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Autore: BeautyLovegood    14/11/2019    3 recensioni
Questa è la seconda ff legata a "Magic" ed è ambientata nel capitolo 15 di "Ricordi di famiglia".
Aziraphale è partito per un mese per mantenere una promessa fatta in passato ad un caro amico… anzi, più di uno!
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale ebbe un tuffo al cuore. Non era sicuro di poterlo fare. Ringraziò mentalmente Dio e si girò per guardare il suo defunto amico, tornato temporaneamente nel mondo dei vivi. Era felice, commosso e sorpreso dei suoi stessi poteri. Non aveva mai fatto resuscitare un umano, ma riusciva a sentire che il tempo a disposizione era breve. Per essere morto da centotrentacinque anni, aveva un bell’aspetto. Gabriele gli aveva insegnato che tutti sono belli in Paradiso, come tutti sono brutti all’Inferno. Be’, ad eccezione di Crowley, ma era un pensiero che Aziraphale si era sempre tenuto per sé.

- Oscar! Mi sei mancato tanto!- disse l’angelo abbracciando il suo amico.

- Non ho mai dimenticato questi bei ricciolini, sono corti proprio come l’ultima volta in cui li ho visti.- commentò Oscar passando una mano tra i capelli di Aziraphale in modo un po’ ambiguo.

- Ti ringrazio, ma ora sono sposato.- disse lui mostrando la sua fede nuziale, facendo sussultare Oscar dalla sorpresa.

- Ti sei sposato con una donna nonostante ti piacciano gli uomini come ho fatto io? Non ti ho insegnato niente, Aziraphale!

- No, no, non ho sposato una donna…

Aziraphale tirò fuori dalla tasca della giacca il suo cellulare – che cos’è questo strano aggeggio?, si chiese Oscar confuso – e mostrò una foto di Crowley sorridente al suo amico.

- Lui è Anthony J. Crowley… mio marito.

- Crowley? Crowley non è quello strano ma pur sempre affascinante uomo con i capelli rossi che ci aveva disturbati una sera mentre bevevamo insieme a Robbie?

Nel lontano 800, quando Aziraphale aveva finalmente trovato il coraggio di intrattenere una conversazione con Oscar, si trovavano in un pub elegante e mentre bevevano e parlavano della letteratura e della filosofia, l’angelo non poté fare a meno di notare il suo (all’epoca) amico in nero seduto poco lontano da loro che li fissava dietro i suoi occhiali scuri e con le labbra strette. Aziraphale si era sforzato di ignorarlo, ma le cose erano peggiorate quando il demone si era avvicinato e aveva iniziato a sedurre Oscar per far ingelosire l’angelo. Solitamente, Oscar era lusingato di ricevere particolari attenzioni dai gentiluomini affascinanti, ma riusciva a percepire il disagio di Aziraphale, così mandò via Crowley, il quale non rivolse la parola all’angelo per un bel po’ di tempo.

- Sì… c’è una cosa che non sai di lui… è un demone, perciò è immortale come me.

- Lui, un demone? A ripensarci… la cosa non mi sorprende. I suoi capelli rossi, i suoi occhiali strani e il suo viso sottile…- disse Oscar con voce nostalgica che suscitò un po’ la gelosia di Aziraphale.

- Ma dimmi, Aziraphale, come avete fatto a sposarvi? Non mi avevi detto che era una persona pericolosa che ti dava spesso fastidio? Siete stati arrestati durante o dopo la cerimonia?

Aziraphale sorrise e diede un’affettuosa pacca sulla spalla al suo amico.

- Adesso ti racconto tutto, ma intanto facciamo una passeggiata.- disse sorridente e lo prese sottobraccio.

Gli raccontò di tutte le volte che aveva incontrato Crowley dopo quella famosa sera, soprattutto della notte in cui si era innamorato di lui dopo che lo aveva salvato dai nazisti insieme ai suoi libri.

- Quella fu la prima delle notti più belle della mia vita. Non ho mai dimenticato il battito accelerato del mio cuore, quando Crowley aveva strappato la borsa con i libri dalla mano del cadavere di quel nazista per darla a me. Un miracolino demoniaco, come disse lui.

- Wow, Aziraphale… mi stai rendendo invidioso… e anche geloso.- disse Oscar un po’ malinconico. Aziraphale continuò il suo racconto, nominò persino Agnes Nutter, e quando arrivò alla fine dell’Apocalisse e allo scambio dei corpi, Oscar si fermò di scatto e fissò il suo amico.

- Vi siete… scambiati i corpi? Non so se sono più stupito o… confuso.

La risposta di Oscar fece ridere l’angelo.

- Se pensi che sia stata una versione alternativa del sesso, ti sbagli. Il massimo dell’intimità è stata una stretta di mano sia prima che dopo lo scambio. Era l’unico modo per salvarci a vicenda dopo l’ultima profezia di Agnes Nutter che avevo trovato.- puntualizzò il biondo.

- E subito dopo vi siete sposati?

Ormai Oscar sembrava un giornalista affamato di scoop.

- Aspetta, non hai sentito la parte migliore.

- C’è una parte migliore del matrimonio tra due maschi? Per di più un angelo e un demone?

Aziraphale cominciò a sentirsi in colpa per il suo amico. Troppe emozioni in così poco tempo.

- Ormai il matrimonio tra omosessuali è approvato in quasi tutto il Mondo, Oscar, te lo posso assicurare, ma il punto è che prima di sposarci…

Si guardò intorno e avvicinò le labbra all’orecchio di Oscar per sussurrargli la parte più bella del suo racconto.

- … ho compiuto il miracolo di una famiglia tutta nostra.

Tirò di nuovo il cellulare fuori dalla tasca della sua giacca e mostrò le sue foto preferite di Magic a Oscar, la prima (fatta pochi minuti dopo la sua apparizione per avere una prova di quello che era successo), il suo primo sorriso, i suoi primi passi da sola, il suo primo Natale, il suo primo giorno di scuola, la sua prima crêpe, il suo primo compleanno adolescenziale. Ce n’erano anche molte di lui, Crowley e Magic abbracciati e accoccolati che guardavano sorridenti verso l’obiettivo.

- Lei è nostra figlia… si chiama Magic. Adesso ha quindici anni ed è bellissima, intelligente, simpatica, dolce e tosta. Adora persino molti dei tuoi lavori! Non so neanche io come sia apparsa, ma è successo e d’allora, Crowley ed io siamo più felici e innamorati che mai.- disse Aziraphale con orgoglio. Oscar si commosse e lasciò scorrere le lacrime sul suo volto.

- Aziraphale… una parte di me… una grande parte di me… t’invidia. Tutto quello che hai fatto dopo che ho lasciato questo Mondo è… è…

Aziraphale rimise in tasca il cellulare e abbracciò Oscar, che singhiozzò sulla sua spalla.

- Oscar… ti giuro che se fosse stato per me… ti avrei risparmiato tutte le ingiustizie che ti sono capitate quando eri vivo. Ti avrei anche aiutato a capire chi meritava il tuo cuore.

Oscar tirò su col naso e si staccò dall’angelo.

- Buffo che abbia dovuto aspettare la morte per capire molte cose… della vita. Ma anche se t’invidio, amico mio… sono felice per te. Dico davvero.

Aziraphale sorrise, prese Oscar per le mani e lo guardò negli occhi.

- Ti ricordi che cosa mi avevi detto sul tuo letto di morte?

- Sì… promettimi che non permetterai a nessuno di decidere chi e come devi amare. Cerca il tuo amore e tientelo stretto, con i suoi pregi e i suoi difetti. Buona fortuna. Ricordo anche che tu mi dissi: te lo prometto, Oscar, fosse l’ultima cosa che faccio.

Anche Aziraphale versò lacrime commosse per l’ammirevole memoria del suo amico e idolo.

- Sono venuto fin qui proprio per dirti che… nonostante il mio orgoglio, la mia testardaggine e la mia paura… sono riuscito a mantenere la promessa.

Oscar accarezzò la guancia del suo amico e gliela baciò pure.

- Sono così fiero di te. Quel Crowley è fortunato ad avere un marito coraggioso e un po’… bastardo come te. E non ho alcun dubbio che tu sia un meraviglioso padre con la tua Magic.

- Grazie, Oscar.- disse Aziraphale sorridente, poi notò con un po’ di tristezza che le mani di Oscar stavano diventando trasparenti.

- Ti accompagno a casa. Be’, per modo di dire.

E tornarono al cimitero, spendendo la loro ultima chiacchierata riguardo l’arrivo di Oscar in un luogo simile al Paradiso e all’Inferno contemporaneamente dopo la sua morte. D’allora, non aveva smesso di vagare da solo in tanti luoghi diversi, incontrando anche numerosi colleghi, fino al giorno in cui era morto anche il suo caro amico Robert Ross, che non aveva smesso di amarlo.

- Credo che sia molto preoccupato per me. Da quando ci siamo ritrovati, non ci separiamo più. La sua compagnia era una delle cose più preziose che avevo in vita e sono felice di averla riavuta nella morte.

Aziraphale sorrise soddisfatto, soprattutto perché Oscar non aveva nominato Alfred Douglas neanche una volta. Era proprio vero, la morte fa capire molte cose della vita. E lui che era un angelo che era stato accidentalmente discorporato, ne sapeva qualcosa.

Arrivati alla tomba coperta di baci, l’angelo e l’artista si abbracciarono forte.

- Ti ringrazio per questa notte, Aziraphale. Non la dimenticherò mai. E francamente, me la sono goduta meglio di quell’unica notte insieme in mezzo ai miei fogli.

Aziraphale arrossì un po’ imbarazzato, ma sorrise comunque.

- È stato bellissimo rivederti, amico mio. Saluta Robert da parte mia e… continuate entrambi a riposare in pace, ve lo meritate.

- E tu continua a vivere appieno con tuo marito e tua figlia.

- Questa è una promessa che ho già iniziato a mantenere quindici anni fa e so per certo che non smetterò mai di farlo.

Detto questo, Aziraphale posò una mano sulla guancia di Oscar e lo guardò sparire lentamente, fino a quando si ritrovò di nuovo da solo in mezzo al cimitero. Il suo cellulare squillò.

- Pronto?

- Angelo, ti ricordi come funziona un cellulare, vero?

- Certo, caro!

- E allora usalo, per l’amor di chiunque tu voglia! Non sopporto di stare troppe ore senza sentire la tua voce!

La furia un po’ infantile di Crowley fece sorridere l’angelo.

- Infatti, stavo proprio per chiamarti. Devi imparare ad essere paziente, amore, te l’ho detto un milione di volte!- disse mentre tornava al bed & breakfast.

- Lo sai bene che, in quanto demone, la parola Paziente non esiste nel mio vocabolario! Che cosa stai facendo adesso?

- Crowley, seriamente, smettila di preoccuparti per me, non ce n’è bisogno.

- Col cavolo che smetto di preoccuparmi per te! Lo faccio da quando ti conosco, è come l’ossigeno per gli umani!

Aziraphale sentì dentro il cellulare una porta che sbatteva.

- Papà Cro, lascia in pace Papà Azi e mettiti a dormire, per favore!

- Oh, scusa, tesoro! Non volevo svegliarti!

Crowley mise il vivavoce e Aziraphale poté salutare anche Magic.

- Papà Azi, ti giuro che se non torni a casa, potrei non rispondere più delle mie azioni contro Papà Cro!

Aziraphale rise ma si ricompose subito.

- Non esagerare, tesoro! Lo sai che Papà Cro è un po’ melodrammatico, ma gli passerà!

- Illusi, tutti e due!

- Buonanotte, amori miei! Vi amo!

- Anche noi ti amiamo!- dissero Magic e Crowley in coro e Aziraphale chiuse la comunicazione, poi si sistemò sul letto della sua camera e tirò fuori il suo libro, che finì di leggere alle prime luci dell’alba.

- Prossima tappa…

 

 

 

 































Dopo Oscar Wilde, Aziraphale andrà a trovare un'altra persona speciale a cui aveva fatto più o meno la stessa promessa... chi sarà mai, secondo voi? Al prossimo capitolo!
  
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