Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    24/12/2019    5 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Reiner afferrò il fascicolo, leggendo con attenzione la pagina che gli stava mostrando Armin.
Il suo volto si fece pallido, sgranò gli occhi e quasi perse l'equilibrio, dovendosi appoggiare al compagno, per non cadere.
Jean lesse a sua volta la pagina, quindi afferrò l'altro per le spalle, abbracciandolo e cercando di farlo calmare.
"Calma, respira." disse, poi si rivolse agli altri "Noi andiamo di sopra, voglio informare anche Connie e Sasha di quello che è successo."
Lo prese per mano e salì al piano superiore, fermandosi poco prima della stanza dei due neogenitori. Afferrò entrambe le mani del compagno e lo guardò negli occhi, poggiando la schiena al muro.
Il marleyano era visibilmente agitato, aveva gli occhi lucidi e il fiato corto. Di certo non era il solito guerriero di 22 anni che Jean conosceva, e le notizie che aveva appena ricevuto lo avevano turbato parecchio.
Lo baciò, cercando di farlo distrarre, finché non sentì le lacrime solcargli le guance, quindi lo lasciò sfogare, tenendogli una mano tra i capelli mentre Reiner piangeva contro il suo petto.
"Mia madre..." sussurrò il biondo titano, rimanendo stretto al compagno "Lei... pensava fossi morto..."
"Mi dispiace,  Reiner..." rispose l'altro, baciandogli teneramente la testa "Mi dispiace davvero..."
Il giovane uomo fece un respiro profondo, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano, e guardò verso la porta della coppia di neogenitori. 
"Jean, cosa devo fare?" chiese "Come... come devo comportarmi? Intendo dire... Faye, i suoi bambini... e Eren... in fondo Faye è sua sorella..."
"Siete entrambi vittime di quell'uomo." lo rassicurò "Tu non potevi sapere cosa avrebbe fatto con quello che avevi dovuto dare, e lei non era a conoscenza delle malefatte che colui che credeva essere suo padre ha fatto agli Eldiani. Eren lo sa questo, e di certo non ti prenderà a calci come ha fatto con me quando ha scoperto che sono il padre di Ymir. Da quello che ho visto manca ancora del tempo al parto, decideremo tutti insieme cosa fare... sono figli tuoi, credi davvero che ti lascerei da solo ad affrontare questa cosa?"
Restarono per qualche secondo in silenzio, stretti l'uno all'altro, finché Reiner non coinvolse il compagno in un dolce e intimo bacio. Più passava il tempo e più trovava motivi per non poterlo non amare, nonostante tutto, nonostante il dolore che gli aveva provocato in passato, nonostante fossero stati nemici anni prima... nonostante tutto amava Jean.
Si separarono, sorridendosi, poi il ragazzo di Trost bussò alla stanza dei suoi amici ed entrò. 
Sasha era ancora a letto, semiseduta, con la schiena poggiata su una pila di cuscini; aveva Sunny in braccio e le stava dando da mangiare mentre Connie le coccolava entrambe, perso in quelle sensazioni che Jean poteva capire, nonostante non avesse avuto la possibilità di essere presente in ogni momento della vita della figlia, almeno per ora.
"Ehi, disturbiamo?" chiese, a voce bassa, facendo qualche passo verso il letto.
"Entrate. Sunny ha quasi finito di mangiare." li invitò la giovane, carezzando la guancia della piccola "La piccolina aveva fame."
I due si avvicinarono, prendendo due sedie ed accomodandosi vicino alla coppia.
"È perfetta, vero?" sussurrò il neopapà, con lo sguardo innamorato sulla figlia.
"Hai ragione, è proprio bella." ammise Jean, sincero, accennando un sorriso "Comunque di sotto è successo un casino... sono arrivate delle persone da Marley..."
"Chi sono? Spero nessuno per i gemelli di Annie..." chiese Sasha, preoccupata. 
"Si tratta dei nonni di Eren, assieme a mia cugina e un suo amico, e... un'altra persona." spiegò Reiner.
"Questa persona è la sorella gemella di Zeke, che si credeva morta alla nascita." continuò il ragazzo di Trost, stringendo la mano del compagno "Da quello che abbiamo scoperto, in realtà era viva, l'ha adottata proprio il medico fissato con i gemelli e l'ha usata per degli esperimenti a sua insaputa. Al momento è incinta di due bambini, non credo manchi molto al parto, credo sia più o meno come Annie, ma c'è un un altro problema..."
"Quale?" chiese Connie, prendendo Sunny per farle fare il ruttino, dopo la poppata. 
"Il padre sono io." completò il biondo "Il bastardo ha usato un campione di sperma che sono stato costretto a donare tempo fa e che era stato congelato."
Si fece silenzio, che venne rotto poco dopo da qualcuno che bussava alla porta. Connie restituì la bambina alla compagna e andò ad aprire, facendo entrare Levi, condotto per mano da Gabi e Falco, i due bambini appena arrivati.
"Sotto non ci volevano tra i piedi." riferì, schietta, la ragazzina "Devono parlare di cose da adulti, quindi ci hanno detto di portare il marmocchio qui."
"Io no tono mocchio!" rispose Levi, gonfiando il petto "Io chiamo Levi Gegghe!"
"Va bene, entrate, ma non fate confusione, Sunny si è appena addormentata."
Levi corse dentro, arrampicandosi poi sul letto per ammirare la nuova nata.
"Bimba bella!" disse, mostrando un sorriso luminoso "Bava, tata, fatto lavoro bene!"
Il giovane  neopapà sorrise, scompigliando i capelli al bambino, e scosse la testa, divertito.
Gabi e Falco si fecero avanti, affiancando Reiner. La ragazzina lo guardò, preoccupata, ma poi il suo sguardo venne catturato dalla mano del cugino, ancora stretta in quella di Jean. Si spostò davanti alla coppia e riservò loro uno sguardo serio, rivolgendosi poi al più giovane dei due.
"Tu sei il fidanzato di mio cugino?" chiese, a bruciapelo.
"Gabi, cosa..." tentò di obiettare il biondo, mettendo le mani avanti.
"Tranquillo, Reiner, la zia sospettava già da tempo che a te piacessero i ragazzi..." lo interruppe lei, prendendo Jean per il colletto "Quanto a te... sappi che se lo fai soffrire ti prenderò a calci in culo finché non sarai più in grado di sederti per il resto della vita."
"Tranquilla, ragazzina, non ne ho nessuna intenzione." la rassicurò il ragazzo di Trost.
Il Titano Corazzato sorrise, sporgendosi verso il compagno e dandogli un veloce bacio sulle labbra, proprio mentre la porta si apriva di nuovo; Armin comparve, scortando Annie e Mikasa.
"Mama!" esclamò Levi, saltando giù dal letto e correndo incontro alla madre adottiva, che lo prese in braccio e gli sorrise, sfiorando teneramente i loro nasi.
I nuovi arrivati si avvicinarono al letto, osservando la neonata e facendo i complimenti ai genitori, quindi le due giovani donne si sedettero al posto di Reiner e Jean, che cedettero loro le sedie.
"Qualche novità?" chiese il ragazzo di Trost, preoccupato.
"Hanji ha richiamato il medico. Ha voluto che venisse fatto un controllo alla sorella di Eren." riferì Armin "E il dottore, dopo averla visitata, ha detto che non sta molto bene, è a rischio di parto anticipato e deve stare a riposo."
"Capisco... cosa si fa allora?" replicò Jean, pensieroso.
"Resteranno tutti qui come rifugiati, esattamente come Annie e Reiner. E dovremo assicurarci che siano al sicuro." disse Armin, passando teneramente una mano tra i capelli della compagna.
Eren e Hanji li raggiunsero poco dopo. Il giovane era visibilmente preoccupato, ma si sforzò di sorridere per non turbare il figlio, al quale scompigliò i capelli, dopo aver baciato la compagna.
"Ho fatto preparare delle stanze per i nuovi arrivati, in questo stesso stabile." riferì la comandante, dopo qualche minuto "Qui a Shigashina sono al sicuro. Quanto ai due ragazzini..." si rivolse a Gabi e Falco, seria "Voi dovrete andare a scuola. Qui abbiamo l'obbligo scolastico fino a 12 anni, per cui dovrete recuperare tutto; vi farò avere un'insegnante privato per mettervi in pari col programma, e in seguito verrete iscritti alla scuola del distretto. Mi aspetto da voi massima collaborazione, e una volta finito vedremo cosa fare."
I due bambini annuirono, senza replicare. Erano consci di dover sottostare alle loro leggi, e di sicuro non erano nella condizione di avanzare troppe richieste, per cui l'unica cosa da fare era accettare il loro destino.

   
 
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