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Autore: Sweetserialkiller    30/11/2019    1 recensioni
Tre paia di occhi vennero puntati su di loro, e Amy rimase di stucco nel constatare che il terzo paio di occhi apparteneva al ragazzo di cui, anni prima, aveva tanto pianto la morte.
Le sue gambe si mossero da sole, e in poco meno di un secondo si ritrovò con le gambe attorno al busto dei giovane.
< Oh mio dio… tu sei…>
< Vivo e vegeto> la interruppe lui, tenendole le mani sotto le cosce per sorreggerla.
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< Appena tornati al quartier generale chiederò di cambiare partner>
Queste parole colpirono profondamente la ragazza.
< E per quale motivo, di grazia?> chiese accennando un falso sorriso.
< Perchè non sei professionale> ringhiò frustrato lui.
Lei sgranò gli occhi allibita.
< Io non sarei professonale? Chiedo scusa, ma non sono io quella che deve dimostrare qualcosa a se stessa solo perchè ho dei conflitti interiori>
< Hai iniziato tu però, come vuoi metterla ora?>
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Nasconditi da qualche parte > sussurrò nel panico.

Mello si alzò velocemente, sgattaiolando nell’armadio e nascondendocisi.

La porta venne aperta e il gamer entrò avvicinandosi al letto.

< Hey > la chiamò cingendole la vita.

Amy stava sudando freddo. Il biondo nel suo armadio era abbastanza irascibile e impulsivo, perciò qualsiasi cosa fosse uscita dalla bocca di Matt avrebbe potuto innescare la bomba che era in lui.

< Mail, dove sei stato? > chiese poggiando la testa sulla spalla del ragazzo, che intanto si era poggiato contro la spalliera del letto.

< Oh beh, sono andato a fare un giro di perlustrazione, sai non sei l’unica qui che ha voglia di andarsene a zonzo per la città in cerca di prove > le rispose, andando con la mano a carezzarle una coscia. La ragazza sorrise debolmente a quella frecciatina.

< Non dirmi che ce l’hai ancora con me? Avanti era per una buona causa > si accostò di più al corpo del gamer, infilando un ginocchio tra le sue gambe e avvicinandosi al viso di quest’ultimo.

< In ogni caso, avrei qualche idea su come farmi perdonare >

Guardando verso l’armadio fece cenno a Mello di uscire, mentre si buttava a capofitto sul ragazzo al suo fianco intrappolandogli le labbra tra le sue.

Il biondo uscì furtivamente tentando di non dare nell’occhio, cosa che sicuramente non sarebbe successa da come la rossa si stava dando da fare.

Chiudendosi piano la porta alle spalle vi si appoggiò sopra, sospirando pesantemente.

Quella situazione non gli piaceva affatto. Lasciarsi andare così tanto con una collega durante un’indagine era sbagliato oltremisura, si stava facendo prendere troppo dalle emozioni, e tutto ciò non andava per niente bene. Andò in cucina, prendendosi una delle sue preziose tavolette di cioccolata, poi si stese sul divano passandosi una mano tra i capelli.

Nell’altra stanza, invece, i respiri si stavano facendo più affannosi. Il corpo di Matt la sovrastava, e il suo bacino si muoveva alternando movimenti lenti e veloci. Amy aveva una mano tra i suoi capelli e l’altra attorno alla vita del ragazzo, in modo da premerselo più addosso.

Il rimorso che provava verso di lui in quel momento la stava divorando. Stavano facendo l’amore, quando poco tempo prima si sarebbe volentieri concessa al suo migliore amico. Non riusciva a non pensarci. Lei e Mello, nudi su quel letto ad amarsi. Se chiudeva gli occhi poteva immaginarselo li con lei, al posto di Matt.

Quest’ultimo con un grugnito le si accasciò sopra, ansimando forte. Mentre gli passava una mano tra i capelli madidi di sudore, una lacrima le rigò il volto. Come diavolo c’era finita in quel macello? Aveva il ragazzo migliore del mondo e, da brava stupida, smaniava dietro allo stronzo di turno.

 Si sentiva proprio una ragazzina.

Alzò lo sguardo per incontrare gli occhi del suo amato.

< Ho avuto un’idea > sputò tutto ad un tratto.

< Credo di sapere come scoprire chi è il secondo Kira>

Gli occhi di Matt si spalancarono, e si issò sulle braccia scattando a sedere.

< Avanti parla > la incitò mentre si alzava per rivestirsi.

< Preferirei parlarne con Mello presente, mi servirà l’aiuto di entrambi per far funzionare il piano >

Il ragazzo annui, lanciando la propria maglia ad Amy che se lo infilò velocemente.

Uscendo dalla stanza videro il biondo steso sul divano, con un braccio a coprirsi gli occhi.

< Vedo che non hai perso tempo > mormorò rivolto alla rossa, che abbassò lo sguardo colpevole.

Per fortuna Matt era sempre pronto a calmare le acque.

< Amy deve parlarci di una cosa importante > disse sedendosi sulla poltrona.

La ragazza invece si sistemò sul divano, spostando bruscamente le gambe di Mello, che grugnì in risposta.

< Pel di carota sii un po' più delicata, sono certo che tu ne sia capace > la punzecchiò.

< Ho elaborato un piano che credo possa portarci ad avere risultati > iniziò la ragazza ignorandolo completamente.

< Se stamattina qualcuno mi avesse lasciato finire di raccontare > guardò di sbieco il biondo < Vi avrei detto che prima di fare il suo malsano discorso da dittatore, il nostro sospettato stava accennando ad un ballo di gala che si terrà il quattro Luglio per celebrare la festa dell’indipendenza. Ci saranno i più importanti esponenti politici di tutta Los Angeles, che come si sa, non hanno la fama di essere persone oneste e pulite. Sarà presente addirittura il sindaco Antonio Villaraigosa. Ed io sono sicura che se Kira ha deciso di fare qualcosa ad un evento così grande sia perché ha in mente un grosso colpo > si alzò in piedi, andando a recuperare lo scatolone.

< Detto questo ho pensato che se noi ci infiltrassimo al ballo potremmo scoprire chi siano i suoi complici e come decide di agire in certe situazioni. Ovviamente dovremo calarci nella parte dei ricchi di Los Angeles. La mia speranza è quella che, dopo aver attuato il piano, di cui ancora non posso dirvi tutto, sia lo stesso Kira a venire da noi. Certo, sarà pericoloso, per questo ho comprato questi > disse tirando fuori il contenuto della scatola, che consisteva in due splendidi abiti da cerimonia. Uno maschile e uno femminile, con annesse due maschere a mezzo volto che sarebbero servite a coprire quanto basta il viso dei due indossatori.

< Perché sono solo due ? > chiese Mello non troppo convinto della cosa, ma al tempo stesso sorpreso del fatto che la ragazza avesse ideato un piano che avrebbe anche potuto funzionare.

< Perché mi servirà qualcuno che rimanga qui a monitorare la situazione. E a tal proposito Matt > lo chiamò voltandosi verso di lui < Prima di andare al ballo avrei bisogno delle tue abilità da hacker. Mi serve una lista dettagliata di ogni persona che sarà presente >

Il gamer annui stiracchiandosi e lanciando un’occhiata eloquente agli altri due prima di parlare.

< Quindi chi impersonerete? > chiese ai due ragazzi, che sgranarono gli occhi di rimando.

< Cosa? Chi ti ha detto che sarà lui a venire con me? > scattò allarmata la rossa.

< Già, chi ha deciso che sarò io a dover andare con lei? > ribattè sulla difensiva Mello.

< Beh, mi sembra abbastanza ovvio che sia io a dover rimanere qui, dopotutto sono il più ferrato in materia quando si tratta di tecnologia, e sappiamo benissimo che tu lavori molto meglio su campo > si rivolse al biondo.

Quest’ultimo si ritrovò a sbuffare ma a dare mentalmente ragione all’amico.

< E va bene andrò io > mormorò.

Amy però non sembrava dello stesso parere.

< Ma non può venire lui, insomma… non è adatto > disse a bassa voce, sapendo che quella sua frase avrebbe potuto far infuriare il ragazzo.

< E per quale motivo non lo sarei? >

La rossa prese un grande sospiro.

< Il tuo viso > sussurrò.

Alzando lo sguardo vide gli occhi del biondo infiammarsi.

< Non pensavo che la mia faccia ti creasse tanti problemi > le rispose cattivo.

< No, non è quello, è che… >

Ma Mello non le diede il tempo di finire.

< So benissimo cosa intendevi, ma non preoccuparti, resterò qui a monitorare la situazione tu vai pure con il tuo fidanzato >

Detto questo si andò a rinchiudere in camera sbattendo forte la porta e lasciando interdetti i due ragazzi.

< Che c’è? > chiese acida la ragazza rivolgendosi a Matt che la stava guardando torvo.

< Dovevi proprio? >

La ragazza roteò gli occhi.

< Non era per offenderlo, era solo per proteggerlo. Se fossero presenti complici di Kira che hanno lavorato anche per il suo predecessore, il volto di Mello sarebbe facilmente riconoscibile. Sai non tutti hanno una cicatrice che gli sfigura mezzo viso. Figurarsi se mi metto a criticare il suo aspetto, io… > “Io muoio per quel viso “ avrebbe voluto dire < Non ho nulla contro di lui, al massimo potrei criticare il carattere… > si ritrovò a rispondere.

< Per il carattere è una bella gara fra voi due. Inutile dire che dovresti andare a chiedergli scusa e a spiegargli ciò che hai detto a me, e che invece avresti dovuto dire a lui sin dall’inizio > la rimbeccò alzandosi e avviandosi verso la cucina.

< Lo avrei fatto se mi avesse dato il tempo > gli urlò dietro.

Il ragazzo non le rispose, così si alzò e lo raggiunse.

< Ora mangiamo qualcosa, e dopo tu andrai da lui a parlargli. E spero che questa sia l’ultima volta che debba farvi da padre. Siete, la mia fidanzata e il mio migliore amico, non i miei figli. >

Detto questo le piazzò davanti un piatto di pasta riscaldata, sedendosi al suo fianco.

Amy iniziò a mangiare pensando a come uscire da quel casino.

 

 

Inutile dire che la situazione non cambiò affatto. I giorni passarono tra la preparazione per il colpo e le indagini che continuavano in silenzio. Difatti, Amy e Mello non si rivolgevano parola se non per l’indispensabile. Mello non accettava le scuse di Amy, e lei, d’altro canto, non si era scomodata poi così tanto per farsi perdonare.

Matt, in tutto questo, usciva di casa rientrando ad orari improponibili, nel mistero più totale.

Era una sera piovosa, ed Amy se ne stava stesa sul divano a giocare con il cellulare. Non sosteneva più quella situazione. Si alzò, e andando in cucina aprì il frigo prendendo una cassa di birra. Se non avesse funzionato quello poteva dire addio ad ogni speranza.

Bussò alla porta e, come da prassi, nessuno rispose, perciò si prese la libertà di entrare trovando il biondo seduto sul letto intento a mangiare la sua cioccolata, mentre sfogliava alcune scartoffie.

< Posso? > chiese timidamente.

< Sei già entrata > si sentì rispondere, e sbuffando si avvicinò al letto sedendovisi sopra.

< Vuoi? > gli porse una bottiglia di birra.

Lui accettò, un po' riluttante, non sapendo ancora se perdonarla.

< Vorrei parlarti di quello che ti ho detto qualche giorno fa, e prima che tu mi interrompa, volevo sinceramente scusarmi per l’incomprensione. >

La guardò per un attimo, poi tolse di mezzo le scartoffie avvicinandosi a lei.

Due ore dopo si ritrovarono stesi sul letto a ridere e scherzare su qualsiasi cosa, con dieci bottiglie di birra vuote sul pavimento e qualche altra di liquore sul comodino.

< Dio, siamo così idioti, continuiamo a farci la guerra quando l’unica cosa che vorremmo fare è saltarci addosso > mormorò Amy passandosi una mano sulla faccia, pentendosi immediatamente delle proprie parole. Era brilla, ma capiva perfettamente ogni azione o parola che diceva. Lo stesso non si poteva dire di Mello.

< Sei tu quella fidanzata, non io > quelle parole suonarono quasi come un’accusa.

< Matt è un ragazzo d’oro, sono così fortunata ad averlo al mio fianco > disse sorridendo appena.

Il ragazzo si issò sulle braccia per avvicinarsi a lei.

< Ma lo ami? >

Quella domanda la lasciò interdetta. Più e più volte se l’era chiesto. Lo amava o gli voleva solo un bene immenso? E cosa provava per Mello?

< Io… credo di si… non lo so, in realtà non capisco più niente, ed è solo colpa tua >

< Colpa mia? > chiese sogghignando.

< Non fare quella faccia, sai bene che non mi sei indifferente > gli diede un colpetto con il braccio, arrossendo e nascondendo il viso tra le mani.

< Pel di carota non ti nascondere, sei bellissima quando arrossisci. E’ l’unico momento in cui ti mostri vulnerabile a me > le disse avvicinandosi per toglierle le mani dal viso.

< Tu vuoi che io sia vulnerabile? >

< Io voglio che tu mostri questo tuo lato solo a me >

Ormai Amy pendeva dalle sue labbra. Si avvicinò ancora più a lei e, complice l’alcol, tentò di rubarle un bacio.

< Non provarci… non provare a baciarmi di nuovo Mello > sussurrò ad un soffio dal suo viso.

< Perché non posso? > chiese tentando di controllarsi.

L’alcol e l’eccitazione gli avevano, ormai, fottuto il cervello. Amy poggiò il viso nell’incavo del suo collo, sospirando.

< Perché non riuscirei a dirti di no >

Le sue labbra sfiorarono la pelle sensibile del collo, mentre pronunciava quelle parole, e a lui tremarono le gambe.

< Già forse hai ragione, meglio non fare altre stronzate per stasera > si staccò velocemente da lei.

I due si poggiarono alla spalliera del letto, riflettendo su ciò che stavano per fare.

< E’ ora che io vada > spezzò il silenzio la rossa, alzandosi e dirigendosi verso la porta. Ma Mello non era dello stesso avviso.

Si alzò velocemente sbarrando la strada alla ragazza. Amy non riusciva a capire la reazione di quest’ultimo.

< Buonanotte Mello > disse cercando di sorpassarlo, cosa che non gli fu permessa.

< Sei sicura di voler andare via? >

< Mello, se io restassi qui, non finirebbe bene. E tu questo lo sai >

Gli passò le mani sugli avanbracci tentando inutilmente di spostarlo.

< Non mi importa, io ottengo sempre ciò che voglio > si sporse verso di lei, che però indietreggiò.

< No > tentò di fermarlo < lo sai che non possiamo. Per Matt e per il caso, quindi per favore smettila >

Ma ormai non aveva più né la voglia, né la forza di respingerlo.

< Fanculo Matt, fanculo il caso, fanculo tutto >

< Fanculo il caso? Diamine ti devi essere preso proprio una gran bella cotta >

< Stai zitta > grugnì prima di unire le labbra alle sue.

Amy, che in cuor suo non aspettava altro, legò le braccia attorno al suo collo andando ad approfondire il bacio. Lasciò che il biondo le invadesse la bocca con la lingua, intrecciandola con la sua. Adorava il sapore di Mello più di qualsiasi altra cosa. Quel gusto di cioccolato che lo caratterizzava ora si mischiava al sapore amaro della birra. Infilò le mani tra i biondi capelli tirandoli leggermente, facendo emettere un sospiro di apprezzamento al ragazzo che non perse tempo e la afferrò saldamente per le cosce. Con un salto lei ancorò le gambe alla sua vita lasciandosi trasportare sul letto, ritrovandosi così sotto di lui. Si staccò ansimando.

< Dobbiamo smettere > cercò di convincere più se stessa che l’altro.

< Non ci pensare nemmeno pel di carota, non ho più intenzione di tirarmi indietro per nessuno. Ti ho messo gli occhi addosso dal primo istante in cui ti ho vista, e adesso che sei qui non mi lascerò sfuggire questa occasione >

La prese per la vita, tirandosela contro in modo da far collidere i loro corpi, iniziando a lasciare baci roventi sul collo e portando le mani all’altezza del suo seno.

< No, fermati…Mello, ti ho detto di fermarti > gridò spingendolo lontano da se, rialzandosi velocemente.

Ciò scatenò l’ira del biondo.

< Bene, se ti faccio così ribrezzo vai allora. Che ci fai ancora qui se hai un ragazzo d’oro e sei così fortunata ad averlo al tuo fianco? > la scimmiottò fuori di se.

Si alzò andando ad aprirle la porta, invitandola ad uscire con un cenno della testa.

Amy era stanca del fatto che ogni suo gesto o parola venisse male interpretato. Così si mise sulla difensiva.

< No, io non vado da nessuna parte. Ora tu ti siedi e mi ascolti una volta per tutte, anche se sei ubriaco fradicio e domani probabilmente non ti ricorderai nulla > disse prendendolo per un braccio e spingendolo sul letto.

< Credi davvero che dopo tutto io possa davvero non provare nulla nei tuoi confronti, o addirittura provare ribrezzo? >

Lui si stese, incrociando le braccia dietro la testa guardando il soffitto, ma percependo ogni parola che usciva dalle labbra della ragazza.

< Mello è ovvio che io provi qualcosa per te, ma in questo momento devo sistemare alcune faccende prima di prendere una decisione così importante come farti entrare nella mia vita >

Si era detta che non avrebbe perso di vista il suo obbiettivo, che non avrebbe permesso a niente e a nessuno di interferire con i suoi piani. E poi quel biondino era entrato come un fulmine nella sua vita, scombussolando tutto.

Ricordava ancora la prima volta in cui si erano visti.

 

 

Suo padre già da tempo lavorava in stretto contatto con L, e una delle tante volte in cui aveva dovuto accompagnare il suo vecchio al quartier generale del detective, aveva anche avuto l’immenso onore di conoscere i ragazzi della Wammy’s House.

< E questa chi sarebbe? > aveva esclamato un appena dodicenne Mello, mentre la squadrava da capo a piedi.

< Lei è la figlia di un mio collaboratore, voglio che stiate qui con lei e le teniate compagnia mentre io sono occupato > disse il corvino ai tre ragazzi davanti a lui, prima di andarsene.

Il primo, un ragazzino dai capelli bruni e una maglia a righe rosse e nere, stava seduto giocando con i suoi video games, l’altro era un piccolo batuffolo bianco intento a comporre un puzzle del medesimo colore. L’ultimo invece, sembrava molto più maturo degli altri due, nonostante sembrasse avere la loro stessa età. Aveva un caschetto di capelli biondi e un’espressione scocciata sul volto mentre sgranocchiava della cioccolata.

< Il mio nome è Clarissa, piacere di conoscervi > disse aprendosi nel sorriso più sincero che potesse fare.

I tre non parvero nemmeno sentirla, perciò decise di fare a modo suo. Si avvicinò al ragazzino con il game boy sedendosi al suo fianco, e allungando il braccio glielo strappò di mano.

< Hey ridammi il mio game boy > parlò infastidito cercando di riprenderselo. Ma la rossa non lo degnò di attenzione, impegnata a superare il livello.

< Wow, sei brava piccoletta > sghignazzò.

< Lo so grazie >

Poco lontano il biondo squadrava i due con uno strano cipiglio.

< Ma che bella coppietta abbiamo qui > disse avvicinandosi a loro.

< E piantala Mels, sei insopportabile >

< E tu chi saresti? > chiese la ragazzina fissando i suoi occhi di ghiaccio.

< Il mio nome è Mello, vedi di non scordartelo pel di carota >

< Pel di carota? > chiese allibita.

< Si, con la zazzera di capelli che ti ritrovi, direi che ti sta proprio bene come soprannome > disse tra se e se.

< Non provare a chiamarmi mai più cosi, stupido biondino >

< Come vuoi pel di carota, a mai più rivederci > ghignò dandole le spalle e andandosene.

< Cinque minuti che lo conosco e già lo odio > sbuffò.

< Già diciamo che Mello non è il tipo che sa farsi apprezzare > le rispose una voce sottile e delicata.

Si girò, notando che a parlare era stato il ragazzino vestito di bianco.

Le scappò un sorriso mentre si avvicinava all’albino tendendogli la mano.

< Io mi chiamo Clarissa e tu? >

< Near > rispose semplicemente alzandosi, ignorando la sua mano e andandosene.

< Tutti simpatici qui eh > tornò a rivolgersi all’ultimo rimasto che intanto aveva spento la sua console.

< Già, bisogna farci l’abitudine. Comunque io sono Matt, e se mi permetti vorrei darti due dritte. Per prima cosa non rimanerci troppo male per il comportamento di Near, fa così con tutti. E secondo, ma non meno importante, cerca di non metterti contro Mello. E’ un tipo che può portare abbastanza rancore. > le disse dandole una pacca sulla spalla.

< Tranquillo non me la sono presa, e sinceramente ho intenzione di interfacciarmi con quel biondino scorbutico il meno possibile. Ad ogni modo sono piuttosto sicura di sapermi difendere da sola >

Una risata fuoriuscì dalle labbra di Matt che le si avvicinò mettendole un braccio attorno alle spalle.

< Credo proprio che io e te andremo molto d’accordo >

< Credo anche io > gli sorrise, non riuscendo però, a togliersi dalla testa gli occhi gelidi del biondo.

 

Riprese conoscenza, e girandosi si rese tristemente conto che il ragazzo, molto probabilmente, non aveva sentito nessuna delle sue parole. Mello stava dormendo. Il suo viso era rilassato, e per la prima volta, nessuna delle sue tipiche espressioni andava a rovinare i suoi tratti angelici.

Coprì il suo corpo con un panno, e scostandogli un ciuffo dal viso si chinò per lasciargli un leggero bacio su una guancia.

Uscì chiudendosi piano la porta alle spalle. Matt non era ancora rincasato. Chissà che diavolo stava combinando quel ragazzo. Doveva forse preoccuparsi? Dopotutto ormai passavano cosi poco tempo da soli che riuscivano a stento a parlare della loro situazione.

Sedendosi sul divano, e tirando fuori taccuino e penna iniziò a scrivere, cercando di perfezionare il piano che aveva in testa.

Se per fare uscire allo scoperto quello psicopatico assassino avrebbe dovuto mettere in pericolo la vita di persone innocenti, beh, avrebbe dovuto anche prendere le giuste precauzioni. E, ammesso e concesso, che Kira avesse fatto una qualsiasi mossa, come avrebbero agito per contrastare la sua potenza?

Amy cercava con tutta se stessa di provare ad entrare nella mente del killer, per prevedere le sue azioni, aiutandosi con il breve dialogo che aveva sentito all’ hotel. Ma la mente di Kira era contorta e subdola, e per poterne saltare fuori sarebbe sicuramente impazzita.

Stanca e stressata dal susseguirsi degli avvenimenti, lasciò che la stanchezza avesse la meglio su di lei. La penna le cadde dalle dita, e accasciandosi si addormentò con il taccuino stretto al petto.

 

   
 
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