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Autore: Mercurionos    20/01/2020    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 9 – I Saiyan Colpiscono Ancora, Parte 2 – Anno 1, 3/4 Termidoro
 
“Comunque… Il segnale proviene da laggiù.” Tagoma riportò alla normalità la missione, portando l’attenzione dei presenti sull’obbiettivo. Indicò un punto che risplendeva debolmente all’ombra di un ripido cumulo di neve e ghiaccio.
I ragazzi vi si avvicinarono lentamente, felici di aver portato a termine l’incarico con così tanto anticipo. Ora che avevano finalmente sottomano il loro obiettivo, poterono finalmente tentare di comprendere lo scopo della loro missione.
 
“Scusami Radish, ma non eravamo venuti qui a recuperare dei dati andati persi dopo lo schianto con un asteroide?” chiese Pump confusa all’amico.
“In teoria sì, solo che questi sembrano semplicemente i resti di un guscio di salvataggio, forse di un incrociatore o di una fregata…” Radish continuò a rovistare tra le lamiere di metallo, ma non riuscì a trovare nulla di interessante.
 
“Ehi! Venite qua!” Namole sembrava aver trovato qualcosa. Si girò verso i compagni, porgendo loro quello che sembrava una pettorina di metallo. Tagoma si fece avanti per osservarlo meglio: “È la corazza di un droide protocollare, qui c’è scritto… Modello R9000. Aspettate un attimo.” Il ragazzo aprì lo zaino e ne tirò fuori uno strano scouter, con una larga visiera blu e due cuffie: “Stiamo sviluppando questo tipo di scouter per la scientifica. Se tutto va bene, dovrebbe darci qualche informazione su questa unità R9000.”
 
Una volta indossato l’ingombrante scouter, Tagoma riprese a parlare: “Dunque… È di certo questo il droide che stiamo cercando. Però modelli R9000 hanno la memoria fisica situata nel petto, e qui manca… Tutto. Facciamo a pezzi questa navetta finché non abbiamo trovato quei dati.”
Radish si fece cadere a terra: “Beh, bello schifo. Vuol dire che abbiamo fallito la missione?” “Direi di no. – Mirk gli rispose secca, anche lei leggermente demoralizzata – Recuperiamo tutto ciò che resta. Se i dati sono andati distrutti non è di certo colpa nostra!”
 
Il gruppetto continuò a cercare tra i rottami ancora per qualche minuto, smantellando i resti del guscio di salvataggio, ma non riuscì a trovare nulla di utile per la missione. “Direi che qui abbiamo finito. Richiamiamo le navicelle e torniamo a casa?” Vegeta si era stancato in fretta di rovistare tra i detriti. Gli altri ragazzi condividevano i suoi sentimenti, e si allontanarono dal cumulo di rottami. “Che facciamo con questo?” Chiese Pump indicando il guscio distrutto. “Beh, secondo protocollo dobbiamo liberarci dei materiali rimasti.”
“Big Bang Attack!”
 
Una violentissima esplosione sconvolse l’area circostante: ghiaccio, sassi e lamiere di metallo si frantumarono di colpo, scagliandosi poi in aria. I ragazzi vennero sbalzati lontano, costretti a tornare a terra rotolando confusi. Quando terminò la pioggia di detriti, il gruppo poté ricomporsi per vedere cosa fosse successo. Vegeta stava in piedi con le braccia conserte, tranquillo come se non fosse successo niente di speciale. Nessuno sapeva di preciso cosa dire, ma le prime parole che furono pronunciate da Mirk erano degli insulti talmente indicibili, indecorosi ed irripetibili, che l’autore avrebbe dovuto censurare l’intero capitolo.
 
Finita la scrosciante cascata di oltraggianti offese a carico del principe e dei suoi nobili antenati, Mirk dovette lasciare del tempo al resto del gruppo di dimenticare gli incredibili neologismi che avevano appena udito. In particolare, Radish e Vegeta stettero inginocchiati rivolti verso il terreno, come se dovessero vomitare. O implorare perdono a Dio per aver solo dovuto ascoltare tali nefandezze. Ma non c’era molto tempo da perdere.
 
Solo dopo alcuni istanti i ragazzi si accorsero che le vibrazioni causate dall’esplosione non solo non erano cessate, ma si erano fatte più violente e minacciose. Gli sguardi dei presenti si rivolsero verso il cumulo di ghiaccio sotto cui avevano trovato il guscio di salvataggio distrutto. La collinetta tremava freneticamente, crescendo e gonfiandosi sempre di più. Pilastri di ghiaccio si spezzarono uno dopo l’altro, grigie scaglie lucenti spuntarono dal terreno, e una luce giallastra cominciò ad emanare il suo bagliore da sotto lo strato di neve che ricopriva il terreno.
 
Fulminee, due titaniche ali si liberarono dal peso che le opprimeva, e illuminarono la zona circostante con il loro risplendere dorato. Poi un enorme artiglio si aggrappò alla superficie gelida del pianeta, poi un altro, e un altro ancora. Radish osservava terrorizzato la scena, quando la creatura riuscì a sollevare il capo in aria e ad aprire gli occhi.
 
“Scappiamo!” Tagoma fu il primo a ricomporsi, almeno un poco. Mirk gli chiedette spiegazioni: “Cos’è quello?”
“È un telesia! Un drago mangia-etere!”
“Quelli che ti leggono nel pensiero? Cosa ci fa qui?” Pump si ricordò di averne già sentito parlare.
Tagoma stava per risponderle, ma venne interrotto da Vegeta: “State attenti, idioti!”
 
Vegeta non aveva staccato gli occhi di dosso dal dragone, e riuscì ad avvisare gli altri in tempo: con impressionante violenza, il telesia si scagliò sui ragazzi, ma questi riuscirono a schivarlo spiccando il volo.
“Non abbiamo tempo! – Tagoma spiegò agli altri la situazione – Il telesia è intelligentissimo, e probabilmente sa leggere nel pensiero delle sue prede! Inoltre ha un livello…” CRACK! Namole, madido di sudore, aveva appena tentato di misurare il loro nemico con lo scouter, ora andato in frantumi.
 
“Non t’ho chiesto pronostici!” Urlò Vegeta, e rilasciò il proprio ki. In quel momento, Radish notò quanta invisibile energia emanava il telesia: un vento etereo stava spazzando all’indietro l’aura violacea di Vegeta. Radish imprecò: “Cretino! Ti farai ammazzare se lo attacchi!”
“Allora ci vediamo all’inferno! Yaaah!” Vegeta cominciò a bombardare il drago con tutte le sue forze. Gli altri cinque lo seguirono d’istinto, e scagliarono sul telesia ogni bordata di energia che riuscivano a generare (o nel caso di Namole, tutti i ricaricatori del cannone, visto che sapeva a malapena volare).
 
Il gruppetto scese a terra, sempre pronto a contrattaccare, solo dopo aver scaricato sul bersaglio un’infinità di onde energetiche. In silenzio, attesero che la nube di polvere che si era sollevata si diradasse tanto da poter combattere senza impedimenti. La nebbia di terriccio si diradò, trasportata dal vento. Il telesia era ancora lì, con lo sguardo fisso sui ragazzi. Nessuno si mosse.
 
I saiyan erano pronti a riprendere l’attacco, magari sperando di causare più di un paio di gibolli sulla spessa corazza cenerina del telesia. Pump gridò, impaurita. Altrettanto spaventato, Radish si rivolse di scatto verso la compagna, che stava indicando con un dito teso il drago. Pertanto, tutti osservarono lo stesso punto: un convulso getto di sangue schizzò dal collo della creatura, marchiando di rosso la poca neve rimasta nei suoi paraggi. La creatura cadette con un rombo sulle proprie quattro zampe, e per l’intensità dell’urto, il suo lungo collo si staccò di netto, ruzzolando sul terreno. Radish prese Pump tra le sue braccia, tentando di nascondere la nauseante scena. Come era successo? I loro attacchi non sarebbero di sicuro bastati a tanto. Fiotti di sangue scuro stavano ancora sgorgano dalla grande ferita. Fu allora che Radish notò l’espressione sconvolta di Vegeta: il ragazzo, tremante, fissava senza muoversi né parlare la schiena del telesia, poco sopra dove era situato il collo della creatura. Radish notò lo sguardo del principe, e impallidì. Tutti fecero lo stesso, sbiancando tanto quanto la neve che aveva appena smesso il suo lento cadere.
 
“Proprio un bel lavoro, Vegeta.”
Vegeta non rispose. Abbassò la testa, confuso e spaventato.
“Fu fu fu fu… Direi che ora mi devi un favore, giusto?” ridacchiò Freezer, saltando giù dalla gigantesca carcassa, dando un rapido sguardo al gruppo di studenti che aveva appena salvato. “Vedo che hai passato il test… Uh! Insieme ai tuoi compagni saiyan, vedo… E sei tu a capo di questa missione?”
All’apparenza spaventato, Vegeta stava ribollendo di rabbia, ma tentava di nasconderlo. Freezer ovviamente sapeva già tutte le cose che aveva appena chiesto al giovane. Ora era soltanto necessario scegliere le parole giuste per rispondergli.
 
“S-sì, sono capo io, Free-”
“Coff, coff. Come prego? Non ti sento, Vegeta.”
Vegeta si raddrizzò, e alzò la voce: “Sì. Sono io a comando, L-lord Freezer.”
“Molto bene. – si voltò verso Radish – Avete trovato i dati andati perduti?”
Radish si mise sull’attenti: “No signore. Il bersaglio era distrutto quando lo abbiamo trovato.”
“Mmh… Poco male – A Freezer a quanto pare non interessava più di tanto – Ora seguitemi, ho già mandato a recuperare le vostre navicelle. Vegeta, tu vieni con me.”
La nave ammiraglia di Freezer comparve da dietro il telesia morto, quindi i sei studenti seguirono l’imperatore in volo per salirvi a bordo.
 
“Allora Vegeta, ti stai ambientando all’accademia?” Freezer aveva portato con sé Vegeta nella sala comandi dopo aver lasciato gli altri membri del N.I.S.B.A. nella sala comune. Il viaggio stava proseguendo a rilento, probabilmente proprio per permettere a Freezer di discutere con il suo “protetto”. E Vegeta lo sapeva.
“Sì, sto bene.”
“Bene, bene… Ti starai forse chiedendo perché io sia qui. Stavo venendo all’accademia per assistere al primo torneo estivo. Dopotutto, mi servono sempre degli ottimi combattenti. La squadra Ginyu, ad esempio, è impegnata nella vostra istruzione…”
 
Vegeta non disse nulla. Deglutì, senza muovere lo sguardo.
“Passando accanto a quel pianeta… Come si chiama? Beh, abbiamo intercettato il tuo segnale e ho deciso di vedere cosa stessi combinando. E stavi svolgendo una missione secondo gli ordini! Mi devo complimentare con te, Vegeta.”
Vegeta prese parola: “Freezer… Ha bisogno di qualcosa da me?”
I membri dell’equipaggio si voltarono verso il ragazzo, distratti dall’insolita confidenza che il saiyan si permetteva di prendere con l’imperatore. Freezer sbuffò, ma non diede molto peso all’accaduto: “Oh, Vegeta, sempre al punto, come vedo… Volevo semplicemente accertarmi che tu partecipassi al torneo. È un po’ che non ti vedo combattere e…”
 
“Era mia intenzione combattere.” Una leggera nota di stizzo comparve nel tono di Vegeta.
“Fu fu fu, l’importante è che tu ne sia convinto! Puoi andare allora, Vegeta.” Il ragazzo salutò, poi si diresse verso il corridoio. Vegeta aveva giusto aperto la porta, quando Freezer gli rivolse un’ultima richiesta: “Ah, vorrei di certo vedere come combattono anche gli altri due saiyan… Parteciperanno anche loro?”
Vegeta si fermò. Dando le spalle all’imperatore, rispose senza esitare: “Combatteranno anche loro.” E si allontanò.
 


Note dell’Autore:
Mentre scrivevo questa parte del capitolo, mi ero messo ad ascoltare musica a caso, “abilmente” selezionata da Youtube. Se la comparsa di Freezer è riuscita a stupirvi almeno di quanto abbia stupito noi, provate a leggerla mentre ascoltate “RAOKIMERATERESIA” di Hiroyuki Sawano. È anche per questo motivo che il “boss finale” della missione è un telesia, un mostro (illegalmente, e chiedo scusa) preso in prestito dal mondo di Xenoblade. È un drago che si nutre di etere, con potenti poteri psichici. Ed è un bestione luminescente alto almeno 50 metri. Quindi fa abbastanza paura. Se non vi è piaciuto fate finta che sia altro, tipo un qualsiasi nemico di GT.
 
Se volete ubriacarvi, bevete ogni volta che leggete una citazione a Star Wars.
 
Non perdetevi assolutamente il prossimo, gigantesco capitolo! Il torneo ha finalmente inizio! È o non è meglio delle olimpiadi? Ovviamente no, vero Horikoshi? Però c’è Radish. Quindi è bello.

 
   
 
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