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Autore: B_Yul    15/11/2019    1 recensioni
Londra, Dallas, Seoul.
Il futuro di YG incontra la famiglia più potente d'Inghilterra nell'ambito dello spionaggio politico.
I Myong e i Wallace, famiglie da cui proviene Thara, proteggono la loro pupilla inviandola alla ricerca della realizzazione di un sogno nascosto per salvarle la vita.
Riusciranno Jordan, Marvin, Claire e Jamie a proteggere la giovane e promettente signorina Myong?
Riferimenti a cose, fatti e persone puramente casuali e frutto della mia fantasia e passione per le avventure che abbiano a che fare con agenti segreti/spie in genere. Per quanto riguarda date, locations, riferimenti a coordinate geografiche e mezzi di trasporto ecc relativi alla città di Seoul, sarò più precisa possibile anche in base alla mia esperienza sul territorio.
Spero vi piaccia, è un refuso da sognatrice di una non più così giovane kpop stan. Consigli e critiche ben accette, polemiche e prese di posizione banali decisamente meno.
B_Yul
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, Sorpresa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La giornata era bella che iniziata a giudicare dal traffico e dal quantitativo strabiliante di imprecazioni che riuscii a tirar fuori dal cilindro che Mago di Oz levati proprio non ce n’è per nessuno.
Ad ogni modo, decisi di rientrare nel ruolo della giovane donna di classe pronta al meeting con persone serie seppure totalmente consapevole del fatto che non avrei capito neppure una parola di quanto si stesse dicendo.
Scesi dall’auto, salutai Tuan, l’autista, e sgambettai velocemente tra due gruppi di fans riunite li fuori: “Tu sei nuova! Salutaci i Big Bang per favore!!”
“Uhm… si sono nuova. Ma qui non organizzate dei meet n greet?”
Mi guardarono come se avessi imprecato di nuovo ma forse non capivano l’inglese.
“Stai scherzando? Per incontrarli dovremo competere con chi compra 300cd a testa, non abbiamo abbastanza soldi, siamo iscritte al fansite ma è roba per ricchi anche quello. Quindi li guardiamo uscire dallo studio ogni tanto, quando non abbiamo scuola”.
Mi fermai un secondo.
“Oh… il fansite? 300 cd ? Il meet n greet ha un costo a parte di solito ma i forum dovrebbero … ahhh.
Ho capito. Ok ragazze, ignoratemi eh, sono solo stanca. Ci vediamo presto, abbraccio i ragazzi per voi. Spero possiate incontrarli presto però!”
Così, tanto perché ogni tanto avevo bisogno di non sentirmi la matrigna di Cenerentola, decisi di appuntarmi i loro nomi, mi ricambiarono con centocinquantamila inchini a cui non riuscii neanche a rispondere a tempo e , imbarazzata e incerta se fosse la cosa giusta da fare, dissi: “Annyeonghy Kaseyo!”… “arrivederci” perché io stavo andando e loro sarebbero rimaste li e le prime lezioni via messaggio di Ji Yong non erano esattamente così chiare ma apparentemente dissi la cosa giusta perché le vidi continuare ad inchinarsi e salutare.
Il mio telefono ormai più simile a un call center che ad un Samsung, lampeggiò di nuovo. Capii dal numero sul display che non sarebbe stata la giornate delle buona notizie quella.
“Hey”
“Hey. Si è mosso. Voglio dire non è in Corea ovviamente, ma non è a Londra. Si muove verso casa tua. Se vuoi faccio avvisare i tuoi…oppure…”
“No. Fermo. Non fare niente. Manda Greg e Marvin davanti casa, i miei capiranno e lasceranno liberi i pitbull in giardino. Sono addestrati non mangeranno nulla se non sarà mamma a darglielo. Stai attento e non allarmare Claire, è qui anche lei. Aggiornami”.
“Sarà fatto”.
Misi via il telefono, inspirai profondamente, di nuovo ed entrai nell’edificio.
Chi è davvero Thara?
Tutti abbiamo una macchia sulla nostra storia, come il caffè che sporca gli appunti dello studente più impeccabile, scura e non ignorabile, ferma li senza possibilità di essere rimossa perché per pulirla, sicuramente, strapperai il foglio ma non la manderai via.
Thara viene da una famiglia impegnativa. Suo padre…si. Sua madre…ok. Ma suo nonno?
Suo nonno fu uno dei primi asiatici che arrivati negli Stati Uniti si unì ad una società di investigazione privata. Era un lavoro semplice, per i privati: mogli disperate, mariti gelosi, soldi facili e poco dolore. Per lui.
Poi però, il fratello di suo nonno, Hyun Su, aveva deciso di allargare il business e aveva iniziato a collaborare con la Polizia. Ogni caso, ogni numero rintracciato, ogni indirizzo IP bloccato, contribuivano giorno dopo giorno a fare di quei due la miglior società di Investigazioni private in California. Poi New York, poi Washington. Poi, però, erano arrivati i servizi segreti.
Jedong e Hyun Su per proteggere le proprie famiglie, troppo esposte perché impreparate a quel cambiamento repentino, si trasferirono a Nottingham.
A Nottingham, George Myong, aveva conosciuto la madre di Thara: Hanna Wallace.
Wallace, casualmente, venne fuori essere la figlia di un compagno di società dei diretti concorrenti di nonno Jedong e, da li, le due famiglie decisero di unirsi in silenzio, senza dare nell’occhio, per far si che nessuna delle informazioni raccolte in quegli anni potessero volare nelle mani sbagliate.
Cosa c’entrava Thara?
Thara aveva sviluppato un intuito fin troppo impressionante agli occhi di insegnanti e compagni di scuola. Una volta, in seconda media, era riuscita a rintracciare l’indirizzo IP di un suo compagno di classe che aveva cercato di violare il PC di Claire.
Ed era riuscita a manomettere così bene il software che anche l’hardware venne intaccato costringendo il ragazzino a buttare un MAC nuovo di zecca.
Thara, aveva fatto licenziare una delle sue insegnanti inviando al Preside delle prove indiscutibili del fatto che quella, non fosse per niente laureata nella materia che fingeva di poter insegnare. Insieme all’insegnante era saltato anche il Preside che pensava di aver a che fare con un maldestro Hacker.
Nonno Jedong e il prozio Hyun Su fingevano di non sapere che Thara avesse delle capacità che andavano ben oltre il semplice intuito: un genio in matematica, aveva imparato a conoscere le rune, il geroglifico, sapeva fare la divinazione col Domino e 9 volte su 10 sapeva cosa sarebbe accaduto, a chi, perché, così senza una ragione spiegabile. Lo sapeva. Ma Thara non amava queste sue stranezze, preferiva mantenere un profilo basso. Aveva tutta via sfruttato le sue capacità per investire in alcune azioni che avevano portato al fallimento di un’altra società avversaria di suo nonno. Ma ormai gli anni erano passati, gli anziani anche, c’erano loro, la terza generazione. Il Fulcro di quelle famiglie combatteva sotto banco perché informazioni strettamente riservate sul governo Americano non andassero perse. Indovinate però chi era a detenerle? Thara. E indovinate chi era l’unica donna a battersi sul quel terreno così delicato? Thara che aveva fatto integrare in squadra Claire e Jamie, la delegata di Dallas.
Ma quelle informazioni non sarebbero mai uscite fuori perché nessun database, nessun computer, nessuna cassa forte le aveva. Era tutto li, concentrato e impacchettato nel formulario più difficile da rintracciare: la testa di Thara. Le uniche prove tangibili di un’attività che avesse erano in un Hard Disk gemello a quello di Jordan. Ma di questo, parleremo più avanti.
Frugò nella borsa in cerca del filler per le labbra, ne passò un po’ per ravvivare il rossetto e sorrise alla vetrata della YG ent. entrando come se fosse il presidente Obama.
20 anni, i suoi coetanei avevano al massimo provato il brivido di una notte in cella.
Lei, era quella che poteva farceli restare altri 30 anni.
“Buongiorno a tutti”
Jyong si voltò compiaciuto del mood della straniera, sorrise sibilino e fece segno a Seung Hyun di guardarla, aveva esattamente il tipo di sguardo che sapeva di potersi aspettare da lei. Si rallegrò del fatto che Thara non ci avesse messo poi troppo a mostrarlo.
“Bambini, mamma va in riunione poi vi porta a scuola. Contenti? Sto scherzando ragazzi mi sono svegliata più cinica del solito, qualunque cosa abbiate fatto fino ad ora preparatela perché io possa ascoltarla, tra un’ora sono da voi”
Tae rise, mi guardò scettico e io risposi con una smorfia tirando fuori la lingua, l’azione di prima mattina mi metteva sempre di buon umore in fondo.
“dongsaeng hai una luce di-vi-na stamani, lo sai?”
“Grazie oppa, verrò a splendere presto. A proposito, nessuno di voi sa cosa sia tutto questo mistero che avvolge le 2Ne1? Siete sicuri di non volermi anticipare nulla?”
Jiyong fece segno agli altri di non parlare: “Dongsaeng, stai attenta. E pensa a T.O.P vestito Moschino quando ti verrà voglia di abbandonarci prima di aver iniziato, uh?!”
Seung Hyun si era goduto qualche altra ora di JiYong in fase “ommio dio ha sostituito il re” ma a quel punto porse la mano a Thara, la fece avvicinare e le disse di spifferare la verità,aggiungendo un inchino tanto per vedere la faccia del Leader riprendere il piglio da diva usuale.
“Oppa…”
Jiyong si insospettì e guardò la mano di T.O.P stringere leggermente quella di Thara per poi lasciarla e permetterle di dargli una pacca sulla spalla: “Dimmi dongsaeng…”
“Stasera alle sei il vestito deve calzarti a pennello e le occhiaie devono essere sparite. Chiaro? Passa la limousine e la sfilata è alle sette. E smettila di odiare Seung Hyun ora!”
Sorrise soddisfatto: “Sono contento tu abbia deciso di divertirti”.
Ri e e Dae lo guardarono scuotendo la testa: no, non sarebbe cambiato mai.
E adesso toccava a me, a fine scalinata mi preparai per l’incontro con Yang, che onestamente non mi procurava troppa agitazione di per se. Erano i misteri a infastidirmi, d’altro canto, per il mio background mi sembrava normale.
Quando aprii la porta trovai un’atmosfera strana, mi sembrò più il banchetto per i 50 anni di matrimonio dei miei nonni che una riunione di affari ma feci finta di niente e mi limitai ai saluti di rito, tanti sorrisi e un : “Ditemi tutto” che fece sorridere anche gli altri interlocutori che, forse, si aspettavano un tono diverso,.
Park Bom era seduta alla destra del tavolo, accanto Dara, alla loro destra  il presidente, a sinistra Min e io di fronte a Yang. Ci guardammo due secondi, il tempo di tirar fuori le rispettive cartelline e poi Yang iniziò: “Non sono solito prendere parte a queste riunioni. Ma questa volta, volevo assicurarmi che nulla compromettesse la tua presenza in YG, Thara. Ti verrà fatta una proposta specifica. Abbiamo molte informazioni su di te ma non verranno utilizzate, mai. Sentiti libera di accettare o meno questo incarico”.
“beh… non ho idea di cosa sia ma sentiamo”
A quel punto vidi Yang fare segno a Bom di esporre il problema.
“Ciao, piacere di conoscerti intanto”
Il piacere era un po’ tutto suo ma finsi di ricambiarlo, io volevo solo sapere cosa volessero da me.
“Piacere mio. Dimmi”
“Beh, io in realtà non ho molto da dirti ma Dara si vergogna e quindi …”
Dara le diede una gomitata. Ok, il punto era su di lei.
“Ahi! Che c’è? Sto spiegando!”
Dara le fece segno di tacere: “abbiamo sentito i tuoi dischi, la tua demo insomma le cose vecchie che hai inciso e io … ecco io non so come dirtelo”
“Figuriamoci se io so come capirlo…”
“Hai ragione è che è difficile. Ecco io, non ho mai cantato davvero”
Ebbi bisogno di un minuto comodo per rendermi conto delle possibili richieste che avrei ricevuto e decisi di eliminarle tutte e ascoltare che tanto nessuna sarebbe stata quella di farmi diventare Beyoncé.
“Ho avuto una voce che cantava per me per tutti questi anni, so solo ballare e recitare. Non so cantare. Nulla. Zero. Ma la ragazza che ha lavorato per me fino ad oggi …”
Mi grattai il naso per allentare la tensione ma stavolta non funzionò: “Che ha fatto?”
“deve operarsi alle corde vocali e forse perderà la voce”:
“Quindi non solo fino ad oggi nessuno ha saputo che ne avesse una, ora l’ha persa sul serio? Bella roba. Non immaginavo foste così avanti in Corea”.
Yang percepì il mio disagio e decise ti far tacere le ragazze per prendere lui la parola. Si mise a mani giunte e scrollò leggermente la testa, come se non ci stesse credendo neanche lui: “Thara, Dara vuole che tu le presti la voce. Ecco tutto. Vuole chiederti la voce”.
Sgranai gli occhi e capii all’improvviso l’ironia di Ji Yong e le parole di Taeyang. Non erano strani, loro sapevano esattamente cosa stesse per succedere. La cosa che però mi lasciò perplessa fu il fatto che sapessero già come avrei reagito e avevano trovato il modo di non farmi reagire così.
Inquietante.
“No ragazze. Mi dispiace, non posso. Scusate ora vado a finire il lavoro coi ragazzi”.
Vidi Dara cambiare letteralmente colore e diventare bianca quanto la parete. Mi resi conto del fatto che se non avesse trovato qualcuno disposto a fare le sue parti sarebbe scomparsa nel dimenticatoio e avrebbe dovuto anche trovare una scusa per farlo in fretta.
Yang si passò un fazzoletto di stoffa sulla fronte e Min aveva gli occhi fissi sul tavolo come se stesse cercando di vederci il futuro. Bom … era Bom.
“State bene?”
Si voltarono e mi guardarono per poi annuire in silenzio. “Ok, se ci sono problemi ne riparliamo. Ora, non me la sento. Buon lavoro a tutti,  presidente …” Un inchino, e mi chiusi la porta alle spalle.
Non avevo potuto continuare con la carriera di cantante per il mio passato, per la mia famiglia, perché sarei stata troppo esposta e nessun bodyguard sarebbe stato abbastanza per tenere a bada il quantitativo di gente che avevo alle calcagna. Mi pesava e mi faceva male dover rinunciare a quello che era davvero il mio sogno ma ero li, dall’altra parte del mondo a far crescere quello di qualcun altro. Stavo già facendo abbastanza, nella mia testa, stavo già combattendo i miei fantasmi con l’arma dell’indifferenza e la rivincita ma se avessi fatto una cosa del genere … era troppo per me. Sentivo di doverci riflettere bene.
Raggiunsi lo studio, i ragazzi erano dentro ma Taeyang era rimasto fuori ad aspettarmi.
“Jiyong è preoccupato. Che dobbiamo fare?”
“Non è niente Bae. Ho detto di no per ora. Lavoriamo sull’Europa per voi, non servono distrazioni. Ok?”
La guardò dalla testa ai piedi in cerca di un segnale che gli facesse capire se stesse mentendo o se fosse davvero tutto a posto. Non c’era stato il tempo di affezionarsi in due giorni, questo è certo, ma i ragazzi avevano un senso del business piuttosto spiccato e Thara aveva fatto colpo da quel punto di vista. Nessuno negava che fosse una bella ragazza, molto bella, con un viso che difficilmente potesse passare inosservato e un fisico scolpito dagli anni di balletto e allenamenti. Ma era stata la sua testa a lasciare subito il segno.
Lei sorrise, mise una mano sulla spalla di Taeyang e gli fece segno di entrare: “Oppa niente panico!”
Lui ricambiò il sorriso, felice che le cose potessero procedere senza intoppi, almeno quanto lo furono gli altri nel vederla quasi tranquilla e comunque a suo agio con loro nonostante la stranezza della proposta che sapevano le fosse stata appena fatta.
Mi studiarono per un po’, mentre parlavo e spiegavo loro cosa e come avremmo dovuto fare per raggiungere l’obiettivo sentivo la pressione di dover spiegare cosa fosse successo ma cercai di darmi il tempo di metabolizzare la situazione.
“Ragazzi lo so che state pensando. Non sono affatto sconvolta dalle dinamiche del business se è questo a preoccuparvi e so di avere solo 20 anni e che è già abbastanza strano per voi sia io a dirvi cosa fare, ma credetemi non sono queste cose a potermi toccare. È stato strano perché ho lasciato il canto per motivi specifici di cui non vi posso parlare. Non ora. E se decidessi di dare la mia voce a Dara sarebbe per me un passo importante. Sarebbe difficile farlo però. Non ho accettato perché non me la sento adesso e perché siete voi il motivo per cui sono qui, non cantare le canzoni di CL. Procediamo col lavoro, il resto lo vedrò col tempo”.
Dae era stato zitto per tutto il tempo, per l’intera giornata precedente quasi ma in quel momento sembrò svegliarsi e disse secco: “Non è colpa di nessuno se hanno investito su qualcuno che non sa cantare. Dara ha avuto la sua spinta, i nodi però vanno al pettine. Non sentirti responsabile di cose che vanno ben oltre il senso di famiglia che può unirci. Le vogliamo bene ma non meritava quel posto dal principio. Hyuna le ha prestato la voce fino a farsela togliere. Tu, fai ciò che senti sia giusto per te. Noi non avremo nulla da dire”
Jiyong annuì, con lui Seung Hyun e Ri. Taeyang era in silenzio, osservava tutti e non si esprimeva ma implicitamente aveva fatto capire a Thara che per lui niente più del gruppo potesse contare in quel momento e, lei, era chiaramente ciò che poteva far fare al gruppo il salto di qualità che cercavano da tempo sul mercato.
“Quello che vi consiglio di fare è decidere che tipo di target volete mantenere. In base alle statistiche degli ultimi due anni avete un ottimo pubblico seppur poco sviluppato. L’Europa è bombardata dagli americani e l’Italia ha un mercato piuttosto chiuso, ma c’è una buona nicchia di pubblico di età compresa tra i 13 e i 29 anni che potrebbe darvi una mano a svoltare anche li. Per quanto mi riguarda, vi sconsiglio di ipotizzare un tour. Non siete abituati a trattare con quegli enti e non sarebbero venues abbastanza grandi per tutta l’attrezzatura che vi portate dietro. Senza menzionare il fatto che finireste nei forum quando siete ormai troppo abituati agli stadi. Quello a cui punterei al posto vostro sarebbe più una sorta di “rispetto mediatico” ovvero: esistono questi artisti, sono massivi, sono bravi davvero ma non possiamo permetterceli perché siamo disorganizzati”. Facciamogliela pesare insomma. Gli eventi a cui però mi piacerebbe portarvi sono più legati a questo concetto che vi ho spiegato che eventi musicali. Avete delle mega occasioni qui per la musica e sono risonanti in tutto il mondo quindi ho pensato più a sfilate, copertine e conseguenti lanci di linee d’alta moda e Forbes. Forbes ovviamente vi esporrà molto come artisti ma voi, siete sicuramente molto di più. Cioè ve lo immaginate un europeo vestito e pettinato come voi? Avete una credibilità sproporzionata di fronte alle risate che mi farei se mi si presentassero i One Direction così. Mi piacciono i One Direction ma è diverso, capitemi, non mi viene di ridervi in faccia e questo quando mi conoscerete meglio vi sembrerà un evento di portata spaziale. Comunque, cazzate a parte, scusa Seung Hyun per la parolaccia non guardarmi così però che mi metti ansia, direi che ora potete dirmi cosa volete voi”.
Sbatterono le palpebre perplessi e si guardarono tra loro, sperai non fosse l’inglese il problema e mi ripromisi di nuovo di studiare bene il coreano.
Ri fu il primo a parlare: “Secondo me può funzionare”.
Annuirono, poi Ji Yong dovette dare il suo contributo con marchio, se no non saremmo stati felici: “Sei intelligente. Ammirevole. E tutti questi numeri dove li hai presi?”
“Dovrò pure averlo qualcosa meglio degli altri se hanno scelto me!” gli strizzai l’occhio e lui rise e quegli occhietti di lince si stinsero ancora di più. Adorabile, lo trovavo estremamente carismatico.
“Sei stata chiara dongsaeng, brava, fai quello che credi. Ci fidiamo, grazie per non aver riso dei nostri capelli!”
“Ecco, molto bene…” Mi squillò il telefono, Claire.
“Il tuo culo viene insieme a te o separato?”
Scoppiarono giustamente a ridere e io mi maledissi per aver lasciato il vivavoce: “Sei una deficiente, sto in vivavoce. Veniamo insieme. Non ti faccio toccare GDragon se continui così sappilo.”
“Non fare la sostenuta che se non fosse stato per le mie molestie saresti venuta sola, comunque ciao Ji Yong, se mi ascolti sappi che ti far…”
“Claireeeeee ti preeegoooo!!!”
“Ah giusto, gli altri 4. Ok, c’è l’after party all’NB41 dopo la sfilata. Non fare l’asociale, porta i tuoi amici, si balla, si beve e poi tutti a nanna che lo so che sei anziana non ti voglio avere sulla coscienza. Se però torni a casa con…”
“Sto ancora in vivavoce stai zitta. Ci vediamo dopo. Ah, ma lo sportello me lo apre l’autista o vengono le tue tette?”
“Str…”
“Ciaooo” Uno a uno, palla al centro.
“Quindi after che facciamo?”
Mi voltai con lo sguardo finto malizioso: “Intendi after after JiYong?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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