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Autore: ornellagiau    25/11/2019    1 recensioni
Raccolta di One-Shots principalmente Snape-centric e in Canon.
Esplora diversi momenti non raccontati della vita del professore di pozioni, partendo dai primi anni di insegnamento ad Hogwarts fino alla seconda guerra magica, seguendo a grandi linee la trama originale.
Personaggi principali sono per ora Severus, Lily, Dumbledore, i Malfoy e la mia OC Arline Donovan.
*** ATTENZIONE: i primi 4 capitoli erano stati pubblicati come storie a se stanti, li ho riuniti in una storia a capitoli per renderla più semplice da trovare***
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Seguito di Motivazione 1. Il cerchio si stringe.

MOTIVAZIONE 2

 

Gli uomini, la razza umana intendo, è davvero capace di cose incredibili. Dico, lasciamo perdere maghi o non maghi, dimentichiamoci un attimo delle nazionalità, delle religioni, pensiamo solo all'uomo come essere vivente, come essere pensante, che abita il pianeta Terra. Per quest'uomo niente può essere definito impossibile.

Proprio ora, adesso, mentre sto qui a prendermi l'aria fresca del Tamigi, ingegneri babbani e maghi si stanno spremendo le meningi per collegare Francia e Regno Unito sotto al mare della Manica. Un tunnel ferroviario, per maghi, non maghi, cani, gatti e topi. L'uomo se ne infischia di dei possibili problemi, in qualche modo si riuscirà a far stare in piedi le volte, e le creature magiche del sottosuolo si riuscirà a tenerle a bada per l'unione di due culture eccezionali...Noi maghi finalmente riuniti, niente più passaporte sovraffollate, voli gelati sopra lo stretto... Così dovrebbe essere il mondo, aperto, unito, senza paure.

 

Pensando a queste cose, Remus Lupin se ne stava appoggiato alla parapetto del Tower Bridge. Sirius l'avrebbe definito una mammoletta sognatrice, ma a lui piaceva questa sua nuova versione ottimista. La guerra era finita e il futuro si prospettava roseo e sereno, come l'alba che stava per sorgere. 

 

La guerra era finita. Era da quando aveva cominciato a ripetersi questa frase che lo spazio libero nella sua testa aveva preso a farsi più grande, le cose di cui riusciva ad occuparsi tra una luna e l'altra si erano duplicate e triplicate e ora, scusami tanto Sirius, aveva cose davvero importanti a cui pensare. L'Europa per esempio, i regolamenti internazionali per la licantropia, e, ah si, anche quella fiala di distillato nero che dalla sera prima gli pesava nella tasca. 

 

"Tieni, è l'ultima che mi è rimasta." gli aveva detto Arline, dall'altro capo del tavolo, porgendogliela "Mancano tre giorni alla prossima luna piena. Magari ti va di provarla, là in Franconia, dove abiti te."

 

Dopo aver attraversato il fuoco magico, Remus l'aveva seguita dentro allo University College. Avevano girato almeno dieci uffici di stimati professoroni di chimica, medicina, biologia... Tutti maghi in incognito ovviamente, ex-dipendenti ministeriali o ricercatori con doppio titolo. Lei riusciva ad affascinarli con il suo lavoro, gli lasciava un campione di Seda-lupo, non chiedeva di essere finanziata, nè se ci fossero posizioni aperte nel loro dipartimento. 

 

"Tutto sta nel fargli venire la voglia" gli aveva detto "Hai visto Erastos Danlos come gongolava. Vedrai che prima di domani mattina almeno uno di loro manderà un gufo di risposta."

 

Avevano mangiato assieme a Russel Square, lui le aveva raccontato della Francia e della comunità di mannari, lei a piccole gocce del suo lavoro al St.Mungo, dei colleghi sconosciuti e della collaborazione con Snape. Remus sentiva di volerle già bene, di voler passare ogni giorno fino alla prossima luna in sua compagnia. 

 

Dopo che lei se ne fu andata (a quanto pareva c'era "ancora una persona da incontrare per stasera") Remus rimase seduto al pub fino all'orario di chiusura, poi gironzolò per le strade mal illuminate, assieme a garzoni, gatti randagi e sonnambuli londinesi. Quando improvvisamente si trovò davanti al Tamigi prese la riva di sinistra e continuò fino al Tower Bridge, dove si trovava ora, con il sole ormai sorto sulla faccia. Strinse la fiala nera contro il palmo della mano. 

Fra tre giorni, sarebbe tornato da lei.

 

SS

 

Provava un certo piacere, una certa soddisfazione nello scivolare da un'ombra all'altra nei corridoi dello University College. 

 

Ad Hogwarts si era sentito strano, diciamo un attimino manipolato, aveva sbraitato "Io non c'entro nulla con questa porcheria! Rita Skeeter se lo deve essere inventata di sana pianta come suo solito e poi..." ma il preside lo aveva interrotto quasi subito.

 

"Guarda che lo so benissimo che non sei coinvolto Severus, non pensare sempre che la gente voglia accusarti di qualcosa." aveva parlato spedito "Non è di te che dobbiamo preoccuparci, ma di lei. Per Arline il momento è critico, forse l'ospedale avrà già ridotto i suoi fondi o peggio, l'avrà messa alla porta. Ho mandato qualcuno a cercarla ma..."

 

"Chi?"

 

"Non importa, una persona fidata, ma voglio che tu vada a parlare con i tuoi amici di allora, scopri qual è la loro posizione su questa faccenda e che intenzioni hanno."

 

"Perchè?"

 

"Il Ministero non passa le sue giornate ad affossare la carriera di giovani streghe promettenti. Ci deve essere un qualche interesse personale dietro quell'articolo, qualche secondo fine, e noi dobbiamo scoprire quale è al più presto possibile...Arline è una strega intelligente, non voglio vedere il suo talento sprecato nelle mani sbagliate." il suo sguardo era ruvido come un muro di mattoni, la sua voce risuonava categorica come una campana a morto "Comincia da Erastos, il trafficante di veleni, quello che si spaccia professore allo University College. Voglio proprio vedere come reagirà ad un'opportunità del genere."

 

"...Arline non andrebbe mai a trattare con gente del genere..."

 

"Lo dici tu questo. Ti ricordi l'ultima volta che ti sei trovato con le spalle al muro? Senza via d'uscita e senza nessuno che capisse la tua posizione?... Se non mi sbaglio è stato in una notte del genere che hai seguito Lucius Malfoy fin davanti alle ginocchia di Lord Voldemort." Il preside si era morso da solo le labbra, un secondo dopo aver pronunciato questa frecciata "Orsù, è deciso, Minerva coprirà le tue classi e ora vai, prima che sia troppo tardi."

 

E cosí era partito, un poco senza parole, con la scomoda sensazione di essere stato interpellato ormai a giochi fatti. 

 

Invece ora si sentiva calmo, controllato, e gli riusciva quasi facile attraversare quelle soglie senza farsi vedere, sorprendere Rufus von Mann, Erastos Danlos, Anton Konstrisky e spremergli la mente, per sapere tutto. In un certo senso non era diverso da ciò che faceva ogni giorno in classe, dentro le mura di Hogwarts, quando controllava una classe intera con un cenno del capo. Era un gioco, una sfida senza bisogno di bacchetta.  

 

Danlos, come predetto da Dumbledore, fu il primo a nominare Arline. A quanto pareva era stata da lui appena un'ora prima, assieme ad un tizio che lui non conosceva e che non aveva detto una parola. Severus non poteva credere che Arline fosse venuta a chiedere aiuto a gente del genere... Mentre invece da lui non si era fatta vedere per niente. Che conclusioni doveva trarne da tutto ciò? 

 

"É proprio interessante che tu me lo chieda Severus..." il greco parlava con un forte accento e faceva rollare le erre e le esse "Questo mi fa diventare la ragazzina ancora più interessante...Avresti dovuto vederla, è entrata qua dentro come una Morgana ti dico, una sicurezza tale, un'intraprendenza...forse la contatterò davvero domani prima dell'alba, potrei organizzare una mossa strategica sul mercato delle pozioni..." Severus rimase in silenzio "Tu...tu che ne pensi eh? É vero quello che dice il Profeta? Tu e lei, lei e te, già dai tempi di Tu-Sai-Chi...Ma no no, non può essere, doveva essere ancora una bambina...però chi lo sa... eh eh eh"

 

Severus attorcigliò le labbra in un ghigno acido. Rita Skeeter, quella cicala cotonata, aveva fatto davvero bene il suo lavoro. La neverending story della pozione segreta testata dai Mangiamorte continuava a fare presa sulla comunità magica dopo anni dalla fine della guerra. Come avesse fatto Arline a finirci in mezzo però, non riusciva a spiegarselo.

 

Prima di partire da Hogwarts aveva sibilato questo al preside "Dumbledore, la storia degli esperimenti durante la guerra... è la verità." gli anni da Mangiamorte servivano dopo tutto a qualcosa finalmente  "Rita Skeeter deve aver trovato qualche fonte tra i Mangiamorte, o forse qualche vittima. Ad ogni modo è vera, io li ho visti testare una pozione sui licantropi e nessuno sapeva da dove arrivasse."

 

Il vecchio aveva respirato piano.

 

"Lo so" silenzio "appunto per questo dobbiamo agire velocemente." silenzio "Mi fido di te Severus."



 

SS

 

 

La luce del soggiorno era accesa. La chiave nera scricchiolò giusto un attimo nella serratura d'acciaio, e poi la porta si aprì,  l'odore dolciastro del fumo la investí dritto in faccia. Arline storse il naso, come sempre.

 

L'uomo nel salone stava curvo sul tavolo da gioco, pipa spenta in bocca. Scriveva qualcosa su una pergamena, la fronte attaccata alla penna d'oca, per vederci almeno qualcosa senza occhiali. Non sembrava essersi minimamente accorto che qualcuno era entrato in casa sua. Continuava a respirare rumorosamente, facendo fischiare le narici, rigirava la lingua attorno al bocchino amaro e tracciava lettere sottili sul foglio bianco con mano rigida, ogni tanto tremava. Era un vecchio, un vecchio di mille anni che puzzava di tabacco e di capelli bianchi, debole e fragile. Almeno, così lo vedeva Arline. 

 

"Pa...?..." 

 

Mitja Donovan bofonchiò qualcosa tra i denti senza dar segno di averla notata.

 

"Pa, ohi..."

 

"Eh mmm chi é...Margaret?!..."

 

"Sono Arline pa! Mi vedi?" si irritava sempre quando la chiamava Margaret, sempre più spesso negli ultimi tempi.

 

"Eh..." lui tiró su la testa dalla pergamena, e Arline lo vide metterla a fuoco, gli occhi poco abituati a vedere la faccia di altre persone "Ah si, Arline... E ti sembra ora di rientrare questa? Aspetta quando si sveglierà tua madre....bel colpo le prenderà...E, che vuoi, che sei venuta a controllare se sono ancora vivo eh?" La sua voce beccheggiava tra il bisbiglio ed il tuono, un pó parlava con se stesso, un pó con la figlia davanti a lui. 

 

"Pa, sono venuta a prendere 2.000 Galeoni, mi serviranno nei prossimi mesi a Londra."

 

"Tzc...Soldi, e quando mai ti fai vedere per qualche altro motivo tu. Quando mai!" riuscí a rimanere zitta, dopo tutto era un vecchio, non sapeva quello che diceva "Ora che tua madre é malata pensi di essere diventata la padrona eh? Sono ancora io quello che comanda qui signorina hai capito!" silenzio e occhi bassi di nuovo, cercava senza successo di tirar su una boccata di fumo.

 

"Pa!" il vecchio la rimise a fuoco più velocemente stavolta "Pa mi servono dei soldi perché al laboratorio hanno tagliato i fondi." Arline cercava di parlare il più chiaro possibile, scandendo le parole, chiudendo dentro le sue cattive qualità, la rabbia, l'orgoglio... "Qualcuno ha fatto pubblicare delle bugie sul mio lavoro..." 

 

"Mmmmm"

 

"Comunque per i prossimi mesi 2.000 basteranno...te li renderó..."

 

"Si si... e che m'importa a me dei soldi...ecco, tieni" tiró fuori dalla tasca una chiave d'oro e gliela allungó oltre il tavolo. "Prendi i soldi e vai..." 

 

Stare a lungo dentro quella casa era come indossare una maglietta sudata e stretta. Le faceva schifo, la faceva star scomoda, si sentiva impotente, insicura, sola. Avrebbe fatto meglio a sbrigarsi e a prendere quei soldi, prima li recuperava, prima se ne andava da li dentro. 

 

Le monete le stipó strette nelle tasche magiche, e stava per andarsene mentre suo padre ridacchiava tra la tosse.

 

"Quelle Skeeter... deve aver detto proprio tutto, hihi" 

 

"Cosa?"

 

"Eh mmm chi c'é?!" 

 

"Pa, cosa hai detto?"

 

"Mmmm, ma guarda questa... Che ti sembra ora di rientrare questa? Aspetta, aspetta e vedrai...quando si sveglierà tua madre..." vaneggiava di nuovo, forse era stato un caso, fece per andarsene "Quella Skeeter ha scritto tutto eh? Bene, bene...Così imparano quegli ingrati del St. Mungo...cosí imparano a cacciarmi..." mentre parlava tossiva fumo e saliva. 

 

Arline gli si inginocchiò al fianco e gli afferrò le braccia deboli.

 

"Papà ma come...? Tu sai come ha fatto Rita Skeeter a sapere di questa storia?" cercava di farsi strada dentro i suoi occhi, ma la nebbia di fuori era uguale a quella di dentro e lei non riusciva a leggervi nulla.

 

"Certo che lo so." disse suo padre tirandosi fuori la pipa da bocca "Sono stato io a raccontargliela."

 

SS

 

Severus rimase a Londra fino al giorno seguente a collezionare informazioni. Chiedeva di lei, e molti gli confermavano di averla vista, proprio il giorno prima, mentre attraversava a quell'angolo sotto la pioggia, o mangiava patatine a quel tavolo li fino a tarda notte; nessuno peró sapeva dirgli dove trovarla proprio ora. Era come se la stesse inseguendo tra i vicoli della capitale, sempre due passi troppo indietro. Non era una bella sensazione. 

Neanche al St. Mungo gli seppero dire nulla di utile. La porta del laboratorio era aperta, per terra stavano buttati libri, calderoni, pergamene e piume d'oca. L'aria odorava di alcol e trementina. 

 

"Accio seda-lupo" bisbigliò al buio. Non successe niente. Meno male, almeno le pozioni le aveva portate via. Ma dove diavolo ti sei cacciata Slytherin testarda? Non ci avrai mica creduto a quella storia dei Mangiamorte?

 

Non gli restava che tornarsene al castello, riferire a Dumbledore quello che aveva sentito e aspettare che si facesse viva lei, dopo tutto, non era mica sua padre o roba del genere.

 

La polvere volante scivolava già tra le sue dita quando dalle scale sentì avvicinarsi qualcuno. Due passi all'ombra, dietro la colonna di pietra, bacchetta scura pronta alla mano. 

 

Erano due tacchi da donna, battevano pesanti sulle pietre del corridoio e il tessuto che frusciava sempre più vicino potevano essere dei pantaloni di canapa o qualcosa del genera. Fu un attimo, una figura scura attraversò la porta spalancata e bisbigliò "Lumos".

 

Bocca stretta, capelli spessi e aggrovigliati, mani rigide che frugavano sulla scrivania e tra gli ingredienti nella dispensa.

 

Arline! Avrebbe voluto chiamarla Severus, a voce alta e con un sorriso a bocca aperta. Ma per la prima volta dopo moltissimo tempo qualcos'altro dentro di lui prese il controllo delle sue azioni. Aspetta, guardala ancora un attimo. Osserva i suoi movimenti, analizza la sua postura. É strana, si muove tutta curva su se stessa, é come non l'avevi mai vista. Guarda! Ha trovato qualcosa li tra i barattoli, vai, ora, parlale ora.

 

"Svaligi il tuo stesso laboratorio Donovan?" Come un animale impaurito, la ragazza si voltó di scatto, bacchetta alta sopra la testa.

 

"Stupefy!" 

 

"Protego!" 

 

Quella specie di pilota automatico che aveva dentro aveva reagito per conto proprio, velocemente, prima che il resto della sua mente potesse realizzare di essere sotto attacco. Si era smaterializzato tra lei e la porta, l'aveva afferrata per il braccio e spinta contro il muro. Lo schiantesimo aveva fatto saltare in aria mezzo laboratorio. 

 

"Snape!" ringhiò lei, la voce secca, come se avesse passato giorni ad urlare a squarcia gola.

 

"Sono giorni che ti cerco mi spieghi dove ti eri cacciata?" le sussurrò a bassa voce tenendola stretta. Sapeva si starle facendo male. "Ti credi una furba ad andare in giro in incognito vero? Credi di essere diventata un'eroina romantica? Cosa ti è venuto in mente di andare a cercare aiuto allo University College? Eh?" La costrinse a voltarsi e a stargli di fronte, ma stavolta lei fu più pronta di lui e Severus si sentí una punta spessa e scheggiata tra la spalla e la clavicola.

 

"Lasciami viscido serpente o di faccio saltare la gola" strano, non l'aveva mai sentita parlare così, doveva essere sotto shock...

 

Finalmente, la sua parte umana, non quella gestita dal pilota automatico, riprese il controllo. Le tolse il peso del suo corpo da sopra il petto e fece qualche passo indietro. Libera, lei tornò a muoversi furtiva come un animale, indietreggiando verso la porta, una scatoletta di metallo stretta in mano. La luce della sua bacchetta lo abbagliava.

 

"È Dumbledore che mi manda... È preoccupato per te...Perché non sei venuta ad Hogwarts?! Lo sai che lui ti avrebbe aiutata." Arline continuava a guadagnare la porta "Perchè non sei venuta da me?"

 

"Ach, Sevvy, Sevvy, sempre appresso alle ragazzette che non lo vogliono eh?"

 

"...Cosa?"

 

"Non cambi mai eh? Aveva ragione Rita Skeeter, perde il pelo ma non il vizio! E ora scusami tanto sai, ma ho da fare cose più importanti che stare qui a chiacchierare con te! Saluti al vecchio, digli che mi manca! Ahahah"

 

Arline in qualche modo gli aveva camminato attorno mentre parlava, e ora si trovava già praticamente con le scarpe nel corridoio. Ci mise un secondo a sparire su per le scale, mentre Severus era ancora impegnato a metabolizzare la frecciata di un attimo prima.

 

SS

 

Dumbledore lo mandò a chiamare mentre che era nel bel mezzo di un'esercitazione serale con i Tassorosso. 

 

"Continuate." disse in un tono che non ammetteva repliche "Mi aspetto sedici fiale tappate ed etichettate sulla mia scrivania per quando sarò di ritorno."

 

Erano passati due giorni. 48 ore di rimuginamenti, passeggiate avanti e indietro, occhiatacce e punizioni. Risultare intrattabile era l'unico modo che gli era rimasto per scaricare la tensione. Riusciva a respirare, quando umiliava uno studente, quando alzava la voce e li vedeva saltare sulle sedie, in quei momenti i nervi gli si rilassavano tutti assieme e una scossa lunga gli scendeva sul collo. Di lei neanche l'ombra per ora. 

 

Non si era fatta vedere né a Hogwarts, ne a St. Mungo, ne da nessuno dei doppiogiochisti che lo tenevano informato. Più ci pensava, piú il suo comportamento dell'altra sera gli sembrava assurdo, completamente senza senso e stupido. Perché l'aveva lasciata andare via? Perché non l'aveva semplicemente pietrificata e portata di peso da Dumbledore? Stava tramando qualcosa. Era una donna grande per merlino! Era intelligente e a volte più svelta anche di lui, non esisteva che avesse perso la testa per un poco di stampa scandalistica...

 

"Eccoti qua, stronzo traditore" 

 

Vetri. Centinaia di vetri frantumati nella sua testa. 

 

"Non te l'aspettavi vero? Credevi che te l'avrei fatta passare liscia. Dimmi cosa pensavi sarebbe successo appena Konstrisky e Danlos fossero venuti a sapere che la ragazzina appena uscita dal loro ufficio non solo era calunniata dal Profeta, non solo era messa alla porta dal Ministero ma era pure pedinata dallo stesso ex Mangiamorte coinvolto nella faccenda? Credevi se ne sarebbero stati buoni dopo le tue minacce? Che hai? Hai perso la lingua?"

 

Davanti a lui, vestita di nero come un gatto, stava Arline Donovan appoggiata alla parete. Era uguale a come l'aveva vista due sere prima, viso squadrato e sopracciglia strettissime, stessa bocca pallida, stessi capelli neri attorcigliati sulla nuca, ma allo stesso tempo era diversissima, di nuovo normale, con quel suo modo di far ondeggiare il collo mentre parlava, gli occhi fissi dentro i suoi, arrabbiati come il mare del Cornwall. 

 

"Sembra Severus, che ci siano stati degli avvenimenti sospetti allo University College i giorni scorsi. Alcuni dei maghi sotto copertura hanno denunciato di aver ricevuto minacce da parte di qualcuno a volto coperto nella notte seguente al tuo ritorno ad Hogwarts... Il Ministero ha aperto un'inchiesta..."   

 

"Quale è il tuo problema Snape eh? Che ti ho fatto di così grave da volermi vedere addirittura ad Azkaban?!"

 

"...Sembra, permettimi Arline, sembra che Erastos Danlos e Anton Konstrisky vogliano mettere le mani sulla formula originale della Seda-lupo. Per far questo hanno organizzato un ultimatum secondo cui o Arline fornisce loro la formula, dico bene Arline, o l'ignoto dietro al quelle minacce potrebbe diventare improvvisamente noto in una testimonianza al Ministero."

 

"E adesso dimmi, perchè sei così stronzo eh?" 

 

La mente gelata del preside si infiltrava a forza nella sua: Stai al gioco. Lascia che ci dica lei stessa come sono andate le cose.

 

"Tu credi che sia stato io a rivoltarti contro quei topi di fogna?"

 

"No, io so che sei stato tu a minacciarli mascherato da Mangiamorte, con la voce grossa da sadico che ti viene tanto bene. So che per qualche motivo tu non vuoi che io continui a lavorare alla Seda-Lupo, forse sei geloso o forse vuoi davvero rubarmi la formula per qualche tuo intrigo di magia oscura ... E' come quella volta delle uova di squalo... Ma io voglio sapere solamente una cosa, sei veramente stato così stupido da pensare che quei due non sarebbero corsi al Ministero a rigirare la frittata a loro favore? Imbecille, paranoico..."

 

Severus non riusciva a raccapezzarcisi. Arline lo insultava, Dumbledore faceva gocciolare informazioni, tutta quella vicenda si stava attorcigliando su se stessa in un groviglio senza vie di uscita.

 

"...invidioso, traditore... Ah e so anche che sei stato tu a far saltare in aria il mio laboratorio l'altra sera, fanculo anche per quello!"

 

"Io avrei fatto saltare in aria il tuo laboratorio?"

 

"Si tu smart ass, i ragazzi a fratture magiche ti hanno visto mentre ci sgattaiolavi dentro al buio l'altra notte..."

 

"Arline come ti dicevo prima, Severus ha fatto ritorno ad Hogwarts subito dopo averti cercata a Londra e poi è sempre rimasto qui, quindi non credo, a meno che la mia conoscenza di ciò che accade nel castello sia pericolosamente diminuita, che lui sia coinvolto con le minacce allo University College..." Arline sobbalzo a sentir parlare il preside nuovamente, come se si fosse dimenticata della sua presenza. "Ora, io sono molto felice che tu sia venuta ad Hogwarts per risolvere questa faccenda, il ricatto di Danlos è solo la fine di una serie di avvenimenti strani. Dobbiamo assolutamente capire chi e come mai stia cercando di sabotare la tua ricerca..."

 

"No! Non c'è nessun gran disegno, nessun piano architettato a tavolino! Solo gente imbecille che come al solito mi mette i bastoni tra le ruote!" Arline ora urlava e sbatteva i pugni sui libri alle sue spalle, a Severus sembrò che stesse per piangere.

 

Dumbledore non fece una piega e continuò.

 

"Qualcuno che possa trarre vantaggio dal mettere le mani sulla formula originale della Seda-lupo, e al tempo stesso possa tenerti sotto controllo per continuare a svilupparla..."

 

Arline restò zitta per un pò a guardarsi attorno. 

 

"Non è niente di tutto questo" disse alla fine "Chi ha parlato con Rita Skeeter l'ha fatto per motivi suoi personali, senza pensare a cosa sarebbe accaduto alla mia ricerca"

 

"Hai forse un'idea di chi possa essere stato allora?" 

 

"Lo so chi è stato" sussurro lei. 

 

"E' importante capire il perchè delle cose... Ci si vedrà più chiaramente se si inizia dal perché." ecco che Dumbledore faceva sfoggio della sua arma più efficace, la manipolazione psicologica. Evidentemente sapeva qualcosa e voleva spingere Arline a nominarla lei stessa. 

 

A questo punto Severus era completamente confuso. Cercava di mettere insieme i pezzi: Rita Skeeter e il suo articolo di cui non si sapeva la fonte originale, i contrabbandieri dello University College che erano stati minacciati da chissà chi e ora ricattavano loro stessi Arline per non denunciarla, Arline che fingeva di non ricordarsi del loro incontro a Londra e Dumbledore, che come al solito sembrava essere il tessitore dei giochi.

 

"Quando è stata l'ultima volta che hai visto Greyback?" chiese a bassa voce Albus Dumbledore. 

 

Fu come una fucilata. La ragazzina giovane che stava appoggiata alla parete si rimpicciolì nelle spalle, si guardò intorno come un gatto impaurito e respirò a fondo.

 

"Mi volete fregare, tutti e due eh?" disse quasi tremando "Prima mi distruggete la vita e poi volete pure incolparmi di cose più grandi di me...tipico..." qualcosa nella sua testa le disse di tirare fuori la bacchetta "Non è stato Greyback a dire nulla alla Skeeter Dumbledore, come avrebbe potuto eh? Siete tutti e due dei fuori di testa se pensate che io c'entri qualcosa con quel mannaro, ma non lo sapete, che è stato lui a contagiare mia sorella?! E' stato mio padre a parlare. Si mio padre. Ahaha. Perchè? Perchè è un vecchio demente e cattivo ecco perché. Lo so perchè me lo ha detto lui stesso, l'altra notte mentre questo deficente mi faceva saltare in aria il laboratorio..."

 

Ok, raccontale cosa è successo ora.

 

"Guarda che hai una bella faccia a venire qui e raccontare balle! Sei tu che hai attaccato me mentre rubavi chissà cosa da tuo stesso ufficio!" obbedì Severus "Si signorina, puoi venire qui e insultarmi quanto vuoi ma non raccontare cose che non sono mai successe come questa storia del laboratorio. A non ti ricordi? Beh allora forse dovresti stare attenta che nessuno ti stia controllando con un Imperius, perchè io mi ricordo benissimo la tua faccia da cane spaventato mentre trafficavi tra gli ingredienti della dispensa cercando chissà che cosa."

 

"Ahahah, certo che ne inventi di storie" ora Arline gli stava puntando la bacchetta addosso, ma Severus non se ne preoccupava, avrebbe visto la magia salirle agli occhi in tempo se avesse voluto attaccarlo "Io avrei rubato qualcosa da mio ufficio? Ma come, ma quando soprattutto..." poi successe qualcosa dentro la sua testa, e gli occhi persero la messa a fuoco. 

 

"Ah, vedi che te ne ricordi allora? Stavi lì con la tua scatoletta di latta a fare la spavalda... che cosa stavi cercando poi? eh?"

 

"Avevo in mano una scatola di latta?"

 

"Si...ma perchè?"

 

"Una scatola grigia con il coperchio dipinto?"

 

"Mah...Si e allora?.."

 

Le cadde la bacchetta dalle mani, si sedette sugli scalini della biblioteca, i capelli davanti agli occhi.

 

Severus guardò Dumbledore, i suoi occhi erano un muro, fece un passo verso di lei senza sapere neanche perché e mentre stava per riapostrofarla con qualche frase affilata lei saltò in piedi spingendolo via con entrambe le mani e ci mancò poco che non lo prendesse a schiaffi li sul momento.

 

"Idiota, l'hai lasciato andare! Imbecille, cretino!" lo insultava e stavolta piangeva davvero, come una pazza. Severus si ritrovò a pensare ma questa è completamente fuori di testa, ma chi me lo fa fare a darle retta... "aprite la metropolvere, subito! Dumbledore il camino!" 

 

"Calmati Arline, cosa è successo dunque al laboratorio? Che cosa hanno preso?" 

 

"No io non mi calmo, ha rubato i sigilli! Ha preso i sigilli del reparto! Accio scopa! Bombarda!" Le finestre della torre andarono in frantumi, dal cortile salì un vento stretto e gelato che le fece volare su il mantello mentre saltava dalla torre e afferrava al volo la scopa da Quidditch appellata dall'incantesimo. 

 

Ne Dumbledore ne Severus avevano fatto nulla per fermarla. Dumbledore non si era neppure alzato, stava fermo alla scrivania con le mani incrociate sotto il mento. 


 
   
 
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