Questa
è una sorta di storia a quattro mani, scritta con Celtica.
Non potete gustarvi
veramente “Appartamento 24” senza leggere
“Appartamento 25”. La storia è la
stessa. Per avere un senso, bisogna leggere anche l’altra. Io
mi concentro
sugli avvenimenti che coinvolgono B e Naomi, mentre Celtica si occupa
dei
nostri amati L e Light. Inutile dirvi che le vicende si fondono.
Immaginate
il tutto come una piccola sit-com. E… godetevi la lettura!
Se un corpo A
esercita una forza su un corpo B,
allora
il corpo B esercita sul corpo A una forza uguale e
contraria.
- Terza legge di Newton
II.
LA VOLTA IN CUI B GIURÒ
GUERRA A RYUZAKI
«Dov’è
il caffè?».
Spostò
lo sguardo alla sua destra, restando accovacciato sulla sedia a
mangiucchiare
cucchiaiate di marmellata. Naomi guardava confusa la dispensa e Beyond
non si
premurò di trattenere un sorrisetto. Si leccò le
labbra, mettendola al
corrente: «Temo sia caduto questa mattina… Una
scena orribile, sono lieto che
tu non abbia dovuto assistere».
Naomi
si portò le mani sui fianchi. Era spettinata, la faccia
ancora provata
dall’influenza. «Vuoi dire che l’hai
fatto cadere».
«Oh,
no, Misora. Te lo assicuro.» Intinse un dito nel barattolo,
girandolo come un
mestolo in una zuppa di fagioli. «Io ho solo spinto il
bicchiere che stava accanto
al barattolo del caffè. Dunque non è colpa mia,
ma della Dinamica».
Naomi
lo guardò malissimo. Quel volto serio lo rimbeccava in
silenzio, consapevole di
scontare ancora la sua punizione per quel barattolo di marmellata
caduto
invano, e non ne poteva più. Se possibile, Beyond si
gustò quell’espressione
contrariata con più piacere.
Ma
l’idillio finì quando sentirono bussare. Beyond
storse le labbra, prima ancora
che Naomi aprisse la porta rivelando la figura ricurva di Ryuzaki. Il
suono
delle sue nocche sul legno era inconfondibile.
I
capelli in disordine coprivano in parte gli occhi neri, che Beyond
conosceva
fin troppo bene. Tra le dita snelle, stringeva una tazza fumante.
B
si raddrizzò, improvvisamente attento, quando Ryuzaki la
porse a Naomi. «Ho pensato
che avresti gradito qualcosa di caldo, vista la situazione».
Le indicò con un
gesto il naso ancora arrossato e Naomi abbassò il capo.
«Grazie,
Ryuzaki. Sei molto gentile».
«Gentile?»
Beyond s’intromise, restando seduto. «Non sa
nemmeno come si prepara, qualcosa
di caldo. Molto probabilmente dovresti ringraziare il
giapponese col bel
sedere».
Ryuzaki
non sembrò curarsi della frecciatina. Si portò un
dito alle labbra, lo sguardo
fisso su un punto morto, riflettendo. «Bel sedere, dici? Non
ci ho fatto caso».
Naomi
boccheggiò, per nulla contenta di ritrovarsi in quel
discorso. Non poteva
importarle un fico secco se Light Yagami avesse un bel sedere, e ancora
meno
che il suo coinquilino e il suo vicino di casa lo avessero notato.
Tossicchiò,
accettando volentieri l’offerta di Ryuzaki. «Ad
ogni modo, apprezzo moltissimo
il gesto. È davvero carino da parte tua».
Beyond
non ne poteva più. Si alzò di scatto, afferrando
la mascherina bianca. La
indossò prima di avvicinarsi a Naomi. «Tutto
questo è ridicolo. Se volesse
davvero fare un gesto carino, ti avrebbe portato del
tè».
Ryuzaki
non batté ciglio. «A Naomi non piace il
tè».
Si
mordicchiò la lingua, certo di essere stato preso in fallo.
Da Ryuzaki, per
giunta. Certo che a Naomi non piaceva il tè, era la prima
stranezza che le
aveva fatto notare: una giapponese che non beve tè, assurdo!
«La
cioccolata va benissimo», rassicurò Naomi, prima
di lanciare un’occhiata
eloquente al suo coinquilino. B sapeva perfettamente ciò che
stava per dire.
«Dal momento che il caffè è
caduto. Maledetta Dinamica».
Un
sorrisetto storto apparve sul viso pallido di Ryuzaki. Era
così divertito, così
contento che Naomi lo stesse mettendo alle strette…
«Sono
sicuro che si tratti di una storia interessante».
«Infantile»,
lo corresse lei, prima di portarsi la tazza alle labbra. Beyond
arricciò la
bocca in una smorfia di fastidio, bloccando il polso della ragazza. Gli
occhi,
rossi, collerici, erano puntati sul vicino di casa.
«A
Naomi non piacciono le cose troppo zuccherate».
Era
la prima volta che usava il suo nome, ma era una sfida. Una sfida tra
lui e
Ryuzaki. Misora sembrò capirlo, e decise di non essere una
pedina. Si liberò
dalla stretta del coinquilino, bevendo un lungo sorso.
B
non fu rallegrato dall’espressione di disgusto che Naomi
tentò di nascondere,
né dal volto quasi rammaricato di Ryuzaki. Si era
intromesso, e Naomi
gliel’aveva concesso.
«Ti
dona».
Ryuzaki
puntò il dito verso la mascherina.
Rassegnati,
B. Non hai la minima chance, contro di me, sembrava dirgli in realtà.
«Lo
so», rispose, sfiorandosi la faccia col polpastrello.
«A differenza tua, a me
dona tutto».
Oh,
non ne hai la più pallida idea, Ryuzaki, era la traduzione esatta.
«Ne
sei tanto sicuro?» Si portò le mani nelle tasche
dei jeans, con una lentezza
allarmante. «Conosco qualcuno… Sì,
direi che devo proprio fare
quest’esperimento».
Naomi
aveva smesso di capirci qualcosa da diverso tempo. «Che
esperimento?»
«Il
Natale, mia cara Naomi Misora, è alle porte.» Uno
strano luccichio s’impossessò
dello sguardo di Ryuzaki. Era stato folgorato da un’idea
geniale, questo Naomi
l’aveva colto, ma continuava a non capire. «Buon
proseguimento di mattinata,
ragazzi».
B
scuoteva il capo, seccato.
Naomi
chiuse la porta, avvicinandosi a lui, ancora spaesata dalle parole del
vicino.
«Fa uso di droghe, secondo te?»
«Le
decorazioni» ringhiò quello in risposta,
più a se stesso che a lei. «Quelle
maledette decorazioni».
Girò
i tacchi, scuro in volto, avviandosi con passo grave nella sua stanza.
La
sbatté con rabbia, indispettito come un bambino, lasciando
da sola Naomi con
una tazza di cioccolata calda.
Lei
si guardò intorno, senza capire, e certa di non essere vista
da nessuno versò
quella melassa marrone nel lavello.
Erano
in soggiorno.
Beyond
raggomitolato sulla poltrona a sfogliare le pagine di un manga, e Naomi
accomodata sobriamente sul divano in cerca di articoli interessanti sul
web.
Le
voci di L e Light arrivavano dal corridoio.
Naomi
sollevò lo sguardo, puntandolo sulla porta chiusa. Poteva
già immaginarli, quei
due, mentre discutevano. «Secondo te, cosa sta succedendo
là fuori?»
«Decorazioni
natalizie», la risposta di Beyond fu lapidaria. Aveva ancora
il dente
avvelenato per quella mattina, ed erano ore che non le rivolgeva la
parola. Si
era rinchiuso nel suo guscio di mutismo, rimuginando sulle parole del
suo
stupido vicino di casa. Al paragone che aveva osato
pensare.
Se
solo Naomi non fosse così educata.
Beyond
poteva sentire lo sguardo curioso della coinquilina su di
sé, ma lo ignorò.
Molto probabilmente si stava chiedendo cosa facesse nella vita, come si
guadagnasse da vivere, cosa diavolo ci facesse in
quell’appartamento con lui…
Adorava
vederla lambiccarsi il cervello in quel modo. Lo divertiva. Le
scoccò
un’occhiata, abbandonando per un attimo la lettura.
«Davvero non l’hai
ancora capito, Misora?»
Si
godette ogni minimo cambiamento sul suo volto. Il modo in cui
corrugò le
sopracciglia, stropicciò le labbra struccate e
posò gli occhi oltre la porta.
Poi la vide alzarsi e procedere verso il corridoio. «Che
succede?», le sentì
dire, poi tornò con la testa tra le pagine del suo manga.
Si
concentrò sui disegni, sulle didascalie e su ogni parola,
finché non sentì quel
rumore. Quell’odiosissimo rumore. Il rumore
più orribile del mondo.
Era
furente. Non poteva crederci. Quasi non travolse Naomi per la fretta
con cui
avanzò verso Ryuzaki, il dito proteso verso di lui come per
maledirlo. «Non
vorrai davvero appendere quella roba? Di nuovo?»
Note:
Come
sempre, vi ricordo che “Appartamento 24”
è gemella ad “Appartamento 25”. Non
potete leggere l’una senza l’altra.
Appartamento
25:
«Più
a destra, Light.»
Light
sbuffò sulla scala. Si allungò verso destra,
sopra la porta dove il numero 25
era affisso a lettere dorate. Poco sotto c’era una campana
natalizia.
«Adesso
com’è?»
«Ancora un po’ a
destra,
Light.» L sorrise, riconoscendo una nota
d’impazienza nella voce del suo
coinquilino. «Ora è troppo a
destra, Light.»
«Potresti smetterla di dire
il
mio nome, per favore?»
La scala traballò ancora. L
puntò i piedi contro l’acciaio per tenerla ben
ferma.
«Un po’
più a sinistra.»
«Senti, Ryuzaki,
perché non
sali tu qui sopra e io ti tengo la scala?»
«Ti prego, Light, non essere sciocco.» L seguì la linea delle gambe di Light, puntando lo sguardo poco più in alto. «Ho una vista migliore da qui. E poi non vorrei mai che mi guardassi il sedere…»
CONTINUA A LEGGERE...
Piccole
precisazioni: non ho la più pallida idea se a Naomi piaccia
il tè o meno, ma
per questioni di trama… :)
Nel
romanzo ha sempre bevuto caffè - soprattutto con B -, quindi
nel mio cervello
questa povera ragazza è una drogata di caffeina. E va
benissimo, perché il
caffè è una religione.
Sappiate
solo che… IL TERZO CAPITOLO. Il terzo capitolo - Celtica, ti
adoro! - vi farà
divertire moolto. Ma, soprattutto, ci sarà del
fluff.
Grazie
a chiunque sia arrivato fin qui. Grazie a chi ha recensito gli scorsi
capitoli.
Grazie a chi sta apprezzando questa storia e grazie a chi
deciderà di lasciare
il proprio parere.