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Autore: diaspro_LMX987    10/02/2020    2 recensioni
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Verrà un tempo in cui il Male prenderà il sopravvento, nel quale sembrerà non esserci più speranza, durerà secoli, millenni, molti soffriranno, molti moriranno, molti pregheranno la fine di questa maledizione, pochi sopravviveranno. In quel tempo nascerà la Prescelta: ella si troverà in un mondo non suo, dove non esiste la magia e non sarà possibile stabilire in che luogo e tempo sarà capitata...
Solo dopo anni dal momento in cui scomparirà riuscirà a tornare nel suo paese natale, dove assieme a coloro che dovranno aiutarla nella sua impresa si ritroverà a fare scoperte interessanti sulle sue origini...
Qui inizia la storia di Ellise.
Questa è la sua storia.
Benvenuti nel suo mondo.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV
J.R, Aislin & Leridel

Finalmente un po' di silenzio. Si sedette su una delle sedie di legno scuro del reparto consultazioni, che scricchiolò. Non sarebbe potuta rimanere lì, ma i vantaggi dei reali erano tanti. Come per esempio entrare nel reparto consultazioni senza tessera della biblioteca. Era da un po' di giorni che faceva ricerche sul passato della Mayura, perché farle su tutta Kaleche avrebbe impiegato troppo tempo. Tipo tutta la vita. Tornò a pagina 175, dove aveva lasciato come segnalibro una matita (se avesse anche solamente provato a piegare un angolo, la bibliotecaria avrebbe messo in giro brutte voci su di lei). In ogni caso, anche se era la regina, doveva stare attenta a non toccare nulla. La signora Pakkomielle si era raccomandata con lei. Un'improvvisa brezza entrò dalla finestra e fece aprire e cadere un libro dalla pila che aveva formato sul tavolo. Lasciò un attimo le sue ricerche per riprenderlo e riposizionarlo al suo posto. Cercò di non farsi vedere dalla signora Pakkomielle o altrimenti l'avrebbe cacciata dalla biblioteca («Hai fatto cadere un libro! FUORI! I libri sono sacri!»). Si risedette e riaprì il libro.

«Re Enthechash il Grande del Dentorves morì nel 1873; a lui successe il figlio, Toboj il Giovane, che, insieme al cognato, Inausto di Ackough, diede vita a un programma di espansione basato sulla costruzione di città e fortilizi. Alla morte di Inausto, sua moglie Fydyla, la sorella di Toboj, regnò come Signora degli Ackoughi, continuando l'espansione. Alla morte di Toboj, il figlio Jaroslavl' salì sul trono di Ackough e, in seguito, anche su quello del Dentorves...»
Il libro cadde di nuovo a terra. Estris sbuffò, poi si alzò di nuovo e lo raccolse. Poi chiuse la finestra, per sicurezza.
«Jaroslavl' continuò il programma di espansione della famiglia, giungendo ad essere il primo vero sovrano di quella che ora è chiamata Mayura...» 
Il primo libro in cima alla pila iniziò a girare le pagine così velocemente che Estris quasi fece cadere la sedia per alzarsi di scatto e afferrarlo. Lesse:
"Non ho potuto fare nulla. Non sono niente in confronto a loro... E loro non sono niente in confronto all'Ombra. Non mi resta molto, ma dovevo scrivere questo prima di passare a miglior vita: saranno diciassette, ognuno diverso dall'altro; con un diverso passato e un diverso futuro; una cosa avranno in comune: tutti saranno necessari per sconfiggere l'Ombra.
E per fare questo, serviranno tre monete; ecco l'indizio per trovare la prima:
«Aislin corre attorno a Leridel finché non le dici la verità»
J. R. 
*
Portò in casa i libri, mentre Llitser, la governante, condusse il micio in cucina. Dopo aver lasciato, anche se sarebbe meglio dire lanciato, i libri sul letto, si diresse velocemente in cucina. Il gattino stava ai piedi del tavolo e stava bevendo del latte da un piccolo piattino.
La cuoca stava iniziando a preparare la cena, una cena speciale visto la novità ricevuta la mattina. Aveva messo una pentola piena d'acqua a bollire sul fornello, mentre in quel momento stava sbattendo le uova di in una bacinella. Ignis era in un angolo della stanza, tutto raggomitolato: stava dormendo pesantemente. Intanto il gattino aveva visto l'altro e ci si stava avvicinando silenziosamente. Gli arrivò a pochi centimetri e iniziò a stuzzicarlo con la zampa ripetutamente. Ignis aprì gli occhi, alzando lievemente la testa, si voltò verso il micetto e non provando alcun interesse per il piccolo, si rimise a dormire, continuando a snobbarlo.
Nives invece non si vedeva. 
Mulan afferrò il gattino e lo portò con sè in salotto, dove lo appoggiò sul tappeto. Iniziò ad affilarsi gli artigli sul tappeto, mentre Mulan pensava a che nome darle, sapendo che era femmina, stando a quanto le aveva detto la governante. Passò tutto il giorno a giocare con la gattina e prima di cena trovò il nome adatto dato il pelo morbido: Nimbus. 
Verso le otto fu avvertita da Llitser che la cena era pronta. 
Entrò in cucina con Nimbus in braccio.
Mise il gatto a terra e piombò sulla tavola. Iniziò a servirsi un po' di Angull e di Tonoma, poi iniziò a mangiare. 
Era tutto buonissimo, Llitser era un'ottima cuoca. Dopo prese un'Anyo, una bistecca di carne di Nue (un animale con la testa di una scimmia, il corpo di un cane procione, le zampe di una tigre e la coda di un serpente) contornata con un po' di patatine fritte. Poi mangiò un piccolo pezzo di dolce al cioccolato, bevve un ultimo bicchier d'acqua e si guardò intorno.
- Vuole qualcos'altro, signorina? - domandò Llitser. 
- No, grazie. - rispose Mulan. Spinse un po' indietro la sedia, si alzò e ritornò in camera sua.
Dopo aver salito due rampe di scale, aprì la porta della stanza ed entrò, richiudendola dietro di sé; poi si buttò a peso morto sul letto.
Dalla finestra della sua stanza intravide una palla di pelo bianca entrare. Si mise a sedere.
- Nives! - esclamò. - Dov'eri finita? - domandò allungando una mano per accarezzarlo. 
Ma la micetta la scansò, saltò giù dal davanzale e si nascose sotto al letto. Mulan la inseguì; odiava quando faceva così. Alzò il piumone e provò a ficcarci sotto la testa: c'era un sacco di roba là sotto. Allungò la mano per farla spaventare e quella uscì di corsa scivolando e facendo stridere gli artigli sul pavimento liscio. Rimise la testa fuori e vide che il gatto non c'era più. Sbuffò, poi tornò con la testa sotto al letto. 
C'erano alcune cose che aveva perso durante tutta la sua vita e di cui aveva dimenticato l'esistenza coperte da un cumulo i polvere e peli di gatto. 
Vide una scatola di legno, con un albero intagliato. La tirò fuori (assieme alla sua testa) e la poggiò sul letto. Era chiusa a chiave.
Sentì un rumore e si voltò di scatto; il gatto era rientrato con qualcosa in bocca. Mulan gli si avvicinò e vide che era una chiave.
Ulla peppa! -
Gliela tolse velocemente dalla bocca e (dopo che fu andata in bagno e che l'ebbe sciacquata tre volte) la infilò nella serratura e la ruotò. Provò ad aprire la scatola, ma era ancora chiusa. 
- Quanto sei stupida Mulan, non sei in un film! - 
*
La fiducia è bene, il controllo è meglio
Lenin

 
 
Il grande portone si aprì e mostrò un ampio salone, con ampie finestre che mostravano un cielo stellato, delle luci soffuse che permettevano di vedere e allo stesso tempo celare la propria identità. 
Erano tutti eleganti, con gli abiti vaporosi, stretti a sirena o corti fin sotto il ginocchio.
Entrò in sala e molti si girarono a fissarla, era così eterea da sembrare una vera dea greca, i capelli raccolti in un'elaborata acconciatura, fermata da una striscia dello stesso tessuto del vestito setoso.
 
Ma poco importava... per lei queste cose erano di poco conto, anzi preferiva di gran lunga che la gente la vedesse per quello che era, piuttosto che etichettarla come “L'Algida Regina delle Nevi”. 
 
Non lo sopportava.
 
Le sue iridi scure scrutarono per bene la sala.
Con molta nonchalance prese due bicchieri a caso dal vassoio di uno dei camerieri, e ne porse uno al ragazzo accanto a lei.
- Tie' - 
- Ci conosciamo? Hai qualcosa di familiare ma non riesco a capire cosa -
- Può darsi, ma ci sono così tante persone nel Commonhealth - disse sarcastica.
- Una come te non passa in osservata -
Lo squadrò poco convinta.
- La vuoi smettere, Don Giovanni? - 
- Estris! Ecco che cosa avevi di familiare, il sarcasmo! Ma guarda che coincidenza, quindi era questo il tuo impegno del venerdì sera? -
- Non fare il finto tonto. Scommetto che sapevi già tutto, quindi evita scene del tipo “Oh Estris, non me lo sarei mai aspettato”, perché sarebbe solo un'offesa alla mia intelligenza e alla tua. -
- Uhm, siamo nervosetti eh?! -
- Smettila. Non siamo amici. -
- Infatti non dobbiamo essere amici. -
- E io non voglio esserlo -
 
Estris corse e si andò a sedere dal lato opposto di quella sala immensa. 
Per un momento fu tentata di alzarsi, cercarlo e raccontargli tutto: il libro e quello che c'era scritto sopra. Poi ci rinunciò. 
 
Nella sua vita aveva capito che non ci si poteva fidare di nessuno, neanche dei propri parenti, quindi perché iniziare adesso a fidarsi di un completo estraneo?
*
Nessuno l'aveva riconosciuta. Forse perchè nessuno si aspettava di trovarla lì, forse perchè era talmente diversa senza la sua usuale aria di supponenza, forse perchè stava elegantemente eretta invece che china sui libri come al solito. Nessuno l'aveva riconosciuta, probabilmente perchè nessuno l'aveva cercata con lo sguardo, nessuno si era chiesto con chi sarebbe andata al ballo o addirittura se ci sarebbe andata, nessuno era interessato a vedere chi sarebbe stato il suo cavaliere o il suo vestito o la sua pettinatura.

Nessuno l'aveva riconosciuta, perché nessuno di quegli uomini alati non l'aveva mai vista.

Non era neanche lì per suo volere.

Doveva osservare.

Apprendere.

E riferire.


Writer's Corner
Buonasera (o buonqualcosa in qualsiasi momento voi la stiate leggendo). Sono felice di essere riuscita ad aggiornare così presto (rispetto agli altri capitoli), e tra l'altro credo che sebbene non sia lunghissimo, questo capitolo abbia una grande importanza per lo svoglimento del racconto.
Adesso smetterò di scocciarvi e passerò alle cose davvero interessanti. Quarto capitolo. Che dire? Sono positiva. È stato un po’ duro da scrivere, ma ora ho le idee molto più chiare su come proseguire le vicende e spero di non aver lasciato troppe questioni in sospeso: «Di chi è il libro che Estris trova in biblioteca? Chi è J. R.? E l'Ombra? Cos'è? Perchè J. R. stava per morire? Chi è Aislin? E chi è Leridel? Cosa contiene lo scrigno che Mulan ha trovato sotto il letto? Chi è la persona della quale si parla alla fine?»
Okay, ho lasciato davvero tante questioni in sospeso. Vi assicuro, mano sul cuore, che il prossimo capitolo conterrà un indizio che servirà a svelare tutti questi misteri. Nel tanto, spero di aver accontentato le vostre aspettative.
 
 
   
 
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