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Autore: lmpaoli94    07/01/2020    0 recensioni
1893.
Nel mentre sul nuovo ponte di Londra che si affacciava dinanzi alla famigerata Torre londinese dove venivano rinchiusi i più importanti criminali politici del passato, si consumò un furto di pietre preziose che ammontò a milioni di sterline.
Gli operai impegnati ad ultimare la costruzione della torre furono tutti licenziati, ritardando la fine della costruzione.
Ma Richard Janson, uno dei muratori del ponte, non riuscendo ad accettare simile decisione, si mise indagare personalmente.
Ma non avrebbe mai immaginato che dietro il furto alla Torre di Londra si potesse consumare un omicidio talmente rude da richiamare l’attenzione della stampa di tutto il regno.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra
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Richard Janson era un umile operaio che passava le sue giornate insieme agli altri suoi compagni alla costruzione del Tower Bridge di Londra.
L’uomo, un individuo di trent’anni, era uno dei pochi che svolgeva ogni singola mansione detta dagli architetti e dagli ingegneri del posto che coordinavano la costruzione dell’imponente ponte.
< Anche questa mattina piove > fece un compagno di Richard < Quando potremmo vedere un po’ di sole? >
< Purtroppo per te devi aspettare la primavera, Steven > rispose Richard < Anche perché siamo in pieno inverno. >
< Odio il tempo di questa città. Mi deprime molto. >
< Allora cambia città. >
< E come faccio? Non ho una sterlina in tasca. Mi piacerebbe fare fortuna in America, ma come faccio se sono sposato e ho quattro figli oltre che una moglie che devo sfamare? >
< Dovevi pensarci prima, non ti pare? >
< Certo. Tu parli facile, amico mio… Hai soli trent’anni con tutta la vita dinanzi, mentre io ho appena compiuto cinquant’anni. Sono molto più vecchio di te. >
< Ci sono un sacco di persone della tua età che emigrano in posti più ricchi come gli Stati Uniti e l’Argentina. Devi solo trovare il coraggio. >
< Io il coraggio ce l’avrei, ma che cosa dico ai miei figli e a mia moglie? >
< Porta via anche loro, no? >
< Non è facile, Richard. >
< Io non saprei come aiutarti, Steven… La mia unica preoccupazione è finire questa torre e cercare un altro lavoro altrove. >
< Perché? Non vuoi continuare a fare il muratore? >
< Sono sette anni che non smetto di lavorare su questo monumento. Ho bisogno di cambiare. >
< E cosa pensi di fare? >
< Ho pensato al fattorino in un albergo molto prestigioso di questa capitale. Tu non lo sai, ma oltre all’inglese conosco bene il francese e l’italiano. >
< Da quando in qua, scusa? >
< Quando ero molto piccolo, i miei genitori mi portarono a Lille dove ci rimanemmo per quasi dieci anni, mentre conosco la lingua italiana perché i genitori di mia madre sono originari di Perugia. >
< Senti un po’… Ma perché sei venuto a stare a Londra? >
< Perché i miei genitori amano questa città… Anche se n0on riesco a capire che cosa c’è di bello passeggiare con tutte queste persone e lo smog delle ciminiere che oscurano tutto il paesaggio. >
< Quindi anche tu vorresti cambiare città? >
< Sì. Ma non ho fretta… Come hai detto tu, ho tutta la vita dinanzi. >
< Non tardare troppo, Richard. La vita non è così lunga come può sembrare. Il pericolo è sempre in agguato. >
< Dici che posso incorrere in qualche agguato? >
< Ma tu ci vivi a Londra oppure no? Li leggi i giornali? >
< Purtroppo non ho mai tempo. >
< Ci credo. Pensi solo a lavorare e basta. >
< Lo dovremmo fare tutti, non trovi? Almeno a questo punto tutto il ponte poteva essere ultimato. >
< Allora vedi di dare il buon esempio, Janson. >
< Mi scusi, Signor Stevenson. Non perderò più tempo. >
< E colpa mia ingegnere che l’ho distratto. >
< Rimettetevi al lavoro tutte e due. Non vi paghiamo per parlare. >
< Sì, certo. >
Appena l’ingegnere che coordinava i lavori si fu allontanato, Richard se la prese con il suo compagno.
< Lo vedi? Dobbiamo solo lavorare e stare zitti. >
< Quando lo capiranno che non siamo come muli da soma? Siamo esseri umani, dannazione! >
< La maggior parte degli operai sembrano davvero proprio come li hai descritti tu, Steven. >
< Credo di aver bisogno di fermarmi… Ho la schiena a pezzi. >
< Ma se l’ingegnere vede che ti sei fermato, passeremo un sacco di guai. >
< Digli pure che ripassi. Non ho paura di lui. >
Ma una volta che Steven si allontanò dal cantiere, i suoi occhi stanchi videro qualcosa di molto curioso tinto di rosso appena sotto la torre di destra.
< Richard, vedi anche tu quello che vedo io? >
< A cosa ti riferisci, scusa? >
< Che cosa sono quelle scritte? >
< Quali scritte? >
< Ma sei cieco? Vieni con me. >
Prendendolo per un braccio, Steve lo portò appena sotto la torre.
< Accidenti! Non l’avevo notato prima… E’ scritto molto male, ma si riesce a leggere lo stesso cosa c’è scritto: “Morte all’ingegnere Stevenson.” >
< Cavolo! Bisogna subito avvertirlo, altrimenti… >
< Vi ho già visti una volta battere una fiacca, ma questa volta non avrò piena per voi due > irruppe l’ingegnere con tono furioso < Sì può sapere che cosa state facendo qui? I lavori devono essere ultimati in cima alle due torri. >
< Lo sappiamo, ingegnere. Ma vede… Abbiamo trovato una cosa che potrebbe darle da pensare… >
< Che vuoi dire? >
Guardandosi dritto negli occhi, Steve e Richard si fecero largo per far leggere il messaggio all’ingegnere.
Dopo averlo letto per un paio di volte, l’ingegnere Stevenson fissò i due operai con sguardo sorpreso e pieno di rabbia.
< Siete stati voi due? >
< Assolutamente no, ingegnere. L’abbiamo trovato solo adesso. >
< Non mentite! Queste offese sono troppo gravi per rimanere impunite! >
< Il mio compagno ha ragione, ingegnere > fece Richard < Noi non centriamo nulla in questa sotria. Lo giuriamo. >
Guardandoli con fare circospetto, alla fine Stevenson dovette prendere la decisione in mano prima che gli fosse sfuggita al controllo.
< I lavori si fermano qui per oggi. Ho bisogno di parlare con tutti voi. >
< Con tutti i 432 operai? Ingegnere, se ha deciso di interrogarli tutti, ci metterà molto tempo. >
< Allora cosa devo fare, secondo voi? >
< Se vuole possiamo essere noi ad aiutarla? >
< Come? >
< Si fidi di noi, ingegnere. Nel corso die giorni abbiamo visto molta gente strana che tramava qualcosa di oscuro > mormorò Steve.
< E perché non me l’avete detto prima? >
< Perché non avevamo le prove… Sta di fatto che secondo me succederà qualcosa di molto strano tra non molto. Dobbiamo solo tenere gli occhi aperti. >
< E ditemi una cosa, voi due: pensate davvero che mi debba fidare? >
< Credo che non ha altra scelta, ingegnere… Se vuole possiamo aiutarla, altrimenti lei è da solo contro 432 operai. Mi capisce, vero? >
Riflettendo sulle parole di Richard e Steve, alla fine l’ingegnere Stevenson accettò di farsi aiutare dai due ragazzi.
< E va bene. Mi fiderò di voi. >
   
 
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