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Autore: lmpaoli94    10/11/2019    1 recensioni
Dopo il divorzio definitivo da parte di Aladdin e di Jasmine, il giovane uomo lascia per sempre Agraba alla ricerca di sé stesso e di nuove avventure.
Ma dopo la sua partenza, la città in mezzo al deserto scopre una delle più grandi invasioni della sua storia.
Gli abitanti vengono imprigionati contro ogni volere mentre tutto il regno deve arrendersi ad un nemico misterioso.
Che cosa farà quando Aladdin verrà a sapere che quello che conosceva di Agraba non esiste più? E soprattutto, Jasmine verrà liberata o verrà fatta uccidere per alto tradimento contro il nuovo Regno?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aladdin, Genio, Il Mercante, Jafar, Jasmine
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il Genio si trovava dinanzi ad un dilemma che albergava nella sua mente.
Proteggere e provare a salvare Aladdin e Jasmine confessando la sua reale identità e farsi scoprire oppure ubbidire alla richiesta del sultano?
Naturalmente avrebbe optato per la prima opzione, ma come poteva fare per non essere scoperto?
“Devo tornare nelle segrete e spiegare tutto ad Aladdin.”
Il cuore del genio batteva all’impazzata.
Sarebbe potuto essere scoperto in qualsiasi momento.
Si sentiva gli occhi addosso del Sultano ogni passo che faceva.
“Ecco, ci sono quasi.”
Appena si ritrovò all’interno delle celle del palazzo, la voce di Jafar lo fece sobbalzare dallo spavento.
< L’esecuzione è domani, mercante > fece lo stregone con tono lieve < Perché sei ritornato qua? >
< Volevo vedere un’ultima volta gli sguardi dei condannati. >
< Li vedrai domani… Almeno che tu non gli voglia dare la spiacevole notizia. >
< Sì, esatto. Volevo fare quello. >
< Allora fallo. Io rimarrò qui in disparte. >
< Potrei parlarci in privato, mio Sultano? >
< Perchè? Cos’hai da nascondere? >
< Niente. >
Il sultano stava diventando molto sospettoso nei confronti del mercante.
< Allora rimarrò qui se non hai niente in contrario.. >
< Certo che no, mio Sultano. Potete fare quello che volete. >
Mentre stava sudando freddo, il Genio si avvicinò alla cella dei due ragazzi fissandoli con sguardo pieno di tristezza.
< Mi rincresce molto ragazzi, ma devo darvi una spiacevole notizia. >
< Non occorre che tu ci dica che verremo giustiziati. Lo sappiamo benissimo anche da noi. >
< Io… mi dispiace molto… >
< Vattene da qui. Sei solo un traditore > replicò Aladdin con disprezzo < Voi cattivi avrete la fine che vi meritate. >
< Qui l’unico cattivo presente sono io > intervenne Jafar < Non è vero, Genio? >
< Come? >
Smascherandolo dinanzi a tutti, Aladdin e Jasmine non credevano ai loro occhi.
< Credevi davvero che io fossi così stupido?! Sapevo fin dall’inizio che tu eri il Genio sotto mentite spoglie… E’ solo che volevo divertirmi più del dovuto. Ma visto che mi stavo annoiando, ho deciso di coglierti alla sprovvista
< Jafar, arrenditi subito altrimenti… >
< Non sei nelle condizioni di minacciarmi! Tu e tutti gli altri farete la fine che vi meritate. >
Una volta che il Genio si ritrovò dietro le sbarre, Jafar richiamò all’ordine i suoi cavalieri del deserto.
< Rimanete a guardia delle celle. Quei tre pericolosi criminali non devono provare a fuggire in nessun modo. Mi sono spiegato? >
< Sì, mio Sultano. >
< Hai bisogno delle guardie? Perché non ce la fai da solo, Jafar? >
< Tu non perdi tempo di sfidarmi, vero Aladdin? Ma presto taglierò quella tua lingua biforcuta… Peccato, però devo dire che mi mancherai moltissimo. >
< Sensi di colpa? >
< Assolutamente no… Adesso non ho più tempo da perdere con voi. Ci rivedremo domani mattina. >
Appena Jafar se ne andò, il Genio si scusò con Aladdin e Jasmine per non essere riuscito a salvarli.
< Non è colpa tua, Genio > fece Jasmine < Questo vuol dire che doveva andare così. Purtroppo dobbiamo dare atto al nostro acerrimo nemico. Stavolta ha vinto lui. >
< No. Non può finire così… >
< Aladdin, il Genio non ha più i suoi poteri e noi tre insieme siamo imprigionati nelle celle del palazzo. Credi che ci sia ancora possibilità di fuga? >
< Io… >
< Adesso basta parlare! > tuonò uno dei cavalieri del deserto < La prossima volta ci penserete due volte prima di mettervi contro il grande Sultano… Ah, che sbadato. Non ci sarà una seconda volta per voi. Ahahah. >
< Ah ah ah ti credi divertente? Perché non vieni a canzonarci nelle nostre celle? >
< Pensate di farmi paura? Vuol dire che non mi conoscete abbastanza. >
< Prego, accomodati pure. Ti sto aspettando. >
< Vuoi farti uccidere più del dovuto? D’accordo, sarà molto divertente. >
Sguainando la sua sciabola, il cavaliere del deserto si preparava a fare a fettine il povero Aladdin.
< Indietreggi? Sfidami a viso aperto! >
< Non ho un’arma con cui posso difendermi. >
< Questo dovevi pensarci prima, non ti pare? Ah! >
Ma nel mentre il cavaliere si precipitò contro Aladdin per colpirlo a morte, una tigre piombò addosso all’uomo disarmandolo.
< Ma che diavolo… >
< Da dove salta fuori questa tigre? > domandò il Genio confuso.
< Non ne ho la più pallida idea pure io… >
La bestia, fissandolo con sguardo truce e famelico, si preparava a difendere Aladdin.
< Non so come hai fatto ad entrare qua dentro, ma ti taglierò la gola come a questi traditori. >
Ma prima che il cavaliere potesse riprendere la sua arma, fu ancora attaccato dalla tigre con una velocità fulminante.
< Non è possibile… >
Impaurito, il cavaliere del deserto chiamò subito aiuto.
< Quella tigre… vuole uccidermi… > piagniucolò.
< Non sai difenderti da una bestia? E va bene. Ci pensiamo noi. >
Decine di cavalieri del deserto circondarono la tigre intenta ad ucciderla simultaneamente.
Ma la bestia era molto veloce anche per tutti quegli uomini.
< Ci sbranerà tutti! >
Terrorizzati come non gli era mai capitato nella loro vita, i cavalieri del deserto dovettero chiedere aiuto al Sultano.
< Che cos’è tutto questo baccano? >
< Mio Sultano, c’è una tigre nella prigione dei tre traditori. >
< E quindi? Uccidetela! >
< E’ molto più forte di noi. >
< Sì. Non riusciamo nemmeno a sfiorarla. >
< Branco di incompetenti! Se non riuscite ad uccidere un misero animale, voi non mi servite più! >
Preso da una collera incontrollabile, Jafar si diresse verso l’animale fissandolo con sguardo furioso.
< Non so che cos’hai di tanto spaventoso, ma con me non ti andrà bene. >
< Davvero? >
< Come? Tu parli? >
Mentre lo stava fissando dritto negli occhi, la tigre riprese le sue vere sembianze umane.
< Non ci credo… Jasmine. >
< Era l’ora che il mio più grande segreto venisse alla luce > rispose la donna con tono coraggioso < Sorpreso, Jafar? >
< Ahahah questo non me l’aspettava per niente… Ma sarà molto divertente ucciderti con la mia magia oscura. >
< Prima però devi riuscire a prendermi. >
Mentre Jasmine si muoveva tra le celle con le sembianze di una tigre velocissima, Jafar riusciva a malapena a stargli dietro.
< Devi trovare un altro espediente se vuoi battermi. >
Ma improvvisamente, la tigre scomparve nel nulla.
Pazientando il suo ritorno, Jafar chiuse gli occhi come se fosse in uno stato di meditazione.
“So che mi stai guardando… Io ti attendo impazientemente…”
Sentendo un lieve passo avvicinarsi a lui, Jafar spalancò gli occhi colpendo al collo la povera creatura.
Completamente immobilizzata, Jasmine non poté fare niente per proteggersi.
< Il gioco è durato fin troppo. Adesso assaggerai la mia forza oscura! >
< NO! >
Ma prima che Jafar potesse dargli il colpo di grazia, Aladdin e il Genio piombarono addosso al sultano riuscendolo a disarmare.
< Che cosa vuoi fare con il mio bastone? Ridammelo subito! >
< No… Adesso che ti abbiamo disarmato non fai più così paura. >
< Che cosa vuoi fare? Tu non sei in grado di usare la magia oscura. Arrenditi. >
< Scommettiamo? >
Liberando Jasmine dal suo incantesimo, quest’ultima poté attaccare Jafar e inchiodarlo a terra.
< Vuoi forse mangiarmi? >
< No > rispose Jasmine riprendendo le sue sembianze umane < Sarai risucchiato nella tua magia oscura. Per sempre. >
Facendo rotare il bastone di Jafar, Aladdin lo fece scomparire rivoltandogli contro la sua magia.
< Non finisce qui! >
Ma appena l’oscurità di Jafar scomparve per sempre, Aladdin, Jasmine e il Genio distrussero assieme quello che rimaneva di Jafar, facendo ritornare Agraba il Regno meraviglioso che era un tempo.
< Aladdin! Ce l’hai fatta! > fece Jasmine abbracciandolo.
< Bravo Al! Questa volta non avrei mai creduto che tu riuscissi a maneggiare la magia oscura di Jafar. >
< E’ tutto grazie a te, Jasmine > rispose Aladdin sorridente < Ma prima dimmi una cosa: da quanto tempo è che puoi trasformarti in una tigre? >
< Da prima che il Genio potesse essere un uomo libero > spiegò la donna.
< Che cosa? C’è per caso il suo zampino? >
< Puoi dirlo forte! È l’unico desiderio espresso della ragazza > mormorò il Genio < Non ho mai capito il perché, ma grazie al cielo quest’oggi è servito a qualcosa. >
< Ho sempre sognato di essere una tigre come Raja. E dopo molto tempo il mio desiderio è divenuto realtà. >
< Parlando di cose serie… > cominciò Aladdin interrompendosi sul più bello.
< Che cosa vuoi dirmi? >
< Ti chiedo scusa per come mi sono comportato in tutto questo tempo. Non dovevo fuggire come un vigliacco. >
< Ma l’hai fatto… >
< Come posso riuscire a farmi perdonare? >
< Promettendomi che rimarrai per sempre accanto a me. >
< Ed è quello che farò > rispose Aladdin riabbracciando la sua amata perduta prima di baciarla con passione.
< Questa sera ci vuole una grande festa! > fece il Genio < Comincio con i preparativi, d’accordo? Ci divertiremo tutti! >
< E noi ti aiuteremo. >
< Bene! Andiamo! > disse infine il Genio al settimo cielo rivedendo la coppia più amata di Agraba tornare a regnare come un tempo fino alla fine dei loro giorni.
   
 
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