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Autore: Lady Brandon    29/11/2019    1 recensioni
L'ideale seguito della mia precedente ff "A second life", ambientata nel futuro ma con un occhio al passato, con una new generation che suo malgrado imparerà a guardare oltre i ruoli e comprendere l'animo umano.
La storia potrebbe non seguire fedelmente la narrazione dei libri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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2020

 


Quando Hermione aprì gli occhi un po' di luce filtrava appena dalle spesse tende damascate, si mise a sedere sul letto liberandosi della coperta che la avvolgeva, aveva addosso i vestiti del giorno prima completamente sgualciti, avrebbe potuto rapidamente sistemarsi con la magia ma optò per una doccia calda; con Severus avevano parlato fino a tardi sdraiati l'una accanto all'altro prima che lei crollasse con le mani ancora strette a quelle di lui, finalmente più tranquilla.
Una volta pronta lo raggiunse in ufficio trovandolo già chino sui libri che stavano esaminando la sera prima: "Buongiorno" gli disse con un sorriso.
"Buongiorno" rispose lui e con un gesto della mano fece apparire una tazza fumante.
Hermione lo raggiunse estasiata dal profumo che sentiva: "Cappuccino! Io ti adoro" e gli schioccò un bacio sulla guancia.
"Molto chiaro, con tanta schiuma e una spruzzata di cacao" puntualizzò il mago alzando gli occhi dal libro per guardarla mentre sorseggiava dalla tazza imbrattandosi il labbro superiore di schiuma, le sorrise, quello era un niente ma il solo fatto di averla resa minimamente felice per pochi secondi gli riempiva il cuore.
"Trovato qualcosa di utile?" gli chiese dopo aver finito di bere.
Severus si passò una mano sugli occhi: "Forse ma è tutto piuttosto confuso e non ci crederai ma di questo tipo di incantesimi non ho mai sentito parlare".
Hermione stava per rispondere quando la porta si aprì e Jordan entrò quasi correndo seguito da Priscilla.
"Amore mio come stai?" chiese Hermione ricambiando l'abbraccio del figlio.
"Bene, sono contento che avete fatto pace" disse sorridente il ragazzino guardando prima lei e poi il padre che per tutta risposta sollevò il sopracciglio tentando di sembrare scocciato ma Jordan si avvicinò per nulla impressionato iniziando a toccare i libri sparsi sulla scrivania.
"Avete scoperto qualcosa di utile?" chiese Priscilla avvicinandosi a sua volta posando le mani sulle spalle di Jordan, il gesto confidenziale non sfuggì ad Hermione e contribuì ad aumentare la sua curiosità nei riguardi della collega.
"Si forse, lo stavo dicendo proprio ora ad Hermione, ma sono incantesimi di cui non ho mai sentito parlare, le traduzioni in caso di attuazione vanno assolutamente riviste e poi non so se possiamo praticarli, qui si parla di maghi di luce e francamente..."
"Come la dama bianca" lo interruppe Jordan.
"Chi?" chiesero all'unisono i tre adulti.
Jordan si morse il labbro imbarazzato: "La dama bianca è uno spirito credo, appare a Gwen ogni tanto, quando le succedono cose strane e le dice che sono cose che succedono solo alle streghe di luce, perché Gwen non è come noi" concluse abbassando lo sguardo.
"Tu l'hai vista?" chiese Hermione.
Jordan tentennò qualche minuto prima di ammettere: "Una volta. Quando Gwen era in infermeria ma era notte, potrei averlo sognato".
Dopo essersi scambiato uno sguardo d'intesa con le due streghe Severus chiese pacato: "Perché non fai venire la signorina Gwen così magari potrà spiegarci quello che non capiamo di questi libri", in quel momento gli erano balenate alla mente le informazioni sulle streghe albine e probabilmente quella ragazzina era la soluzione a tutti i loro problemi.
Jordan strinse i pugni sul tavolo combattuto prima di rispondere: "Era un segreto...ma è per aiutare Kathryn vero?".
"Certo! Se non fosse importante non te lo chiederemmo" confermò Hermione.
Nell'udire quelle parole il ragazzino si convinse e corse via.
"Dovremo avvisare Neville" aggiunse Hermione.
"Non se ne parla!" sentenziò Severus: "Eravamo d'accordo di non divulgare questa cosa a meno che non fosse strettamente necessario e per i miei gusti ne sono a conoscenza già fin troppe persone figurati se ho intenzione di coinvolgere anche Paciock!" concluse irritato.
Hermione stava per controbattere ma Priscilla la precedette: "È di sua figlia che stiamo parlando e nella migliore delle ipotesi hai intenzione di usarla per riavere la tua il minimo che puoi fare è informarlo o non credi sia necessario perché si tratta di un motivo nobile, per un bene superiore. Severus se ci comportiamo come loro..." guardò nella direzione di una cornice in quel momento vuota "...loro hanno vinto e noi non abbiamo imparato nulla, invece noi siamo migliori".
"Noi non usiamo le persone a loro insaputa per raggiungere i nostri scopi men che meno i bambini, facciamo quello che è giusto per tutti non solo per ottenere ciò che vogliamo" concluse accorata Hermione.
Il mago spostò velocemente lo sguardo sulle due donne di fronte a lui prima di sospirare rumorosamente e sbraitare più contro sé stesso che contro di loro: "Per vent'anni vi siete a malapena rivolte la parola e adesso, proprio adesso decidete di diventare amiche o peggio di coalizzarvi contro di me!".
Entrambe rimasero in silenzio, Hermione con uno sguardo quasi beffardo e Priscilla completamente indifferente.
"Priscilla va a chiamare Paciock, in fretta!" cedette il preside distogliendo lo sguardo e sistemando i libri sparsi mentre la rossa uscì velocemente come stesse sfilando sotto lo sguardo di Hermione che dovette sforzarsi per ricacciare un sorriso.
Mezz'ora più tardi erano tutti riuniti intorno alla grande scrivania di mogano sfogliando disordinatamente i vecchi manoscritti  mentre Severus mostrava a Gwen l'incantesimo sul portale del tempo e le chiedeva della dama bianca, la ragazzina  era in evidente imbarazzo a parlare dei suoi segreti di fronte  a tutti, in special modo in presenza del padre che in quel momento sembrava sgomento per tutte le notizie che aveva appreso.
"...non so chi è, io l'ho sempre chiamata 'Dama bianca' fin dalla prima volta che è venuta da me. All'inizio mi spiegava tante cose che non capivo poi ha iniziato ad insegnarmi alcuni incantesimi che noi possiamo fare ma io non sono molto brava" Gwen non aveva alzato mai lo sguardo mentre parlava.
"Sono sicura che sei bravissima invece" la rassicurò materna Hermione: "Noi però abbiamo assolutamente bisogno di parlare con la dama bianca per capire questo incantesimo che potrebbe far tornare Kathryn, credi sia possibile?".
"Si si" alzò finalmente la testa: "Tempo fa lei mi disse che potevo aiutare Kathryn ma allora non sapevo come. Venite, vi porto da lei".

Mentre la seguivano lungo i corridoi del castello Severus era cupo in volto, "Non fare così, sentiamo prima cosa ci dirà" gli bisbigliò Hermione che camminava accanto a lui; "Forse Kathryn poteva essere a casa da un pezzo!".
"Sshhh" lo zittì la strega mentre davanti a Gwen si palesava la stanza delle necessità.
Entrarono tutti e sei nella stanza iniziando a guardarsi intorno: c'erano enormi librerie, bauli pieni di polvere, varie cianfrusaglie sparse ovunque e come aveva sperato Hermione, l'armadio svanitore.
"Eccola!" disse Gwen indicando un drappo verde marcio che poteva essere stato un sipario ma gli adulti non riuscivano a vedere quasi nulla, solo un riflesso di luce con una vaga forma umana.
La giovane strega invece pareva vederla benissimo e le andò incontro come fosse una vecchia amica: "Loro sono i genitori di Kathryn, li ho portati da te perché mi hai detto che potevamo aiutarli, ora loro hanno trovato un incantesimo che potrebbe far tornare Kathryn ma vogliono sapere come si pratica".
La dama bianca con un gesto della mano si palesò a tutti nella sua luminescenza, ora potevano vedere la figura completamente bianca circondata da un'aura di luce che si faceva strada fra di loro senza neppure toccare il suolo, li osservò ad uno ad uno prima di far udire la sua voce: "Voi non potete praticare un incantesimo di luce...".
"Ma è l'unico modo che abbiamo trovato per riportare nostra figlia a casa!" la interruppe bruscamente Severus mentre Hermione lo ammoniva stringendogli un braccio.
"...solo le streghe di luce possono" proseguì la dama bianca: "Gwen lo farà per voi".
"Gwen è ancora una bambina, è pericoloso questo incantesimo?!" questa volta fu Neville a interromperla.
"È un incantesimo di livello superiore, Gwen non può portarlo a termine da sola ha bisogno del suo custos umbra".
"Chi è questa persona, dove possiamo trovarla?" chiese Hermione pacata.
Per la prima volta la dama bianca parve percepire la loro presenza e posò gli occhi che apparivano privi di pupilla sulla strega: "La magia di luce è molto potente ed insidiosa perché dove c'è luce inevitabilmente c'è ombra ed il confine può essere molto sottile,quando nasce una strega albina nasce anche un custode della sua magia, il custos umbra è colui che mantiene l'equilibrio tra la luce e le tenebre, se una strega albina perde il suo custode è perduta. Come accadde a me, io ho perduto il mio custode durante una guerra scatenata dai babbani più di un secolo fa e quando ho capito di non essere in grado di gestire la mia magia ho deciso di seguirlo perché siamo indissolubilmente legate a loro. Sono tornata in spirito per guidare Gwen come chi mi ha preceduto ha fatto con me".

"Tu puoi indicarci dove trovare questo custode?" chiese ancora Hermione.

La dama bianca girò su sé stessa fissandoli tutti coi suoi occhi vuoti per poi posarli nuovamente sulla strega: "Un custos umbra proviene da un'oscurità profonda ma nasce nella luce per questo è insita in lui la capacità di governare le ombre che inevitabilmente la luce produce".

Hermione, senza neppure realizzarne il perché, sentì lo stomaco contrarsi dolorosamente mentre con la coda dell'occhio scorse Severus con le labbra serrate ed i pugni stretti immobile in una posa austera.

Priscilla con un gesto istintivo afferrò Jordan, che si trovava accanto a lei, attirandolo a sé sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo che per poco non perse l'equilibrio.

"Loro lo sanno. Sanno dalla nascita chi sono e quando il fato li unisce le loro magie si riconoscono prima ancora che si riconoscano le loro menti. Ora lo sapete anche voi, accettatelo, lasciateli venire da me" l'evanescente presenza parlava con voce priva di emozione e questo unito ad i suoi occhi inespressivi le attribuiva un che di inquietante.

Gwen fece un passo verso di lei.

Severus chiuse gli occhi portandosi una mano alla fronte prima di scambiare uno sguardo con sua moglie che era pallidissima ed entrambi fecero un cenno di assenso a Priscilla che lasciò il braccio di Jordan mentre un brivido gelido le correva lungo la schiena; finalmente libero anche il giovane mago fece un passo verso la dama bianca, lei parve guardarli entrambi prima di dire: "Prendetevi la mano affinché il vostro destino inizi a compiersi".

Gwen e Jordan si presero per mano e dalla loro stretta scaturì un piccolo vortice di luce che divenne sempre più grande fino ad avvolgere tutti al che allentarono la presa ed il vortice scomparve.

"Fate buon uso del grande potere che avete, questo è ciò che vi serve per salvare tua sorella" disse la dama bianca porgendo a Jordan un libro ed una pergamena che erano apparsi nelle sue mani: "Siate sempre coscienziosi, io veglierò su di voi insieme ai vostri genitori" dopo queste parole scomparve lasciando che la stanza venisse illuminata solo dalla luce del sole che filtrava dalle bifore.

Gli adulti erano sgomenti mentre i ragazzi si scambiarono un sorriso complice con gli occhi che brillavano di entusiasmo dimentichi di tutto ciò che li circondava.

  
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