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Autore: diaspro_LMX987    01/03/2020    2 recensioni
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Verrà un tempo in cui il Male prenderà il sopravvento, nel quale sembrerà non esserci più speranza, durerà secoli, millenni, molti soffriranno, molti moriranno, molti pregheranno la fine di questa maledizione, pochi sopravviveranno. In quel tempo nascerà la Prescelta: ella si troverà in un mondo non suo, dove non esiste la magia e non sarà possibile stabilire in che luogo e tempo sarà capitata...
Solo dopo anni dal momento in cui scomparirà riuscirà a tornare nel suo paese natale, dove assieme a coloro che dovranno aiutarla nella sua impresa si ritroverà a fare scoperte interessanti sulle sue origini...
Qui inizia la storia di Ellise.
Questa è la sua storia.
Benvenuti nel suo mondo.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI
Giostre, Furgoni e Voci
 
- Perché si chiama così? -
- Si chiama così la giostra -
- Quale giostra?! -
- Quella lì - annunciò Kimit indicando una giostra dall'altra parte del parco.
- Andiamo - ordinò incamminandosi.
- Dove? - domandò Ellise.
- Pronto? Alla giostra! -
- Ah, vuoi fare un giro, Estris? - la prese in giro Nhoa.
- Muoviti - disse, - Perché si chiama così? -
- Credo che sia in onore di Leridel Moskal -
- Ma no?! - commentò il demone.
-  Volete stare un po' zitti?! - sbottò Estris.
- Senti chi parla - sbuffò Nhoa.
- La volete smettere? - domandò stufato Nyck.
- È davvero snervante sentirvi litigare -  constatò Ellise.
- Davvero? Sai, penso la stessa cosa della tua voce -
- Smettetela -
- Perché stiamo andando su una giostra -
- Perché mi sono dimenticata di dirvi di un indovinello scritto da J. R. sul libro -
- Ti sei dimenticata o l'hai fatto apposta? - insinuò Nyck.
- Volete la verità? - domandò Estris fermandosi. - La verità è che non mi fido di quattro pazzi sconosciuti -
- Adesso vuoi dire a questi quattro pazzi sconosciuti cosa diceva l'indovinello? - insisté Ellise.
- «Aislin corre attorno a Leridel finché non le dici la verità» - citò Estris salndo sulla giostra e spostandosi tra i cavalli colorati.
- Cosa? -
- Che cavolo... -
- Chi è Aislin? - chiese Ellise.
- Sarebbe meglio dire - la corresse Estris fermandosi e posando la mano sinistra sulla groppa di un cavallo, - cos'è Aislin -.
Estris indicò la targhetta con il nome del cavallo. C'era scritto «Aislin».
- Quindi Aislin è un cavallo? - domandò confusa Ellise.
- Aislin (il cavallo) gira attorno a Leridel (la giostra) finché non le dici la verità... Abbiamo risolto mezzo indovinello - la ignorò Estris, - ce ne manca metà -.
- Abbiamo risolto? Noi non abbiamo fatto niente! - esclamò Kimit.
- Non conoscevo Moskal Park. E tantomeno sapevo che ci fosse una giostra -
- Dobbiamo decifrare la seconda parte. Finché non le dici la verità... -
- La verità - tentò Nhoa.
- Ci hai provato - constatò Estris. -
-  Forse dobbiamo tutti dirgli un segreto - ipotizzò Ellise.
- No! - esclamarono Nhoa ed Estris.
- Allora trovatelo voi un modo -
- Allora...Vediamo... Forse... -
- Però prima proviamo quello che ho detto io - insisté Ellise.
- Uff -
Ellise fece allontanare Estris dal cavallo e sussurrò qualcosa all'orecchio di quest'ultimo. Subito dopo di lei li face Nyck, poi Kimit. Dopo una minuscola discussione per decidere chi dovesse andare prima tra Estris e Nhoa, quest'ultimo si fece avanti riluttante.
Estris ebbe una decina di secondi per iniziare a pensare cosa dire, quando poi Nhoa le passò accanto e la riscosse dai suoi pensieri: - Muoviti -.
Estris si fece spazio tra gli altri tre e si avvicinò ad Aislin. Si fermò con la mano poggiata sulla groppa del cavallo.  Poi sbuffò.
- Sbrigati -.
- Uff - disse. Poi sussurrò. - Loro sono i miei unici amici -.
Non accadde nulla.
- Visto? - domandò Estris.
- Almeno io ho proposto qualcosa - ribatté Ellise.
- Forse Nhoa non aveva completamente torto - disse Kimit. - Forse quando J. R. ha fatto qualcosa al cavallo ancora il midgard non esisteva -.
- Impossibile. La scritta sul diario era in midgard -  ribadì Estris.
- Ma quella sul diario era in middangeard -.
- Anche se fosse, in quale midgard? -.
- Cos'è il midgard? - domandò Ellise.
- La nostra lingua. Cambia di poco in ogni paese -.
- È simile all'inglese? -.
- Cos'è l'inglese? -.
- Lascia stare -.
- Proviamo -
- In che lingua? -
- Proviamo tutti. In Camarbia si dice comunque verità -.
- Anche in Nys'ald. Sono vicini -.
- Nel mio paese era "dagar" - disse Nhoa.
- In Opaltongue si dice Satya -.
- Che è l'Opaltongue? -.
- La lingua della Mayura -.
-  Quindi... -
- Posso provare io? - domandò Ellise.
- Come vuoi -.
Ellise si avvicinò al cavallo.
- Truth-, disse.
La bocca del cavallo si aprì e spuntò una scatolina nera, di metallo. Si fece aiutare da Nyck a tirarla fuori. 
- Che lingua è? - domandò Estris.
- Inglese -.
- Cosa c'è dentro? -
Ellise la aprì: c'era un cerchietto di metallo con un buco al centro.
"Come una ciambella" pensò Ellise.
- Ma tu pensi sempre al cibo?! - sbottò Estris.
Ellise non fece domande.
- Deve essere la prima moneta -.
- E che ci facciamo? -
- Boh -. 
*
Trenta secondi per salire le scale mobili urtando tutti quelli che riuscì a urtare. Cinquanta secondi per salire le scale della metropolitana e infilarsi proprio tra due bobby, perché la notassero. Ma niente. Allora li spinse.
- Signorina! - la chiamarono.
Andò in brodo di giuggiole.
Quindici secondi per aprirsi un varco tra la folla e decidere dove dirigersi. Venti secondi per nascondersi in Trafalgar Square. Tre secondi per stordire i bobby, e dieci secondi per ridere a crepapelle.
Uscì dal suo nascondiglio e passò davanti ad un artista di strada che suonava la chitarra.
- Il mi cantino è troppo acuto - si lamentò. 
Dopodiché continuò a camminare calma canticchiando il ritornello di You Don't Own Me di Grace.
Rubò qualcosina dalle tasche della gente, poi si diresse verso The National Gallery. Scese le scale che portavano ad una fermata della metropolitana abbandonata. Accese un fiammifero e poi lo avvicinò alla torcia. Quando essa prese fuoco lo lasciò cadere per terra e lo calpestò. Poi camminò verso l'interno.
- Ehi, Tacys! - esclamò. - 
Fes si avvicinò al furgone.
- Dove andiamo oggi? - chiese. 
Saltò dentro al furgoncino e girò la chiave.
- Kaleche? Possiamo andare a Ásaheimr, a Álfheimr, a Svartálfaheimr, a Jǫtunheimr, a Vanaheimr, a Niflheimr e a Múspellsheimr e tu vuoi rimanere a Mannheimr? Uff, come vuoi... - 
Mise in moto il furgone e si alzò nell'atmosfera.
- Siamo andati via da Kaleche perché non volevano responsabilità e adesso ci ritorniamo in viaggio. Sei un tipo strano, tu -.
Si sentì un rumore forte. Qualcosa aveva dato uno scossone al furgone. Fes guardò dal finestrino e non vide nulla. Poi il furgone volante fu colpito di nuovo. Scorse l'ombra di un uomo. Non fece in tempo a ordinare a Tacys di mettere il turbo che un ultimo scossone privò il furgoncino delle ultime forze che gli erano rimaste. Guardò giù; stavano atterrando, o meglio, stavano precipitando su Kaleche.
- Eco Eterna! - esclamò per attutire l'impatto. Uscì fuori da Tacys, ormai tutta ammaccata, e con una macchia nera sul lato destro. Sopra, in bianco, c'era uno strano simbolo: tre linee curve convergenti in un punto centrale.
- Tacys? -
*
- Questo - disse Estris mostrando agli altri l'articolo di giornale uscito quel giorno. - significa che ne abbiamo trovato un altro -.
Kimit lesse tutto di fretta, formando silenziosamente le parole con le labbra. 
- Dove? - chiese.
- In Elláda. Vicino Lakedaimon -. 
- Si può precipitare con un furgone? -. 
- Sì, se lo hanno incantato -.
- Come facciamo a spiegarle tutto? Noi non la conosciamo, e lei non conosce noi - notò Nhoa.
- È la principessa del Raush, forse io, Estris e Kim la incontreremo da qualche parte - ipotizzò Nyck.
- Quella del Raush è una monarchia parlamentare alquanto avanzata, non so se si preoccupa di cose come feste, o altro - spiegò Estris. 
- Ma quella girava per mondi con un furgone volante! -.
- Infatti è andata a vivere sulla terra nel duemilaquattordici -.
- Io, nella mia ignoranza, credo che basti una lettera - disse Ellise.
- Dici? - domandò Estris. Prese carta e penna e si sedette ad una scrivania. - Allora -.
- "Cara signorina Riel..." -.
- Non mi piace - commentò Nhoa.
- Allora inventane tu uno! -.
- Riprendiamo. "Cara signorina Riel..." -.
- "... La preghiamo gentilmente di... " -.
- Ma che cos'è? Io mi rifiuto! -.
*
Quel giorno il lavoro era stato particolarmente stancante. Far rimbecillire un furgone incantato in quel modo non era roba da tutti. Sfortunatamente Numero Dodici si era fatta male, e si erano dovuti fermare. Si erano fermati accanto ad un lago; stava infatti osservando le acque nere, quando qualcuno le disse:

- Stai pensando già di annegartici? -.
- No stupido, in compenso potrei tentare di annegarci te. Cosa ne pensi? - gli rispose seccata. Era mai possibile detestare così profondamente qualcuno?

- Penso che sarebbe divertente guardare uno scricciolo di bambinetta cercare di sopraffare me - ribatté lui alludendo alla corporatura di Numero Sette. Era infatti piuttosto bassa e minuta per la sua età; di certo, gracilina com’era, avrebbe avuto serie difficoltà a spingere Sei, che era alto e ben piantato.

- Oh idiota, non ho detto che lo farò adesso… In fondo avrò tanto tempo per eliminare la tua fastidiosa persona - replicò lei, sorridendogli.

- Ehi voi due… Non riuscite stare due minuti senza litigare? - domandò Undici, che li aveva appena raggiunti. Più in là, seduto su un tronco messo di traverso Otto chiacchierava con alcune ragazzine che lo guardavano adoranti; non visto, Dieci li scrutava malevolo.

- Cosa vuoi farci, questi manheimr hanno l’arroganza nel sangue… - le rispose Sei.

Sette alzò le spalle con altezzosità, senza degnarlo di una risposta, e fece per raggiungere Otto, quando di nuovo sentì qualcosa di freddo e bagnato allargarsi questa volta sulla sua schiena. Era acqua. Acqua del lago, che Sei le aveva lanciato addosso con un semplice incantesimo di levitazione. Non si sporcava certo le mani, lui!

- Nessuno mi gira le spalle quando sto parlando, chiaro? - le disse, prima che lei potesse fare o ribattere alcunché. La guardò con i suoi occhi di ghiaccio per un momento, prima di andarsene seguito da Dieci, sotto lo sguardo impassibile di Undici.

- Stai attento - gli disse semplicemente lei, prima di accettare il mantello che Undici le offriva in sostituzione, del suo ormai fradicio. Sei non diede segno di averla sentita, e continuò a camminare verso il castello.
*
- Ma quanto ci mette?! - sbottò Estris rompendo il silenzio.
- Quanto tempo ci hai messo tu quando abbiamo chiamato te - rispose Nhoa.
Nhoa fece finta di non capire cosa disse Estris, ma suonava molto come un "Gne gne gne".
- Smettetela di litigare, è super fastidioso! - si lamentò Ellise.
Nel frattempo, in lontananza, vide una ragazza correre, poi fermarsi, e ansimare delle strane parole. Strane perché Ellise non le sentì con le orecchie, ma direttamente dentro la testa.
Moto Instantaneo.
E poi si ritrovò davanti una ragazza vestita in modo piuttosto eccentrico.
E per poco non le venne un infarto.
- Ah, finalmente - commentò Estris. - Chi glielo spiega? -
- Glielo spiega cosa? - domandò Nyck.
- Tutto. Tutto, Nyck -.
- Mi propongo io - disse Kimit. - L'ultima volta l'avete spiegato voi a me -.
Kimit fece una descrizione dei fatti accaduti piuttosto dettagliata, Nhoa dovette correre in cerca di acqua per colpa di Kimit che l'aveva punito per aver preso in giro la sua "eccellente descrizione dei fatti" e Fes perse l'attenzione dopo ventisei secondi.
- Ehi, sveglia... - disse Estris. - Come ti chiami? -
- Fes -.
- Cognome? -.
- Riel. Fes Riel -.
- Ti chiami Fesserie? - domandò Estris stranita.
- No, è staccato -.
- Come vuoi, Fesserie. Il punto della situazione è: vuoi unirti a noi nella ricerca di qualcosa di imprecisato assieme a noi e ad altre persone ancora da definire in un viaggio senza scopo e senza meta? -.
- Sì! Che bello! -.
- "Sì, che bello!" Il suono del tuo cervello che evapora! - disse sarcastica. - Tu... Ti fidi di questo gruppo di pazzi? -
- Non si è accorta che anche lei fa parte di questo gruppo... - sussurrò Nhoa a Nyck.
Volere del Vudú, sentì Ellise.
Nhoa si diede uno schiaffo da solo.
- Ce l'avete tutti con me oggi?! -.
- Va bene. Avete tutti dei problemi mentali - si lamentò Estris.
- Dove si va adesso? - domandò Fes.
- Verso l'infinito e oltre -.
- Cosa cavolo vuol dire?! -.
- Voi "cosi magici" siete così stupidi - disse Ellise incamminandosi.
- Ma si rende conto che anche lei è un "coso magico" ? -. 

Ciao! Sono tornata! Il Writer's Corner lo aggiungerò dopo, usare l'editor dal cellulare non è di certo una delle cose più facili del mondo. Cosa posso dire? Sono felice, quasi me ne meraviglio, sono in tempo! Dieci giorni precisi. Però, una cosa che non mi piace sono  gli incantesimi: non mi convincono molto. Sembrano molto (eccessivamente) quelli delle Winx. 
   
 
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