Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mirwen    30/07/2009    7 recensioni
“Hogwarts è casa.Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive …. Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo. Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità". Enif Aurora Icecrow
“Un’ultima cosa… ciò che abbiamo visto temo sia solo la punta di un immenso iceberg, ci aspettano tempi oscuri, MA non dovete disperare… dovete trovare la luce nell’oscurità… continuate a stare uniti e solidari come avete dimostrato di essere ieri e nessuno potrà fermarvi… non lasciate che la paura si ponga tra voi e i vostri amici… ricordate: non siete mai da soli… dev’esser questa la nostra forza. “ Dal cap. 3
“Comunque… qualcuno deve essere stato…insomma prima il padre di James, poi Emily, adesso questo signor Greathead… e solo perché sono amici di Silente” Dal cap. 6
“Io ti trovo splendida” Dal cap. 9
 “Lo dirò una sola volta… prova a tradirmi e il mondo magico e quello Babbano messi assieme non saranno abbastanza grandi per nasconderti…”" Dal cap. 12
Era quello l’avvertimento: se non la vedete come noi non vedrete altro. ” Dal cap. 15
Storia vincitrice del Best WIP, Best Original Character e Best FF Monica's Choise dei Never Ending Story Awards
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 15

Safely for the last time.

 

Mersea Harbor, Essex, UK

 

Capitolo 15: Capodanno

“Dove sono?” chiese per la millesima volta James osservando la stazione degli autobus di Cannon Street, Bristol.

“Prongs sta calmo… da quello che ha detto quella signora l’autobus che passa da Weston è il 40… non è semplicemente ancora arrivato…” disse Sirius guardando l’amico, non l’avrebbe ammesso ma stava cominciando a preoccuparsi anche lui.

Proprio quando James stava per decidere di mandare al diavolo la sicurezza e materializzarsi a Weston, il numero 40 comparì in fondo alla strada.

I ragazzi trattennero il fiato finché non videro le due farsi loro in contro.

“Grazie al cielo…” sussurrò James, salutandole con la mano. Lily lo fulminò con lo sguardo avvicinandosi.

“Vuoi attirare l’attenzione di tutta la piazza?” chiese un po’ acida guardandolo. Il ragazzo la guardò stranito, era davvero confuso, prima si preoccupava per lui, lo baciava, gli sorrideva e adesso lo avrebbe sbranato…

Enif scosse la testa rendendosi conto come litigare con sua sorella e intravedere Severus Piton mentre aspettavano l’autobus avesse demolito il buon umore di Lily.

“Come mai ci avete messo tanto?” chiese Sirius ignorando Lily e abbracciando la sua ragazza.

“Abbiamo preso l’autobus dopo…”

“Come mai?”

Enif guardò l’amica l’occhiata che le stava lanciando diceva chiaramente: “Non dire una parola”

“Dovevamo farci belle!” scherzò, facendo cadere il discorso. I due ragazzi si guardarono.

 “Enif, ci serve una materializzione congiunta, non credo che la Evans conosca il mio indirizzo…” disse serio, guidandole in un vicolo lì vicino.

“La porto io, non preoccuparti!” sorrise la ragazza prendendo la mano dell’amica.

“Bene, andate prima voi…” James era serio, doveva averlo fatto preoccupare si disse Lily, era stata lei a farle perdere l’autobus per essere sicura che Severus non le vedesse prendere il numero 40.

Appena le ragazze sparirono i due si guardarono.

“Secondo me non la raccontano giusta…” disse Sirius

“Avrà avuto una brutta giornata, andiamo su…”

Con un crack scomparvero

 

♦♦♦

 

“Ehilà temevo che vi avremmo aspettati in eterno!” Sirius sbiancò vedendo Remus e Peter apoggiati sulla veranda, uno con un aria furente e l’altro piuttosto insonnolito.

“REM! Cavolo… mi ero dimenticato che arrivavate così presto…”

“E un’ora che siamo qui…” disse il Licantropo guardando il ragazzo serio.

“REMUS!” il ragazzo distolse l’attenzione da Sirius notando le due ragazze.

“Lily! Enif! Ma cosa?” le guardò stupito dall’ultima lettera che aveva ricevuto credeva che sarebbero stati solo loro quattro.

“Colpa nostra se non c’erano, sono venuti a scortarci da Bristol!” sorrise Enif salendo le scale della veranda e dando un bacio sulla guancia sia a Remus che a Peter.

“Non scusare il tuo ragazzo, poteva almeno avvertire!” disse fulminando Sirius.

“Gliel’hai detto?” chiese Enif guardando il ragazzo

“Si, non dovevo?”

“Spero che entro il mio ritorno a scuola non lo sappiano già tutti o sarò uccisa dalle tue ammiratrici!” disse un po’ preoccupata.

“Che ci provino e dovranno vedersela con me!”disse il ragazzo raggiungendola e aprendo la porta a tutti. “Prego accomodatevi nella mia umile dimora!” rise.

Lily entrò per ultima sentendosi un po’ estranea. Enif era quella che aveva sempre parlato con i Malandrini per via dell’amicizia con Sirius, lei gli aveva sempre criticati. Enif era quella che sembrava toccare il cielo con un dito affianco al ragazzo che amava, lei non riusciva nemmeno a trattare bene il ragazzo di cui forse era innamorata.

“Lily… va tutto bene?” Remus la riscosse dai suoi pensieri.

“Si, Remus non preoccuparti, è solo che mi sento un po’ di troppo…”

“Sicura…” chiese indagatore

“Si, non preoccuparti! Vedrò di divertirmi…” disse per rassicurarlo. Lui le sorrise.

“EHI MOONY, EVANS, VI FACCIO FARE IL GIRO DELLA CASA!” Gridò Sirius arpionando Peter e trascinando in giro per la casa i tre. Enif sorrise, era proprio suonato alle volte.

“Enif…” James la guardava serio

“Che c’è James?” chiese curiosa guardandolo

“E’ successo qualcosa stamattina? Lily sembra così… distante e arrabbiata…”

“Ha litigato con Petunia…” disse la ragazza “ma non dirle che te l’ho detto io…” sorrise. “Che ne dici andiamo a fermare Sirius prima che mostri loro anche il ripostiglio del sottoscala?”

 

♦♦♦

 

“Sirius, di grazia cosa sarebbe questo?” chiese Remus fissando la sua forchetta.

“Come cosa sarebbe! È un gamberetto!” rispose offeso, servendo la cena che aveva preparato.

“Ma è finito sotto un trattore?” chiese il licantropo squadrando il pezzo rosastro che di gamberetto non aveva nulla.

“Piantala e assaggia! L’importante è che sia mangiabile no?!” rispose il padrone di casa sedendosi indignato .

I ragazzi guardarono i piatti ricolmi un po’ sospettosi.

“Non è avvelenato!” sbuffò Sirius mangiando un boccone “ehi non è venuto molto male…”

Anche Remus assaggiò, spalancando gli occhi.

“In effetti nonostante l’aspetto non è venuto male…”

“È come si dice no, Rem?!” disse Peter cominciando a mangiare “Non bisogna giudicare un monaco dai suoi vestiti…”

“Non è l’abito che fa il monaco, Peter…” rise Remus seguito dagli altri. Le ragazze e soprattutto Lily, si sentivano un po’ a disagio era come se fossero presenti a qualcosa di privato e sacro: quello era il capodanno dei Malandrini.

“Propongo un brindisi!” esclamò James “dove hai messo la bottiglia di idromele che ho comprato ieri, Sir?” chiese alzandosi.

“In quello scaffale…” disse indicando il mobile.

James stappò la bottiglia riempiendo i bicchieri a tutti.

“A questo nuovo anno! Che porti un po’ di luce in questi anni bui!” sorrise alzando il bicchiere gli altri lo seguirono.

 

Stavano finendo la cena quando James, anima della festa, porse a Remus un cucchiaio a mo’ di microfono.

“Alla Signor Moony quali sono i suoi propositi per questo nuovo anno?”

Remus sorrise “Finire la scuola?”

“Ma dai! Sempre il solito!” brontolò Sirius, mentre Peter si metteva a ridere. Le ragazze sorrisero guardandosi.

“Lasciamo perdere… Peter?”

“Vorrei trovare un appartamento e un lavoro appena finita scuola così da proteggere i miei, e magari riuscire a disintossicare mio padre…” sorrise timidamente il ragazzo.

“Un altro troppo serio...” borbottò James “quindi… passiamo a lei signor Black?”

“Io? Non ho propositi, quello che volevo l’ho ottenuto come regalo di Natale!” disse strizzando l’occhiolino ad Enif

“Noioso…” sbuffò James, facendo ridere gli amici. “Signorina Icecrow, prego tocca a lei…”

“Io?”

“Si, lei signorina!” sorrise il moro

“Non ne ho idea… non lo so…”

“Ehi, James mi è venuto in mente un proposito!” disse Sirius alzando la mano.

“Sir, hai già sprecato l’opportunità!”

“Ma dai, questo è importante!”

“Ok, spara!”

“Trovare una ragazza a questi due!”

“Oddio Sirius, non dirai sul serio?” chiese Peter preoccupato

“Si certo!” esclamò il moro convinto

“Non ci combinerai degli appuntamenti, vero?”

“Certo che si!” rise Sirius.

“Mi sembra proprio un ottimo proposito…” sorrise James “Ma ritorniamo a Enif, deciso?”

“Si, salvare quei due da Sirius…” disse ridendo.

“Ehi piccola dovresti essere dalla mia!” fece il finto offeso Sirius, facendo ridere tutti.

“E lei dolce signorina Evans?” chiese James guardandola

“Direi sopravvivere al matrimonio di Tunia…” disse con un mezzo sorriso. James la guardò gli occhi di lei erano un po’ tristi, si disse che avrebbe fatto di tutto perché questo proposito fosse andato a buon fine.

“E tu James?” chiese Sirius togliendogli il cucchiaio di mano e puntandolo verso di lui.

“Direi… il solito… avere un appuntamento con Lily!” esclamò sorridendo, la vide ridere mentre gli dava una cucchiaiata per la testa.

“Ahi, Ahi… ok, qualcosa di più reale… vorrei poter festeggiare anche il prossimo capodanno in vostra compagnia.”

“Questo si che è un proposito!”

 

♦♦♦

 

Enif sorrideva, era stato un pomeriggio divertente e la serata che stava andando a finire era ancora meglio. Ma non era per quello che sorrideva, no. Sorrideva perché era lì con loro, con il ragazzo che amava, con la sua migliore amica e con quei ragazzi a cui in fin dei conti si era affezionata.

“No, no James! Ti prego!” la voce di Lily la riscosse dai suoi pensieri

“Ma dai Evans, ancora un bicchiere!”

“Non ho il fegato di ferro come voi altri!” Enif sorrise scuotendo la testa.

“Enif, tu?” chiese James tentando di versare altro idromele  nel suo bicchiere.

“No, no… sono apposto… piuttosto, qualcuno sa che ora è?” chiese alzandosi e guardando fuori dalla finestra.

Remus guardò lo scantinato orologio da polso.

“Mancano due minuti a mezzanotte…” disse sorridendo

“Remus, idromele?”

“James smettila di offrire da bere in giro, se non vuoi vederci ubriachi prima dell’alba…”

“Volevo finire la bottiglia…” si giustificò lasciando la bottiglia e riconcentrandosi sulla partita a spara schioppo che andava avanti da un’ora.

“Che dite prepariamo i fuochi d’artificio?”

“Hai preso i fuochi?”

“Cosa credi che ci sia andato a fare ad Hogsmeade l’altro giorno?!” sorrise Sirius alzandosi, lasciando la stanza e ritornando con uno scatolone di fuochi d’artificio.

Uscirono in giardino.

“Signori, mancano trenta secondi a mezzanotte…” sorrise Remus guardandoli.

“Pet! Il conto alla rovescia!” gridò Sirius lanciando un fuoco d’artificio a James e un altro a Remus che scosse leggermente il capo. Il moro poi rientrò velocemente in casa mentre Peter raccolto anche lui un fuoco d’artificio cominciava un conto alla rovescia iniziato dal 25.

“Sir?” Enif lo seguì vedendolo trafficare con dei calici.

“Eny! Tieni questi.” Disse passandole alcuni bicchieri. Lei sorrise uscendo e distribuendoli agli amici. Quando Peter era arrivato al numero 10, Sirius uscì trionfante con una bottiglia in mano.

“Odgen stravecchio della cantina di zio Alphard!” sorrise.

“9…8…” a Peter si unirono anche gli altri amici. “7…6…5…4…3…2…1… BUON ANNO!” il grido sembrò rimbombare unanime.

Risero mentre Sirius stappò la bottiglia. Un filo di fumo si alzò dal liquido mentre lo versava nei bicchieri.

“Penso che questo Whisky incendiario sia forte…” disse Remus annusandolo appena.

“Attento ai capelli…” sorrise Peter. I Malandrini risero, mentre le ragazze li guardavano incuriosite.

“Capelli?” chiese Lily. Enif sorrise buttando giù un piccolo sorso di whisky, tossì con le lacrime agli occhi.

"Mi hanno dato fuoco ai capelli con il whisky...." disse sbrigativo Remus

"Sei tu che non sai bere a collo da una bottiglia, Remus..." lo prese in giro James.

Sirius fece partire un paio di fuochi d’artificio, nello stesso istante mille luci colorate illuminarono il cielo.

“Si divertono giù a Mersea!” sorrise James facendo partire un altro fuoco.

“Potremmo fare una passeggiata sulla spiaggia all’alba…” sorrise Enif mentre Sirius l’abbracciava.

“Si si potrebbe fare!” sorrise James “Si dice porta bene guardare la prima alba dell’anno.”

“Allora è deciso!”

 

La mezz’ora che avevano passato al freddo a ridere e a scherzare cominciava a farsi sentire.

Lily rabbrividì all’interno del suo cappotto.

“Hai freddo?” chiese James avvicinandosi, mentre guardavano gli ultimi fuochi della zona esplodere nel cielo.

“Un po’…” sorrise lei “senti… scusa per questo pomeriggio, non volevo risponderti in quella maniera…”

“Non preoccuparti… avrai avuto i tuoi buoni motivi…” disse fingendo di non sapere nulla.

“Si, però… tu non centravi… non era con te che ero arrabbiata, non avrei dovuto aggredirti…” disse lei imbarazzata tremando dal freddo.

“Ascolta…” cominciò James, passandosi una mano tra i capelli nervoso “posso… si, insomma… posso abbracciarti?”

Lily lo guardò stranita, era questa la parte di Potter che le piaceva, quella nascosta sotto la sua solita arroganza.

“Sì, se mi giuri che non lo saprà mai nessuno!” disse lei.

“Non ci tengo a farlo divenire di dominio pubblico, se tu non lo vuoi…” sorrise avvicinandosi e passandole un braccio attorno alle spalle.

“Va meglio? Non hai più freddo?”

 

“È  grandioso che la serata sia così tersa, si vedevano perfino i fuochi di  Witham!” sorrise Enif allegra.

“Eny…” Remus le si avvicinò mentre Sirius e Peter sembravano complottare qualcosa alle spalle di Lily e James.

“Si?”

“Non le ho ancora fatto i miei auguri, signora Balck!” sorrise divertito.

“Senza di te non sarebbe stato possibile, lo sai…” sorrise in rimando.

“È proprio una bella serata…” sospirò Remus guardando il cielo.

“Già, spero che quei due non stiano progettando uno scherzo a Lily e James, è solo grazie all’Odgen se James ha potuto abbracciarla…” rise Enif.

“Sembra che a Witham stiano ancora lanciando dei fuochi, le colline sono illuminate…”

Enif guardò in direzione di casa, dove sarebbe presto tornata.

“Remus, non ti sembra strano che la luce non lampeggi, se sono fuochi…” disse mentre il sospetto si faceva spazio nella sua mente. Anche Remus cominciò a preoccuparsi, aveva già visto una notte tinta di quel colore: il 1° settembre.

“Sirius!” Enif corse dal ragazzo indicandogli le colline. Tutti e sei osservarono le colline tinte di verde acido.

“Non può essere il Marcho Nero,…” sussurrò James

“Eny, abita qualche altro mago a Whitham? Magari qualche figlio di babbani…” chiese Lily avvicinandosi all’amica che tremava, ma non dal freddo.

“No, ci siamo solo noi…”

“Ma voi siete Purosangue…” cominciò Peter titubante…

“Avevano già minacciato tuo padre…” disse Sirius a mezza voce.

“Cosa? Come lo sai?” chiese Enif sconvolta.

“Me lo disse tua madre quando venne a cercarti… non volevo che ti preoccupassi…” disse Sirius “era per questo motivo che tuo padre ti aveva detto quelle cose….”

“Non importa, vado là…” Lily la prese per un braccio

“Non puoi andarci da sola! Vengo con te!”

“Ci veniamo tutti!” esclamò Sirius.

 

Quando si materializzarono sopra la collina di Faulkbourne, Enif era già 10 passi davanti a loro. Sirius la raggiunse prendendola per un braccio.

“Aspetta un attimo!” disse voltandola verso di lui.

“Aspettare cosa?” chiese preoccupata, il cuore che le stava martellando fuori dal petto.

“Noi… potrebbero esserci ancora i Mangiamorte… non perdere la testa ora…” le disse trattenendola finché non furono raggiunti dagli altri.

Il boschetto in cui si erano materializzati era fitto, ma Enif sapeva perfettamente dove erano, quel boschetto faceva parte della tenuta Icecrow. Enif avrebbe voluto correre ma le gambe le divenivano sempre più pesanti come se non volessero avvicinarsi alla casa.

Superato il boschetto, Faulkbourne Hall  apparve davanti a loro. L’antica villa fortezza del 1440 si stagliava con le merlature e la torre normanna nell’oscurità quasi a protendersi verso il Marchio Nero che brillava acido nel buio. Enif distolse lo sguardo dai mattoni rossi tinti di verde luminescenza nascondendo il volto nel petto di Sirius. Il ragazzo la strinse a se.

“Sembra ci sia qualcuno…” la voce di Remus le apparve lontanissima mentre risollevava lo sguardo.

Guardò la villa, attorno e dentro ad essa riuscivano a contare venti figure che si muovevano circospette.

“Dall’atteggiamento sembrano quelli del Ministero, magari Auror…” sussurrò James. Enif si divincolò dalla stretta di Sirius correndo verso la villa.

La villa era stata di proprietà della nobile famiglia babbana dei Bullock fino alla fine dell’800, quando Virgil Icecrow, il bisnonno di Enif, l’aveva acquistata come regalo di nozze per l’amata Arianna Black, da allora la famiglia Icecrow abitava l’antico maniero nell’Essex, ma per una volta Enif sperò che suo padre fosse andato a trovare i suoi prozii nel Galles.

Era quasi giunta all’ingresso quando riconobbe i mantelli degli Auror del ministero e la figura familiare di uno dei cugini di sua madre.

“GIDEON!” gridò attirando la sua attenzione.

Il giovane uomo si voltò vedendo la cugina corrergli in contro seguita da quelli che aveva intuito fossero suoi amici.

“Enif! Ci stavamo giusto chiedendo se eri in casa o no…”

“Ero a Mersea da Sirius…” disse senza nemmeno pensare che Gideon Prewett non conosceva Sirius o gli altri ragazzi. La ragazza si fermò crollando quasi nelle braccia del parente.

“Mia madre e mia padre…” chiese specchiandosi negli occhi nocciola di Gideon.

“Tranquilla, prendi un respiro…”

“Gideon…” lo supplicò, non c’era tempo per respirare!

“Stanno più o meno bene… dovrebbero arrivare dei medimaghi a portarli al San Mungo… ma si riprenderanno presto… era solo un avvertimento…”

“Ehi… l’hai trovata! Stai bene cugina?” chiese preoccupato un altro Auror uscendo.

“Sì, Fabian… io non ero qui…” disse trattenendo a stento le lacrime.

Fabian guardò il suo orologio da polso fissando attentamente le stelle del quadrante.

“Mi sa che quelli del San Mungo stavano festeggiando quando li abbiamo mandati a chiamare…”

“Posso?” chiese Enif tentando di entrare

“Sì, che scemo… entrate… solo state attenti a Malocchio, quello morde a volte…” sorrise Fabian accompagnandoli dentro “Gideon, il capo voleva anche te…” disse rivolto al fratello che li seguì.

Alla luce dei lampadari in ferro battuto i ragazzi videro i volti dei due giovani Auror. Gideon e Fabian Prewett erano gemelli, si notava subito: stessi lineamenti, stessa corporatura, stessi occhi nocciola e stessi capelli rossi. Avevano l’aria di ragazzi appena usciti da Hogwarts ma Lily si disse che dovevano avere minimo 25 anni per non essersi incontrati a scuola.

“Algol ci ha chiamati non appena i Mangiamorte se ne sono andati… non ho mai visto tuo padre così fuori di testa…” disse Gideon mentre giungevano nel salone principale.

Enif non aveva mancato di vedere come un arazzo che riportava il blasone degli Icecrow fosse strappato a metà, inoltre molti oggetti di famiglia giacevano sul pavimento rotti o abbandonati.

Sirius prese la mano di Enif mentre entravano nel salotto.

“Malocchio abbiamo trovato Enif…” sorrise Fabian

“O meglio è lei che ci ha trovato…” aggiunse Gideon.

Alastor Moody smise di parlare con il signor Icecrow. Enif si bloccò sulla porta, stingendo più forte la mano di Sirius. Suo padre sedeva su una poltrona, mentre sua madre era distesa su un divanetto priva di sensi. Algol Icecrow si alzò barcollando, zoppicò verso la figlia e lei lasciando la mano di Sirius gli si fece incontro.

“Non dovresti camminare, la tua gamba…” cominciò, prima che il padre le crollasse tra le braccia piangendo.

“Enif… mia piccola stella… non so quali dei ringraziare perché tu sia salva… o cara…” singhiozzò stringendola a se. Enif restò allibita e sorpresa, suo padre, per quanto non le avesse mai negato un abbraccio o una carezza, non l’aveva mai stretta a quel modo.

“Papà… papà… sono qui… scusami…” disse accarezzando le spalle

“Credevo di averti persa… credevo…”

“Papà… riprenditi…” disse con tono sicuro, la scena era un po’ imbarazzante se considerata la presenza di Alastor Moody, i cugini di sua madre e tutti i suoi amici.

Fu un attimo: il signor Icecrow si rialzò e sembrava che sul suo volto il dolore fosse sparito, che le lacrime non fossero mai scese dai suoi occhi, era questa l’abilità dei nobili: nascondere i sentimenti, Sirius si disse che almeno il signor Icecrow era in grado di provarli.

Enif accompagnò il padre a sedersi, avvicinandosi alla madre, le accarezzò i capelli rossi, per fortuna era solo svenuta.

 

Un’ora dopo al San Mungo un medimago stava finendo di visitare la Signora Icecrow.

“Non si preoccupi… il maleficio non era potente e la pozione che le abbiamo somministrato le farà tornare la vista in un paio di mesi…” disse dopo aver finito di controllare gli occhi della donna. Algol guardava la moglie, o meglio guardava i suoi occhi, quegli occhi verdi ora erano grigi, opachi, talmente chiari da sembrare bianchi. Era quello l’avvertimento: se non la vedete come noi non vedrete altro. Strinse con rabbia i pugni.

“Potrete tornare a casa vostra domani, per oggi è meglio che restiate qui a riposare” disse il medimago, l’uomo lo fissò appena.

“Grazie…”

“Nonostante la ferita si sia completamente rimarginata la prego di non sforzare quella gamba, signore…” raccomandò il guaritore prima di uscire.

Algol guardò la donna avvicinandosi, zoppicò un po’ per non appoggiarsi alla gamba ferita, si sedette accanto a lei prendendole la mano.

“Algol?” disse lei incerta. Lui non rispose accarezzandole la mano.

“Algol…” riprovò lei, in tutta risposta lui portò la sua mano alle labbra. Una lacrima bagnò la mano bianca della moglie.

“Felicia…” sussurrò “è solo colpa mia… se li avessi presi sul serio…se…”

“Non importa… basta solo che siamo qui… vivi… tutti e tre…” sorrise lei cercando con la mano la sua. “Enif?” chiese un po’ preoccupata.

“Sta bene è qui fuori…” l’uomo rimase un attimo in silenzio guardando le dita affusolate della moglie strette alle sue “con i suoi amici…” aggiunse. Era sicuro di averla vista sorridere.

“Dovresti vederli, sono tutti accanto a lei… non l’hanno lasciata per un attimo… loro…”

“Li vedo…” suo marito la guardò stranito. Felicia sorrideva con gli occhi chiusi. “Li vedo da tanto tempo, Algol…”

“E io volevo non vederli…” disse amaramente. “Se lei non fosse stata da loro…”

“Shhh… non viviamo di se, tesoro… voglio parlarle… e dovresti farlo anche tu…”

“Si…” disse alzandosi.

“Algol…” la voce della moglie gli sembrò più grave, si voltò a guardarla aspettando che continuasse.

“Dimmi…” sussurrò rendendosi conto che Felicia non poteva vederlo.

“Cosa risponderai a loro?” disse seria.

“La felicità di mia figlia non vale la mia vita…” disse l’uomo “ci nasconderemo in Galles… non importa, non parteciperò a questa guerra e non permetterò loro di distruggerci…”

Felicia sorrise, quello era l’uomo che amava.

Algol si avvicinò alla porta socchiudendola. Enif stava seduta in braccio a Sirius che teneva la testa appoggiata alla sua spalla, a destra Lily le teneva una mano e a sinistra Remus le teneva l’altra, James Potter e Peter Minus erano seduti ai loro piedi come dire che erano più vicino possibile. L’uomo sorrise, ne era sicuro, avrebbero protetto la sua bambina.

“Enif…” la chiamò. Lei alzò la testa, gli occhi lucidi.

“Papà?” si alzò lasciando le mani degli amici e raggiungendolo. L’uomo le mise una mano sulla spalla facendola entrare.

 

Quando Enif si fu allontanata, James si alzò in piedi.

“Vado a prendere qualcosa da bere… volete?” James si allontanò. Era quasi giunto all’area relax quando vide sua madre.

Stava venendo verso di lui, James pensò che Moody l’avesse avvertita e fosse venuta a controllare che i “suoi” ragazzi stessero bene.

“Dorea…” la donna si fermò. James si fermò a sua volta, sua madre era stata appena fermata da Malacchio Moody e dai fratelli Prewett.

“Alastor… Gideon, Fabian…” salutò. James aggrottò le sopracciglia che sua madre conoscesse Alastor Moody non era un mistero, suo padre aveva lavorato spesso con l’Auror e avevano passato alcuni anni assieme a scuola, ma i fratelli Prewett erano troppo giovani per conoscerla.

“Dorea, l’Ordine è stato avvertito?” chiese Malocchio guardandola.

“Si, Silente vuole parlare con gli Icecrow al più presto possibile.” James ascoltava mille domande per la testa: Silente? Ordine?

“Algol è testardo, se ha detto che non combatterà, non combatterà…” Gideon Prewett era sicuro.

“Albus non ne è convinto…” la voce di sua madre era tesa “Questo è il primo attacco diretto ad una famiglia purosangue civile… non ci metterà molto a fare il giro dell’Inghilterra…”

“Secondo me dovrebbe puntare sulla ragazza, ho visto quei ragazzi, come si sono comportati sul treno… sono in gamba e lei ha ottime capacita fisionomiche… ha riconosciuto Bellatrix Black come nulla fosse… ci farebbe comodo…”

“Alastor!” Dorea Potter sembrava sconvolta “ha 17 anni! Hanno 17 anni!”

“Dorea non potrai tener fuori dalla battaglia James, come non hai potuto farlo con Charlus…” disse Malocchio sicuro. I Prewett li guardarono dubbiosi.

“Sono ragazzi, Malocchio!”

“Ragazzi o no, Silente glielo chiederà prima della fine dell’anno… e allora sceglieranno loro…”

“Con tutto il rispetto, signora Potter…” cominciò Fabian “onestamente ci serve più aiuto possibile…”

“Lo so!” esclamò Dorea “Sennò non sarei qui, no?! “ disse scocciata. “Ora vado dai ragazzi, Malocchio…”

“Tieni gli occhi aperti e la bacchetta pronta… Dedalus e sua moglie passeranno in serata, Sturgis si è ustionato a posta una mano ed Emmeline è in qui in giro…”

“Lo so, Alastor… lo so…” sospirò la signora Potter “vigilanza costante…”

“Dorea…” la voce dell’auror più anziano si fece più seria, quasi dura. “Hanno ucciso Charlus qui dentro… non mi fido più del San Mungo…” disse guardandosi circospetto attorno.

“Allora non dovremmo parlare di queste cose in corridoio…” sibilò lei “Ora andate su…” disse comprensiva “eravate di pattuglia tutta la notte, no?! Sarete stanchi…”

“Sta attenta…” salutò Alastor Moody andandosene.

“Arrivederci, signora Potter” salutarono i gemelli

“Buona notte…” salutò lei, sopirò prima di voltarsi. James aspettò che la madre facesse un paio di passi prima di raggiungerla ed accompagnarla dagli altri.

 

“Mamma…” Enif si avvicinò di corsa alla madre prendendole la mano.

“Tesoro, meno male che stai bene…” disse la donna accarezzandole i capelli.

“Mamma… i tuoi occhi…”

“Guariranno, tesoro, non preoccuparti…”

“Mamma…”

“Non preoccuparti…”

“Mamma…” sorrise appena, sua madre aveva il brutto vizio di anticiparla.

“Si?”

“Scusami…” disse abbracciandola “Io… io avrei dovuto essere con voi… io…”

“Enif, no… non dire così… non oso pensare cosa sarebbe successo se tu ci fossi stata… piccola mia…” Algol si avvicinò sedendosi.

“Enif… non sei tu a doverti scusare…”

“Papà…”

“No, lasciami parlare… io… io devo chiederti scusa…”

“No, non devi…” disse leggermente “Tu avevi soltanto paura per me… e io non l’ho capito, non ti ho spiegato…”

“Enif, avrei dovuto capirlo dai tuoi occhi… sono tuo padre, devo pensare…”

“Alla mia sicurezza…”

“No, alla tua felicità…” La ragazza lo guardò stupita “Non ho intenzione di legarti ad una vita che non ti appartiene, ho sempre ammonito Orion di non farlo, e ci stavo cadendo io…” prese un respiro. “Enif, molti purosangue diranno che sono pazzo, ma non vorrei un erede maschio per nulla al mondo. Tu sei il mio tesoro più prezioso e sarò sempre fiero di te, qualsiasi scelta tu farai…”
“Papà…” Enif abbracciò il padre, che rimase un po’ spiazzato da quella reazione “ti voglio bene…”

“Anch’io piccola…” sorrise l’uomo accarezzandole i capelli. “Enif, ho scelto che ci ritireremo in Galles, nascosti ai Mangiamorte, sono certo che qualsiasi scelta tu farai sarà quella giusta…”

“Mi stai dicendo che dovrei combattere?” chiese guardandolo

“Sto dicendo che preferirei averti con me al sicuro in Galles, ma se tu vorrai combattere sarà giusto così…”

“Papà?”

“Si?”

“Vi proteggerò…”

 

Eccoci qui a questo benedetto o maledetto Capodanno... allora lo so, lo so... vi direte "cugini??? Fabian e Gideon Prewett? I fratelli di Molly?" si proprio loro. La madre di Enif Felicia Prewett è proprio cugina di loro... che volete i purosangue sono tutti imparentati. Spero sarete andati a leggere la fan fiction che ho pubblicato su Remus, When did you became a werewolf, RJ? e se non l'avete fatto, fateci un salto e lasciate un commentino ^^

Allora la casa di Enif esiste veramente e la sua storia fino a Virgil è tutta vera il resto è finzione anche perché non so cosa sia attualmente il castello... vi lascio una foto dall'ormai mio fisso sito di immagini:

Alohomora: Ecco qui che Algol ritorna in se, com'è adesso comincia a starti simpatico il mio caro paparino?

aliceundralandi: eccoci qui a capodanno come vedi anche qui un po' turbato dalla guerra, ma per fortuna è andato tutto per il meglio

hermy101: Povera Felicia, vero? James cerca di andare sul romantico dato che lo spaccone non ha funzionato ;P

PrincessMarauders: Mio padre invece mi chiese "nome, cognome, codice fiscale e fedina penale" XD Povero il mio moroso...come vedi finalmente padre e figlia finalmente si sono riabbracciati

Lady Lily: Spero di aver soddisfatto la tua curiosità e di non averti deluso. Onorata di averti tra i lettori ^^

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mirwen