NdA.
Le
citazioni sono una traduzione libera della canzone «I
don’t care»,
Fall Out Boy.
Questo non
è un ritorno: la fan fiction è tanto vecchia che
ormai pensavo non avrebbe mai visto la pubblicazione. Sono
incidenti di percorso.
Prima incest. Mi piace il confronto nell’espressione del
titolo, che c’è anche
alla fine: carte e ghiaccio in quel contesto sono due estremi che
davvero mi
piacciono, messi così. Sentiamo il giudizio del lettori.
Dedicata a Bleach Girl,
che si è degnata di recensire; un grazie anche a drfafy, che
ha aggiunto alle seguite.
Carte e
ghiaccio. ~
[ Dì il mio nome, e il suo nello
stesso
respiro, io
ti sfido a dire che hanno lo stesso sapore. ]
Chiudi gli occhi.
Stringi forte le palpebre, copri le labbra arrossate dagli affamati
baci,
nascondi i sospiri e i gemiti dei quali ti vergogni.
Una lacrima è la sola cosa che non ti riesce di trattenere,
la stessa che si
perde fra le coperte impregnate di voi, troppo simili per essere tanto
vicini.
I tratti del nobile viso si rilassano visibilmente, le dita che
scivolano
lentamente dal proprio volto alle spalle possenti, sentendo ogni fibra
dei
muscoli delle braccia contratta sotto il suo tocco leggero.
Due cuori che battono all’unisono, separati da una fragile barriera di carne ed ossa che
pare quasi pronta a cedere.
Due respiri che si mescolano, due corpi che si completano.
Parole rotte a mezz’aria, sibili trattenuti a fatica da una
lucidità che viene
sostituita dalla voglia di avere di più, di aumentare il
ritmo, e continuare,
senza fermarsi più, ancora, ancora...
La gola scoperta, rivolta al soffitto candido, viene assalita con foga
dalla
dentatura brillante.
A malapena ti sei resa conto del come,
ora che il sangue del legame indelebile macchia il lenzuolo, dolore
sorpassato
dalla prima dell’estremo piacere.
« N-Nar-... »
La tua invocazione viene bloccata da due labbra premute con forza sulle
tue,
tanto da toglierti il fiato.
« Ne-ji... » annaspi, finalmente libera di
respirare. Lo chiami ancora, e di
nuovo, e un’altra volta.
La tua voce sale, non t’importa più nulla, vuoi
solo sentire quel nome
scivolare su di te come un abito dipinto sulla pelle morbida.
La tensione dell’ultimo atto ti stravolge, ti riporta alla
realtà. Non sai se
ridere e piangere, nascosta in un castello di carte e ghiaccio.
– Ma lui adesso ti guarda.
[
Ti
sfido a dire che hanno lo stesso sapore. ]