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Autore: Lady Brandon    28/01/2020    1 recensioni
L'ideale seguito della mia precedente ff "A second life", ambientata nel futuro ma con un occhio al passato, con una new generation che suo malgrado imparerà a guardare oltre i ruoli e comprendere l'animo umano.
La storia potrebbe non seguire fedelmente la narrazione dei libri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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ANGOLO AUTORE: A causa di un errore di pubblicazione il capitolo 28 (St. Ives) è stato pubblicato prima del 27 (Albus) perciò prima di leggere questo vi consiglio di andare a recuperalo altrimenti non risulterebbe chiaro. Grazie e scusate lo sbaglio.

Hermione si svegliò all'improvviso, col fiato corto tanto che dovette restare immobile qualche minuto per riprendere a respirare regolarmente, gli occhi sbarrati fissi al soffitto mentre le prime luci dell'alba iniziavano ad illuminare la stanza, guardò l'orologio che portava al polso, le 6,02; istintivamente allungò la mano ma la parte del letto accanto alla sua era intatta, suo marito quella notte non si era coricato, non era cosa rara ultimamente, d'altro canto anche lei dormiva poco e male solo grazie ad un paio di gocce di Sonno-senza-sogni che in ogni caso non le procurava il ristoro tipico di una notte di sereno riposo.
Si alzò sentendosi più stanca da quando era andata a letto affidandosi al getto caldo della doccia per recuperare un po' di autocontrollo per affrontare la giornata che avrebbe definito tutto.
La prossima notte riuscirò finalmente a dormire, forse, oppure non riposerò mai più serena per il resto della vita.
Chiuse il rubinetto ed uscì, usò la magia per asciugarsi e vestirsi prima di avviarsi lungo i deserti corridoi del castello per raggiungere le cucine dove si fece servire da un elfo un po' di caffè con una fetta di pane tostato che si sforzò di ingoiare nonostante si sentisse lo stomaco completamente chiuso.
Mentre saliva le scale come un automa verso il suo ufficio pensando a dove poteva essere Severus sentì ridere, guardò giù e vide Gregor e Priscilla che rientravano dopo aver corso, presumibilmente lungo la riva del lago nero, le apparvero felici e bellissimi: lei sempre impeccabile anche in tenuta da jogging e lui coi capelli e la barba biondi le ricordò un qualche dio nordico.
Sorrise, pensò a Jordan e Gwen che probabilmente dormivano tranquilli ed improvvisamente sentì una ventata di ottimismo farsi strada in lei, sarebbe andato tutto bene, doveva crederci.
Severus aveva passato la notte alla scrivania un po' studiando per l'ennesima volta i passaggi dell'incantesimo un po' osservando la foto di Kathryn nel 1994, all'alba del giorno che sarebbe stato quello decisivo per la sua vita percorse tutti i corridoi del castello completamente immersi nel silenzio pensando all'ironia del destino che aveva deciso di metterlo alla prova per la seconda volta proprio alla fine di maggio anche se stavolta sapeva che se la cose fossero andate male non ci sarebbero state fenici o seconde possibilità, sarebbe morto dentro senza possibilità di redenzione.
Tornato nel suo ufficio rimase tutta la mattina o compilare pergamene per il ministero senza prestare la minima attenzione a ciò che faceva finché alcuni colpi alla porta lo fecero trasalire: "Avanti" disse meccanicamente completamente impreparato alla visitatrice che si trovò davanti.
Winifred era entrata decisa dirigendosi direttamente davanti alla scrivania.
"Cosa posso fare per lei signorina Weasley?" Severus aveva tutte le intenzioni di liquidarla velocemente.
"So che avete trovato un incantesimo per far tornare Kathryn e che lo farete oggi, voglio essere presente" la ragazza parlò senza esitazioni e con la testa alta catturando l'attenzione del preside, aveva le trecce rosse che le scendevano fin quasi alla vita, il viso lentigginoso e due profondi occhi color nocciola, prima non ci aveva mai fatto caso perché le rare volte che le parlava lei arrossiva abbassando la testa ma ora c'era qualcosa di diverso in lei, d'improvviso la rivide pietrificata con la testa sanguinante e realizzò che quell'esperienza l'aveva trasformata da bambina ad adolescente, probabilmente avrebbe ritrovato quello stesso sguardo in sua figlia se fosse tornata: "Come lo sai? E perché dovrei permetterti di presenziare?" le chiese pur avendo già deciso.
"Me lo ha detto James ma non è questo il punto" rispose senza timore: "Io c'ero quando lei è scomparsa e voglio esserci quando tornerà. È la mia migliore amica" per un solo istante le vibrò la voce.
"E sia, fatti trovare qui dopo pranzo" disse sbrigativo alzandosi in piedi, dopotutto aveva già deciso nel momento stesso in cui aveva ricevuto la richiesta.
Lei annuì grata senza bisogno di parlare, la sua espressione diceva tutto.
Mentre la guardava uscire Severus non poté fare a meno di pensare che dopo generazioni finalmente i Weasley avevano dato al mondo magico una grande strega che senza dubbio si sarebbe distinta per i suoi meriti in un futuro non poi così lontano.
Nel primo pomeriggio erano già tutti riuniti nella stanza delle necessità: Severus, Hermione e Priscilla stavano esaminando l'armadio svanitore, Harry e Neville li osservavano a debita distanza, Gregor un po' in disparte con Jordan e Gwen gli spiegava come presumeva si sarebbe svolto l'incantesimo, Winnie stava seduta su un vecchio tavolo da sola.
"...se la partita terminerà davvero alle 16.00 come dice questo giornale conviene iniziare cinque minuti dopo così avrò il tempo di incrociare la squadra che torna in trionfo verso il castello, dovrei andare a colpo sicuro e restare nei tempi" stava dicendo Severus alle due streghe, Gregor voltò la testa raddrizzandosi su sé stesso raggiungendoli in fretta con un'espressione contrita: "Scusate ma con tutta la concitazione dei giorni scorsi ho dato per scontato una cosa che probabilmente non lo era per  niente" tutti i presenti gli si fecero intorno: "Severus tu non puoi attraversare il portale" disse in tono di scusa.
"Cosa? Perché mai?" gli ringhiò contro il preside.
Il medimago senza perdere la calma gli rispose: "Perché è un portale di magia bianca e tu sei maledetto, non so che effetti potrebbe avere su di te, potrebbe risanarti dalla maledizione come potrebbe distruggerti non andrei a tentativi per scoprirlo" Gregor aveva il potere di risultare spiritoso anche nei momenti più bui anche se non sapeva se fosse un pregio o un difetto.
"E lo dici solo adesso?!" Severus a quella notizia perse il controllo.
"Mi dispiace, ho dato per scontato che fosse ovvio in ogni caso non è nulla di irrisolvibile" concluse pacato.
"Come non è nulla di.." Hermione lo zittì con un gesto della mano prima di prendere la parola: "Gregor ha ragione, ormai siamo vicinissimi e questo non è un problema, ci andrò io, non cambia nulla".
Severus la prese per un braccio trascinandola un po' in disparte pur restando sotto lo sguardo di tutti e le disse preoccupato: "Non posso permettertelo, potrebbe essere pericoloso".
Lei gli sorrise: "Sarebbe stato pericoloso anche per te, non cambia nulla, andrà tutto bene".
"No non voglio che tu vada da sola, ti prego non insistere" aveva abbassato la voce affinché solo lei sentisse la sua supplica.
"Dottor Von Holstein nel portale ci può passare più di una persona" chiese Harry che aveva intuito quello che stava accadendo.
"Finché rimane aperto è un passaggio, ci possono passare cose e persone senza limitazioni" rispose sicuro Gregor.
"Bene, verrò io con te Hermione" affermò risoluto il mago.
La strega lo guardò significativa prima di rispondere: "No, non voglio".
"Invece è un'ottima idea" intervenne Severus.
"Ho detto che non voglio" replicò irremovibile la strega.
"Non vuoi che qualcuno venga con te o non vuoi che ci venga io" chiese Harry.
"Non voglio te" nella stanza calò un silenzio tombale: "Forse è l'unica occasione che abbiamo per riprendere Kathryn e non voglio correre rischi, con me voglio una persona di cui so di potermi fidare ciecamente e quella persona non sei tu. Voglio che venga Priscilla con me" concluse senza possibilità di replica.
La rossa spalancò gli occhi ma non manifestò la minima emozione rispondendo: "Ok, mi vado a preparare".
Harry la seguì con gli occhi prima di puntarli di nuovo su quella che fino a poche settimane prima era stata la sua migliore amica e dirle afflitto: "Hermione non so più come dirti quanto mi dispiace e credimi se ti dico che se avessi potuto scambiarmi con Kathryn lo avrei fatto subito il primo giorno ma purtroppo non si può. Potrai mai perdonarmi?".
Hermione lo guardava inespressiva come era la sua voce quando gli rispose: "Mio malgrado avrai sempre un posto nel mio cuore e probabilmente se Kathryn tornerà un giorno ti perdonerò ma oggi non è quel giorno".
Quelle parole suonarono come una sentenza alle orecchie di Harry facendogli comprendere che se anche fosse stato perdonato la loro amicizia come era stata fino a poco tempo prima era compromessa irrimediabilmente.

1994
Appena ebbe finito di pranzare Kathryn si defilò furtivamente dal gruppo dei suoi compagni avviandosi a passo svelto nei sotterranei, arrivò quasi correndo davanti alla porta dell'ufficio del professor Piton assestando tre colpi decisi sulla porta.
"Avanti!" la risposta fu secca ed immediata.
La strega entrò richiudendosi pesantemente la porta alle spalle, sembrava fosse fuggita da qualcosa.
"Che ci fai qui ora? Ti stanno inseguendo?" chiese l'insegnante tra il sorpreso e il beffardo.
"No sono venuta di corsa perché volevo salutarti prima della partita" si giustificò la strega.
Nell'udire quelle parole Piton la raggiunse parandosi di fronte a lei: "Mi raccomando fa attenzione e non temere ricordati che puoi volare".
Lei annuì felice: "E tu prometti che se dovessi cadere non farai nulla, qualche livido fa parte del gioco".
"Non te lo posso promettere ma farò del mio meglio, in ogni caso non è detto che ti facciano entrare" concluse quasi speranzoso.
"Oh entrerò e non ti deluderò" affermò baldanzosa.
Lui le sfiorò velocemente la guancia prima che lei se ne andasse con uno sguardo sbarazzino.



 
  
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