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Autore: Rufio89    05/03/2020    4 recensioni
Rey è viva. Palpatine sconfitto. La guerra è vinta.
Cos’è successo tra la battaglia su Exegol e la reunion con Finn e Poe? E se Ben non fosse morto, cos’avrebbe fatto Rey? E Ben?
Il cinema è fatto di continue ellissi temporali, tra le scene e tra le inquadrature, perché il cinema manipola il tempo. Pensate a questa storia come ad un respiro tra le due scene. Insomma, ho voluto riempire quel nero con delle immagini, con delle parole.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hold me in the dark - A Star Wars one-shot

Say it's all in my head

Remember when you said

I'll never let you go

Oh, hold me in the dark

Sheltered as you take my heart

Take my heart

[Birdy - Take my heart]

 

Compassion, which I would define as unconditional love, is central to a Jedi’s life, 

so you might say we’re encouraged to love.

[Anakin to Padme]

 

Ben…” 

Una parola appena sussurrata. Non sapeva cosa stava succedendo attorno a lei. Si era risvegliata improvvisamente, come da un brutto sogno, e aveva visto i suoi occhi e i suoi capelli corvini. E improvvisamente non era sentita più sola. L’aveva capito dal suo sguardo, dai suoi occhi, dal suo sorriso spontaneo. L’aveva guardato ancora e ancora perché non credeva fosse possibile. Lui era lì, l’aveva tenuta tra le braccia e le aveva dato la sua vita, allontanandola dalla morte. E così l’aveva baciato senza pensarci. La sua mano grande sorreggeva il suo collo. Rey sorrideva, dopo tanto tempo sorrideva. Anche Ben sorrideva davanti a lei. Fu un momento, gli occhi di Ben si fecero vuoti, la sua mano lasciò il collo di Rey e subito dopo il suo corpo si accasciò a terra.

 

Ben…” - Rey lo chiamò ancora, stavolta più preoccupata. Uno scroscio di pietre la fece trasalire. Il tempio Sith si stava sgretolando attorno a loro. Rey mise una mano all’altezza del cuore di Ben, la sua fronte a contatto con la sua. Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi.
Stai con me… Stai con me, Ben. Stai con me…” 

L’addome di Ben si alzò per accogliere un soffio appena percettibile di respiro. Rey aprì gli occhi immediatamente. Prese il braccio di Ben e con tutta la forza che aveva in corpo cercò di alzarsi. Le costò uno sforzo immenso sollevare il corpo di Ben, dal momento che era esattamente il doppio di lei. Le palpebre di Ben si muovevano appena, ma lei lo riusciva a percepire nonostante tutto. Era lì. Era vivo, come appeso ad un filo, ma vivo. Lui era vivo.
Tese la mano libera per prendere le due spade laser al volo. Il pianeta stava implodendo, sgretolandosi pietra dopo pietra. Il terreno sotto i loro piedi stava cedendo, aprendosi in due.
Ben…Forza. Dobbiamo andare.” - Le gambe di Ben si tesero, i suoi occhi ancora chiusi. Rey trascinò Ben verso la navicella con cui era arrivata, mentre tutt’attorno sprofondava nell’oscurità. Chiuse il portello, mise le coordinate lasciandosi quel pianeta e la guerra alle loro spalle.

 

Non sapeva come sapesse quelle coordinate o dell’esistenza di quel pianeta. Solo…lo sapeva, come se qualcuno glielo avesse suggerito, instillato nella sua testa. Mentre guidava la piccola navicella la sua fronte era ancora matita di sudore e le braccia gli tremavano per lo sforzo appena compiuto. Era esausta ma si fermò a pensare.
Cos’era successo? Tutto era accaduto troppo velocemente. Palpatine, i Sith, le voci dei Jedi, la Forza che scorreva forte dentro di sé, Ben, l’oblio e quel bacio. Guardò dietro di sé. Aveva messo il corpo di Ben sul sedile posteriore, e ora guardava il suo volto disteso dormire. Si alzò, lasciando il comando per qualche secondo. Si avvicinò al suo volto, quasi cercando di capire cosa gli era successo. Ben e Rey erano più simili di quanto pensassero. Le loro vite erano state diverse sì, ma entrambe piene di oscurità, di sofferenza, di abbandono, di rabbia. Forse era per questo che la Forza cercava continuamente di unirli. Si era sbagliata su di lui. Rey scrutava il volto di Ben alla ricerca di risposte. Mise una coperta sul corpo di Ben prima di tornare a sedersi al posto di comando. Davanti a lei una piccola lucina rossa lampeggiava. La stavano cercando. La Resistenza, o quello che era rimasto, i suoi amici, la stavano cercando. Cosa gli avrebbe detto? Che Kylo Ren, l’uccisore di mondi, il patricida, l’aveva salvata? Avrebbero capito? Probabilmente no. Rey guardò ancora Ben. Cosa ne sarebbe stato di loro? C’era un “loro”? In preda alla confusione, Rey chiuse il collegamento. Sparì dai radar.
Per il momento - pensò - era meglio che la considerassero morta, che considerassero entrambi morti quel giorno su Exegol. E forse era stato davvero così, la vecchia Rey era morta, Kylo Ren era morto, per far spazio a qualcos’altro, qualcosa che ancora non sapeva nominare.

 

Non aveva mai visto un pianeta come quello. Non sapeva nemmeno dell’esistenza di un pianeta così bello e rigoglioso, il contrario del deserto di Jakku dove era cresciuta. Tutto a Jakku faceva pensare alla morte. A Naboo, invece, tutto era vita. Dall’alto poteva vedere verdi pianure, praterie, profondi laghi, grandi paludi e fiumi. Non lo aeva mai visto, eppure c’era qualcosa di famigliare in quel pianeta, ma non sapeva cosa. Rey atterrò in una verde prateria, aprì il portello e respirò a pieni polmoni. Forse il primo vero respiro da quando aveva sconfitto Palpatine. A pensarci il pensiero la fece ancora star male, l’unico suo parente in vita era un Sith. E nel suo sangue c’era anche il suo. Doveva ancora fare seriamente i conti con l’appartenenza che aveva cercato da tutta la vita. E forse era quello il luogo e il momento giusto per farlo.
Una goccia di pioggia si depositò a terra. Si voltò verso Ben ancora dormiente. Si mise di nuovo il suo braccio attorno al collo e lo alzò. Fuori stava cominciando a piovere sempre più forte. In lontananza una piccola costruzione di pietra, un fabbricato d’alpeggio. Decise che si sarebbe recata lì per il momento. Almeno per quella notte.

 

La piccola costruzione di pietra era spartana, ma per loro sarebbe andata bene. Mise Ben su un giaciglio di paglia. Accese un fuoco. Tornò a guardare Ben addormentato. Anche se era ancora debole poteva sentire la sua preoccupazione.

Andrà tutto bene” - gli sussurrò. Poi si accasciò a terra vicino al fuoco. Era davvero troppo stanca e confusa. Nelle mani stringeva le due spade laser, quasi a volersi aggrappare a qualcosa che forse era già dietro di lei.

 

La Resistenza era tutta lì riunita, c’erano abbracci e baci, c’era finalmente felicità. Dopo essersi abbracciati Finn e Poe si guardarono per qualche secondo, interrogandosi su dove potesse essere Rey. No, non poteva essere morta - pensò Finn - lei era Rey, la Jedi, Rey la più coraggiosa ragazza che aveva conosciuto. Non poteva essere morta. No, l’avrebbe percepita. Finn si precipitò nella stazione di comando, cercando sui radar un segno di lei.
Rey dove sei…dove sei…” Niente. Maz posò una mano sul braccio di Finn.
Lasciala andare” - disse Maz.
Dovrebbe essere qui con noi. Non può essere morta. Non è morta, vero Maz?” - replicò Finn agitato.
Il tuo cuore cosa ti dice?” - chiese Maz. Finn ci pensò ma non rispose. Non era morta, era là fuori da qualche parte. “Quando sarà pronta tornerà” - disse solamente Maz, lasciando Finn a guardare il radar. Chissà quando l’avrebbe rivista.

 

Il viso di Rey era disteso in un leggero sorriso mentre dormiva. Non l’aveva mai vista così indifesa, pensò Ben. Aveva appena aperto gli occhi a causa della luce del sole. Per quanto aveva dormito? E perché lei era lì con lui? Dov’erano? La testa gli faceva male. Le mani gli formicolavano. Pensava che la sua vita fosse finita nel momento in cui aveva deciso di sacrificarsi. Forse l’aveva sempre saputo che era per lei che si sarebbe sacrificato, non per un ideale, non per il potere, per Lei. Quella strana ragazza che l’aveva scosso dal primo momento, che sapeva leggergli dentro. Lei era come lui. Il suo era stato un gesto estremo, un gesto di generosità, il suo modo di redimersi per quello che era diventato, per quello che era, per quello che aveva fatto. Era disposto ad accogliere la morte a braccia aperte, non ne aveva più paura. Ma quando le tenebre lo stavano avvolgendo sempre di più, sentì la sua voce chiamarlo. Era un sussurro. Ma aveva squarciato l’oscurità e lo teneva aggrappato alla luce. Lei. Nessun altro l’avrebbe salvato, né sua madre, né Han, né Luke, ma lei sì. Si era ostinata talmente tanto nel voler vedere oltre. Lei aveva provato compassione per lui.
Cos’avrebbe fatto ora? Cosa avrebbe potuto darle? Aveva perso tutto. Suo padre, sua madre, l’Ordine, aveva lasciato andare per un momento quella maschera che si era costruito per proteggersi dal mondo, dagli altri. Aveva lasciato Kylo Ren per sempre. Ma ora il futuro era tutto un’incognita. Si alzò lentamente, si avvicinò al corpo di Rey addormentato. Con un passo lo sorpassò. Aprì la porta, lasciò che il primo sole invadesse l’abitazione di pietra. E varcò la soglia.

 

No!” Rey si svegliò di soprassalto da un incubo. Aveva rivisto i volti dei suoi genitori, il volto di Palpatine, ancora. Strizzò gli occhi, la luce fioca del camino illuminava l’abitacolo. Si voltò verso il letto. Era vuoto. Si alzò di scatto. Dove diamine era? Si precipitò fuori nell’oscurità della notte. “BEN! - gridò - Ben! Ben!” Non poteva perderlo. Non ancora. Non lui. Corse per le praterie alla sua ricerca. Poi lo vide. Stava seduto sull’orlo di una scogliera, le gambe a penzoloni, gli occhi chiusi.
Ben…” - sussurrò. Lui aprì gli occhi al suono della sua voce. Aveva paura del futuro, doveva ammetterlo. Per questo aveva bisogno di pensare, di concentrarsi, di capire se la Forza lo aveva abbandonato o no. Qualcuno gli aveva dato un’altra possibilità e lui doveva esserne degno. Lo era davvero?
Si alzò e si voltò verso di Lei. I loro occhi si incrociarono di nuovo per la prima volta dopo quel bacio. Rey percepiva il conflitto e la confusione che regnavano dentro di lui. Sapeva che anche lui percepiva l’incertezza che sentiva Rey, l’incertezza di un mondo che era crollato e che pian piano si stava riformando. Rey si avvicinò lentamente.
Pensavo te ne fossi andato” - disse Rey.
Ci ho pensato” - disse impassibile lui - “Avevo bisogno di pensare”. Ben si guardò attorno. “Dove siamo?” - chiese.
Non lo so. Ma non ci troveranno. Per ora” - rispose Rey. Ben si ritrovò a pochi passi da lei, la guardò di nuovo negli occhi. Vide speranza. Lei ne era così piena. Lui vedeva sempre tutto nero, la vita lo aveva abbruttito, ma lei no. Sapeva vedere il bello anche nelle cose peggiori. Aveva visto il vero Ben sotto la corazza di Kylo. “Dobbiamo mangiare” - disse semplicemente e si caricò sulle spalle un paio di pesci che aveva pescato. Poi la sorpassò distogliendo lo sguardo. Rey rimase ferma, interdetta, e lo seguì. Perché la trattava così freddamente? Per lui quel bacio non aveva significato niente?

 

Il pesce aveva un gusto buonissimo, ma del resto erano almeno tre giorni che entrambi non toccavano cibo. La luce del fuoco illuminava i loro volti. Nessuno dei due parlava. L’imbarazzo e la tensione si percepivano nell’aria. Ben cercava di non guardare Rey, per evitare un confronto, per evitare qualcosa. I suoi occhi erano fissi sulle due spade laser, quelle di sua madre e quella di Luke. Rey se ne accorse.
Ho intenzione di farle sparire” - disse Rey, poggiando la ciotola con il pesce per terra. Ben non rispose, gli occhi ancora persi nel vuoto. “Dovremmo parlare prima o poi” - continuò Rey.
Noi dovresti essere qui. Ti staranno cercando, i tuoi amici…avete vinto” - disse Ben tornando sulla difensiva. “Abbiamo vinto” - ribatté Rey.
Dovrei essere morto. Avresti dovuto lasciarmi morire” - disse Ben laconico, mentre la sua ciotola finiva per terra.
Potrei dirti la stessa cosa” - incalzò Rey.
Non capisci…” - continuò Ben, ma la voce gli finì in gola, strinse i pugni.
Guardami, Ben Solo” - disse Rey avvicinandosi a lui. Ogni volta che le sue labbra pronunciavano il suo nome era un tuffo al cuore. Il suo vero nome. Ma Ben continuò a non guardarla.
Rey si accovacciò davanti a lui, mise una mano sulla sua guancia costringendolo a guardarla. I loro occhi si incrociarono, i volti vicini come allora. Rey sorrise teneramente. “Grazie” - riuscì soltanto a dire Rey. Gli occhi di Ben si riempirono di lacrime, strinse le labbra per cercare di trattenerle. Si sentiva così indifeso. Mise una mano sulla guancia di Rey. Lei aspettò qualcosa. Attorno a loro silenzio e pace. Ma Ben tolse la mano e si alzò.
Puoi dormire sulla paglia” - disse di nuovo freddo Ben - “Io mi metto per terra”. Rey annuì. Qualcosa lo tormentava, e aveva a che fare con lei. Pensò che avesse bisogno di tempo. Si accovacciò sulla paglia e si voltò dall’altra parte. Lui si sedette accanto al fuoco, poggiando la schiena sulla fredda pietra e guardando le lamelle del fuoco scoppiettare accanto a sé. 

Il fuoco si spense, l’oscurità della notte arrivò come una vecchia amica sebbene entrambi non riuscissero a dormire.
Perché mi hai salvato?” - la domanda di Rey squarciò il silenzio - “Pensavo mi odiassi”.
Potrei chiederti lo stesso” - disse Ben. Il suo carattere era insopportabile a volte, pensò Rey. “Non ti mai odiato” - disse Ben - “Ero geloso sì. Mio padre, Luke, Leia, tutti si aggrappavano a te, tutti credevano in te. Nessuno ha creduto in me, eccetto te”. Ben si voltò verso la schiena di Rey. “Ero pronto a morire, tanto nessuno avrebbe sentito la mia mancanza”.
Rey conosceva quella sensazione, la conosceva bene. Una lacrima scese sul suo volto.  “Io sì, io avrei sentito la tua mancanza” - sussurrò Rey. “Mi hai salvato la vita, e io ho salvato la tua. Siamo pari”. Nell’oscurità Ben sorrise. “C’è abbastanza spazio per due qua sopra” - disse Rey indicando la paglia “Non c’è bisogno che tu dorma per terra”. Alzò la coperta e si spostò, aspettando.
Non credeva che avrebbe accettato la sua offerta, ma invece sentì la paglia muoversi e Ben posizionarsi dietro la sua schiena. Rey non riusciva a girarsi, era come paralizzata. Era una nuova situazione quella in cui si trovava. La sua schiena toccò il braccio di Ben e sentì come una scossa. Il suo respiro si fece veloce. Ben non disse niente, semplicemente si accovacciò accanto a lei, il suo respiro sulla nuca di lei. Poteva sentire il suo odore. Chiuse gli occhi. Attorno c’era silenzio, pace. Chiusero gli occhi, stavolta c’era pace anche per loro.

 

Ben aprì gli occhi. Era mattino. A pochi centimetri dal suo volto Rey dormiva beata. Le labbra leggermente dischiuse. Ben le fissava. Erano le stesse che l’avevamo baciato. Aveva voglia di assaggiarle ancora e ancora. Ma non sapeva se era quello che avrebbe voluto anche lei. Dopotutto magari l’aveva baciata solo per ringraziarlo. Lui non era riuscito a trattenere però un sorriso. Scostò dei capelli dal viso di Rey. Lei si mosse e aprì gli occhi. Si fissarono per qualche secondo. Poi Ben si alzò veloce mettendo distanza tra loro due, e lasciando l’abitazione sbattendo la porta. Rey rimase stupita, poi prese le spade ed uscì.

 

Un sassolino colpì la nuca di Ben. “Che diamine, Rey!” - si voltò Ben toccandosi la testa. “Beh almeno ora pronunci il mio nome, facciamo progressi” - disse Rey. “Che cosa vuoi?” - replicò Ben. Rey lanciò la spada laser a Ben. La prese al volo. Lui la riconobbe, era quella di Luke e prima di suo nonno. “Non combatterò con te Rey di Jakku” - disse Ben. “Abbiamo già combattuto abbastanza”. “Forse non vuoi combattere con me perché sai che ti batterò ancora, ancora, e ancora” - disse Rey chiudendo la distanza tra loro. “Mi hai pugnalato” - disse Ben guardandola dall’alto. “Ti ho battuto” - puntualizzo Rey. Ben accese la spada. Rey sorrise. Le loro spade laser si incrociarono e i loro volti si ritrovarono di nuovo illuminati come la prima volta nella foresta.
Io non credo” - sussurro Ben. Rey sorrise.
Bastò un istante e due cominciarono a combattere, interrompendo per un momento la pace e l’armonia che regnava tra le creature che abitavano il pianeta. Era il cacciatore che braccava la preda o era la preda che braccava il cacciatore? Era difficile capirlo. In quel momento erano solo loro due. Jedi? Sith? Cosa importava ora? Forse erano qualcosa di più, qualcosa di nuovo che il mondo doveva ancora conoscere.

Le spade laser si scambiavano colpo su colpo. Anche se Ben era più alto di Rey, ma lei era più agile e con una forza e una determinazione che ad ogni colpo lasciava senza fiato. In fondo era attratto anche da questo suo lato di lei. Rey sembrò sopraffarlo per qualche secondo, ma Ben ritrovò la sua sicurezza  e la incalzò di nuovo. Dopo l’ennesimo colpo si fermò.
Perché sei ancora qui? Puoi andare da coloro che chiami amici. Io scomparirò” - disse Ben impugnato la spada contro di lei. “Non andrò da nessuna parte. Non finché non capirò” - rispose Rey. “Cosa c’è da capire? Tu sei la nipote di Palpatine, io di Darth Vater. Fine della storia.” -  disse Ben, e colpi di nuovo.  La sfida proseguì a fasi alterne: Ben in preda l’ira continuava a capovolgere la situazione. Le spade si incrociarono un’altra volta. Gli occhi di Rey fissi in quelli di Ben. “Voglio capire chi sei, Ben Solo” - disse Rey, sembrando più determinata che mai.
Sei distratta, Rey…” - sibilò lui. Ben colpì ancora, Rey perse l’equilibrio. Per qualche secondo si trovò per aria. La sua spada volò lontano e si spense quando toccò terra. La mano di Ben lasciò immediatamente andare la sua spada. Rey si sentì cingere la vita. Le braccia di Ben l’avevano raccolta e poggiata delicatamente a terra, impedendole di cadere. Anche questa volta, quando l’aveva toccata, aveva sentito una scossa. Ben si alzò e tese la mano. Rey sorrise e afferrò la sua mano. “Sapevo che prima o poi avresti afferrato la mia mano” - ironizzò lui. Rey sorrise timidamente. “Ti ho detto che ti serviva un maestro” - continuò beffardo lui. Rey non rispose. Il suo sguardo fu catturato da qualcosa in lontananza. Un palazzo.

 

Un vecchio palazzo reale caduto in disgrazia sembrava quasi inghiottito dalla vegetazione circostante. Rey e Ben si addentrarono cauti e curiosi. C’erano resti di un’antica dinastia reale ma anche dell’Impero. Che posto era mai quello? Le mani di Rey aprirono un vecchio baule pieno di polvere. Tirò fuori un vestito verde acqua formato da stoffe pregiate. Le sue mani non avevano mai toccato una stoffa così delicata. Rimase sorpresa a pensare di poterlo indossare. “Dovresti provarlo” - disse Ben. “Non puoi leggermi la mente” - lo apostrofò lei. Rey posò il vestito e chiuse la cassa. “Non fa per me” - disse guardando Ben. Lui annuì e si diresse fuori. Rey guardò la cassa chiusa per qualche secondo. Forse non era pronta, non era pronta a sentirsi donna. Nessuno l’aveva mai guardata in quel modo. No, lei era cresciuta tra i rottami, quel vestito non faceva decisamente per lei. Distolse lo sguardo e allontanò quel pensiero. Seguì Ben. Lo trovò appoggiato ad un mancorrente di pietra che dava su un bellissimo lago. Si avvicinò. Le dita di Ben toccarono un’incisione che sembrava strana. Una A e una P. Al tocco della pietra Ben ebbe una visione. Qualcuno nel passato, un viso che non conosceva, un uomo e una donna. Una mano metallica. Un matrimonio. Una voce maschile. “Pensavo avessimo deciso di non innamorarci”. E poi una parola che lo fece tornare alla realtà: “Skywalker”. Si staccò dalla balaustra. La fronte matida di sudore. Perché aveva visto tutto ciò? Che posto era quello? Era davvero chi aveva idolatrato per così tanto tempo? Dunque era quello il vero volto dentro la maschera. E Vader aveva amato, e perdere quell’amore lo aveva distrutto. Ben pensò di essersi sbagliato, ma come poteva saperlo? Per qualche secondo si chiuse in silenzio, confuso.
Cos’hai visto?” - chiese Rey. “Frammenti di passato” - disse Ben “Credo che c’entri qualcosa mio nonno”. “Vader?” - chiese Rey incredula. Ben annuì, ugualmente incredulo. “Si è innamorato in questo posto. Pensavo che a un Jedi fosse proibito innamorarsi”. Nel pronunciare quelle parole le labbra di Ben si inclinarono in un appena accennato sorriso. “Forse Luke si è sbagliato, forse si sono sbagliati tutti quanti…” - disse Rey.

Il sole stava per tramontare dietro di loro, illuminando i fiori e le piante di incredibili colori. “Vado a cercare qualcosa da mangiare” - propose Rey. Ben era ancora fermo, pensieroso. Si guardò i vestiti che aveva addosso. Chi era lui ora che Kylo non c’era più? Prima o poi avrebbe dovuto affrontare i suoi sbagli e le sue scelte. Voleva solo lasciarsi tutto alle spalle. Scese velocemente verso il lago. Fissò il suo volto nello specchio dell’acqua. Si tolse i vestiti e si tuffò. Silenzio. C’era silenzio sott’acqua. Pace. Quando riemerse dall’acqua sembrò come rinato. Si lasciò cullare dall’acqua e fissò le prime stelle sopra di sé. Erano solo vestiti eppure sembravano macigni di un passato che l’avrebbe tormentato forse per sempre. Poi percepì qualcosa. Percepì la sua presenza.

L’acqua è bellissima. Dovresti provare” - l’apostrofò lui senza girarsi. “Raggiungimi”. 
Rey si annusò, effettivamente aveva un odore abbastanza sgradevole e i suoi vestiti erano alquanto conciati male. “Va bene, ma voltati” - chiese Rey. Ben sorrise sornione e si voltò. I vestiti di Rey caddero a terra. L’acqua si mosse e Ben seppe che lei era entrata. Si voltò, ma lei era scomparsa. Si girò a destra e a sinistra preoccupato. Niente. “Rey!” - urlò. Qualche secondo dopo Rey riemerse con uno stupido sorriso in volto. Sembrava quello di una bambina, pensò Ben. “Avevi ragione. È stupendo” - disse semplicemente lei. Gli occhi profondi di Ben la catturarono di nuovo. Scorse preoccupazione. Ben si avvicinò. Incuranti del fatto che fossero nudi, l’oscurità in qualche modo era tornata a proteggerli. Rey deglutì. Senza quegli abiti neri, quella maschera, non sembrava ci fosse mai stato Kylo Ren. Lo vide per la prima volta per quello che era. Un ragazzo confuso e spaventato, perché la vita lo aveva deluso. 

Perché mi hai baciato?” - chiese lui, rompendo quel silenzio imbarazzante. “Voglio sapere il motivo per cui l’hai fatto”. “Mi hai salvato la vita” - rispose Rey, indietreggiando, cercando di nascondere i suoi sentimenti. Ben si avvicinò ancora. “Solo per quello?”- chiese lui con sguardo indagatore. Rey annuì potè scorgere nello sguardo di Ben della delusione e un velo di tristezza. Poi lesse nei suoi occhi vigore e determinazione, e Ben si avvicinò ancora. E ancora. E ancora. I loro corpi potevano quasi sfiorarsi. Fu un istante, e Ben passò oltre a lei.
Capisco quando menti, Rey” - sussurrò lui al suo orecchio, mentre sott’acqua le dita di Ben sfioravano il palmo della mano Rey. Ebbe un sussultò. Si voltò a cercare i suoi occhi, a cercare delle risposte. Ma lui era già lontano. Lo vide uscire dall’acqua e arrossì. Non aveva mai visto un uomo nudo. Non l’aveva mai visto così, ma dovette ammettere a se stessa che la luce della luna lo rendeva ancora più sexy. E per questo lo odiava. Era sfuggente e testardo quel ragazzo. Era capace di metterla continuamente in discussione, di sapere esattamente come si sentiva. Lei era sempre stata sola, teneva le persone a distanza. Aveva paura. E lui lo sapeva. Conosceva quella sensazione.

 

Uscì dall’acqua stringendosi un lenzuolo, o qualcosa del genere, attorno al corpo. Era ancora scossa, le tremavano le gambe. Risalì verso il palazzo e si diresse verso la luce del fuoco. Si strizzò i capelli. L’acqua bagnò la stoffa facendola aderire al suo corpo. Quando alzò lo sguardo, sentì su di sé gli occhi di Ben che la scrutavano. Si sentì nuda, indifesa. Lui era vicino al fuoco, il petto nudo, i pantaloni neri. Alcune gocce di acqua gli cadevano ancora dai capelli bagnati. Era una visione - pensò Ben. Non poteva essere più bella di così, i capelli scompigliati le gote arrossate. Lo sentiva il suo imbarazzo quando erano vicini. E lei l’aveva baciato. Perché era così difficile ammettere che voleva farlo ancora?
Ti ho baciato perché volevo farlo. Perché tu…tu significavi qualcosa. Ben tu…” - non finì la frase.
Non servivano altre parole. Ben si alzò deciso e si avvicinò a lei continuandola a fissare. Le prese la mano, la intrecciò con la sua e pose un bacio sul palmo. Due che sono uno. La luce e l’ombra. Il sole e la luna. Uno non può esistere senza l’altro. Una Diade. Così l’aveva chiamata lui. L’unico modo per andare avanti era…insieme verso l’ignoto.
Rey guardò la sua mano in quella di Ben, poi tornò a fissarlo. Lui sembrava mangiarla con gli occhi. Fissò le sue labbra. Cercò un segno, qualcosa che gli dicesse di fermarsi. Non trovò niente. La baciò prendendole il volto tra le mani. Assaporò le sue labbra un’altra volta. Rey non potè fare a meno di stringergli la nuca e approfondire il bacio. Quante sensazioni nuove… Per un momento si perse tra sue braccia. Si sentì protetta. Nella foga lui l’aveva sollevata da terra e il lenzuolo era sceso. Le mani di Rey corsero a recuperarlo imbarazzata. Lui si fermò. Rey percepì il suo sguardo, il suo respiro aumentò. Lasciò andare il lenzuolo rimanendo nuda davanti a lui. Nessuno l’aveva guardata mai così, come lui adesso stava guardando lei. Le venne in mente lo stesso sguardo con cui lei guardava un pezzo di pane quando era affamata. Al pensiero sorrise imbarazzata, mentre lui percorreva ogni singolo centimetro della sua pelle con il suo sguardo. Lui le prese la mano e se la posò sul suo petto. Era un invito. Le dita di Rey percorsero alcuni centimetri, toccarono la sua cicatrice, quella che gli aveva fatto lei. Anche il respiro di Ben era accelerato. Non credeva l’avrebbe fatto, ma lei lo sorprese nuovamente. Le sue mani arrivarono all’altezza dei pantaloni. Qualche secondo dopo erano per terra. Era determinata e risoluta anche in quella situazione, pensò Ben.
Le gote di Rey erano rosse, ma non poteva smettere di guardarlo. Lui la baciò nuovamente, la sollevò da terra e l’adagiò a terra.
Ho paura, Ben” - disse Rey sentendo il corpo di Ben a contatto con il suo. “Anche io” - rispose lui e tornò a baciarla. Il resto fu naturale come bere un sorso d’acqua. Fu allora che lo seppe. Forse tutto l’aveva condotta lì. Forse l’Universo voleva che si unisse a Ben. Non aveva paura tra le sue braccia, si sentiva amata, capita. Sentì avvamparsi tutta. Era questo sentirsi donna? Sentirsi desiderata come l’acqua nel deserto. Non sapeva cosa fare, ma sembrava tutto così naturale. Bastò uno sguardo. Stavolta avrebbe consentito che lui fosse il suo maestro.
Strinse le dita nei suoi capelli corvini. Sentì dolore e poi pienezza. Il momento in cui si unirono completamente portò consapevolezza.

L’appartenenza che cerchi non è nel passato, ma davanti. Qualcuno potrebbe tornare, ma non  chi credi” - Rey ricordò le parole di Maz. E tutto fu chiaro. Il suo destino non era essere solamente il Jedi di cui tutti avevano bisogno. Era essere qualcosa di più, qualcosa a cui non aveva mai pensato. Vide la Forza in tutta la sua pienezza. Vide la galassia. Vide il più piccolo atomo nel cosmo. Vide la morte. Vide la vita. Anche Ben vide frammenti di universo, sentì l’amore che aveva tanto evitato. Vide se stesso da piccolo, e poi qualcos’altro… Frammenti di un futuro ancora da vivere ma che sarebbe cominciato ora. Con Lei.
Capirono finalmente perché la Forza li aveva fatti incontrare, scontrare, confondere e infine unire. L’Universo gli stava dicendo che non erano soli.

 

Fecero l’amore più volte quella notte, e quando arrivò il mattino sembrò quasi tutto un sogno. Rey guardò le mani di Ben sul suo ventre come quando si era risvegliata su Exegol. Posò la sua mano su quella di Ben. Era ancora stretta tra le sue braccia. Corpo contro corpo. Sentiva il suo calore, si sentiva in pace. Tutte le preoccupazioni, le incertezze della vita sembravano essere scomparse, sembravano ora solo un distante ricordo. Niente avrebbe potuto scalfirla ora. Aveva trovato quell’appartenenza che cercava da sempre. Finalmente era a casa.
Stai arrossendo ancora” - la voce profonda di Ben interrompete i suoi pensieri. “Stai pensando a quello che è successo ieri notte? O forse non ne hai avuto abbastanza?” - la provocò lui.
Ben!” - disse Rey sconcertata, alzandosi. “Oh beh, la Forza è forte in te, giovane Padawan” - continuò lui. Vide un sorriso sul suo volto, e poi una risata. Anche lei non potè fare a meno di  scoppiare a ridere. Lui le mise una mano sulla nuca e la tirò a sé per baciarla delicatamente.
Mi hai quasi distrutto, Rey. Ho cercato per così tanto tempo di seppellire questa cosa con tutte le mie forze. Ma più cercavo di seppellirla, più mi dilaniava. Adesso so perché” - disse Ben a un soffio dalle sue labbra. “E non so come farò a lasciarti andare nel mondo”.
Non vado da nessuna parte” - disse semplicemente Rey con la sua solita determinazione.
Sì invece. Non ho posto nel tuo mondo Rey. È meglio per tutti che mi credano morto” - constatò Ben. La sua faccia torno seria. Rey gli strinse le mani. “Tutti noi facciamo degli sbagli. È ciò che ci rende umani. Gli spiegherò. Fidati…capiranno…” - continuò Rey cercando di sembrare convinta.
Sai che non lo faranno. E a un certo punto dovrai essere costretta a scegliere tra me e loro” - ripose Ben. “E sappiamo bene chi sceglieresti
Non ti abbandonerò, Ben Solo. Non lo ho mai fatto, e non lo farò ora che…” - Rey non riuscì a completare la frase. “Ora che finalmente ti sei unita a me” - Ben stava filtrando con lei. Rey arrossì ma subito dopo tornò seria. “Cosa farai?” - chiese lei.
Ben si guardò attorno. “Starò qui. Farò ammenda. Questo luogo sarà il nostro segreto. Nascosto agli occhi di tutti. Come il nostro legame.” - disse Ben guardandola. Tutta questa situazione non era per niente facile, pensò Rey. Finn, Poe, e gli altri non avrebbero capito. Solo lei era riuscita a vedere che dietro la maschera di Kylo si nascondeva un ragazzo spaventato del futuro, spaventato del suo potere, deluso dalle persone. Ma ora era tutto diverso. Non poteva abbandonarlo come avevano fatto Han, Leia e Luke. Provava qualcosa per lui, non sapeva se quello fosse amore, non ci aveva mai pensato. Sapeva solo che non poteva lasciarlo. E percepiva che anche per lui era lo stesso. Era bastato un bacio e ora erano condannati a non poter più fare a meno dell’altro. Era bastato un bacio. E entrambi ne volevano ancora, e ancora, e ancora.
Rey si strinse al lenzuolo. Il suo sguardo si posò sulle spade laser poggiate poco distanti da loro.
Potresti essere più di un’eremita, lo sai” - disse Rey
E cosa?
Un maestro” - disse semplicemente Rey.
No” - ribatté serio Ben.
Luke ti ha deluso perché non conosceva il lato oscuro, non lo capiva e ne aveva paura. Ma tu no” - continuò Rey.
Proprio per questo non dovrei fare il maestro Jedi” - disse Ben.
Non capisci? Noi conosciamo il lato oscuro, possiamo mostrare a tutti loro che luce e ombra possono convivere. Tu l’hai dominato. Potresti essere un maestro più grande di Luke. Per coloro che verranno dopo di noi. Per una nuova generazione di Jedi” - Rey si accorse solo dopo del significato implicito dell’ultima frase che aveva pronunciato. Sperava che lui non avesse colto il senso, cercò di guardare altrove.
Dimentichi che un Jedi non può amare. Troppe distrazioni….” - disse Ben facendo scorrere le sue mani sul corpo di Rey. Sembrava non averne mai abbastanza. Voleva imprimersi quell’immagine nella mente, voleva che le sue mani ricordassero ogni centimetro della sua pelle, voleva ricordarsi tutto di lei. Anche quell’espressione che aveva visto solo lui quando l’aveva riempita.
Rey chiuse gli occhi, sentì di nuovo i brividi quando le sue mani la toccarono attraverso il lenzuolo. Fece un respiro e rispose: “O forse è esattamente il contrario. E la Forza ha cercato di dircelo per tutto questo tempo. Abbiamo bisogno di amare per essere…completi” - disse Rey aprendo infine gli occhi. Vide Ben guardarla intensamente. “Sei bellissima, Rey” - sussurrò lui. Per un momento si sentì audace lo baciò come su Exegol, lasciandolo senza fiato. Si mise sopra di lui a cavalcioni per poterlo vedere meglio. I capelli corvini sparsi sul letto, le sue mani che raggiungevano la sua vita e la tiravano nuovamente verso la sua bocca.

 

Tornerò presto” - disse Rey stringendo le spade laser tra le mani. “Devo fare una cosa”. Baciò Ben teneramente. “Terrò gli occhi fissi sul cielo” - rispose lui poggiando la sua fronte su quella di Rey. “Cerca di non distruggere mondi in mia assenza” - disse ironica Rey andando verso la navicella con cui era arrivata. “E tu di pilotare come si deve quell’affare” - rispose Ben. Rey sorrise dandogli le spalle, poi si fermò, titubante. Tornò a guardarlo. “Al mio ritorno non smetterò  di chiamarti con quel nome che odi tanto” - disse Rey.
Ma se mi chiami amore io ti risponderò” - disse Ben. Poteva chiamarlo come voleva. Rey ebbe un sussulto. Lui provava quello che prova lei? Si erano innamorati? Nel bel mezzo di una guerra avevano trovato tempo per amare. E questo era un dono  prezioso. Rimase con la bocca aperta e semplicemente annuì con il capo. Continuò ad andare verso la navicella, il cuore sollevato, felice. Quelle parole l’avevano fatta sentire viva.
Salì a bordo e mise in moto. Prima di sfrecciare in cielo si voltò per un istante verso la sagoma alta e distante di Ben Solo sulla collina. Il suo mantello nero svolazzava al vento.
Sarò sempre con te, Rey” - disse Ben attraverso la Forza. 
Fu solo una frazione di secondo, appena prima di sollevarsi da terra, ma gli sembrò di vedere dietro di lui la figura appena percettibile di un Jedi che non aveva mai visto. 

 

Rey atterrò a quella che un tempo era la base della Resistenza. Tutti i veicoli utilizzati erano ancora parcheggiati lì. Sembravano abbandonati, non per usura del tempo, ma perché era da qualche giorno che non si erano alzati in volo. Per terra c’erano ancora i resti di una grande festa che evidentemente proseguiva da giorni. Rey aprì il portello e scese dalla navicella. Fece qualche passo tra la vegetazione e poi sentì un rumore provenire da davanti a sé. “BB-8!” - urlò Rey. Il droide le venne incontro e Rey fece altrettanto per assicurarsi che fosse ancora tutto intero e funzionante. Alzò lo sguardo e vide Finn e Poe. “Rey!”  gridò Finn spalancando gli occhi. Stava per scoppiare a piangere dalla felicità. Erano vivi, e avevano vinto la guerra. Corsero ad abbracciarsi. Non dissero nessuna parola. Non ne servivano in quel momento. 

 

Sei diversa…” - disse Finn guardandola. “Come diversa?” - chiese Rey mentre stava facendo gli ultimi controlli al Falcon. “Non so, c’è qualcosa…sei diversa” - disse Finn. Rey abbassò lo sguardo.  Si sentiva diversa, era diversa. Aveva trovato se stessa. Aveva trovato lui. Cercò di dissimulare, ma Finn sorrise. “Sono contento di vederti, Rey” - disse. “Anche io Finn” - rispose Rey. “Sono sicura che farai grandi cose per la Nuova Repubblica”.
Finn si parò davanti a lei. “Non resti? Ci sono così tante cose da fare” - chiese Finn. Rey scosse la testa. “Non sono Leia” - disse solo questo, aveva paura di dire di più.
Ti vedrò ancora?” - chiese, infine, Finn preoccupato.
Forse. Chissà…” - disse Rey sorridendo. Finn sapeva che l’avrebbe rivista, non sapeva quando o dove, ma sentiva che si sarebbero incontrati. Qualcosa era successo su Exegol e quando lei sarebbe stata pronta a raccontare la sua storia, lui l’avrebbe ascoltata. Sarebbe stato lì per lei. 

 

 

Il Falcon sfrecciava sul cielo di Tatooine. Rey scese seguita da BB-8. Non era riuscita a partire senza di lui. Si diresse verso una vecchia abitazione abbandonata tra la sabbia del deserto. Si guardò intorno sospirando. Sì, quello era il luogo giusto. Prese un pezzo di stoffa e ci poggiò le spade laser sopra. Chiuse tutto insieme. Era giunto il momento di lasciarle andare, di abbandonare il passato e pensare al futuro. Si concentrò e in pochi secondi le spade vennero inghiottite nelle profondità della sabbia del deserto di Tatooine. Quelle spade non erano mai appartenute a lei, erano di qualcun altro, per questo sentiva che doveva lasciarle andare. Strinse nelle mani il suo bastone, quel vecchio amico che l’aveva fatta sentire protetta, e lo accese. Una lama gialla spuntò. Quella sì che era la sua spada laser. Né Jedi, né Sith… ma qualcosa di nuovo, di diverso.
Non si vedeva qualcuno da tanto tempo. Chi sei?” - disse un’anziana donna che passava di lì.
Rey” - rispose.
Rey chi?” - chiese ancora.
Rey ci pensò. Chi era? Una Palpatine? Nessuno? Chi era? Poi una voce echeggiò nella forza.
Sarò con te sempre, Rey” - era la voce di Ben che la chiamava a pianeti di distanza. La stava aspettando sul loro pianeta.
Sarebbero sempre esistite due parti di lei, come la luce non esiste senza l’ombra.  Amanti, due infelici metà di una sfera spezzata, in cerca dell’unità originaria, per non sentire più la loro dolorosa incompletezza. Distanti, eppure sempre vicini. Ora che la Forza li aveva uniti, niente avrebbe potuto separarli.  
Guardò l’orizzonte, vide Luke e Leia sorriderle, il passato. Chiuse gli occhi e vide lui, Ben, una famiglia, il futuro. Ora sapeva chi era.

Si voltò di nuovo verso la donna e disse infine: “Rey. Rey Skywalker

Infondo erano gli ultimi Jedi. Gli ultimi Skywalker.

O forse no.

 

 

When there’s nothing but dark and sound

I will be beside you

When there’s nothing but the long way ‘round

I will be beside you

In my simplified world, we’re a boy and a girl”

[Beside you - Phildel] 

 

Alla fine del corso della vita a ciascun uomo darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo che nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve

[Apocalisse]

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

 

Se siete arrivati fino qua innanzitutto GRAZIE! Spero che la storia vi sia piaciuta.
Il cinema è fatto di continue ellissi temporali, tra le scene e tra le inquadrature, perché il cinema manipola il tempo. Ecco perché ho voluto pensare a cosa fosse successo tra due scene, tra il taglio dopo Exegol e le ultime scene finali. Pensate a questa storia come ad un respiro tra le due scene. Insomma, ho voluto riempire quel nero con delle immagini, con delle parole. 

Penso che la parabola di Kylo Ren/Ben si sia conclusa con questo film, ma ho voluto dargli un altro destino che vada al di là della sua morte. Kylo Ren è un personaggio molto complesso, forse il più complesso di tutti perché ci mette faccia a faccia con il male e quanto l’essere umano possa esserne attratto o fagocitato. Rey e Ben sono le due facce della stessa medaglia.

E ho voluto dare a Rey non solo il ruolo dell’eroina, ma il ruolo di Madre generatrice di - forse - una nuova stirpe di Jedi, e di avere quello che stava cercando così tanto : una famiglia. 

Le storie da qui potrebbero essere mille anche se mi piace pensare che le storyline sia di Ben che di Rey si concludano con questa trilogia.

  
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