tassorosso; una volta entrato, vide che Galen era andato a letto ma aveva dimenticato un quaderno sul tavolo. Daniel lo prese in mano e non seppe resistere alla tentazione di sfogliarlo. Dentro c’erano degli schizzi di molte piante della serra di erbologia, tutte accuratamente dettagliate, per ogni pianta erano elencate le proprietà e l’uso nelle pozioni. I disegni erano davvero molto ben fatti. Daniel si stupì molto, non avrebbe mai pensato che Galen fosse un appassionato di piante o pozioni. Continuando a sfogliare il quaderno il ragazzo vide un intruso: un disegno a doppia pagina raffigurava il Quidditch con tutta la squadra di Tassorosso in aria, ogni viso ed espressione erano riprodotte in maniera incredibilmente dettagliata.

Il ragazzo decise di portarsi il quaderno dietro e si ripromise di restituirlo al suo legittimo proprietario la mattina dopo a colazione. Quella notte dormì davvero pochissimo.

 

Nota dell’autore

Rieccomi qua. Dopo un’ altra lunghissima assenza. Dovete scusarmi  per questa lunghissima assenza ma purtroppo sia il tempo per scrivere mi si è drasticamente ridotto negli ultimi mesi. Cercherò di essere un po’ più rapido in futuro, mi dispiace davvero.

 

 

 

 

  
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