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Autore: Wolfirea    28/01/2020    1 recensioni
Ventun anni, il diario di un’eterna Peter Pan che non ha alcuna voglia di crescere e prendersi le proprie responsabilità
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ha avuto inizio quando avevo circa dodici anni, ancora trascorrevo i pomeriggi a giocare con la Nintendo, totalmente ignara del mondo là fuori.
Non avevo mai avuto relazioni, soltanto un patetico fidanzamento alle scuole elementari con un compagno di classe che mi faceva più pena che altro.
Di cotte ne avevo avute parecchie, ma non ero mai stata ricambiata, ai tempi di Messenger riuscivo soltanto a rendermi ridicola dietro lo schermo del pc, dimostrandomi dal vivo una totale imbranata.
Ero una ragazza timida, riservata, esageratamente empatica ed ambiziosa.
Se l’empatia mi costringeva a giustificare lo stronzo di turno, l’ambizione mi logorava dall’interno: non potevo accontentarmi e ogni cosa che facevo non era mai abbastanza.
Cresciuta in una famiglia nella quale si dispensava l’odio e la denigrazione non avevo mai imparato ad amare, mi ritenevo un fallimento a causa delle ripetute violenze psicologiche di mio padre, e non riuscivo ad avere un gruppo di amici col quale uscire e divertirmi.
Frequentavo il Russell di Milano, credo uno dei pochi licei scientifici biomedicali presenti in Italia, poiché sognavo un giorno di poter diventare pediatra.
Mi viene da ridere al solo pensare a quante cose son cambiate oggi.
Ad ogni modo, era una mattina come tante altre, l’interrogazione di Latino non era andata affatto bene ma preferivo tenermi il mio tre piuttosto che un nove ottenuto copiando.
Che ragazza stolta! 
I giusti non vincono mai e col tempo ho compreso che la furbizia è fondamentale per farsi spazio tra la gente.
Comunque, la mia totale mancanza di autostima mi permise di non esser scalfita da quell’orribile insufficienza e durante l’intervallo il mio cervello si era già connesso su differenti lunghezze d’onda.
« Non vedo l’ora che sia stasera per guardare Harry Potter sul sei, finalmente lo danno in televisione » 
La mia compagna di classe era euforica mentre pronunciava quelle parole.
Salii le scale al suo fianco, tenendo saldamente in mano la brioche alla nutella che dopo minuti interminabili ero riuscita a comprare.
« Sì è fantastico, sarà la centesima volta che lo guardo ma non mi stanco mai » confessai.
« Caspita non sapevo lo guardassi anche te! Ma a te piacciono Ron ed Hermione?» domandò mentre raggiungevamo l’aula.
« In che senso? »
« Beh, ho sempre pensato che lei meriti un ragazzo un po’ più sveglio, tipo Draco »
La fissai con tanto d’occhi, « È perché mai quel razzista antipatico... come ti è venuta in mente di vedere quei due.. insieme? »
La mia sindrome ebbe inizio in quell’esatto momento: il marcio dell’animo diventò ai miei occhi incomprensione altrui.
Aldilà del fatto che ero soltanto un’ingenua sedicenne, ignorante ed incapace di coniugare un tempo verbale, efp fanfiction divenne il mio luogo di ritiro spirituale.
Mi cimentai nella lettura di storielle che cambiarono completamente la mia visione del mondo, probabilmente ne rimasi traumatizzata, ma in me nacque il desiderio di imparare a scrivere, per poter trasmettere quelle sensazioni di appagamento e soddisfazione personale che solo le parole sono in grado di donare.
E maturò anche qualcos’altro, di tanto simile al voler aiutare, come una crocerossina, il tipico subdolo manipolatore privi di sentimenti, alias lo Stronzo.
Fortunatamente, nel mio circondario di conoscenze non c’era nessun ragazzo che potesse ricoprire il ruolo, per cui trovai rifugio all’interno dell’ormai obsoleto Ask.fm, dove scoprii la vita dei gdr, o giochi di ruolo.
Anziché uscire di casa e conoscere persone in carne ed ossa, mi inglobai ad un personaggio da me creato, con il quale vivevo una vita virtuale piuttosto appagante.
Durò un anno, e qualcosa di buono ne trassi: la conoscenza di persone fantastiche e la capacità di scrivere.
Per cui passai a Wattpad, divenni discretamente famosa e solo allora realizzai la cazzata che stavo facendo.
Avevo fan e persone che supportavano il mio impegno, ma non avevo amici con cui condividere il mio successo.
Stavo sbagliando tutto, e avevo bisogno di riprendere in mano le redini della mia vita.
Mi attesero tre anni infernali ma alla fine del girone ero una ragazza nuova.
  
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