Videogiochi > Danganronpa
Segui la storia  |       
Autore: Master Chopper    10/03/2020    1 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 0: Future Foundation

 

 

La luce della lampada, ben diversa da quella del sole, colpì i suoi occhi con durezza quando questi si spalancarono. Una tale freddezza lo aveva appena strappato dal sonno più torbido che si potesse immaginare.

Per un attimo credette di star avendo un dejà-vu, e che la figura seduta accanto al suo letto fosse Nishizaka.

“ Ah! Ti sei svegliato.”

Non fu così, eppure la delusione lasciò facilmente spazio all’incredulità quando realizzò chi avesse davvero davanti. Un giovane, apparentemente più grande di lui, dai capelli castani e con indosso un completo grigio.

I suoi occhi verdi si erano illuminati dalla sorpresa non appena si erano incrociati con quelli di Nashi, ed anche l’ombra di un sorriso aveva tradito la sua felicità.

“ Chi… ?” Fu sul punto di mormorare l’albino, per poi avvertire una fitta di dolore lungo tutto il corpo. Si piegò immediatamente su se stesso, digrignando i denti.

L’altro balzo sull’attenti, in evidente apprensione: “A-Attento! Sei rimasto svenuto per giorni, dovresti mangiare qualcosa.” Gli porse un piatto con dentro qualcosa di caldo, anche se non proprio fumante.

L’Ultimate Student assottigliò lo sguardo per difendersi dalla luce, e così si accorse di essere in camera propria. O meglio, la camera di dormitorio in quella torre che gli era stata assegnata.

- Quindi sono vivo.- Gli venne da sorridere per la stupidità di quel pensiero, mentre con un cucchiaio iniziava a sfamarsi: -Bhe, immagino che i crampi per la fame siano una buona prova a favore di ciò …-

Lo sconosciuto al suo fianco lo osservò in silenzio, per poi accennare con tono esitante non appena lui ebbe finito di mangiare:

“ Ti sei fidato senza pensarci due volte di qualcuno che non conosci. È… insolito, per quelli che hanno passato ciò in cui ti trovi adesso.”

 

Nashi posò il piatto sul comodino, per poi tirar fuori le gambe dalla coperta.

“ Io so chi sei. Però a quanto pare tu non sai chi sono io.”

Il castano sobbalzò sulla sedia nel sentirsi dire quelle parole con così tanta schiettezza.

“ Tu sei Makoto Naegi, vero? Kirigiri mi aveva parlato di te… e come se non bastasse, ho iniziato a ricordare il tuo viso.”

“ Ti ricordi… di me ?” L’Ultimate Hope si indicò interdetto, mentre fronteggiava lo sguardo serio del ragazzo.

“ Già, voi della Future Foundation mi avete salvato tempo fa… anche se non saprei dire quando. È appena il frammento di un ricordo. Comunque sia, sono Nashi Jonetsu, l’Ultimate Memory della Second Hope’s Peak Academy.”

“ La Second?! Dici sul serio ?” Makoto inarcò un sopracciglio, per poi capire che l’altro non stesse affatto scherzando.

“ Quindi facevi parte degli studenti salvati dagli Ultimate Despairs, dopo che loro hanno fatto irruzione nella tua scuola.”

“ Non era solo la mia scuola, ma anche quella di tutti i partecipanti in questo killing game, così come di Kirigiri nel periodo in cui si era finta una studentessa. Disse che l’avevi mandata tu in missione.”

La quantità di informazioni ricevute sembrava star confondendo sempre più l’attuale preside della Hope’s Peak Academy, perché infatti smise persino di rimanere concentrato.

Quando Nashi ebbe l’accortezza di osservarlo meglio, pareva molto più stanco e provato dal sonno di quanto se lo aspettasse.

Kirigiri aveva promesso loro che sarebbe arrivato per salvarli tutti, eppure ora che se l’era ritrovato davanti, Nashi non vedeva affatto un eroe.

- Sembra un ragazzo come noi.- Pensò infatti.

“ Scusami se non ti ho ringraziato per avermi portato qui e dato da mangiare.” Cercò di rivolgergli il più sincero dei sorrisi. “ Nonostante ciò che hai detto prima, sei tu quello che si è fidato di me senza nemmeno conoscermi. Te ne sono grato, Kirigiri fa bene a fidarsi di te.”

Il castano parve rincuorarsi, ed accennò anch’egli un sorriso.

“ Kirigiri forse ha fin troppa fiducia in me. A volte preferisco i tempi in cui me la doveva cavare da solo, inseguendo la sua coda mentre era lei che svelava i misteri e ci salvava la vita.” Rimase in quella bolla di nostalgia per qualche attimo ancora, dopodiché rinsavì.

“ Comunque sia, eccomi qui! Devo ammettere che non è stato così facile trovarvi, eppure da quando sono entrato non ho visto anima viva… come dire? Mi sembra tutto troppo facile e tranquillo, per essere una trappola degli Ultimate Despairs.”

Nashi storse il naso, credendo di non aver compreso bene. Di tutta fretta si alzò, uscendo dalla propria camera.

Si trovava nel corridoio dei dormitori, ma quando urlò il nome dei suoi compagni non ottenne alcuna risposta. Entrò anche in Salone, ma lo trovò deserto.

Si voltò verso l’ingresso spalancatosi al suo risveglio, e dal quale erano entrati per la prima volta lì.

“ Per caso tu sei atterrato lì ?” Domandò a Makoto, che intanto lo aveva seguito, ottenendo una risposta positiva.

“ Gli altri devono trovarsi ai piani superiori, allora.”

- Perché Zetsu mi ha riportato qui? Credevo volesse uccidermi, invece sembro esser capitato sul luogo giusto al momento giusto per incontrare… -

“ Quattro giorni fa.” Aggiunse in ritardo Makoto, distraendo del tutto il ragazzo dal suo flusso di pensieri.

“ Q-Quattro giorni?! Ho dormito per quattro giorni ?” Ripeté lui, impallidendo. “ Ma allora… allora questo è il venticinquesimo giorno! Abbiamo tempo fino al tramonto prima che tutto finisca !”

 

Giorno 25. Ultimo giorno.

 
 

L’Ultimate Hope si fece presto spiegare qualunque cosa, così che potesse condividere quella paura angosciante dell’ultimatum di Tabata Bussho.

“ Caspita. Questo non va affatto bene …”

“ Devo tornare dagli altri !” Disse l’albino, dandogli le spalle e dirigendosi ad ampie falcate verso l’ascensore.

Quando lo raggiunse e provò a premere il bottone per il Sesto Piano, non accadde nulla. Non poteva tornare dove, presumibilmente lo aspettavano i suoi amici.

- Che mi abbia intrappolato qui ?- Pensò, e con orrore rimase fermo a guardare il vuoto.

Fortunatamente la mano di Makoto poggiatasi sulla sua spalla gli fece riprendere contatto con la realtà.

“ Calma, Nashi! Se sei vivo non ha senso sprecare tutte le tue energie ed andare incontro ad una probabile morte a testa bassa: rifletti, piuttosto! Come puoi sconfiggere Zetsu ?”

“ Sconfiggere? Intendi… a pugni ?”

“ Non credo ce la faresti, nemmeno con il mio aiuto o con quello di tutti, se davvero la torre è sotto il suo controllo.”

“ Già, lui controlla la torre, con i sistemi di difesa e quelli di sorveglianza. Quindi ci starà osservando anche in questo esatto momento.”

“ Non credo sia un caso che ti abbia mandato qui.” Makoto lo guardò con molta positività nello sguardo. “ Magari c’è qualcosa che lui vuole da te, in modo che possiate contrattare.”

“ C-Contrattare ?” Ripeté l’albino, scettico. “ Makoto, sinceramente ti credevo uno di quei classici agenti che non scenderebbero per nulla al mondo a patti con il nemico, eppure ora mi chiedi di trattare.”

“ Ovviamente noi troveremmo il modo di non stare al suo gioco! Però ciò che conta innanzitutto è la vita degli altri superstiti.”

Il modo in cui lo disse, fece intendere a Nashi quanto in realtà fosse preoccupato, nonostante quel sorriso.

- Lo faresti per Kirigiri ?- Avrebbe voluto chiedere, ma sarebbe stato banale.

Senza sapere a cosa stesse andando incontro, annuì e si fermò con lui a riflettere ai tavoli del Salone. 

 

“ Ti consiglierei di proporgli una sfida: se riesci a svelare tutti i suoi misteri, lui vi lascerà andare. Con Junko Enoshima funzionò, anche se rischiammo la vita per un soffio… questi Ultimate Despair non sanno sottrarsi ad un gioco mortale, ma proprio per via della loro disperazione sanno essere molto pericolosi.”

“ Misteri, quindi? Effettivamente ci sono tante cose che non riesco a spiegarmi …” Nashi si appoggiò allo schienale, cingendo improvvisamente le braccia al petto con fare rigido.

“ Però ammetto che la maggior parte di queste proviene dal mondo qui fuori, quello che è stato rimosso dalla mia mente. E speravo proprio che tu mi aiutassi…”

L’agente della Future Foundation sospirò profondamente, avvertendo il peso di quella responsabilità ed anche molto senso di colpa.

“ Mi dispiace di non essere arrivato prima. Se fosse successo, ora non sareste rimasti così in pochi, e Zetsu non avrebbe portato via le vite dei vostri amici… scusami.”

Nashi scosse lentamente la testa: “ Dai… non è quello che voglio sentire, ora. Ci sarà tempo quando saremo tutti fuori di qui.”

Un sorriso amaro di Makoto precedette la sua spiegazione:

“ Avevo chiesto io a Kirigiri di infiltrarsi nella Second Hope’s Peak Academy, come da accordo per accertarci delle condizioni della famiglia Tabata. Mi erano arrivate direttive che, dopo anni di ricerche e tentativi, fossero finalmente nati quelli che loro chiamavano gli Ultimate Hope Brothers… e la Future Foundation doveva accertarsi che i loro talenti non venissero di nuovo sfruttati come nell’incidente che ha dato inizio a La Tragedia. Improvvisamente però la sede è stata attaccata da un nemico che credevamo fosse stato debellato da tempo… le rimanenze della Disperazione.”

“ Gli Ultimate Despairs.” Nashi ripeté quel nome, apparso solo di recente grazie ai suoi ricordi. “ Ma non li avevate sconfitti tutti, proprio ponendo fine a La Tragedia ?”

Il direttore della Hope’s Peak Academy si accigliò: “ A quanto pare no. Insomma, dopo aver attaccato la scuola e causato diverse morti, gli Ultimate Despairs hanno preso in ostaggio ben sedici gruppi di studenti per costringere tutti loro a prender parte ad altrettanti giochi mortali…  da ciascuno di essi riuscimmo a salvare quindici superstiti.”

L’albino rabbrividì, rendendosi del vero significato di quelle parole.

“ Quindici superstiti… quindi si trattava di studenti che erano sopravvissuti al gioco? Come… me ?”

- Quindici studenti che hanno vissuto quell’inferno… vedendo morire dei loro simili, o forse anche causando la morte di qualcuno di loro.-

“ Aspetta, e Kirigiri ?” Chiese, non appena gli fu balenato quel pensiero.

“ No, lei era riuscita a scappare prima che gli Ultimate Despairs la rapissero. Senza il suo aiuto non avremmo mai scoperto dove voi foste finiti …”

“ E con tutti questi sopravvissuti cosa ci avete fatto ?”

Makoto corrucciò la fronte, come se fosse impegnato in un grande sforzo: “ Oddio !” Grugnì.

“ È strano: ricordo con esattezza che tutti questi sopravvissuti siano entrati a far parte della Future Foundation, promettendo di aiutarci per vendicarsi degli Ultimate Despairs… ma proprio non riesco a ricordare chi essi fossero! Nemmeno i loro nomi o i loro volti !”

- Certo che è strano… ma perdere la memoria in questo posto è qualcosa di comune un po’ per tutti …-

“ È possibile che tu sia stato ipnotizzato …” Ipotizzò Nashi, per poi ignorare la reazione sconvolta dell’altro.

“ Piuttosto, ho un’altra domanda: ricordo nitidamente un dialogo avuto con te, in cui tu mi ordinavi di eliminare un certo Tabata. Cosa voleva dire ?”

 

“ Dovrai stare molto attento, Nashi. Se solo ti dovessero scoprire, o meglio… vi dovessero scoprire… sarebbe la fine del nostro piano. Il vostro scopo sarà quello di eliminare Tabata 2, l’unico fratello dell’esperimento Hope’s Brothers rimasto in vita. Buona fortuna.”

 

“ Quindi l’ho chiesto a te ?!” Sobbalzò il castano, vedendo però il ragazzo confuso quanto lui.

“ Io… ricordavo di aver spedito sedici agenti per eliminare Tabata Bussho qui dentro, eppure non avevo idea di aver incaricato proprio te come capo della missione.”

“ Capo della missione?! Agenti ?” Ripeté Nashi, sbarrando gli occhi dalla sorpresa.

“ Allora mi stai dicendo che nel frangente di tempo tra quando sono stato salvato dal Killing Game e quando sono entrato a far parte di questo… io ero diventato un agente della Future Foundation ?!”

- M-Ma allora… gli altri agenti sarebbero… ?- Non riusciva a crederci, e mentre provava a pensare razionalmente gocce e gocce di sudore freddo gli percorrevano il volto.

Makoto riprese il discorso: “ Mi ero scordato di dirti che dall’attacco alla Sede Secondaria nessuno ha più potuto confermare che due dei fratelli Tabata fossero rimasti in vita… al contrario di Tabata Bussho, il quale si è dichiarato pochi mesi fa come l’ultimo vero e solo Ultimate Despair rimasto. Annunciò che prima o poi avrebbe rapito degli studenti per riunirli in un nuovo gioco mortale: il Killing Extra Curricular Course.”

“ E ora siamo noi i partecipanti di questo Killing Game …”

“ Già, ricordo perfettamente che la richiesta di quindici agenti di infiltrarsi in questo gioco per fermare Tabata era stata istantanea. Sicuramente il loro desiderio era chiudere i conti con il loro passato. Kirigiri mi ha chiesto successivamente di accompagnarli, così il numero di agenti operativi è diventato sedici.”

Quando Makoto si arrestò, Nashi intuì che ci fosse un continuo davvero arduo per lui, così gli diede tempo.

“ Però… per giorni interni non ho avuto alcuna risposta, così mi sono diretto qui… solo per trovare tutto questo.” Il direttore strinse i pugni.

Era evidente che l’atmosfera stessa di un gioco mortale fosse per lui qualcosa di assolutamente arduo da affrontare in primis, ed in più scoprire che ci fossero state tutte quelle vittime fin’ora lo stava distruggendo dai sensi di colpa.

“ Mi sai dire qualcos’altro sugli agenti ?” Chiese comunque Nashi.

L’altro annuì: “ Tutti loro sono stati muniti di una fiala di Chesire C per potersi rimuovere i ricordi inerenti la fondazione.”

“ Il Chesire C. ? Intendi quel siero che può riportare indietro corpo e mente di qualche anno ?”

“ Già, è stata una precauzione necessaria per evitare che, una volta catturati, venissero loro estorte delle informazioni riguardo la Future Foundation. Insomma, degli agenti dormienti, come nelle teorie durante la Guerra Fredda.”

A quel punto i due si accorsero di aver lasciato morire lentamente quella conversazione tra la tristezza e la costante preoccupazione del pericolo imminente. Decisero presto di proseguire verso i piani più alti, alla ricerca di possibili indizi da trovare per risolvere più misteri.

 

“ Ho visto che tutte le porte sono sbloccate, anche quelle delle camere degli altri studenti.” Fece notare Makoto, mentre ormai Nashi era già diretto di corsa verso camera propria.

Quando gli venne chiesto cosa volesse fare, lui non rispose, ma promise di tornare in un secondo.

Arrivato davanti al suo armadio, si decise ad infrangere una promessa personale.

 

Era arrivato il momento di tentare la fortuna su, tra gli altri Quattro Piani messi a disposizione. Nonostante Makoto sarebbe rimasto al suo fianco fino alla fine, Nashi non poté non sentirsi incredibilmente solo.

Voleva rivedere i suoi amici al più presto: non sapeva cosa stessero affrontando, né quale fine avessero fatto in quei quattro giorni.

- Et tu, Zetsu ?-

 

Accade proprio mentre era sul punto di varcare quella soglia che divideva il passato dal futuro.

Una mano lo afferrò. Poi un’altra.

Undici mani lo stavano trattenendo lì, per quanto i suoi muscoli cercassero di opporre resistenza e di non lasciarsi lacerare, strappare, stritolare.

Con il volto imperlato di sudore e gli occhi privi di qualsivoglia luce, l’albino commise l’errore fatale di guardarsi alle spalle. Così facendo scrutò nell’abisso, e l’abisso scrutò lui.

Domen Ienobu. Iwayama Koan.

Mitsuko Atsuki. Arima Robun.

Fujima Wakuri. Masuku Yonamine.

Kumagai Yone. Umezawa Gaho.

Lilith Kurenai. Akagi Aozame. E Nishizaka Ikki.

Tutti loro piangevano lacrime amare, nere come il petrolio, le quali dipingevano i loro corpi martoriati nei modi orripilanti nei quali erano stati uccisi.

 

Nashi spalancò la bocca, ma non ne uscì alcun suono.

- Non sono in grado… nemmeno …- Non ne aveva la forza, e per questo si disperò ancor di più.

Avrebbe voluto piangere come loro, e proprio come loro rimanere lì per annegare in quel mare nero di ricordi di morte. Chissà che non avrebbe trovato la felicità nella morte?

D’altronde, chi poteva dirlo? Lui dei suoi amici si fidava, o almeno, così aveva promesso.

Fu però in quell’istante che, dopo essersi focalizzato sui loro volti, si accorse di essersi sbagliato. Non stavano affatto piangendo, né afferrandolo con l’intento di trattenerlo lì: al contrario, sorridevano, e quelle mani posate su di lui lo spingevano delicatamente, trasmettendogli un calore inimmaginabile.

 

L’Ultimate Entertainer formò un cuore con le mani, venendo stretto sottobraccio dall’Ultimate Weapon Collector. “ Forza, Nashi! Non farti mettere i piedi in testa da nessuno !” Lo incoraggiò Iwayama.

L’Ultimate Hexer, seppur dopo una timida pausa, si nascose il viso tra i capelli e sorrise: “ Il mio incantesimo di protezione non può essersi già esaurito, però tu fai comunque attenzione …”

L’Ultimate Event Planner mostrò un sorriso contenuto, ma con gli occhi pieni di entusiasmo lo salutò fieramente.

 Le due sorelle, mano nella mano, gli augurarono buona fortuna: l’Ultimate Toxicologist con un bacio volante e l’Ultimate Actress abbassandosi il cappello in segno di saluto.

“ Ehi fratello! Fai vedere a tutti di cosa sei capace !!” Tuonò l’Ultimate Stuntman tra le lacrime di commozione, mentre al suo fianco l’Ultimate Contorsionist lo guardava con orgoglio quasi materno.

 “ Sì… proprio così, combatti fino alla fine.”

“ Non credo sia buona educazione sprecare un sacrificio altrui, perciò… prendi il mio gesto come ispirazione, e guida tutti alla vittoria !” Lo spronò l’Ultimate Rhythm Game Player, seppur con la sua solita altezzosità.

“ Nashi… tu sei la speranza che risolleva gli animi di tutti.” Sussurrò dolcemente l’Ultimate Majokko, con le mani al cuore, come per far sentire quanto le battesse forte per l’emozione. “ Fallo ancora …”

“ Tu sei la mia speranza.” Si intromise l’Ultimate Web Personality, sgorgando lacrime a dirotto mentre sorrideva a più non posso. “ Ed anche se non potremo mantenere la nostra promessa di abbracciarci… fa niente! Abbraccia chi vuoi quando sarete usciti di qui, non sono gelosa, ma basta che vi salviate tutti !”

 

Come loro, Nashi poté sorridere a cuor sereno.

- Sì, ora sono in grado… di dirvi grazie, e addio !-

Fu rotta per il Secondo Piano.

 

Lì, tra Palestra, Piscina e zona esterna non trovarono nulla di notevole importanza.

Tuttavia, alla sola vista della porta riportante la scritta “5-C”, Makoto sbiancò.

“ È una classe avanzata della Hope’s Peak Academy !”

“ Intendi della Sede Principale, vero? Perché alla Secondaria non c’è nulla del genere.”

I due entrarono in quell’ambiente tanto irreale quanto estraneo al resto della torre. Si respirava ancora la stessa area di chiuso e polvere di molti giorni prima, proveniente in parte anche dalla biblioteca lì accanto.

Al preside della scuola venne mostrato il registro riguardante il “Hope’s Peak Academy Student Council Killing Game”.

“ Sì, accadde poco dopo il mio ingresso nella scuola, quindi si tratta ormai di sei anni fa.” Commentò il castano, leggendo con tristezza i nomi lì riportati.

“ I membri del concilio studentesco vennero uccisi per mano di Junko Enoshima e sua sorella Mukuro Ikusaba, le prime Ultimate Despairs… ma la colpa, come da loro piano, venne fatta ricadere su Izuru Kamukura. Così ha avuto inizio La Tragedia.”

“ Il Primo Ultimate Hope, certo… ma che fine ha fatto? Si è per caso alleato con Enoshima ?”

“ Per un certo periodo di tempo sì, ma dopo la sua morte, ecco… ha trovato qualcosa di diverso dalla speranza che  lo mandasse avanti: i suoi compagni e… il futuro. Da allora non è più stato un problema per il mondo.”

Nashi non seppe mai a pieno la storia di Izuru Kamukura, e mai l’avrebbe compresa, eppure sentendo quelle parole non poté rimanere impassibile.

“ Quindi, se per Kamukura è andata a finire così, ed Enoshima è morta, il mondo è davvero andato incontro ad un lieto fine.”

“ Sì, purtroppo non senza sacrifici …” Negli occhi del giovane preside scintillò un bagliore di rimpianto, come se stesse per piangere tutte le lacrime già versate nella sua vita.

“ … ma la speranza trionfa sempre.”

 

Il Terzo Piano presentava senza dubbio più spazio di esplorazione: tra le classi, il Laboratorio di Chimica e la Sala Musica, senza dubbio erano più interessanti l’Ufficio della Presidenza e le due stanze inizialmente chiuse da Monokuma.

Nell’ufficio, Makoto si accigliò nuovamente.

“ E qui hanno voluto replicare la presidenza della scuola. Che brutto scherzo !” Aggirandosi tra le scrivanie mentre bofonchiava di continuo, raggiunse infine la cattedra.

“ Ecco, vedi… qui abbiamo trovato questa lettera e poi diciotto cartelloni segnaletici con i nostri volti, più una foto di Junko Enoshima.”

 

 

 “ Anche se in questa foto sono molto diverso da come ero fino a prima del mio risveglio.”

“ Deve trattarsi del Chesire C. e del suo effetto che sta svanendo. Vuol dire che questo è il tuo vero aspetto.” Dopo questa osservazione, l’Ultimate Hope passò alla lettera.

“ Pare proprio esser stata scritta dall’ex-preside Jin Kirigiri a Tabata Hideyoshi, il padre di Bussho. I sedici studenti rimasti nella Sede Principale fummo noi, diventando così i partecipanti della Killing School Life.”

“ Noi? Intendi tu e Kirigiri ?” L’altro annuì.

“ Quindi per tutta la durata de La Tragedia noi siamo rimasti al sicuro alla Sede Secondaria… è incredibile come siamo riusciti a salvarci per tutto quel tempo.”

“ Già, ma allo stesso tempo è incredibile che gli Ultimate Despair abbiano deciso di attaccare proprio voi quando ormai si pensava che la loro minaccia fosse stata debellata. Kirigiri in quel momento ha rischiato di venir catturata in un altro Killing Game… e se ciò fosse successo, forse non vi avremmo mai trovati.”

L’albino intraprese un rapido calcolo, rendendosi conto che qualcosa non quadrasse.

“ Aspetta un attimo: tu prima hai detto che quindici sopravvissuti dai vari Killing Game sono entrati a far parte della Future Foundation come agenti. Ma se poi questi agenti sono stati mandati qui con me… vuol dire che i sopravvissuti sono i miei ex-compagni di classe alla Second Hope’s Peak, vero ?”

Makoto rimase interdetto per qualche secondo, dopodiché ammise ciò che pensava con voce triste.

“ Penso… proprio di sì.”

 

In quel momento il mondo per Nashi si fece ancora più triste e buio, come se qualcuno avesse spento l’unico lume nella stanza.

- Compagni di classe …- Le memorie che possedeva solo lui.

- Agenti nella Future Foundation …- Le memorie che avevano perso.

- … costretti ad ucciderci in questo modo.-

Si domandò quanti dei problemi che ora li affliggevano avevano risolto assieme, combattendo l’uno al fianco dell’altro per debellare il pericolo che li aveva schiacciati.

Forse Masuku aveva rivelato a Fujima di essere sua sorella, e così si erano riappacificate.

Forse, anche da colleghi Umezawa e Kumagai si erano innamorati, così come Amari ed Ebisawa.

Mentre… Nishizaka?

- È un tempo che ci è sfuggito dalle mani senza che potessimo saperlo.- La morsa attorno al suo cuore si strinse.

 

Ci volle un po’ di tempo prima che potesse tornare con la mente un po’ più lucida, nascondendo il proprio dolore per far tornare a galla la concentrazione.

“ Comunque sia, c’è comunque un problema: se eravamo quindici sopravvissuti, con Kirigiri siamo diventati sedici. Eppure in classe eravamo diciassette… quindi qualcuno che è sopravvissuto ai Killing Game non è entrato a far parte della Future Foundation, bensì degli Ultimate Despair.”

“ Si tratta di Zetsu, no ?” Disse Makoto, sorpreso che il ragazzo avesse dimenticato quell’ovvietà. “ Probabilmente è stato corrotto dalla disperazione durante quei giochi mortali …”

“ Diciassette, non diciotto.” Sussurrò piuttosto Nashi, non prestandogli ascolto.

Ripeté, stavolta animandosi: “ Così però saremmo diciassette! Poco fa non hai detto forse che dai sedici giochi mortali siete riusciti a salvare solo sedici studenti? Ebbene, quei sedici, con Kirigiri, formerebbero la mia classe… ma tra i partecipanti del K.E.C.C c’era un diciottesimo ex-studente della Second Hope’s Peak Academy: Lilith Kurenai !”

Al sol sentire quel nome, il volto del preside si illuminò, come se d’improvviso si fosse ricordato qualcosa. Intanto Nashi prese proprio il manifesto di Lilith tra i cartelloni lì sulla scrivania.

Makoto ne guardò il viso con espressione strabiliata.

“ Lilith …”

“ La conoscevi ?”

“ Lilith Kurenai, l’Ultimate Majokko, è stata… l’unica studentessa sopravvissuta ai sedici Killing Game che non siamo mai riusciti a rintracciare in tutto questo tempo !”

“ Cosa ?!” Nashi immaginava che il passato di Lilith nascondesse dei misteri, ma non poteva aspettarsi che fossero così intrecciati con le loro storie.

“ L-Lilith …” Ne ripeté il nome, scrutando ancora quel viso che aveva perso per sempre.

Makoto prese a spiegare: “ Tutto ciò che sappiamo è che sia riuscita a scappare senza l’aiuto di nessuno di noi dal luogo dove era stata imprigionata. Tutti i partecipanti del suo gioco erano morti, quindi lei doveva aver ottenuto il permesso di uscire, eppure per mesi interi non abbiamo avuto conferma che fosse viva. Un giorno però scoprimmo che combatteva gli Ultimate Despairs da sola… ma non l’abbiamo mai vista, né siamo riusciti a farla unire alla nostra causa.”

Il preside si prese il mento fra le mani, finalmente posando la fotografia.

“ E pensare che è finita proprio qui, catturata dal mastermind… anche se non l’ho mai incontrata, ammetto di aver invidiato la sua forza di volontà, per quanto non so dire se fosse spinta più dalla speranza, o dalla disperazione.”

Mentre lui parlava, Nashi tuttavia pensava ad un dialogo tra lui e proprio la rossa di cui ora stava scoprendo la vita.

 

“… La Tragedia si stava facendo sentire già da molto tempo… quindi ho pensato di levare le tende e fuggire prima di rischiare la vita con la mia insulsa classe.”

“È a questo mondo che sono sopravvissuta da sola. Mi sembra di aver combattuto quella disperazione per troppo tempo… eppure adesso sono qui, in trappola con qualcun altro che ha preso il posto di Junko Enoshima.”

 

- Fuggire… Lilith non deve essere fuggita, ma ha preso parte ad un Killing Game ed è riuscita a scappare sacrificando la vita dei suoi compagni.- Rifletté, sentendo poi una stretta al petto.

- Come è successo a me, del resto.-

“ Makoto, al momento dell’attacco alla Second Hope’s Peak, Junko Enoshima era già morta, vero ?” Domandò, ignorando il dolore.

“ Sì, da circa tre anni.”

“ Allora mi sembra strano che Lilith sapesse chi era… per caso può averlo scoperto in questi ultimi anni ?”

Il castano negò prontamente: “ Impossibile! Dalla fine de La Tragedia la Future Foundation si è impegnata nell’eliminare ogni traccia della Disperazione, anche dalla storia. In questo modo nessuno avrebbe potuto emulare le gesta di Junko o degli Ultimate Despairs.”

All’Ultimate Memory risuonò subito come strana la parola “eliminare”, unita a “storia”. Come prima, c’era qualcosa di inafferrabile negli occhi del membro della Future Foundation.

- Comunque sia, Lilith sapeva molte cose …-

 

Terminata la loro esplorazione in quella stanza, osservarono come la sala delle telecamere fosse completamente aperta, così come una misteriosa porta.

“ Non l’abbiamo mai vista aperta.” Incuriosito, Nashi si fece avanti, soddisfatto già di star finalmente esplorando ogni angolo del Terzo Piano.

Deludendo però le loro aspettative, la stanza si rivelò essere più piccola e vuota del previsto. Sembrava come se fosse stata svuotata, lasciando come unici mobili solo un armadio ed una sedia, posta perfettamente al centro.

- Forse il suo scopo originario era un altro.- Teorizzò Nashi, ma presto venne distratto da un dettaglio presente proprio sulla sedia.

Si trattava di un ammasso di capelli biondi, con accanto degli occhiali.

Inizialmente si ritrasse schifato, per poi calmarsi quando Makoto, prendendolo in mano, disse:

“ È una parrucca.” Gli scappò un risolino. “ Chissà che ci fa qui ?”

Nel momento in cui sollevò lo sguardo però, i suoi occhi si illuminarono. Fece voltare Nashi, mostrandogli come fossero perfettamente a favore di telecamera, l’unica lì presente e per niente nascosta come le altre.

Uscirono poco soddisfatti, al che come ultima tappa al Terzo Piano rimase solo la sala delle telecamere.

“ Questo posto era accessibile solo a Lilith per via del motive di molti giorni fa: utilizzando i paracadute che c’erano qui dentro se ne sarebbe potuta andare.”

“ Ma non l’ha fatto, vero ?”

“ A mio parere i motivi erano due. Per primo, non si fidava del motive, e secondo, aveva una missione da adempiere: arrivare al Quinto Piano per svelare l’identità del mastermind ed ucciderlo.”

Makoto annuì: “ Certo. D’altronde Lilith ha sempre combattuto gli Ultimate Despairs, quindi questo gioco non era nient’altro che il percorso ideale per raggiungere il suo obbiettivo.”

L’Ultimate Memory non sarebbe mai riuscito ad adattarsi a quella versione di Lilith, come se si trattasse di una Ultimate Majokko appartenente ad un universo alternativo.

“ Quando ho conosciuto Lilith dopo che aveva perso la memoria con il Chesire C. … dimostrava la stessa grinta, solo che non avrebbe mai sacrificato le nostre vite per uccidere il mastermind.”

“ È la differenza sostanziale tra un normale Ultimate Student e chi sopravvive ai Killing Game, proprio ciò che vogliono ottenere gli Ultimate Dispairs… su, andiamo avanti.”

 

Al Quarto Piano l’esplorazione fu più complessa, avendo un maggior numero di materiale sconosciuto tra l’Armeria ed i due Magazzini. Tuttavia, ciò che più saltò all’occhio dell’ex studente fu un oggetto che non vedeva da tempo, e che anzi pensava fosse stato fatto sparire.

“ Quello …” Lo riconobbe anche Makoto, al che i due presero in mano il piccolo drone bianco trovato proprio nel Magazzino A un paio di giorni prima.

Non appena lo ebbero sfiorato, la macchina si animò per proiettare un ologramma. Fu lo stesso che aveva già riprodotto, quindi con il messaggio di Makoto Naegi.

 

“ Studenti della Hope’s Peak Academy, se state sentendo le mie parole vuol dire che questa sonda è riuscita a trovarvi nonostante siate stati rapiti. Noi della Future Foundation vi assicuriamo che sono stati  inviati degli agenti per salvarvi. Abbiamo già individuato la posizione del nostro nemico, i vostri rapitori. Io, Makoto Naegi, vi prometto che sarete salvati e riportati alle vostre case. La Tragedia è finita: la disperazione non può sopravvivere ancora a lungo.”

 

“ Lo mandai quando era passati diversi giorni dalla vostra spedizione, e non avevamo avuto aggiornamenti.” Spiegò il direttore.

Nashi a quel punto stava riflettendo sulle parole di Monokuma, il quale aveva detto loro che gli agenti della Future Foundation erano stati tutti fermati prima ancora di raggiungere la torre, quando accadde qualcosa di inaspettato.

Una volta finito il messaggio, dopo qualche secondo l’ologramma cambiò:

“ Siamo arrivati fin qui, ma non possiamo più tornare indietro. Non preoccupatevi di noi; distruggeremo la Disperazione dall’interno, come avremmo dovuto fare sin dall’inizio !”

 A parlare erano stati due giovani, ma con un mondo di esperienza nei loro visi stoici e nei loro occhi segnati dalla sofferenza.

I due ex studenti della Hope’s Peak Academy sobbalzarono dalla sorpresa nel riconoscere Kirigiri Kyoko e…

“ Quello sono io !” Nashi indicò quel ragazzo che aveva esattamente il suo aspetto attuale: occhi cremisi e capelli cerei.

“ Avete mandato questo messaggio, ma non ci è mai arrivato.” Rifletté l’Ultimate Hope.

“ Dev’esser stato prima di prendere il Chesire C. per mutare il vostro aspetto e cancellare temporaneamente i vostri ricordi inerenti alla fine de La Tragedia.”

Makoto non ebbe nemmeno il tempo di concludere quel discorso, perché un terzo ologramma apparve.

Ora c’era solo Kirigiri, però nelle sembianze con le quali si era fatta riconoscere per diverse settimane all’interno del K.E.C.C. : Kigiri Yoko.

Le parole che pronunciò furono poche, ma attraversate da un quasi impercettibile brivido.

 

“ Sono ancora io. 11037.”

 

Questa volta il drone si spense, avendo esaurito tutte le sue registrazioni.

L’Ultimate Memory percepiva il suo corpo vibrare all’unisono con una forte emozione nel suo cuore. Vedere il volto di Kirigiri, in procinto di versar lacrime, gli aveva fatto contorcere le interiora.

Dovette rilassarsi, era  costretto a farlo per mantenere la mente lucida ed andare avanti.

“ Cosa… ha detto? Che significava quel “sono ancora io” e “11037” ?”

Makoto si massaggiò nervosamente la fronte.

“ È un messaggio in codice tra noi sopravvissuti della Killing School Life, e serve per accertarci che ricorderemo sempre chi siamo e da dove siamo venuti. Probabilmente voleva confermarmi che non avesse perso anche i ricordi del nostro passato …”

“ Quindi è qualcosa che conosce solo la Future Foundation ?”

“ Già, un codice assolutamente top secret da adoperare solo per le missioni più importanti. Se letto a testa in giù diventa “Leon”, ovvero il nome di un nostro compagno di classe deceduto in quel Killing Game.”

 

Finalmente la scalata proseguì verso il piano di cui Nashi sapeva il meno possibile, e fu rincuorato nel vedere come anche lì tutte le porte fossero state sbloccate.

Il Quinto Piano offriva adesso ben quattro stanze, due per lato del corridoio, più un portone metallico in fondo.

- Questo non c’era qualche giorno fa. - Notò il ragazzo, avvicinandosi allora per osservarlo meglio.

Pareva l’ingresso blindato di un caveau, in acciaio nero e con una scritta bianca in bella vista.

 

Makoto gli chiese immediatamente cosa significasse, ma lui non ne aveva la benché minima idea. L’unico modo per aprire quella porta sembrava essere uno scanner col riconoscimento della retina e delle impronte digitali.

Non potendo far nulla con tutta quella sicurezza all’avanguardia, i due decisero di esplorare il resto del piano.

Passarono davanti alla vuota prigione dove erano rimasti Nashi ed i suoi compagni per poco tempo, e ciò nonostante avevano perso due di loro. Sembrava quasi di poter sentire lo stesso odore di sangue, eppure il pavimento era stato ripulito dai resti di Lilith.

 

Attraverso una porta si presentava una stanza dalle luci azzurre che tingevano muri, pavimento, ed anche i presenti una volta entrati. L’elemento più degno di nota era un computer talmente grande da ricoprire un’intera parete, al di sopra di una tastiera altrettanto vasta e capace di riprodurre qualsiasi forma scritta del mondo.

Sullo schermo venivano riprodotte scritte su scritte, accumulandosi ad alta velocità e lasciandosi dietro un ammontare di testo incredibile. Quando Nashi vi posò sopra l’occhio, cercando di cogliere cosa ci fosse scritto, lesse:

 

Attraverso una porta si presentava una stanza dalle luci azzurre che tingevano muri, pavimento, ed anche i presenti una volta entrati. L’elemento più degno di nota era un computer talmente grande da ricoprire un’intera parete, al di sopra di una tastiera altrettanto vasta e capace di riprodurre qualsiasi forma scritta del mondo.

Sullo schermo venivano riprodotte scritte su scritte, accumulandosi ad alta velocità e lasciandosi dietro un ammontare di testo incredibile. Quando Nashi vi posò sopra l’occhio, cercando di cogliere cosa ci fosse scritto, lesse:

 

Istantaneamente il ragazzo sussultò, percependo un miscuglio di emozioni contrastanti generarsi nel suo petto per metterlo in allerta.

- Cosa diavolo ho appena letto ?-

Del nuovo testo si era aggiunto:

 

Istantaneamente il ragazzo sussultò, percependo un miscuglio di emozioni contrastanti generarsi nel suo petto per metterlo in allerta.

- Cosa diavolo ho appena letto ?-

 

Nulla di tutto ciò che si palesava davanti ai suoi occhi aveva senso, così credette quasi di essere impazzito, o di star subendo qualche allucinazione.

Fortunatamente una voce proveniente dalle sue spalle lo richiamò alla realtà.

Più che una voce però si trattava di un rantolo, o di parole pronunciate con voce rotta e soffocata: Makoto Naegi mormorava incessantemente qualcosa mentre aveva gli occhi puntati su quello schermo.

“ Makoto !” Lo richiamò Nashi, strattonandolo per la preoccupazione. In quel frangente riuscì a scorgere meglio il suo sguardo, notando qualcosa di già visto in precedenza.

Assenza di coscienza, di pensiero, di posizione, di speranza e disperazione. Si trattava del Nulla di Zetsu.

 

Il preside però perse rapidamente quella strana presenza che lo aveva posseduto, e con grande sorpresa dell’altro mostrò di essere improvvisamente affaticato.

“ No-Non mi sento molto bene qui dentro …” Confessò, e allora gli venne consigliato di uscire.

Nel momento in cui si fu chiuso la porta alle spalle, Nashi poté scorgere una targhetta nella stanza:

“ Stanza de La Trama, o Counting Bodies Like Sheep To The Rhythm Of The Despair Drums.”

 

- La Trama ?- Ripeté il ragazzo, trovando quel nome fin troppo stravagante per qualcosa che era stato nascosto a tutti fino a quel momento.

- No, non devo dare per scontato niente: in questo piano era stato promesso a Lilith che avrebbe trovato gli indizi per svelare l’identità del mastermind !-

Così decise di dedicare qualche minuto alla lettura di ciò che stava venendo scritto davanti ai suoi occhi.

Si trattava di una attenta e precisa documentazione del K.E.C.C, il quale raccontava esattamente cosa avessero fatto i diciotto partecipanti nel corso di quelle settimane. In questo modo poté leggere come fossero stati riportati anche gli eventi più oscuri e misteriosi, come ad esempio gli assassini, o ciò che Lilith gli aveva rivelato in privato prima di perdere la memoria.

- Sembra esser stato scritto tutto quanto dal punto di vista delle telecamere. Ma… a cosa serve una documentazione scritta del Killing Game? Non bastano le riprese ?-

Purtroppo non riuscì a raggiungere una risposta, tuttavia prima di lasciare quella stanza gli ricadde l’occhio su un dettaglio che, ironicamente, aveva quasi scordato.

Si trattava di qualcosa catalogato sotto il cosiddetto “Chapter Two (Part Three)”.

 

Raggiunse subito dopo Makoto, il quale si trovava nella stanza adiacente.

Quando vi entrò, un freddo glaciale afferrò le sue ossa, facendolo tremare. La temperatura era fin troppo bassa, ma ciò che vide bastò a gelarlo ancor di più, stavolta però dall’orrore.

Da quel che sembrava un gigantesco armadio di ferro, undici grandi cassetti erano stati aperti per far uscire undici ripiani. Su ciascuno di essi erano adagiati dei corpi silenziosi ricoperti da un telo bianco.

“ Forse non vorresti davvero rivedere i tuoi compagni.” Gli consigliò Makoto, il quale si aggirava con aria triste ed aveva appena rivolto un’occhiata mesta al ragazzo.

Nashi si sentì restringere, diventando piccolo piccolo in quel mondo freddo.

Avanzò verso i protagonisti di quell’obitorio improvvisato, leggendo dalle targhette e da delle schede cliniche i loro nomi e le cause della loro morte.

“ Domen Ienobu, accoltellato. Iwayama Koan, ferito da armi da taglio. Arima Robun, annegato, Mitsuko Atsuki, pugnalata al volto. Fujima Wakuri, rottura del collo. Masuku Wakuri, pugnalata ripetutamente. Kumagai Yone, dissanguata e tranciata in due. Umezawa Gaho, tranciato in due. Lilith Kurenai, elettrificata e schiacciata al suolo. Akagi Aozame, pugnalato. Nishizaka Ikki, recisione della carotide. Tabata Bussho …”

- Cosa ?!- Proprio quando la sua coscienza stava sparendo tra lo sconforto del riconoscere i suoi compagni morti, qualcosa che mai si sarebbe aspettato di trovare gli balzò all’occhio.

- Undici letti …- I suoi amici morti erano solo dieci.

Anche Makoto aveva notato quel dettaglio a cui stentava a crederci.

I due esitarono a lungo, ma per combattere il dubbio atroce che li assillava, furono costretti a togliere il lenzuolo.

Una volta svelato, il cadavere al di sotto era la cosa più incredibile che Nashi si sarebbe aspettato di trovare.

 

Era proprio il Tabata Bussho che per giorni era apparso sui monitor di quella torre, che si era proclamato mastermind e che aveva annunciato l’ultimatum in procinto di scadere. 

“ Come può essere morto ?!” Si chiese sbigottito Makoto, portandosi una mano davanti alla bocca.

“ E-Era lui il mastermind, l’organizzatore… colui che aveva annunciato questo gioco al mondo intero per minacciare la pace! E ora è… morto ?”

Iniziò a scuotere la testa ripetute volte, serrando i denti: “ Non ci credo! Non ci credo !”

Nashi intanto stava esaminando la cartella clinica, confrontando la foto con il volto del cadavere.

Bussho, uno degli Ultimate Hope Brothers della famiglia Tabata, era un giovane all’apparenza poco più grande di lui. Aveva dei capelli biondi, portati a frangia sul davanti ma molto più lunghi al di dietro. Degli occhiali erano adagiati accanto alla sua testa, un tempo usati per ricoprire i suoi occhi blu. Un neo decorava la guancia destra.

 Non ci volle molto prima che l’albino comprendesse cosa ci fosse di sbagliato, così storse il naso e si allontanò in fretta da quella stanza.

“ Andiamo.” Ordinò con fare seccato all’altro.

 

Nell’ultima stanza rimasta da esaminare c’era un ambiente del tutto diverso: una calda luce dorata scendeva su diciassette letti imbottiti, disposti a cerchio davanti all’ingresso e attorno ad un tavolo.

Su di esso vi erano appoggiati dei piccoli oggetti, simili a bossoli di proiettile.

Stavolta entrambi riuscirono a riconoscerli: “ Capsule di Chesire C.

“ O meglio …” Disse Makoto, leggendo l’incisione su di alcuni di quei sieri. “ Tre di questi quindici bossoli sono di Jabberwock Y. Gli altri invece sono gli stessi sieri di Chesire C. che avevano gli agenti spediti qui.”

Proseguì, scrutando i letti vuoti: “ Quindi a tre dei diciotto partecipanti è stato somministrato un siero che non gli ha affatto cancellato i ricordi.”

“ Tutto quadrerebbe, considerando che al mastermind e a Lilith non era sufficiente eliminare i ricordi… ma il terzo? Mi stai dicendo che qualcun altro tra di noi si ricordava della Sede Secondaria, de La Tragedia e della Future Foundation, ma non ha detto niente ?”

“ Tu ti fidi davvero di tutti i tuoi compagni, Nashi ?” Gli domandò allora il preside, ma nonostante la domanda a bruciapelo lui annuì all’istante.

“ Certo che sì !”

“ E lo hai fatto sin dall’inizio, seppur non ti ricordassi totalmente ciò che invece ora ricordi… ma qualcun altro, proprio per via di quelle memorie, non ha fatto lo stesso. Ci resta solo da capire se l’ha fatto in buona fede o no.”

“ Per ora sappiamo solo che è stata una scelta del mastermind non privare questa persona dei suoi ricordi.”

 

                                                 

 

Dopo ormai ore intere di ricerca, sia i piani che le stanze da esplorare erano terminate. Ogni singolo anfratto di quella torre non aveva più segreti per il preside della Hope’s Peak Academy ed il rivelato agente della Future Foundation, eppure in loro non c’era nemmeno un’ombra di soddisfazione.

“ Una sfida del mastermind …” Continuava a rimuginare Makoto, sedendosi a terra nel corridoio del Quinto Piano.

“ Ma per scoprire cosa? Alla fine non abbiamo svelato niente di nuovo… forse Zetsu ti ha solo voluto rendere impotente.”

Nashi si distese sulla schiena, chiudendo gli occhi e rivolgendoli al soffitto: “ Ma perché farlo? È questo che non capisco …”

Il castano comprese allora di esser stato fin troppo negativo, così si schiarì la voce, imbarazzato: “ Ehi, non è finita qui… forse c’è un modo per salire al Sesto Piano che non abbiamo ancora trovato. Magari questa porta …”

Nell’istante in cui aveva pronunciato quella parola, Nashi aveva aperto gli occhi e l’immagine del portone blindato era stata l’unica cosa a venir inquadrata nel suo sguardo.

Da quel momento in poi, le parole di Makoto, così come il tempo e lo spazio circostante avevano smesso di avere importanza.

 

Nashi Jonetsu si sentì scorrere attraverso un flusso di consapevolezza: orrore, paura, dolore, ma anche gioia, realizzazione ed appagamento. Quella era la verità e le sue due facce.

“ La vostra vita è composta da due strade: la menzogna e la verità. La verità è uno specchio così limpido da permettere di vederci dentro, mentre la menzogna è un’oscurità in cui ti rintani per non permettere a nessuno, nemmeno a te stesso, di riconoscere qualcosa …”

Così aveva detto Zetsu, il suo amico di molti anni prima, ma il suo compagno fino all’ultimo in quell’avventura infernale.

- Lo specchio.- Bastava una semplice parola per sbloccare l’accesso alla verità, come se fosse stata la più piccola chiave ad aprire il gigantesco portone che lo avrebbe condotto verso il futuro.

 

Con la pelle ancora rabbrividente per la scarica di adrenalina, il ragazzo balzò in piedi e scattò verso una stanza. Lì, mentre la voce di Makoto in lontananza gli domandava cosa stesse succedendo, ritornò a scorrere su quel misterioso computer, La Trama.

Un sorriso confuso si dipinse sulle sue labbra, dandogli così la risposta all’interrogativo di poco prima: sì, era decisamente impazzito.

Uscì in fretta e furia, intercettando Makoto e trascinandolo con sé all’ascensore. Lì non proferì parola, nonostante le molte domande del compagno, preferendo piuttosto tremare febbrilmente con lo stesso ghigno idiota in viso.

Non appena furono arrivati al Terzo Piano, si diresse verso l’ultima stanza che Makoto avrebbe creduto di rivedere: la sala dei paracadute. Lì Nashi iniziò ad armeggiare con i pannelli di comando, interagendo con le riprese contrassegnate con la scritta: “Sesto Piano”.

Andò indietro di qualche giorno, cosicché alla fine di quella operazione l’Ultimate Memory poté finalmente dichiarare:

“ Zetsu… ”

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Zetsu…? Zetsu cosa?

Mi sa proprio che dovrete aspettare il prossimo capitolo, nonché il  finale di questo Chapter 0, per scoprirlo.

Insomma, con l’intervento di un personaggio ben noto c’è stato un bello spiegone per quasi tutti i misteri di questa storia (il che mi ha dato una soddisfazione incredibile, dato che erano ben due anni che volevo mostrarvi questa spiegazione), tranne però quelli riguardanti il mastermind.

A questo punto… sta a voi, in attesa della rivelazione finale! Vi assicuro che con questo capitolo ho unito tutti i puntini necessari per formare un tracciato che vi fornirà la risposta. Per chi invece non dovesse aver voglia di risolvere il mistero, allora dovrà solo attendere un altro po’!

Ci siamo, il finale è giunto!

Alla prossima!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Danganronpa / Vai alla pagina dell'autore: Master Chopper