Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    04/02/2020    29 recensioni
È passato un anno da quando i Guardiani hanno sconfitto Pitch Black.
Jack Frost è ormai una Leggenda a tutti gli effetti, e cerca di bilanciare la sua nuova posizione di Guardiano del Divertimento con la vita di tutti i giorni.
Tuttavia, l’improvvisa apparizione di un vecchio che afferma di essere Padre Tempo segnerà una brusca e inattesa interruzione dal periodo di tranquillità: secondo l'uomo, Pitch Black sta costruendo un’arma abbastanza potente da far sprofondare l’intero universo in una nuova Dark Age.
C’è solo un piccolo dettaglio: Pitch Black è ancora intrappolato nel suo regno…
(Crossover tra Le 5 Leggende, Frozen, Dragon Trainer, Ribelle - The Brave e altre opere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Ecco un nuovissimo capitolo!
Come accennato nel precedente, abbiamo deciso di spostare questa storia nella sezione Frozen di EFP per attirare più persone.
Vi auguriamo una piacevole lettura ;)

 

 
Capitolo 3 - The Fifth Spirit
 
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Every inch of me is trembling
But not from the cold
Something is familiar
Like a dream I can reach but not quite hold
I can sense you there
Like a friend I've always known
I'm arriving
And it feels like I am home
I have always been a fortress
Cold secrets deep inside
You have secrets, too
But you don't have to hide…
Idina Menzel ft. Evan Rachel Wood – Show Yourself
 
 ( Track 5 : https://www.youtube.com/watch?v=YMEr-y1Mlac )
La Foresta Incantata splendeva rigogliosa tra le montagne di Arandelle, mentre i primi raggi del sole mattutino illuminavano le rosse chiome degli alberi.
L'odore di muschio e di aghi di pino si spanse nell'aria, trasportato da una dolce brezza. Enormi pini e abeti dalla ragguardevole circonferenza costellavano il bosco, con le fronde che creavano strani giochi di luce sul terreno.
Un'aria mistica intingeva lo spettacolo di quell'ineguagliabile atmosfera pacata e speciale, come se quel luogo fosse permeato di pura magia.
All’improvviso, l’aria apparentemente placida venne squarciata da un tetro lamento di dolore. Il suono giunse forte e inaspettato, spaventando alcuni uccelli comodamente appollaiati sui rami degli alberi e irritando non poco quelle creature notturne che avevano scelto cave d’albero e tunnel sotterranei per potersi adeguatamente riposare durante il giorno.
Al centro di una radura, distesa affianco ad una grossa renna, posava una giovane donna dalla pelle bianca come la neve stessa.
Indossava abiti piuttosto inusuali, pallidi e lucenti sotto i raggi del sole, ma troppo sottili per offrire protezione contro il freddo della Norvegia. Eppure, nonostante la temperatura poco superiore allo 0, la giovane fanciulla sembrava del tutto inalterata dal gelido abbraccio dell’aria primaverile.
Lunghi capelli le ricadevano sulle spalle come un velo, incorniciando un volto dai lineamenti delicati, le gote appena arrossate. Gli occhi color del ghiaccio appena sciolto erano colmi di gentilezza e scrutavano con affetto la figura esanime della renna, intenta nel difficile compito di partorire.
<< Coraggio, solo qualche altra spinta >> sussurrò all’animale, spostandosi lentamente lungo il suo corpo fino al punto in cui il cucciolo, avvolto in una lucida membrana, era già a metà del suo viaggio di ingresso nel mondo.
Il “miracolo della nascita”, com’era solito chiamarlo il capo villaggio dei Northundra, si stava dimostrando più disgustoso di quanto Elsa avesse inizialmente pensato. Non si aspettava che ci sarebbe stato così tanto sangue, ma da un certo punto di vista se lo sarebbe dovuto aspettare, considerato tutto ciò che aveva letto sull’argomento durante le sue lezioni di biologia con i maestri di Arendelle.
La storia di Elsa, come quasi tutte le storie di questo racconto, avrebbe fatto inarcare parecchie sopracciglia.
Nata primogenita dalla famiglia reale di Arendelle, la bambina aveva dimostrato fin da subito l’insolita capacità di creare e manipolare qualsiasi forma di ghiaccio e neve.
Durante i suoi primi dieci anni di vita, i genitori Agnar e Iduna erano rimasti per lo più tolleranti nei confronti di questo insolito potere, convinti che la figlia fosse stata benedetta con un dono. Questo, almeno, fino a quando la giovane principessa non ferì per errore sua sorella minore, Anna, suscitando grande paura e repulsione dal parte del padre.
Convinto che la figlia potesse diventare una minaccia per il regno, l’uomo la confinò all’interno del castello e cercò in tutti i modi di sopprimere i suoi poteri, un’impresa che si rivelò vana fino al giorno della sua dipartita, quando sia lui che sua moglie perirono tragicamente durante un naufragio.
Abbandonata a se stessa, Elsa divenne regina all’età di 18 anni, un evento che sarebbe entrato per sempre nella memoria degli abitanti di Arendelle.
Quello, infatti, fu il giorno in cui Elsa perse il poco controllo che aveva sui suoi poteri, provocando un inverno che avvolse l’intero regno. Fu solo grazie al sostegno e all’amore della sorella Anna che la neo regina riuscì nell’intento di scongelare Arendelle e prevenire la morte dei suoi sudditi.
Passarono tre anni, e il regno fu nuovamente minacciato, ma questa volta non da mani umane. Gli spiriti della Foresta Incantata confinante con Arendelle, infatti, erano giunti nella nazione per elargire vendetta contro i suoi abitanti.
Molti anni prima, infatti, il nonno di Agnarr aveva dato il via ad una guerra con il popolo che abitava la Foresta, i Northundra, a causa della paura che nutriva per gli Spiriti che presidiavano il bosco.
Ancora una volta, fu grazie all’intervento di Anna ed Elsa che la catastrofe venne sventata. E fu durante questa crisi che la giovane regina divenne consapevole della propria eredità: ella, infatti, altro non era altro che il risultato dell’amore tra un Arendelliano, suo padre, e una Northundra, sua madre.
E proprio grazie a questa sua natura peculiare, era stata scelta dalla magia della Foresta Incantata per diventare il Quinto Spirito, il ponte tra gli umani e la natura di quel mistico luogo. Fu così che Elsa divenne la guardiana effettivo del bosco, mentre ad Anna fu affidato il compito di regnare su Arendelle in sua assenza.
La giovane donna ripensò a quelle vicende con affetto, quando un sonoro grugnito la riportò alla realtà.
Delicatamente, continuò ad accarezzare la testa della renna che aveva trovato pochi minuti prima circondata da un branco di lupi. Dopo averli allontanati, Elsa aveva deciso di assisterla durante il parto e proteggerla da ulteriori minacce.
L’animale sbuffò ed ebbe un’altra contrazione, con le zampe rigide e allungate all’infuori. Finalmente, accompagnato da un sonoro pop!, il piccolo fece la sua entrata nel mondo.
La testa della madre cadde sul grembo di Elsa, gli occhi chiusi per qualche istante. I fianchi si gonfiavano, mentre riprendeva fiato.
Il Quinto Spirito sorrise  con affetto e cominciò ad accarezzarle il collo sudato e la folta pelliccia, per poi lanciare un’occhiata in direzione del cucciolo appena nato: Faceva freddo, e per questo motivo il vapore si levava leggero da quel piccolo corpo umido.
Con uno straccio fatto di brina, Elsa cominciò a ripulire l’animale dal sangue sotto lo sguardo vigile della madre.   La piccola renna spalancò gli occhi, un paio di palle nere lucide, cariche di meraviglia e curiosità. Grigio e madido, il cucciolo si guardò intorno, sbattendo le palpebre alla fioca luce del giorno.
I loro sguardi si incontrarono.
<< Sei proprio carino >> commentò Elsa con un piccolo sorriso, realizzando che il tanto celebrato “miracolo della vita” era, in fondo, davvero miracoloso. Affianco a lei, la madre stava tentando di rialzarsi.
Elsa balzò in piedi a sua volta, così che il grande animale potesse girarsi senza schiacciarla.
Madre e neonato si annusarono a vicenda, poi la renna sbuffò e iniziò a lavare il cucciolo lambendolo con la lunga lingua.
Se possibile, il sorriso sul volto di Elsa si fece più grande.
Fece per allontanarsi, in modo da lasciare ai due animali la privacy del loro primo incontro faccia a faccia… ma, appena compiuto un passo, una sensazione sgradevole le attanagliò il cuore, come se qualcuno l’avesse pugnalata.
Ansimò per la sorpresa e fece appello ad ogni oncia di forza che aveva in corpo per non cadere in ginocchio seduta stante.
Con occhi grandi e colmi di paura, volse lo sguardo in direzione di un punto ben specifico della foresta. Il cuore della magia stessa.
Qualcuno… era entrato ad Ahtohallan, ne era sicura. Qualcuno che non era lei.
Prendendo un paio di respiri calmanti, la giovane donna cominciò a correre verso la spiaggia.
 
                                                                                                                                                          ***
 
Jack Frost capì di aver attraversato il magico portale quando percepì sotto di sé il vuoto di un’altezza notevole.
Con una magistrale capriola all’indietro, acchiappò al volo il globo di neve prima che precipitasse, quindi, raddrizzatosi di colpo, sospeso nell’aria, guardò sotto di sé per comprendere in quale misterioso luogo fosse stato trasportato.
Sotto di lui, si stagliava per miglia e miglia un immenso oceano color della notte, le cui placide acque risplendevano di riflessi di luce generati dal sole alto nel cielo, che però curiosamente non sembrava influire sul gelo perenne che lo Spirito avvertiva trovarsi nell'atmosfera, pur non soffrendone gli effetti.
C’era qualcosa, qualche metro più avanti, intento a brillare più del mare stesso, tanto che l’albino dovette ripararsi per un istante col braccio per abituare i propri occhi alla vista.
Si trattava di un gigantesco ghiacciaio naturale, dalle punte alte e affilate vagamente simili a quelle di un castello, talmente grande da farlo sembrare una vera e propria isola di puro ghiaccio, scintillante di riflessi boreali.
Jack rimase a bocca aperta, ammaliato da tanta bellezza naturale, e il suo cuore perse un battito quando si accorse della flebile, eppure pulsante, aura di magia provenire da esso. Non gli ci volle molto a capire che, dovunque la sfera l’avesse portato, probabilmente quel posto era l’ideale da cui iniziare per trovare il pezzo del Crogiolo.
Si infilò nella tasca la palla magica e con uno scatto distese il corpo in orizzontale, evocando il vento gelido di quelle terre perché lo trasportasse rapido e veloce verso quel luogo incantato.
Scivolò in volo quasi sul pelo dell’acqua, finché non raggiunse quella che, a tutti gli effetti, era una spiaggia interamente composta da morbida neve. Lo Spirito vi atterrò con grazia, poggiandovi sopra i palmi dei piedi nudi.
Subito si guardò intorno, circospetto, ma non gli parve di vedere nulla di anomalo: lungo il bagnasciuga tutto era tranquillo, a parte qualche remoto blocco di ghiaccio spiaggiato, mosso dalla corrente. Di fronte a sé si stagliavano gigantesche stalagmiti alte forse dodici metri, tutte in fila di fianco all’altra, quasi a rappresentare un’inespugnabile fortezza glaciale.
Jack non poté fare a meno di tirare un respiro profondo. Sentiva pulsare la magia all’interno di quelle mura come qualcosa di profondamente affine, parte del suo essere. Come quasi un invito ad entrare e a immergersi completamente nel suo elemento naturale. Di fronte a quelle sensazioni, il ragazzo decise di affidarsi completamente all’istinto, sicuro che l’avrebbe aiutato nella sua ricerca.
Senza ulteriore indugio, strinse forte nella mano il proprio bastone e poggiò il piede in avanti, camminando sulla distesa di neve che lo separava dalle gigantesche stalagmiti.
Non appena le raggiunse, scoprì l’entrata rettangolare alla loro base, una fessura grande abbastanza perché qualcuno potesse entrare al suo interno. Sbirciandovi appena, Frost distinse chiaramente un lungo cunicolo di corridoi che scendeva sempre di più in profondità.
Per un istante ebbe uno sgradevole deja vu: l’ultima volta in cui si era infilato in un luogo misterioso non era finita molto bene, dato che si era ritrovato nel covo segreto di Pitch Black. Ma questa volta era diverso, questa volta si stava immergendo completamente nel proprio elemento. Niente avrebbe potuto fargli del male.
Prese un bel respiro profondo e con un salto vi si buttò al suo interno, avventurandosi tra i cunicoli levitando a mezz’aria, seguendo il proprio istinto e le luci boreali che attraversavano le pareti di ghiaccio, simbolo della magia pulsante.
Fu così che giunse in un anfratto dalle dimensione di una grossa caverna composta solo dal solo uscio che si attraversava per poter accedere al suo interno.
Una caverna, però, alquanto bizzarra. Era disseminata di oggetti personali: un tavolo con delle sedie, un letto a baldacchino, uno specchio, delle urne e dei vasi, candele sopra altri mobili, degli scaffali… e la cosa più assurda era che era tutto interamente fatto di ghiaccio trasparente.
Jack, sbigottito, rimase per qualche istante a fissarla, incredulo. Probabilmente oramai non doveva stupirsi più di nulla, ma quella stanza era talmente fuori luogo all’interno di quel ghiacciaio…
Lo Spirito dell’Inverno scosse il capo: non aveva tempo per porsi domande di quel genere, era venuto lì per una ragione. Doveva trovare quel dannato pezzo di Crogiolo.
Dunque iniziò a rovistare in giro tra i vari oggetti, poggiando per un istante il bastone a terra per avere più libertà di movimento. Non l’avesse mai fatto.
Era talmente concentrato nella propria esplorazione da non sentire nemmeno lo spostamento dell’aria segnalante il colpo che arrivava: avvertì solamente l’urto secco e potente contro la propria testa, e il conseguente dolore.
Riuscì a malapena a sentire il rumore del proprio corpo che stramazzava a terra, quando il buio dell'incoscienza calò sulle sue palpebre.
 
                                                                                                                                                     ***
 
Quando finalmente percepì di aver ripreso conoscenza, il primo pensiero razionale di Jack fu qualcosa di molto poco elaborato, un semplice, banalissimo: "Che cavolo è stato!?"
L’attacco era stato talmente repentino da rendergli difficile metabolizzare il tutto. Un attimo prima era nella caverna, l'attimo dopo a terra svenuto perché qualcuno l'aveva colpito.
Ora, era alquanto difficile che un normale essere umano potesse fare qualcosa del genere ad uno spirito... perciò il secondo pensiero del ragazzo fu subito quello di cercare il suo bastone. Il quale, come, scoprì immediatamente, non era nella sua mano, né al suo fianco.
Si raddrizzò quasi subito seduto, e solo allora si rese conto di essere di nuovo sulla spiaggia di neve, bloccato all'interno di quella che era tutti gli effetti una stretta gabbia di tozzi filamenti di ghiaccio.
Fu quello principalmente a lasciarlo perplesso: non si aspettava assolutamente nulla del genere. In un certo senso era fortunato, non avrebbe nemmeno necessitato del bastone per uscirne, ma chi l'aveva creata?
<< Bene, vedo che sei finalmente sveglio >> arrivò una voce femminile alle sue spalle, facendolo sussultare.
Si girò piano, preparandosi ad incontrare chissà quale crudele e spaventoso nemico - dal tono freddo e autoritario non immaginava altro - assottigliando lo sguardo. Poi si bloccò, e sbatté le palpebre, incredulo.
Era una ragazza. All’inizio, gli fu davvero difficile metterla a fuoco, era talmente candida ed eterea da confondersi quasi completamente con il ghiaccio di cui la grotta era composta, non fosse stato per le magiche luci boreali attraversanti le parete.
La pelle color porcellana spiccava in un viso triangolare cui erano incastonati due profondi occhi color zaffiro e una cascata di capelli di un biondo chiarissimo che scendevano fino a metà braccio come una morbida onda delicata. Indossava un lungo abito bianco dalle maniche lunghe, composto da leggiadri veli e decorato con cristalli colorati di blu, viola e celesti: la sottoveste aveva la forma di pantaloni di morbida seta e a coprire i pieni nudi e magri vi erano dei preziosi sandali di cristallo.
<< Wow >> fu tutto quello che riuscì a dire.
Era stupenda. Non gli veniva in mente altro termine. Bellissima, certo. Meravigliosa. A dirla tutta aveva un ampio vocabolario di termini relativi alla sua avvenente figura.
Di fronte ad una simile reazione, Elsa si limitò a inarcare un sopracciglio e incrociò ambe le braccia davanti al petto.
<< Devo ammetterlo >> cominciò con tono apparentemente casuale. << Non sei certo il primo assassino che incontro… ma sei sicuramente il primo ad aver tentato di uccidermi nel mio dominio. >>
Dopo aver pronunciato tali parole, assottigliò lo sguardo con aria minacciosa.
<< Devi essere molto coraggioso… o incredibilmente stupido. >>
Lo Spirito dell’Inverno ci mise qualche istante a rendersi conto che quella bellissima quanto strana umana lo stava praticamente insultando.
Non ci voleva un genio per capire che era stata lei a creare quella gabbia. Interessante informazione che avrebbe desiderato approfondire, ma al momento sarebbe stato meglio concentrarsi per capire meglio le sue intenzioni.
Abbozzò il suo miglior sorriso affabile e insolente.
<< Dipende... quale delle due qualità preferisci? >> chiese con tono scherzoso. << A proposito, penso che tu abbia preso un granchio. Non sono affatto un assassino. >>
<< Questo è esattamente quello che un assassino direbbe >> replicò Elsa, per nulla impressionata da un tentativo di flirt così palese.
Scrutò il ragazzo con occhio attento, nel tentativo di identificare un qualsiasi segno di minaccia.
Dopo un'attenta analisi, arrivò alla conclusione che… era bello.
Certo, essendo stata una regina, Elsa aveva avuto modo di interagire con molti membri del sesso opposto conosciuti per le loro piacevoli caratteristiche fisiche - per lo più pretendenti disposti a chiedere la sua mano in matrimonio e che aveva rigorosamente rifiutato - ma anche lei dovette ammettere che quel ragazzo, chiunque fosse, non aveva nulla da invidiare a tali persone.
Aveva i capelli più bianchi che avesse mai visto, ma non come quelli di un anziano, sembravano quasi neve appena caduta. Il volto aveva lineamenti giovani, quasi fanciulleschi, eppure abbastanza maturi da dimostrare un'età probabilmente pari o superiore ai diciotto anni.
E poi c'erano gli occhi, azzurri come il mare che circondava l'isola… che però sembravano nascondere uno sguardo molto più... antico del loro proprietario. Occhi profondi, millenari, misteriosi.
Scuotendo la mente da quei pensieri, la donna evocò nella mano destra una spada di ghiaccio e la puntò verso l'intruso.
<< Dimmi chi ti ha inviato >> ordinò freddamente.
Jack rimase fermo al proprio posto, sostenendo senza alcun timore il suo sguardo. Sapeva di non avere niente da temere da un potere che coinvolgeva il suo elemento, e poi voleva fare in modo che si fidasse di lui. In fondo, era tutto solo un grosso malinteso.
Ma come spiegarle? Chi diavolo avrebbe creduto ad una storia sul multiverso, l'Uomo Nero e Padre Tempo?
Poi si rese conto di una cosa: se quella ragazza poteva vederlo e aveva dei poteri simili ai suoi...probabilmente non era umana. E forse avrebbe accettato il tutto molto più facilmente.
Ma doveva ancora risolvere la questione dell'assassino.
<< Potrei dirtelo, ma cambierebbe qualcosa? Sembri abbastanza convinta che io sia venuto qui…per cosa, esattamente? >>
<< Per uccidermi, ovviamente >> disse Elsa con tono di fatto. << Per quale altro motivo avresti fatto irruzione nella mia dimora senza permesso? Sono state le Isole del Sud a mandarti, non è vero? Ma certo. Ora che non sono più regina, Hans avrà pensato che senza la protezione del regno sarei stata un bersaglio facile. Be’... >>
Si avvicinò alla gabbia di ghiaccio con determinazione.
<< Gli dimostrerò che si sbaglia… inviandogli la tua testa per posta. >>
Jack alzò un sopracciglio. Probabilmente avrebbe dovuto prenderla sul serio, considerato che dalla faccia non sembrava scherzare affatto. Ma c’era qualcosa nei suoi occhi e nella sua postura che non lo convincevano fino in fondo. Lei… era tesa, e determinata a capire, e non voleva assolutamente mostrare esitazione o dubbi.
Un concetto con cui il ragazzo era assai familiare, considerando tutto il tempo che aveva speso in solitaria…  cercando di nascondere il proprio animo sofferente dagli altri immortali.
Ma come fare a scuoterla?
Si avvicinò alle sbarre e appoggiò tranquillamente le braccia sopra di esse come se fossero il parapetto di un balcone, fissandola negli occhi.
<< Be', se ne siete così convinta, Vostra Leggiadria >> replicò << Accomodatevi. Sono qui in bella posizione. >>
Elsa lo fissò sorpresa, ma solo per un attimo.
Compì un rapido movimento con la mano libera e le sbarre di ghiaccio che si trovavano alle spalle di Jack scattarono in avanti, spingendo lo spirito verso la parte opposta della gabbia: avrebbe potuto bloccarle facilmente, ma si stava trattenendo per vedere fin dove si sarebbe spinta.
La donna porse la spada attraverso le fessure della prigione, finché la punta non arrivò ad appena un paio di centimetri dal collo del Guardiano.
<< Non sto scherzando >> disse cupamente. << Dimmi chi sei e chi ti ha mandato, o io... >>
<< Mi ucciderai? >> completò lo spirito, senza staccare i propri occhi dai suoi. << Senti... posso essere sincero? Tutta questa situazione non sembra esattamente il tuo forte… anche se sai essere abbastanza spaventosa, te lo concedo. Ma vedi… diciamo che io so riconoscere subito qualcuno che finge per non mostrare chi è davvero. Sappi che se avessi voluto fare quello di cui mi accusi, ti garantisco che non sarei ancora qui, rinchiuso in questa gabbia. Puoi continuare a minacciarmi a vuoto...o puoi provare ad ascoltarmi e considerare la possibilità  che io ti stia dicendo la verità. E magari potresti anche presentarti! Vostra Leggiadria non è un termine che vorrei utilizzare a lungo. >>
La presa di Elsa sulla spada sembrò vacillare.
<< Vuoi farmi credere di aver fatto irruzione in casa mia, in un'isola circondata dall'acqua per chilometri… senza nemmeno sapere chi fossi? >> domandò incredula.
<< Be', Bucaneve, mi dispiace profondamente deluderti, ma il multi-verso non gira attorno a te >> ribatté Jack, recuperando un po’ sarcasmo. << Non sapevo che fosse la tua casa. Ho solo percepito la magia che circonda questo luogo, così ho deciso di darci un’occhiata. >>
Per la seconda volta, Elsa non poté fare a meno di esternare la propria confusione inarcando un sopracciglio.
<< Magia? E tu che ne sai della magia? >> domandò sospettosamente.
A quel punto, il Quinto Guardiano pensò fosse arrivato il momento di scoprire le sue carte.
<< Be'... >> esordì << giusto un paio di cosette. >>
Allungò un dito e toccò la punta della spada. La lama iniziò lentamente ad accorciarsi, per poi trasformarsi in un blocco di fiocchi di neve che si sbriciolarono in mille scintille azzurre.
Di rimando, l’albino si spazzolò teatralmente la felpa e i pantaloni.
<< Jack Frost >> si presentò con un inchino. << Spirito dell'Inverno, Guardiano del Divertimento, Quinta Leggenda... hai preso tu il mio bastone, vero? Ti prego, dimmi che è ancora integro... >>
Ma Elsa non rispose. Rimase ferma e immobile, come pietrificata.
Aveva le pupille dilatate e la bocca leggermente spalancata, il volto adornato da un'espressione di puro shock. Rimase semplicemente in piedi, come se ormai non potesse fare altro se non mantenere quella posizione.
Lo spirito rimase interdetto. Non si aspettava una reazione placida, ma nemmeno una tanto palese. Diavolo, lei stessa aveva la magia! Era tanto strano trovare qualcun altro di magico, in quel posto?
<< Ehi? Bucaneve? >> cercò di scuoterla, nervoso. << Ti si è attaccata la lingua ad una stalattite di ghiaccio, per caso? >>
"Che?" si rimproverò subito dopo. Dio, quella battuta gli era uscita veramente malissimo.
Le parole, tuttavia, sembrarono scuotere Elsa dal suo torpore.
<< Tu… >> balbettò con voce flebile. << Tu… puoi evocare il ghiaccio... >>
<< Ah... >> Lui annuì, incapace di fare altro, sconcertato. << Sì... come te... >>
Inclinò il capo di lato, fissandola a lungo.
<< Sì, è strano, ma c'è una spiegazione... e... >>
Lanciò un'occhiata alle spalle, e poi a lei.
<< Posso... >> esordì, incerto << posso uscire di qui... senza essere minacciato di morte? >>
Elsa non rispose, e continuò a fissarlo con aria sbigottita, incapace di credere a quello che aveva testimoniato solo pochi secondi prima.
<< Io… pensavo di essere l'unica... >> sussurrò, quasi a se stessa. << Per tutto questo tempo… pensavo di essere sola. >>
La sua voce si spezzò, quasi come se stesse cercando di trattenere un singhiozzo, o forse una risata.
<< ... Oh. >>
Fu tutto quello che Jack riuscì a dire. La ragazza aveva un'espressione tanto sconsolata e triste in volto da risultare straziante... e incredibilmente familiare.
D'istinto, cercò di fare qualcosa per tentare di fargliela passare. L'unica cosa che gli veniva naturale.
Allungò la mano e il volto, infilandoli nel buco delle sbarre, e soffiò sopra il palmo aperto: un respiro freddo si liberò, e all'improvviso si trasformò in un fiocco di neve che volò verso di lei, moltiplicandosi in una piccola nevicata sopra la sua chioma bionda. Un fiocco di neve le finì sopra il naso ed esplose in una scintilla azzurra, scatenando in lei una sensazione istantanea di gioia ed ebbrezza.
Di rimando, Elsa si portò una mano alla bocca, nel tentativo di frenare una fragorosa risata. L'azione la portò ad emettere un suono assai poco signorile, cosa che la fece arrossire profondamente.
Volse al Guardiano un'espressione imbarazzata, non sapendo bene come comportarsi. Poi, quasi come se si fosse resa conto dell'attuale situazione, agitò rapidamente una mano e la gabbia attorno a Jack scomparve in una miriade di fiocchi di neve.
<< Io… mi chiamo Elsa >> disse dopo qualche attimo di silenzio.
<< Elsa... >> ripeté lo spirito dopo qualche istante, assaporando quel nome sulle labbra con un sorrisetto << Mi piace. >>
Le lanciò un'occhiata imbarazzata. << Quindi…hai sentito parlare di me? >>
La donna sbatté le palpebre un paio di volte.
<< Io… sì, ho letto libri su Jack Frost quando ero piccola >> ammise con tono incerto. << Ma erano solo storie! Jack Frost non è real...>>
<< NON DIRLO! Ogni volta che qualcuno dice così, potrei cessare di esistere! >> gridò il ragazzo all'improvviso, visibilmente terrorizzato.
All’espressione mortificata e sconvolta della ragazza, tuttavia, non poté fare a meno di scoppiare in una risata cristallina.
<< Ci sei cascata >> sghignazzò. << Come puoi vedere, sono molto vero. Proprio come sono veri i tuoi poteri... e la magia, in generale. >>
Al sentire tali parole, Elsa arricciò ambe le labbra in un sorriso d'eccitazione, il primo che lo Spirito dell'Inverno le aveva visto fare da quando si erano incontrati.
<< O mio… questo… questo è incredibile! >> esclamò la ragazza, compiendo alcuni passi in direzione del Guardiano. << Puoi davvero controllare e manipolare il ghiaccio come me? E creare tempeste come nei libri? Jack Frost nei libri era vecchio… perché non sei vecchio? Puoi forse cambiare la tua età? Sei uno spirito come me? >>
A ogni domanda si fece sempre più vicina, fino a quando non si rese conto di poter praticamente toccare il naso del ragazzo. Arrossì ulteriormente e compì un passo all'indietro.
<< Mi dispiace! Di solito non sono così invadente, ma… ho così tante domande, e… oddio, mi dispiace >> borbottò miseramente, portandosi le mani al volto per coprire la propria espressione imbarazzata.
<< Eehm... >>
Jack tirò un sospiro quando la vide calmarsi, almeno per un po'. Sorprendentemente, era ancora più carina quando non minacciava di mutilare e uccidere.
<< Senti... risponderò a quasi tutte le tue domande, ma prima ho davvero bisogno che tu mi ridia il mio bastone. Hai presente, no? Di legno, ricurvo alla base, ricoperto di brina... >>
Elsa si drizzò di scatto, come colpita da un fulmine.
<< Oh… sì, certamente >> rispose dopo aver ritrovato il suo contegno. << Dammi solo un minuto. >>
E, detto questo, uscì rapidamente dalla caverna, mentre Jack aspettò pazientemente alle sue spalle. Tornò poco dopo, con in mano la tanto agognata reliquia.
<< Non ero davvero sicura di cosa farne >> disse, con voce imbarazzata << Ma sembrava qualcosa di importante, così l'ho tenuto per precauzione, nel caso avessi avuto bisogno di, ehm… un ostaggio. >>
<< Sei proprio fissata con queste cose, eh? >> commentò il ragazzo, riprendendo tra le mani la preziosa arma e regalandole un sorrisetto bonariamente derisorio.
Se possibile, la ragazza arrossì ulteriormente, cosa che venne accentuata dal pallore delle sue guance.
<< Mi dispiace, è solo che… negli ultimi anni ho dovuto prevenire molti attentati alla mia vita. Potrei essermi comportata in modo un po' paranoico >> ammise quasi con riluttanza.
Lui si incupì appena, inarcando le sopracciglia. << Perché qualcuno dovrebbe volerti morta? >>
Elsa lo scrutò curiosamente.
<< Davvero non hai mai sentito parlare di me? >> chiese con circospezione.
Jack scosse il capo.
<< No, io... >>
All’improvviso, si rese conto di quanto tempo doveva essere appena passato da quando aveva attraversato il portale.
<< Okay, time out >> decretò l'istante dopo. << È una storia molto lunga e complicata, e io... be', ho una certa fretta. Sono qui per una missione molto importante, e il tempo stringe, perciò... >>
Si appoggiò con entrambi le mani al bastone e la guardò.
<< Vorrei avere la garanzia di potermi fidare di te. Io ti ho mostrato che sarei potuto fuggire in qualsiasi momento, ma non l'ho fatto. Quindi... ora sta a te fornirmi delle spiegazioni. >>
Sorpresa dal tono improvvisamente serio dello spirito, Elsa cercò di mantenere un'espressione custodita.
<< Cosa vorresti sapere? >> chiese con tono risoluto.
<< Be'... tanto per cominciare, chi sei davvero. Non sei una ragazza normale, è evidente. Che posto è questo, e perché sei qui? E chi diavolo è quel tipo che ti minaccia, per capire se dobbiamo preoccuparci anche di lui... >>
Elsa annuì lentamente. Sì, sembravano domande perfettamente logiche.
<< Come ti ho già detto, io mi chiamo Elsa. Sono il Quinto Spirito della Foresta Incantata… e l'ex regina del regno di Arendelle >> rivelò, sorprendendo il ragazzo.
Stava… parlando con una regina? Peggio ancora… aveva tentato di flirtare con una regina solo pochi minuti prima?!
Incurante dei pensieri che stavano attraversando la mente dello spirito, Elsa continuò a parlare come se niente fosse.
<< Quanto a dove ci troviamo, questa è Ahtohallan, il cuore pulsante della magia che alimenta la foresta. E in risposta alla tua ultima domanda… no, quella persona è stata trattata molto tempo fa, da lui non ho più nulla da temere. >>
Jack annuì, cercando di nascondere il proprio imbarazzo.
<< Ecco spiegata l'immensa energia che sento qui intorno >> borbottò comprensivo. << A conti fatti, sembra quasi che tu sia il Jack Frost di questo mondo. >>
Ridacchiò, ma alla sua espressione perplessa si ricompose.
<< Va bene, ora ti spiegherò tutto. Ma tieniti forte, non è una storia per animi sensibili >> la punzecchiò.
Elsa lo fissò con un piccolo sorriso.
<< Credimi, durante la mia vita ho visto diverse cose assurde >> rispose con tono altrettanto malizioso. << Sono pronta per qualunque cosa mi dirai. >>
<< Non voglio contraddirti. >>
E così le raccontò degli eventi di cui era stato testimone qualche ora prima, cercando di essere più breve, conciso e preciso possibile, fornendole le informazioni necessarie per comprendere al meglio la situazione.
L’arrivo di Ombric, il Crogiolo, Pitch… tutto ciò che l’avrebbe convinta ad aiutarlo. Dopotutto, non conosceva niente di quel mondo, quindi necessitava di una guida di qualche tipo… o qualcuno che fosse disposto a fornirgli assistenza.
Quando ebbe finito, Elsa lo fissò in silenzio per quello che sembrò un tempo interminabile.
<< Mi stai dicendo…che vieni da un altro mondo. Che se qui per recuperare un oggetto che potrebbe far calare il mio regno… no, tutti i regni esistenti nelle tenebre… e che a creare quest'arma è stato l'Uomo Nero… lo stesso Uomo Nero usato dai genitori per tenere in riga i loro figli? >> sussurrò con voce strozzata.
<< Già >> confermò l’altro. << Un tipo non molto simpatico, considerando il suo malsano feticismo per la paura. >>
Elsa contò mentalmente fino a dieci e si portò una mano alla fronte. << Okay, ammesso che io creda ad una storia così assurda… che aspetto avrebbe quest'arma? >>
E, in quel momento, un forte boato riecheggiò all'esterno della caverna.
<< Ups... >>
Frost si girò di rimando nella direzione del suono, facendo roteare il bastone e poggiandoselo sulla spalla.
<< Qualcosa che mi dice che stiamo per scoprirlo entrambi, fiocco di neve… >>
Prima che potesse terminare la frase, Elsa aveva già cominciato a correre verso l’uscita di quell’insolita abitazione. Jack la seguì a ruota, finché entrambi non si ritrovarono all’esterno del ghiacciaio.
Ora, il cielo che si stagliava al di sopra dell’oceano era attraversato da una bizzarra linea di fumo che puntava direttamente sulla terra ferma.
<< Qualunque cosa fosse… proveniva dalla Foresta Incantata >> realizzò Elsa con orrore. << Oh, no… potrebbe aver colpito il villaggio dei Northuldra! >>
<< Dei chi!? >>
<< I nativi che vivono nella foresta! >> spiegò la ragazza con un sottofondo di panico. << Dobbiamo andare subito a controllare! >>
<< Va bene, va bene. Fai strada >> disse seriamente lo spirito.
Elsa annuì risolutamente. Poi, volse lo sguardo in direzione del tratto di mare che li separava dal punto d’impatto.
<< Nokk! >> urlò a pieni polmoni, sorprendendo il ragazzo.
Per un attimo non accadde niente. Ma dopo alcuni secondi di calma apparente, una massa d’acqua schizzò fuori dall’oceano e si abbatté sulla spiaggia, assumendo una forma che fece gelare il sangue a Jack, il che era tutto dire.
Di fronte alla coppia di spiriti aveva appena preso posto la figura di un grosso cavallo il cui aspetto ricordava vagamente gli incubi purosangue con cui il Guardiano aveva combattuto appena un anno prima, durante la battaglia contro Pitch Black.
Elsa camminò fino alla misteriosa creatura e le accarezzò dolcemente la testa, lasciando scorrere le dita sulla superficie liquida che aveva come corpo, mutandola magicamente in ghiaccio.
<< Vieni, faremo più veloce >> disse rivolta verso Jack.
Il grande cavallo, con il nuovo manto bianco che brillava alla luce del sole, drizzò le orecchie alla vista del Guardiano.
Jack si ritrovò improvvisamente il naso contro il muso dell’enorme stallone. Rimase immobile per qualche istante.
<< Ciao >> disse con tono incerto; il cavallo ne fu apparentemente felice.
“Ciao” rispose la creatura, senza muovere la bocca “Tu mi cavalcherai.”
Jack sobbalzò, sorpreso dalla voce che risuonò nella sua testa. Guardò con un certo scetticismo il dorso della creatura, almeno due palmi più alto di lui.
<< Ehm, io… sarei onorato di cavalcarti >> rispose cordialmente, sebbene Elsa riuscì a percepire una lieve nota di incertezza nella sua voce.
D’istinto, la ragazza rivolse a Jack un sorriso incoraggiante e un cenno del capo, come a dire: “Fidati”. Poi salì sul dorso dello spirito e gli fece cenno seguire il suo esempio.
Senza perdere tempo, il Quinto Guardiano saltò in groppa alla creatura e si strinse alla figura sottile del Quinto Spirito.
Poi Nokk cominciò a correre letteralmente sull’acqua, puntando in direzione della Foresta Incantata.
 
 
 
 
Ed ecco il tanto atteso primo incontro tra Jack ed Elsa!
Com’era? Vi è piaciuto? Ha soddisfatto le vostre aspettative? Certo, non si è ancora concluso, nel prossimo capitolo saranno coinvolti in una bella battaglia…
  
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