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Autore: Flos Ignis    04/01/2020    1 recensioni
Storia ambientata alla fine della seconda stagione: Valentine e Sebastian sono morti, Lilith non è mai stata evocata e tutti gli eventi della terza stagione non sono avvenuti, sebbene in futuro potrei prenderne spunto.
L'ispirazione è giunta grazie alla puntata 2X05, in cui compare la strega Iris e la sua pozione, che consente alle donne shadowhunters di rimanere incinte dei demoni. Mi sono chiesta... e se non fosse stata solo Clary a berla?
Una storia d'amore che darà vita a una nuova generazione, una in cui il sangue degli angeli e quello dei demoni mescolato insieme sarà capace di rivoluzionare i vecchi pregiudizi di Cacciatori e Nascosti.
Dal prologo:
Non seppe di preciso cosa andò storto, ma doveva aver sbagliato qualcosa durante la preparazione, o non si spiegava il motivo per cui pochi secondi dopo si ritrovò piegato sul lavandino a rimettere tutto il contenuto del suo stomaco, sentendo dei tremendi conati che gli fecero girare la testa per svariati minuti.
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Un colpo di spada fu l'ultima cosa che servì per annientare il demone Shax che aveva aggredito un gruppetto di mondane appena uscite dalla discoteca dietro l'angolo.

Jace storse il naso nel vedere quanto fossero giovani quelle ragazzine: non c'era da stupirsi fossero state prese di mira, quel tipo di demone adorava la carne fresca.

Isabelle era parimenti disgustata, con il suo nasino fine arricciato e le labbra stirate in una linea sottile sembrava più una bella bambola che la letale guerriera che in realtà era; spostando lo sguardo dalla sorella, Jace incrociò gli occhi verdi della sua ragazza, che si era svelata per controllare che quelle ragazze stessero effettivamente bene e salissero su un paio di taxi sane e salve.

Quando se ne fu assicurata tornò da loro, la nuvola infuocata dei suoi capelli le dava un aspetto quasi spettrale alla luce delle loro lame angeliche.

Jace la trovò ancora più bella, se possibile.

-Abbiamo finito per stanotte?-

-Sì, questo era l'ultimo. Possiamo tornare in Istituto, fare rapporto e dormire fino alla settimana prossima?-

-Mi spiace Izzy, ma per stavolta lascerò a voi ragazze il rapporto.-

-Dove sarebbe la novità?-

-Spiritosa. Devo andare da Alec, mi ha chiesto di passare da lui appena possibile e approfitteremo della vostra assenza per una volta per darci a sani passatempi virili.-

Clary lo guardò con un mezzo ghigno sul volto, prima di avvicinarsi alla mora, per abbracciarla con calore. L'altra sembrava più che felice di quel gesto affettuoso, ma la sorpresa iniziale lasciò il posto a un ghigno identico che non presagiva nulla di buono.

-Tu vai pure da Alec, io e Izzy abbiamo una serata tra ragazze in sospeso. Sai, le solite cose... parliamo di trucchi, di ragazzi, della migliore biancheria per sedurre voi uomini virili...-

-...e non dimenticarti delle coccole che ci concediamo, visto che ci sentiremo molto sole senza voi maschietti in giro.-

Jace le guardò con la bocca spalancata dallo stupore, anche se solo per un attimo: fu sufficiente a far scoppiare le due ragazze a ridere come delle matte, tanto che a un certo punto si tennero la pancia e si asciugarono le lacrime dovute a tanta ilarità.

-Sì sì, prendetemi pure in giro... troverò il modo di farvela pagare!- Jace fece una smorfia, ma vedere le due donne della sua vita ridere così di gusto per uno scherzo così arguto compensò il fatto di esserne stato vittima.

-Non vedo l'ora, Jace.-

-Io cedo volentieri la mia punizione a Clary, sono convinta che apprezzerai di più farle pagare anche lo scotto del mio divertimento!- Izzy fece un occhiolino a entrambi con la sua migliore espressione maliziosa, evidentemente divertita.

-IZZY!-

-Che c'è? Volete negarlo?-

Il silenzio della coppia fu abbastanza eloquente, per cui si ritenne soddisfatta e, prendendo a braccetto la sua amica, si accomiatò dal fratello velocemente, non vedendo l'ora di infilarsi sotto le coperte per riposare.

-Salutami Alec e digli che verremo a fargli visita non appena avremo recuperato un po' di forze.-




Alec si sentiva abbastanza bene quella mattina. Le nausee erano praticamente scomparse e, anche se per compenso il suo appetito era raddoppiato, non poteva certo lamentarsi di riuscire ad avere finalmente dei risvegli meno bruschi.

Magnus lo trattava ancora con i guanti bianchi, ma perlomeno cercava di non essere troppo soffocante da quando si era sfogato con lui sul fatto che si stava sentendo praticamente in trappola. Tutto sommato, la situazione in casa era gestibile, amava Magnus ogni giorno di più, era entrato nel quarto mese di gravidanza e Catarina, nonostante le preoccupazioni riguardanti il parto, gli aveva assicurato che per ora sia lui che suo figlio stavano benissimo, e che la sua lenta metamorfosi stava procedendo senza conseguenze dannose per la sua salute.

Il moro aveva davvero bisogno di piccoli motivi per essere felice, perchè le sue preoccupazioni aumentavano di pari passo con la sua pancia.

Se prima si trattava solo di abituarsi a cavarsela con meno marchi e a vedersi con lineamenti più morbidi, ora era innegabile la rotondità crescente del suo ventre.
Catarina gli aveva spiegato che ormai il bambino si era del tutto formato, aveva dieci dita dei piedi e delle mani, due orecchie e un piccolo nasino, mentre i suoi organi interno dovevano ancora svilupparsi a dovere. Era normale che pretendesse il suo spazio nel suo corpo e Alec era immensamente felice di averlo in sè, nonostante l'incredulità ancora facesse capolino di tanto in tanto nella sua mente.

Ormai non poteva più uscire di casa senza camuffarsi in qualche modo, che fosse con un marchio o un incantesimo del suo fidanzato, non poteva permettersi leggerezze: fin'ora nessuno aveva saputo nulla, ma non poteva continuare così. Se il suo aspetto poteva essere camuffato in qualche modo, tutto il resto, come gli sbalzi d'umore, la dimensione effettiva della sua pancia e i conseguenti rallentamenti dei movimenti, la diminuzione dei suoi marchi... no, quelle non erano cose che potevano essere nascoste ancora a lungo.

Anche la sua trasformazione, se si fosse compiuta completamente, sarebbe stata impossibile da nascondere.

E quando il suo bambino fosse venuto al mondo? Confidava in Magnus con tutto se stesso, sapeva che avrebbe trovato una soluzione per farlo nascere in sicurezza, ma una volta che fosse nato come l'avrebbero cresciuto? Di certo, non potevano tenerlo nascosto al mondo intero. Non per sempre.

Si mise le mani sulla pancia, proteggendo anche da fuori quella vita che amava già così tanto, e fu in quel momento che lo sentì per la prima volta.

Fu un piccolo colpo, appena percettibile in realtà, ma lo percepì benissimo: un calcetto, proprio contro il palmo della sua mano gli disse che suo figlio lo stava salutando. Era come se gli avesse appena detto: "ehi, so che stai pensando a me, sono qui, sono reale!"

Alec dovette asciugarsi una lacrima mentre ridacchiava dolcemente, con il cuore praticamente sciolto a causa della dolcezza.

Aveva sentito il suo cuore negli ultimi mesi, ma erano stati loro a cercarlo; questa volta, per la prima volta, suo figlio si era fatto sentire di sua iniziativa, annunciandosi per la prima volta in un momento di sconforto del suo papà.

E l'amore che provava già per suo figlio diventò sconfinato, e Alec finalmente seppe cosa avrebbe dovuto fare come prossima mossa.




Jace aveva davvero un pessimo presentimento.

Il messaggio di Alec in realtà era stato sintetico e diretto come sempre, ma quella richiesta improvvisa non poteva voler dire solo che suo fratello avesse avuto improvvisamente voglia di vederlo.

Certo, lui era magnifico, ma Alec non era esattamente il tipo da chiedergli di andare a trovarlo a casa solo perchè era lo shadowhunter più sexy della loro generazione. 

Non si disturbò nemmeno a bussare, sapeva che Alec stava percependo il suo arrivo e che gli avrebbe fatto trovare la porta aperta. 

E come volevasi dimostrare...

Si introdusse senza nemmeno dover usare una runa dell'apertura nell'edificio, e quanto arrivò davanti alla porta la aprì, essendo già appena socchiusa.

Il suo parabatai lo stava già guardando con quei suoi impossibili occhi blu, il suo sorriso storto inimitabile già sul volto e una tazza di caffè in mano.

-La tua metà più scintillante non ti aveva proibito il caffè fino alla nascita del piccoletto?-

Una pacca sulla spalla e le armi gettate in un angolo del salotto annunciarono in grande stile il suo arrivo, ma Jace non se ne curò, troppo abituato al suo essere caotico, ma stranamente nemmeno Alec ci badò nonostante la sua propensione al controllo e all'ordine.

Altro punto a favore della sua cattiva sensazione.

-Infatti questo è per te, io mi preparo una tisana. Vieni di là con me, dobbiamo parlare.-

-Non mi sono mai piaciute da queste parole, fin da quando Maryse ce lo disse da piccoli quando ci sgridò per aver portato Max nella sala delle armi.-

-Non scherzare, si tratta di una cosa seria.-

Ed ecco la dimostrazione che ho sempre ragione. Per l'Angelo, a volte essere perfetto è uno svantaggio...

-Sono qui per te, fratello.-

Allora Alec iniziò a parlare e non si fermò per diversi minuti, passandosi più volte le mani sullo stomaco in maniera protettiva, carezzando suo figlio attraverso il ventre rotondo. La sua voce era rimasta calma, lucidamente spietata e crudelmente ragionevole come solo uno shadowhunter, un leader, potrebbe fare e Jace quasi si spaventò.

-Ti chiedo di giurare sull'Angelo, Jace. Giurami di farlo, ma soprattutto di non dire a nessuno quello che ti ho appena chiesto di fare. Devi giurarlo su Raziel, sul nostro legame parabatai.-

-Mi stai chiedendo troppo, Alec... davvero troppo. Non potrei mai... non ce la posso fare. Sai che per te farei qualsiasi cosa, morirei per te, ucciderei... ma questo è completamente diverso.-

-Non posso affidarmi a nessun altro per questo.-

-Perchè nessuno oserebbe anche solo pensare...-

-Ti prego. Si tratta della vita di mio figlio.-

-E della tua che mi dici?-

-Alla mia posso badare da solo. Non c'è nulla che nessuno possa fare, non più di quanto si stia già facendo in questo momento. Le ricerche che Magnus, Izzy e Catarina stanno svolgendo sono tutto quello che possono fare per me. Questo invece è quello che io posso fare per assicurarmi che mio figlio sia al sicuro...-

-Sacrificando la tua vita?-

-Jace, ti prego...-

-No. Tu sei mio fratello, il mio parabatai. Se tu muori, metà del mio spirito morirà con te e io non ho intenzione di sopravvivere per condurre un'esistenza a metà. E hai pensato al resto della nostra famiglia? Al tuo fidanzato? Come la prenderanno?-

Il volto di Alec si contrasse per il dolore nelle parole di suo fratello, per ciò che gli stava chiedendo e per tutto quello che avrebbe comportato la sua egoistica richiesta.

Ma il suo bambino rischiava così tanto...

-Ti prego. Potrebbe essere la mia ultima richiesta. Ti prego, Jace.-

E Jace sentì la paura e la determinazione di Alec, la sua risolutezza adamantina e il terrore profondo, quei due sentimenti estremi che lo strattonavano nella stessa direzione pur essendo tanto diversi. Il suo bambino era il centro di tutto, era diventato il cuore stesso di Alec e non c'era niente, niente, che suo fratello non avrebbe fatto per le persone che amava. Ed ecco perchè gli aveva chiesto anche di mantenere il segreto: nessuno gli avrebbe permesso di sacrificarsi e sapeva che, se avesse potuto, non avrebbe confessato le sue intenzioni nemmeno a lui.

-Jace, non c'è altro modo in cui preferirei andarmene se non per proteggere una persona che amo. Se potessi farei tutto da solo, ma non sarò nelle condizioni. Non può farlo nessun altro se non tu. Se me ne andrò per mano di mio fratello, potrò riposare in pace.-

Jace versò una lacrima, una sola. Aveva versato poche lacrime in tutta la sua vita, ma quel tributo era dovuto per il coraggioso Alec, con gli occhi blu fissi su di lui, determinati e imploranti.

Arrivati a quel punto, aveva davvero solo una scelta.

-Hai vinto. Ti giuro su Raziel e sul nostro legame di parabatai che quando nascerà tuo figlio, se si dovesse compiere una scelta, salverò il tuo bambino anche a discapito della tua vita e nonostante le proteste di chiunque. Veglierò su di lui per la vita, con la mia vita e lo proteggerò.-




  
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