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Autore: _Misaki_    08/03/2020    12 recensioni
Ogni cuore ha la sua storia. Ogni storia la sua canzone.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Forever Yours #2
 
 
My entire day and night
Take them completely
When you grab on tight, don’t let go
Forever yours (Oh, forever)
Forever yours (Oh, forever)
Forever yours
My heart, forever yours

“Forever Yours”, Key –
 
 
 
   Si ricordava perfettamente quel soleggiato pomeriggio di metà settembre. Faceva ancora abbastanza caldo e lui era venuto a prenderlo in macchina. Già solo questo sarebbe bastato a fargli una sorpresa. Aveva appoggiato la borsa sul sedile posteriore e si era seduto al posto del passeggero. Avrebbe voluto chiedergli il motivo di questo trattamento speciale visto che il proprio compleanno sarebbe stato una decina di giorni dopo, ma non aveva fatto in tempo ad aprir bocca che si era ritrovato sotto al naso un pacchetto rosso contrassegnato dall’inequivocabile scritta oro Cartier. Il solo tornare con la mente a quel momento lo faceva sorridere. Certo non poteva dire di essere stato un compagno perfetto. Era ostinato, testardo e anche ambizioso. A volte era davvero difficile accontentarlo, eppure lui riusciva sempre a sorprenderlo, a supportarlo e a dimostrargli quanto gli voleva bene.
   Si ricordava di avergli lanciato un’occhiata sospettosa prima di prendere il regalo, poi, una volta apertolo, era rimasto senza fiato. Non si aspettava che fossero proprio il bracciale e l’anello che voleva. Doveva averli pagati una fortuna! Istintivamente si era portato una mano davanti alla bocca e aveva esclamato «Oddio!». Doveva aver fissato per un po’ quel regalo, come per accertarsi che fosse reale e gli era quasi venuto da piangere per la felicità. Gli aveva detto «Grazie!» innumerevoli volte e l’aveva abbracciato forte. Lui sembrava contento che gli fosse piaciuto così tanto, continuava a guardarlo con quegli occhi dolci, con quel sorriso che avrebbe voluto vedergli dipinto sulle labbra ogni giorno.
   Era passato più di un anno da quella giornata così felice e spensierata. Seduto sul letto, stava osservando l’anello di Cartier da cui non si era più separato. Improvvisamente un vociare in strada lo distolse dai propri pensieri. Realizzò subito che si trattava solo di alcuni passanti un po’ rumorosi. Lanciò un’occhiata all’orologio della sveglia, erano le due di notte. L’indomani si sarebbe dovuto svegliare presto, ma da quando lui se n’era andato, undici mesi prima, sentiva spesso il bisogno di passare del tempo così, immerso nei ricordi legati al passato, ai giorni trascorsi insieme. All’inizio era stato difficile. Si era sentito colpevole, si era chiesto dove avesse sbagliato e perché non lo avesse amato di più finché era lì. Provava rimorso per non avergli dedicato più tempo, per essersi concentrato così ciecamente sul proprio lavoro e sui propri progetti anziché cogliere ogni occasione per correre da lui e ricordargli quanto lo amava. Solo dopo essere rimasto solo aveva realizzato che avrebbe voluto fare molto di più per lui prima che il loro tempo insieme si fosse esaurito. Non riusciva nemmeno a odiarlo per essersene andato così, perché lo sapeva quanto aveva sofferto, quanto aveva lottato per opporsi al suo destino. Avrebbe voluto stargli accanto, confortarlo di più, ma quasi sicuramente non sarebbe stato abbastanza. Era stata proprio questa consapevolezza a fargli capire che, qualsiasi cosa avesse fatto, non sarebbe comunque stato in suo potere cambiare le cose e che non doveva sentirsi colpevole per essere stato se stesso. Lui l’aveva amato così com’era, non avrebbe voluto stravolgere il suo modo di essere. Da quel momento aveva ricominciato a pensare a lui. I ricordi non gli provocavano più lo stesso dolore di prima, al contrario, era capace di restare ore intere a pensarlo. Andava a letto e si lasciava trasportare lontano fino a perdersi nei ricordi.
   Più il tempo passava, più si rendeva conto che in fondo nulla era cambiato. Era lo stesso di prima e lui era ancora tutto il suo mondo. Il suo cuore gli apparteneva ancora: era sempre stato suo e sempre lo sarebbe stato. Non importava cosa ci fosse stato prima e cosa sarebbe accaduto dopo, aveva lasciato un segno indelebile sulla sua anima. Ora più che mai avrebbe voluto dirgli di prendersi tutto, i suoi giorni, le sue notti e di non lasciarlo più andare via. Sarebbe potuto vivere per sempre immerso nei ricordi e gli sarebbe andato bene così. Avrebbe voluto sentirlo vicino, sentire che era ancora lì accanto a lui. Ogni giorno la sua immagine gli appariva diversa, e inevitabilmente non poteva smettere di contemplarla, avrebbe continuato a ricordarlo. Era molto meglio andare avanti a vagare in questo universo inesplorato che arrendersi alla disperazione. Il solo sentire che l’amore per lui era ancora vivo nel proprio cuore gli dava la forza di andare avanti, di vivere la vita nel migliore dei modi, così che lui ne sarebbe stato fiero, perché un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.
   Spense la luce e si sdraiò sul letto coprendosi bene con le lenzuola. Fuori dalla finestra la luna era splendente. Rimase a contemplarla per un po’ attraverso le tende aperte. Allungò la mano verso la luna come per farle vedere l’anello sul dito e sorrise nello stesso modo in cui sorrideva a lui. Dentro di sé pensò che doveva fare del suo meglio, per sé stesso, per le persone che lo amavano e riempivano le sue giornate e anche per lui, perché sicuramente si sarebbero rivisti, e allora gli avrebbe detto «sono stato, sono, e sempre sarò, tuo.»
  
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