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Autore: Sia_    28/11/2019    5 recensioni
"Fred e George ci hanno offerto di provare il loro nuovo prodotto una mezz’oretta fa e abbiamo accettato tutti, però ci sembrava brutto lasciarti fuori dai giochi." dice Harry, confondendo le sue parole in un rumoroso sbadiglio.
"E cosa farebbe esattamente questa caramella?"
"Non lo sappiamo." si affretta a dire Ginny, innocentemente.
"Mi state dicendo che voi tre, coscientemente, avete ingerito un loro prodotto senza controllare cosa fosse o cosa facesse?" chiede a questo, tremendamente preoccupata, "Voi siete pazzi."
"Hermione, siamo grati del fatto che ritieni le nostre invenzioni prive di pericolo." commenta ironicamente George, passandosi una mano tra i capelli.
"Ma per provare che è tutto completamente sicuro… " Fred apre la bocca, facendo cadere velocemente una caramella in bocca e, tanto velocemente, la manda giù verso lo stomaco, "Abbiamo deciso di prenderla anche noi."
La sicurezza dei movimenti di Fred la stupisce e una piccola vocina nella parte più recondita del suo cervello comincia a dirle che forse, ma solamente forse, non è una cosa così… pericolosa.
La vista di Fred viene oscurata dalla mano di George, che le offre la stessa caramella di prima con un sorriso a trentadue denti, "Cosa ne dici allora?"
Oh, al diavolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Oh, al diavolo - Capitolo quattro
 


"Ron, mi ascolti?" Hermione gli passa una mano davanti al volto, cercando di attirare la sua attenzione. Il trio è seduto in un angolo della Sala Comune: la giovane strega si è appropriata dell'unica poltrona libera, mentre gli altri due hanno gentilmente deciso di sedersi sul tappetto rossastro, appoggiando le loro pergamene al tavolino. Per quanto stiano provando a studiare, il più piccolo dei Weasley ha la mente completamente altrove e non riesce a metabolizzare la domanda dell'amica: ancora una volta è circondato da Lavanda. Lo sa, sa che quella che gli sta passando una mano davanti agli occhi è Hermione, ne è sicuro, ma non vede altro che la ragazza bionda di cui è innamorato. Annuisce con fatica, sbattendo le palpebre, cercando di concentrarsi sul compito di Trasfigurazione che ha davanti. 

"Mi avevi detto che avevi studiato questo pomeriggio, invece devi ancora finire il tema." lo rimprovera l’amica, lanciando un’occhiataccia nella direzione del Prescelto che si è messo a ridere, "Sei nella stessa posizione, Harry." lo sanno tutti e due, Hermione è in grado di rompere il divertimento in pochi secondi se c’è la necessità di studiare e, a dirla tutta, considerando che è quasi l’ora di andare a letto, sanno che non è una necessità, ma un obbligo. Quando entrambi si rimettono al lavoro, Hermione riapre il libro con un sorriso sollevato: ancora una volta li avrebbe salvati dalla furia omicida della McGranitt. 

La bacchetta le gira l’ennesima pagina di Storia della Magia, mentre si lascia scappare uno sbadiglio: quella giornata è stata una delle più stancati dall’inizio dell’anno; non per la scuola, non per l’esercito di Silente, ma solo per il pensiero continuo di aver fatto qualcosa di illegale che l’avrebbe potuta uccidere o, peggio, espellere. Prendere un prodotto firmato gemelli Weasley, senza la minima idea di quali fossero le conseguenze, l'ha fatta diventare pazza. Ma, nonostante l’imprudenza, non ha ancora sviluppato alcun sintomo. 

Si mordicchia il labbro, decisamente contrariata. Non è mai successo che Fred… e George abbiano inventato qualcosa di completamente inutile. Pericoloso certamente, ma non funzionante è difficile. Sono sempre stati bravi con gli incantesimi e con le pozioni, bisogna dargliene il credito: sanno tante di quelle formule che persino Hermione è sempre stata un po’ gelosa. Scuote la testa, cercando di focalizzarsi sul paragrafo del libro, che ancora una volta sembra aver cominciato a danzare davanti a lei. Si convince nuovamente di essere stanca, "È un problema se vi lascio finire da soli?" chiede quindi ai suoi due amici, chini sui loro compiti. Harry nega, sorridendole di sbieco, cercando di trovare per l’ennesima volta il segno sulla pagina. 

"Non ti preoccupare, buonanotte Lavanda." dice Ron, sbadigliando. 

Hermione appoggia i piedi a terra, avvicinandosi all'amico seduto a terra, nella speranza di incontrare il suo sguardo, "Come scusa?" curiosa, è a pochi centimetri dal suo volto quando finalmente si ferma, i capelli le ricadono sulle spalle, toccano le sue mani. Fissa gli occhi dell'amico con sospetto, sicura che stia nascondendo un mondo intero, intenta a volerlo scoprire: perché anche Ron ha preso quella caramella e ha bisogno di sapere se gli è successo qualcosa.

Il più piccolo dei Weasley comincia ad arrossire, complice anche quella poca distanza, "Sono stanco." si affretta a dire, cercando di non sembrare ancora più goffo. Le sue orecchie sono diventate del colore degli stendardi di Grifondoro e si sbriga ad allontanarsi di qualche centimetro, appoggiando la schiena al divano dietro di lui, costringendo una ragazza del sesto anno a spostarsi con un sonoro sospiro. Ha paura di essersi zappato i piedi da solo e di dover ormai confessare quei sentimenti che sono così nuovi anche per lui, quegli effetti che sono così imbarazzanti. 

"Siamo tutti stanchi, è piuttosto tardi." costata Harry, correndo in suo aiuto. 

"Per questo vi suggerisco di finire in fretta il vostro compito e ad andare a letto." conclude Hermione, scompigliando i capelli del Prescelto, "Buonanotte, ragazzi." sale le scale con un certo peso sul cuore, sicura di non aver scoperto tanto quanto avrebbe voluto, ma non è il caso di torturare i propri amici per un suo problema. Sorride al ricordo del volto arrosato del Weasley: tutto ad un tratto si rende conto di quanto simile sia a Fred, anche se il gemello è più delineato, adulto. Scuote la miriade di ricci, chiudendosi la porta della camera alla spalle. 

Quando la figura dell’amica sparisce nel dormitorio femminile e Harry pensa che sia passato abbastanza tempo, si gira verso Ron, sorridendo in modo malandrino, "Lavanda?" ha notato ovviamente che qualcosa è cambiato nel Weasley, dall'anno prima precisamente, ma non ha mai avuto il tempo o la voglia di tirare fuori l'argomento. L’altro alza gli occhi al cielo, finendo per sorridere anche lui. Presto entrambi si dimenticano dei compiti che devono consegnare il giorno seguente, rimanendo a chiacchierare fino a notte tarda. 

Ron racconta di come si è innamorato di Lavanda, di come sia bella ogni giorno, di cosa quella caramella gli abbia procurato. Harry, più insicuro sul rivelare i suoi segreti amorosi, gli racconta di come sia felice della creazione dell’esercito di Silente, ma anche di come sia preoccupato e stanco. Concordano entrambi sull’ultima parola, alzandosi da terra e proseguendo velocemente verso la camera da letto, chi speranzoso di alzarsi per poter vedere Lavanda negli occhi ancora una volta, chi invece triste, perché poter osservare il viso di Ginny è solo un sogno. 

 

 

Ginny comincia francamente a pensare che le caramelle datele dai gemelli siano state create attraverso delle fatture, più che dalla solita buffa magia. É innamorata di Harry, starebbe con lui tutto il giorno, ma ascoltare i suoi pensieri in continuazione sta cominciando a farla diventare pazza. Non che sia non sia divertente Harry Potter nella mente, considerando i suoi cinici commenti sulla pettinatura di Lavanda Brown o i paragoni evidenti tra Hermione e la professoressa McGranitt: ad averla portata al lastrico è stata la passione del Prescelto per i motivetti. All’inizio è stato piacevole, favoloso: era come se Harry fosse sempre lì, come se stesse canticchiando nel suo orecchio, giocando con i suoi capelli rossastri. Ma lui fisicamente non c’era e il suo fischiettare le rendeva impossibile seguire ogni tipo di lezione. 

Frustata, Ginny si alza dalla sua poltrona in Sala Comune e si avvicina ai gemelli inferocita, "Dovete fare qualcosa." dice categorica, serrando i pugni, "Non vuole andarsene." 

"Ginevra cara… "

"Ti piacerebbe essere un goccio più specifica?" George e Fred sono sempre stati al corrente della poca pazienza della sorella, che quando si arrabbia o è scocciata comincia a parlare a vanvera, senza riuscire a dire proprio niente. 

"Sento continuamente i pensieri di Harry, però è snervante avere due voci nella testa." cerca di rimanere calma, incrociando le braccia al petto. 

"Penso di comprenderti." commenta tragico Fred, indicando con gli occhi la figura del gemello che sorride maliziosamente. 

"Si ma è colpa vostra." sottolinea, sedendosi davanti ai due, "Voi dovete farlo smettere."

"Potreste stordire Harry, ma sarebbe una soluzione piuttosto drastica." Lee si intromette nella conversazione, chiudendo la rivista che sta leggendo. 

Ginny alza un sopracciglio, confusa, "Come prego?" si mette a chiedere con il tono di voce che raggiunge il canto degli uccellini fuori dalla sua finestra, Jordan si affretta a nascondere il viso dietro le pagine, mentre i gemelli cominciano a pensare ad una manovra difensiva. 

"Quello che il nostro carissimo amico sta cercando di dirti è che né io, né il mio compagno di avventure qua a fianco, siamo in grado di fare qualcosa." dice tranquillamente George, scrollando le spalle: la guarda attentamente, gli avrebbe uccisi a breve? Tutto sommato, hanno vissuto una bella vita in quei pochi anni, se la meritano quasi una pausa da tutto quel caos giornaliero. 

"Come prego?" Ginny ripete la domanda, senza muovere un muscolo. 

"Quando vi abbiamo dato quelle caramelle e vi abbiamo detto di prenderle senza saperne gli effetti, nemmeno noi eravamo completamente sicuri di che cosa facessero." confessa infine Fred, venendo in soccorso del gemello. Sul volto si apre un sorriso speranzoso, con un braccio le accarezza la spalla destra, come per convincerla che tutto sta andando bene. 

"Come prego?"

"Avete rotto vostra sorella, complimenti." Lee fa un breve applauso, concluso velocemente a causa dell’occhiata degli altri due. 

"Però ecco, diciamo che è utile sapere che tipo di effetti hai avuto: nessuno aveva ancora sentito la voce di qualcun altro nella mente prima d’ora." George cerca di tranquillizzarla, forse inutilmente. Eppure le accarezza i capelli come faceva quando la piccola di casa entrava in camera loro con gli occhi ripiene di lacrime per un incubo. 

Ginny sbatte le palpebre un paio di volte, "Quindi voi davvero non avete idea di come farlo tacere." conclude, davvero calmata dal contatto fisico con i due gemelli. 

"Puoi sempre considerare l’offerta di Lee, magari mettere K.O. Harry per qualche ora ti darà sollievo."

"Non è divertente." sibila Ginny, "Però anche voi avete preso quelle caramelle, che cosa… Insomma che sentite?"

Nessuno dei gemelli apre bocca, non ci provano nemmeno a far uscire qualche suono e a salvarli è Lee, che si immola per i due senza apparente motivo, "Ti basti sapere che una di quelle cose mi ha fatto cantare in Sala Grande per cinque minuti."

"Ottima esecuzione, tra l’altro." commenta Fred, facendogli l’occhiolino. 

"George? Fred?" Ginny sorride a Lee, per poi tornare a focalizzarsi sui fratelli, che sembrano sempre più restii ad aprire bocca sull’argomento: è normale, lo sa che non sono mai stati inclini a raccontarle certe cose, perché lei è la più piccola, la più innocente.

"Sono cose private." conclude alla fine George, sorridendo alla sorella, prima di alzarsi in piedi velocemente, "Ora che mi ricordo, non avevamo quella cosa da fare, Fred?" gli chiede, lanciandogli un segnale inequivocabile, correndo velocemente verso il ritratto per uscire dalla Sala Comune.

"Non la passerete liscia, prima o poi me lo dovrete dire." si infuria Ginny, proprio quando nella sua mente la voce di Harry riprende a canticchiare. Oh, per le pantofole di Merlino

 

 

I gemelli sono scappati dalla Sala Comune alla velocità della luce: evidentemente nessuno dei due è ancora pronto ad ammettere i propri sintomi. Non ad alta voce, non davanti a Ginny, non davanti a Lee. Scappare da quella conversazione tuttavia permette ad entrambi di dedicarsi al loro hobby preferito: con fare del tutto innocente, salutando con un cenno della mano Gazza, si dirigono verso il loro piccolo magazzino. Ci sono ancora tante cose da fare, da mettere a posto, tante cose a cui pensare. E quelle caramelle di certo sono una delle priorità.  

"Quindi?" George si sporge verso il gemello con curiosità. 

Fred continua a girare la pozione che ha davanti con poca enfasi, stregando poi il mestolo alla disperata ricerca di una pausa, "Quindi cosa?" 

"Ron vede spuntare Lavanda da ogni parte, Ginny ha la testa piena di Harry Potter. Non è che sia una cosa straordinaria, anche prima lo era. Solo che adesso è più piena di Harry Potter, è tipo Harry… " 

"Ho afferrato il concetto, grazie." taglia le parole del gemello, sicuro di non voler affrontare il discorso Ginny e comunità maschile. Fred è sempre cresciuto con l'idea di lasciare tutti liberi di amare e di fare quello che vogliono, ma l'idea che il cuore della sua sorellina batta per qualcuno che non è uno dei fratelli lo rattrista, ne è incredibilmente geloso. 

"Quindi, perché?" George condivide gli stessi pensieri, anche lui sembra aver perso una parte di sé stesso, ma lo rincuora il fatto che sia Harry il fortunato.

Fred si massaggia il muscolo del braccio, completamente perso, "Ti rendi conto che è davvero poco su cui lavorare?"

"Beh, tu che senti?" gli chiede, palesemente interessato.

"Non ne sono molto sicuro, a volte mi sembra di sentire tipo… beh, di sicuro so quando lei mi sta pensando." lo sguardo di Fred si perde nel calderone davanti, nel palese tentativo di nascondere il suo imbarazzo, "Tu?" 

"Io non sento nulla." dice tranquillamente George, sorridendo, "Ho cercato di testare questa caramella, basandomi sugli effetti riscontrati da Ron o Lee, ma sembra che io non abbia conseguenze: se sto a fianco ad Angelina non mi capita niente e se le sto lontano, neppure."

Fred lo guarda confuso, riprendendo in mano la ricetta delle caramelle, o per lo meno quello che loro credono sia la ricetta delle caramelle.

Cercare di ricordare la notte in cui il loro ultimo prodotto ha preso vita, è davvero una bella sfida: l’immagine nelle loro menti è sfumata, anche se è chiaro che in qualche momento sia lui, che George e Lee abbiano raggiunto il magazzino, è evidente che si siano messi a ridere di gusto ed è inequivocabile che Jordan ad un certo punto abbia perso l’equilibrio, inciampando contro la scatola delle Merendine Marinare, appoggiandosi al tavolo nel disperato tentativo di non cadere, facendo invece rovesciare le pozioni già pronte nel calderone acceso. Ma quali pozioni fossero e in quale quantità è un mistero: molte delle provette si sono rotte al suolo, le restanti sono scomparse dentro il liquido bollente. 

A quel punto Lee e i gemelli si sono guardati, constatando quanto fosse difficile distinguere i volti degli altri con tutto il fumo che ha riempito la stanza, ma prima di potersene occupare, la loro attenzione viene catturata dal liquido nel calderone, che è diventato improvvisamente denso e ha cominciato a muoversi. Strano, quello è il pensiero passato nella mente di Fred. Un pensiero rilassato, dovuto certamente alle sue condizioni fisiche e mentali. Presto però si è reso conto della situazione, alzando la sua bacchetta, cercando nella memoria un possibile incantesimo per fermare quella cosa vivente. 

La stessa cosa, con la stesso tempo di reazione, è scattata nella mente di George e Lee: tutti e tre hanno cominciato a lanciare incantesimi sulla pozione, non più pozione, che nel calderone ha semplicemente preso vita. Quando si sono sentiti soddisfatti, hanno osservato quella creatura, quella povera anima, constatando che no, non era più viva e no, non era più una cosa sola. Decine e decine di caramelle giacevano inanimate nel calderone, brillando tutte dello stesso colore. 

Fred scuote il capo,  sospirano in simultaneo con il gemello, proprio quando Lee fa capolino nella loro stanza segreta, "Ho cantato ancora appena ho visto Katie, almeno fino a quando Hermione non ha cominciato a lanciarmi fatture per farmi stare zitto." dice, rabbrividendo al ricordo, "Minavo al suo studio."

 


 

Sono tornata! 
Dopo una lunga pausa finalmente riesco ad aggiornare questa storia, mi dispiace per l'attesa. Ho tante cose a cui pensare e di cui mi sto occupando: spero di tornare per il periodo natalizio!
Per adesso vi ringrazio, sopratutto perché vedo che la storia sta piacendo e io sono decisamente contenta. 
Al prossimo aggiornamento, 
Sia ❤

   
 
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