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Autore: BabyLolita    16/12/2019    1 recensioni
Ricordi di un passato ormai lontano. Di come un'amore ormai decaduto, sopravviva ancora ad un presente che, sempre più, ti allontana da ciò che hai amato di più al mondo. Un racconto un po' romanzato un po' reale. Qualcosa che il tempo non sta riuscendo a cancellare in nessun modo...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il traffico scorre rapido, così come i miei pensieri. Persa nella mia mente osservo i colori della città che tutto illumina. Stiamo parlando, in auto, mentre i mesi trascorrono.

   «Cosa ne pensi delle canzoni di coppia?» ti chiedo poi, improvvisamente.

   «In che senso?»

   «Ma si, hai presente quando ti dedicano una canzone? Tipo: -ho sentito questa canzone ed ho pensato a te. A noi-.»

   «Mmmm… vorresti che avessimo una nostra canzone?»

Il mio cuore si ferma, ancora.

Oddio. Si, in effetti è questo che volevo. Ma…

Mi chiedo come fai a comprendermi così profondamente. A non aver bisogno di lasciarmi parlare per riuscire a leggermi dentro. A colmare ogni mio desiderio e paura.
Abbasso lo sguardo, arrossendo. Ricomincio a giocare con il lembo della giacca che mi hai regalato. Quella giacca che mi hai preso perché simile alla tua, così sembravamo uguali davanti agli altri. Una coppia in tutto e per tutto.

Tu sorridi, e non ho bisogno di guardarti per sapere che mi stai facendo uno dei tuoi sorrisi più dolci. Lo sento arrivare quel calore. Ormai, non serve nemmeno più guardarci. Abbiamo imparato a viverci senza osservarci. Alzi il volume della radio. In quel momento, risuona la voce di Marco Mengoni.

   «Mi piace questa canzone.»

L’ascolto attentamente, non avevo mai ascoltato davvero i suoi testi. La canzone è chiara, limpida e pulita. Mi scalda il cuore.

   «Sì, è bella.»

   «Allora sarà la nostra.»

Scoppio a ridere.

   «Non puoi scegliere una canzone così a caso!»

   «Certo che posso. Io posso tutto!»

Ti atteggi, come al tuo solito, ed io rido ancora più di gusto.

   «Ok, ok… quindi, da adesso, abbiamo una canzone tutta nostra?»

   «Esattamente.»

 

Riapro gli occhi. Sono nella nostra camera da letto. O, per lo meno, quella che era la nostra stanza. Ho gli occhi doloranti, le guance umide. Sto stringendo il pupazzo che mi hai vinto quando siamo andati a Gardaland. Nel silenzio della tua assenza, nelle mie orecchie, risuona ancora la nostra melodia.

“Io sono un guerriero
Veglio quando è notte
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre.

Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mantello asciugherò il tuo pianto

E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai”

Sono passati almeno 4 mesi da quando hai smesso di guardarmi. È passato quello che mi sembra un secolo. Alzo il volume dell’iPod. La nostra canzone mi distrugge i timpani e l’anima.

È tutto ciò che di te mi rimane.

Osservo il pupazzo, le lacrime riprendono a scorrere. Lo stringo forte, affondando nel mio stesso dolore.

Dove sei? Perché non sei più accanto a me?

Mi manchi.

   
 
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