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Autore: John Spangler    12/12/2019    5 recensioni
L'umanità è quasi stata spazzata via dall'apocalisse zombi. Gli umani superstiti sopravvivono come meglio possono. Ma un giorno, dalle profondità dello spazio arriva una nuova minaccia, forse peggiore dei morti viventi...
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1: Prima


 

Orbita terrestre

Vascello esplorativo ENTP-127D


 

Il capitano Jen'ard si sedette alla sua scrivania e incrociò le dita, cercando di assumere una posa autoritaria nonostante la sua stazza, minuta anche per gli standard dei Daar. "Sullo schermo."


 

Gli comparve davanti uno schermo olografico su cui campeggiava l'immagine del suo primo ufficiale, Wil'ker. Questi si mise sull'attenti e salutò il suo capitano. "Gloria e onore, capitano."


 

"Gloria e onore, Numero Uno." rispose il capitano. "Allora, cosa hanno scoperto le sonde?" Avevano inviato due sonde sul pianeta dopo diversi tentativi infruttuosi di entrare in contatto con gli indigeni. Stando alle trasmissioni captate da altri vascelli Daar in cicli precedenti, la Terra doveva essere abitata da una razza abbastanza evoluta di primati, e si trattava anche di svariari miliardi di individui. Un mondo così sarebbe stato perfetto per l'integrazione nel Collettivo Daar. Stranamente, però, non avevano ricevuto risposta. Nè dalla superficie, nè dai satelliti sparsi qua e là per l'orbita planetaria. Vi era anche una piccola e rudimentale stazione orbitante, ma una scansione a distanza aveva rivelato la totale assenza di forme di vita. Pertanto, dopo una riunione a cui avevano preso parte tutti gli ufficiali della nave, era stato deciso di inviare un paio di sonde.


 

"Finora hanno setacciato solo una parte di uno dei continenti, ma hanno incontrato pochissime presenze umane. Appena un migliaio. E si trattava solo di gruppi nomadi che si spostavano di tanto in tanto su una catena montuosa. Gli insediamenti urbani sembrano essere del tutto vuoti, signore."


 

Vuoti? Com'era possibile? Dai dati in loro possesso, la Terra doveva essere un pianeta brulicante di vita. Cos'era successo? "Ci sono per caso segni di un conflitto? Magari di tipo nucleare?" Sapeva che i terrestri possedevano molte armi di quel tipo.


 

"Le sonde non hanno rilevato tracce di radioattività, capitano. Molti veicoli distrutti, sia civili che militari, e anche molti cadaveri."


 

"Hmm..." Doveva essere per forza successo qualcosa, su quel pianeta. Il punto era, che cosa. "Le sue impressioni?"


 

"Ritengo probabile che ci sia stato un conflitto su scala globale. Ma può anche darsi che si tratti di un qualche tipo di epidemia. L'unico modo per saperlo con certezza, sarebbe inviare sulla superficie una squadra che entri in contatto con i nativi."


 

Jen'ard annuì. Era un'idea sensata. "Bene. Prepari allora due squadre per lo sbarco. E mi raccomando, che siano ben armati. Non sappiamo come reagirebbero i nativi alla vista di individui extraterrestri."


 

"Agli ordini, signore." Wil'ker salutò di nuovo il capitano e chiuse la comunicazione.


 

XXXXXX


 

Sulla superficie terrestre


 

Da quando il tenente Lfo'rdi e la sua squadra erano scesi dalla navetta, erano stati circondati da un vero e proprio silenzio di tomba. Non avevano incontrato neanche un nativo, nè avevano rilevato la presenza di animali. Eppure, quella in cui si trovavano sembrava essere una città abbastanza importante, a giudicare dai dati in loro possesso.


 

"Com'è che si chiamava, questa città?" chiese al vice-caposquadra, il dottor Ben'sko. Questi consultò i dati della missione tramite l'I.A. integrata nel suo casco.


 

"Milano, signore."


 

Lfo'rdi ebbe l'impressione di aver sentito male. "Ha detto proprio così? Milano?" Quel nome era molto simile a un'antica e colorita imprecazione Daar.


 

"Sì, tenente. Sembra che fosse un insediamento urbano molto importante per l'economia dell'area."


 

Il tenente fece spallucce. "Che razza di nome."


 

"Signore, per quanto tempo ancora dovremo andare avanti?" chiese uno dei soldati. "Siamo qui da quasi un'ora, ma non abbiamo trovato un bel niente."


 

"Gli ordini del capitano erano di scoprire cos'è successo ai nativi, soldato. Finchè non ne avremo trovato uno, vivo o morto che sia, continueremo a cercare."


 

Lfo'rdi si chiese per quanto ancora avrebbero dovuto farlo. Cominciava a sospettare che la città fosse completamente vuota. Ma come era possibile, se era davvero così importante come Ben'sko aveva detto? Forse gli abitanti l'avevano abbandonata per qualche motivo indipendente dalla loro volontà? Se sì, qual era questo motivo? Sospirò frustrato. Quella missione presentava fin troppe incognite per i suoi gusti, troppi misteri. Lui non amava i misteri. Era un militare, e per quelli come lui sapere o non sapere le cose poteva fare la differenza tra la vita e la morte.


 

Proprio quando stava cominciando a chiedersi se non fosse il caso di rientrare, dopo un'altra ora trascorsa a camminare per le vie della città deserta (aveva fatto una bella fatica per non mettersi a sghignazzare, ripensando al nome), arrivarono in una larga piazza dominata da un edificio che Ben'sko ipotizzò essere un luogo di culto. E fu lì che finalmente incontrarono un terrestre.


 

"Dei, era ora!" esclamò il tenente. "Presto, dottore, attivi il traduttore universale! E voialtri, tenetevi pronti." disse ai soldati. "Ricordatevi che anche se veniamo in pace, potrebbe sempre rendersi necessario l'uso della forza.


 

"Tocca a lei, Ben'sko." Il dottore, in virtù delle sue doti diplomatiche, era il più indicato per parlare con i nativi. Si incamminò verso il terrestre, che fino a quel momento era rimasto a fissarli. Lfo'rdi notò solo in quel momento le pessime condizioni in cui versava: i suoi abiti erano laceri, e la sua pelle aveva un colorito che non gli sembrava per niente sano. E a giudicare dall'odore, il terrestre doveva aver trascurato parecchio la propria igiene personale. Sperò che quella fosse solo un'eccezione, e che gli altri terrestri fossero più presentabili.


 

"Salute a te, terrestre." esclamò Ben'sko alzando le mani e mostrandone i palmi, il tradizionale gesto di saluto dei Daar. "Come avrai capito dal nostro aspetto, noi non siamo di questo pianeta. Ci chiamiamo Daar, e veniamo in pace." Fece un piccolo inchino. "Il mio nome è Ben'sko. Sono un dottore. Quello dietro di me è il tenente Lfo'rdi. La nostra squadra è stata incaricata di entrare in contatto con la tua specie, e di scoprire le cause dietro l'attuale condizione del tuo pianeta. Potresti per favore illuminarci al riguardo?"


 

Il terrestre non rispose. Si limitò a fissare Ben'sko con un'espressione che Lfo'rdi non riuscì a decifrare.


 

"Hai compreso ciò che ti ho detto?"


 

Silenzio.


 

"Dottore, è sicuro di aver attivato il traduttore universale?"


 

"Sì, tenente. Forse però è guasto..."


 

Il terrestre iniziò a muoversi lentamente verso di loro.


 

"Oh, forse ho capito. Questo terrestre deve avere problemi di udito." Ben'sko allargò le braccia e si avvicinò. "A nome del Collettivo Daar, io..."


 

Fu un attimo. Il dottore si fermò, e il terrestre gli fu addosso. Lfo'rdi e i soldati ebbero appena il tempo di capire cosa stava accadendo, che il terrestre morse il collo scoperto di Ben'sko, strappandone un grosso lembo di carne. Le urla del dottore riempirono il silenzio della piazza.


 

Lfo'rdi si riprese rapidamente dallo shock. "Non statevene lì impalati! Sparate!" Erano davvero venuti in pace. Ma un atto di aggressione come quello meritava una reazione adeguata.


 

In un attimo, i soldati presero la mira e fecero fuoco in direzione dell'aggressore di Ben'sko, senza fortunatamente colpire quest'ultimo. Il terrestre venne allontanato con forza dalla sua vittima dall'impatto di una dozzina di proiettili al plasma e cadde a terra. Lfo'rdi si precipitò a soccorrere Ben'sko.


 

"Dottore! E' ancora con noi?"


 

"Ngh..." mugolò l'altro. "Fa male..."


 

"La riportiamo immediatamente sulla navetta, non si preoccupi. Soldati, aiutatemi a..." In quel momento, il terrestre si rialzò. I buchi scavati nel suo corpo dal plasma fumavano ancora, ed era anche stato colpito in almeno un paio di punti vitali. Eppure, si stava ancora muovendo. Allungò le braccia verso Lfo'rdi e Ben'sko e gemette.


 

"Cosa..."


 

"Come fa a muoversi ancora?!" esclamò uno dei soldati. Senza attendere risposta, sparò di nuovo, colpendo il terrestre al braccio sinistro e staccandoglielo all'altezza del gomito. L'arto cadde a terra, ma il suo proprietario continuò ad avanzare.


 

"Che razza di creature sono, questi terrestri?!" Lfo'rdi estrasse in fretta la sua pistola d'ordinanza dalla fondina che aveva al fianco, continuando a reggere il dottore con l'altro braccio. Sparò senza prendere la mira, e colpì il terrestre dritto in mezzo alla fronte. Stavolta ebbe fortuna, perchè il suo bersaglio non si rialzò.


 

Il tenente si affrettò a tornare dal resto della squadra. "Svelti, dobbiamo..."


 

"Guardi, tenente! Ne arrivano altri!"


 

Lfo'rdi si girò nella direzione indicata dal soldato. Da un vicolo buio erano comparsi altri cinque terrestri, ed erano tutti nelle stesse condizioni del primo. Masticò un'imprecazione e strinse la presa attorno alla pistola.


 

"Fuoco! E mirate alla testa!"


 

XXXXXX


 

A bordo del vascello ENTP-127D


 

"...giuro, capitano, in tanti anni di carriera non ho mai visto niente del genere. E'...ecco, affascinante."


 

Jen'ard guardò il dottor Day'kl come se avesse appena detto un'oscenità. "Affascinante? Dottore, le ricordo che per colpa di questo...questo virus, abbiamo perso un importante membro dell'equipaggio." Indicò la cabina dove Ben'sko era stato rinchiuso. Il dottore aveva le mani poggiate sul vetro e fissava davanti a sè con occhi privi di espressione. La sua pelle aveva assunto il colorito grigiastro che caratterizzava i cadaveri Daar, e ogni tanto emetteva dei mugolii che gelavano il sangue al capitano. "Se Ben'sko potesse parlare, non credo che troverebbe tutto questo molto affascinante."


 

"Chiedo scusa, capitano. Quello che intendevo dire, è che il virus è estremamente interessante, da un punto di vista puramente scientifico. Stiamo parlando di qualcosa che fa muovere i cadaveri e li rende praticamente invulnerabili, escludendo i colpi alla testa. Il rapporto del tenente Lfo'rdi era..."


 

"Ho ascoltato anche io il rapporto." lo interruppe. L'ipotesi di Wil'ker su un'epidemia si era rivelata esatta. Era stato quel virus a distruggere la civiltà terrestre. L'altra squadra inviata sulla superficie aveva incontrato un gruppo di nativi che aveva spiegato loro tutto quanto. A quanto pare, i terrestri definivano gli individui colpiti dal virus "non-morti", o anche "zombi".


 

Day'kl si schiarì la voce. "Comunque, ho appurato che il virus non si trasmette per via aerea, ma solo tramite lo scambio di fluidi successivo a un morso o un'ingestione di materiale infetto. I membri delle due squadre di sbarco non corrono alcun pericolo."


 

Ben'sko battè il pugno sul vetro della cabina, facendo sobbalzare Jen'ard.


 

"Non si preoccupi, quel vetro è infrangibile."


 

Il capitano prese un paio di respiri profondi, e si rilassò.


 

"Adesso cosa facciamo?" Anche se il rischio di contagio era limitato, era comunque da non sottovalutare. Avrebbero dovuto rivedere i loro piani per la Terra.


 

"Col suo permesso, signore, vorrei dare inizio a degli esperimenti sul virus."


 

"Esperimenti? Di che tipo?"


 

"Come le ho detto prima, il virus ha delle caratteristiche estremamente interessanti. Che potrebbero anche tornare utili al Collettivo."


 

"E come?" Jen'ard si chiese se il dottore avesse perso il senno.


 

"Ci pensi un attimo. Se riuscissi a eliminare gli...aspetti più sgradevoli, il virus potrebbe creare dei super-soldati. E questo ci darebbe un grande vantaggio in una guerra."


 

Il capitano soppesò le parole del dottore. Messa così, la faccenda assumeva tutto un altro aspetto. Un'arma in più poteva sempre fare comodo, specie considerando che il Collettivo era letteralmente circondato da nemici. Però...c'era sempre il rischio che le cose prendessero una brutta piega.


 

"Ovviamente, prenderei tutte le dovute precauzioni, e mi assumerei la piena responsabilità in caso di incidente."


 

Jen'ard si mise a riflettere. Un tentativo potevano anche farlo, in effetti. Avrebbero dovuto stare molto attenti. E se proprio le cose fossero andate male, si sarebbe sbarazzato personalmente di Day'kl. Quel tipo non gli era mai stato simpatico.


 

"Dovrò prima parlarne con l'Alto Comando..."


 

XXXXXX


 

ALL'ATTENZIONE DEL CAPITANO JEN'ARD, VASCELLO ESPLORATIVO ENTP-127D


 

L'ALTO COMANDO AUTORIZZA UFFICIALMENTE GLI STUDI SUL VIRUS SCOPERTO SUL PIANETA TERRA. L'OPERAZIONE, DA QUI IN POI DENOMINATA "PROGETTO 36", SARA' CONDOTTA PERSONALMENTE DAL DOTTOR DAY'KL E DA CHIUNQUE EGLI RITERRA' OPPORTUNO COINVOLGERE...


 


 

NOTA: E finalmente rieccomi qui, dopo un'eternità. Ho dovuto riscrivere un paio di volte il capitolo, e spero davvero che sia venuto bene. Con un pò di fortuna, il prossimo arriverà in tempi più brevi (e se nel frattempo voleste ingannare l'attesa, potete sempre dare un'occhiata al resto delle mie storie).


 

A presto, gente!

  
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