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Autore: la_pazza_di_fantasy    09/11/2019    0 recensioni
Camille, terzogenita della famiglia Taiwell, è costretta a sposare il principe dei vampiri per sterminare l'intera famiglia di lui.
Caleb non vuole sposarsi, sopratutto non con una bionda.
Cecil sta per perdere la sua famiglia, la sua vita e anche il suo titolo di nobile per colpa di una malattia ritenuta incurabile.
Jerome vive nel ricordo di un amore che non tornerà più.
Alexander deve mantenere la sua promessa.
Margaret vorrebbe poter rimediare ai suoi errori.
Nikolas vorrebbe tutto tranne la guerra.
Nel mentre i vampiri sono impegnati a respingere i Ghoul e impedirgli di distruggere il loro regno.
Ci riusciranno? E soprattutto riusciranno ad evitare l'attacco da parte degli umani?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camille non stava capendo niente di quello che suo padre le stava dicendo, o meglio faceva finta di non capire perché sperava vivamente che quelle parole che stava ascoltando fossero frutto della sua immaginazione.

Alex al suo fianco non la pensava allo stesso modo e infatti le diede una leggera gomitata.

- Camille hai capito?- Chiese l’uomo biondo che le stava difronte con aria severa mentre consegnava nelle mani della ragazza una boccettina con del liquido trasparente. Camille prese la boccetta e iniziò a studiarla sempre più convinta che quello non era il metodo giusto.

- allora?- chiese ancora Goran Taiwell incrociando le braccia al petto e guardando male la ragazza difronte a lui.

- si- disse con voce flebile la ragazza prima di alzarsi e rinchiudersi nella sua stanza mentre Margaret se la rideva alla grande e Alex, ne era sicura, la guardava preoccupato.

La ragazza si chiuse la porta della sua camera alle spalle e si lasciò cadere scompostamente su letto per poi mettersi la testa tra le mani. Nel giro di pochi minuti le era stata data la notizia peggiore: doveva sposarsi. Ma non era un semplice matrimonio combinato di convenienza, o meglio non solo. Doveva sposarsi con niente di meno che il principe dei vampiri, dei quali lei aveva sempre avuto paura. E la cosa non finiva certo li. Suo padre e il re degli umani si erano accordati in modo tale che la povera ragazza doveva avvelenare l’intera famiglia e se stessa per poter “togliere davanti ai piedi”, come aveva detto i re, la famiglia reale dei vampiri e di conseguenza tutti gli altri succhia-sangue.

Lei non voleva far parte di quel piano malefico e meschino. Lei non sapeva nemmeno se sarebbe riuscita a nascondere la presenza della boccetta. Molto probabilmente si sarebbe fatta scoprire subito e sarebbe stata messa immediatamente a morte.

Purtroppo sapeva anche il motivo per il quale la scelta era ricaduta su di lei e non su sua sorella Margaret. Lei era diversa, lei era la pecora nera della famiglia, in tutti i sensi. Ultima figlia su tre e l’unica ad avere i capelli neri e gli occhi più neri della pece. Camille era una macchia nera in una famiglia perfetta come quella dei Taiwell, una famiglia dove gli occhi azzurri e i capelli biondi erano il tratto distintivo da generazioni.

Ovviamente non si poteva mettere in dubbio che fosse figlia della sua ormai defunta madre, morta dandola alla luce, nonostante ella avesse occhi azzurri e capelli biondi. Ma non si poteva dire lo stesso del padre. Camille non gli assomigliava per niente e Goran l’aveva sempre odiata perché rappresentava palesemente il tradimento della moglie.

Margaret, come Goran l’aveva sempre odiata, o meglio invidiate perché, come le diceva sempre Alex, era la copia perfetta della madre solo con i capelli e gli occhi scuri.

Alexander, primogenito dei Taiwell, era l’unico che non l’aveva mai odiata, anzi era stato lui che in tutti quegli anni l’aveva protetta dalle angherie della sorella. Ma adesso non poteva fare più niente. Una volta sposata lei sarebbe appartenuta a suo marito e ai vampiri.

Camille prese nuovamente in mano la boccettina e guardò il suo riflesso nel vetro. Non si era mai piaciuta, troppo esile di corporatura e con un seno troppo prosperoso che aveva sempre cercato di nascondere in tutti i modi possibili ed immaginabili, fallendo miseramente. Non poteva avere una conversazione decente con un ragazzo che non fosse suo fratello che questi le fissava incessantemente il seno. Stupidi uomini che pensano solo con le loro parti basse. l’altra parte che non amava era la piccola cicatrice che aveva sulla tempia destra, creatasi per via di Margaret che l’aveva spinta su un tavolo di cristallo quando era più piccola per ucciderla. Non ci era riuscita e Camille nascondeva quella cicatrice con i capelli che le coprivano quasi i due terzi del volto.

Alex cercava sempre di metterle i capelli dietro alle orecchie, perché secondo lui era bellissima, ma lei con un gesto di stizza rimetteva i capelli al loro posto.

Camille sentì bussare alla porta e disse un flebile avanti, poco dopo entrò nella stanza Alex che le si sedette affianco.

- non hai ancora preparato niente- le disse il ragazzo mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Come al solito Camille la fece ricadere al suo posto.

- non mi serve niente- disse semplicemente la ragazza - loro sono al nord, non ho vestiti tanto pesanti da poter resistere in quei territori. Non servirebbe a niente portarli-

Alex annuì e spostò il suo sguardo alla boccettina.

- lo sai che non sei obbligata a farlo?- le disse prendendo l’oggetto del suo sguardo in mano.

- se non lo faccio se ne accorgeranno di sicuro, non voglio che poi tu ne vada di mezzo-

- non può di certo punire me perché tu non hai fatto quello che dovevi. Okay quella cosa non ti ucciderà, ma se ti scoprono morirai e io non voglio perderti. Già saperti nelle mani di quei succhia-sangue non mi va a genio, ma non posso farci niente-

- l’unica soluzione sarebbe quella di eliminare la boccetta prima di arrivare li- poi la mora si girò e guardò il biondo negli occhi. - tu ci sarai al matrimonio?-

- no, i vampiri non ci vogliono perché le loro usanze sono sacre e non possono essere svelate agli umani per nessuna ragione- lo sguardo di Camille si adombrò.

- quindi quando la carrozza mi verrà a prendere io non ti rivedrò più?- chiese la ragazza alla quale le erano appena salite le lacrime. Troppo poco preavviso e la partenza troppo vicina.

- mi dispiace- disse solo il maggiore stringendo la ragazza tra le sue braccia. Non voleva lasciarla andare per nessuna ragione al mondo. Ma lui non aveva voce in capitolo. Camille si nascose nell’abbraccio del ragazzo che sapeva di miele iniziando a piangere. Di li a 24 ore non avrebbe potuto più rifugiarsi in quelle forti braccia che l’avevano sempre protetta. Non avrebbe più rivisto l’unica persona che le voleva veramente bene.

   
 
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