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Autore: Sia_    30/01/2020    5 recensioni
"Fred e George ci hanno offerto di provare il loro nuovo prodotto una mezz’oretta fa e abbiamo accettato tutti, però ci sembrava brutto lasciarti fuori dai giochi." dice Harry, confondendo le sue parole in un rumoroso sbadiglio.
"E cosa farebbe esattamente questa caramella?"
"Non lo sappiamo." si affretta a dire Ginny, innocentemente.
"Mi state dicendo che voi tre, coscientemente, avete ingerito un loro prodotto senza controllare cosa fosse o cosa facesse?" chiede a questo, tremendamente preoccupata, "Voi siete pazzi."
"Hermione, siamo grati del fatto che ritieni le nostre invenzioni prive di pericolo." commenta ironicamente George, passandosi una mano tra i capelli.
"Ma per provare che è tutto completamente sicuro… " Fred apre la bocca, facendo cadere velocemente una caramella in bocca e, tanto velocemente, la manda giù verso lo stomaco, "Abbiamo deciso di prenderla anche noi."
La sicurezza dei movimenti di Fred la stupisce e una piccola vocina nella parte più recondita del suo cervello comincia a dirle che forse, ma solamente forse, non è una cosa così… pericolosa.
La vista di Fred viene oscurata dalla mano di George, che le offre la stessa caramella di prima con un sorriso a trentadue denti, "Cosa ne dici allora?"
Oh, al diavolo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Oh, al diavolo - Capitolo sette



Uscita dall’aula di Antiche Rune, Hermione si rende conto che è libera per tutto il pomeriggio. Nasconde i libri che tiene tra le mani dentro la tracolla e comincia a varare le opzioni: non avere nulla da fare è una sensazione nuova, quasi spaventosa. Nessuna lezione da studiare in anticipo – le ha già esaurite tutte –, nessun compito su cui passare le ore – li ha già finiti –. Può essere solo Hermione, in uno strano pomeriggio ad Hogwarts. 

Si passa le mani dietro la schiena, lanciando lo sguardo fuori dalla finestra: il freddo della giornata si scontra perfettamente con il sole tiepido e combattivo che è uscito quella mattina. Sorride, consapevole di aver trovato la soluzione: sarebbe stata l’ultima volta, prima del rigido freddo dell’inverno, nella quale avrebbe potuto sedersi vicino al lago. Si affretta, mentre tira fuori la sciarpa dalla borsa e corre verso l’uscita. 

Il sole le investe il viso, scaldandole il corpo. È bello il lago, quando le montagne vi si specchiano dentro, d’altronde è più facile comprendere la linea di rottura fra acqua e cielo. Gliel’aveva fatto notare Viktor l’anno prima, in uno dei loro lunghi pomeriggi: lo sguardo di Hermione si era presto perso ad osservare il passaggio davanti a lei e l’altro le aveva sorriso. Un sorriso che sapeva un po’ di amore, ma amore fragile.Viktor le era sempre piaciuto, dal primo momento in cui aveva posato gli occhi su di lui: un ragazzo simpatico, genuino. Con lui ridere e parlare è sempre stato naturale, tanto che avevano accettato di rimanere in contatto anche dopo il Ballo del Ceppo. Ma era una relazione di amicizia, Hermione l’aveva chiarito fin da subito. Per l’amore, si era detta dopo aver baciato Viktor, c’era ancora tempo. È una frase che si è ripetuta spesso anche la stessa estate, non a causa di tutte le lettere che riceveva dal bulgaro, ma a causa delle risate con Fred. 

Fred, che è sempre stato presente nella sua vita come una comparsa, piano piano ha colorato tutto quello che la circondava. All’inizio Hermione è stata reticente, perché Fred è beh… Fred, ma poi ha cominciato ad apprezzare i suoi piccoli gesti di affetto, ad apprezzare il suo modo di pensare e il suono della sua risata. Contemporaneamente ha notato anche il tono della voce, così caldo, il suo neo alla base del collo, la scintilla negli occhi quando parla del nuovo prodotto Weasley, il movimento delle dita di lui intorno alla tazza del... 

Hermione scuote il capo, mordicchiandosi il labbro inferiore. Cosa le sta succedendo ultimamente? Ogni volta che è libera di far scorrere i pensieri, Fred è una delle prime cose che le capita di trovarsi nella mente. Sempre lui, costantemente lui. Si passa una ciocca di capelli dietro l’orecchio, alzando gli occhi verso il lago. Miseriaccia

Si perde ad osservare la linea di separazione tra il l’acqua e il cielo. Separati, ma simili, come lei e Fred. Distanti, ma incollati insieme da un filo impercettibile. Se n'è accorta quella estate, mentre la mattina sceglievano di bere entrambi il tè, mentre salivano all’ultimo piano della casa di Grimmauld Place, per vedere la città dall’alto e pensare a come sarebbe stato camminare per quelle strade, a ridere per quelle strade. E Fred, mentre ne parlava, sembrava un bambino. Hermione lo capiva, perché quella non era casa sua, i semafori non erano casa sua, le strade, le macchine, i lampioni non erano casa sua. 

Quindi si metteva lì, dopo che Fred aveva finito di esercitarsi all’incantesimo dell’ultimo Tiro Vispo e lei aveva concluso l’ennesimo capitolo di Storia della Magia, per raccontargli di più, per raccontargli quello che non poteva vedere da quella finestra. Anche se, lo aveva rimproverato molte volte, avrebbe semplicemente potuto seguire un corso di Babbanologia. 

Però lui rideva e le chiedeva di dirle di più, delle tubature, di come funzionassero i fuochi per cucinare, delle luci. A volte sembrava che nemmeno l’ascoltasse, perché ad un certo punto riprendeva in mano la bacchetta e ricominciava ad esercitarsi senza troppo impegno. A trasformare una tazza in un libro – Hermione non gli ha mai chiesto per cosa avesse intenzione di utilizzare quell’incantesimo –, a far evanescere l’inchiostro su una pergamena appena scritta, a far apparire dei fiori qua e là per la stanza. Ma Fred l’ascoltava davvero, le chiedeva di tanto in tanto di parlare ancora, finché George non veniva a interromperli e, o lo portava via, o si sedeva con loro, venendo costretto dalla Granger a studiare qualcosa, piuttosto che a perdere tempo senza fare niente. 

Hermione prende una pietra sotto i suoi piedi e la lancia nell’acqua, spezzando i suoi pensieri, cercando di cancellare Fred dalla sua testa, ma si accorge che è impossibile: da quando ha cominciato a conoscerlo meglio tutto è diventato frenetico, colorato, pazzo. Che si fosse innamorata?

 

 

Il cuore di Fred comincia a battere senza sosta. Non è che faccia male, non è che lui stia per avere un infarto. In realtà quel palpito lo rende euforico: Hermione sta di nuovo pensando a lui. E precisamente, sta pensando davvero tanto a lui. 

"Che hai da sorridere come un demente?" si informa Lee. Probabilmente glielo avrebbe chiesto George, se non li avesse lasciati da soli per andare a trovare Angelina, ricoverata in infermeria da un paio di giorni a causa di Malfoy e Tiger, che le hanno stregato la scopa durante l’ultimo allenamento della squadra dei Grifondoro. 

"Scusa?" 

"Ho detto: che hai da sorridere come un demente?" ci riprova Jordan, ma scuote il capo quando il gemello si perde di nuovo. È come parlare con un muro. 

"Ci vediamo a cena, va bene, Lee?" partorisce infine Fred, stringendo il libro della lezione precedente nella mano sinistra, salutando l’amico con quella libera e cominciando a camminare freneticamente verso la direzione opposta. 

Tutto ad un tratto gli è nata un’improvvisa voglia di vedere sorridere Hermione e per vedere Hermione sorridere, prima di tutto bisogna trovarla. Uno strano istinto impone a Fred di dirigersi verso il lago, dove la trova seduta su un grosso masso. Da lontano la vede scagliare una pietra nell’acqua, per poi alzare il capo verso l’alto, chiudendo gli occhi. Fred le si avvicina con calma, appoggiando il mento nell’incavo della spalla della ragazza che sussulta spaventata, ma quando lo riconosce una piccola smorfia divertita si dipinge sul suo volto. 

"Mi hai fatto venire un infarto." dice comunque, nel palese tentativo di rimproverarlo. Sta cercando di calmare le proprie emozioni: è da dieci minuti che non riesce a smetterla di pensare a lui ed ecco che ad un tratto spunta al suo fianco, con il solito sorriso da malandrino. Non può mostrargli la sua sorpresa, la sua timidezza. Deve cercare di prendere in mano la situazione, per evitare di cadere in un baratro senza fondo: non può rischiare che Fred la trovi diversa, le chieda perché è diversa, perché arrossisce più del solito, perché balbetta, perché è meno Hermione e più Ron. 

Scuote il capo impercettibilmente, dandosi uno schiaffo mentale, mentre il ragazzo alza un sopracciglio, "Mi sembra che tu sia in perfette condizioni, Hermione." appena pronuncia il suo nome, lei ne salva il suono: è sempre stato così bello? 

"Cosa ti serve, Weasley?" chiede a quel punto la ragazza, dandogli di nuovo le spalle per osservare il lago, nella speranza di calmare le proprie emozioni. 

Fred le si posiziona davanti, comprendo il paesaggio nel quale ha tanto sperato di immergersi, "Siamo tornati al cognome?" la voce è indignata e si piega verso di lei, facendo leva sulla roccia. 

"Non ti ho mai chiamato per nome."

"Potresti cominciare, Hermione." Fred le sorride, studiandole il volto. Non le era mai stato così vicino prima di allora, è una strana sensazione. È come se il suo stomaco stia ballando una danza di cui non conosce le mosse. L’ha guardata, è tutta l’estate che la osserva. La mattina, quando scendeva a colazione e gli chiedeva se avesse fatto del tè anche per lei, il pomeriggio, mentre lei guardava fuori dalla finestra distrattamente, cercando nella mente una parola più interessante da scrivere nel suo compito di Trasfigurazione, la sera, quando si trovavano tutti quanti in salotto a ricordare l’ultimo scherzo dei gemelli a Sirius e lei rideva. Ma così da vicino, talmente vicino da poter studiarle il colore delle iridi, non è mai stato. 

Lei alza gli occhi al cielo, constatando che sì, quando il ragazzo pronuncia il suo nome, quest’ultimo diventa più soave. 

"Cosa ti serve, Weasley?"

"Fred." si impunta, avvicinandosi sempre di più.

"Weasley."

"Fred." la voce del ragazzo è un sussurro perso nel vuoto, perché si accorge che il suo naso sta sfiorando quello di Hermione. È sicuro che le sue orecchie abbiano cominciato a colorarsi di un tiepido rosso, quindi si allontana, proprio quando lei distoglie lo sguardo imbarazzata. Che le è preso? Giocare con il gemello è una facile sconfitta. 

"Ti ho vista tutta sola, volevo rilanciare la proposta di sorvolare il lago, nel caso fossi libera." dice maliziosamente, nascondendo le mani nelle tasche. 

Per Hermione deve essere il mese dell’oh, al diavolo perché, come ha accettato la caramella dei gemelli qualche giorno prima, adesso sfida sé stessa e sale sulla Scopalinda di Fred, chiamata con un incantesimo, "Non vorrei essere additato come colpevole per la tua morte." sottolinea, qualche secondo prima di staccarsi dal terreno. 

"Come?" Hermione si sporge verso di lui, confusa. 

Ma Fred non le risponde, cerca con le mani quelle di lei e se le fa passare intorno al ventre, avvicinando il corpo della ragazza al proprio. Il battito della giovane si ferma per un secondo, quando il  suo volto ricade sulla schiena del gemello e il suo odore le riempie le narici. Lo ha già sentito, vero

"Pronta?" Fred può sentire le mani di Hermione che si stringono intorno a lui e sorride. 



In anticipo sulla tabella di marcia, solo perché non vedevo l'ora di fare uscire questo capitolo. 
Sparirò per qualche settimana, ne sono sicura: impegnata come al solito a seguire i miei mille progetti, sono consapevole che per un po' non aggionerò. Il che mi distrugge, ma giuro che arriverò e risponderò a tutte le recensioni. Grazie a tutti, ogni vostra parole, ogni persona che segue questa storia, significa tanto per me. 
Sia ❤
   
 
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