Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    19/01/2020    0 recensioni
1893.
Nel mentre sul nuovo ponte di Londra che si affacciava dinanzi alla famigerata Torre londinese dove venivano rinchiusi i più importanti criminali politici del passato, si consumò un furto di pietre preziose che ammontò a milioni di sterline.
Gli operai impegnati ad ultimare la costruzione della torre furono tutti licenziati, ritardando la fine della costruzione.
Ma Richard Janson, uno dei muratori del ponte, non riuscendo ad accettare simile decisione, si mise indagare personalmente.
Ma non avrebbe mai immaginato che dietro il furto alla Torre di Londra si potesse consumare un omicidio talmente rude da richiamare l’attenzione della stampa di tutto il regno.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’oscurità aveva ricoperto completamente il cielo londinese con una coltre di nuvole grigie.
Alzando lo sguardo al cielo, Richard e Steve notarono che tra poco sarebbe iniziato a piovere.
< Accidenti. Io odio la pioggia > sbuffò Steve.
< Lo hanno capito tutti, sai? >
< Tu non preferisci il bel tempo? >
< Certo… Ma in questo momento la pioggia ci potrebbe aiutare. >
Attendendo impazientemente il cambio della guardia, alcune torce illuminate dal fuoco risalirono all’attenzione dei due muratori.
< Che cosa sta succedendo, secondo te? >
< Non ne ho la più pallida idea, Steve. Da questa posizione non riusciamo a vedere bene. >
< E se ci avvicinassimo? >
< Dobbiamo entrare nella Torre. Te lo sei scordato? >
< Ma quello con lei mani legate è l’ingegnere Stevenson! >
Steve non si era reso conto che aveva esclamato il nome dell’uomo con tono molto alti.
< Che cosa ci fate voi due qui?! > tuonò una guardia della torre che si stava aggirando nelle loro vicinanze.
< Niente. Stavamo solo contemplando il cielo. >
Richard non riuscì a trovare una scusa efficace in quel momento, incorrendo in un guaio più grande di lui.
< Siete voi i ladri che hanno scassinato i forziere della Regina e portato via i suoi gioielli, vero? Siete tornati sul luogo per prenderne altri? >
< No! Lei si sta sbagliando! >
< Non mi fido di voi! Sarà meglio che avverta il segretario della Regina. Lui saprà sicuramente cosa fare di voi… Intanto verrete rinchiusi qua dentro fino a quando non sarà deciso il vostro destino. >
Ma i due operai non erano dello stesso parere dell’uomo, riuscendo a fuggire e a mettersi in salvo.
< Dobbiamo correre il più veloce possibile, altrimenti ci raggiungeranno. >
< Infatti devono raggiungerci… >
< Che cos’hai in mente di fare, Richard? >
< Portare quelle guardie dai veri colpevoli. >
Mentre una decina delle guardie reali si stavano riversando fuori la Torre, Richard e Steve li condussero dinanzi al cantiere di lavoro del Tower Bridge.
< Volete i veri colpevoli?! Sono loro! > gridò Steve indicando l’architetto Fleming e l’avvocato Rupert.
Sentendosi tirati in causa, Fleming e Rupert si guardarono con sguardo confuso.
< Fleming, ci hanno scoperti! Dobbiamo andarcene immediatamente. >
< Non finché non avremmo buttato già dalla Torre di Londra il nostro più grande problema > obiettò Fleming.
< Allora facciamo presto! Tra poco ci raggiungeranno fino in cima. >
< Il Ponte di Londra è ancora molto decadente. Non riusciranno a giungere qui facilmente. >
Nel mentre i due operai furono bloccati dalle guardie reali, cercarono di dimostrare la loro innocenza insistendo che loro non avevano fatto nulla.
< Fate silenzio! > tuonò una guardia < Tra poco il segretario della Regina sarà qui e… >
< Guardate quell’uomo! Vi prego! È in pericolo di vita! >
Appena le guardie reali si resero conto che stava succedendo qualcosa di anomalo, il loro Capitano cercò di attirare l’attenzione dei malviventi, ma con scarso successo.
< Devo andare fin lassù personalmente. Voi tenete a bada questi due finchè non sarò ritornato. >
< Capitano, lasci che l’aiutiamo. >
< Assolutamente no. Io non mi fido per niente di voi… Molto probabilmente siete in combutta con quell’uomo. Ne sono certo. >
Ma prima che il capitano delle guardie potesse arrampicarsi fino in cima alla Torre di Londra, fu bloccato da una decina di operai che si aggiravano nelle vicinanze.
< Credeva che saremmo rimasti senza fare niente? Il nostro Capo non vuole piantagrane di mezzo. Soprattutto un degno servitore della Regina come lei. >
< Ma voi chi siete? >
< Siamo degli umili operai… Ma possiamo anche essere dipinti come anarchici… Già, anarchici della peggior specie. >
< Che voi siate maledetti! Lasciatemi andare! >
< Che cosa sta succedendo laggiù? > domandò l’architetto Fleming.
< Abbiamo catturato questa guardia… Che cosa ne facciamo di lui? >
< Disarmatelo e buttatelo nel Tamigi, chiaro? >
< Cosa?! ma io non so nuotare! >
< Mi dispiace per lei. Ci doveva pensare prima, non le pare? >
Sotto gli occhi increduli di Richard e Steve, il Capitano delle guardie della Torre di Londra fu gettato da un’altezza considerevole della torre, affogando pochi minuti9 dopo nelle gelide acque del Tamigi.
Le altre guardie non poterono fare niente per lui, recuperando il suo corpo galleggiante subito dopo e liberando di conseguenza i due operai.
< Adesso che siamo libero, come facciamo a giungere fin lassù? >
< Facendoci largo tra quei traditori. >
< E come faremo, Richard? Siamo completamente disarmati! >
< Non vi azzardate ad avvicinarvi voi due, altrimenti l’ingegnere farà la stessa fine di quella dannata guardi! > minacciò l’architetto Fleming.
< Adesso basta. Non posso rimanere qui senza fare niente! >
Preso da un senso di rimorso e di paura, l’avvocato liberò il povero Stevenson dalle grinfie dell’architetto.
< Tu sei un pazzo! Che cosa vuoi dimostrare? >
< L’ingegnere Stevenson non merita una fine del genere, architetto Fleming… Ha fatto molto per questa città e ucciderlo così a sangue freddo è totalmente follia. >
< Avvocato Rupert, lei ha il coraggio di essere contro di me? >
< Io… Purtroppo devo… >
< Hai appena dichiarato la tua condanna a morte. >
Tirando fuori una pistola dalla sua tasca nascosta della giacca, l’architetto Fleming sparò a sangue freddo al povero Rupert, uccidendolo all’istante e gettandolo nelle acque del Tamigi.
< Adesso che non è più un problema, tocca a lei patire la stessa sorte, ingegnere. >
Ma nel mentre l’architetto si mosse sulle travi della Torre, quest’ultime non ressero il peso dell’uomo, troncandosi sotto i suoi piedi e facendogli fare una rovinosa caduta di schiena per alcuni metri.
Fleming svenne sotto quel duro colpo, mentre l’ingegnere Stevenson fu aiutato proprio dai due operai a scendere dalla Torre senza che la costruzione della Torre non subisse ulteriori danni.
< Grazie, ragazzi. Mi avete salvato la vita > fece l’ingegnere tirando un sospiro di sollievo.
< Per fortuna siamo giunti in tempo, altrimenti sarebbe stata una carneficina… Prima lei, poi magari il Capitano delle Guardie. >
< Peccato che l’uomo abbia sortito un brutto destino. >
< Già. Ma anche Fleming non se l’è passata bene… E’ morto sotto i nostri occhi > spiegò Richard.
< E gli operai traditori? Che fine hanno fatto? >
< Guarda tu stesso, Steve… Sono stati catturati dalle guardie reali che operano nella casa della Regina Vittoria. >
< Adesso sì può dire che è tutto finito. >
< Ebbene sì, ingegnere… Ma adesso come faremo con i lavori? >
< I lavori del ponte devono continuare senza intoppi. Lo ordina la Regina Vittoria in persona. >
La voce del segretario personale di sua maestà risuonò nelle orecchie dell’ingegnere come un atto gravoso a cui non stava compiendo nessun rimedio.
< Mi duole che lei abbia assistito a tutto questo > fece Stevenson con tono cupo < Ma le prometto che non ci sarà più nessun ritardo. >
< Me lo auguro. La Regina Vittoria tiene molto a questo monumento, e non vederlo concluso in tempi brevi la irrita molto. >
< Segretario, le voglio ricordare che Roma non è stata costruita in un giorno > obiettò Richard < Quindi anche la costruzione del ponte ci vuole il suo tempo. >
< Lei è per caso uno degli operai? >
< Esattamente. >
< E che cosa ci fa qui? Perché non è sul cantiere di lavoro? >
< Perché è stato licenziato… da me > spiegò l’ingegnere.
< Molto bene… Quindi mi vuole forse dire che ha bisogno di nuova manodopera? >
< Ora che è stato chiarito tutta la faccenda, questi due uomini posso tornare al lavoro. >
< Bene, allora avanti. Avete perso fin troppo tempo. Per la fine del prossimo anno il ponte deve esser ultimato. Sono stato abbastanza chiaro? >
< E così sarà. Non si preoccupi. >
< Lo spero per tutti voi… Buona serata > disse infine il segretario raggiungendo le guardie personali della Regina.
< Non lo facevo così irascibile quell’uomo, sapete? In fondo è solo un segretario. >
< Solo un segretario, Steve? È l’uomo più importante del Regno dopo sua maestà. >
< Sarà. Ma è un uomo come tutti noi. >
< E comunque ragazzi, una volta che avremmo ricomposto tutta la squadra, i lavori proseguiranno senza sosta. Credete di riuscire a sopportare il peso e lo stress di tutto il carico di lavoro che ci manca? >
< Certo, ingegnere Stevenson. Nessun problema > rispose Richard ritrovando il sorriso.
< Bene, mi fa piacere… Allora basta perdere tempo. È il momento di riuscire in tale impresa. >
< E ce la faremo, stia tranquillo. >
< Non ti facevo così ottimista, Steve. >
< Posso contare con un ingegnere e con un collega capaci di fare qualsiasi cosa. Non scordatevelo. >
< Vi ringrazio, ragazzi. Ancora per tutto > disse l’ingegnere Stevenson riprendendo quella stessa notte i lavori per la costruzione della Torre e completandoli in tempo record nel giugno dell’anno dopo contro i subbugli di corte e le controversie che avevano colpito tutti i lavoratori impegnati nel progetto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94