Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: BabyLolita    12/12/2019    1 recensioni
Ricordi di un passato ormai lontano. Di come un'amore ormai decaduto, sopravviva ancora ad un presente che, sempre più, ti allontana da ciò che hai amato di più al mondo. Un racconto un po' romanzato un po' reale. Qualcosa che il tempo non sta riuscendo a cancellare in nessun modo...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ci sediamo al tavolo di quel ristorante al quale ti ho chiesto di portarmi. Non pensavo che mi ci avresti portata davvero. Nessuno ascoltava mai quello che dicevo. Nessuno mi prestava mai davvero attenzione.

Nessuno mi ascoltava come facevi tu.

Nessuno udiva le urla nascoste nel mio silenzio come riuscivi a fare tu.

Mentre ci accomodiamo tu mi osservi. Sono un po’ agitata, al di fuori del mio habitat naturale. Nessuno mi aveva mai portata al ristorante in modo così serio. Nessuno mi aveva mai trattata in quel modo. Un’altra delle nostre prime volte, ricordi? Ma, sai, non è quella la “prima volta” più importante che ricordo di quella serata.

Il cameriere di avvicina e prende l’ordine. Io gioco con il lembo della mia felpa nera. Tu mi scruti, mi chiedi cosa c’è che non va ed io resto in silenzio. Sento i miei sentimenti traboccare, mi spaventano, non voglio parlartene ora.

Come dirti che mi sto innamorando di te?

Cambio argomento, mentendo. Infondo, sono sempre stata un’ottima bugiarda. Ma non con te. Con te, tutte le mie maschere non funzionavano. Tu riuscivi a vedere oltre ogni mia finzione. Oltre ogni mia più grandiosa recitazione.
Allunghi la mano sul tavolo, venendomi incontro. Timidamente, avvicino la mia. Le nostre dita si intrecciano, e lo sento di nuovo. Il fuoco che emerge, le scosse non appena ci sfioriamo, la sensazione che nessun’altra mano completerà mai più lo spazio fra le mie dita perché, ormai, ti appartiene. E poi, eccola qui che arriva, la prima volta più bella di quei primi mesi di frequentazione. La prima volta che mi ha terrorizzato più di tutte.

   «Piccola, io ti amo, questo devi capirlo.»

Ti sembra questo il modo di dirmelo la prima volta?! Così, di punto in bianco, al ristorante?!

Le mie paure emergono.

Come fai ad esprimerlo così facilmente? Perché io non riesco a dirtelo anche se mi sento esplodere per via di questo sentimento?

Abbasso lo sguardo, bofonchio qualcosa che non ricordo e poi parliamo di altro. Le nostre dita ancora sigillate fra loro.

Mi ami? Tu ami… me? Come puoi amare… me?

Le mie insicurezze emergono.

Mi hai detto la cosa più bella del mondo. Mi hai dimostrato che posso amarti liberamente. Hai colto la mia paura senza che te ne parlassi e l’hai colmata dicendomi di amarmi.
Quella sera non sono riuscita a fare altrettanto. Quella sera, e le volte successivi in cui mi dicevi “ti amo”, io non riuscivo a risponderti allo stesso modo. Le mie parole si bloccavano in gola. Benché ti amassi profondamente, non riuscivo a dirtelo. Le mie parole morivano ancora prima di uscire. Quell’amore mi terrorizzava a punto di essere spaventata anche solo all’idea di esprimerlo. E così, all’inizio, i tuoi “ti amo” restavano in sospeso. Ma infondo, lo sapevi, vero? Che anche io ti amavo, ma ero solo troppo spaventata per ammetterlo a me stessa. Hai avuto pazienza con me, davvero tanta. Immagino non sia stato facile dire quelle due meravigliose parole e non udirle in risposta. Ma non hai mai ceduto. Hai continuato a starmi accanto, ad amarmi giorno dopo giorno, fino a quella sera. Quella sera quando eravamo a casa mia, seduti sul letto matrimoniale. Parlavamo, ridevamo e scherzavamo. Eravamo noi, semplicemente noi, come sempre. Poi, iniziammo un discorso serio che non rammento. Ma ricordo cosa accadde dopo. Ricordo che quella serietà mi dimostro che noi eravamo tutto. Risa, pianti, litigi, gesti d’amore, dispetti, fiducia, rispetto, amore. Già. Noi eravamo amore. Ed è stato in quel momento che ho scardinato la porta della mia paura e te l’ho detto.

   «… perché io ti amo, e quindi… »

Non ricordo cosa ci stessimo dicendo prima, o come continuai la frase. Ma ricordo il tuo viso. Non ti guardai subito dritto negli occhi ma vidi che, mentre dicevo quelle parole, il tuo corpo si era come paralizzato. La tua espressione bloccata sulla sorpresa.

Non te lo aspettavi, eh? Nemmeno io credevo che sarei mai riuscita a dirtelo.

Quando finalmente incrociai i tuoi occhi scuri sentii il calore invadermi, di nuovo.

   «Lo hai detto, finalmente.»

   «Beh, non che ce ne fosse bisogno. Infondo è palese che… ti amo.»

Le corde vocali mi bruciavano ancora un po’ mentre lo dicevo. Ma era un dolore che, mano a mano che lo ripetevo, diventava un calore rassicurante.

Si, ti amo. Scusa se ti ho messo tanto. Grazie per aver aspettato. Giuro che, da oggi in poi, non smetterò mai di dirtelo. Giuro che, da ora in poi, non avrò più paura di amarti. Ti amo, e voglio che il mondo intero lo sappia. Non che del mondo mi importi, ma se considero che ora tu sei il mio mondo allora sì, ha importanza che il mondo sappia che ti amo.

Quanto ti amo.

E che lo farò un po’ per sempre.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: BabyLolita