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Autore: Mercurionos    07/11/2019    1 recensioni
Vegeta, il nostro eroe. Vegeta, il nostro amore segreto (dipende da voi quanto). Vegeta, il più forte di tutti. Ma di tutti cosa, esattamente? Eccovi le risposte alle domande che non vi siete mai posti, poiché siete persone dotate di raziocinio. Eccovi la prova che la cucina italiana è la migliore del mondo. Eccovi il portale ad un mondo pieno di idee innovative, rivoluzionarie, e stupide. Eccovi la dimostrazione che concetti come "limiti" o "decenza" non hanno alcun significato nelle fanfiction italiane di Dragon Ball. Eccovi Vegeta in ogni tipo di salsa, con ogni tipo di piccantissima spezia. Vegeta in ogni situazione che lambirà la mia coscienza, in ogni mondo che possa sopportare la sua inclusione.
In poche parole è una raccolta di AU che spero risultino divertenti, con al centro la flessibilissima persona di Vegeta:
1) Ingegnere
2) Paninaro
3) Zar (Songfic)
4) Poeta (Poesia)
5) Re Leone (Musical)
7) Dark Souls (Metafic)
8) James Joyce (Flusso)
9) Il Sesto Senso
10) Narnia
11) Haiku
12) Dragon Quest
14) Intelligenza Artificiale (SPERIMENTALE)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Freezer, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Vegeta, il Principe dei Commessi
 
Ogni volta che ne vedeva arrivare, un flebile sospiro varcava le sue labbra. La fronte, ampia e dura, si corrugava in una singola lunga linea. Lei si avvicinava, e lui non le toglieva un occhio di dosso. Rapido, spinto da un incredibile desiderio, le si avvicinò. Alzò la piccola finestra per poterle parlare e, finalmente, era davanti a lui. Era proprio una bella Chevrolet Camaro.
 
Vegeta si sporse oltre il finestrino, aggiustò l’inclinazione del berretto, e si rivolse all’autista della costosa macchina sportiva: “Buonasera e benvenuti da Capsule Burger. Vuole provare la nostra offerta Shining Friday, due Corp-Menu con due bibite grandi in omaggio?”
“Ehi Veggy! Come butta?”
“Lunch, ti ho spiegato che devi ordinare, prendere, pagare e ANDARE VIA!”
“Uh – uh! Che drammatico! Ehi, la fate ancora la promozione Oltre9000? Guarda che ho la tessera!”
“Quella è finita settimana scorsa. Aspetta un attimo…”
 
Vegeta si voltò, scrutando l’interno del locale. Stava pigramente tentando di individuare il manager della filiale, ma a quanto pare era in sala a gestire i clienti. Però davanti alla cassa c’era uno dei due “Guest Experience Leader”.
“Radish! Chiamami Gohan che questa qui-
Si interruppe subito. Con la coda dell’occhio notò che il registratore di cassa che aveva davanti era stato aperto. Brutalmente forzato. E sapeva da chi.
“Cosa ti serve dal manager, Vegeta?”
“Digli che mi prendo ventisette secondi di pausa.”
 
Con un’elegante capriola mortale carpiata tripla Vegeta si catapultò oltre la stretta finestrella del drive-in, si guardò intorno fulmineo, non cercando un’immagine, ma un suono. E lo sentì. Un flebile rombo di motore era ancora lontanamente distinguibile. L’uomo si lanciò sulla strada con lo sguardo tetro, un assassino a piede libero. Scattò, così rapido che pareva volare, poi finalmente vide di nuovo quella lussuosa macchina sportiva. In una frazione di secondo le si lanciò sopra, roteando un dirompente pugno sul cofano della vettura. La macchina si fermò, e quando la conducente vide cosa era successo, notò come Vegeta stava tenendo in mano il motore della Chevrolet. Un rivolo di benzina stava elegantemente scivolando verso un lato, senza lambire l’abito da lavoro dell’impeccabile commesso.
 
“Diamine, Vegeta! L’ho rubata stamattina!”
“Dammi i soldi Lunch, ora.”
“Che palle, solo per qualche spicciolo. Tieni.”
“Anche gli altri. Giuro che ti chiamo Laura da ora in poi.”
La donna sollevò i prosperosi fianchi, estraendo una mazzetta di banconote infilate tra lei ed il sedile.
“Anche i soldi per il panino.” Vegeta le lanciò un Hope 784, un panino dalla forma e dal gusto ridicoli, ma che piaceva tremendamente alle clienti di sesso femminile. Nessuno aveva ancora capito perché. Lunch aprì il borsello e scagliò una moneta in faccia all’uomo, che la afferrò con due dita.
“E anche i soldi che nascondi lì.”
“Lì dove?”
“Giuro che ti faccio assaporare un tipo diverso di Big Bang Attack, e stavolta senza i cetriolini, Laura.”
Lunch sbuffò come un cavallo imbizzarrito, si infilò una mano nella generosissima scollatura e ne estrasse una borsa, due trolley da viaggio, una tracolla di Gucci e un buono pasto per il BurgerDogKing.
“Ah, e così ti fai servire anche dalla concorrenza, eh? Guarda che a Tenshinhan piaci, puoi anche venire a mangiare come le persone normali.”
Lunch arrossì come un peperone maturato qualche mese di troppo: “Che fesserie stai a dire?! Tornate al lavoro, scimmione!”
“Tsk, che donna volgare.”
 
“Vegeta, cos’è successo stavolta?” Gohan era furioso. Non assumeva quell’espressione da quando Cell aveva ordinato un panino al gusto androidi ed era in seguito uscito dallo stabile sequestrando due membri dello staff. “Stai tranquillo, manager. Ho solo svolto qualche… recupero crediti? Si dice così?” Vegeta rovesciò la borsa, i due trolley e la borsetta stracarichi di contante sul pavimento dell’ufficio. Il buono pasto era stato incenerito in precedenza, poiché non sembrava eticamente corretto dimostrare alcun tipo di supporto per la concorrenza. “Che problema c’è, Gohan? – Crilin, il direttore, si era intromesso nella discussione, visto che il suo piccolo ufficio era stato sommerso da valigie e contanti – Se Vegeta ha soltanto recuperato dei soldi, inoltre senza danneggiare il locale, a me va tutto bene. Puoi tornare al lavoro Vegeta, prenditi pure una bibita e fai una pausa se ne hai bisogno.”
“Nessun problema, capo. Torno al lavoro.” Vegeta uscì composto dalla stanza, e Gohan abbandonò il biondo intenso in favore del più usuale nero-castano di cui sua moglie si era innamorata. Anche se ogni tanto il biondo veniva riacceso lo stesso, in camera da letto.
 
La giornata proseguì tranqulla, ma non mancarono i soliti bisticci tra il personale. Piccolo e Tenshinhan si sfidarono in cucina alla consueta sfida del “Vediamo chi prepara più panini”: il duello si trasformò in fretta in una sfida tra cloni quando quattro copie di ciascuno riempirono la cucina preparando un McSatan dietro un altro. Dal Capsule Cafè ogni tanto si sentiva provenire il rumore di un sonoro schiaffo. Il direttore Crilin aveva avvertito che sarebbe stato meglio evitare di far lavorare a così stretto contatto l’anziano ma esperto signor Muten e la più giovane e assai croccante C-18, per la quale aveva un’evidentissima cotta. E tutto perché una volta gli aveva dato un bacetto sulla guancia per salutarlo!
 
Il fratello della suddetta, convenientemente chiamato C-17, era un lavoratore impeccabile. Sempre presente quando qualcuno entrava dalla porta, sempre il primo a pulire il pavimento quando qualcuno rovesciava la Dragon Cola: una debole luce verdognola si spargeva velocemente attorno alla sua mano, come una barriera, e rapidamente inceneriva ogni traccia di sporco dalle piastrelle sempre lucide del locale. Il suo superiore, Radish, era molto contento dell’allievo, al punto che ormai si era convinto di esser stato superato. Nonostante questo, l’uomo era sempre rapido ed efficiente e sfoggiava il più smagliante dei sorrisi con i clienti, specie con i bambini. Certo, talvolta questi si incastravano nella lunga chioma di Radish, che era costretto a farli rimuovere da qualche altro collega, ma restava comunque un ottimo impiegato. Inoltre era lo zio di Gohan! È strano, non è vero? Radish è effettivamente lo zio di Gohan, e si somigliano pure abbastanza! È strano!
 
“Ehi ehi! Vi ho già detto che qui dentro non vi vogliamo!” proprio Radish si era incupito parecchio, verso sera, quando aveva notato l’entrata di due soggetti tristemente noti a tutto lo staff. Temendo che la situazione degenerasse, Vegeta abbandonò temporaneamente la sua postazione dietro le casse: “Cosa succede, Radish? Ah! Ancora voi?”
I due corpulenti uomini si fecero sempre più piccoli, stretti nelle proprie spalle: “Perché non ci volete qui dentro? Abbiamo anche noi il diritto di mangiare, no?”
“Esatto, No. Voi qui non ci mangiate. E nemmeno su questo pianeta feccia. – Vegeta si inasprì parecchio, era un argomento a cui teneva parecchio dopo che aveva perduto di vista il fratello minore, un certo Tarble – C’è scritto espressamente sul regolamento della Capsule Burger, su quella nota d’ingiunzione appesa alla parete e nel paragrafo uno della legge del 13 marzo 2009, e ora ve la ripeto…”
 
Le luci del locale cominciarono a brillare. Lo staff, indubbiamente abituato a quel tipo di scena, mise in ordine le pile di strumenti in cucina, tenendo stretti tutti gli utensili che sarebbero potuti cadere. Ci tenevano alla valutazione dell’ispettore sanitario, dopotutto. Vibrando cocente nell’aria della sera, una vivace fiamma bluastra si animò nello spazio attorno a Vegeta. E il suo discorso cominciò, avvampando l’atmosfera.
 
“Tarles! Broly! Ve lo dico per l’ultima volta… - inspirò, tingendo d’azzurro la chioma di capelli che gli cingeva la testa come una stempiata ma comunque sexy corona – I PERSONAGGI NON CANON COME VOI NON DEVONO FARSI VEDERE NEL RAGGIO DI CINQUECENTO METRI DA QUESTO STABILE O GIURO SUGLI ZENO CHE IL PROSSIMO MC FINAL FLASH CHE MAGERETE LO PREPARO CON MOLTA PIÙ ELETTRICITÀ CON QUESTE MIE MANI E VE LO FACCIO MANGIARE DAL LATO SBAGLIATO DELL’APPARATO DIGERENTE! SONO STATO CHIARO?!?”
 
Vegeta precipitò in avanti una mano, liberando il proprio divino ki celeste e scagliando i due malcapitati fuori dall’ingresso principale. C-17 aprì loro la porta con un movimento rapido ed elegante giusto in tempo per non fare infrangere qualche vetro, e concluse il gesto con un composto e beffardo inchino.
 
Proprio in quel momento fece la sua comparsa davanti all’ingresso il cliente più abituale del locale, il padre del manager, Goku. Era accompagnato come solito dall’altro figlio, il giovane Goten, e dalla vivace Chichi, sua moglie. Questa volta però, aveva portato con sé altre persone, che il gruppo aveva conosciuto da poco tempo.
“Ehi! Perché lui può entrare?” Broly si alzò, levandosi di dosso il corpo tramortito di Tarles.
 
“Urca, non lo sapevi? – Goku gli rispose prontamente – Guarda che lui è canon, non è mica come te.” Disse indicando l’uomo che lo stava inaspettatamente accompagnando. Curiosamente, anche questi si chiamava Broly, ed era il figlio del compianto colonnello Paragas, dell’esercito imperale.
“Kakarot… Kakarot! KAKAROT!” Il signor Broly-mai-stato-canon si alzò in piedi, furioso, ma venne calmato in fretta: Vegeta gli aveva già fracassato un cazzotto sul naso, mandandolo dritto dritto nel regno dei sogni. Poi prese per le gambe entrambi gli uomini svenuti sul terreno, fece una rapida piroetta, e li scagliò in direzione della Luna. Magari gli piacciono i conigli.
 
Lo staff si rianimò, e venne incontro ai nuovi arrivati. L’uomo, avvolto in una pregiata giacca di pelliccia, si presentò: “Buonasera, sono Broly, questa invece è…”
“Hello! Mi chiamo Cheelai, molto piacere.”
Concluso il giro di presentazioni, gli addetti tornarono alle proprie postazioni. Anche C-17, C-18 e Radish si diressero in cucina, e si prepararono alla battaglia: Goku era entrato nel locale, e sapevano che sarebbe stata un’ottima opportunità per riempire le casse e far felice il direttore. Vegeta si posizionò incupito di fronte alla cassa centrale, e cominciò a sgranchirsi le articolazioni delle mani, a tirare i guanti verso il gomito, e a sudare vistosamente.
 
“Allora, Kakarot, come possiamo saziarti, stasera?”
“Uhm…” Goku si era messo ad esaminare gli ampi schermi sopra la sua testa, in cerca di qualche nuovo sfizio.
“Allora, oggi è venerdì, giusto? Broly e Cheelai prendono un Shining Friday, entrambi con la Dragon Cola Zero. Non vogliamo che gli zuccheri vadano alla testa a Broly. Anzi, a pensarci bene lui è un saiyan come noi, quindi fai sette menu Shining Friday. Goten prende un Capsule Family Meal con Chichi, uno con Kame-Hame-Chicken e Dragon Cola per Chichi, l’altro con diciannove Mc Final Flash e tre Fantadokkan per Goten. Io invece…”
Vegeta stava precipitando un dito dopo l’altro sul registratore di cassa, usando ogni riserva di energia che gli era rimasta. Sapendo che sarebbe arrivata l’ordinazione di Goku, era già mentalmente pronto a scagliarsi sull’estintore per estinguere una potenziale esplosione della macchinetta, che non era altro se una grossa calcolatrice con un bello schermino pieno di immagini di panini. Goku continuò con la propria ordinazione.
 
“Io invece prendo tre Big Satan, otto Capsule Mc Bacon, cinque Dragon Angus Supreme, due Seventh Pounder Menu con SpredRibbon, large ovviamente, venti Daishinkan Nuggets, la porzione grossa, dieci Hope 784 al pollo, tre Capsule Wrap Menu, sette Filet-O-Polpo, quelli che piacciono tanto a te, nove Cheesburger Paozu, un Capsu-Toast per mandare giù il resto, cinque Insalate Metamor con il pollo per stare leggero, quattro Ailkshake affongati al Senzu, tredici Pancake Kame-House, quindici Donuts Pterodattilo e da bere direi… dodici Dragon Cola grandi. Dovrebbe bastare così.”
 
Vegeta finì di registrare l’ordinazione pochi istanti prima che i suoi polpastrelli avessero preso spontaneamente fuoco, ma la cassa non volle far partire l’ordine. “Dannazione, Crilin! È successo di nuovo!”
“Ehi Goku! – Crilin uscì dallo studio del direttore con un plico di documenti in mano – Di nuovo una bella ordinazione?” Il direttore passò una tessera nella fenditura accanto alla cassa, e l’ordine venne finalmente accettato. La cucina divenne un vero e proprio territorio di guerra. Piccolo e Tenshinhan si erano nuovamente moltiplicati, alcuni cloni lavoravano addirittura sospesi in aria in modo da raggiungere più velocemente i fornelli. Il vecchio Muten prese quattro spatole per mano e cominciò a girare e rigirare hamburger e petti di pollo. Anche Radish si era precipitato in cucina, e stava lanciando per aria dozzine di panini, riempiendoli di condimenti prima ancora che ricadessero sul piano di lavoro per fare più in fretta.
 
Vegeta riprese il suo lavoro da principe dei commessi: “Allora Kakarot, fanno otto milioni, quarantacinquemila e centosessantanove zeni. Hai portato la tessera PrinceOfSaiyan? Se sì, ti faccio uno sconto del dieci percento.”
“Uff, lascia perdere, offre la casa.” Una dolce voce femminile spezzò l’ordinatissima procedura di pagamento, e in men che non si dica Vegeta si ritrovò una carta di credito tra le mani. “Bulma, cosa ci fai qui?” Vegeta si sorprese nel vedere la proprietaria della Capsule Corporation entrare proprio in quel momento nel locale. “Che c’è di strano? Il locale è mio quindi faccio quello che voglio, tu sei mio marito quindi posso venire tranquillamente a trovarti e questo zuccone di sicuro non ha tutti questi soldi, non è vero, Chichi?” Una donna seduta nell’angolo della sala le rispose con ripetuti e violenti cenni della testa, come per voler sottolineare la pigrizia lavorativa del marito.
 
“Come mai sei già qui?”
“Oh, la riunione sul riso soffiato al gusto lasagna mi stava stancando, quindi sono venuta a trovarti. Non sei felice di vedere la tua bellissima e giovanissima mogliettina?”
Vegeta arrossì leggermente, e chinò in fretta la testa in modo da nasconderlo.
“Eddai Bulma, non sei mica così giovane!” esclamò divertito Goku, ma la risposta fu uno schiaffo combinato dell’invincibile coppia Bulma/Vegeta, il terrore dei sette mari e degli eventi PHY banali su Dokkan Battle.
“E Trunks? È rimasto a casa?” chiese Vegeta alla moglie.
“Esatto. Mi ha chiesto di fargli un costume per Halloween, allora ho riciclato il design che avevo fatto anni fa per Gohan. È così adorabile quando si diverte!”
“Dovrebbe pensare ad allenarsi invece. Quando hai fatto quel costumino per Gohan abbiamo rischiato di perdere la Gara dei Paninari contro la MajinBurger di quel Babidi.”
“Oh, come sei drammatico, Vegeta! Alla fine avete vinto con quel Genkichicken Deluxe che ha preparato Goku, no? E dire che hai fatto quel bel discorso su come riconoscevi la sua superiorità e… Devo continuare?”
 
In quel momento entrò un altro manipolo di clienti, guidati da una faccia ben nota alla Capsule Burger. Era Giangiacomo Freezer, un noto proprietario terriero, magnate della finanza e disc-jockey playboy e filantropo miliardario della zona. “Fufufufu! Eccomi qua. Uomini, prendete posto! Mi occupo io di quegli sporchi saiyan!” Bulma, temendo il peggio, si fece da parte e andò a far compagnia a Chichi e Cheelai.
“Benvenuto da Capsule Burger, cosa vuole ordinare?”
“Oh, ma che formalità mio caro Vegeta. E dire che eri così dolce quando lavoravi per me…”
“Vuoi mangiare un panino o un mio pugno, Freezer? Ordina.”
“Fufufu, sempre pronto a divertirmi, Vegeta! Io e i miei uomini prendiamo sette menu Supernova.”
“Ancora? Sai benissimo che il menu Supernova è stato un semplice evento il 5 gennaio del ’91, quindi piantala di ordinare questa cosa.”
 
“C’è qualche problema, qui?”
Sentendo una voce minacciosa provenire da dietro le proprie spalle, Freezer si voltò di scatto e impallidì (per quanto gli fosse possibile, è sempre bianco quell’uomo, dategli da mangiare): “Lo- Lolo- Lord Beerus! Qua- Quale inaspettato piacere!” E sì, era proprio Beerus, presidente della Octan e sindaco di Torino. Il suo assistente, un certo Whis, tipo alquanto misterioso, si era già diretto verso il Capsule Cafè. C-18 lo accolse con un sorriso dolce quanto il vassoio di ciambelle che porse subito dopo all’estatico cliente.
“C’è qualche problema, Giangiacomo Freezer? Non avrà mica evaso le tasse, vero?”
“Io? Nononononono! Non- Non farei mai una cosa simile, nono no nonono per niente no!”
 
“Lord Beerus, come posso servirla?” chiese Vegeta al nuovo arrivato, sollevato dall’incarico di servire quel maniaco di Freezer.
“Ah, buonasera Vegeta! Vedo che hai servito anche Goku…”
Il silenzio più tombale della storia cadde in cucina. Gli addetti smisero di lavorare. Terrorizzati, un sottile pensiero attraversò la mente di ciascuno dei presenti. Un debole, ma terribile presagio che percorse le loro spine dorsali, un brivido glaciale tipo “Blizzard” di Daichi Miura. Ma si accorsero ben presto che non era un incubo, era la verità, la dura realtà in cui un autore di fanfiction idiote li aveva inseriti.
“Prendo lo stesso che ha preso Goku, se non ti dispiace.”
 
Quel giorno passò alla storia come “La battaglia dell’ultimo panino”, la tragica notte in cui un certo Son Goku e il sindaco Beerus si presero a pugni perché il Capsule Burger locale non aveva più panini né hamburger, e dovette rimborsare una parte della spesa all’altolocato cliente.
Il giorno dopo la Peta presentò una mozione di sfiducia al dirigente di Capsule Burger, qualsiasi cosa significhi. Vegeta venne promosso a direttore di filiale in un altro continente.
Bulma divenne ancora più giovane, gnocca e ricca.
Trunks si fidanzò finalmente con Mai, che aveva una segreta passione per i Power Rangers.
Tenshinhan si sposò con Lunch, poi ebbero tre figli.
Broly è ancora canon.
 
Nota dell’Autore:
Se ordinate davvero tutta quella roba al McDonald’s spendereste davvero circa 665,40 euro, che in zeni fa circa 8'045'169…
Se avete qualche idea simpatica per una AU su Dragon Ball, sono qui per ascoltarvi! Spero che la storia vi sia piaciuta quanto è piaciuto a me scriverla.

 
   
 
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