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Autore: bluebb    12/11/2019    0 recensioni
“Eravamo giovani, molto giovani.” disse, e la vide tormentare le cuciture dei suoi guanti con i denti.
Mentre la osservava anche così, di spalle e testardamente intenzionata a non guardarlo negli occhi, non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse stato stupido. Quel pensiero puramente egoistico di un tempo gli aveva tolto qualcosa di immensamente prezioso: la possibilità di averla accanto.
Le parole di Toshinori su quale fosse il vero ruolo dell’eroe acquistavano tutt'altro significato.
[Aizawa x OC] [Ambientata in parte nel passato]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitoshi Shinso, Nuovo personaggio, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Manuale di combattimento della B. Military School, Capitolo 1: come atterrare l’avversario.



“Oh man, you can’t be so angry at me forever!” Hizashi dopo quella interminabile giornata lo aveva perseguitato lungo tutta la via per i dormitori, cercando disperatamente di farsi perdonare per quello che aveva combinato a pranzo.

Si voltò di scatto, lo fissò dritto negli occhi e iniziò “Tu,” con tono sepolcrale “sai bene che c’è un’alta probabilità che la nuova arrivata venga accoppiata con me nelle prove fisiche, visto che sono il primo della classe al momento. Okada ragiona così e lo sappiamo bene ormai.” si fermò, mentre Mic iniziava a grattarsi la nuca, colpevole “Vorrei solo capire perché hai voluto lanciare questa stupida sfida, soprattutto visto che ci volevi provare tu con lei. Mi spieghi che razza di strategia contorta stai adottando?”

“Oh boy, proprio non ci arrivi? È dal primo anno che cerco di trovare la ragazza giusta per te ed è la prima volta che ti vedo interagire sul serio con un essere di sesso femminile. Oggi a pranzo non mi sembravi nemmeno tu.”

“Non so di cosa tu stia parlando.” abbozzò, mentre riprendeva a camminare.

“No, no, bello, tu non mi scappi.” Hizashi si parò davanti a lui, bloccando la sua via di fuga “In tutti questi anni che ci conosciamo non ti ho mai visto interagire in quel modo con una ragazza, a stento tolleri Nemuri e mi ricordo che la prima volta che lei ti ha abbracciato avevi la faccia di uno che stava andando al patibolo.”

“Mpf, stai esagerando come al tuo solito.” Aizawa evitò il suo sguardo, sistemandosi una ciocca di capelli fuori posto. Quelle conversazioni lo mettevano profondamente a disagio.

“Really? Non so se lo hai notato, ma sei riuscito a sostenere una conversazione pseudo normale con lei e soprattutto le hai toccato le mani senza problemi.” lo prese per le spalle, scuotendolo.

Shota rimase impassibile “L’ho fatto per correggere la posizione delle bacchette, nulla di più.” si liberò dalla sua presa e lo superò senza troppi problemi, con l’obiettivo di arrivare in camera sua e chiudercisi per tutto il resto della giornata.

Hizashi si affiancò a lui, sbuffando “Sarà come dici tu, ma io non rimango convinto. Posso passare in camera da te per fare matematica?” gli chiese cambiando discorso.

“Va bene.” lo assecondò Shota, anche se era perfettamente consapevole che Hizashi non avrebbe mai mollato la conversazione così facilmente.
 
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Dopo aver sistemato i fascicoli della 2-A, Ereaserhead si diresse verso la classe in questione per l’inizio della prima lezione dell’anno. Appena uscito dalla sala professori però, venne bloccato da una scena per lui terribile: Nemuri e Hizashi parlavano nel corridoio con una donna che all’apparenza non aveva mai visto. La scrutò meglio da lontano e dopo pochi secondi si rese proprio conto che quella donna era Karina. I tratti fanciulleschi di un tempo erano totalmente svaniti per lasciare posto a quelli da donna matura: gli zigomi erano diventati alti e scolpiti, le labbra erano rimaste carnose come quelle di un tempo, la forma del viso si era leggermente allungata e i capelli un tempo corti le ricadevano invece sulle spalle. Gli occhi cristallini in compenso erano rimasti gli stessi, vispi e curiosi nei movimenti. Sembravano stupefatti anche quando si posarono su di lui, interrompendo la conversazione con i due vecchi compagni di classe. Quello stupore passò velocemente a semplice cordialità, mentre Aizawa si avvicinava a loro più rigido che mai, e per un breve attimo quello sguardo sembrò adombrarsi.

“Hey Shota, there you are! Stavamo proprio parlando di te, ti ricordi di Karina vero?” gli disse avvolgendogli il braccio attorno al collo e scoccandogli di soppiatto un occhiolino complice.

“Si, mi ricordo di Incantalupo.” rispose statico. Probabilmente in quel momento era più agitato di quando Mic gli aveva organizzato la festa di compleanno a sorpresa per i suoi 30 anni, o di quando era riuscito a convincerlo ad avere un appuntamento con quella matta di Joke. Si, probabilmente quello era il momento più teso della sua intera esistenza.

“Ciao Aizawa, da quanto tempo. Il preside mi ha detto che mi sarei dovuta rivolgere a te per il programma scolastico.” quella voce mediterranea era rimasta quasi la stessa. L’accento italiano permaneva ancora ma il suo giapponese era praticamente perfetto come quello di una volta.

Si schiarì la voce “Sì, ti spiego mentre andiamo in classe, così potrai presentarti direttamente lì.” e con andatura rigida si diresse verso la 2-A, affiancato da una vecchia conoscenza.
 
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Come aveva previsto, il professor Okada mise Aizawa in coppia con Karina la settimana successiva, per la loro esercitazione pomeridiana. “Vedete il vostro avversario come se fosse il vostro villain target e voi gli eroi. Chi riesce a immobilizzare o mettere KO l’avversario si aggiudicherà la vittoria.”

Shota in quell’esatto momento, invece di caricarsi come tutto il resto della classe, stava pensando al modo migliore per farla pagare a Hizashi dopo che quella storia sarebbe finita.
Fu proprio la voce dell’amico a ridestarlo dai suoi pensieri di distruzione “Allora, man, che penitenza hai deciso di far fare a Karina quando vincerai?”

“Non lo so.” rispose, mentre richiudeva l’armadietto dello spogliatoio “Tanto non sono obbligato a dirle subito di cosa si tratta, avrò del tempo per rifletterci.”

“Mi deludi Shota, pensavo avessi già architettato qualcosa di malvagio al solito tuo.”

“Qualcosa di m-malvagio? Hizashi ma cosa stai dicendo?”

Mic rise di gusto guardando l’espressione confusa dell’amico “Tranquillo man, sono sicuro che qualsiasi cosa architetterai andrà bene.”

Si ritrovarono davanti alle porte del Ground Alpha con il professor Okada che illustrava nuovamente le disposizioni per l’esercitazione. Alla fine del discorso, mentre la prima coppia di studenti si andava a posizionare per l’inizio della prova, il professore si avvicinò ad Aizawa. “Voglio che tu dia il massimo per questo incontro Aizawa, voglio testare per bene le doti della signorina Incantalupo, ma immagino che tu questo lo avessi già capito.”

Il ragazzo annuì serio “Sì signore, lo avevo già inteso. Non si preoccupi, darò il massimo.”

“Molto bene, molto bene. Allora buona fortuna ragazzo, torna con gli altri a guardare la prova dei tuoi compagni.”

Hizashi, accanto a Nemuri e Karina, gli fece segno di raggiungerli. “Oh man,” iniziò quando fu abbastanza vicino “è meglio che tu vinca questo incontro perché fidati che la penitenza che ha scelto Karina non ti piacerà mai, never.” finì la frase con una leggera risatina divertita.

“Di che si tratta?” chiese subito, un pochino più preoccupato di prima, ma con la solita espressione irremovibile.

“Non è niente di che.” rispose Nemuri, sventolando svogliatamente la mano “Karina ha solo fatto due più due e ha avuto un’idea geniale.”

“Che sarebbe?” chiese di nuovo, stavolta rivolgendosi alla diretta interessata. Colse quell’occasione per osservare meglio il suo costume: era composto da un completo nero di due pezzi. La parte superiore era una maglia a maniche lunghe, con una vistosa cerniera al centro che le lasciava scoperto l’addome. La parte inferiore invece era composta da dei pantaloni attillati, con una cintura piena di strani dispositivi sferici e degli scarponi di tipo militare, anch’essi neri. La cosa che incuriosiva di più Shota era il particolare tessuto che componeva il costume: era lucido, ma non sembrava pelle e rifletteva in modo bizzarro la luce. Nonostante fosse notevolmente bravo nei processi deduttivi, non riusciva proprio a inquadrare che tipo di quirk potesse avere Karina.

“Beh, Kayama mi ha detto che la prossima settimana ci sarà una festa nel dormitorio.” rivolse un’occhiata complice alla sua amica “Quindi ho pensato che magari la penitenza adatta a te potrebbe essere venire alla festa con noi.”

Aizawa strinse i pugni: aveva già sentito della festa per i ragazzi del terzo anno perché Hizashi e Nemuri non facevano altro che parlarne da quando la notizia si era diffusa. Ovviamente i due avevano cercato di convincerlo in tutti i modi di venire con loro, ma Shota era rimasto irremovibile. Non era proprio fatto per gli eventi sociali di quel tipo e, nonostante non gli facesse piacere ammetterlo, quella penitenza era davvero la cosa peggiore che gli potesse capitare in quel momento.

Poi Karina lo osservò meglio, cogliendo il suo apparente disagio “Oh, allora è proprio come avevo immaginato. Non sei proprio l’anima delle feste, eh? Vedrai, ti farà bene.”

Aizawa sbuffò “Va bene.” passò accanto a Kayama, prima di allontanarsi da loro e andarsi a concentrare da un’altra parte “Sappi comunque che questa me la paghi Nemuri.”
Lei per tutta risposta gli fece l’occhiolino e sfoggiò un sorrisetto irriverente.

Shota si fermò poco dopo, attirato dalle parole di Karina “E tu? Che penitenza hai scelto?”

Si voltò di poco, quando bastava per guardarla negli occhi “Non credo ti interessi davvero, visto che sei convinta di vincere l’incontro di oggi. Ti lascerò gustarti questa convinzione.” assottigliò lo sguardo un’ultima volta prima di allontanarsi. Voleva solo trovare un po’ di pace prima dell’incontro: doveva elaborare una strategia.

Alla fine, arrivò anche il suo turno. Shota si posizionò sulla piattaforma di partenza del Ground Alpha e indossò i suoi occhialoni. Poco dopo qualche minuto il professor Osaka diede le ultime istruzioni all’interfono e l’esercitazione iniziò.

Non conoscendo il quirk della sua avversaria, Aizawa aveva semplicemente pensato che l’unico modo per batterla fosse coglierla di sorpresa, annullare il suo quirk e bloccarla in tempo per decretare la sua vittoria. Si avventurò tra i vari edifici del campo di allenamento, cercando di essere il più furtivo e veloce possibile ma dopo qualche minuto ancora niente, di Karina non vi era neanche l’ombra. Possedeva un quirk dell’invisibilità?

Mentre se ne restava su uno degli edifici a rimuginare su questa evenienza, un rumore sospetto attirò la sua attenzione. Un rumore metallico, magari Karina aveva urtato qualcosa. L’edificio da cui era probabile la provenienza del suono era un edificio che somigliava in tutto e per tutto ad un grosso magazzino. Si avvicinò alla porta e, facendo attenzione a non fare rumore, sgusciò tra le due ante semi aperte.

L’ambiente all’interno del magazzino era illuminato artificialmente per la maggiore, vista la scarsità di finestre, ed era pieno di materiali da costruzione. Era possibile che fosse stata una di quelle casse a fare quel rumore cadendo?

Poi lo sentì di nuovo, lo stesso rumore, amplificato dal riverbero. Proveniva dalla sua destra. Balzò indietro, sciogliendo le bende e scrutando le impalcature sulla parete del magazzino: nessuno. Eppure, era sicuro di aver visto muoversi qualcosa…

Rimase in guardia, osservando accuratamente l’ambiente circostante ma poco dopo sopraggiunse una variabile che non aveva considerato: il buio. Di colpo tutte le luci artificiali si spensero e di sicuro non era stato il professor Osaka a farlo. Era stata Karina. Nella penombra, con i muscoli tesi quasi fino allo spasmo per la tensione, Aizawa aspettava il primo passo della ragazza.

Infine, si mosse. Evitò per pochissimo il calcio che la ragazza stava tentando di infliggergli, ma un altro, basso e veloce, troppo veloce, lo fece cadere a terra. Shota tentò quindi di afferrarle repentinamente le gambe con le bende, ma la ragazza stava per allontanarsi: grazie alla appena percettibile luce che filtrava dalla porta, Aizawa liberò le bende nel tentativo di acciuffarla. Si sentì un tonfo e dopo aver attivato il proprio quirk, la luce del magazzino ritornò attiva.

“Quindi è questo il tuo quirk.” disse, tenendo strette le bende attorno alle gambe della ragazza “Il controllo della luce.”

Lei, qualche metro distante, stava cercando di divincolarsi dalla stretta e lo aveva appena osservato alzando di poco lo sguardo “Ora capisco perché ti chiamano Ereaser Head.”

“Ti facevo più sveglia in realtà.” disse serio, con un sorriso sfrontato sulle labbra, ormai a nemmeno un metro da lei “Ma mi sa che ti ho sopravvalutata Incantalupo.”

“Ne sei sicuro?” nel giro di pochi secondi, Aizawa si ritrovò accecato. Dovette chiudere gli occhi d’istinto e, perdendo la presa su Karina, questa si liberò in fretta e gli fu addosso. Non aveva eluso il potere di cancellazione del quirk, ma aveva usato uno dei dispositivi sulla sua cintura e Shota si era fatto fregare.

La stanza ripiombò nel buio: Aizawa, nonostante la scarsa luminosità, cercava di parare gli attacchi di Karina e di bloccarla nuovamente, ma questa era diventata molto più sfuggente e attenta. Adesso sapeva che se Shota l’avesse presa di nuovo, non le avrebbe più dato il tempo di coglierlo alla sprovvista.

Dopo l’ennesimo colpo schivato, Shota riuscì a trattenerla per un braccio e a disattivare la sua unicità. Karina cercò subito di assestargli un paio di calci, ma entrambi andarono a vuoto mentre il ragazzo continuava a tenerla ferma con le bende. Stavolta le vide afferrare con la mano libera uno dei gadget sferici appesi alla cintura e, dopo un brevissimo suono elettronico, la stanza venne illuminata da un fascio di luce molto forte. Nonostante Aizawa avesse cercato di tenere gli occhi fermi su Karina, quella luce era troppo intensa per non chiudere le palpebre. Shota cercò di riprendersi in fretta: aveva bisogno di elaborare una nuova strategia o non sarebbe mai riuscito a bloccarla definitivamente. Karina era veloce, si liberava dalla presa delle sue bende come niente e inoltre poteva contare sull’ausilio del suo quirk. Per questo lo aveva attirato in un posto chiuso.

Quando Shota pensava di poterle cancellare nuovamente la sua unicità, Karina saltò alle sue spalle e, senza nemmeno dargli il tempo necessario per voltarsi, lo colpì al centro della schiena. Shota si sentì per un attimo mancare l’aria, poi avvertì un nuovo colpo proprio all’altezza del collo e qualche secondo dopo crollò a terra, privo di sensi.

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“Con la 2-A avrai le prime due ore, voglio che si impegnino al massimo dal primo giorno.” nel tragitto tra gli uffici e l’aula, Aizawa le aveva spiegato in breve la composizione della classe, i punti di forza e di debolezza degli studenti, le abilità da migliorare e gli obiettivi di quell’anno e soprattutto di quel semestre. Karina era rimasta in silenzio e lo aveva ascoltato attentamente, l’unico suono che si sentiva oltre alla voce di Shota era il rumore dei loro passi sul pavimento. Il completo da eroe di Karina non era cambiato molto durante gli anni: al vecchio modello aveva aggiunto una giacca militare piena zeppa di tasche, un paio di guanti probabilmente creati per farle avere una presa salda e un berretto militare con lo stemma della sua accademia.

“Da come li descrivi sembrano degli studenti molto promettenti.” gli disse per rompere il silenzio che si era creato. Karina sembrava lievemente imbarazzata da quella situazione e Aizawa poteva solo comprenderla perfettamente: erano passati quasi quattordici anni da quando lei se ne era andata dal Giappone per tornare in Italia, quasi quattordici anni dalla loro separazione, e adesso erano lì a doversi comportare come semplici colleghi o vecchi conoscenti e mettere da parte tutto quello che era successo durante quel maledetto anno.

“Si, lo sono, ma non dirglielo troppo spesso o si culleranno sugli allori.” erano arrivati davanti alla classe: dall’interno proveniva il solito brusio che i ragazzi erano soliti fare di prima mattina. Quel giorno però parlottavano tra di loro più del solito, forse per l’emozione dell’inizio del secondo anno. D'altronde il loro primo anno scolastico alla U.A. era stato davvero duro, soprattutto per alcuni di loro. “Comunque, entra con me, così potrò presentarti mentre faccio il discorso di inizio anno.”

Shota prese un ampio respiro prima di varcare la soglia della classe: l’atmosfera gli sembrava fosse tornata identica a quella di quattordici anni prima.







Ciao a tutti!
Ritorno dopo mesi di assenza sulla piattaforma con una storiella fresca fresca. Alcuni di voi (con cui già mi scuso tantissimo) si staranno chiedendo che fine abbia fatto l'altra mia FF: The Vanished Prince's Tale. Tornerà anche quella, abbiate fede, non voglio lasciare alcun progetto incompleto.
Comunque questo progettino riguarda un personaggi di BNHA che amo fin dalla prima puntata in cui è apparso, ovvero Aizawa, il nostro amato professore di quartiere. La storia sarà basata su di lui e una mia OC, Karina, in uno scambio di ricordi tra presente e passato. Si vedrà insomma, l'evoluzione (o involuzione, chi lo sa) del loro rapporto e come sono andati i fatti di 14 anni prima, durante il loro ultimo anno scolastico.
Al momento non ho nulla da aggiungere, come sempre vi mando un grosso grosso abbraccio.
Alla prossima! :)

- bluebb
   
 
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