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Autore: Aryapikkola    10/02/2020    4 recensioni
Come ogni fan di Twilight, Alex adora i libri. Li legge come rifugio da una vita che gli da solo delusioni sù delusioni. Un giorno uno sconosciuto gli dà l'opportunità di poter entrare dentro quel mondo che tanto adora, così la nostra protagonista si ritrova dentro Twilight al posto della protagonista.
Estratto dal primo capitolo
" Ero terrorizzata, ma non sapevo come comportarmi così dissi forse le parole che lei si aspettava, e non fu una scelta a caso che gli risposi proprio come continuava nel libro, mi sentii sollevata ad averlo letto così tanto.
Con un filo di voce dissi la frase, come se recitassi con un copione in mano
- Ci voglio andare. "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Raggiunsi la cucina e sentii subito un odore di pasta al forno, Esme aveva infornato qualcosa nel microonde e aspettava con ansia che finisse il conteggio alla rovescia. La scena era davvero dolce, ovviamente non era abituata a fare cose del genere ma probabilmente era contenta di preparare un cena.

-Esme cara, tranquilla è solo da scaldare non puoi sbagliare.

Carlisle si godeva la scena ammaliato da sua moglie che gli sorrise di rimando.

-Scusate non volevo disturbarvi.

Tutto quel da fare solo per dare da mangiare a me, mi faceva quasi sentire in colpa.

-Mi hai dato una scusa per usare la cucina

Mi accomodai sullo sgabello davanti all’isola della cucina, e sentii Edward sedersi vicino a me. Ovviamente adesso che era vicino non avevo neanche più appetito. Dopo il bip del microonde, Esme mi porse il piatto e dando la mano a suo marito ci lasciò soli.

-Ha un buon odore?

Edward di sicuro non lo trovava invitante. Il suo viso era segnato da una smorfia, lo trovai buffo.

-Si molto, rimani qui a guardare mentre mangio?

Lui sorrise del mio imbarazzo, appoggiò il gomito nel ripiano della cucina e mi puntò i suoi bellissimi occhi, quasi per farmi dispetto.
Raccolsi la sfida e mangiai a piccoli bocconi la mia cena, ovviamente non badai neanche minimamente al sapore del piatto. A metà piatto e raggiunsi il mio limite non potevo fare di più, il mio stomaco era già pieno di farfalle.

-Non hai mangiato molto.

-Sono apposto davvero, e poi è difficile con te che  mi guardi.

Ovviamente era meglio non dirlo ma era la verità, mi metteva in soggezione. Mi alzai per riporre il piatto vicino al livello ma lui mi toccò molto piano la mano, mi fermai subito stupita dal quel contatto.

-Non togliere il divertimento ad Esme, tranquilla lascia pure qui.

Mi sedetti di nuovo, questa volta la sua mano ancora toccava la mia. Lasciai lentamente il piatto senza però allontanare la sua mano dalla mia. Lentamente le sue dita iniziarono a toccare il mio palmo, il suo tocco era talmente leggero che sembrava una piuma, lasciavano scie di fuoco. La sua danza si spostò su ognuna delle mie dita, io mi godevo ogni attimo. Non sapevo se potevo muovermi, se potevo ricambiare. Avrei dato di tutto per toccarlo anche io in questo modo, ma non osavo tanto.
Alice entrò in cucina, non era sorpresa dell’intimità in cui eravamo caduti, ma pensai che sorprendere Alice non era una cosa possibile. Collegai gli ultimi neuroni che mi erano rimasti e chiesi ad Alice se potevo andare in bagno, a malincuore fui io questa volta a rompere il contatto tra di noi.

-Certo ti aspettiamo per il film.

Salii le scali in fretta corsi in bagno a lavarmi i denti e darmi una sciacquata al viso. Mi ricordai che dovevo chiamare Charlie, mi raccontò la sua giornata di pesca e brevemente ci salutammo. Sentii bussare alla porta, era Alice.

-Bella, guarda mi sono messa il pigiama

Sorrisi nel guardarla, ma era talmente bella da farmi venire lo sconforto. Il viola che aveva scelto donava al suo incarnato e delineava le sue forme perfette. Non so se a questo punto avrei avuto il coraggio di mettermi un pigiama pure io.

-Io credo che passerò questa volta, rimango vestita.

-Non dire sciocchezze, che pigiama party è senza pigiama?

Tirò fuori la scatola che era dentro il suo armadio e me la porse.

-E poi te ne ho comprato uno, volevo farti una sorpresa. Spero di avere azzeccato la taglia.

La sua faccia supplicante non ammetteva un no, arresa all’idea, aprii la scatola e ci trovai un bellissimo pigiama azzurro di victoria secret .Il pezzo sopra aveva dei bottoncini neri con uno scollo a V. Sotto invece dei pantaloni lunghi, il tutto decorato con dei bellissimi fiori che si intrecciavano tra di loro. Uno stupendo pigiama di satin, bel lontano dal pigiama di pile che indossavo di solito. Anche se avevo la certezza matematica che avrei avuto freddo il suo gesto era talmente dolce non mi rifiutai e la ringraziai di cuore per il regalo. Aspettò che mi cambiassi e poi scendemmo di sotto insieme per raggiungere i suoi fratelli.
C’era una discussione in corso su chi doveva scegliere il film.
Rose aveva in mano un dvd e guardava tutti con aria arcigna,

-Sapete che è il mio turno, quindi basta.

Era così seria che adesso nessuno osò più ribattere, l’unico che sorrideva era Emmett

-Tranquilla Rosie metti quello che preferisci

Jasper spense la luce della sala e Alice mi condusse mano nella mano fino all’enorme divano, lei si sedette vicino a Jasper e io mi misi seduta tra lei e Edward. C’era talmente tanto spazio in quel divano che anche se eravamo in sei si stava belli larghi. Naturalmente le coppie non avevano assolutamente voglia di stare lontane, tra cui Emmett e Rosalie, si erano seduti avvinghiati, lei aveva le gambe sopra le sue e gli accarezzava i capelli. Loro forse erano la coppia che più esternava il loro amore tramite il contatto, quasi come non potessero farne a meno.  A differenza di Jasper e Alice come Carlisle e Esme si poteva notare la natura del loro rapporto solo dal modo in cui si guardavano, senza però essere mai troppo espansivi, un amore privato tra di loro, fatto di sguardo e gesti dolci.

-Cosa hai messo questa volta?

Era stato Edward a parlare, vicino a me al buio potevo sentire di nuovo la corrente elettrica che mi faceva stare sull’attenti, la distanza tra di noi era così poca che potevo toccarlo al minimo spostamento.

-Colazione da tiffany

Rose orgogliosa della sua scelta mise play incurante delle lamentele degli altri, probabilmente sceglieva molto spesso quel film. Dopo il primo minuto di visione iniziai ad intuire che non era quello il film, si doveva essere sbagliata. Rosalie guardò furiosa suo marito e lo fulminò con gli occhi,

-Lo sapevo che avevi scambiato di nuovo il dvd

Tutti si misero a ridere, l’atmosfera era così allegra che Rose lasciò cadere il discorso. Emmett gli sussurrò piano qualcosa all’orecchio e il suo viso si addolcì. Avevano già fatto pace.
A quanto pare il film era un giallo, misteri e crimini e omicidi erano la trama. Per quanto mi sarebbe piaciuto seguirlo, non ci sarei mai riuscita. Eravamo in un stanza alla penombra della televisione, e io calcolavo e rimuginavo su come potevo toccare la mano di Edward senza sembrare un pazza. Senza contare che c’erano anche tutti gli altri, e anche se mi sarebbe piaciuto loro ci vedevano benissimo anche con il semibuio che ci circondava.
Così senza starci a rimuginare troppo aprii la mia mente e guardai Edward.
“ Ti da fastidio se ci provo anche io?”
Così immaginai la mia mano che tocca la sua, come lui aveva fatto con me prima. Lui mi guardò stupito, ma soprattutto in guerra con se stesso. Non sapeva se accettare o meno, da parte mia non sapevo come avrei reagito a un suo rifiuto. Ovviamente non ci avevo riflettuto abbastanza. Senza dire una parola mise il suo palmo girato all’insù aspettando il mio tocco. Presi piano fiato, ma soprattutto un bel po’ di coraggio e iniziai toccare molto piano la sua mano. Era così fredda e grande, disegnavo linee immaginarie sul suo palmo e mi godevo ogni istante. La mie dita passarono dal palmo al suo polso e lui smise di respirare, mi fermai. Non sapevo se stavo esagerando. Imbarazzata mi guardai attorno e notai che Rosalie e Emmett non c’erano più, erano andati via e io non me ne ero neanche accorta. Edward guardava ancora le nostre mani, e io stavo per sollevare la mia mano quando Alice interruppe il filo dei miei pensieri.

-Bella vado a fare una passeggiata fuori con Jasper ci vediamo dopo.

Edward gli riservò un occhiata di fuoco, e io gli feci solo un cenno. Fu così che rimanemmo da soli su quel divano gigantesco.

-Ho esagerato?

Spostai la mia mano dalla sua e aspettai che mi rispondesse.

-No assolutamente, penso abbiano voluto solo lasciarci da soli.

-Sembri arrabbiato mentre lo dici.

-Sono confuso, il modo in cui mi fai sentire… Non mi sento sicuro su come potrei reagire. Non dovremmo toccarci, io non credo di essere bravo in queste cose.

-A me sembri bravo.

Sorrisi furba sperando di farlo sentire più tranquillo ma in realtà non lo ero neanche io. Lui questa volta mi guardò con dolcezza, e con quel suo bellissimo mezzo sorriso.

-Se ti può consolare neanche io sono molto brava in queste cose. È una novità anche per me.

Lui mi studiò sospirando, si avvicino piano, sollevò la sua mano e l’appoggiò sull’incavo del mio collo. Io cercavo di stare il più ferma possibile, ma non era facile. Il suo gesto mi invogliava ad averlo più vicino, era una tentazione enorme ma cercai di fare la brava. Lui ascoltava le pulsazioni del mio cuore, piano piano spostò la sua mano dal collo al viso  e con delicatezza spostò i miei capelli dietro il orecchio. Quando pensavo di essere in paradiso lui si chinò verso di me e annusò la pelle del mio collo, ecco di nuovo inferno e paradiso insieme. I suoi capelli sfiorarono il mio viso, senza neanche pensarci un attimo gli iniziai ad accarezzare i suoi capelli. Lo sentii sospirare di nuovo, appoggiò il suo viso sulla mia spalla e rimase immobile così.
Continuavo ad accarezzarlo, in quella nostra strana posizione. Il mio cuore che prima galoppava adesso ricominciò ad avere un battito normale. Non capivo quanto tempo eravamo rimasti così ma ad un certo punto iniziai a lottare contro il sonno. I miei occhi non riuscirono più a stare aperti, e così cedetti al sonno.
 
POV EDWARD

Il mio viso aveva preso un po’ di tepore grazie al contatto della sua pelle, si era addormentata e io non riuscivo più a ragionare. Mi aveva completamente stregato, era così buona e dolce. Cercava sempre di non recare mai disturbo, ed era sempre attenta ai sentimenti altri. Lo vedevo soprattutto per come si rivolgeva alla mia famiglia. Era anche molto coraggiosa, e non si scoraggiava mai, anzi alla prima occasione cercava sempre di strappare un sorriso. 
Ma soprattutto credeva in me, non mi vedeva come un mostro, in me vedeva un uomo. Un uomo buono e capace di stare accanto a qualcuno. Volevo essere quello che lei vedeva in me, non avrei oltrepassato il confine con lei, non lo avrei mai permesso. Per quanto volessi tenerla al sicuro da me, ormai non potevo più separarmene. La sua mente iniziò a modellare immagini confuse, quando dormiva potevo aver accesso ai suoi pensieri, quella sua strana barriera che con forza tirava su quando voleva tenermi nascosta qualcosa, non esisteva più.

Quello che mi aveva mostrato, quello di cui parlava il libro era la storia tormentata e difficile di un’umana e un vampiro. Con lei però non mi sentivo tormentato, anzi mi sentivo a mio agio rincuorato dal modo in cui mi guardava. Anche se la gola mi bruciava era un dolore più che sopportabile, era come se sentissi di avere abbastanza controllo di fianco a lei. Non potevo neanche immaginare di potergli fare del male, il solo pensiero mi fece venire un brivido. Sicuramente sarei dovuto stare cauto, ma se lei mi avesse voluto al suo fianco non me ne sarei mai separato. Una decisione egoistica la mia.

Sollevai la testa per osservarla dormire, e mentre la guardavo mi colpì il pensiero che ormai ero totalmente incondizionatamente innamorato di lei.
  
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