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Autore: Sweetserialkiller    08/01/2020    3 recensioni
Tre paia di occhi vennero puntati su di loro, e Amy rimase di stucco nel constatare che il terzo paio di occhi apparteneva al ragazzo di cui, anni prima, aveva tanto pianto la morte.
Le sue gambe si mossero da sole, e in poco meno di un secondo si ritrovò con le gambe attorno al busto dei giovane.
< Oh mio dio… tu sei…>
< Vivo e vegeto> la interruppe lui, tenendole le mani sotto le cosce per sorreggerla.
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< Appena tornati al quartier generale chiederò di cambiare partner>
Queste parole colpirono profondamente la ragazza.
< E per quale motivo, di grazia?> chiese accennando un falso sorriso.
< Perchè non sei professionale> ringhiò frustrato lui.
Lei sgranò gli occhi allibita.
< Io non sarei professonale? Chiedo scusa, ma non sono io quella che deve dimostrare qualcosa a se stessa solo perchè ho dei conflitti interiori>
< Hai iniziato tu però, come vuoi metterla ora?>
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Padre > chiamò con voce indecisa, mentre seguiva l’ombra che era apparsa dinanzi a lei.

< Padre aspettami >

Iniziò a correre tentando di non perdere quella sagoma scura che aveva attirato la sua attenzione.

La figura entrò in un vicolo, che aveva tutto meno che un’aria rassicurante.

All’improvviso un muro le si stagliò davanti, bloccandole la strada. Si guardò attorno, ma l’uomo che stava seguendo si era volatilizzato lasciandola sola e confusa.

Fece per girarsi tornando sui suoi passi, quando un gruppo di uomini armati le bloccò ogni via d’uscita. Quello che sembrava essere il capo, teneva una figura incappucciata davanti a sé, puntandole una pistola alla tempia.

< Chi siete? > chiese Amy con voce sicura, cercando di non far trapelare la paura che in realtà provava in quel momento.

Paura, non per sé stessa, ma per l’ostaggio tra le mani del bandito. Conosceva fin troppo bene quegli abiti. Quel camice logorato che aveva avuto l’onore di indossare qualche volta durante la sua infanzia.

Il cappuccio venne levato, rivelando l’identità dell’ostaggio.

Suo padre se ne stava a capo chino di fronte a lei, in attesa della sua infausta sorte, senza il coraggio di incontrare il suo sguardo.

< No per favore, aspettate… vi prego > iniziò a supplicare quegli sconosciuti.

Il rumore del colpo che partì fù abbastanza forte da coprire l’urlo che uscì dalle labbra della ragazza. Il corpo esanime del padre cadde a terra, con gli occhi sbarrati e un buco nella tempia.

Amy si portò una mano alla bocca, tentando di reprimere un singhiozzo. Ma il peggio arrivò quando il corpo a terra si rialzò, assumendo però un’altra forma. Ora l’ostaggio era un ragazzo giovane, dai capelli biondi e gli occhi di un glaciale azzurro ghiaccio.

Anche il corpo dell’assassino stava lentamente mutando, assumendo le fattezze di una donna dai tratti somatici indefiniti, poiché era poco più di un’ombra.

Il sangue le si gelò nelle vene. Non poteva permettere che le portassero via anche lui.                     

Cercò di raggiungerlo, ma i piedi sembravano essersi incollati al terreno.

Vide la donna alzare l’arma e puntarla dritta alla testa del giovane.

< Mi dispiace > la voce del biondo era poco più che un sussurro.

< MELLO NO! > gridò a perdifiato.

 

Aprì gli occhi, ritrovandosi madida di sudore e con il cuore che batteva a mille. Il viso di Mello era davanti a lei, bello come il sole e, fortunatamente, senza nessun buco in testa.

< Che diavolo ti prende pel di carota? > la chiamò scuotendola per le spalle.

La ragazza non gli rispose, buttandogli le braccia al collo e stringendolo a sé.

< Ok ok, adesso basta > la staccò delicatamente da sé.

< Puoi spiegarmi cosa diavolo è quel disastro di là? Hai per caso deciso di fare una festa in camera mia? > tornò ad essere scontroso come suo solito.

< Si, diciamo pure che ho fatto una festa > disse la rossa alzandosi e dirigendosi verso il bagno per darsi una rinfrescata. < Ma sappi che gli unici partecipanti eravamo tu ed io > si sporse dalla porta per sorridergli sfacciatamente.

< Allora probabilmente mi sono ubriacato solo per dimenticarmi della serata passata in tua compagnia >

< Bene, vedo che non sei dell’umore, e io non ho voglia di perdere tempo in inutili battibecchi > lo superò non degnandolo di uno sguardo. Non aveva voglia di litigare, ed era ancora scossa per il sogno appena fatto.

Suo padre che veniva ucciso era più che plausibile, dopotutto l’uomo era stato assassinato nemmeno due mesi prima, e lei ancora non aveva elaborato il lutto con tutto ciò che era accaduto.

Ma l’altra parte del sogno proprio non la capiva. Cosa c’entrava quella donna? Anche se si era già fatta un’idea sulla possibile identità di quest’ultima.

Forse quel sogno rappresentava la sua più grande paura, ovvero quella di perdere le persone che più amava. Ma perché proprio Mello? Perché non Matt o L? Cosa aveva quel ragazzo in più degli altri? La risposta era che non ne aveva la più pallida idea. Sapeva solo che aveva una paura fottuta che Kira lo uccidesse.

Si allontanò velocemente da quella stanza per non dovere guardare di nuovo negli occhi il biondo.

Matt se ne stava seduto su una sedia in cucina, sorseggiando una tazza di caffè, e notandola alzò lo sguardo incontrando quello della rossa.

< Stai bene? > chiese continuando a bere con nonchalance.

< Si tutto bene, tu piuttosto ci concederai mai l’onore di dirci dove sgattaioli tutti i giorni? Insomma, che diavolo hai di tanto importante da fare da non riuscire nemmeno a tornare a casa a volte >

Il caffè quasi non strozzò il ragazzo.

< Non vado da nessuna parte in particolare, ho solo bisogno di schiarirmi le idee, sai in questo periodo tutto sta andando storto. Dall’entrata in scena di questo nuovo Kira, al mio rapporto con te>

Se prima pensava di averlo in pugno per fargli sputare il rospo, ora era lui ad avere il coltello dalla parte del manico.

Mettere in mezzo la loro relazione era una carognata di prim’ordine, ma dopotutto non poteva nemmeno dargli torto. Le cose non andavano tra loro in quel periodo, e la colpa non era certo del ragazzo.

< Per Kira non devi preoccuparti, vedrai che riusciremo a far uscire allo scoperto quel bastardo e lo sbatteremo a marcire in prigione. Per quanto riguarda noi invece, mi dispiace, so di averti trascurato in questo periodo e non averti dato le attenzioni che meriti, è solo che… >

< E’ solo che c’è Mello > finì lui per lei, lasciando la rossa alquanto sbigottita.

< Che diavolo c’entra ora Mello? > si mise sulla difensiva.

< Avanti Clarissa non provare a mentirmi. Non a me. Ti conosco fin troppo bene, e so che mi stai nascondendo qualcosa, e poi mi credi davvero così stupido da non accorgermi di come lo guardi?> continuò poggiando la tazza ormai vuota, non troppo delicatamente sul tavolo.

< Lo guardo come guardo ogni altra persona su questa terra > incrociò le braccia al petto.

< Lo guardi come se fosse l’unica persona su questa terra >

Amy rimase in silenzio, chiedendosi mentalmente se davvero quello che le passava per la testa fosse così palese agli occhi degli altri.

Ultimamente si era riscoperta sempre più attratta dal biondo, ma nemmeno lei sapeva dare un nome ai sentimenti che provava verso di lui, quindi come diavolo potevano gli altri sputare sentenze.

< Tu sei proprio fuori di testa. Ok forse in passato avevo una cotta per lui, ma sai bene che questo è stato molto tempo fa. Ora siamo solamente due persone che hanno un obbiettivo in comune da raggiungere >

Continuava a non capire perché si ostinasse a mentire in primis a Matt e poi a sé stessa.

Il gamer chiuse gli occhi ispirando e passandosi una mano tra i capelli.

< Farò finta di crederti > disse uscendo dalla cucina e avvicinandosi ad un borsone.

Rovistandovi dentro ne estrasse un plico di fogli, tornando poi dalla rossa e lanciandoli sulla tavola.

< Eccoti la lista dei partecipanti, ora devo andare >

Girando i tacchi se ne andò, non lasciando ad Amy nemmeno il tempo di ringraziarlo.

Quest’ultima era furiosa con sé stessa, era riuscita a ferire di nuovo una delle persone a cui teneva di più. E tutto perché non riusciva a mettere chiarezza tra cuore e cervello.

Prese i fogli andando a sedersi distrattamente sul divano. Nomi e foto erano segnati li sopra, ed ogni persona su quei pezzi di carta rischiava di essere una possibile vittima di Kira.

 Fece scorrere gli occhi su ogni sillaba che componeva quei nomi, mentre pregava mentalmente che il suo piano funzionasse.

D’un tratto una foto in particolare attirò la sua attenzione. Si trattava di una ragazza, circa sui venticinque anni, con lunghi capelli biondi e grandi occhi celesti.

Amy la identificò subito come la cameriera che aveva incontrato all’hotel.

Dalle informazioni riportate sembrava che la biondina fosse Clara Smith, figlia di uno dei più famosi chirurghi di Los Angeles.

Amy, dopo un momento di riflessione, stabilì che forse poter rincontrare miss occhi dolci, le avrebbe potuto fornire un ottimo vantaggio. Dopotutto, nessuno le aveva vietato di coinvolgere esterni ai fini di raggiungere la risoluzione del caso.

Quella ragazza doveva per forza sapere dove tenevano i registri dei clienti, e chi li aveva in carico.

Prese in fretta il cellulare, cercando il contatto di Matt.

Uno squillo, poi due, tre. Finalmente la voce leggermente roca del ragazzo rispose.

< Che vuoi? Pensavo avessimo finito di parlare >

< Matt per favore è una questione di lavoro, non c’entra con noi, quindi torna immediatamente qui, abbiamo bisogno di te > disse tutto ad un fiato, prima di chiudere la chiamata e dirigersi verso la camera dell’altro coinquilino.

La porta era socchiusa, e da dentro provenivano non poche imprecazioni. Con lentezza la aprì, ritrovandosi davanti un Mello intento a spalmare una lozione sulla parte ustionata del suo corpo.

< Che hai da guardare? > ringhiò come suo solito.

< Sembri in difficoltà >

< Non riesco ad arrivare dietro la schiena, di solito mi aiuta Matt, ma quel coglione ultimamente ha preso la brutta abitudine di sparire nel momento del bisogno > disse frustrato, cercando di arrivare alla parte più centrale della schiena.

Amy avrebbe voluto aiutarlo, ma sapeva bene che finchè lui non avesse chiesto espressamente il suo aiuto, ogni suo gesto sarebbe stato interpretato come un atto di pietà dal biondo, portandolo inevitabilmente ad infuriarsi.

Attese qualche secondo, e non ci volle molto prima che il ragazzo aprisse bocca.

< Hai intenzione di startene li impalata o vuoi venire a darmi una mano? >

Con un mezzo sorriso la rossa gli si avvicinò, prendendo la lozione che il ragazzo aveva in mano.

Mello lasciò che le mani della giovane vagassero sulla pelle deturpata, provocandogli piccoli brividi di piacere.

< Devo dire che sei molto meglio di Matt > le rivolse un ghigno, cercando di dissimulare il piacere che stava provando.

Lei non rispose, troppo incantata dalla pelle che stava toccando. All’esterno poteva sembrare ruvida e malmessa, ma in realtà era morbida al tatto. D’istinto le venne voglia di assaggiarla. Così, senza pensarci troppo, sostituì le mani con le labbra e la lingua.

Mello si irrigidì all’istante.

Per quanto la sua mente gli dicesse che tutto ciò era estremamente sbagliato, il suo corpo non la pensava allo stesso modo. Avere le labbra della rossa sulla sua pelle era tutto ciò che voleva in quel momento.

 Fortunatamente la ragione gli tornò non appena Amy fece scendere le mani a circondargli la vita, e una di esse cercò distrattamente di intrufolarsi sotto l’orlo dei suoi pantaloni.

Con un enorme sforzo, posò le mani sopra quelle della ragazza allontanandole da sé, poi si girò per incontrare gli occhi di lei, che lo guardavano languidi.

Se non avesse detto qualcosa in fretta sapeva che avrebbe ceduto.

< Ora basta >

< Scusami > sussurrò lei, tentando di darsi un contegno.

Non sapeva cosa le era successo, ma tutto ad un tratto si era sentita irrimediabilmente attratta da lui, tanto da non poter resistere.

Lui vedendo la tristezza che iniziava a nascerle sul volto, tentò di fermarla.

< Ascoltami pel di > roteò gli occhi < Ascoltami Amy, non prendertela, non sei tu. Per quanto io abbia voglia di te, e credimi, ne ho una voglia fottuta, ho deciso che per una volta voglio comportarmi da bravo ragazzo. Sei la ragazza del mio migliore amico, e non ho intenzione di fare nulla fino a che la sarai >

Ormai non aveva più senso mentire. Desiderava quella ragazza, e non solo fisicamente.

Le posò una mano attorno ai fianchi attirandola a sé.

< Questo non implica il fatto che io non possa punzecchiarti, affinchè tu prenda la decisione di essere totalmente mia >

Si sorprese di sé stesso, in altre circostanze l’avrebbe presa e fatta sua senza tanti preamboli, ma qualcosa gli diceva che con lei non poteva farlo.

Amy d’altro canto rimase spiazzata, quel ragazzo riusciva a farle perdere il lume della ragione in tempo record.

Pose una mano sul suo petto, allontanandolo.

< Hai ragione, scusami ho perso la testa, non riaccadrà più > disse tenendo il capo basso.

< Ora per favore vestiti e seguimi di là, Matt arriverà tra poco, ho bisogno di parlarvi >

Il ragazzo annuì, e dopo essersi infilato una maglietta la seguì verso il salotto.

Dopo poco anche il secondo coinquilino tornò alla dimora, e presto tutti e tre si ritrovarono seduti sul divano a discutere.

 

< Questa ragazza ha sicuramente modo di riuscire ad entrare in possesso della lista dei clienti dell’hotel, in questo modo risalendo al giorno e al numero di stanza potremmo trovare dei possibili indiziati > espose il piano la rossa, attirando l’attenzione dei due.

< E come pensiamo di convincerla ad aiutarci? Non sa nemmeno chi siamo > parlò un Matt abbastanza scettico sull’argomento.

< La avvicinerò io. Dopotutto penso di saperci abbastanza fare. Basterà farle qualche moina e vedrete che ci darà quello che vogliamo > sentenziò Mello.

Amy storse il naso a quell’affermazione. Ma dopotutto si trattava di trovare nuovi indizi su Kira.

< Potrebbe essere un’idea, oppure potrei presentarmi come la ragazza dell’hotel e cercare di instaurare un rapporto con lei, affinchè attraverso essa non riusciremo a mettere le mani su quei dannati registri > cercò di sviare.

< Mi sembra una buona idea, se non altro a te ha già conosciuto, quindi non dovrebbe essere così traumatico quando le svelerai le nostre intenzioni > parlò pacato Matt.

< Svelarle le nostre intenzioni? > chiese sorpresa la rossa.

< Credevo dovesse essere una missione sotto copertura, non sarà rischioso coinvolgerla così tanto? >

< Amy, quella ragazza finirà in un mare di guai in ogni caso, solo per averci fatto avere i registri, e poi non sappiamo se possiamo fidarci di lei. Non credi sarebbe meglio tenerla sotto controllo e nel mentre proteggerla, in caso si rivelasse davvero una giovane innocente? >

Il ragionamento di Matt non faceva una piega.

< E va bene, allora è deciso. Io la avvicinerò, e cercherò di spiegarle la situazione, dopo di che ci faremo portare tutto ciò di cui abbiamo bisogno >

< E se non dovesse accettare? > chiese Mello, che se ne stava beatamente stravaccato a gambe larghe sul divano.

< Fidati, so essere abbastanza persuasiva >

< Oh, ne sono più che certo > ammiccò il biondo.

Matt, per quanto paziente, ne aveva le palle piene di quel continuo flirtare tra i due. Si alzò deciso a tornarsene da dove era venuto.

< Bene, io torno ai miei doveri, quando avete finito di punzecchiarvi fatemi un fischio > concluse dirigendosi verso la porta e chiudendosela con un tonfo alle spalle.

I due si guardarono negli occhi.

< Dovresti smetterla, sai che sta facendo finta di nulla solo perché sei il suo migliore amico e ti vuole bene, ma tu non hai idea i quanto questo lo faccia soffrire > lo rimproverò Amy con occhi bassi.

< E tu dovresti smetterla di far finta di provare qualcosa che ormai non provi più, non sono l’unico qui che lo sta facendo soffrire >

Si alzò dirigendosi in cucina per appropriarsi di una delle sue barrette, avviandosi poi verso la propria stanza.

< Ah e comunque, non c’era bisogno di scervellarsi tanto per trovare un piano alternativo, il mio avrebbe funzionato benissimo. Piuttosto, perché non ammetti che ti infastidisce l’idea che io possa approcciarmi ad un’altra donna > ghignò, scomparendo dietro la porta della camera, che venne chiusa appena in tempo. Quanto bastò al ragazzo per non ricevere un libro in testa.

< Deficiente > mormorò la rossa, lasciandosi cadere a peso morto sul divano.

Clara Smith. Amy sperava con tutta sé stessa che la ragazza non fosse coinvolta in tutto ciò.

A dire la verità, era ancora un po' scettica sul fatto di integrarla nella squadra, con o senza il suo volere. Ma era anche ben conscia che poteva essere un elemento fondamentale per loro.

Dopotutto era ricca, figlia di un chirurgo, e sembrava molto incline ad aiutare il prossimo.

No, non poteva di certo far parte dei cattivi.

D’un tratto le venne in mente un’idea tanto geniale quanto stupida, e si maledisse mentalmente per aver ragionato come lui.

 Si alzò in fretta, andando a chiamare il biondo.

< Sbrigati Mello, ho avuto un’idea >

Il ragazzo si stiracchiò, guardandola incerto.

< Non mi piace quando ti vengono certi colpi di genio >

   
 
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