-Sei strano-
Glielo dice col solito sorriso sornione sulle labbra.
A Gladius non piace quel sorriso.
Non gli piace nemmeno che un’arpia dalle ali candide gli venga a dire che è strano.
-Parole audaci per un’arpia- si sistema la mascherina con cui cela le zanne da Zmaj.
Bere il thè con quella pezza al viso è un’altra cosa che non gli aggrada.
-Oh- sorride ancora Monet, portandosi un’ala a coprire la bocca arricciata e divertita –Ti sei offeso?-
Gladius vorrebbe dirle che i draghi slovacchi come lui non si offendono: portano rancore con dovuta compostezza e meditano velenosa vendetta.
Ma non glielo dice.
Continua la sua ricerca di una buona sala da thè nella Londra vittoriana in cui vive, tallonato dalla donna.
-Non era mia intenzione- vola con un balzello sopra di lui, bloccandogli la strada.
A Gladius l’arpia sta sempre meno simpatica.
-Posso farmi perdonare offrendoti- lo studia, lo guarda con fin troppa attenzione –Una tazza di thè? Un Early Rooibos dell’Europa orientale magari?-
Si avvicina di un passo e alza un’ala, non tentennando quando la posa ad abbassare la sua mascherina.
-In un luogo magari dove poter ammirare le tue belle zanne, draguccio?-
A Gladius non piace Monet.
Ma il suo thè si.
Anche casa sua non è male: lì può sgranchire le ali squamose, azzannare l’aria con la sua dentatura e chiacchierare con lei.
Ma a lui continua a non piacere!
Anche se i suoi occhioni dorati, i capelli color camomilla e il sorriso ingannatore hanno un che di affascinante.
Ma a Gladius non piace Monet!
O forse si?
Lo deciderà al prossimo thè. Se l’è ripromesso.