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Autore: Ferefe84    04/08/2009    1 recensioni
Spesso nella vita vengono prese delle decisioni che riteniamo le più adatte a noi, ma se un giorno la consapevolezza che ciò che ci sembrava più giusto non è più poi così giusto, e se a questo punto decidessimo di cambiare totalemnte le nostre vite cosa accadrebbe? Tre ragazze hanno deciso di percorrere un'altra strada...la seguiranno o torneranno sui loro passi? Inizia l'avventura.
Genere: Romantico, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi il terzo capitoloooo!! spero vi faccia piacere XD Ringrazio tutte le persone che hanno letto fino ad ora la fanfiction e ringrazio anche chi ha recensito...vi prego ditemi se vi piace, commentate e criticate...grazie a tutti.


 

Stanza di Joe e Camilla

 

Apro di scatto gli occhi e cerco di abituarli al buio della stanza…cerco di ricordare cosa mi ha svegliato, mi volto lentamente e noto Joe seduto sulla scrivania che scrive freneticamente qualcosa sul computer…sembra particolarmente nervoso…cauta mi sollevo a sedere sul letto e poi scendo rabbrividendo al contatto del pavimento con i miei piedi nudi

 

Mi avvicino a Joe mantenendo comunque le necessarie distanze

-tutto ok?- chiedo leggermente incerta

Joe sobbalza leggermente al suono della mia voce

-un cazzo- risponde agitato e nervoso poi si alza e scaraventa il computer a terra –fanculo!- urla inferocito prima di voltarsi verso di me e prendermi con furia per le spalle

-lasciami!-

-taci!- mi ammonisce prima di baciarmi rudemente e appoggiarmi quasi con violenza al muro

 

Forza con cattiveria e avidità la mia bocca poi mi strappa i bottoni della maglietta e mi spinge bruscamente sul letto…tento di allontanarlo tirando calci ovunque riesca ma tutti vanno a vuoto…si  stende sopra di me e continua a baciarmi senza lasciarmi respirare…

Sono quasi tentata di smettere di lottare e lasciarlo fare nella speranza che tutto questo finisca al più presto quando si stacca di colpo dalla mia bocca e punta i suoi occhi nei miei…sento i battiti accelerati del suo cuore a contatto con il mio…ho il respiro affannato e il mio petto continua a scontrarsi con il suo…sento dei brividi che continuano a percorrermi la schiena…sono invasa dalla paura…

 

Si morde un labbro e chiude gli occhi per un attimo prima di allentare la presa sui miei fianchi e appoggiare la testa nell’incavo del mio collo…rimane fermo così…mentre io non riesco nemmeno a muovermi dalla paura

-Puoi perdonarmi?- all’improvviso la sua voce mi desta dai miei pensieri…sento la sua mano passare sotto la camicetta strappata e fermarsi sotto il gancio del reggiseno come se mi stesse accarezzando

-mi hai…quasi…- frasi sconnesse escono dalla mia bocca

-perdonami…sono così arrabbiato…nella mia vita non c’è nulla che vada per il verso giusto…-mi confida mentre strofina la punta del suo naso contro il mio collo

-e io cosa centro?-chiedo in un sussurro

-nulla…nulla…perdonami- ripete

-alzati…- lo supplico

-non cacciarmi anche tu…-

-io non…-

-ti prego…-

 

Rimango ferma immobile per non so quanto tempo…lui ancora sopra di me con i battiti accelerati…fuori la tempesta continua imperterrita la sua furia…un brivido mi percorre il corpo…un soffio di vento gelido proveniente probabilmente da una finestra leggermente aperta ha colpito una porzione nuda del mio corpo…

Sento Joe muoversi finalmente dalla sua posizione…con mani tremanti lo vedo prendere la coperta e trascinarla sopra di noi prima di sdraiarsi nuovamente con il suo corpo a contatto con il mio…non so spiegarlo ma paradossalmente appena la mia pelle ha perso per pochi attimi il contatto con la sua mi sono sentita…male…sola e indifesa…il che è assolutamente irrazionale…eppure è una sensazione che mai nella mia vita ho provato

 

-quando sono nato la mia era una famiglia felice- esordisce sussurrando queste parole tra i miei capelli –poi mio padre ha tradito mia madre ed è arrivato il divorzio…- continua dopo aver preso un lungo respiro…

–sono stato affidato dal giudice alle cure di mia madre che nel frattempo è diventata un’alcolizzata…ha sposato un drogato che l’ha messa incinta e 2 anni dopo la nascita di mia sorella mia madre è rimasta nuovamente incinta…quando però lui ha scoperto che il bambino era frutto di un tradimento l’ha picchiata a sangue facendole perdere non solo il bambino ma anche la testa…è diventata pazza…sono stato affidato da un’assistente sociale a mio padre, ricco magnante industriale che si era rifatto una vita con una bionda più giovane di 20 anni…mi ha messo subito in collegio…non potevo tornare a casa nemmeno per le vacanze di natale…quando uscii dal collegio frequentai una delle università più facoltose di Londra…diventai l’erede di una fortuna finanziaria, fortuna che ho rifiutato di avere…sono venuto a New York dove ho iniziato per conto mio a lavorare per una società finanziaria…ho conosciuto Andrew…anche lui con una situazione familiare difficile…siamo diventati subito amici…tutto quello che ho fatto in questi anni l’ho fatto per far capire a mio padre che sono bravo nel mio lavoro…ma ultimamente le cose stanno andando male…ho perso un grosso contratto con una delle società più potenti d’America…è per questo che sono così frustrato…mi dispiace per quello che è successo…ma da quando ho ricevuto quella telefonata…sono diventato un altro- conclude passandomi lentamente una mano sul braccio nudo.

-…quale telefonata?-

-quella che ho ricevuto prima di…entrare in bagno…-

-ah…-

-e tra parentesi…-dice sollevandosi giusto per guardarmi negli occhi –non penso quello che ti ho detto in bagno…anzi penso l’esatto contrario-

Sorrido imbarazzata alle sue parole sentendomi nel contempo una stupida…sono imbarazzata per le parole di un ragazzo che mi ha quasi violentata! Cazzo!

-mi hai…spaventata a morte-

-lo so…e non sai nemmeno quanto mi vergogno per quello che ho fatto-

-…fingiamo che tutto questo non sia mai accaduto?- gli propongo in un gesto di totale follia

-davvero?- mi chiede con un sorriso

-si…-

-allora non è mai successo niente…-

-va bene-

-bè…forse è meglio che mi sposti…prima di fare veramente casino- dice dandomi una fugace occhiata

-in che senso?- domando ingenuamente

-nel senso che sei una bella ragazza in reggiseno e pantaloncini stesa sul mio letto con me sopra…e io sono un uomo- conclude guardandomi attentamente

-oh…-esclamo capendo il senso delle sue parole –si forse è megl…- non faccio in tempo a finire la frase che sento nuovamente le sue labbra poggiate sulle mie…questo però è un bacio diverso…dolce e un pizzico passionale

Lascio che la sua lingua invada la mia bocca rispondendo al bacio attratta da una forza irresistibile…quando si separa noto i suoi occhi lucidi e le sue labbra leggermente gonfie

-scusa…-

-ho risposto al bacio…-

-si…-

-allora non scusarti-

-posso…posso dormire sul letto…con te?- mi domanda storcendo la bocca in una smorfia quasi infantile

-si…-

Si sdraia affianco a me passandomi un braccio intorno ai fianchi…forse come notte non è cominciata nei migliore dei modi ma come finale direi che non è stata niente male…penso prima di addormentarmi più serena.

 

 

Stanza di  Andrew e Ginevra

 

-Ma porca di quella puttana!!!-

Mi sveglio di soprassalto sedendomi sul letto e cercando di capire dove diavolo sono e soprattutto chi ha imprecato…poi ricordo tutti gli eventi della notte precedente…cerco con lo sguardo Andrew ma non lo trovo…preoccupata mi alzo e vado nel salotto…

-Andrew?- provo a chiamarlo

-sono qui…Cristo santo!-

-tutto bene?- gli chiedo raggiungendolo nel bagno

-un cazzo…-

-che hai fatto?- gli chiedo preoccupata

-non trovo il palmare-

-oh…ce l’avevi ieri?-

-si…non giro mai senza, mi appunto tutte le cose che devo fare-

-ehm…magari è caduto dietro al divano…-

-ho già guardato- mi risponde innervosito

-sotto i cuscini?...ah eccolo!- esclamo porgendoglielo

-grazie…già è una giornata iniziata male se lo perdevo avrei potuto anche uccidere qualcuno-

-iniziata male?-

-riunione consiglio ore 8.00, riunione interni ore 10.00, riunione marketing ore 12.00- cita testualmente

-e io che ho sempre pensato che le convention fossero come delle vacanze-

-peccato che non lo sono…cambiando argomento…ha chiamato la tua amica…ti aspetta tra mezzora al bar qui dietro l’angolo-

-e come faccio a scendere?...ho solo questi vestiti!-

-infatti le ho detto di venire qui-

-ah…bene grazie!-

-io vado-

-senti…io posso rimanere qui…o devo…sgomberare?- chiedo senza sapere cosa fare

-per andare dove esattamente?-

-bè se ti do fastidio un altro posto lo trovo…-

-mh…si bè volendo ci sono 5 ponti qui vicino…se fai un accordo con i mendicanti magari un posto lo trovi-

-ah ah…molto divertente…-

-puoi restare non c’è problema, ho già avvertito l’albergo così non ti faranno storie-

-grazie…mi hai salvata…appena torno a New York ti faccio un regalo!-

-a New York?- mi chiede guardandomi confuso

-ehm…si…ho una casa li-

-e perché non sei andata li invece di venire in una città che non conoscevi?-

-perché sarebbe stato il primo posto dove i miei genitori mi avrebbero cercata-

-quindi vivi a New York?-

-si…per gran parte dell’anno-

-ah…-

-c’è qualcosa  che non va?-

-anch’io sono di New York-

-davvero?-

-si...adesso vado prima che inizi la riunione-

-ci vediamo…-lo saluto prima che esca dalla porta

 

Vado in bagno e mi sistemo un po’…il tempo di sentire qualcuno bussare alla porta…guardo dallo spioncino e vedo la mia amica…ma soprattutto le mie valigie

-ciao!!- urlo aprendo e trascinandola dentro

-ciao…sei felice stamattina?-

-il solito...-prendo le valigie e le apro cercando dei vestiti da indossare… -allora com’è Joe? Che ha fatto dopo che ti ha vista nuda?...ma soprattutto è ancora vivo?- domando entrando in bagno e iniziando a cambiarmi

-Joe è…un ragazzo strano…non è male…e si è ancora vivo-

-non l’hai ucciso?...migliori!-

-quanto tempo vuoi rimanere qui?- mi chiede a bruciapelo

-non lo so…qualche giorno poi andiamo a New York-

-a New York?-

-si andiamo a casa-

-a casa?- mi chiede non capendo

-c’è una cosa che non ti ho mai detto…ho una casa a New York…-

Camy mi guarda impalata con la bocca aperta…

-cioè fammi capire…TU hai una casa a New York…e mi HAI FATTO PASSARE UN GIORNO INTERO IN AEROPORTO?!?!?!?- urla isterica

-ehm…si…-

-io ti uccido!!!-

-Camy non potevo portarti a casa mia!!!-

-per quale assurdo motivo?!?-

-perché è il primo posto dove mia madre penserebbe di cercarmi…-

-ma chi se ne frega!-

-ah bè grazie…sei un’amica!-

-perché non me l’hai mai detto?-

-perché non ce n’è stata l’occasione…non ti sei mai chiesta dove vivevo 6 mesi l’anno?-

-io pensavo che siccome andavi a New York per lavoro…ti davano anche un posto dove vivere…-

-no…la casa me la sono comprata-

-bè lo so soltanto adesso...la Isa lo sapeva?-

-si siamo d’accordo che tra un paio di giorni arriva e va li ad aspettarci-

-ah…bene-

-ti da fastidio stare da Joe nel frattempo?-

-ehm…no-

-ok…allora che facciamo oggi?-

-shopping?- mi chiede ancora un po’ confusa

-andata!- prendo la borsa e il cappotto e seguita dalla Camy esco dalla stanza chiudendo a chiave la porta

 

Giriamo un po’ di negozi prima di trovarne uno di scarpe veramente chic! Entriamo e ci guardiamo attorno…subito mi avvicino ad un paio di Jimmy Choo nere décolleté tacco 12 con una fascetta di brillantini che decido di comprare nel giro di 2 minuti!...troppo belle! Camy invece compra un paio di manolo-blahnik argentate a sandalo tacco 12…semplicemente meravigliose.

 

Soddisfatte usciamo dal negozio e continuiamo a passeggiare per le vie centrali guardando ogni singolo negozio e comprando qualcosa ogni tanto…

A fine giornata ci salutiamo a metà strada tra i nostri alberghi cariche di borse e stranamente felici!

 

Appena rientro nella mia camera d’albergo apro tutte le buste e spargo i miei nuovi acquisti sul letto…il mio conto ne ha risentito sicuramente…ma avevamo entrambe bisogno di una giornata di pazzie…come se già non ne avessimo fatte abbastanza!

Decido di provarmi un nuovo completino intimo molto carino che mai avrei comprato in una situazione normale…mi specchio e guardo compiaciuta la mia immagine riflessa…con la musica dello stereo al massimo non sento Andrew ritornare…e quando si affaccia in camera per chiedermi se sono diventata matta rimango impalata mezza nuda a pochi passi dal letto…

 

Vedo un lampo passare attraverso i suoi occhi…desiderio, puro e semplice desiderio…lo stesso lampo che per anni ho cercato come donna negli occhi di Daniele e che mai ho trovato…lo stesso lampo che mi ha tolto ogni parola di bocca in questo preciso istante…lo stesso lampo per cui non un singolo muscolo del mio corpo riesce a reagire…persino i battiti del mio cuore li sento così lontani da non poterli pensare come miei…

 

Troppo frastornata da questa nuova scoperta non mi muovo nemmeno quando lo vedo avvicinarsi e passarmi lussurioso le mani lungo le braccia…e quando le sue labbra si posano sulle mie l’unica cosa che posso fare è seguire il mio istinto…dischiudere le labbra e perdermi nel sapore dolciastro che assume il tabacco delle sigarette a contatto con le sue labbra…

L’unica cosa a cui riesco a pensare mentre gli strappo quasi ferocemente la camicia è il suo profumo inebriante con il quale si fonde il mio ogni volta che la sua pelle calda viene a contatto con la mia bollente…le sue mani vellutate toccano ogni singola parte del mio corpo mentre le mie, frenetiche, cercano la linfa vitale scorrendo inarrestabili il marmo scolpito della sua schiena…

 

Quello che sto facendo è sbagliato…così sbagliato da non poterne fare a meno…guardare il suo corpo atletico e i suoi muscoli guizzanti è un peccato di gola e lussuria che solo le più avide baccanti commetterebbero…ma in questo momento l’unica cosa che voglio è lui sopra di me su questo letto infuocato dai gemiti e dall’eccitazione di due amanti sconosciuti che si sono trovati nella penombra di un sentimento ammuffito dal tempo.

 

 

Stanza di Joe e Camilla

 

-Cosa ci fai già qui?- esclamo sorpresa quando piena di borse rientro in camera vedendolo sdraiato sul letto

-hanno annullato l’ultima riunione della giornata…e sono tornato prima…ti dispiace?-

-la camera è tua puoi fare quello che vuoi- gli rispondo sistemando a terra i sacchetti e spogliandomi del cappotto

 

E’ da quando ci siamo svegliati che sono fredda con lui…il motivo è molto semplice…nonostante l’inizio della serata traumatico…ho passato la più bella notte della mia vita con lui accanto…mi sono sentita protetta, desiderata…come mai mi era capitato…ed è una cosa che proprio non capisco…

-mi dispiace…-

-per cosa?- domando indifferente

-per ieri sera-

-non dovevamo metterci una pietra sopra?- rispondo fingendo ovvietà

-si ma è da questa mattina che mi tratti malissimo-

-non è vero…-ribatto cercando di nascondere l’incertezza della mia voce

-si che è vero-

-è solo che…-

-è solo che cosa?-

-che è strano-

-strano cosa?-

-tutta questa situazione-

-perché?- sobbalzo quando sento il suo fiato caldo a contatto con il mio orecchio…si è avvicinato senza che me ne accorgessi e adesso sento il suo corpo attaccato al mio…cosa che mi fa perdere la cognizione di spazio e tempo

-perché…-balbetto

-perché?- sussurra con le sue labbra sul mio collo…socchiudo gli occhi mentre un brivido mi percorre la schiena

La sua bocca percorre tutto il tratto della mandibola fino ad arrivare alla mia bocca…sento le sue labbra carnose succhiare l’angolo della mia bocca mentre con la lingua ne disegna dolcemente i tratti…

Schiudo le labbra mentre sento le sue mani stringermi i fianchi e sollevarmi la maglietta alla ricerca della mia carne fresca…sento il respiro farsi più pesante quando con un gesto voglioso mi sfila la maglia lasciandomi in reggiseno…

Senza ragionare gli sbottono la camicia accarezzandogli desiderosa il petto liscio e possente mentre le sue mani raggiungono i miei jeans slacciandoli…

 

Mi spinge contro il muro mentre percorre con la sua bocca ogni centimetro della mia pelle…i suoi occhi sono lucidi di desiderio, le sue labbra gonfie e rosse per i troppi morsi…addento quasi con ferocia una porzione del suo collo quando mi solleva da terra e mi trascina sul letto

Gli strappo i pantaloni vogliosa mentre perdo il controllo di me stessa e mi abbandono alle sue mani esperte…

Lo sento spingersi su di me quasi con violenza…una violenza passionale e desiderosa.

 

Piccole gocce di sudore che scendono lungo il mio collo vengono catturate dalle sue labbra calde mentre i nostri corpi si uniscono in quello che è un atto di pura ed assoluta perfezione.

 

Mi aggrappo alle sue spalle forti mentre uno dei momenti più belli della mia vita si consuma tra le sue braccia come una candela sottomessa dal fuoco di una fiammella…

…Fuoco è quello che divampa in questo letto durante questa notte…

 

 

Un tremolio mi desta dal mio sonno tranquillo riportandomi alla realtà della notte fredda e tenebrosa che regna sovrana sulla città addormentata.

Fuori il vento soffia con forza tra le fronde degli alberi mentre la pioggia inizia nuovamente il suo incessante scrosciare dopo una giornata di tregua.

 

Rabbrividisco per l’ennesimo soffio d’aria gelida che mi colpisce la pelle nuda…quasi inconsciamente cerco di avvicinarmi di più a Joe in cerca del suo calore…

Una sua mano calda mi percorre la schiena nuda lasciata libera dal lenzuolo facendomi intendere che il sonno ha abbandonato anche lui…piano sollevo la testa dal suo petto e punto i miei occhi assonnati nei suoi lucidi e un po’ appannati…solleva l’altra mano e con un dito percorre il contorno irregolare delle mie labbra…arrossate dalla passione che è divampata tra i nostri due corpi…

Mi stringe più a se trascinandomi poi con una mossa sicura sotto il suo corpo possente…strofina dolce la punta del suo naso contro la mia

Mi bacia a fior di labbra prima leggero poi sempre più passionale…è un misto di sensazioni che mai ho provato nella mia vita…fuoco, ardore, tenerezza, passionalità, desiderio, gioco, dolcezza, irrequietezza, sofferenza…

Rispondo al bacio senza alcuna esitazione…il suo corpo risponde alle mie carezze e di nuovo cadiamo stretti in quello che è il vortice della passione…le gambe allacciate ai suoi fianchi, la sua bocca sulla mia…le sue mani ovunque…sono i flash razionali di una passione incontrollabile…

Mi lascio trascinare dalle sensazioni e dal calore di questo nuovo desiderio…

 

Ora non ho più freddo.

 

 

Stanza di  Andrew e Ginevra

 

La luce forte del mattino mi desta dal mio sonno lasciandomi una sensazione fastidiosa addosso…non ho mai sopportato di essere svegliata dalla luce…mi innervosisce…

 

Lamentandomi appena allungo un braccio dall’altra parte del letto cercando il corpo caldo di Andrew…il mio tentativo va a vuoto però, la mia mano trova solo lenzuola scomposte e freddo…

Sconsolata volto la testa verso la parte vuota del letto…rimango qualche minuto ad osservare il cuscino e le lenzuola scure prima di accorgermi di un biglietto che esce dalla fodera del cuscino…mi sollevo piano e lo estraggo leggendolo.

Il tempo sembra che si sia fermato…tra le mie mani una lunga lista di nomi femminili…alcuni spuntati altri no…e un titolo: “Sex List”

Tutte quello che si è scopato e tutte quelle che si scoperà…mi alzo cercando di sistemare un po’ la confusione che ho in testa.

 

Tutto quello che ho fatto è stato un errore…ho meglio un susseguirsi di errori…dalla mia partenza non ho fatto altro che fare cazzate…prima il matrimonio abbandonato…poi la mia amica dimenticata…l’essermi fidata di due sconosciuti e infine…Andrew…

 

Ho mandato a puttane il mio matrimonio da poco meno di due giorni e già sono finita a letto con un altro…come posso avere dimenticato la dolcezza e la tenerezza di Daniele per l’arroganza di Andrew?...

Con questa domanda nella testa mi alzo dal letto e mi butto sotto il getto freddo della doccia…è stato tutto un enorme irrimediabile errore…

 

Improvvisamente mi accorgo di una verità che non posso fingere non esista…per quanto la cosa mi spaventi: io devo andarmene da qui e tornare a casa

 

Esco dalla doccia arrabbiata e profondamente delusa…preparo le valigie e scrivo poche righe ad Andrew per quando tornerà questa sera:

 

E’ stato bello vivere tutto questo ma non posso fuggire per sempre…avevo in progetto di tornare a New York…ma è giusto che torni prima a casa e sistemi tutto…grazie per l’ospitalità.

p.s.

dimentica tutto quello che c’è stato tra noi

                                                                      

                                                                       Gin

 

Poche righe: tante menzogne e qualche verità…

 

Esco dalla camera lasciando le chiavi ad un fattorino…poi di corsa raggiungo l’albergo di Camy e affannata busso alla sua porta…

-Gin che ci fai qui?-mi risponde aprendomi con un sorriso strano

-dobbiamo partire- dichiaro con voce ferma

- c-come partire?-mi chiede sorpresa

-si torniamo in Italia-

-oh…e non possiamo rimanere per qualche giorno ancora…non so tanto per…-

-no…partiamo ora-

-ma…ma non ho potuto salutare Joe…e…-

-Camy partiamo ora! Preparati-

-Gin! Cazzo! Cosa è successo? Non puoi piombare qui ogni volta e dirmi cosa devo fare!-

-allora rimani!...ciao-

-Gin!-

-cosa vuoi?-

-piantala di trattarmi come una deficiente tanto per incominciare…sto bene qui, con Joe le cose vanno bene e…-

-te lo sei scopato?- le chiedo a bruciapelo

-cosa?!-ribatte arrossendo

-non ci posso credere…non eri innamorata persa di Claudio…?-

-io…-

-si certo…Camy svegliati…pensi che sia innamorato di te solo per una notte dove ti sei donata a lui?...no…non ti ama sicuramente…chissà quante ne ha avute e quante ne avrà di donne…magari adesso è in ufficio che si sta dando da fare…-

-smettila!-

-io ti sto solo aprendo gli occhi…sei solo una delle tante per lui…cosa credi che non ne trova di migliori quando vuole?- fredda e tagliente…la mia voce, la mia cattiveria, la mia rabbia per aver capito che Daniele è solo uno dei tanti mentre invece Andrew è l’uomo che voglio e che mai potrò avere, si riversano sulla mia amica che a testa bassa e con le lacrime agli occhi sistema in poche mosse la sua valigia e mi segue in aeroporto…

 

Il viaggio è breve…lungo…ma troppo corto per poter anche solo pensare di poter sistemare le nostre menti confuse…

Quando atterriamo dopo aver recuperato le valigie ci dirigiamo a passo spedito verso i Taxi…prendo il cellulare dalla borsa e finalmente lo accendo…ho meno chiamate di quello che mi aspettavo…compongo il numero di casa nervosa…

-Pronto?- mi risponde mia madre con una voce stanca e provata

-sono io…sono a casa, tra poco vengo da te- chiudo la chiamata senza attendere nemmeno una risposta…la rabbia che mi scorre nelle vene è troppo grande persino per potermi giustamente umiliare davanti ai miei genitori.

 

Il taxi lascia Camy davanti a casa sua poi mi porta fino dai miei genitori, scendo e prendo le valigie poi suono il campanello e appena mi aprono entro in casa…prima di varcare la soglia riesco ad intravedere le facce curiose di alcuni vicini che si affacciano impudentemente alle loro finestre convinti che il sottile velo delle tende possa nasconderli dai miei occhi…

 

Appena entro trovo le facce scure e deluse dei miei…mio padre si avvicina e mi tira uno schiaffo sulla guancia mentre mia madre arriccia le labbra quasi disgustata dalla mia vista.

 

Porto una mano alla guancia offesa e guardo dritta negli occhi entrambi i miei genitori

-non ho parole per descrivere quello che hai fatto…- inizia mia madre –hai abbandonato noi e Daniele come fossimo carta straccia…ci hai lasciato ad affrontare il peggio di questa situazione da soli, hai lasciato Daniele come un verme tradito e umiliato sull’altare…il tutto con una sola schifosissima lettera…- prende dal tavolo un pezzo di carta stropicciato e ne legge il contenuto

-“ Non ho idea di come iniziare questa lettera anche perché farvi capire quello che mi sta succedendo è impossibile…non amo Daniele, l’ho capito solo poche ore fa…o meglio l’ho voluto capire solo poche ore fa…guardando il mio abito da sposa mi sono resa conto che non avevo nessuna voglia di correre durante la notte a provarmelo di nascosto come nelle migliori storie d’amore dove la principessa attende frenetica il suo principe…mi conoscete da sempre e sapete che io un principe non l’ho mai voluto…ho sempre preferito il cavaliere nero…so che queste considerazioni alla luce della gravità dei fatti possono sembrarvi idiozie…ma per me sono importanti…perché mi sono imbarcata in una relazione con un principe…che non amo e che non amerò mai…ho accettato il matrimonio solo per rendervi orgogliosi…solo ora mi rendo conto che ho sbagliato tutto.

Scusatemi se potete.

Ginevra”-

 

Conclude buttando malamente la lettera sul tavolo

-il tutto naturalmente…accompagnato da un assegno per rimborsare le spese sostenute dalla famiglia di Daniele e da noi- prosegue mostrandomi anche quello –eh si!! sono proprio orgogliosa di mia figlia…almeno non ha lasciato debiti in giro- conclude pungente

-io lo so che siete furiosi…lo so e lo capisco…nulla può giustificare quello che ho fatto…ma quella sera mi sono resa conto che stavo facendo un errore, un enorme errore…invece di festeggiare, di provarmi l’abito, di fantasticare sulla mia vita da sposata, mi sono seduta a tavolino a riguardare le pratiche del mio lavoro…e quando mi sono resa conto di quello che stavo facendo…ho capito che dovevo andarmene-

-mi hai mentito!!! Hai anche solo un’idea della paura che ho avuto quando non sei più rincasata…quando al cellulare non rispondevi?!...NE HAI ALMENO UNA MINIMA IDEA?!- mi interrompe urlando furiosa

-mamma! Lo so…chiedilo alle mie amiche, sapevo tutto eppure l’ho fatto perché dovevo farlo!-

-perché non ne hai parlato con noi?...magari potevamo spostare la data…-

-ma lo vedi come sei?!...”potevamo spostare la data”…io non volevo spostare la data io volevo proprio cancellarla dalla mia vita!!...parlarne con voi sarebbe equivalso a ritrovarmi con gli stessi dubbi qualche settimana più tardi…oppure a percorrere la navata della chiesa l’indomani…nascondendo ancora una volta il mio malessere!-

-E’ il sogno di ogni mamma vedere la propria figlia sposata-

-bene…il mio sogno però non è quello di sposarmi…e comunque è strano…-ribatto pungente

-cosa?-

-io credevo che il sogno di ogni madre fosse quello di vedere i propri figli felici- le dico con rabbia

-credevo che il matrimonio ti rendesse felice…-

-allora avevo ragione io…in 25 anni tu di me non hai mai capito un cazzo…-

-non è vero!-

-no?...quanto avresti scommesso che avrei sfondato nel mio lavoro? Quanto avresti scommesso che sarei andata a vivere all’estero?...niente!...e hai continuato a non capire nulla di me quando hai iniziato a spingermi tra le braccia di Daniele non rendendoti conto che non è il ragazzo per me-

-e perché non è il ragazzo per te?!-

-perché mi fa fare tutto quello che voglio…perché non sa contenermi…perché posso sottometterlo come e quando voglio…e perché anche lui di me ha capito poco-

-forse tu non gliene hai data l’opportunità…-

-dici? Strano…quando lui mi parlava del suo lavoro non solo lo ascoltavo ma lo capivo anche e partecipavo attivamente ai suoi problemi…quando gli parlavo del mio erano solo sbuffi e occhiate strane…-

-guarda che nella vita non c’è solo il lavoro!- ribatte pronta

-non era solo il lavoro…erano gli interessi comuni che non esistevano…i nostri sogni, i nostri desideri…erano totalmente diversi!-

-e solo ora te ne sei accorta…?!-

-solo ora ho voluto accorgermene…ho cercato di rendervi orgogliosi…però ho fallito su tutta la linea…dando un dispiacere a voi e buttando via anni io…-

-quindi…la tua scelta è fatta?...Daniele…non lo vuoi più vedere?-

-no-

-va bene-

dopo qualche minuto di silenzio in cui tutti e 3 ci guardiamo l’un l’altro papà interviene chiedendomi se voglio fermarmi, prima di ripartire per lavoro, qualche giorno a casa…rifiuto conscia che dentro a quelle mura non c’è più posto per me…prendo le valigie e di nuovo esco di casa lasciandomi il cancello d’entrata alle spalle forse per l’ultima volta…svoltato l’angolo chiamo nuovamente un taxi…è ora che torni a casa mia a New York una volta per tutte.

 

 

Casa di Camilla

 

Stesa sul letto guardo attentamente il soffitto ripensando alle parole di Gin…non è detto che lui si stia divertendo…magari era sincero…stringo forte al petto il cellulare nella speranza che suoni…ho lasciato il mio numero sul comodino affianco alla lampada nel caso avesse voluto chiamarmi…mi manca il calore del suo respiro sul mio collo…mi manca la sua pelle, il suo profumo, le sue mani…il suo abbraccio possessivo

 

Nascondo il naso sotto il colletto della camicia che indosso alla ricerca del suo profumo…si prima di partire ne ho rubata una dall’armadio…sembrerà impossibile ma credo di essermi innamorata…innamorata nel senso più puro e profondo del termine…

Con un gesto netto della mano scaccio una lacrima che birichina scende dalle mie ciglia serrate…

 

Sobbalzo spaventata quando il cellulare vibra sul mio petto…mi alzo di scatto e guardo il display…numero sconosciuto…apro la chiamata con i battiti del cuore accelerati al massimo

-pronto?-

-Camilla?!-

-Joe!- un sorriso spontaneo mi disegna le labbra mentre il cuore ormai non lo sento più

-dove cazzo sei finita!?...cos’è successo?-

-sono a casa in Italia…Gin ha…-

-non me ne frega un cazzo della tua amica!...voglio sapere tu dove sei- mi dice agitato

-te l’ho detto sono in Italia…-

-perché te ne sei andata?-

-per seguire Gin…-

-non per me?-

-bè…non proprio…Gin mi ha fatto tutto un discorso sulle donne che tu hai avuto e che avrai…sul fatto che potresti averle persino mentre lavori e che…-racconto sconnessamente

-la lista- sussurra

-la che?!-

-ha trovato la lista…quel coglione l’avrà lasciata in giro-

-quale lista?- domando confusa

-è un foglio su cui io e Andrew scriviamo i nomi delle nostre conquiste passate e future-

-…-

-tu non centri in tutto questo …ce l’ho anch’io quella lista ma tu non ne fai e non ne farai mai parte…perché non sei una storia da “una notte”…credimi-

-io…-sussurro con le lacrime agli occhi, l’ennesima delusione…l’ennesima presa in giro

-Camy…non ti sto prendendo per il culo…dammi l’opportunità di spiegarti…-

-spiegarmi cosa?...che tu non c’entri nulla che non pensi quelle cose…-

-Camy se non te lo dicevo io adesso nemmeno sapevi di quella lista…-

-l’avrei saputo da Gin prima o poi…-

-Camy…-

-mi sento…usata-

-no! non ti ho usato credimi!-

-non lo so Joe…io quella lista non l’ho vista ma la faccia di Gin è stata più che sufficiente per capire che non è una cosa da niente…-

-Camy cristo santo stiamo litigando per una lista che non solo non hai visto…ma di cui ti ho parlato io!!! Il diretto interessato ti rendi conto?!-

-Joe ho dei dubbi adesso…e non parlo solo della lista!...ho ancora i segni della nostra “prima notte”!-

-d’accordo…ti chiedo solo di darmi la possibilità di spiegarti…- sospira

-non lo so…forse un giorno potrai…-sussurro tra le lacrime

-Camy ti prego non farmi questo…-

-Joe forse non era destino…- soffio chiudendo la chiamata mentre il sapore salto delle lacrime si confonde con quello dolciastro del mio lucidalabbra

 

Torno a stendermi sul letto e cerco di prendere sonno…una domanda mi rimbomba nella testa prima di addormentarmi…chi è veramente Joe?

  
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