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Autore: TeamFreeWill    03/10/2019    6 recensioni
Prequel della mia long Perfect.
L'inizio dell'amore tra il principe Jared e il cameriere Jensen. Un amore talmente forte che nemmeno le differenze sociali può impedire di sbocciare. :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il principe e il cameriere: il filo rosso del destino'
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Da quella serata di gala passarono alcuni giorni, giorni in cui Jensen fu chiamato a lavorare in diversi locali.

Tutto procedeva liscio come sempre, ma quel sabato sera qualcosa non andò per il verso giusto.

La sala privata del locale dove ora stava lavorando, era stata affittata da un gruppo di ragazzi nobili molto maleducati e irrispettosi che trattavano i camerieri con supponenza e arroganza.

Jensen più di una volta si morse la lingua e ingoiò a vuoto per non rispondere a tono a Cohen e ai suoi amici che, nonostante non avessero l’età per bere, dopo cena ordinarono di tutto e pretesero dei cocktail non proprio leggeri.

Il biondo, dopo l’ennesima ordinazione, non poté più stare zitto. Anche perché era lui quello addetto a servire alcolici pesanti ad un gruppo di ragazzini che si credevano uomini di mondo.

“Signori…non posso portarvi quelle che avete ordinato …devo purtroppo chiedervi un documento e accertarmi che abbiate 21 anni” disse solo.

“Come scusa?” fece Cohen guardandolo male. “Senti, cameriere dei miei stivali, tu ora ci porti quello che abbiamo ordinato e zitto! Su fila in cucina, sguattero e va’ a fare il tuo lavoro!”

“Ma…”

“Signori, chiedo scusa. Ora il ragazzo vi porterà tutto quello che avete ordinato…Su, Jensen vai…non far arrabbiare questi signori” disse il suo capo, posando una mano sulla spalla del biondo e spingendolo verso la cucina, dove, una volta soli, gli urlò contro una non velata minaccia di licenziamento se si azzardava a fare ancora una cosa del genere.

“Ora servili!” gli ordinò, lasciando basito il cameriere che non poté fare altrimenti. Dovette servirli.

Quando raggiunse il tavolo dei ragazzi fu fischiato e canzonato poiché quei clienti non facevano altro che denigrarlo per il lavoro che faceva. Jensen dovette stringere i pugni fino a sbiancare le nocche pur di costringersi a non rispondere a tono. Ma era uno a cui piaceva mangiare e quel lavoro gli serviva.

Stava posando l’ultimo bicchiere quando sentì qualcuno avvicinarsi al tavolo e dire timidamente: “Scusate il ritardo, ma l’intervista con la giornalista è stata più lunga del dovuto”.

Jared, si ritrovò a ringraziare mentalmente ancora una volta quel Jensen per il suo consiglio geniale: da quando lo aveva avuto lo usava continuamente per sostenere interviste e quant’altro!

Il biondo, girato di spalle rispetto a lui, si bloccò riconoscendo la sua voce. Il cuore iniziò a battergli forte e istintivamente deglutì.

“Non preoccuparti principino…Siediti e ordina quello che vuoi.. questo cameriere te lo porterà senza fiatare!” disse sfidando Jensen e invitando i suoi amici a bere.

“Certo signore!” sibilò solo, poi si voltò lentamente verso Jared, che appena lo riconobbe come “quel Jensen” rimase senza parole e il cuore iniziò a martellare nel petto furiosamente, occhi negli occhi, un improvviso caldo al viso.

“Milord…cosa le porto?” riuscì a dire il biondo controllandosi.

“Una…tonica con ghiaccio e limone” fu la prima risposta che diede e che sorprese il maggiore piacevolmente e anche i suoi amici, deludendoli, invece!

“Come vuole, Milord. Gliela porto subito” inchinandosi e rivolgendo un ultimo sguardo al principe prima d’andare via, con un sorriso a 32 denti. Era orgoglioso del principe. Ancora una volta si era dimostrato diverso dai suoi coetanei.

Quel sorriso e quella contentezza però svanirono quando Jensen ritornò al tavolo per servire il principe.

I cocktail, bevuti dagli amici del principe, stavano iniziando a fare i loro effetti sui ragazzi.

Cohen, che sembrava quello che più risentiva dell’effetto alcolico, stava raccontando, ridendo, che al mattino, mentre faceva jogging, aveva visto due uomini baciarsi al parco.

“Vi giuro…” bevendo un altro sorso dal bicchiere “…mi è venuto da vomitare! Oddio! Ascolta me, Jared…” rivolgendosi al principe che era sbiancato sentendo quel racconto “…quando sarai Re dovrai impedire che i froci si bacino in pubblico! Sono schifosi! Almeno le lesbiche sono sexy” guadagnandosi un bel cinque dall’amico seduto al suo fianco e l’approvazione dagli altri.

Jensen era furioso, invece, e non si rese nemmeno conto di aver sbattuto la tonica davanti al principe – che non parlava tanto era sconvolto - facendo sussultare i presenti che si voltarono verso il cameriere, silenzio nella sala, l’aria carica di tensione.

“Ma che problema hai, servo? Ti sembra un modo adatto ad un cameriere? Tu sei troppo insolente verso chi è di rango sociale più …” stava per dire Matt, ma Jensen lo fermò in malo modo.

“Io? Io sono irrispettoso…. brutto stronzo?! Mi auguro per te..che sia l’alcol a farti parlare così, perché se la pensi davvero in questo modo, beh!!, amico mio, sei davvero messo male!” sibilò, puntando ora gli occhi sugli altri e anche su Jared, che abbassò lo sguardo vergognandosi.

“Come ti permetti! Porta rispet..!”, ma si bloccò vedendo la furia sul viso del cameriere, il respiro affannoso, i pugni stretti lungo i fianchi.

"Tu porta rispetto, maleducato!" lo avvertì minaccioso, Jensen.

“Oddio!” disse Matt, capendo, con fare plateale facendo ridere tutti, tranne Jared. “Il paladino dei gay e delle lesbiche è un frocio!”

Jensen non ci vide più. Questo era decisamente troppo. Stava per avventarsi su Matt quando l’intervento tempestivo del suo capo lo fermò.

“Ackles! Sei impazzito?? Ma che modi di fare sono mai questi? Scusati immediatamente verso i signori e anche verso il principe!”

Jensen lo guardò sconvolto. “Come? Scusarmi io? Loro hanno fatto dei commenti omofobi ..mi hanno tormentato tutta la serata e sarei io quello che si deve scusare?”

“Fallo o sarai licenziato in tronco!” lo minacciò il suo capo, umiliandolo davanti a tutti.

Jensen guardò ancora i ragazzi di quel tavolo che nonostante quel richiamo continuavano a prendersi gioco di lui e poi guardò Jared che non parlava. Non faceva niente!

La delusione che stava provando in quel momento era tale che gli faceva male il petto. Lo credeva davvero diverso invece era come gli altri.

Scosse la testa e poi si rivolse al suo capo. “Mi licenzio!” fece buttando a terra lo straccio che portava sempre alla cinta del pantalone e detto ciò si allontanò per dirigersi verso lo spogliatoio dove si tolse la divisa da lavoro con le lacrime agli occhi.

Non vedeva l’ora di tornare a casa sua e non vedere nessuno.

Prese le sue cose dall'armadietto di fretta e uscì tremando dal locale, la rabbia ancora presente tanto che, una volta raggiunta la sua auto dall'altra parte della strada, dovette appoggiarsi con la schiena alla fiancata destra, le braccia incrociate, il petto ansante, il cuore che martellava nel petto.
Doveva calmarsi, ma non ci riusciva.

Basta! Doveva guidare!

Non poteva certo immaginare che Jared, sconvolto da quello che era appena successo e sentendosi in colpa e soprattutto vergognandosi da morire, disse che andava in bagno e con quella scusa uscì invece dal locale. Doveva prendere decisamente aria!

“Che razza di persona sono? Lui mi ha aiutato alla cena di gala e io…” stava pensando, quando sentì una portiera di una macchina chiusa forte, con rabbia e poi della musica rock classic a tutto volume.

Si voltò verso la fonte di quella musica e vide Jensen, alla guida, in procinto di partire sgommando.

“Oddio! E’ ancora qui!” disse guardando a destra e a sinistra e poi attraversando la strada di corsa chiamando Jensen, che sentendosi chiamare si voltò di scatto verso quella voce e riconoscendo Jared che, raggiunta la macchina, oramai era praticamente con la testa quasi all'interno dell’abitacolo, le mani sulla portiera, lo sguardo dispiaciuto.




Note autrice
Grazie Lilyy per avermi segnalato gli errori di battitura che non avevo notato ^^
  
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