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Autore: Lady Brandon    27/10/2019    1 recensioni
L'ideale seguito della mia precedente ff "A second life", ambientata nel futuro ma con un occhio al passato, con una new generation che suo malgrado imparerà a guardare oltre i ruoli e comprendere l'animo umano.
La storia potrebbe non seguire fedelmente la narrazione dei libri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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2020
Gwen si portò le mani alle orecchie per cercare di zittire le voci che la circondavano e poi aprì gli occhi, intorno a lei oltre Madama Chips c'erano suo padre, il preside, la professoressa Granger e Jordan.
"Gwen, Gwen mi senti?" chiese Neville preoccupato.
Lei fece un cenno d'assenso con la testa e subito fu investita dalle domande di Piton: dov'era Kathryn, come stava, cosa aveva detto.
A Gwen scoppiava la testa ma cercò di rispondere il più precisamente possibile per far finire presto quell'interrogatorio ma dopo più di mezz'ora iniziò a piangere facendosi prendere in braccio da Neville mentre diceva fra le lacrime: "Mi fa male la testa, voglio la mamma".
"Severus ora basta" disse fermo l'insegnante di Erbologia.
"Si certo" s'intromise prontamente Hermione: "Scusateci, abbiamo esagerato. Gwen ora deve riposare; grazie piccola" concluse accarezzandole i capelli poi uscì dall'infermeria preceduta da Severus che teneva Jordan per mano.
Arrivati nel suo ufficio Severus si sedette alla scrivania sorreggendosi la testa con una mano, Hermione rimase in piedi di fronte a lui in silenzio finché non prese coraggio chiedendo: "Kathryn è viva, è una buona notizia".
"Ottima. Peccato che non ho la minima idea di come fare a riportarla qui" si appoggiò alla spalliera con gli occhi chiusi: "Presumo che la giratempo in suo possesso sia fuori uso o sarebbe già tornata...".
"Nel 1994 io avevo una giratempo, me la diede Minerva!" esordì Hermione entusiasta.
"Peccato che era una comunissima giratempo, non servirà a far tornare Kathryn".
"Non serve neanche che tu sia lì immobile a fare elucubrazioni che non mi dici!" scattò la strega.
Severus aprì gli occhi risentito: "Cosa vuoi che ti dica?! Che con un colpo di bacchetta farò tornare nostra figlia? Mi dispiace ma non è possibile! Sto cercando di ricordare il più possibile di quell'anno per cercare di capire se c'è qualcosa che possiamo fare".
"Nel 1994 c'erano i dissennatori ad Hogwarts, Lupin insegnava difesa contro le arti oscure e Sirius fuggì da Azkaban" proclamò la strega.
Severus applaudì lentamente con un ghigno ironico: "E brava la nostra so-tutto-io, oltre ogni previsione!".
Hermione si inviperì: "Di preciso cosa tentavi di ricordare? Chi hai ucciso quell'anno?"; le parole uscirono di getto e lei non parve scossa dopo averle pronunciate.
"Vorrei ricordare dettagli utili e non le vostre bambinate da Grifondoro" il tono di Severus era glaciale.
In quel momento sentirono sbattere la porta e ricordarono che nella stanza era presente anche Jordan, si scambiarono una rapida occhiata carica di livore prima che la strega incalzasse: "Quando tempo pensi di metterci a ricordare 'dettagli utili'?!".
"Non lo so!" le inveì contro lui.
"Abbiamo passato due mesi da incubo temendo che Kathryn fosse morta, ora sappiamo che è viva e sappiamo dov'è, possibile che non ci sia un modo per riportarla da noi" Hermione stava dando sfogo alla paura ed alla frustrazione che la accompagnava ormai da troppo tempo.
"Non lo so!" ripeté Severus mentre si alzava di scatto: "Ma tu credi che se ci fosse non lo utilizzerei subito per riportarla qui?!".
"Io so solo che ci siamo rassegnati troppo presto, abbiamo perso troppo tempo. Non ci crediamo abbastanza!" la voce le si mozzò in gola nel tentativo di soffocare un singhiozzo.
"Ma cosa stai dicendo? Se non abbiamo smesso un attimo di lambiccarci il cervello per capire dove fosse" le urlò contro il mago: " Purtroppo però ora che lo sappiamo non abbiamo modo di intervenire".
Hermione lo trafisse con gli occhi: "Se non c'è inventalo! Dopotutto dicono che sei il mago più potente di questo tempo. Dimostralo!" si voltò e uscì sbattendo la porta.
Severus diede un pugno talmente forte sulla scrivania che alcuni libri caddero a terra poi la stanza sprofondò nel silenzio mentre lui restava a fissare il vuoto.
"Ragazzo mio ora calmati, urlarvi contro non servirà a nessuno" la placida voce di Silente dall'alto del suo dipinto spezzò il silenzio.
"Albus sta zitto! Non sono in vena di prediche" lo liquidò Piton in malo modo.
"Immagino come vi sentite ma dovete cercare di mantenere la calma o non riuscirete nel vostro intento".
Piton gli lanciò uno sguardo a dir poco glaciale prima di rovesciargli addosso il carico di paure che lo attanagliava: "Sai come mi sento?! Credi davvero? Quante figlie hai perso, rispondimi! Ed ora anche Hermione e Jordan si sono allontanati, se non riesco a riportare Kathryn a casa perderò tutto un'altra volta" fece un pausa per riprendere fiato prima di terminare in un sussurro: "Ma forse me lo merito perché non sono in grado di proteggere le persone che amo".
"Severus, non dire sciocchezze!" lo rimbrottò Silente dall'alto del suo dipinto: "Vi è occorso uno sfortunato incidente. Kathryn sta bene e questa è l'unica cosa che conta".
"Ma in che modo la faremo tornare?" chiese crollando sulla sua poltrona da preside e prendendosi la testa fra le mani.
"Non lo so ma sono certo che riusciremo a trovare un modo, non scoraggiarti ragazzo mio" lo rassicurò il vecchio mago mentre spostava lo sguardo da lui alla figura che lentamente avanzava attraverso l'ufficio.
Piton si accorse di non essere solo quando Priscilla gli fu accanto, si scambiarono uno sguardo d'intesa mentre lei gli passava una mano fra i capelli.
"Silente ha ragione, non perderti d'animo sono sicura che se restiamo uniti e lavoriamo insieme troveremo una soluzione" gli disse pacata la strega mentre lui annuiva un po' più convinto.
Jordan non era andato a lezione quel giorno, aveva girovagato per il castello sconsolato Kathryn non c'era più, i suoi genitori litigavano e lui non poteva fare nulla a parte subire tutta quella situazione; la sera finse di andare a letto ma in barba al regolamento si smaterializzò per andare in infermeria dove c'era Gwen che appena se lo trovò davanti trasalì per lo spavento: "Cosa ci fai qui? Sarai punito!".
Lui con un gesto della mano avvicinò un letto e ci si sedette sopra: "Non importa" le disse triste prima di raccontarle la giornata appena trascorsa.
Poco dopo si addormentarono tenendosi la mano inconsapevoli che da quel contatto scaturiva una piccola spirale di luce.
1994
Kathryn era seduta nell'ufficio del preside, singhiozzava sommessamente torcendosi le mani mentre Silente la guardava e la McGrannitt le batteva mestamente sulla spalla per darle coraggio. Quando la porta si spalancò e con passo svelto entrò Severus la giovane strega si alzò di scatto e gli corse incontro, lui seguendo un istinto che non sapeva di avere si chinò affinché lei gli gettasse le braccia al collo sollevandola da terra mentre la stringeva a sé.
Kathryn piangeva forte ora, biascicando parole incomprensibili tra un singhiozzo e l'altro, lui tentava di tranquillizzarla con scarso successo sotto gli occhi commossi ma al contempo compiaciuti dei sui anziani colleghi.
Quando la staccò da sé non poté evitare che gli si avvinghiasse addosso nascondendo il viso mentre ancora singhiozzava, ciò non gli impedì di raggiungere la scrivania e chiedere preoccupato: "Si può sapere cosa diavolo è successo per ridurla così?".
Kathryn era forte, piena di risorse, mai avrebbe pensato di vederla così disperata e gli faceva rabbia non riuscire a consolarla, era un dolore nuovo ma acuto, ogni sua lacrima gli si conficcava nel cuore come uno spillo, voleva disperatamente che lei cessasse di soffrire ma quando seppe la causa di quella sofferenza si scoprì impotente.
La prese da parte e si sedette di fronte a lei che ancora piangeva: "Voglio tornare a casa" quando singhiozzava tremava tutta, Severus non trovò di meglio da fare che asciugarle le lacrime e porgerle il suo fazzoletto col quale lei si soffiò sonoramente il naso.
"Ora basta piangere! I tuoi genitori stanno facendo l'impossibile per farti tornare ed anche i tuoi amici, scommetto che la prossima volta che ti apparirà quella ragazza saprà darti le indicazioni per tornare" lo disse tenendola per le braccia cercando di essere il più convincente possibile sperando di scongiurare che la crisi di pianto diventasse una vera e propria crisi isterica.
Lei tirò su col naso e annuì, improvvisamente più calma.
"Bene, ora devo tornare a lezione" disse alzandosi sbrigativamente.
"No! Io voglio stare con te!" ricominciò a piagnucolare Kathryn.
Severus scambiò una rapida occhiata con Silente prima di rivolgersi alla figlia: "Purtroppo oggi non è possibile. Ora devi ricomporti e andare in aula, alla fine se ci pensi non hai avuto cattive notizie, tutt'altro. Devi stare tranquilla, Minerva si occuperà di te e questa sera ti manderò a chiamare".
Lei lo guardò con occhi cerulei: "Me lo prometti?".
"Certo! Ora vai con Minerva" la sospinse verso l'insegnante di trasfigurazione che la condusse fuori.
"Proprio oggi doveva succedere!" lo disse col tono di un'imprecazione.
"Severus mi affido a te. Potrebbe non accadere nulla come potrebbe accadere tutto" sentenziò Silente congedandolo ma non poté fare a meno di notare che l'insegnante strinse i pugni prima di voltarsi obbediente ma stizzoso.
Dal canto suo Severus mentre guadagnava l'uscita non riusciva a non pensare che non era giusto, voleva stare con Kathryn perché aveva bisogno di lui, era così sconvolta e invece doveva badare a degli stupidi ragazzini di cui non gli importava nulla per tener fede al patto stretto con quel vecchio pazzo.
Kathryn rimase per tutta la mattina con la McGrannitt che giustificò la cosa asserendo che la strega aveva bisogno di un approfondimento nella sua materia, dal canto suo la ragazzina si trascinò per tutto il tempo senza prestare attenzione a nulla, si riscosse all'ora di pranzo quando dalle varie conversazioni carpì che quel pomeriggio sarebbe arrivato il ministro in persona per presenziare all'esecuzione dell' ippogrifo; la sua mente iniziò a riordinare i vari ricordi delle storie che le raccontava Hermione, assemblò velocemente un sandwich che mangiò mentre si avviava in camera sua dove si buttò sul letto bisbigliando: "Quindi oggi è il giorno in cui Fierobecco dovrebbe essere ucciso ma grazie alla giratempo mamma e Harry lo salveranno"...chissà ora dov'è la mamma, se questo momento l'ho già vissuto oppure è la prima volta.
Tornò ad elencare sottovoce: "Poi incontreranno Sirius Black e quello schifoso ratto di Peter verrà smascherato, poi Lupin li aggredirà ma papà riuscirà a proteggerli ed Harry evocherà il suo patronus per salvare e far fuggire Sirius"...vorrei tanto vederlo, basterebbe andare alla stamberga...persa nei sui pensieri di colpo si mise a sedere: "Papà verrà schiantato dallo zio Harry!" disse scattando in piedi ma rimettendosi a sedere con la stessa velocità Non devo fare assolutamente NIENTE! Oggi è una giornata fondamentale per l'esito della guerra, non devo assolutamente rischiare di interferire con gli eventi, resterò tranquilla senza uscire dal castello. Si alzò di nuovo e dopo essersi messa un po' in ordine si avviò per assistere alla lezione del pomeriggio.
Come era inevitabile quel giorno non apprese nulla, fece i compiti di fretta, cenò svogliatamente e appena poté sgattaiolò nei sotterranei. Gli incantesimi di protezione all'ufficio di Piton erano piuttosto numerosi ma dopo alcuni tentativi riuscì a neutralizzarli ed entrare, dopotutto lo conosceva meglio di chiunque altro e lui le aveva insegnato personalmente ognuno di quegli incantesimi, si diresse subito verso l'alloggio, accese il fuoco accoccolandosi su una poltrona in attesa; mancava poco a mezzanotte quando Severus entrò, la vide ma non sembrò sorpreso mentre si toglieva mantello e froak coat con movimenti rigidi le disse: "Che fai ancora qui? È tardi", aveva la voce stanca e Kathryn si immalinconì: "Volevo vederti, ti ho portato questo" disse porgendogli un vasetto dal contenuto vischioso e trasparente.
Lui la guardò con aria interrogativa e lei gli spiegò titubante: "È un unguento...lo zio Harry ti ha schiantato".
Severus rimase immobile non sapendo se essere più turbato per il fatto che Kathryn era al corrente di quello che era accaduto o per come aveva chiamato Potter: "Si, sei stata gentile ma con un incantesimo di guarigione passerà tutto, ora mi faccio una doccia e domattina sarò come nuovo" le disse imbarazzato, in un altro momento l'avrebbe cacciata in malo modo ma ora la conosceva, sapeva che era in pena per lui e doveva ammettere che gli faceva piacere sapere che qualcuno l'aveva a cuore.
"Ti aspetto" rispose la strega con semplicità.
"Faccio presto" si sentì dire il mago mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Dopo aver fatto una doccia calda e aver eliminato le conseguenze dello schiantesimo si sentiva decisamente meglio, quando tornò nel salottino si scoprì piacevolmente sorpreso di trovare il fuoco scoppiettante, una teiera fumante e Kathryn che lo aspettava, era stanco e preoccupato ma accantonò tutto per godersi quel momento: "Che bella atmosfera, sei stata gentile" disse accennando un sorriso mentre si accomodava sulla poltrona mentre la giovane strega si accingeva a versare il the, "Dopo una giornata del genere ci vorrebbe un whisky incendiario più che un the ma va bene lo stesso" constatò allungando la mano per prendere la tazza.
Kathryn fece una smorfia: "Giusto, aspetta" posò la tazza e corse a prendere la bottiglia che stava su una mensola lì accanto versando un po' di whisky nel the prima di porgergli di nuovo la tazza.
Severus guardò prima lei, poi il liquido ambrato prima di portarsi la tazza alle labbra: "Mmmmh...sai che non è niente male! Non ci avevo mai pensato".
La ragazza sorrise soddisfatta: "Davvero?! Di solito la sera lo bevi sempre così".
"Ah" alzò il sopracciglio perplesso mentre Kathryn si accomodava sul bracciolo della poltrona passandogli un braccio intorno alle spalle, rimase così in silenzio finché la sua attenzione non fu attratta da qualcosa che la fece irrigidire, il mago aveva le maniche della camicia nera arrotolate fino al gomito e gli occhi della ragazza si fissarono sul suo tatuaggio, lo sfiorò con le dita chiedendo semplicemente: "È il marchio nero di Voldemort?".
"Si" rispose lui in un soffio.
Lei per tutta risposta posò la testa sulla sua spalla, non era spaventata e neanche a disagio, era un momento così intimo, non c'erano barriere così Severus decise di cedere al suo cuore ed aprirsi con lei, rimanendo immobile, a voce bassa iniziò a chiedere: "Kathryn, posso farti qualche domanda?".
Lei annuì.
Il mago si sentiva imbarazzato come un ragazzino ma aveva bisogno di avere delle risposte, era da quando la conosceva che si stava dilaniando i brandelli di anima che gli restavano ed ora lì con lei sentiva che era il momento giusto per sapere alcune cose: "A casa tua, nel futuro, tu mi vuoi bene?".
"Certo"
"Anche tuo fratello me ne vuole?"
"Ovvio"
"Con la vostra mamma" si schiarì la voce "vado d'accordo o litighiamo".
"Dipende, mamma dice che siete due testardi"
"Vi ho mai picchiato?"
Kathryn scattò a sedere con gli occhi sbarrati, la bocca leggermente aperta.
A Severus gelò il sangue nei secondi che precedettero la risposta veemente: "No ma che dici?! Sei matto!".
D'impulso la strinse a sé affondando il viso nei suoi capelli corvini mentre anche lei lo stringeva, era la prima volta che abbracciava qualcuno ed era ricambiato: "Perdonami. Non volevo turbarti" si giustificò.
"Non importa, la mamma ci ha detto che i tuoi genitori non erano bravi come voi" spiegò Kathryn con semplicità mentre si scioglieva dal l'abbraccio e si sedeva a terra con le ginocchia strette al petto, quella conversazione l'aveva intristita, stava vedendo suo padre con occhi nuovi e si sentiva in colpa per come si era comportata con lui in passato.
"Ascolta" Severus la distolse dai suoi pensieri: "Com'è Jordan?".
Lei sorrise al pensiero del fratello: "Jordan è molto bravo, adora leggere, è tranquillo ma gli piace giocare a qualsiasi tipo di gioco, è un campione di gobbiglie".
Severus la fermò con un rapido gesto della mano: "Si ma dimmi com'è fatto, ti somiglia?".
"Ah" Kathryn parve sorpresa della domanda ma la gradì: "È poco più basso di me, ha i capelli ricci alle spalle, gli occhi neri, somiglia decisamente a te anche se non è pallido come noi ha più la carnagione della mamma".
Severus sorrise compiaciuto: "Mi piacerebbe vederlo" disse tra sé.
"Ma si può fare!" dichiarò Kathryn scattando in piedi: "Leggimi la mente, te lo mostrerò!".
"No è fuori questione!" liquidò il mago.
"Dai, muori dalla voglia di vederlo! Io so occlumare benissimo, lo hai visto quando sono arrivata e tu non forzerai, ti prego, ci tengo tanto" insistette Kathryn ansiosa di renderlo felice.
Severus era combattuto ma alla fine cedette alle suppliche della figlia con un'unica raccomandazione: "Concentrati su un ricordo preciso riguardante tuo fratello, non divagare e non mostrarmi tua madre, se la vedessi potrebbero esserci conseguenze serie. Pensi di esserne capace?"
Kathryn annuì mettendosi in piedi davanti a lui che si raddrizzò sulla poltrona puntando gli occhi di ossidiana direttamente nei suoi.


***


Pochi minuti più tardi Kathryn si sentì cedere le gambe ma Severus era pronto a sostenerla facendola sedere accanto a lui: "Grazie, è stato bellissimo" le disse piano baciandole i capelli sopraffatto dall'emozione, aveva visto suo figlio ma oltre quello nei ricordi che Kathryn gli aveva mostrato si respirava serenità e amore, sensazioni che non aveva mai provato ma che pur essendo parte di ricordi lo avevano profondamente coinvolto; "Tutto bene?" Si premurò di chiedere a Kathryn che rispose affermativamente, le scostò i capelli e notò una cosa a cui non aveva mai fatto caso, una catenina d'oro con una medaglietta ovale di ossidana con incastonato al centro un unicorno dorato, la stava ancora studiando incuriosito quando la ragazzina gli spiegò: "Ti piace? Ne ha una uguale anche Jordan, ce l'hai regalata quando abbiamo ricevuto la lettera per Hogwarts".
"Si...ma cosa rappresenta di preciso?" Guardava prima l'una poi l'altra perplesso.
"Il nostro patronus".
"Come mai tu e Jordan avete lo stesso patronus?"
"Anche tu a dire il vero, probabilmente per la storia dell'unicorno che ci racconti sempre da quando eravamo piccoli".
A quelle parole Severus si sentì quasi mancare quindi non aveva più come patronus la cerva, cercò di calmarsi era normale dopotutto ma se era persuaso che i suoi futuri figli sarebbero stati il centro della sua vita ancora faticava a credere che da lì a qualche anno sarebbe entrata nella sua vita una donna che gli avrebbe fatto dimenticare Lily.
Kathryn lo strappò dai suoi pensieri: "Adesso che hai visto Jordan sei contento?".
"Certo" le sorrise sincero: "Dove eravate? Sembrava un posto bellissimo".
"Lo è! St. Ives, in Cornovaglia ci andiamo sempre per le vacanze, ci siamo andati anche al tuo compleanno, in questa stagione sarebbe bellissimo" la giovane era sognante mentre raccontava e a Severus balenò nella mente un'idea folle a cui non seppe resistere: "Ascolta, il prossimo sabato gli studenti avranno la giornata libera, che ne diresti se io e te andassi a St. Ives?".
Kathryn sgranò gli occhi buttandogli le braccia al collo: "Si si si! Ti adoro, sei il migliore del mondo!".
Ecco, è questa la felicità, avere qualcuno che ami e che ti ama, renderlo felice e scoprire che la sua felicità è la tua.
"Ora però devi tornare nella tua camera, è tardissimo" la incitò Severus.
"Ok" acconsentì la strega.
"Ti accompagno, ormai è notte fonda e non mi va che giri per il castello da sola" disse prendendole la mano e scortandola fino alla torre dei Grifondoro senza che nessuno dei due si rendesse conto che durante tutto il percorso erano stati seguiti da un accigliato Silente.
 
  
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